LA PRESSOFUSIONE, IL COLPO D’ARIETE E LE BAVE NELLO STAMPO scritto da PAOLO TASINATO 1 Sommario PRESENTAZIONE.................................................................................................. 3 Il colpo d’ariete ......................................................................................................................................................... 4 LA FASI DELLA PRESSOFUSIONE .................................................................... 5 LA VELOCITÀ E LA FORMAZIONE DI BAVE................................................. 6 Accumulo d’energia cinetica meccanica ................................................................................................................... 8 Fase di decelerazione energia cinetica meccanica....................................................................................................11 Accumulo d’energia cinetica idraulica.....................................................................................................................12 Fase di decelazione con energia cinetica idraulica ...................................................................................................14 La valenza della velocità nel contesto generale ........................................................................................................17 LA COMPRESSIONE FINALE E LE BAVE ...................................................... 18 Attacco di colata liquido...........................................................................................................................................20 Pistone iniezione libero di muoversi in avanti.........................................................................................................20 Compensazione finale...............................................................................................................................................21 2 Presentazione Sui getti di pressofusione, la tendenza alla formazione di bave nelle zone delle divisioni stampo, che danno origine a costi di lavorazione che vanno ad aumentare il prezzo del getto è sempre esistita. La causa della formazione delle bave è da attribuire alla difficoltà di effettuare aggiustaggi di elevatissima precisione e/o ad una pressione eccessiva sul metallo alla fine del riempimento dello stampo, sia essa generata dalla seconda fase o dalla terza fase. Quando fate le dovute valutazioni tenete presente che l’aggiustaggio dello stampo a freddo è diverso dall’aggiustaggio a caldo. In produzione è infatti sufficiente aumentare la temperatura di un circuito di raffreddamento o termoregolazione, per aumentare o diminuire la formazione di bava in alcune parti figura. È stato testato in produzione l’eliminazione di bave sul pezzo solo variando la regolazione dei raffreddamenti e/o della temperatura dei circuiti di termoregolazione. Se consideriamo che gli aggiustaggi dello stampo siano corretti, in effetti, la formazione di bava sullo stampo o la classica spruzzatura si può creare solo portando la forza d’iniezione ad un valore superiore alla forza di chiusura della macchina. Quando si parla di bave dovute ad una eccessiva forza d’iniezione durante la moltiplicazione, si parla spesso in modo scientifico, esaustivo e con notevole precisione. Quando invece si parla di bave causate da eccessiva velocità di seconda fase, si parla spesso in modo vago e approssimativo, attribuendo il tutto alle masse interessate dalla velocità di seconda fase: tutto questo senza mai calcolarne i valori. 3 Il colpo d’ariete Alla fine della seconda fase e quindi del riempimento della cavità, il pistone d’iniezione viene fermato nella sua corsa dall’impatto con il metallo, questo impatto, sonoro e visivo, viene denominato colpo d’ariete. Nel caso della pressofusione avremo un colpo d’ariete meccanico e uno idraulico. Quello meccanico viene associato allo storico colpo d’ariete che veniva utilizzato per sfondare gli accessi dei castelli in epoca medievale. Quello idraulico, al picco di pressione che si crea nelle condotte, quando chiudo in un tempo molto piccolo una valvola posta alla fine di una condotta in cui è presente un liquido in movimento. Il colpo d’ariete è sempre stato associato all’energia cinetica che va a scaricarsi su qualcosa di immobile, non a caso si parla della stessa cosa nell’analizzare l’arresto dell’acqua di una condotta forzata quando chiudo una valvola. Il colpo d’ariete, nella tecnica di pressofusione, è la forza che si scarica sul metallo nella cavità dello stampo al momento dell’arresto del pistone. Il colpo d’ariete in pressofusione, è da sempre associato all’energia cinetica accumulata dalle masse durante la fase veloce del pistone d’iniezione, sommata alla pressione presente nel cilindro d’iniezione. Volendo trattare il colpo d’ariete nella pressofusione mi sono ripromesso di verificarlo analiticamente in tutti i suoi aspetti, sia di energia potenziale che d’energia cinetica. 4 La fasi della pressofusione Nella pressofusione, la formazione dei getti è sempre stata realizzata attraverso tre fasi distinte che caratterizzano la movimentazione del metallo fuso nel contenitore e nello stampo. La fase lenta o di avvicinamento alla figura, prima fase, serve per portare il metallo all’attacco di colata nel minor tempo possibile, dando la possibilità all’aria, presente nel contenitore, di fuoriuscire dallo stampo. È necessario che l’avanzamento del metallo non sia turbolento onde non inglobare aria durante questa fase: tutto questo indipendentemente l’avvicinamento sia realizzato con una sola o più fasi di velocità e accelerazione. La fase veloce o di riempimento della figura, seconda fase, serve per riempire di metallo fuso la cavità dello stampo dando la possibilità, all’aria presente in figura ed ai gas generati dalla combustione del film di lubrificante di uscire verso l’esterno. La fase di compressione finale, moltiplicazione, serve per comprimere il metallo fuso durante la fase di solidificazione, e quindi, per compensare la diminuzione di volume del metallo nella cavità. Durante questa fase, il metallo ancora liquido nel cuore del getto, va ad alimentare le mancanze di materiale che la diminuzione di volume per solidificazione crea nello stesso. 5 La velocità e la formazione di bave La formazione di bave sul getto può essere causata da: aggiustaggi non corretti sulla divisione dello stampo sfiati aria parzialmente o completamente ostruiti fase veloce e fenomeni fisici correlati fase di compressione e fenomeni fisici correlati Gli aggiustaggi e quindi l’accoppiamento dei semistampi non va mai trascurato, sia lo stampo nuovo o usato. Tenete sempre presente però, che l’aggiustaggio dello stampo a freddo è diverso dall’aggiustaggio a caldo. Mai dimenticarsi che nello stampo, l’aumento della temperatura crea variazioni dimensionali non solo generali ma anche localizzate. Gli avviamenti di produzione, vengono effettuati con fase veloce e pressione di compressione ridotte, ciononostante, la costruzione di aggiustaggi non corretti è spesso causa di formazione di bave già nella fase d’avviamento produzione. Durante la produzione gli sfoghi d’aria devono essere mantenuti liberi: la variazione delle sezioni degli sfoghi tende a modificare la direzione e le portate dei flussi oleodinamici con possibili variazioni strutturali del pezzo, nonché, possibili generazioni di bave e quindi aggravio di costi. Considero decisamente errato il realizzare campionature senza gli sfiati aria presenti. Per effettuare la fase veloce nello stampo, è necessario aprire la valvola di portata che porta l’olio dall’accumulatore di seconda fase alla camera del cilindro d’iniezione. L’energia potenziale accumulata dall’azoto e da questo trasmessa all’olio, si trasforma immediatamente, alla bocca della valvola di seconda fase, parte in energia cinetica e parte in lavoro per contrastare gli attriti del metallo all’attacco di colata dello stampo, e quelli dovuti allo scorrimento delle parti metalliche tra di loro (esempio: pistoncino e contenitore). 6 L’energia potenziale dell’azoto e quindi dell’olio nell’accumulatore, permette il movimento delle masse che a loro volta accumulano energia cinetica (parte dell’energia potenziale dell’olio si trasforma in calore). Il metallo liquido, che occupando la cavità dello stampo crea la superficie frontale, comprimendosi trasforma la forza di compressione del metallo in forza d’iniezione che va a opporsi alla forza di chiusura della pressa. Nel valutare i fenomeni sopra descritti teniamo presente: 1. la fase di accumulo d’energia cinetica: seconda fase 2. l’istante in cui inizia il rallentamento della velocità dovuto al riempimento dello stampo: fase di decelazione. 3. lo stop del pistone d’iniezione: iniezione completamente ferma e quindi non interessata dall’energia cinetica sviluppata dalle masse. 7 Accumulo d’energia cinetica meccanica Le masse interessate alla generazione di bave nello stampo sono: l’olio nella camera del cilindro d’iniezione la parte in movimento del cilindro d’iniezione completa di aste di guida l’asta portapistone completa di pistone, tubi ed acqua di raffreddamento nelle iniezioni ad anello chiuso l’olio ed il flottante dell’accumulatore di seconda fase si muovono ad una velocità prossima a quella delle masse sopra citate senza variazione di pressione tra l’accumulatore e la camera del cilindro iniezione (questo perchè si mantiene una pressione di contrasto nella camera secondaria del cilindro iniezione). Se la differenza di pressione tra le due camere è prossima a zero al momento dello stop non si generano picchi di pressione nella camera iniezione perchè la contropressione davanti ne attenua l’effetto. Qualora tra la camera iniezione e l’accumulatore si generi una differenza di pressione, perchè nella camera secondaria iniezione la pressione tende a zero come nelle iniezioni ad anello aperto, il picco di pressione è rilevante. È lecito pensare le masse in movimento nell’accumulatore di seconda fase, collegate alle masse sopra citate? Certamente, e sicuramente fino a quando la valvola di ritegno posta tra l’iniezione e l’accumulatore rimane aperta, quindi durante tutto il movimento. Tutto il lavoro viene svolto dall’energia accumulata nell’azoto e trasmessa all’olio a pressione pressochè costante, e dal momento che la pressione nell’accumulatore e nel cilindro iniezione si mantengono pressochè uguali anche nel movimento è come supporre siano collegati meccanicamente. Il fatto che il pistone acquisti velocità significa che una parte dell’energia potenziale dell’accumulatore si è trasformata in energia cinetica, mentre il valore di pressione che ho nella camera iniezione indica la quantità di lavoro che devo fare per muovere l’iniezione alla velocità prestabilita. 8 Nel momento del riempimento finale dello stampo, l’energia cinetica nel cilindro iniezione creerà un momento di forza che si trasformerà in forza oleodinamica nel cilindro iniezione, con risposte idrauliche (picchi di pressione), come nelle condotte forzate quando chiudo le paratie. Quindi l’olio nel cilindro iniezione, impattando nello stesso genera all’interno un picco di pressione che l’accumulatore non assorbe perchè la valvola di ritegno si chiude. Valutiamo l’energia cinetica meccanica dovuta alle sole masse delle parti meccaniche. L’energia cinetica delle masse in oggetto è Ecm=½*(M1+M2)*(V2)2 Dove M1 (N.) M2 (N.) M3 (N.) V2 (m/s) P1 (Pa) P2 (Pa) Ps (Kg/m3) massa di pistone ed asta portapistone e varie massa di asta cilindro iniezione con supporti e guide olio del cilindro iniezione con flottante velocità di seconda fase pressione dell'accumulatore pressione nel cilindro d'iniezione durante la seconda fase Peso specifico del liquido in oggetto (acqua glicole) circa 1 Ponendo M1+M2=200N. V2=4m/s Avremo quindi: Ecm=0.5*200*16=1600 Nm 9 Per calcolare l’impulso di forza applicata usiamo la definizione d’impulso. Viene definito "impulso" la variazione della quantità di moto di un corpo che viene sottoposto ad un urto con un altro corpo. In altre parole è l'effettiva quantità di moto trasmessa al corpo urtato al momento dell'urto. Le quantità di moto iniziale e finale utile per calcolare l'impulso consistono nel prodotto della massa del corpo per la velocità finale all’inizio e alla fine dell’urto. Dunque per calcolare l'impulso in genere si usa misurare massa e velocità del corpo prima del contatto e trarre i dati iniziali e ripetere l'operazione dopo il contatto. Sfruttando la seconda legge della dinamica di Newton e la legge della cinematica di un moto rettilineo uniforme si ha che: Si evince che la quantità di moto è la forza applicata in un punto dovuto alla derivata della quantità di moto rispetto al tempo. La quantità di moto iniziale vale la massa per la velocità di seconda fase, mentre vale zero quella finale poichè alla fine del riempimento l’iniezione è ferma. Se consideriamo che la Forza=m*a è data dalla decelerazione, potendo misurare il tempo di decelerazione dal grafico di una curva iniezione, possiamo anche calcolarne il valore dalle seguenti formule Poichè V=a*t/2 E sappiamo che V= 4mt/sec T= 0,015 sec a= 4*2/0,015=533 mt/sec2 (valore della decelerazione con un tempo arresto pistone di 15ms dovuto al riempimento dello stampo) 10 Fase di decelerazione energia cinetica meccanica L’energia cinetica meccanica, che abbiamo calcolato, si trasforma in momento di forza e quindi di pressione sul metallo durante la fase di decelerazione del pistone, e quindi durante la fase finale del riempimento. Durante la fase finale di riempimento, nonché al riempimento dei pozzetti di sfogo aria e dei fagioli, al gate la pressione sale e oppone una resistenza meccanica elevata che fa rallentare il pistone fino a fermarlo al completamento della figura. In questa fase si realizza la decelazione del pistone iniezione e tutta l’energia cinetica accumulata si trasforma in momento di forza e lavoro. Supponendo di avere un tempo d’arresto Ta=15 ms. e quindi una decelerazione di 533mt/sec2 Fm= m*a=160*533=85580 Nm=8558 Kgm Quanto incide come teorica pressione nel cilindro d’iniezione questa forza? Masse di questo genere coincidono con aste e cilindro di macchine da 1500-1600 ton., si parla pertanto di un cilindro iniezione diametro Di=180 mm: P2= Fm/[( Di2*)/4] = 8558/(182*3.14/4)=41*105 Pa=33,5 bar Dai valori ricavati e dai ragionamenti fatti l’energia cinetica meccanica, pur influendo nel processo, nella stragrande maggioranza delle produzioni non può determinare anomalie d’alcun genere. Generalmente, con una velocità di seconda fase inferiore i 4 mt/sec e con una forza iniezione di 2a fase inferiore i 2/3 della forza chiusura, l’energia cinetica delle masse non influisce nella formazione di bave nello stampo. 11 Accumulo d’energia cinetica idraulica Nel preciso momento di apertura della valvola di seconda fase abbiamo una forte fase d’accelerazione e quindi aumento di velocità dell’iniezione: una parte d’energia potenziale dell’accumulatore si trasforma in lavoro, lo vediamo dalle pressioni che si sviluppano nel cilindro iniezione durante la corsa di seconda fase, e una parte in energia cinetica per il raggiungimento della velocità desiderata. Se supponiamo l’accumulatore e la camera iniezione un corpo unico le masse che vanno a generare il picco di pressione sono: Tutto l’olio dell’accumulatore perchè è quest’olio che si trasferisce nella camera iniezione La massa del flottante accumulatore di 2a fase Supponendo una 1600 devo pensare a un accumulatore di 50lt che si è caricato di circa 40 lt di olio ed a un flottante di circa 20kg. Massa totale circa= 40+20=40kg la trasformazione è in KG perchè il flottante e l’olio accumulatore, essendo posti in verticale sono soggetti alla forza di gravità e la loro massa è espressa in kg. Per facilità di calcolo simuliamo che tutto l’olio sia soggetto alla forza di gravità. Se la velocità di seconda fase vale 4mt/sec, Ec olio =0,5*60*42 = 480 Kgm = 4800 Nm (energia cinetica idraulica) Quella meccanica era Em= 1600Nm Stando così le cose potremmo pensare a una energia cinetica idraulica preponderante, ma non è così perchè tra l’accumulatore e l’iniezione è posta una valvola di ritegno, che nel momento in cui la velocità iniezione va a zero si chiude separando di fatto l’accumulatore dall’iniezione. 12 Valutando ora i due corpi separati avremo quindi pensando a: corsa iniezione= 700mm diametro cilindro iniezione= 180 mm Ec olio=corsa iniezione*sezione cilindro= =70*(18*18*3,14/4)*42=284 Nm= in quanto muovendosi l’olio in orizzontale ha una massa in Newton Quella meccanica era Em= 1600Nm Come possiamo vedere l’energia cinetica meccanica è preponderante ma gli effetti sono diversi: la parte meccanica trasferisce la sua forza a partire dalla fase di decelerazione. Ma quando inizia la decelerazione, la pressione nella camera iniezione è inferiore a quella dell’accumulatore sino a quando l’iniezione si è arrestata, questo significa che anche sommandosi le due forze i valori sono comunque inferiori al picco finale. In caso di sistema ad anello chiuso però posso mantenere una pressione di contrasto durante la fase di decelerazione, questo mi permette di attenuare di molto l’effetto del momento di forza meccanico, anche perchè il tempo di decelerazione si allunga. Come vedremo in seguito, la parte idraulica genera il picco di pressione solo quando la pressione accumulatore ha raggiunto la stessa pressione nel cilindro iniezione e l’iniezione si arresta , quindi solo per un istante avremo la sovrapposizione delle due forze, durante la fase delle armoniche di pressione, poichè l’iniezione è praticamente ferma, l’effetto del momento di forza meccanico si può considerare nullo e quindi ininfluente alla formazione di bave. Se pensiamo però al materiale nello stampo, avremo che il picco di pressione sovrapposto al momento meccanico, anche se solo per un millisecondo, arriva sul metallo quando questo e ancora completamente liquido determinando eventuali formazioni bava e/o spruzzate di materiale. Questa è il momento più critico della fase veloce. 13 Fase di decelazione con energia cinetica idraulica Cosa cambia tra la decelerazione di un corpo solido e una massa idraulica? La quantità di moto è dipendente dalla quantità d’olio in movimento e dalla velocità di seconda fase, ma mentre il corpo solido sviluppa la sua forza a partire dal momento di decelerazione, la massa idraulica sviluppa la forza (la pressione) praticamente alla fine del movimento, e cioè quando tutto l’olio nella camera iniezione è praticamente fermo. Immaginiamo di arrestare l’iniezione di botto all’istante t=0. In corrispondenza della sezione terminale, quindi, la velocità deve annullarsi e la pressione cresce essendo la forza di pressione l’unica forza che si oppone all’inerzia del fluido che sta fluendo verso la testa dell’iniezione. Solo una piccola parte della colonna d'olio si ferma istantaneamente, cioè quella immediatamente a monte della testa del pistone iniezione, quindi la variazione di pressione all'interno del cilindro avviene gradualmente in funzione della velocità della perturbazione nel liquido (celerità), pari alla velocità di propagazione delle onde sonore nei liquidi. Quando raggiungerò il picco di pressione? Quando tutto l’olio per un istante raggiungerà la stessa velocità che ha il fluido vicino alla testa iniezione: circa zero. A quel punto la pressione sarà massima e si trasmetterà con un’onda di riflusso verso la valvola di ritegno: onda di riflusso simile al colpo d’ariete nelle condotte idrauliche che si propaga alla velocità del suono (nell’acqua a circa 1484 m/sec), nelle condotte idrauliche circa 1200mt/sec. Essendo la nostra condotta il cilindro iniezione, che è lungo circa 1 metro l’onda di pressione nel cilindro si raggiungerà in meno di 1ms. Perchè pensiamo al solo cilindro iniezione e non anche all’accumulatore? Perchè nel momento che la velocità iniezione arriva a zero, la pressione cilindro si porta pari a quella accumulatore e la valvola di ritegno si chiude: la chiusura della valvola di ritegno isola e separa di fatto la camera accumulatore durante il picco. Nell’istante di arresto dell’olio contro la testa del pistone l’onda d’olio in movimento genera un picco di pressione che si somma alla pressione accumulatore, e un’onda di riflusso all’indietro che va a chiudere la valvola di ritegno dell’accumulatore di 14 seconda. Quando l’onda arriva alla valvola di ritegno genera un altro picco di pressione minore del primo e poi torna verso la testa del pistone iniezione, e così di seguito fino a smorzarsi (onde armoniche di pressione): tutto questo in pochi millesimi di secondo, un tempo variabile in funzione della possibilità del pistone di muoversi in avanti e quindi ammortizzare, e quindi sostanzialmete del comportamento del metallo nello stampo. Il primo picco di pressione lo chiamiamo picco di 2a fase perchè è il picco di maggiore intensità. Il valore della variazione di pressione è dato dalla formula di Allievi, l'ingegnere che per primo studiò il fenomeno: dp=ɖ*c*v Dove ɖ è la densità del liquido, c è la velocità della perturbazione nel liquido (celerità), pari alla velocità di propagazione delle onde sonore nei liquidi, v è pari alla differenza di velocità tra il volume di fluido non percorso dalla perturbazione e la parte di fluido già interessato dalla stessa, avremo la differenza di velocità del liquido da quando sbatte sulla testa del pistone a prima dell’onda di pressione (la velocità di seconda fase). L’onda di riflusso simile al colpo d’ariete nelle condotte idrauliche si propaga a circa 1200mt/sec, questo fa si che la generazione del picco sia velocissima; se osserviamo le curve di una iniezione possiamo verificare che il tempo di salita del picco di pressione è intorno i 1ms cioè 0,001 sec. In avviamento, la velocità di seconda fase è bassa e il metallo non riesce a riempire completamente lo figura, quando il colpo d’ariete arriva serve solo a completare la figura e i pozzetti, perchè dovrebbero esserci bave? In produzione, una forte velocità di seconda fase determina anche una forte velocità del metallo e un maggior riempimento completo della figura prima dell’impatto, ciò fa si che al momento del picco, se tutta la figura è completa (fagioli e sfiati), se l’aggiustaggio non è perfetto, si creino formazione di bave. 15 E’ possibile stimare l’aumento di pressione con la seguente formula: P = (0.052 × V × L) / t + P1 dove P = aumento di pressione P1 = pressione iniziale (quella dell’accumulatore di 2a fase, perchè al momento dell’onda la pressione è già quella dell’accumulatore: circa 150bar) V = velocità del flusso in ‘m/sec’ (velocità 2a fase: 4 mt/sec) t = tempo in ‘sec’ (tempo di decelerazione iniezione misurabile dalla curva iniezione) L = lunghezza del tubo a monte in ‘mt’ (un pò maggiore della corsa iniezione: quindi 1 metro) P=(0.052*4*1)/0.015+150=164 bar Questa pressione è comprensiva a quella determinata in parte dall’accumulatore perchè al momento dell’onda di picco la pressione accumulatore si è già stabilizzata nel cilindro iniezione. 16 La valenza della velocità nel contesto generale Siamo riusciti a quantificare l’influenza dell’energia cinetica: 1. nel cilindro iniezione 2. direttamente sul metallo 3. nell’accumulatore L’analisi della fase veloce e delle forze che comporta ci permette di quantificare in un foglio di calcolo l’influenza di queste nella formazione di bave nello stampo. Dalle parti analitiche si deduce che con una iniezione ad anello chiuso il picco di pressione di 2a fase è ammorbidito, e questo è generalmente un vantaggio. Nei casi in cui sia necessario il picco di 2a fase per riempire completamente lo stampo, poichè l’iniezione ad anello chiuso offre molteplici possibilità di regolazione è facile rimediare. Con un foglio di calcolo ben realizzato, è possibile già in fase di progetto o in fase di analisi di possibile produzioni, ipotizzare le difficoltà di stampaggio per formazioni di bave. In fase di produzione è invece possibile procedere empiricamente. Una volta verificato che gli aggiustaggi sono coerenti facendo il colore sulla superficie dello stampo, e che stampando con basse velocità lo stampo non fa bava, è sufficiente stampare escludendo la moltiplica: se le bave non si formano escludiamo come possibile causa delle bave la seconda fase, se si formano sappiamo che la causa è la forza d’iniezione di seconda fase. Metodo empirico ma efficace. 17 La compressione finale e le bave La fase di compressione finale inizia nello stesso momento in cui il pistone d’iniezione si ferma a causa del riempimento nello stampo. Nell’analizzare questa fase, è importante considerare la variazione di stato del materiale che da liquido inizia a diventare solido: la solidificazione parte dal metallo a contatto con lo stampo sino al centro dello spessore. La solidificazione del metallo provoca una diminuzione di volume, per questo è necessario, onde evitare formazione di caverne all’interno della struttura continuare ad alimentare il cuore del getto con metallo liquido. Per alimentare il getto durante la fase di solidificazione, è necessario che l’attacco di colata rimanga aperto per permettere il passaggio di metallo liquido durante la diminuzione di volume. Durante la solidificazione anche l’attacco di colata tende a solidificare, partendo da questa considerazione, è facile dedurre che per portare avanti il metallo al cuore del getto, è necessario aumentare progressivamente la forza di compressione del metallo liquido sino alla solidificazione totale. Generalmente non esiste la necessità di portare repentinamente al massimo la compressione del metallo, però può accadere: succede qualora si riscontri la presenza o meno nel getto di variazioni rilevanti di spessore nelle pareti, nonché la presenza di pareti sotto i due millimetri. Tendenzialmente, se gli spessori del getto sono uniformi e intorno od oltre i tre millimetri, un tempo di moltiplicazione che va dai 70 ai 90 msec. non causa inconvenienti al prodotto. La velocità di moltiplicazione, deve variare in funzione della necessità di continuare ad alimentare il getto al centro della sezione del getto stesso, non deve essere espressione di performance oleodinamiche fini a sé stesse e perciò inutili. Un aumento troppo repentino della forza di compressione, causa nella zona della divisione stampo, grandi formazioni di bave e quindi aggravi di costi di sbavatura. Bisogna segnalare, che non è necessaria la formazione di bava per rendere il pezzo strutturalmente sano, se ciò dovesse accadere, è perché lo stampo e quindi il getto, risentono di una progettazione poco centrata nel risolvere le problematiche dell’evacuazione di aria e gas. La forza d’iniezione della macchina, è direttamente 18 proporzionale alla pressione di moltiplicazione nel cilindro d’iniezione ed alla superficie frontale del liquido compresso; è evidente, che durante la fase di solidificazione, la superficie frontale liquida tende a diminuire, ciò fa diminuire la forza d’iniezione sul getto e quindi la formazione di bava: per questo motivo è preferibile avere una velocità di compressione non di 30 msec ma di 70-100 msec. Abbiamo scritto che la fase di compressione finale serve per alimentare il pezzo durante la fase di solidificazione e quindi compensare la riduzione di volume. L’osservazione più evidente è che per alimentare la figura è necessario che: 1. l’attacco di colata sia liquido 2. il pistone sia libero di muoversi in avanti 3. la figura sia completamente riempita 4. la zona di divisione stampo rimanga chiusa e non faccia defluire il metallo Il tempo di moltiplicazione reale di una pressa è generalmente compreso tra i 30 e i 200 ms, questo significa che al momento della compressione finale le tre condizioni che ho citato sopra devono essere realizzate. Vediamo singolarmente le quattro situazioni 19 Attacco di colata liquido Il tempo di solidificazione del canale e attacco di colata sono direttamente legati alla loro sezione: maggiore è la sezione e maggiore è il tempo di solidifica. La parte meno spessa è l’attacco di colata che generalmente è inferiore i tre mm, ma poichè durante la fase di riempimento è investito da tutto il materiale che riempie la figura ad un elevata velocità è anche la parte più calda dello stampo e raggiunge temperature vicine i 500°C e quindi prossime alla metallizzazione: è stato verificato che il gate rimane liquido per un tempo sicuramente prossimo i due secondi; un tempo sicuramente sufficiente a permettere al pistone d’iniezione di muoversi in avanti per alimentare la figura. Spesso si sovradimensiona il canale di colata perchè una maggiore massa di liquido comporta una maggior tempo di solidifica, non solo del canale stesso ma anche del gate; dobbiamo pensare che un allungamento del tempo di solidifica del gate anche di soli 0,5 secondi può decidere la buona qualità del pezzo. Pistone iniezione libero di muoversi in avanti Dal punto di vista teorico non esiste niente che possa impedire al pistone iniezione di muoversi in avanti durante la moltiplica. La pressione di moltiplica spinge in avanti l’iniezione alla forza che mi interessa applicare all’alluminio liquido, e davanti il cilindro iniezione la pressione di contrasto è nulla. Il materiale che forma la matarozza è sicuramente liquido e il materiale del braccio di colata e all’attacco di colata è sicuramente liquido. Queste considerazioni portano alla conclusione che tutta la forza è applicata all’alluminio liquido e serve per la fase di ritiro, sempre che la testa del pistoncino in rame non si sia dilatata al punto di grippare nel contenitore. La testa del pistoncino iniezione è restata a contatto con l’alluminio liquido per 6-8 sec prima di arrivare alla moltiplicazione: quanto si è dilatata e quanta forza dobbiamo applicare per superare il punto di attrito che lo lega al contenitore? 20 Compensazione finale Se andiamo ad analizzare le curve possiamo verificare che la vera fase di compensazione finale non supera i 2,5 secondi e in seguito il pistone si muove solo per compensare il ritiro del braccio di colata e della matarozza. Dal punto di vista pratico si può verificare dalle curve che il pistone si muove in avanti, durante la fase di ritiro, per una corsa che va dai 2 ai 10mm. Supponiamo che lo stampo faccia bava con la moltiplica, il materiale che iniettiamo nei 2,5 secondi della fase di ritiro va a compensare il ritiro della figura o le bave? E se i fagioli non sono completi la moltiplica serve per completare i fagioli o compensare il ritiro? Queste due domande ci portano a considerare l’importanza della fase di riempimento ma non solo: l’importanza degli sfiati dell’aria e dell’alimentazione dei fagioli. Gli sfiati dell’aria devono avere un rapporto di sezione, con la sezione all’attacco di colata non inferiore a 1/4; se l’attacco di colata è 400mmq la somma delle sezioni degli sfiati non deve essere inferiore i 100mmq. Questo perchè se la velocità all’attacco arriva a 40mt/sec la velocità dell’aria agli sfiati arriva a 160mt/sec, circa 576 km/ora: a questa velocità la pressione per evacuare l’aria è inferiore gli 0,3 bar. Attenzione che lo spessore dello scarico aria è generalmente 0,2mm, pensiamo quindi a quanta superficie di sfiato serve e forse alla opportunità d’inserire delle valvole di sfiato seghettate. Opportuno valutare se alla fine della seconda fase i fagioli sono completi, le loro incompletezze toglieranno efficacia alla fase di compensazione finale. Spesso si sottovaluta o sopravvaluta la funzione dei fagioli nel semisolido e se ne sbaglia il dimensionamento, questo comporta che la compressione finale del pezzo non sia costante compromettendo la qualità del pezzo finale. 21