LA CHIESA: COMUNITA’ VIVA E CORRESPONSABILE Serata teologica quella dell’11 gennaio a Vigolzone in previsione del rinnovo del Consiglio Pastorale Parrocchiale previsto dalla Diocesi nelle giornate del 26 e 27 gennaio prossimi. Don Piero ha invitato a trattare l’argomento mons Giuseppe Busani parroco di San Sisto a Piacenza. Davanti ad una buona platea formata da parrocchiani e dai componenti delle varie realtà parrocchiali, don Giuseppe, con la profondità di pensiero che lo contraddistingue ha presentato le figure della Chiesa e della parrocchia alla luce delle parole di san Paolo e del Vangelo. In particolare, san Paolo parla di Ecclesia, piuttosto che di sinagoga, in quanto, mentre la sinagoga è un’aggregazione di persone, la Chiesa è un evento provocato da Dio volto a riunire i fedeli. Nel secondo capitolo della lettera agli Efesini san Paolo addirittura definisce la chiesa come il corpo di Cristo: Dio consegna Cristo alla Chiesa che crea con Lui un legame sponsale; allo stesso modo tutti i componenti della chiesa, pur essendo diversi tra loro fanno parte della medesima unità. Alla base del legame tra Cristo e la Chiesa sta la Croce; Vangelo alla mano, don Busani legge Efesini, 2, 14: “Cristo è la nostra pace che ha fatto di due popoli una sola unità abbattendo il muro divisorio, annullando nella sua carne l’inimicizia” e commenta che, per il fatto di essere stati riconciliati per mezzo della croce, diventiamo un solo corpo ed un solo spirito; il fianco squarciato di Cristo sulla croce diventa proprio lo spazio aperto pronto ad accogliere tutti. Profondo il passaggio che fa don Busani per arrivare a spiegare la comunità parrocchiale, ed ancora una volta “prende a prestito” san Paolo e la sua lettera a Tiomoteo laddove la Chiesa viene definita come Casa di Dio di cui Gesù è la pietra angolare. Gli stessi vangeli sinottici usano il termine “casa” per indicare il luogo in cui Gesù dà molti dei suoi insegnamenti e lo fa di proposito in un luogo che sia familiare perché la Chiesa sia veramente una grande famiglia. Ma la Chiesa, la parrocchia, diventa veramente famiglia quando fa posto agli altri ed il passo del vangelo di Marco 2,1 ci introduce in questo mistero con l’episodio del paralitico calato in “casa” alla presenza di Gesù dopo che i portantini avevano scoperchiato parte della casa: la moltitudine di persone presenti nella casa-­‐chiesa non sempre forma la famiglia ecclesiale; non lo fa nel momento in cui non permette all’altro di entrare oppure quando non accoglie l’altro. “A casa” ci si sente quando nessuno ci giudica per chi si è e per quello che si fa. Per questo la parrocchia che etimologicamente è “casa tra le case” deve essere una comunità vicina alla gente, una realtà che sia in grado di aiutare le persone a superare le proprie paure ed aprire la porta della comunità. La parrocchia quindi dovrà essere una chiesa semplice ed umile capace di trasformare il vicinato in prossimità. A conclusione del suo intervento, mons Busani, tocca un tasto dolente per le parrocchie di oggi: la carenza di sacerdoti che non permette l’autosufficienza della parrocchia; per questo motivo assume un ruolo fondamentale l’unità pastorale che, creando un legame fra le parrocchie della zona, permette di portare il vangelo tra la gente, visto che il compito di ogni cristiano e proprio quello di vivere e far conoscere la “buona notizia” nel mondo. Sabrina