ISLAM Camille Eid IL DIALOGO TRA ESPERTI NON BASTA All’islam fanno riferimento 1.200 milioni di persone: un quinto della popolazione mondiale. Islam deriva da una radice linguistica araba che indica sottomissione al1’unico Dio (in arabo Allah): è il messaggio annunciato da tutti i profeti, da Abramo a Maometto, il suo fondatore. Al suo tempo (VI secolo dopo Cristo) la penisola arabica era pagana e politeista e La Mecca ne era la capitale. Il Corano, voce di Dio, raccoglie, non cronologicamente, i 24 anni della predicazione di Maometto. Per toni e contenuti, riferendosi a tempi e realtà diverse, le sure meccane sono decisamente contrapposte rispetto alle sure medinesi. Nel primo periodo, predicando la giustizia sociale, Maometto forzatamente si scontra con la borghesia della Mecca, che lo perseguita. Quindi cerca alleati fra la “gente del libro”, cristiani ed ebrei, che lusinga con versetti del Corano pacifici e tolleranti sulla libertà religiosa. Dopo l’Egira, la migrazione a Medina, città del Profeta, da perseguitato Maometto diventa potente guida politica e militare. Versetti a carattere giuridico e contradditori rispetto ai precedenti rispecchiano la nuova situazione di guerra ed espansione politica. Poiché per un mussulmano è peccato non citarlo alla lettera, qual è dunque il vero Corano? Quello spirituale o quello che è legge, sharia, e codifica tutte le sfere della vita? Problema di rilievo per gli stretti legami fra religione, stato e società nel mondo islamico: realtà ben diversa da quella del “date a Cesare quel che è di Cesare ed a Dio quel che è di Dio”. Politicamente, fino al 1924, quando fu abrogato dal turco Kemal Ataturk, l’islam aveva il califfato (il Califfo era il successore di Maometto), istituzione corrispondente al papato per i cattolici. Così oggi, in ogni stato, sono il grande Mufti o l’Ayatollah ad emanare fatwa giuridiche sulle questioni poste dalla modernità. Ad esempio per chiarire se i kamikaze siano martiri o suicidi (l’islam vieta il suicidio). Mancando un’autorità centrale la loro autorevolezza dipende dal seguito che raccolgono. Negli ultimi 50 anni, i mussulmani in Europa sono cresciuti da 800 mila a diciannove milioni e pongono nuovi problemi. Se in Occidente un mussulmano vede solo i vizi della società, pretende di imporvi l’islam, nato proprio per riportare l’umanità sulla retta via dalla quale ebrei e cristiani si erano allontanati. Ecco perché la pace è possibile solo quando le identità sono chiare. Le differenze dottrinali sembrano sottigliezze, ma non si può sottovalutarle. Teologicamente mai Maometto potrà essere un profeta per i cristiani. Lo è invece Gesù per i mussulmani, che però non lo credono Figlio di Dio. Recedere da questa posizione sarebbe un tradimento, un’apostasia. Poiché un mussulmano fa parte della Umma, la comunità islamica, il tradimento non riguarda un solo individuo ma il gruppo e di conseguenza viene contrastato in modo molto forte. Dunque l’Europa è un campo di addestramento alla convivenza. Il dialogo tra esperti, però, non porta da nessuna parte se non è esteso a tutti i credenti. Oggi non esiste un pericolo dell’islam, ma un pericolo nell’islam. La domanda che dobbiamo porci è quale sia la differenza tra religione e fondamentalismo. Il mondo islamico è suddiviso in un 5% di moderati, un altro 5% di estremisti ed un 80% di persone a metà fra queste due posizioni. Purtroppo è più facile si aggreghino al 5% di violenti! Sono i mussulmani che devono risolvere il problema. Possono riuscirci mantenendo distinte religione e politica ed introducendo nelle loro società un maggiore rispetto dei diritti umani. E’ questo che dobbiamo chiedere loro. Ali Schuetz DIFFONDERE L’ISLAM MODERATO Credo che in Europa i mussulmani dovrebbero trovare ciò che l’Europa ha di positivo. Non è solo un problema di identità e purezza, ma anche di spiritualità e di cultura, che mancano sia in occidente sia dove l’islam è dominante. Un tempo si costruivano con l’anima le cattedrali, ma anche le case. Si metteva l’anima in tutto quel che si faceva. In ogni ambito della vita si era in contatto con la dimensione cosmica, con Dio. Oggi i mussulmani immigrati in occidente non vi trovano l’anima ed allora... anche loro chiedono diritti. E’ più diffusa la cultura diritto che quella del dovere. Negli stati governati dall’islam, come anche in Europa, consideriamo più importante avere il cimitero separato ma abbiamo perso il significato spirituale della nostra religione. La continua ripetizione: io, io, noi... è deleteria. Dimentichiamo che anche gli altri hanno gli stessi desideri. Però quando si parla di scontro fra oriente ed occidente io mi chiedo: qual è l’occidente? Dove comincia? Anche il cristianesimo è arrivato dall’oriente ed è molto simile all’islam. Nel Corano Gesù è osannato e definito Segno di Dio. E’ superiore a Maometto ed agli altri profeti, semplici mortali. L’islam non crede alla sua morte, e quindi neppure alla sua resurrezione, però lo crede asceso al cielo. Nel Corano si parla della seconda venuta di Gesù, che regnerà per 40 anni e guiderà contro l’Anticristo un esercito di musulmani, nel senso di sottomessi a Dio. Poi ci sarà il giudizio. Gesù faceva miracoli: ridonava la salute, la vita... Maometto no: il suo vero miracolo è il Corano, visto che non sapeva né leggere né scrivere! Il Corano dice: trattatevi bene, non attaccate chiese, monasteri, scuole... Nella vita di Maometto diversi episodi testimoniano l’amicizia con i cristiani. Come il permesso di pregare nella sua moschea accordato dal profeta a cristiani ed ebrei. Anche Giovanni Paolo II vi ha pregato a Damasco. Nei testi c’è questo poi nei fatti… i comportamenti degli uomini purtroppo sono diversi e non sempre rispettano i precetti delle scritture. La vera differenza col cattolicesimo è che l’islam non ha nulla di corrispondente al Vaticano. I Mufti emettono verdetti giuridici (le fatwa) il cui valore dipende dal consenso che raccolgono e dal gruppo che le sostiene. Alla fine prevale l’opinione più diffusa ma nessuno può mai dire che la propria è l’interpretazione giusta, e resta solo il Corano. Esistono quindi tanti diversi mussulmani: arabi, turchi, marocchini, indonesiani... Anche in Italia ci si chiede: “Di quale moschea sei?” Ed è vero che abbiamo problemi storico-politici. Le violente manifestazioni nei paesi islamici, in risposta all’offesa delle vignette su Maometto pubblicate in Danimarca, sono state evidentemente consentite, e volute, dai governi. In Nigeria ci sono masse frustrate ed ignoranti che non sanno neppure dove sia la Danimarca. In Siria non si può neppure parlare con un taxista senza che il governo lo sappia. E’ comunque un problema il fatto che i contrasti irrisolti interni agli stati trovino sfogo in questioni interreligiose. Si tratta di strumentalizzazioni politiche finalizzate alla ricerca del consenso. E’ stato così anche a Timor est ed in Sudan. Forse è proprio un vantaggio il fatto che non esista un solo islam, paradossalmente potrebbe essere un nemico pericoloso, soprattutto per la sua renitenza alle riforme! Per chiudere devo però segnalare anche il disinteresse dei media a diffondere una cultura islamica moderata. Emarginato dall’Ucoii, perché critico sul terrorismo dopo gli attentati dell’11 settembre, quindi non fondamentalista, anche ai media non interesso più! LA DOMANDA Come si pone l’islam nei confronti di atei, agnostici, non praticanti? E cosa accadrebbe se in Europa i musulmani arrivassero al 51% della popolazione? Schuetz Il Corano dice che non c’è costrizione nella fede e la libertà deve essere garantita. Kafir, il termine che indica i miscredenti da combattere, ha un significato attivo. Si riferisce a coloro che operano per occultare la fede, mistificandola, e che attivamente contrastano chi la professa. Loro prototipo è l’Anticristo. Non c’è una maggioranza mussulmana che vuole governare in Europa in senso islamico. Una buona percentuale ne parla ma è una posizione che sta cambiando e su questi temi è in atto uno scontro durissimo nelle comunità islamiche.