Famiglia insieme si può …. Un grazie di cuore a tutti voi che siete presenti, ai relatori, ai moderatori. In questa breve introduzione ai lavori del convegno vorrei soffermarmi sulle parole “Famiglia: insieme si può…” In particolare sulla parola insieme. Mi sono chiesto che cosa poteva voler dire questa affermazione in questo contesto. Ho pensato allora alla struttura più straordinaria di comunicazione che esista al mondo, alla rete più efficiente, alle connessioni più sorprendenti: il nostro cervello. Come si costruisce questa struttura? Il nostro cervello è costituito da circa 11 miliardi di neuroni che sono in costante collegamento attraverso una fittissima rete di strutture nervose, distribuita in tutto il corpo. Questa rete inestricabile e straordinaria è formata da circa un milione di miliardi di connessioni. Dagli studi di embriogenesi sappiamo che la rete si costruisce perché i neuroni gettano dei ponti. Se incontrano un partner efficace, la rete comincia a funzionare. Ciò incomincia molto presto: a 45 giorni dal concepimento vi è già un’attività cerebrale registrabile con un EEG. I neuroni che costruiscono ponti, legami, relazioni, comunicazioni efficaci, sopravvivono; gli altri non hanno futuro. Se in un certo distretto del nostro corpo succede che non c’è circolazione di informazioni nervose attraverso la rete, nel giro di qualche giorno si ha la morte dei neuroni che la compongono. Siamo fatti per comunicare, per intessere relazioni. Fino a pochissimo tempo fa si pensava che le cellule cerebrali durassero tutta la vita dell’individuo, senza rinnovamento. Recentemente si è invece scoperto che vi è una piccolissima possibilità di rinnovamento, anche se minima rispetto ad altre famiglie di cellule; le piastrine ad esempio durano 10 giorni, i globuli rossi circa 120. Che messaggio potremmo leggere da questa osservazione? Anche la struttura più perfetta possiede la potenzialità di un qualche rinnovamento. Noi siamo un organismo in continuo cambiamento, ristrutturazione, un fiume che si rinnova in continuazione: ogni giorno circa 10 miliardi di cellule del nostro organismo si rinnovano. Tutto questo può avvenire perché c’è prima di tutto relazione tra le cellule, solidarietà, oserei dire complicità, alleanza, un progetto comune. Questo stare insieme qui oggi, non potrebbe essere un iniziare a creare o potenziare connessioni, alleanze, progetti comuni? Il senso di costruire una rete tra di noi, che siamo qui a titolo diverso, non è solo fine a se stesso, ma è soprattutto per incontrare i nostri interlocutori che saranno i nostri adolescenti e giovani e a volte anche i nostri stessi figli. Mi soffermo solo su due parole. Per costruire relazione, rete, è necessario prima di tutto entrare in contatto. Tutto ciò però deve essere fatto con – tatto. A volte è necessario osare, provare e riprovare… Conta la delicatezza dei movimenti, la dolcezza, l’attenzione nell’accogliere l’altro. La sensibilità a percepire l’altro. La voglia di accogliere l’altro come sorpresa positiva. Abbiamo visto che i neuroni per stabilire una rete, fanno delle esplorazioni. Cercano partner efficaci. Esplorare, nel contesto del tema che vogliamo trattare oggi, potrebbe anche voler dire essere molto attenti a captare i segnali che in qualche modo ci mandano i giovani. Questi sicuramente non mancano. Le relazioni di oggi ci aiuteranno a esplorare questo mondo straordinario. Per esplorare è necessario prepararci, attrezzarci, non improvvisare. Se vogliamo provare a capire di più, scommettere di più, fare di più, forse dobbiamo salire tutti di un piano. Cioè fare un piccolo sforzo, muoverci, metterci in cammino. Questo ci permetterà di guardare più lontano, vedere le cose un po’ più dall’alto, ampliare il nostro punto di vista, scrutare i segni dei tempi, capire di più questa società. Pensare in positivo. Salire di un piano vorrà dire anche darci la possibilità di sognare in grande, essere propositivi, trovare collaborazioni insperate. Forse è finita l’epoca dei “navigatori solitari”. “Cultura… è ciò per cui l’uomo, in quanto uomo, diventa più uomo” Ha affermato Giovanni Paolo II. Se cultura è questo, e noi crediamo che possa essere questo, anche se ci rendiamo conto tutti quanto possa essere difficile il cammino, allora vale la pena di scommettere. Tutti insieme. Il progetto AMOS è sostanzialmente un progetto culturale. Nel suo piccolo vuole promuovere l’Uni-Totalità della persona umana. Oggi esiste troppa frammentarietà e frammentazione della persona. Il progetto si propone di valorizzare la complementarietà, reciprocità e alterità del maschile e femminile. Questo perché sessuati si nasce ma sessuali si diventa. La sessualità è una dimensione che abbraccia tutta la persona, ognuno di noi, ci accompagna sempre e dovunque e non possiamo mai dire di essere degli arrivati. Sono sicuro che oggi con il contributo di tutti, possiamo mettere un piccolo tassello per costruire questa nuova umanità che ci sta a cuore. Se vogliamo incontrare i nostri ragazzi, i giovani, penso dobbiamo conoscere i loro sogni, i germi di positività che ci sono in loro. Non lasciamoli soli a cercare acqua in un deserto, facciamoci trovare, senza pregiudizi! Michelangelo Tortalla