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CULTURA
Corriere della Sera Venerdì 21 Aprile 2017
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I capolavori di William Shakespeare
Il piano dell’opera
di Franco Cordelli
1 OGGI
S
e parliamo di classici, o
meglio se insistiamo a
invocare la necessità
dei classici, ci accorgiamo che essi lo sono fino a un
certo punto. Lo sono per un
po’ di tempo, lo sono per un
decennio o due, poi spariscono, intendo dai cartelloni dei
nostri teatri. Poi forse riappaiono, fanno capolino, ah c’era
anche Goldoni, lo avevamo
dimenticato. Negli anni Sessanta e Settanta del secolo
scorso, se ne avevano le tasche piene, non c’erano che
Goldoni, Pirandello e Brecht.
Noi, spettatori assidui, eravamo infuriati, esasperati. Infine le cose cambiarono, nessuno fu davvero dimenticato,
ma arrivarono altri classici, in
prevalenza quelli che chiamiamo classici moderni, ossia contemporanei. Capimmo
che anche i classici hanno il
loro tempo, hanno cioè una
scadenza. L’unico autore non
di questo tipo, l’unico classico imperituro, quello che dura per sempre, è Shakespeare.
Perché questa differenza
tra Shakespeare e gli altri? Secondo me non è un mistero,
nulla in letteratura o in teatro
è un mistero. Si tratta di analizzare, di capire i testi, i testi
se a lungo interrogati alla fine
dicono la verità. Shakespeare
non ha i suoi decenni, quelli
in cui lo si ama di più, lo si
mette in scena più d’ogni altro classico, per la semplice
ragione che la sua opera è
prima di tutto multiforme, in
secondo luogo ricca, in terzo
(ma non faccio che ripetermi) profonda. Il vero problema di Shakespeare nasce
semmai da queste sue qualità, dalla sua natura. Essa da
una parte ci attira, ci chiama a
sé, ci ripete: «Tornate a leggermi, capirete cose nuove, o
diverse»; da un’altra, opposta, ci tiene a distanza: «Sono
troppo per voi». Almeno così
in Italia.
Credo in Inghilterra, o nei
Paesi dove si parla la sua stessa lingua, le cose siano diverse, la lingua e le traduzioni
sono sempre un problema. In
Italia, sui nostri palcoscenici
Amleto
Unico e intramontabile
Ecco il vero classico
La sua scrittura multiforme non passa mai di moda
E attira il lettore chiedendogli un’attenzione speciale
Street Art
Il graffito
realizzato nel
2015 da James
Cochran /
alias Jimmy C
(1973)
all’esterno del
London’s Globe
Theater. Lo
street artist
è celebre per
i suoi graffiti
di rockstar
come David
Bowie
(come sanno bene i direttori
di teatro), Amleto o Otello sono comunque un richiamo,
assicurano pubblico. E tuttavia a proporlo si esita, almeno un poco. Gli spettacoli
tratti da opere di Shakespeare
saranno lunghi e noi siamo
sempre più impazienti e bramosi di velocità; avranno
molti attori e quindi costeranno molto; dovranno avere
scenografie importanti e il
costo aumenterà. Ma soprattutto l’esperienza di assistere
a una commedia o una trage-
dia di Shakespeare, oltre che
la sua impagabile remunerazione, implicherà un atto di
fede. Shakespeare, per quanto all’ingrosso o al dettaglio si
pensi di conoscerlo, richiede
un’attenzione speciale. Non
si può pensare ad Amleto come all’infelice principe; e non
si può pensare a Otello come
l’uomo tradito e pazzo di gelosia. Così sarebbe facile e
Shakespeare non sarebbe
Shakespeare.
Mi ricordo che da ragazzo
lo temevo, mi preparavo, lo
leggevo e cercavo di leggere
ciò che era stato scritto sul testo che mi accingevo a vedere. Anche adesso in fondo lo
temo. Ma almeno so con un
pizzico di cognizione in più
che andare a vedere (o anche
soltanto leggere) non sarà vano. Amleto, Otello, Lear,
Falstaff, Macbeth, Prospero
sempre ci compenseranno
dell’iniziativa che avremo reso — di accostarci all’unico
classico che non tramonta
mai.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
 La biografia
Il figlio
del guantaio
di Stratford
dall’identità
controversa
W
La casa natale di Shakespeare a Stratford-upon-Avon
illiam Shakespeare (Stratford-uponAvon, 1564-1616), poeta e
drammaturgo, è considerato il più
importante scrittore in lingua inglese. È autore
di 38 opere teatrali e 154 sonetti. Figlio di un
mercante di pelle e guantaio, nel 1582, appena
diciottenne, Shakespeare sposò Anne
Hathaway, più anziana di lui di quasi dieci
anni. Ebbero tre figli. Alcuni accademici
affermano che in realtà Shakespeare non
scrisse nessuna delle opere che gli vengono
attribuite: secondo loro «il Bardo» fu in realtà
solo un uomo d’affari di successo, da alcuni
individuato in Christopher Marlowe. Il nome di
Shakespeare è legato in particolare al Globe
Theatre di Londra, dove recitava la sua
compagnia teatrale. Domani si aprirà proprio
la nuova stagione del teatro, dal titolo Summer
of Love: in programma — fino al 15 ottobre —
produzioni originali delle più famose opere
shakespeariane.
First Folio
Il First Folio,
Comedies,
Histories
& Tragedies,
è il volume
con cui gli
studiosi
indicano la
prima
pubblicazione
delle opere di
Shakespeare.
Contiene 36
testi teatrali
(diciotto lavori
erano già stati
pubblicati in
versioni
singole)
e fu finito
di stampare
a Londra nel
1623.
Il testo fu
realizzato
in quasi un
migliaio copie,
di cui si
conoscono
meno di 300
esemplari,
235 conservati
nelle
biblioteche
pubbliche
di Regno Unito
e Stati Uniti,
di cui 82 alla
Folger di
Washington
2
28 aprile
Otello
3
5 maggio
Romeo e Giulietta
4
12 maggio
Sogno di una notte
di mezza estate
5
19 maggio
Macbeth
6
26 maggio
Il mercante di Venezia
7
2 giugno
La tempesta
8
9 giugno
La bisbetica domata
9
16 giugno
Giulio Cesare
10
23 giugno
Re Lear
11
30 giugno
Riccardo III
12
7 luglio
Antonio e Cleopatra
13
14 luglio
Molto rumore
per nulla
14
21 luglio
Enrico IV
15
28 luglio
Le allegri comari
di Windsor
16
4 agosto
Riccardo II
17
11 agosto
Come vi piace
18
18 agosto
Enrico V
19
25 agosto
La dodicesima notte
20
1 settembre
Cymbeline
21
8 settembre
Tutto è bene
quel che finisce bene
22
15 settembre
Coriolano
23
22 settembre
Misura per misura
24
29 settembre
Tito Andronico
25
6 ottobre
La commedia
degli errori
Corriere della Sera