Condividere la nostra fiducia con gli altri è fondamentale... Lettera n° 17 Fiducia nel cammino spirituale Cari amici, Ora che abbiamo riflettuto sulla capacità di ognuno di noi di risvegliarsi, sulle qualità che donano un senso alla nostra vita e sulla necessità di sviluppare una forma di gratitudine per la nostra preziosa esistenza umana - cosa ci manca per poter entrare a pieno nel cammino spirituale? La fiducia! Fiducia in cosa? Qual è la vostra risposta? Se volete, provate a rifletterci su… Molte persone rispondono: “Mi serve autostima” o “Mi serve fiducia nelle mie competenze per perseguire il cammino spirituale”. Capisco queste tipologie di risposta e ammetto che l’ autostima è fondamentale , ma un’ autostima non ordinaria che non deve avere alcuna fierezza in sé. Il cammino spirituale non può essere percorso se vissuto con orgoglio. Piuttosto è necessaria la fiducia nella nostra mente, credere che possa risvegliarsi, proprio come dicevamo prima. Una tipologia di autostima basata su un egoismo arrogante non farà altro che remarci contro sul cammino del Risveglio. Il Risveglio non può essere ottenuto dalla forza di volontà, dal “me”- da colui che agisce. Vediamo ora cosa rispondono gli antichi maestri a questa domanda. Partendo dal Budda stesso, tutti i grandi maestri hanno riposto fiducia, fede e confidenza nell’ essere assolutamente essenziali. Secondo loro senza fiducia non ci può essere cammino verso il Risveglio. Per quanto possa sorprenderci i grandi maestri parlano di fiducia, non nella religione di appartenenza ma di fiducia nella realtà (!), avere fiducia nei fenomeni così come si verificano. Cito Gampopa dal testo Abhidharma: 1/3 “Cos’ è la fiducia? Una vera convinzione un’ aspirazione ed ispirazione in relazione al risultato delle azioni, le quattro verità e le sorgenti del rifugio”. La prima forma di fiducia nel risultato delle azioni, chiamata “convinzione”; è essere convinti che le nostre azioni - con corpo, parola e mente- abbiano un effetto sulle nostre esperienze future. Basandoci sulle nostre osservazioni possiamo affermare che le nostre azioni hanno delle dirette conseguenze nella nostra vita , inoltre possiamo, attraverso le nostre azioni modificare le nostre esperienze. Questo è un dato di fatto. Vediamo più nel dettaglio quest’ ultima affermazione: noi diveniamo sempre più convinti attraverso le nostre osservazioni che le nostre azioni positive - compiute con la nostra parola, mente o corpo in uno stato di apertura, prive di ignoranza dettata dalle emozioni – portino alla felicità e ad altre esperienze positive. Così come le azioni negative portano ad esperienze negative. Guidati da questa convinzione ha dunque senso agire con consapevolezza e non con sbadataggine. La prima delle quattro verità nelle quali riporre la nostra fiducia è : “ La verità della sofferenza”. Nessuno apprezza realmente questa verità e solitamente tendiamo a negarla. Possiamo però constatare da noi che un certo livello di tensione e sofferenza lo ritroviamo in tutte le diverse esperienze con le quali ci confrontiamo. Possiamo inoltre constatare che azioni capitanate da degli stati emotivi confusionali non fanno altro che portare tensione e sofferenza. Comprendere questo processo significa aver chiara “la verità delle cause della sofferenza”. Solo quando arriviamo a capire queste due verità ha senso iniziare e cercare un cammino verso il Risveglio e la liberazione che ci aiuterà a porre fine all’ “aggrovigliamento” emotivo e all’ onnipresente tensione emotiva che sperimentiamo nella nostra vita ordinaria. Senza questa fiducia tutto rimarrà invariato. Se osserviamo più accuratamente ci renderemo conto che la tensione cresce ogni qual volta noi siamo identificati con i nostri pensieri, le nostre parole o azioni, con noi stessi o con il concetto di “mio”. Come se noi fossimo separati dal resto del mondo. Questa concezione di un “noi” che non può mutare, così radicata anche nelle nostre convinzioni, è responsabile della nostra sofferenza: ogni qual volta noi siamo attaccati al nostro sé si presenta tensione o sofferenza. Riflettete su questo concetto, è vero o no? Se siamo convinti che quanto sopra citato sia la vera descrizione della nostra esperienza di vita, abbiamo la convinzione giusta per intraprendere il cammino spirituale. Tutti possono sviluppare questa forma di fiducia – serve solo indagare a fondo ed onestamente sulla sofferenza e le sue cause. Grazie a questo percorso sarà poi più facile sviluppare le altre due forme di fiducia: l’ aspirazione al Risveglio e l’ ispirazione per perseguire il nostro cammino. Parleremo di questo nella prossima lettera. Esercizio: In che cosa posso realmente riporre fiducia? Proviamo a rifletterci a fondo e a considerare quali sono le diverse forme di fiducia esistenti, una dopo l’ altra: 2/3 la fiducia in noi stessi, nelle nostre osservazioni, nelle nostre convinzioni; la fiducia negli altri, negli amici e nel mutuo supporto; la fiducia nella nostra mente, nella nostra capacità di comprensione; fiducia nella società, nella natura, nell’ambiente; fiducia nella nostra filosofia, religione, idee, pensieri; fiducia nella nostre azioni, parole e pensieri; fiducia nella vita stessa e nel percepire che la tensione è sempre presente in una mente con attaccamento, e così via… Quali sono i fondamenti della fiducia? Su cosa possiamo effettivamente contare per procedere? Cosa risulta essere meno affidabile? So di avervi chiesto molto, probabilmente questo esercizio può , di primo acchito, risultare troppo difficoltoso. Prendetevela con calma, nel nostro cammino spirituale torneremo su questo argomento svariate volte. Con i migliori auguri che riusciate e svolgere una profonda ricerca sulla vostra esperienza di vita. Tilmann Lhundrup PS. Se desiderate leggere un riassunto degli insegnamenti tradizionali sulla fiducia potete consultare il testo di Gampopa “Il prezioso gioiello di liberazione” alla fine del capitolo numero 2. 3/3