Untitled - Aracne editrice

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A05
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Pier Lorenzo e Donatella Marchiafava
Pini
introduzione alla conoscenza
di alcuni esemplari esotici
acclimatati naturalmente
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via Raffaele Garofalo, 133/A–B
00173 Roma
(06) 93781065
isbn 978–88–548–3663–1
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con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.
Non sono assolutamente consentite le fotocopie
senza il permesso scritto dell’Editore.
I edizione: novembre 2010
Indice
7 Introduzione
11 1. Caratteristiche generali dei pini
19 2. Descrizione delle singole specie
33 Illustrazioni
49 Bibliografia
Introduzione
Questo testo rappresenta un contributo alla conoscenza di alcuni pini che naturalmente vegetano al di fuori del nostro territorio,
descrivendone le principali caratteristiche morfologiche e funzionali
che li distinguono nell’ambito del genere Pinus.
La descrizione che segue riguarda piante germinate ed allevate
nel nostro vivaio fino all’età di oltre 30 anni, una età alla quale il pino
ha già assunto i caratteri della pianta adulta. Le 21 specie trattate di
pini esotici, alcuni dei quali raramente, o mai, piantati nei nostri areali, sono assai interessanti sia per la magnificenza nel loro ambiente
naturale, sia per le loro inusuali proprietà botaniche che, come per
esempio nel Pinus aristata, li rendono capaci di sopravvivere in ambienti estremi. Tutte le specie descritte ed illustrate si distinguono
per la loro facile coltivazione e grande adattabilità e sono parte di un
gruppo di altre 40 specie ancora in fase di studio.
Le informazioni sulle specie descritte derivano dalla diretta esperienza degli AA. che da oltre trenta anni seguono queste piante dalla germinazione del seme fino alla età adulta e dalle informazioni
raccolte da autorevoli testi di botanica, da pubblicazioni del Dipartimento di Agricoltura degli Stati Uniti d’America, dai racconti autobiografici di numerosi esploratori dei secoli scorsi, sempre documentandole con fotografie.
Naturalmente le 21 specie qui descritte sono una piccola porzione
delle 127 specie botaniche di pini già classificate, e tra l’altro anche
destinate ad aumentare di numero per la continua scoperta di nuove
specie, specialmente in America centrale. Tuttavia una maggiore si7
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gnificatività di questo piccolo gruppo di pini prescelto da noi risiede
nel fatto che al suo interno sono rappresentate gran parte delle peculiarità tassonomiche proprie del genere Pinus. Infatti, tra i criteri
adottati per la scelta dei nostri pini sono state incluse le diversità
esistenti nel portamento, nella forma, nella corteccia, nel colore e
lunghezza degli aghi, nelle forme dei coni, nell’habitat,. con l’intento cioè di fornire, già nell’ambito di un limitato numero di piante,
un panorama sufficientemente completo di tutte le possibili caratteristiche del genere Pinus.
Crescere piante al di fuori del loro ambiente naturale per scoprirne le modalità di sviluppo dallo stato di seme a quello adulto è un
desiderio di molti curiosi, sin dai secoli passati. Numerose prove ad
introdurre specie esotiche sono state condotte sia a livello amatoriale che istituzionale. Al Kew Garden di Londra, per esempio, sin
dal secolo XVIII pervenivano sistematicamente semi e materiali botanici utili alla riproduzione e coltivazione di piante esotiche, fortunosamente spediti dalle Americhe da parte di appassionati botanici
“collezionisti di piante”. Le numerose biografie, a volte gli stessi diari di questi esploratori raccontano i terribili, e spesso drammatici sacrifici che incontravano spinti dalla loro vocazione alla conoscenza.
I frammenti della autobiografia di David Douglas sono emblematici
di questa estrema passione.
In epoche precedenti, in Italia antichi Orti Botanici furono per
secoli sede di tentativi di acclimatazione soprattutto di erbacee, fiori
ed alberi da frutto originari da varie parti del mondo. In seguito,
verso la metà del XIX secolo iniziavano ad opera di privati prove di
acclimatazione di specie arboree esotiche, soprattutto a scopo di ornamento di parchi e giardini, e molti di questi sono ancora presenti.
Nello stesso periodo inizia in Italia uno studio sistematico di acclimatazione di numerose specie esotiche in quello che diventerà l’Arboreto di Vallombrosa nei pressi di Arezzo. Qui ancora si possono
ammirare, tra gli altri, esemplari ormai centenari di conifere quali la
Pseudotsuga douglasii, Chamaecyparis lawsoniana, Thuya gigantea, Sequoie, oltre che di varie latifoglie. Tuttavia l’interesse per una ricaduta prevalentemente economica di questi ultimi studi ha escluso specie che, pur non soddisfacendo tali parametri, godevano ancora di
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notevoli privilegi di natura estetica ed ornamentale. Proprio questa
fascia di alberi con indiscusse proprietà ornamentali, è stata oggetto
della presente iniziativa tesa a verificarne l’attitudine a riprodurre il
loro patrimonio estetico nelle nostre zone.
Infine, in questi ultimi anni abbiamo scelto di riprodurre da seme
alcuni pini che vegetano in Messico e particolarmente interessanti
per la loro grande velocità di crescita o per altri caratteri peculiari
che li rendono unici ed inconfondibili nel genere Pinus. Alcuni di
questi pini sono relitti di boschi originati forse milioni di anni addietro ed attualmente in pericolo di estinzione, ed anche per questo la
loro propagazione effettuata con successo dagli AA. rappresenta un
contributo alla conservazione delle specie. Queste specie, introdotte
più di recente, non sono corredate da fotografie in quanto ancora
negli stadi giovanili e perciò prive dei caratteri propri delle piante
adulte.
Per procedere nella descrizione che segue sarà necessario commentare alcune denominazioni botaniche classiche che definiscono le principali componenti delle piante del genere Pinus, ed il loro
meccanismo d’azione nel far crescere e mantenere in vita la pianta
mediante scambi con l’ambiente esterno.
La trattazione degli argomenti è rivolta soprattutto a persone curiose che non abbiano avuto la possibilità di apprendere i rudimenti
della botanica, ma che avendo già sperimentato un piacere speciale
nel frequentare boschi e pinete desiderino razionalizzare tale esperienza con delle nozioni di base.
1. Caratteristiche generali dei pini
Gran parte delle specie di pini sono distribuiti nell’emisfero boreale, con numerose eccezioni nelle fasce subtropicali meridionali,
dove comunque mantengono sempre gli aspetti caratteristici comuni, come le foglie filiformi, a forma di ago raggruppate in numero
variabile in fascetti inguainati alla base, il fusto monopodiale, generalmente di grandi dimensioni, poco esigenti per la qualità del
terreno, amanti della luce e resistenti a notevoli escursioni termiche. I pini producono pine o coni (da cui conifere) mediante i quali provvedono alla produzione di semi per la loro propagazione. Il
legno infine di queste piante è stato nel tempo, e lo è tuttora materiale insostituibile per moltissimi impieghi tanto che il suo eccessivo
sfruttamento rappresenta la causa della scomparsa di intere foreste
e della estinzione di numerose specie.
Queste caratteristiche generali dei pini mostrano però una grande variabilità per ciascuna specie che viene appunto utilizzata per la
loro classificazione e quindi per la loro identificazione.
I criteri tassonomici che considereremo per distinguere le specie
descritte consistono tra gli altri, nel portamento dell’albero, nella
forma della chioma, del tronco e della sua corteccia, nelle caratteristiche delle foglie, o aghi, e dei coni, o pine. Essenziale elemento
identificativo nell’ambito del genere Pinus è la struttura microscopica interna del singolo ago, che verrà descritta in seguito, in base
alla quale i pini vengono raggruppati in due distinte categorie: i pini
a legno cosiddetto dolce, bianco, tenero, che costituiscono il sottogenere strobus, in genere a cinque aghi, ed i pini a legno più duro,
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giallo, che formano il sottogenere pinus, in genere a due o tre aghi. I
cinque aghi del sottogenere strobus sono avvolti alla loro base, e per
qualche millimetro, da vari strati di un velo di tessuto biancastro e
trasparente, a formare una guaina, che però scompare in poco tempo. Al contrario i fascetti a due o tre aghi sono dotati di una guaina di
lunghezza maggiore e persistente. Quindi, tra le differenze sistematiche in base alle quali, già a livello macroscopico, è generalmente
possibile distinguere i pini strobus da quelli pinus, è importante considerare la esistenza di una guaina lunga e duratura che racchiude
la base dei fascetti a due/tre aghi del sottogenere pinus, rispetto alla
mancanza di tale guaina nei fascetti adulti del sottogenere strobus. La
presenza della guaina come elemento di distinzione tra sottogenere
pinus e strobus è confermata dalle illustrazioni che seguono.
Guaine del sottogenere pinus (sotto) e strobus (in basso)
Pinus coulteri
Pinus aristata
Pinus taeda
Pinus flexilis
Pinus rigida
Pinus wallichiana
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