L`uomo pellegrino nella gioia e verso la gioia

PERPER-CORRERE LA VITA BUONA DEL VANGELO:
UN PELLEGRINAGGIO ATTRAVERSO I MISTERI DEL ROSARIO
“L’UOMO PELLEGRINO NELLA GIOIA E VERSO LA GIOIA”
La gioia: alcune considerazioni generali
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Termine assai ampio e spesso abusato
La gioia come aspirazione fondamentale dell’uomo, manifesta o nascosta in ogni pensiero ed
azione, distribuita su tutto l’arco della vita1
vari sentimenti all’interno della categoria della gioia
vari livelli di gioia
vari sinonimi (gioia, gaudio, letizia, felicità, contentezza…)
varie letture e significati della gioia (ciò che per alcuni è gioia per altri può essere dolore;
pensiamo ad esempio alle tante testimonianze dei malati che portiamo in pellegrinaggio e
parlano della loro “croce” come una gioia, una grazia: sarebbe inconcepibile e inaccettabile per
altri)
l’ampiezza della gioia nei misteri gaudiosi: i misteri della gioia presentano situazioni/episodi con
un’intensità di gioia diversa; il centro dei misteri gioiosi può essere individuato nella nascita di
Gesù, dal quale e verso il quale tutti gli altri misteri tendono e acquistano significato pieno
La gioia: alcune considerazioni bibliche
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tema assai ricorrente nella Scrittura che viene proposto con sfumature diverse2
il pellegrinaggio nella Scrittura è all’insegna della gioia, è segnato/caratterizzato/contraddistinto
dalla gioia:
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1
infatti il senso stesso della Scrittura è proprio questo: “queste cose vi scriviamo perché la
nostra gioia sia piena” (1Gv 1,4)3; dall’ascolto della Parola che fa ardere il cuore come ai
discepoli di Emmaus (Lc 24,32) nascono le azioni che caratterizzano la vita del cristiano
Cfr M. ORSATTI, Mistero gaudioso. La gioia nei primi due capitoli di Luca, in DE VIRGILIO G. - FERRARI P. (edd), Lingue
come di fuoco. Studi lucani in onore di Mons. Carlo Ghidelli, Edizioni Studium, Roma, 2010, 119; vedi anche
S.AGOSTINO, Le Confessioni, XIII,27: “Il nutrimento dell’animo è quello che gli dà gioia”.
2
Per una riflessione biblica sul tema della gioia vedi le schede bibliche preparate per il tema pastorale di quest’anno
“Pregare il Rosario con Bernadette”; in particolare il tema della gioia – pur attraversando l’intera Scrittura - è cantato
in modo particolare nel libro dei Salmi (1,2; 4,8; 16,11;21,7; 37,4; 45,16; 47,2; 48,3; 51,10; 51,14; 63,8; 63,12; 68,4;
90,15; 92,5; 95,2; 119,14; 119,74) dal quale è possibile attingere per scegliere un salmo col quale introdurre il
momento di riflessione; una ricerca sul tema della gioia nella Scrittura dovrà ovviamente tenere conto dei vari
sinonimi: letizia, contentezza, felicità, esultanza.
3
D. BARSOTTI, Meditazione sulla prima lettera di Giovanni, Queriniana, 1990, 26 e 27: “Il Cristo, anche nella sua
natura umana, non ha mai perduto né poteva perdere la coscienza di essere Figlio di Dio e in questa coscienza doveva
conoscere la gioia… La comunione con Dio è esperienza di gioia pura, di immutabile pace. Come nello Spirito il Padre e
il Figlio sono Uno, e in questa unità sono beatitudine eterna, così anche l’uomo, nello Spirito, trascende ogni esperienza
umana per vivere nella comunione con Dio, la gioia di Dio”.
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Il pellegrinaggio improntato alla gioia va tuttavia affrontato vivendo le difficoltà della vita e
tenendo fisso lo sguardo su Gesù (“Anche noi dunque, circondati da tale moltitudine di
testimoni, avendo deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia , corriamo con
perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà
origine alla fede e la porta a compimento. Egli, di fronte alla gioia che gli era posta dinanzi,
si sottopose alla croce, disprezzando il disonore, e siede alla destra del trono di Dio. Pensate
attentamente a colui che ha sopportato contro di sé una così grande ostilità dei peccatori,
perché non vi stanchiate perdendovi d’animo“,
(“Come il Padre ha
Eb 12,1-3) affinché la nostra gioia sia piena
amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore.
Se
osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i
comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la
mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena”, Gv 15,9-11)
-
La gioia dell’incontro col Cristo e della salvezza delle anime è la meta del nostro pellegrinaggio
(“Perciò siete ricolmi di gioia , anche se ora dovete essere, per un po’ di tempo, afflitti da
varie prove, affinché la vostra fede, messa alla prova, molto più preziosa dell’oro – destinato
a perire e tuttavia purificato con fuoco – torni a vostra lode, gloria e onore quando Gesù
Cristo si manifesterà. Voi lo amate, pur senza averlo visto e ora, senza vederlo, credete in
lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre raggiungete la mèta della vostra fede:
la salvezza delle anime.” 1Pt 1,6-9)
La gioia: alcune considerazioni metodologiche
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per ogni mistero vengono proposti i passi biblici di riferimento4
gli spunti di riflessione fanno riferimento a tutti i passi biblici indicati
i misteri vengono riletti attraverso la categoria del pellegrinaggio: quindi l’attenzione viene
focalizzata sui verbi che indicano il movimento
la ripetizione di alcune parole vuole sottolineare le attenzioni formative dell’associazione; in
particolare:
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“per-correre”: è il termine che caratterizza il cammino formativo dei giovani
-
“tappa, meta, sentiero, via, passi”: sono le parole che entrano in relazione col “percorrere” e segnano il tracciato del cammino
-
“verso e con”: sono le parole che indicano il carisma dell’Unitalsi e che si trovano ripetute
nei primi due articoli dello Statuto5
-
“con-siderazioni”: è la parola che invita alla riflessione al termine di ogni mistero, cercando
di evidenziare il senso del servizio associativo (con-siderazioni= guardare insieme verso la luce
del cielo)
4
Vengono indicati tutti i passi evangelici che fanno riferimento a quel mistero; la riflessione, pur tenendo presente
tutti i riferimenti biblici, presta particolare attenzione sul brano biblico indicato per primo.
5
L’Unitalsi è un’Associazione pubblica di fedeli che, in forza della loro fede e del loro particolare carisma di carità, si
propongono di incrementare la vita spirituale degli aderenti e di promuovere un’azione di evangelizzazione e di
apostolato verso e con le persone ammalate, disabili e in difficoltà, in riferimento al messaggio del Vangelo e al
Magistero della Chiesa” (art. 1 Statuto); L’Associazione attua il fine di cui all’articolo precedente anche svolgendo un
servizio verso e con le persone ammalate, disabili e in difficoltà, promuovendo il culto Mariano mediante la
preparazione, la guida e òa celebrazione di pellegrinaggi a Lourdes e ai Santuari Italiani e Internazionali (art. 2
Statuto).
I misteri della gioia nella Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae di Giovanni Paolo II6
Il primo ciclo, quello dei 'misteri gaudiosi', è effettivamente caratterizzato dalla gioia che irradia dall'evento
dell'Incarnazione. Ciò è evidente fin dall'Annunciazione, dove il saluto di Gabriele alla Vergine di Nazareth si
riallaccia all'invito alla gioia messianica: « Rallegrati, Maria ». A questo annuncio approda tutta la storia
della salvezza, anzi, in certo modo, la storia stessa del mondo. Se infatti il disegno del Padre è di ricapitolare
in Cristo tutte le cose (cfr Ef 1, 10), è l'intero universo che in qualche modo è raggiunto dal divino favore
con cui il Padre si china su Maria per renderla Madre del suo Figlio. A sua volta, tutta l'umanità è come
racchiusa nel fiat con cui Ella prontamente corrisponde alla volontà di Dio.
All'insegna dell'esultanza è poi la scena dell'incontro con Elisabetta, dove la voce stessa di Maria e la
presenza di Cristo nel suo grembo fanno « sussultare di gioia » Giovanni (cfr Lc 1, 44). Soffusa di letizia è la
scena di Betlemme, in cui la nascita del Bimbo divino, il Salvatore del mondo, è cantata dagli angeli e
annunciata ai pastori proprio come « una grande gioia » (Lc 2, 10).
Ma già i due ultimi misteri, pur conservando il sapore della gioia, anticipano i segni del dramma. La
presentazione al tempio, infatti, mentre esprime la gioia della consacrazione e immerge nell'estasi il
vecchio Simeone, registra anche la profezia del « segno di contraddizione » che il Bimbo sarà per Israele e
della spada che trafiggerà l'anima della Madre (cfr Lc 2, 34-35). Gioioso e insieme drammatico è pure
l'episodio di Gesù dodicenne al tempio. Egli qui appare nella sua divina sapienza, mentre ascolta e
interroga, e sostanzialmente nella veste di colui che 'insegna'. La rivelazione del suo mistero di Figlio tutto
dedito alle cose del Padre è annuncio di quella radicalità evangelica che pone in crisi anche i legami più cari
dell'uomo, di fronte alle esigenze assolute del Regno. Gli stessi Giuseppe e Maria, trepidanti e angosciati, «
non compresero le sue parole » (Lc 2, 50).
Meditare i misteri 'gaudiosi' significa così entrare nelle motivazioni ultime e nel significato profondo della
gioia cristiana. Significa fissare lo sguardo sulla concretezza del mistero dell'Incarnazione e sull'oscuro
preannuncio del mistero del dolore salvifico. Maria ci conduce ad apprendere il segreto della gioia cristiana,
ricordandoci che il cristianesimo è innanzitutto euanghelion, 'buona notizia', che ha il suo centro, anzi il suo
stesso contenuto, nella persona di Cristo, il Verbo fatto carne, unico Salvatore del mondo.
L’ANNUNCIAZIONE
[Lc 1,26-38; Mt 1,18-24]
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Per--correre la via verso il disegno di Dio:
Per
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-
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attraverso la Parola Dio aveva creato il mondo (Gen 1 e 2), accompagnato/sostenuto/corretto il
popolo di Israele e guidato i passi verso la salvezza; ora la promessa dei profeti a Israele di
incontrare il Messia trova una formulazione chiara nell’annuncio dell’angelo a Maria
Dio manda sempre in “pellegrinaggio” la sua Parola perché possa essere incontrata dall’uomo,
perché l’iniziativa parte sempre da Dio
lo Spirito che aleggiava sulle acque nella notte della creazione e aveva accompagnato il
pellegrinaggio di Israele verso la terra promessa, adesso trova Maria come arca della “nuova
alleanza”
Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae del Sommo Pontefice Giovanni Paolo II all’Episcopato, al Clero e ai fedeli
sul Santo Rosario del 16 ottobre 2002 (n. 20)
-
-
l’annuncio di Dio trova finalmente una casa tra le mura di Nazareth e nel grembo di Maria:
l’angelo è apostolo di gioia, infatti le presenta l’annuncio della gioia più grande e la Parola di
Dio trova dimora
la grazia del Signore viene riversata nel grembo di Maria che così si trova a collaborare in modo
specialissimo al progetto di salvezza
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PerPer-correre la via verso il “si” di Maria:
- la sofferenza, la mortificazione e il rifiuto della Parola sin dall’inizio della creazione avevano
spesso caratterizzato il cammino dell’uomo, ma finalmente stavolta il “si” di Maria segna una
tappa assoluta della storia della salvezza
- Maria è serva del Signore perché disposta ad obbedire alla Parola, a svuotare se stessa per fare
spazio alla Parola, a lasciarla vivere e crescere dentro di sé fino a riempirle e dare senso a tutta
la sua esistenza
- l’annuncio del Signore è un continuo “avvento”, cioè un continuo venire/rivolgersi all’uomo
affinché dalla sua proposta possa scaturire la libera e gioiosa adesione dell’uomo al progetto di
salvezza
- la Parola del Signore è sempre proposta che attende una risposta, ma senza mai forzare le
scelte dell’uomo che dunque esercita la sua libertà
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PerPer-correre la via verso il “si” di Giuseppe:
- il progetto di salvezza passa anche per il “si” di Giuseppe il quale viene aiutato dal Signore a
comprendere il vero significato di quella gravidanza
- Giuseppe è un uomo giusto e saggio che vuole osservare la Parola del Signore e non sa bene
cosa fare e proprio il Signore manda a lui l’angelo (ancora una volta apostolo di gioia) per
indicargli il sentiero di salvezza che era stato intrapreso
- il Signore rispetta la libertà di scelta di Giuseppe, il quale passa dal sonno dell’indecisione al
risveglio gioioso che non conosce più incertezze ma soltanto adesione al progetto divino
Alcune con-siderazioni:
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l’annuncio/ascolto della Parola sono fondamentali nella vita dell’unitalsiano e guidano il suo
agire; senza la Parola di Dio l’unitalsiano perde l’orientamento e smarrisce il senso dei suoi passi
il “si” dell’unitalsiano si innesta in quello di Maria perché lei è figura di ogni credente e della
Chiesa intera: ciò che è accaduto in lei può e deve accadere in ciascuno di noi
il “si” dell’unitalsiano si innesta anche in quello di Giuseppe e ne segue le orme tutte le volte in
cui le vicende il progetto di Dio sembra/appare incomprensibile perché solo dall’ascolto fedele e
paziente possono conseguire scelte adeguate
il “si” di Santa Bernadette al progetto divino è pienamente e radicalmente innestato nel “si” di
Maria: l’incontro con la Vergine Immacolata che concepisce il Verbo nel suo grembo senza
macchia orienterà parole e atteggiamenti di Bernadette
• E noi: sappiamo ascoltare i messaggi di Dio? Sappiamo fare buon uso della nostra libertà?
LA VISITAZIONE
[Lc 1,39-45]
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PerPer-correre la via verso
verso la condivisione della gioia
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Maria percorre con gioia la via verso la cugina Elisabetta per condividere con lei la gioia: la gioia va
condivisa; può esistere la gioia senza condivisione? È proprio l’esperienza della condivisione che
rende reale, palpabile, credibile la gioia, altrimenti sarebbe un’esperienza individuale, sconosciuta;
solo raccontandola la gioia viene ad esistenza, solo condividendola viene riconosciuta come tale; il
racconto e la condivisione non impoveriscono la gioia in sé, anzi addirittura la moltiplicano
- Elisabetta è immagine del popolo di Israele che attende da tempo la venuta del Messia ed è
capace di riconoscerlo e accoglierlo con gioia
- Maria non è rimasta immobile davanti all’annuncio straordinario dell’angelo: la Parola accolta
nel grembo diventa immediatamente spinta alla condivisione, invito a mettersi in moto e
portare ad altri un dono che non si impoverisce nella condivisione, bensì diventa sempre più
ricco
- grazie a Maria anche Gesù, prima ancora di nascere, è in movimento verso gli altri, profetico
anticipo della sua missione itinerante che lo vedrà portatore della parola che aiuta e salva7
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PerPer-correre la via verso un incontro “viscerale”
- il grembo della Vergine sembra da subito pulsare vita: coloro che portano/annunciano la Parola
come dono sanno di essere portatori di vita nuova
- il bambino nel grembo di Elisabetta sussulta di gioia appena ascolta la voce/il saluto di Maria:
riconosce la voce di Colei che ha dato una dimora alla Parola; l’incontro delle due madri è
anche l’occasione per l’incontro dei due figli che portano in grembo (Gesù e Giovanni Battista)
e il loro rapportarsi (Giovanni sarà l’amico dello Sposo che è Gesù, vedi Gv 3,28-30)
- nel grembo di Elisabetta vive la promessa e nel grembo di Maria il compimento della promessa:
il riconoscimento tra promessa e adempimento genera sussulto di gioia
- l’incontro col Signore è sempre dono dello Spirito che fa sussultare di gioia le nostre viscere
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PerPer-correre la via verso il ritorno a casa
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riconoscere l’avvento della salvezza significa anche percorrere la via della lode lasciando che il
canto di gioia irrompa nella nostra vita e possa allietare la nostra casa (quotidianità)
la condivisione della gioia non viene interrotta dal ritorno verso casa di Maria; la gioia, una
volta comunicata/riconosciuta/condivisa, unisce Maria e Elisabetta in un vincolo che non ha
bisogno di ulteriore tempo per mantenersi vivo perché ormai ha aperto una relazione con
l’eternità di Dio
Maria ritorna verso casa, verso Giuseppe, verso i doveri familiari, verso il luogo nel quale è
chiamata a testimoniare quella fede che l’ha resa Madre di Dio
con--siderazioni:
Alcune con
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7
rendere un servizio ai malati è una gioia che va testimoniata e fatta conoscere perché propria
del nostro essere cristiani: l’unitalsiano approccia il suo servizio con gioia e senza secondi fini, e
Cfr M.ORSATTI, op cit, 124-125
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non manca di portare ad altri la sua esperienza perché dal racconto possa scaturire il desiderio,
di condividerne l’esperienza stessa e seguirne e i passi
l’unitalsiano è testimone della gioia: la gioia si testimonia con le parole, con i gesti, con lo
sguardo; l’importante è trovare e scegliere il canale di comunicazione capace di trasmettere
l’esperienza della gioia
servire Cristo nei fratelli ammalati, sofferenti e disabili è una sensibilità propria dell’unitalsiano
per la quale ringrazia sempre il Signore tale dono
l’unitalsiano vive il servizio verso gli ammalati, i sofferenti e i disabili con amore viscerale, come
servizio al Cristo sofferente presente nella Chiesa, e non certamente per altre (e meno nobili)
motivazioni
l’unitalsiano è sempre tale anche quando torna nella quotidianità, anche quando non indossa
“la divisa”, perché fa del suo servizio il modo specialissimo col quale accogliere e rendere
feconda nel suo grembo la Parola
Bernadette testimonia la sua gioia anche quando il suo racconto sembra compromettere la
possibilità di vivere serenamente la sua quotidianità e non esita a condividere la gioia
dell’esperienza delle apparizioni
• E noi: siamo portatori di gioia? Sappiamo condividere/raccontare/ testimoniare/cogliere/
cercare/ riconoscere la gioia?
LA NASCITA DI GESU’
[Lc 2,1-20; Mt 2,1-12]
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PerPer-correre la via verso la mangiatoia:
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Maria e Giuseppe, nonostante fossero i giorni del parto, percorrono la via verso Betlemme per
obbedire alla legge civile che imponeva il censimento per “tutte le genti”: essere depositari di
un annuncio straordinario non significa astrarci dalla storia, ma vivere il tempo con i suoi
obblighi e le sue preoccupazioni
non è il censimento per “tutte le genti” (cioè il mondo allora conosciuto) il centro della storia,
della salvezza del mondo: piuttosto, paradossalmente lo diventa proprio un semplice bambino
che nasce in una piccola città di Giuda
Maria adagia il bambino nella mangiatoia: è il pane degli angeli, il cibo disceso dal cielo che
dona la gioia della vita
la vita è più forte di ogni avversità/difficoltà e nasce proprio nella semplicità, nell’umiltà, nella
povertà affinché l’uomo possa riconoscerla e accedere ad essa
PerPer-correre la via dei pastori verso la grotta
- ancora una volta l’angelo del Signore è apostolo di gioia e porta l’annuncio ai pastori: proprio
loro che erano così emarginati e considerati impuri diventano i primi destinatari del messaggio
di salvezza: quel bambino non fa distinzioni, viene per tutti e per ciascuno
-
•
i pastori sono i primi che credono alla Parola e percorrono senza indugio la strada che porta
verso l’Emmanuele, lo riconoscono come Salvatore e testimoniano ad altri l’avvenimento
suscitando il desiderio di incontrare il Bambino
il Bambino è il segno della salvezza offerta definitivamente a chiunque accoglierà l’annuncio
la grotta diventa una tappa fondamentale nel loro cammino di vita e una volta incontrato il
Salvatore possono tornare nella loro quotidianità glorificando e lodando Dio
PerPer-correre la via dei Magi verso la stella:
- è la luce del Cristo che guida/orienta il percorso dei Magi, di ogni cristiano e della Chiesa
- i Magi ci insegnano che non basta vedere il Bambino ma il pellegrinaggio segnato dalla stella
induce ad adorarlo (cioè a portarlo alla nostra bocca, ad entrare in comunione con lui che è il
pane di salvezza)
- coloro che, come i Magi, seguono la stella per giungere al Bambino incontrano inevitabilmente
Maria, madre premurosa che ci preceda lungo la via perché lo ha già accolto e si propone come
stella che guida i nostri passi verso l’incontro con Gesù
- anche i Magi, dopo aver adorato e onorato il Salvatore deponendo i doni ai suoi piedi, tornano
nella loro quotidianità, ma per un’altra via perché la loro vita è cambiata dall’incontro con
Gesù8
Alcune con
con--siderazioni:
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l’unitalsiano sa che Dio sceglie ciò che è debole, come nel caso della nostra umanità, per poterla
riscattare e renderla partecipe della sua vita divina attraverso questo
“misterioso/mirabile/meraviglioso” scambio tra la natura umana e quella divina;
conseguentemente approccia la malattia, la sofferenza, la disabilità con questa consapevolezza
l’unitalsiano si domanda se ha incontrato davvero il Bambino nella sua vita, se l’ha guardato
con gli stessi occhi dei pastori riconoscendo il lui il segno definitivo della salvezza
l’unitalsiano accorre senza indugio e con fretta verso la Parola fatta carne perché quell’incontro
da senso alla sua esistenza e qualifica il suo servizio
l’unitalsiano è colui per il quale il Bambino nasce ogni giorno nella sua vita
l’unitalsiano si lascia guidare dalla luce del Bambino perché tutto il suo servizio sia
testimonianza della sua fede
• E noi: sappiamo incontrare Gesù? Sappiamo cogliere la gioia di Colui che è presente nell’altro, specialmente
quando è malato, povero, sofferente?
8
“Dobbiamo però chiederci perché, alla nascita del Redentore, un angelo apparve ai pastori in Giudea, mentre una
stella, e non un angelo, guidò dall’Oriente Magi ad adorarlo. Questo avvenne perché ai giudei, la cui mene era già in
contatto con la Verità rivelata, un essere razionale, come l’angelo doveva recare l’annuncio, mentre i pagani – non
ancora con la loro mente, in quella condizione – sono guidati alla conoscenza di Dio non dalla parola ma dai segni”,
GREGORIO MAGNO, Omelie sui Vangeli 10, 1.
LA PRESENTAZIONE DI GESU’ AL TEMPIO
[Lc 2,22-38]
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PerPer-correre la via verso il tempio:
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il mistero della presentazione di Gesù al tempio dice la gioia del fedele nell’osservare gli
insegnamenti di Dio i quali, lungi dall’essere un peso, sostengono l’uomo nel pellegrinaggio
terreno (il mio giogo è dolce e il mio carico leggero, Mt 11,30)
attraverso la presentazione di Gesù al tempio Maria e Giuseppe si confermano docili alla legge
del Signore e muovono i passi lungo il sentiero che la legge ebraica prevedeva, dimostrando
ancora una volta che nonostante fossero protagonisti dell’evento di salvezza, continuavano ad
osservare umilmente la legge senza sentirsi dei privilegiati9
la presentazione di Gesù al tempio possiamo leggerla anche come una sorta di presentazione
“ufficiale e pubblica” di quel Bambino, dopo la “presentazione” ai pastori e ai Magi
•
PerPer-correre la via verso la benedizione
- il vecchio Simeone, uomo giusto e pio, aveva ricevuto la promessa che non avrebbe chiuso gli
occhi prima di avere la gioia di vedere il Messia: Dio adempie sempre le sue promesse e
Simeone corre incontro a Giuseppe e Maria per abbracciare quel Bambino promesso
- Simeone aveva creduto ciecamente alla Parola del Signore e la sua fiducia dirompe in un inno di
lode nei confronti del Signore: adesso che aveva visto il volto della salvezza poteva andare in
pace perché il suo sguardo era illuminato dal Messia, la sua vita non aveva la tenebra come
meta
- l’incontro col Bambino cambia la vita di Simeone: il suo esistere/vivere diventa canto di lode
(come era già successo ad esempio per i pastori) e benedizione verso Dio
•
PerPer-correre la via verso lo stupore
- Maria e Giuseppe, nonostante non fossero nuovi ad avvenimenti straordinari, rimangono
stupiti dalle parole che accompagnano l’incontro col Bambino, tuttavia neanche l’annuncio di
una futura sofferenza (anche a te Maria una spada trafiggerà l’anima, Lc 2,35) può
compromettere la gioia e lo stupore vissuti
- allo stupore di Maria e Giuseppe si aggiunge quello della profetessa Anna che nel contesto di
preghiera e digiuno nel quale viveva giorno e notte, anche lei sperimenta la gioia dell’incontro
col Bambino
Alcune con
con--siderazioni:
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9
l’esperienza del pellegrinaggio unitalsiano non esula dall’osservanza di regole e comportamenti:
ma proprio dalla fedeltà e dalla coerenza si desume la capacità di avere assorbito pienamente il
carisma associativo
l’unitalsiano riesce ogni volta a “stupirsi” del dono che il Signore ha fatto all’associazione: la
possibilità di servirlo nei fratelli ammalati, sofferenti e disabili e a fronte di ciò benedice il
Signore per quanto ricevuto perché c’è più gioia nel dare che nel ricevere e ogni volta, dopo ogni
Per approfondimenti sul tema della purificazione e della presentazione dei primogeniti a l tempio vedi Lv 12,2-4; Lv
5,7 e 12,8; Es 13,2; Es 13,11 e ss; anche Cristo è soggetto in tutto alla legge, tanto agli editti di Cesare come alla legge
di Mosè, e si sottopone a tutte le autorità legittime che, per volere o concessione divina, hanno potere sugli uomini, e
si attiene alle prescrizioni come tutti gli uomini, Cfr R. GUTZWILLER, Meditazioni su Luca, Paoline, 1982, 73.
-
pellegrinaggio, ci si rende conto di come quanto donato è infinitamente minore di quanto
ricevuto
a imitazione del vecchio Simeone, l’unitalsiano è sempre pronto a correre incontro al Bambino
per abbracciarlo e riconoscerlo nel volto del malato
• E noi: sappiamo spogliarci di tante maschere per offrirci agli altri così come realmente siamo? Siamo disposti
a seguire/osservare il vangelo anche quando sembra essere “fuori moda”?
IL RITROVAMENTO DI GESU’ AL TEMPIO
[Lc 2,41-52]
•
PerPer-correre la via verso la festa
- Giuseppe e Maria “educano” Gesù alla santificazione delle feste secondo la tradizione ebraica
che prescriveva tre pellegrinaggi a Gerusalemme durante l’anno: a Pasqua, a Pentecoste e per
la festa dei Tabernacoli
- mentre sono sulla via del ritorno Maria e Giuseppe si accorgono che Gesù non è con loro, non
certo perché sono genitori poco attenti, ma semplicemente perché, secondo l’usanza ebraica,
ritengono che Gesù sta tornando verso casa con gli altri parenti saliti al tempio per la Pasqua
ebraica: ma il pellegrinaggio di Gesù verso il tempio di Gerusalemme ancora non è completo
- appena si accorgono che Gesù non è con loro percorrono nuovamente la strada verso il tempio
di Gerusalemme: ogni pellegrinaggio, perché sia davvero una festa, non può esistere senza
Gesù, ogni volta che ci si accorge della mancanza di Gesù si cade nello smarrimento
- per trovare Gesù bisogna “invertire” il nostro cammino e fare ritorno verso il luogo dove solo
lui “ha resistito” (cioè Gerusalemme, il luogo in cui incontrerà poi la passione)
•
PerPer-correre la via verso il Maestro
- Gesù rimane nel tempio, il luogo in cui stavano i maestri della legge per mostrare loro la gioia
dell’incontro con la sapienza incarnata
- Gesù nel tempio è Maestro nonostante la sua giovane età (tutti erano stupiti per l’intelligenza
che dimostrava con le sue risposte, Lc 2,47): lui è la Sapienza fatta carne, l’unico maestro
- Gesù ascolta i maestri della legge e li interroga invertendo l’ordine delle cose: difatti é lui la
risposta alle loro domande
- Gesù suscita meraviglia per l’intelligenza a la sapienza del suo parlare, e chi ascolta e annuncia
la sua Parola partecipa della stessa meraviglia
•
PerPer-correre la via verso il cuore di Maria e Giuseppe
- è il mistero del ritrovamento di Gesù al tempio è forse il più difficile da cogliere come gioioso,
perché Gesù sembra essere quasi sgarbato con i Giuseppe e Maria: perché mi cercavate, non
sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio? (Lc 2,49)
-
-
difficile non immaginare il disagio provato nel cuore da Maria e Giuseppe davanti a tali parole,
ma altrettanto difficile non cogliere nel loro atteggiamento la gioia per il ritrovamento di Gesù10
Maria in particolare custodisce tutto nel suo cuore, rivelandosi come immagine perfetta di ogni
credente e della Chiesa, custodisce la Parola affinché possa progressivamente illuminare la
conoscenza del Signore
Gesù poi, ritorna a Nazareth con Maria e Giuseppe e obbediva loro volentieri (Lc 2,51):
l’obbedienza a Dio, al Vangelo, al suo insegnamento è fonte di gioia per ciascuno e la vita
quotidiana sarà ormai il nuovo tempio, il luogo della rivelazione di Dio
Alcune con
con--siderazioni:
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l’Unitalsi è il luogo in cui vivere appieno gli insegnamenti della Chiesa, valorizzando le occasioni
di festa in cui la comunità ecclesiale si ritrova per celebrare il Signore: partecipando alla vita
associativa l’unitalsiano viene educato alla vita di fede
l’Unitalsi si lascia guidare da Gesù come unico Maestro, colui che traccia il percorso del vero
servizio: ogni altra figura (anche quando ricopre o ha ricoperto incarichi associativi) sarà valida
e degna di fiducia solo quando sarà umile testimone della sapienza evangelica
l’Unitalsi insegna a prendere come esempio il cuore di Maria, a custodire nel proprio cuore la
Parola del Signore perché da tale atteggiamento possa scaturire un servizio fedele
all’insegnamento del Vangelo
• E noi: sappiamo cogliere la gioia nell’osservare il Vangelo? Chi sono i nostri “maestri”? Ci piace essere
considerati “maestri”?
10
“Anche noi spesso non cerchiamo Cristo nel vero posto. Riteniamo che debba venire là dove si svolgono i nostri
avvenimenti, in apparenza così seri, ma in realtà così banali; là dove ci turbano le nostre preoccupazioni
apparentemente enormi, ma in realtà minime… In verità dobbiamo cercare il Signore là dove non ci siamo noi, ma dove
c’è lui, presso il Padre, nella volontà e nello spirito del Padre”, R. GUTZWILLER, op cit, 79