Codice cliente: 8727381 CULTURA Corriere della Sera Venerdì 21 Aprile 2017 49 # I capolavori di William Shakespeare Il piano dell’opera di Franco Cordelli 1 OGGI S e parliamo di classici, o meglio se insistiamo a invocare la necessità dei classici, ci accorgiamo che essi lo sono fino a un certo punto. Lo sono per un po’ di tempo, lo sono per un decennio o due, poi spariscono, intendo dai cartelloni dei nostri teatri. Poi forse riappaiono, fanno capolino, ah c’era anche Goldoni, lo avevamo dimenticato. Negli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso, se ne avevano le tasche piene, non c’erano che Goldoni, Pirandello e Brecht. Noi, spettatori assidui, eravamo infuriati, esasperati. Infine le cose cambiarono, nessuno fu davvero dimenticato, ma arrivarono altri classici, in prevalenza quelli che chiamiamo classici moderni, ossia contemporanei. Capimmo che anche i classici hanno il loro tempo, hanno cioè una scadenza. L’unico autore non di questo tipo, l’unico classico imperituro, quello che dura per sempre, è Shakespeare. Perché questa differenza tra Shakespeare e gli altri? Secondo me non è un mistero, nulla in letteratura o in teatro è un mistero. Si tratta di analizzare, di capire i testi, i testi se a lungo interrogati alla fine dicono la verità. Shakespeare non ha i suoi decenni, quelli in cui lo si ama di più, lo si mette in scena più d’ogni altro classico, per la semplice ragione che la sua opera è prima di tutto multiforme, in secondo luogo ricca, in terzo (ma non faccio che ripetermi) profonda. Il vero problema di Shakespeare nasce semmai da queste sue qualità, dalla sua natura. Essa da una parte ci attira, ci chiama a sé, ci ripete: «Tornate a leggermi, capirete cose nuove, o diverse»; da un’altra, opposta, ci tiene a distanza: «Sono troppo per voi». Almeno così in Italia. Credo in Inghilterra, o nei Paesi dove si parla la sua stessa lingua, le cose siano diverse, la lingua e le traduzioni sono sempre un problema. In Italia, sui nostri palcoscenici Amleto Unico e intramontabile Ecco il vero classico La sua scrittura multiforme non passa mai di moda E attira il lettore chiedendogli un’attenzione speciale Street Art Il graffito realizzato nel 2015 da James Cochran / alias Jimmy C (1973) all’esterno del London’s Globe Theater. Lo street artist è celebre per i suoi graffiti di rockstar come David Bowie (come sanno bene i direttori di teatro), Amleto o Otello sono comunque un richiamo, assicurano pubblico. E tuttavia a proporlo si esita, almeno un poco. Gli spettacoli tratti da opere di Shakespeare saranno lunghi e noi siamo sempre più impazienti e bramosi di velocità; avranno molti attori e quindi costeranno molto; dovranno avere scenografie importanti e il costo aumenterà. Ma soprattutto l’esperienza di assistere a una commedia o una trage- dia di Shakespeare, oltre che la sua impagabile remunerazione, implicherà un atto di fede. Shakespeare, per quanto all’ingrosso o al dettaglio si pensi di conoscerlo, richiede un’attenzione speciale. Non si può pensare ad Amleto come all’infelice principe; e non si può pensare a Otello come l’uomo tradito e pazzo di gelosia. Così sarebbe facile e Shakespeare non sarebbe Shakespeare. Mi ricordo che da ragazzo lo temevo, mi preparavo, lo leggevo e cercavo di leggere ciò che era stato scritto sul testo che mi accingevo a vedere. Anche adesso in fondo lo temo. Ma almeno so con un pizzico di cognizione in più che andare a vedere (o anche soltanto leggere) non sarà vano. Amleto, Otello, Lear, Falstaff, Macbeth, Prospero sempre ci compenseranno dell’iniziativa che avremo reso — di accostarci all’unico classico che non tramonta mai. © RIPRODUZIONE RISERVATA La biografia Il figlio del guantaio di Stratford dall’identità controversa W La casa natale di Shakespeare a Stratford-upon-Avon illiam Shakespeare (Stratford-uponAvon, 1564-1616), poeta e drammaturgo, è considerato il più importante scrittore in lingua inglese. È autore di 38 opere teatrali e 154 sonetti. Figlio di un mercante di pelle e guantaio, nel 1582, appena diciottenne, Shakespeare sposò Anne Hathaway, più anziana di lui di quasi dieci anni. Ebbero tre figli. Alcuni accademici affermano che in realtà Shakespeare non scrisse nessuna delle opere che gli vengono attribuite: secondo loro «il Bardo» fu in realtà solo un uomo d’affari di successo, da alcuni individuato in Christopher Marlowe. Il nome di Shakespeare è legato in particolare al Globe Theatre di Londra, dove recitava la sua compagnia teatrale. Domani si aprirà proprio la nuova stagione del teatro, dal titolo Summer of Love: in programma — fino al 15 ottobre — produzioni originali delle più famose opere shakespeariane. First Folio Il First Folio, Comedies, Histories & Tragedies, è il volume con cui gli studiosi indicano la prima pubblicazione delle opere di Shakespeare. Contiene 36 testi teatrali (diciotto lavori erano già stati pubblicati in versioni singole) e fu finito di stampare a Londra nel 1623. Il testo fu realizzato in quasi un migliaio copie, di cui si conoscono meno di 300 esemplari, 235 conservati nelle biblioteche pubbliche di Regno Unito e Stati Uniti, di cui 82 alla Folger di Washington 2 28 aprile Otello 3 5 maggio Romeo e Giulietta 4 12 maggio Sogno di una notte di mezza estate 5 19 maggio Macbeth 6 26 maggio Il mercante di Venezia 7 2 giugno La tempesta 8 9 giugno La bisbetica domata 9 16 giugno Giulio Cesare 10 23 giugno Re Lear 11 30 giugno Riccardo III 12 7 luglio Antonio e Cleopatra 13 14 luglio Molto rumore per nulla 14 21 luglio Enrico IV 15 28 luglio Le allegri comari di Windsor 16 4 agosto Riccardo II 17 11 agosto Come vi piace 18 18 agosto Enrico V 19 25 agosto La dodicesima notte 20 1 settembre Cymbeline 21 8 settembre Tutto è bene quel che finisce bene 22 15 settembre Coriolano 23 22 settembre Misura per misura 24 29 settembre Tito Andronico 25 6 ottobre La commedia degli errori Corriere della Sera