Osservatorio Astronomico di torino “INTRODUZIONE ALLA SMARTASTRONOMY” Parte 1: Le Costellazioni Alberto Cora(1)(2) Luca Zangrilli(1)(2) (1) Istituto Nazionale di Astrofisica (2) Società Astronomica Italiana 2 Osservatorio Astronomico di torino PROGRAMMA CORSO “INTRODUZIONE ALLA SMARTASTRONOMY” Docenti prof. Luca Zangrilli e prof. Alberto Cora Contenuti del Corso Il modo in cui possiamo avvicinarci all'Astronomia può e deve stare al passo con i tempi. Con il termine smart-astronomy vogliamo indicare tutte le attività in campo astronomico che possiamo fare utilizzando uno smart-phone. Possiamo orientarci in cielo con molta semplicità; possiamo fare fotografia astronomica, e perché no, fare anche ricerca scientifica. Lungi dall'essere un semplice oggetto di svago, lo smart-phone è un aiuto per imparare l'astronomia e averne delle soddisfazioni. Il corso consisterà quindi nell'indagare i temi dell'Astronomia di base con l'utilizzo degli smartphone. Inoltre, lo studio del funzionamento di questi dispositivi e degli applicativi per uso astronomico, porterà naturalmente approfondire anche la comprensione del funzionamento dei telescopi e dei rivelatori per l'indagine astronomica (CCD e APS). 2 Osservatorio Astronomico di torino SOMMARIO Nella prima parte del corso impareremo: - Come orientarsi nel cielo utilizzando SkyMap (Bluestacks) e Stellarium. - Cosa sono le costellazioni 2 UN VIRTUAL OBSERVATORY IN TASCA Osservatorio Astronomico di torino Durante le lezioni teoriche dell corso faremo uso di strumenti di virtual observatory WWW.STELLARIUM.ORG 2 disponibile anche x smartphone! Osservatorio Astrofisico di torino LE COSTELLAZIONI Grotte di Lascaux, nella valle del Vézère (Francia) 15-20000 ac TORO Pleiadi Aldebaran Iadi Montignac (France) 4 Agosto 15240 aC Ardeche (France) Cave La-Tete-du-Lion 20.000 aC 360 al 417 al 65 al 155 al Osservatorio Astronomico di torino LE COSTELLAZIONI 88 costellazioni ricoprono la volta celeste • • • I popoli antichi guardavano le stelle in cielo e immaginavano figure raggruppandole Ancora oggi ci riferiamo a molti di quei raggruppamenti. Gli astronomi li chiamano costellazioni (ovvero gruppi di stelle). 2 24 Osservatorio Astronomico di torino LE COSTELLAZIONI • • • • 2 Nelle moderne carte astropnomiche, il cielo è diviso in 88 regioni. Ciascuna di queste regioni è una costellazione. La maggior parte delle stelle in una costellazione non è per niente vicina a un’altra. Esse semplicemente appaiono vicine perchè sono quasi nella stessa direzione vista da Terra. e … un modo più efficicae per memorizzare le posizioni stellari: LE COORDINATE CELESTI! 25 25 L’ASTROLOGIA NON HA NIENTE A CHE FARE CON L’ASTROMIA!!! Personificazione dell'Astrologia (ca. 16501655), olio su tela del Guercino. La linea degli equinozi quindi si sposta nel tempo girando in senso orario e compiendo un giro completo di 360° in circa 25920 anni (anno platonico). Visto che i segni sono sfalsati di circa 30° (1/12) otteniamo che l'orscopo che noi conosciamo è nato circa 2160 anni fa... 150 aC circa! Osservatorio Astronomico di torino ELENCO DELLE APP Abbiamo utilizzato le seguenti App: - SkyMap (planetario virtuale). - Bluestacks (emulatore di Android). - Stellarium (planetario virtuale). 2 FINE PRIMA PARTE Osservatorio Astronomico di torino “INTRODUZIONE ALLA SMARTASTRONOMY” Parte 2: le coordinate celesti Alberto Cora(1)(2) Luca Zangrilli(1)(2) (1) Istituto Nazionale di Astrofisica (2) Società Astronomica Italiana 2 Osservatorio Astronomico di torino SOMMARIO Nella seconda parte del corso impareremo: -Cos’è il sistema di riferimento Azimutale -Le Coordinate Celesti e il sistema Equatoriale -Cos’è il Tempo Universale e il Tempo Siderale -Come utilizzare le coordinate celesti per puntare un telescopio amatoriale sugli oggetti celesti. 2 LE COORDINATE AZIMUTALI Osservatorio Astronomico di torino Il modo più semplice per descrivere la posizione di una stella è quella riferita all’orizzonte dell’osservatore. 2 Ma le coordinate altazimutali mutano in continuazione… LE COORDINATE AZIMUTALI Osservatorio Astronomico di torino Zenith (h=90°,0°< A<360°) S N orizzonte (h=0°,0°< A<360°) IL CATALOGO DI IPPARCO Osservatorio Astronomico di torino Ipparco fu uno dei maggiori astronomi dell'antichità, e il suo catalogo stellare fu probabilmente il primo nel mondo nel suo genere, oltre che uno dei più importanti e influenti. Il catalogo venne perduto agli inizi dell'era cristiana, forse nell'incendio della grande biblioteca di Alessandria. Per prima usa coordinate celesti quali l’ascensione retta. L’Atlante Farnese è probabilmente copia di una statua greca che rappresenta proprio il cielo osservato da Ipparco, con le cstellazioni che I greci ci hanno tramandato. 2 IL CATALOGO DI FLAMSTEED Osservatorio Astronomico di torino John Flamsteed, nel 1714 pubblica il suo catalogo stellare di quasi 3000 stelle, Historia Coelestis Britannica. E’ il primo astronomo moderno che utilizza la declinazione e l’ascensione retta per descrivere la posizione delle stelle. L’atlante uscirà postumo nel 1729. Per la cronaca JF… avvista Urano, ma la scambia per una stella (34TAU) 2 LE COORDINATE CELESTI Osservatorio Astronomico di torino Immaginiamo di espandere le coordinate geografiche terrestri sulla volta celeste… in particolare prolunghiamo l’asse di rotazione ed espandiamo il cerchio equatoriale fino a raggiungere la volta celeste 2 LE COORDINATE CELESTI Osservatorio Astronomico di torino 2 Definiamo declinazione δ (abbreviata Dec) l'angolo celeste al centro della terra sotteso da un arco di meridiano celeste compreso fra l'equatore celeste e il parallelo passante per l'oggetto (è la latitudine proiettata sulla sfera celeste anziché sulla superficie terrestre). Per convenzione i punti a nord dell'equatore celeste hanno declinazione positiva, mentre quelli al di sotto hanno declinazione celeste. La declinazione è espressa in gradi, primi e secondi LE COORDINATE CELESTI Osservatorio Astronomico di torino • • • Come nel caso delle coordinate geografiche, anche nel caso delle coordinate celesti dobbiamo definire un punto di origine… Nel caso della Longitudine si è fissato per convenzione il meridiano 0 detto di Greenwich Nel caso dell’ascensione rette utilizzeremo l’intersezione di 2 piani astronomicamente notevoli (equatore ed eclittica) 2 LE COORDINATE CELESTI Osservatorio Astronomico di torino • • 2 L’intersezione dei piani eclittica ed equatoriale consente di individuare 2 punti sulla volta celeste (Nodi), i cui sarà visibile il Sole negli istanti dell’equinozio invernale e autunnale. Il nodo invernale è noto anche come punto γ. LE COORDINATE CELESTI Osservatorio Astronomico di torino Definiamo Ascensione Retta (spesso indicato con la sigla AR, o con la lettera greca α, o anche RA dalle iniziali della sua traduzione inglese right ascension) la distanza angolare fra il meridiano fondamentale (individuato dal punto γ dell’Ariete) e il meridiano passante per l'oggetto celeste. L'Ascensione Retta è analoga alla longitudine, ma proiettata sulla sfera celeste anziché sulla superficie terrestre. L'ascensione retta è misurata in ore, minuti e secondi, corrispondenti alla rotazione terrestre: 24 ore di ascensione retta sono un giro completo. Un'ora equivale a 15 gradi. 2 le coordinate celesti Mutano lentissimamente! CONFRONTO TRA COORDINATE Osservatorio Astronomico di torino La congiungente il centro della Terra e l’Osservatore definisce lo Zenith. Il piano dell’orizzonte passa per l’osservatore ed è tangente alla sfera terrestre. 2 Confronto, coordinate LE COORDINATE CELESTI Osservatorio Astronomico di torino In base alla latitudine dell’osservatore I moti delle apparenti saranno diversi 2 Infatti l’altezza del polo celeste sull’orizzonte è pari alla latitudine! h(polo)=λ=Lat Osservatorio Astronomico di torino LA SFERA CELESTE In base alla latitudine dell’osservatore le stelle visibili saranno diverse Le stelle circumpolari boreali, prive di moti apparenti sotto l’orizzonte… non sorgono ne tramontano! (non si vedono di giorno a causa della diffusione della luce, ma sono sempre presenti) δ<+(90°-Lat) la zona del cielo dove le stelle sorgono è tramontano è identificabile con una fascia δ = ±(90°-Lat) 2 Le stelle circumpolari australi, tutte con moti apparenti sotto l’orizzonte… non sorgono mai! δ<-(90°-Lat) 45 LE COORDINATE CELESTI Osservatorio Astronomico di torino • Ma le coordinate celesti, si modificano nel tempo, infatti la terra ruota come una trottola e questo causa la precessione degli equinozi. 2 IL MOTO PROPRIO DELLE STELLE Osservatorio Astronomico di torino Tecnicamente anche le coordinate delle stelle dovrebbero essere continuamente aggiornate per effetto della precessione e a causa dei moti propri delle stelle… questi ad eccezione di alcune stelle, possono essere “quasi sempre” trascurati! La stella di Barnard 2 2006 47 IL MOTO PROPRIO DELLE STELLE Osservatorio Astronomico di torino 2 48 RIEPILOGO COORDINATE CELESTI Osservatorio Astronomico di torino 2 Author: Tfr000 (talk) 20:50, 17 April 2012 (UTC) Osservatorio Astronomico di torino IL TEMPO Per collegare le coordinate Azimutali a quelle celesti, Servono informazioni sullo spazio (cordinate geografiche) e sul tempo! Vale anche l’inverso … e quindi osservando il cielo si ha l’informazione sul Luogo e sul tempo!!! L’ASTRONOMIA E’ IL PRIMO CALENDARIO DELL’UMANITA’ 2 Blanchard and Lartet bones, more than 30,000 years old L’osso di Lebombo (35.000 a.c) Osservatorio Astrofisico di torino 2 Border Cave - swaziland L’osso di Lebombo (35.000 a.c) Osservatorio Astrofisico di torino Uno dei più antichi manufatti conosciuti è una fibula di babbuino su cui sono incise 29 tacche. Trovato sulle montagne di Lebombo tra il Sudafrica e lo Swaziland negli anni 70 durante gli scavi di Border Cave, una grotta che abitata sin dal 35000 avanti Cristo, è il primo artefatto astronomico/matematico che ci suggerisce come vi fosse già l’interesse a misurare il trascorrere dei giorni e di metterli in relazione con il periodo sinodico delle fasi lunari, oppure il ciclo femminile? 2 L’osso di Blanchard (28.000 a.c) Osservatorio Astrofisico di torino Un osso istoriato da incisioni di forma circolare proviene da Abri Blanchard, regione di Les Eyzies de Tayac sita nel Perigord francese. Questo oggetto, appartenente al Periodo Aurignaziano (28.000 a.C.), presenta 69 incisioni . Le istoriazioni furono eseguite in periodi diversi con 24 strumenti differenti. 2 L’osso di Blanchard (28.000 a.c) Osservatorio Astrofisico di torino 2 Osservatorio Astronomico di torino IL TEMPO Sostanzialmente sono tre i fenomeni cosmici che hanno permesso per lungo tempo all'umanità di misurare lo scandire del tempo: • il giorno (legato alla rotazione della Terra sul proprio asse), •il mese (il succedersi delle fasi lunari) • l'anno (rivoluzione della Terra intorno al Sole), e di come questi fenomeni siano stati studiati possiamo trovarne tracce sin dagli albori della civiltà umana. 2 IL TEMPO: il Giorno Solare Osservatorio Astronomico di torino definiamo giorno solare :il periodo di tempo tra due successive culminazioni del Sole al meridiano: 24h !!! 2 Il mezzogiorno è caratterizzato anche dal fatto che le ombre sono minime (corte!) 56 Osservatorio Astronomico di torino IL TEMPO SOLARE Il mezzogiorno locale varia con la longitudine dell’osservatore! 2 57 Osservatorio Astronomico di torino IL TEMPO CIVILE Il tempo civile o tempo legale o tempo medio del fuso è il tempo solare medio del meridiano centrale di un fuso. Questo tempo, deciso per legge, è valido per tutte le località poste entro uno stesso fuso orari Il planisfero è suddiviso in 24 spicchi di 15°. 2 Un acuto osservatore (a bardonecchia) si accorge che il mezzogiorno, segnato da una Meridiana anticipa, nel periodo invernale, di 27’ il mezzogiorno civile. Sapete determinare la sua longitudine? Culminare del 58 IL TEMPO UNIVERSALE Osservatorio Astronomico di torino Per comodità gli astronomi hanno deciso di riferirsi all’osservatorio Astronomico di Greenwich e al suo meridiamo (GMT) per fissare un tempo unico su tutto il planisfero detto Tempo Universale (UT). In realtà la definizone è molto più complicata…. Il tempo coordinato universale (UTC), conosciuto anche come tempo civile, è il fuso orario di riferimento da cui sono calcolati tutti gli altri fusi orari del mondo. Esso è derivato dal tempo medio di Greenwich , con il quale coincide a meno di approssimazioni infinitesimali, e perciò talvolta è ancora chiamato GMT. Per il nostro utilizzo UT=GMT 2 59 Osservatorio Astronomico di torino IL TEMPO SIDERALE Il giorno solare è dovuto alla composizione di 2 moti: 1) la rotazione terrestre… 2 60 Osservatorio Astronomico di torino IL TEMPO SIDERALE Il giorno solare è dovuto alla composizione di 2 moti: 1)la rotazione terrestre 2)la rotazione della terra intorno al Sole 2 61 Osservatorio Astronomico di torino 2 IL TEMPO SIDERALE Il giorno solare è dovuto alla composizione di 2 moti: 1)la rotazione terrestre 2)la rotazione della terra intorno al Sole Per questa ragione dobbiamo distinguere Il giorno solare dal giorno siderale, che tiene conto solo della rotazione terrestre. Il tempo siderale è utile per determinare dove si trovano le stelle in un certo istante. Il tempo siderale divide una rotazione completa della Terra in 24 ore siderali; allo stesso modo, la mappa del cielo è divisa in 24 ore di ascensione retta (AR). Il tempo siderale locale (TSL) indica l’AR che sta passando sul meridiano. 62 Osservatorio Astronomico di torino IL TEMPO SIDERALE RIEPILOGHIAMO: giorno siderale e giorno solare Il tempo tra due transiti del sole(1-3) è maggiore di 4 minuti del tempo tra due transiti di una stella, individuati dalle situazioni (1-2). Nella situazione 1 stella e Sole sono allineati al meridiano dell’oss., nella situazione 2, a causa del moto di rivoluzione della Terra, l’osservatore vede il transito in meridiano della stella prima di quello del Sole. Il giorno siderale è il periodo impiegato dalla Terra per eseguire un'intera rotazione attorno al proprio asse: 23h 56' 4,1” Il giorno Solare è il frutto di 2 moti, quello di rotazione della terra su se stessa e quello di rivoluzione intorno al Sole!!! 2 L’ora solare è il tempo trascorso dalla mezzanotte, l’ora siderale è il tempo trascorso dal passaggio del punto Υ dell’ariete al meridiano … sembra complicato, ma ha una sua utilità…. 63 LA MONTATURA EQUATORIALE Osservatorio Astronomico di torino Il sistema delle coordinate celesti è utilizzato nella montatura equatoriale dei telescopi POLO NORD 2 LA MONTATURA EQUATORIALE Osservatorio Astronomico di torino L’asse polare deve essere inclinato di un angolo, pari alla latitudine dell’osservatore POLO NORD 2 LA MONTATURA EQUATORIALE Osservatorio Astronomico di torino Il telescopio deve essere orientato appropriatamente a Nord … può essere utile una bussola! POLO NORD 2 LA MONTATURA EQUATORIALE Osservatorio Astronomico di torino Per verificare/perfezionare la messa in postazione si consiglia di puntare la stella polare o al telescopio oppure tramite il cannocchiale polare. POLO NORD Polaris View 2 LA MONTATURA EQUATORIALE Osservatorio Astronomico di torino ora il telescopio è pronto ad essere puntato con le coordinate: Declinazione e Ascensione Retta (Angolo Orario) dell’oggetto. POLO NORD DEC AR (AO) 2 Osservatorio Astronomico di torino L’ANGOLO ORARIO L'angolo orario (AO) è una delle coordinate usate nel sistema equatoriale per esprimere la direzione di un punto sulla sfera celeste, rispetto al meridiano. Viene comunemente usato per puntare i telescopi. SUD O Il Tempo Siderale (TS) ci dice quanto tempo è passato dal transito del p.to γ al merdiano (SUD) TS 2 γ 69 Osservatorio Astronomico di torino L’ANGOLO ORARIO L'angolo orario (AO) è una delle coordinate usate nel sistema equatoriale per esprimere la direzione di un punto sulla sfera celeste, rispetto al meridiano. Viene comunemente usato per puntare i telescopi. SUD Il Tempo Siderale (TS) ci dice quanto tempo è passato dal transito del p.to γ al merdiano (SUD) AR L’Ascensione Retta (AR) è la coordinata con origine nel p.to γ. O TS 2 γ 70 Osservatorio Astronomico di torino L’ANGOLO ORARIO L'angolo orario (AO) è una delle coordinate usate nel sistema equatoriale per esprimere la direzione di un punto sulla sfera celeste, rispetto al meridiano. Viene comunemente usato per puntare i telescopi. SUD Il Tempo Siderale (TS) ci dice quanto tempo è passato dal transito del p.to γ al merdiano (SUD) AO L’Ascensione Retta (AR) è la coordinata con origine nel p.to γ. O TS L’Angolo Orario (AO) esprime la distanza angolare dell’ogetto rispetto al meridiano. 2 γ AO=TS-AR Il tempo siderale è locale!!!!! 71 CHI HA INVENTATO LE NOSTRE COSTELLAZIONI Costellazioni tolemaiche • Le 48 costellazioni tolemaiche sono: Andromeda, Acquario, Aquila, Altare, Nave (oggi suddivisa in Carena, Poppa, Bussola e Vela), Ariete, Auriga, Boote, Cancro, Cane Maggiore, Cane Minore, Capricorno, Cassiopea, Centauro, Cefeo, Balena, Corona Australe, Corona Boreale, Corvo, Cratere, Cigno, Delfino, Dragone, Cavallino, Eridano, Gemelli, Ercole, Idra Femmina, Leone, Lepre, Bilancia, Lupo, Lira, Ofiuco, Orione, Pegaso, Perseo, Pesci, Pesce Australe, Freccia, Sagittario, Scorpione, Serpente, Toro, Triangolo Boreale, Orsa Maggiore, Orsa Minore e Vergine. Costellazioni Recenti IAU • Gru, Tel, Indiano, Ara, Pavone, Ottante, Aps, Cha,Musca, Hyi, Tucano ….. MAUNDER : 36° NORD circa 2500 aC tavoletta risalente a circa il 1700 a.C. Sulla diagonale orizzontale sono incisi i valori 1, 24, 51, 10 (da essere intesi come 1 + 24/60 + 51/602 + 10/603, cioè 1.414213, che è il valore ben noto della radice di 2, approssimato alla sesta cifra decimale) un caso speciale del teorema di Pitagora, milleduecento anni prima del grande nativo di Samo ASTRONOMIA/ASTROLOGIA BABILONESE Sumeri (scrittura) , Caldei, Accadi e Babilonesi -periodicità dei fenomeni astronomici - primi ad applicare la matematica alle loro predizioni. - ciclo di saros Bisogna attendere la scoperta delle tavolette di "Mulapin" per poter parlare di Zodiaco delle costellazioni. Datate intorno al 700 a.C. e vi si legge che la Luna, il Sole e gli astri mobili (7 in tutto) seguono un sentiero celeste attraverso 15 costellazioni. … da loro deriva l’Astromia occidentale Ottimi osservatori precisione sotto il 1’ COSA ABBIAMO IMPARATO… Osservatorio Astronomico di torino Le costellazione sono un metodo per riconoscere le stelle Sistema Altazimutale (altezza, azimuth)Lat,Long Coord. Celesti (α,δ)t 2 Ho trascurato i moti propri… ma… abbiamo quello che serve per puntare un telescopio… Osservatorio Astronomico di torino ELENCO DELLE APP Abbiamo utilizzato le seguenti App: 2 Sidereal Clock (orologio). Clinometer + bubble level (inclinometro) Compass 360 Pro Free (bussola) Polaris View (visualizzatore stella polare) Bluestacks (emulatore di Android). Stellarium (planetario virtuale). FINE SECONDA PARTE Osservatorio Astronomico di torino “INTRODUZIONE ALLA SMARTASTRONOMY” Parte 3: le magnitudini Alberto Cora(1)(2) Luca Zangrilli(1)(2) (1) Istituto Nazionale di Astrofisica (2) Società Astronomica Italiana 2 Osservatorio Astronomico di torino SOMMARIO Nella terza parte del corso impareremo: - cos’è la magnitudine - a stimare la luminosità delle stelle con il metodo Argelander - come si misura la distanza delle stelle con le candele standard - come funziona il sistema occhio-cervello - perché si preferisce l’oggettività della fotografia all’osservazione visuale - cosa è un sistema ottico afocale. 2 Perchè il cielo notturno è buio??? Se l’universo è: eterno, (F) infinito, (F) statico e … (F) riempito uniformemente di stelle! (galassie!) <paradosso di Olbers> In cielo si incontra una grande varietà di luminosità Betelgeuse α Ori gigante rossa Aldebaran α Tau 65 a.l. Alcyone 360 a.l. Rigel β Ori gigante azzurra 1) Le stelle sono intrinsecamente diverse l’una dall’altra 2) Si trovano a distanze differenti Il flusso : luminosità Osservatorio Astronomico di torino Poniamo una lampadina che emette una certa potenza totale L. L’energia si disperde su superfici,via a via più grandi S=4πd2. Il flusso di energia, che è collegato alla percezione di luminosità diminuisce F luminosità apparente [watt/m2] L luminosità intrinseca [watt] d distanza [m] La luminosità di una stella può essere definita come la quantità di energia irradiata ogni secondo: la sua unità di misura, secondo il Sistema Internazionale di misura (S.I.), è il watt, cioè il joule al secondo (J/s). L’energia viene dispersa radialmente rispetto alla superficie luminosa; ciò comporta che, mano a mano che ci allontaniamo da questa fonte di luce, la stessa energia viene dispersa su una ideale superficie sferica sempre più grande. Questo comportamento viene descritto dalle legge dell’inverso del quadrato. 2 Ipparco (127 A.C.) Osservatorio Astronomico di torino Circa nel 127 a.C., Ipparco di Nicea compila il primo catalogo stellare, comprendente meno un migliaio di stelle, e ne da la posizione e la luminosità. Utilizza la pratica ellenistica di dividere le stelle visibili ad occhio nudo in sei magnitudini. Le stelle più luminose erano dette di prima magnitudine (mag = +1), quelle brillanti la metà di queste erano di seconda magnitudine, e così via fino alla sesta magnitudine (mag = +6), al limite della visione umana ad occhio nudo. Questa definizione di luminosità si ricollega al fatto che le più brillanti sono quelle che appaiono per prime (1a grandezza) dopo il tramonto, dopo di che appaiono quelle meno brillanti (2a grandezza) dopo le quali si scorgono le meno luminose (dalla 3a alla 6a grandezza) e quindi la grandezza è storicamente collegata all’ordine di apparizione fino al raggiungimento del crepuscolo astronomico. 2 L’unità di misura della luminosità delle stelle è la grandezza definiita da Ipparco, più correttamente espressa con il termine “magnitudine” Fechner (1860) Osservatorio Astronomico di torino Le magnitudini definite da Ipparco, possiedono la curiosa caratteristica, la stella di 1a grandezza è circa 100 volte più luminosa della stella di sesta! Tale comportamento è in relazione con la fisiologia dell’occhio umano, che ha una risposta logaritmica allo stimolo luminoso. Il rapporto tra stimolo e percezione fù studiata per prima da Weber, che descrisse come l’uomo percepisse lo stimolo del peso, Fechner formulò la relazione matematicamente… detta p la percezione e s lo stimolo: 2 Pogson (1856) Osservatorio Astronomico di torino Se tra la 6a mag e la 1a mag (5 magnitudini) c’è una differenza di 100 volte del flusso luminoso ricevuto, tra due grandezze limitrofe esiste una differenza di: K=1001/5≅2.5 (rapporto di Pogson) Una stella di 2a mag è circa 2,5 volte meno luminosa di una di 1 mag; la 3a mag, sarà circa 6 volte meno luminosa. Pogson, con 4 anni di anticipo su Fechner diede la definizione di magnitudine ancora usata oggi: nel tentativo di conservare l’analogia con la vecchia classificazione di Ipparco, pose pari a 2 la magnitudine della stella Polare, fissando la costante di integrazione. 2 I Telescopi Osservatorio Astronomico di torino Consideramo la formula di Pogson: Sia L la luminosità di una stella visibile al limite a occhio nudo: m2=6.0 mag con d=6mm (diametro della pupilla al suo massimo di dilatazione). F2=L2/π (d/2)2 In questo caso non è la superficie dove si distribuisce l’energia della sorgente, bensì quella di raccolta (pupilla) A parità di luminosità (L) il flusso (F) dipende solo dalla superficie di raccolta e possiamo stimare la luminosità della stella più debole osservabile con un telescopio di dametro D. m= 6 + 5 log10 D/6 2 Il telescopio, aumentando la superficie di raccolta, rende visibili stelle più deboli. Magnitudine apparente, assoluta, modulo della distanza Osservatorio Astronomico di torino La magnitudine definita da Pogson si dice apparente (m), dato che l’osservazione e la misura si effettuano dalla Terra. Esiste una relazione che ci permette di ricavare il valore della magnitudine assoluta di una stella (M), che esprime la magnitudine apparente di una stella vista da 10 parsec di distanza. Magnitudine assoluta Modulo della distanza Distanza Quindi nota la magnitudine assoluta (M) e quella apparente (m), possiamo calcolarci la distanza 2 Il recettore Osservatorio Astronomico di torino Ma il flusso di energia misura, non è solo determinato dalla sorgente, Ma è legato anche al recettore. Dobbiamo distiguere vari casi: apparente, assoluta, visuale, fotografica, bolometrica, U,B,V,R,I etc etc … ma il recettore finale è pur sempre l’occhio! 2 IL METODO A GRADINI DI ARGELANDER Osservatorio Astronomico di torino Un metodo possibile per stimare la luminosità delle stelle è quello a gradini di Argelander. Si basa sul confronto della luminosità della variabile, con altre due stelle di luminosità nota una più luminosa, l’altra meno. E’ importante scegliere opportunamente le stelle di confronto, che devono avere: luminosità costante, Medesimo colore/spettro della variabile Essere prossime alla variabile (evitare l’estinzione atmosferica) 2 IL METODO A GRADINI DI ARGELANDER Osservatorio Astronomico di torino 0 GRADINI : Quando le due stelle appaiono uguali anche dopo una osservazione prolungata 1 GRADINO : Quando le due stelle al primo colpo d'occhio sembrano uguali e solo dopo un certo tempo ci si accorge che una è più luminosa dell'altra. 2 GRADINI : Quando le due stelle sembrano uguali al primo colpo d'occhio ma subito dopo si nota un differenza di luminosita'. 3 GRADINI : Quando gia' al primo colpo d'occhio si nota una certa differenza. 4 GRADINI : Quando al primo colpo d'occhio la differenza e' ben evidente. 5 GRADINI : Quando si ha un'evidente sproporzione di luminosita' fra le stelle in esame B V C 2 A(x)V(y)B V = A + ( x/x+y) * (B-A) C = 4.65 mag B=3.75 mag ESERCIZIO Tracciare la curva di luce della supernova 2014J Osservatorio Astronomico di torino A D B 2 C 2014 01 14,558 2014 01 15,570 MA=10,9 MB=12,6 MC=13,8 MD=14,1 (mag) 2014 1 16,641 ESERCIZIO Tracciare la curva di luce della supernova 2014J Osservatorio Astronomico di torino A D B 2 C 2014 01 17,612 2014 01 19,617 MA=10,9 MB=12,6 MC=13,8 MD=14,1 (mag) 2014 1 20,620 ESERCIZIO Tracciare la curva di luce della supernova 2014J Osservatorio Astronomico di torino A D B 2 C 2014 01 25,5 2014 02 01,5 MA=10,9 MB=12,6 MC=13,8 MD=14,1 (mag) 2014 3 11,5 ESERCIZIO Osservatorio Astronomico di torino Esercizio: Nel nel gennaio 2014, si è osservato l’esplosione di una supernova nella Galassia M82. Tracciate la curva di luce e determinate il massimo della luminosità 2 ESERCIZIO (continua): 1) Calcolare il modulo della distanza. Nell’ipotesi che si tratti di una supernova Ia e la sua magnitudine assoluta sia -19 mag 2) Trascurando l’assorbimento delle polveri calcolare la distanza in pc 3) In base al risultato ottenuto sapete dire se l’oggetto è galattico o Extragalattico 4) Conoscendo la magnitudine assoluta del Sole (4,83 mag) calcolare quante volte è più brillante 2 SOLUZIONI ESERCIZIO Osservatorio Astronomico di torino SOLUZIONE 1)m-M= 30,9 mag 2) d= 10 0.2(30,9+5) =15 Mpc 3) Extragalattico 4) F1/F2 = 10 (23.8/2.5) ≅ 1010 volte più brillante NOTA BENE: La distanza di M82 (galassia a sigaro) è di soli 3,5 Mpc la differenza è legata all’estinzione dovute a gas e polveri che riducono la luminosità apparente (di circa 3,2 mag) 2 L’OCCHIO E LA VISIONE Osservatorio Astronomico di torino 2 L’OCCHIO E LA VISIONE Osservatorio Astronomico di torino 2 L’OCCHIO E LA VISIONE Osservatorio Astronomico di torino 2 L’OCCHIO E LA VISIONE Osservatorio Astronomico di torino 2 L’OCCHIO E LA VISIONE Osservatorio Astronomico di torino … ma non dimenticatevi del Cervello! 2 L’OCCHIO E LA VISIONE Osservatorio Astronomico di torino 2 Il caso dei canali marziani IL CASO DEI CANALI MARZIANI Osservatorio Astronomico di torino Giovanni Virginio Schiaparelli Savigliano (CN) 14/3/1835 Milano 4/7/1910 Ingegnere (Università di Torino nel 1854), studiò astronomia all'Osservatorio di Berlino sotto Johann Franz Encke e all'Osservatorio di Pulkovo sotto Otto Struve. Rientrato in Italia nel 1860, venne nominato "secondo astronomo" all'Osservatorio di Brera e, nel 1862, direttore. Nel 1867 pubblicò la memoria "Note e riflessioni intorno alla teoria astronomica delle stelle cadenti", nella quale teorizzò il nesso tra meteore e comete. Nel 1877 iniziò i suoi studi su Marte… 2 IL CASO DEI CANALI MARZIANI Osservatorio Astronomico di torino Schiaparelli osservava ad un rifrattore di 214 mm di diametro, ma cosa vedeva realmente? 2 IL CASO DEI CANALI MARZIANI Osservatorio Astronomico di torino 2 IL CASO DEI CANALI MARZIANI Osservatorio Astronomico di torino http://www.archivistorici.inaf.it/ 2 IL CASO DEI CANALI MARZIANI Osservatorio Astronomico di torino Percival Lowell ricco astronomo statunitense, inizialmente dubbioso, divenne ben presto uno dei più ferventi sostenitori della natura artificiale dei canali marziani. Il termine usato da Schiaparelli: canale è tradotto canal anzichè channel. 2 IL CASO DEI CANALI MARZIANI Osservatorio Astronomico di torino 2 IL CASO DEI CANALI MARZIANI Osservatorio Astronomico di torino 2 IL CASO DEI CANALI MARZIANI Osservatorio Astronomico di torino 2 IL CASO DEI CANALI MARZIANI Osservatorio Astronomico di torino 1965 Mariner IV 2 OTTICA AFOCALE Osservatorio Astronomico di torino 2 OTTICA AFOCALE Osservatorio Astronomico di torino 2 L’importanza delle nuove (vecchie) tecnologie Osservatorio Astronomico di torino LA SOCIETA’ DELL’IMMAGINE: 1975 la prima videocamera con CCD da allora la pellicola perde terreno (fotocamere, videocamere, fax, scanner, apparecchiature mediche anche a raggi x, cellulari e … imaging astronomico!) L’IMMAGINE CONTIENE INFORMAZIONI: … facilmente trasportabili e manipolabili … Dalle missioni spaziali a you-tube IL PROBLEMA DEI FORMATI ALMAZ Charge Coupled Device (CCD) Osservatorio Astronomico di torino Viene inventato nel 1969 da Williard Boyle e George E. Smith (nobel 2009) nei AT&T Bell Labs . Si tratta di un circuito digitale avente funzioni di registro a scorrimento, con funzioni di linea di ritardo o anche …. elemento di memoria. Nei test ci si accorge che la carica depositata tendeva a crescere con I livelli di esposizionie! Tecnologia CMOS Osservatorio Astronomico di torino IL PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO: E’ L’EFFETTO FOTOELETTRICO UTILIZZANDO SEMICONDUTTORI (tipo p o tipo n) Esiste una energia di soglia e quindi una lunghezza d’onda: λc= hc/Eg superata la quale …….. Tecnologia CMOS Osservatorio Astronomico di torino IL PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO: E’ L’EFFETTO FOTOELETTRICO UTILIZZANDO SEMICONDUTTORI (tipo p o tipo n) Esiste una energia di soglia e quindi una lunghezza d’onda: λc= hc/Eg superata la quale …….. Osservatorio Astronomico di torino CCD vs APS In primo luogo a tutti qual è la differenza tra una fotocamera astronomica (CCD) e la nostra macchina fotografica o le camere dei nostri cellulari? Sia CCD (Charge-Coupled Device) che APS (Advance Photo System) sono tecnologie CMOS (Complementary Metal-Oxide Semiconductor). Se si è compreso come lavorano le celle solari lavoro, avete capito una la base della tecnologia che viene utilizzata per convertire luce in elettroni. Un modo semplificato di pensare al sensore utilizzato in una macchina fotografica digitale (o videocamera) è pensare come avere una matrice 2-D di migliaia o milioni di piccole celle solari, ciascuna delle quali trasforma la luce da una piccola porzione del immagine in elettroni. Sia CCD che APS eseguono questa operazione ma utilizzano metodi di lettura della matrice differenti. 2 Osservatorio Astronomico di torino CCD vs APS In un dispositivo CCD, la carica viene trasportata attraverso il chip a bordo della matrice e letta. Un convertitore analogico-digitale trasforma il valore di ciascun pixel in un valore digitale. Per questa ragione sono detti dispositivi a scorrimento di carica. Nella maggior parte dei dispositivi APS, ci sono diversi transistori ad ogni pixel che amplificano e spostare la carica con fili più tradizionali. L'approccio CMOS è più flessibile perché ogni pixel può essere letta singolarmente. 2 Osservatorio Astronomico di torino CCD vs APS . i CCD, sono caratterizzati da alta qualità, immagini a bassa rumorosità. . I sensori APS, sono più sensibili al rumore. . Poiché ogni pixel su un sensore APS ha diversi transistori situato accanto ad esso, la sensibilità alla luce di un chip APS tende ad essere inferiore. Molti dei fotoni che colpiscono il chip hit transistori posto del fotodiodo. . APS consuma tradizionalmente poco potere. . CCD utilizzano un processo che consuma più energia. . Chip APS possono essere fabbricati su praticamente qualsiasi linea di produzione silicio standard, in modo che tendono ad essere estremamente costoso rispetto ai sensori CCD. . sensori CCD possiedono un sistema di raffreddamento che consente di ridurre i rumori. A causa di queste differenze, i CCD tendono ad essere utilizzati nelle fotocamere di alta qualità a cui si richiede un'eccellente sensibilità alla luce. I sensori APS ancora di qualità inferiore, minore risoluzione e minore sensibilità stanno però rapidamente migliorando al punto da competere con i dispositivi CCD in alcune applicazioni. 2 Osservatorio Astronomico di torino APPs 4 CAM Esistono varie APPs per (4) CAMere disponibili per pilotare le camere digitali nei nostri telefonini: Open Camera è una delle applicazion open source. Esso include auto-stabilizzazione, i controlli della fotocamera manuale, varie modalità per scattare foto (raffica), e comandi vocali. E’ completamente gratuita e senza pubblicità. Lenx, app gratuita che consente di definire il tempo di esposizione. Tenendo l’otturatore aperto (particolare meccanico inutile nei nostri telefonini), permette di integrare l’immagine nel tempo. Long Exposure, altr app gratuita, che consente di definire il tempo di esposizione. Permette anche di definirechiaramente la messa a fuoco a infinito, necessaria per il coretto funzionamento del sistema a-focale. 2 Osservatorio Astronomico di torino ELENCO DELLE APP Abbiamo utilizzato le seguenti App: -Open Camera (fotocamera) -Lenx (fotocamera) -Long Exposure (fotocamera) 2 FINE TERZA PARTE Osservatorio Astrofisico di torino “INTRODUZIONE ALLA SMARTASTRONOMY” Parte 4: ASTROFOTOGRAFIA CON LO SMARTPHONE Alberto Cora(1)(2) Luca Zangrilli(1)(2) (1) Istituto 2 Nazionale di Astrofisica Oss. Astrofisico di Torino (2) Società Astronomica Italiana SOMMARIO Osservatorio Astrofisico di torino • L’importanza delle nuove (vecchie) tecnologie • Charge Coupled Device (CCD) Principio di funzionamento Conversione foto-elettrica • Advance Photo System (APS) • Applicare lo SMARTPHONE al Telescopio • Iniziazione all’astrofotografia CCD vs APS dei cellulari Osservatorio Astrofisico di torino Vi è un altro fondamentale differenza tra CCD e la fotocamera del cellulare … Il CCD è sprovvisto di lenti, e utilizza solo le parti ottiche del telescopio. Invece la fotocamera mobile è montato all'interno del telefono e utilizzare un proprio obiettivo. La telecamera all'interno del vostro telefono cellulare dispone di un sistema di messa a fuoco, controllato da un software. Al fine di fare una foto al telescopio si dobbiamo imparare l'opzioni che si trovane nelle applicazioni della fotocamera: - Senza flash - Fuoco all’infinito - sensibilità (ISO) - tempo di esposizione. Non tutte le APP, contengono queste opzioni… spesso (direi sempre) l’incremento di sensibilità è in realtà un’aumento dei tempi di espozione. E l’aumento dei tempi di esposizione spesso le APP lo ottengono applicando lo “stacking” automatico. OPEN CAMERA Osservatorio Astrofisico di torino Come abbiamo già visto ci sono un sacco di APP per telecamere ', ho scelto l'applicazione "Open Camera" per controllare il dispositivo a titolo di esempio. Open Camera è una delle applicazioni “open source”. Esso include alcune caratteristiche interessanti oltre a quelle necessarie quali: - scatto a raffica - timer o anche comandi vocali (per evitare vibrazioni) - griglia (facilita il centraggio delle ottiche) - consente di definire la cartella di salvataggio e prefisso dei file - consente di denominare il file con data e ora dello scatto - è gratuita - non include spot pubblicitari. OPEN CAMERA Osservatorio Astrofisico di torino ISO BLOCCO FLASH SETUP COSA SERVE … oltre allo smartphone Osservatorio Astrofisico di torino Allineare il Cercatore Bilanciare i pesi! AR e Dec !!! 1) TELESCOPIO 2 … messa in stazione (rudimentale) COSA SERVE … oltre allo smartphone Osservatorio Astrofisico di torino 2) ADATTATORE Il modo più semplice per scattare una foto al telescopio è quello di tenere semplicemente la fotocamera del telefono fino al oculare, ma questo approccio raramente produce buoni risultati. Non solo è molto difficile centrare l'oggetto correttamente, ma è anche difficile assicurare la corretta Un semplice adattatore migliorerà la vostra (vita) astrofotografia. COSA SERVE … oltre allo smartphone Osservatorio Astrofisico di torino 3) FILTRI 2 E’ una buona idea avere un set di filtri a disposizione. l'ingrandimento determina la grandezza dell'oggetto, ma anche la luminosità. I filtri consentono ulteriormente di regolare la brillantezza e di evitare la sovraesposizione. COSA SERVE … oltre allo smartphone Osservatorio Astrofisico di torino 4) …TANTA PAZIENZA Osservatorio Astronomico di torino ELENCO DELLE APP Abbiamo utilizzato le seguenti App: - Open Camera (fotocamera) 2 FINE QUARTA PARTE Osservatorio Astrofisico di torino “INTRODUZIONE ALLA SMARTASTRONOMY” Parte 5: RIDUZIONE DELLE IMMAGINI ASTRONOMICHE Alberto Cora(1)(2) Luca Zangrilli(1)(2) (1) Istituto 2 Nazionale di Astrofisica Oss. Astrofisico di Torino (2) Società Astronomica Italiana SOMMARIO Osservatorio Astrofisico di torino • POSTPRODUZIONE: • Sottrazione del DARK • Stacking • Stiching • Riduzione di immagine astronomiche (FITS files Flat Field, Bias, Dark an Raw) POSTPRODUZIONE Osservatorio Astrofisico di torino Mentre è possibile scattare istantanee di bella qualità della Luna con uno Smartphone, è difficile prendere una buona immagine di oggetti deboli per i quali necessitano lunghi tempi di esposizione. Per evidenziare i dettagli, può essere utile un breve video o una raffica di scatti. Dopo di ché si procede con una attività di post-produzione, finalizzata a migliorare l’immagine. Gimp "GNU Image Manipulation Program” è simile a Adobe Photoshop per molti aspetti, e può fare quasi tutto quello che serve alla riduzione di immagini astronomiche. Essendo gratuito, è imbattibile per il prezzo. la post-elaborazione astrofotografia può essere suddivisa in un ridotto numero di temi. Sottrazione del Dark frame, Stacking (impilamento) e la regolazione immagini impilate, sticking ovvero incollare immagini insieme per fare una immagine più grande (come ad esempio la costruzione di una immagine lunare da segmenti più piccoli). Gimp è molto utile per tutti questi, anche se per sovrapposizione automatica e la registrazione di centinaia di immagini da fotocamere è meglio con un programma dedicato come Registax. SOTTRAZIONE DEL DARKFRAME Osservatorio Astrofisico di torino Con GIMP… STACKING (impilamento) Osservatorio Astrofisico di torino Con GIMP… STICKING (adesivo) Osservatorio Astrofisico di torino Con GIMP… Riduzione di immagini astronomiche Osservatorio Astronomico di torino I FILE FITS: FLEXIBLE IMAGE TRANSPORT SYSTEM Formato (non lossy) vecchio e utilizzato solo dagli astronomi, ma … professionale, nella primary header contiene praticamente tutte le informazioni per utilizzare astronomicamente l’immagine (NASA Science Office of Standards and Technology) Riduzione di immagini astronomiche Osservatorio Astronomico di torino Durante un’osservazione al CCD si riprendono vari tipi di immagini •Raw Frame : Riduzione di immagini astronomiche Osservatorio Astronomico di torino Correzioni Adittive: Rλ(x,y) - D(x,y) = Iλ(x,y) Raw Frame Dark Frame - Unscaled Frame = Riduzione di immagini astronomiche Osservatorio Astronomico di torino Correzioni Moltiplicativeive: Raw Frame Rλ(x,y) / F(x,y) = Iλ(x,y) Flat Field / Image = Riduzione di immagini astronomiche Osservatorio Astronomico di torino (Rλ(x,y,t) - D(x,y,t) ) ( F(x,y,t’) -D(x,y,t’)) Kλ(t) = Iλ(x,y,t) M8 color image is a composite obtained on 1 and 2 August 2008 through a William Optics FLT110 4.3" f/7 refractor with an SXV-H9 monochrome CCD camera. 40 min of luminance-filtered images were combined with 20 min of red-filtered images to create the luminance data. 20 min each of red, green, and blue-filtered images were added to create the (LR)RGB color composite. Kλ(t) = intensità media del flat field Osservatorio Astronomico di torino ELENCO DELLE APP Abbiamo utilizzato le seguenti App/software : - GIMP (fotocamera) - Registax - FitsViewer 2 FINE