1 I progestinici sono composti con attività simile a quella del progesterone e includono il progesterone e agenti simili come il medrossiprogesterone acetato (pregnani), agenti simili al 19-nortestosterone (estrani) e agenti simili al norgestrel (gonani). Il progesterone è secreto dall’ovaio in particolare dal corpo luteo, nella seconda metà del ciclo mestruale. In caso avvenga la fecondazione, il trofoblasto secerne gonadotropina corionica, stimolando il recettore dell’LH a sostenere il corpo luteo, mantenendo la produzione di progesterone. Nel primo trimestre di gravidanza, la placenta inizia a secernere estrogeni e progesterone, insieme alle ghiandole surrenali del feto, e il corpo luteo non è più essenziale per la produzione di progesterone. 2 Azioni neuroendocrine: Il progesterone prodotto durante la fase luteinica del ciclo mestruale riduce la frequenza dei picchi di GnRH, permettendo la soppressione del rilascio di gonadotropine e ricondizionando l’asse ipotalamo-ipofisi-ovaio nel passaggio dalla fase luteale a quella follicolare. Apparato riproduttivo: Il progesterone diminuisce la proliferazione endometriale causata dagli estrogeni. L’improvvisa diminuzione del progesterone alla fine del ciclo è l’evento che dà inizio alla mestruazione. Il progesterone è molto importante nel mantenimento della gravidanza, determinando la soppressione delle mestruazioni e della contrattilità uterina. Sistema nervoso centrale: il progesterone aumenta la temperatura corporea di 0.6°C in corrispondenza con l’ovulazione, aumenta la risposta ventilatoria del centro del respiro all’anidride carbonica e riduce la PCO2 arteriosa e alveolare nella fase luteinica del ciclo mestruale e nel corso della gravidanza. Può inoltre esercitare azioni depressive e ipnotiche sul sistema nervoso centrale. 3 Metabolismo: il progesterone aumenta i livelli basali di insulina e il rialzo di insulina in seguito a ingestione di carboidrati. Il norgestrel può diminuire la tolleranza al glucosio. 3 4 I progestinici sono usati nei casi di amenorrea secondaria a scopo diagnostico: dopo una somministrazione per 5-7 giorni a donne con amenorrea, si osserva emorragia da sospensione se l’endometrio è stato stimolato da estrogeni endogeni. Inoltre, i progestinici associati agli estrogeni riducono la comparsa di iperplasia e carcinoma dell’endometrio. Il levonorgestrel viene inoltre utilizzato per la contraccezione di emergenza, dopo un rapporto non protetto. Il farmaco deve essere somministrato per via orale entro 72 ore dal rapporto e interferisce con l’ovulazione, la fertilizzazione e l’impianto. 5 Il mifepristone compete sia con il progesterone, sia con i glucocorticoidi, per il legame con i rispettivi recettori. 6 Il mifepristone viene somministrato per via orale, ha una buona biodisponibilità e un’emivita di 20-40 ore. Nel plasma si trova legato all’alfa 1 glicoproteina acida. Il farmaco viene metabolizzato dall’enzima CYP3A4 e subisce una circolazione enteroepatica. 7 Quando viene somministrato all’inizio della gravidanza, il mifepristone determina uno sfaldamento della decidua tramite il blocco dei recettori uterini del progesterone. Ne consegue un distacco della blastocisti e una ridotta produzione di gonadotropina corionica, che provoca una riduzione della secrezione di progesterone da parte del corpo luteo. La diminuzione del progesterone endogeno e il blocco dei suoi recettori a livello dell’utero aumentano i livelli di prostaglandine uterine e sensibilizzano il miometrio alla loro azione contrattile. 8 Il mifepristone usato per provocare l’aborto medico può determinare sanguinamento uterino per 8-17 giorni. Un’elevata percentuale di pazienti presenta inoltre dolore addominale, crampi, nausea e diarrea dovuti all’uso delle prostaglandine, che vengono somministrate 48 ore dopo l’antiprogestinico per aumentare ulteriormente le contrazioni del miometrio. 9 La capacità di ulipristal di non far avvenire l’ovulazione sembra essere dovuta all’inibizione del rilascio di LH e della rottura follicolare indotta dall’LH a livello ovarico. Rispetto al levonorgestrel, che è efficace solo fino a 72 ore dal rapporto, l’ulipristal mantiene l’efficacia fino a 120 ore. Gli effetti collaterali più gravi registrati negli studi clinici sono stati cefalea transitoria e dolori addominali. 10 11 12 I più recenti contraccettivi orali a basse dosi non comportano un aumento significativo del rischio di infarto del miocardio o ictus in donne che non presentano fattori di rischio. Si osserva un aumento del 28% del rischio relativo di tromboembolia venosa ma l’aumento del rischio assoluto è piccolo, dal momento che questi eventi in donne senza fattori di rischio hanno una bassa incidenza. Il rischio aumenta in presenza di fattori di predisposizione al tromboembolismo. I contraccettivi orali possono aumentare il rischio di carcinoma epatocellulare dopo 4-8 anni di utilizzo. Aumentano inoltre il rischio relativo di carcinoma della mammella che nelle donne in età fertile è molto basso. Tuttavia, 10 anni dopo l’interruzione dei contraccettivi orali non si rilevano differenze nell’incidenza di tumore della mammella tra donne che hanno utilizzato contraccettivi orali e donne che non ne hanno mai fatto uso. I contraccettivi orali in associazione non aumentano il rischio di cancro endometriale ma diminuiscono la sua incidenza del 50%. 13 Episodi di lieve sanguinamento irregolari e casuali e metrorraggia sono i più frequenti effetti avversi e la causa più frequente di interruzione del trattamento con contraccettivi con soli progestinici. 14 Pur essendo considerati sicuri nelle donne sane, i contraccettivi orali possono aumentare l’incidenza e la gravità di malattie cardiovascolari, tromboemboliche o tumori in presenza di altri fattori di rischio. Il rischio di gravi effetti avversi è particolarmente alto in donne al di sopra dei 35 anni, forti fumatrici, nelle quali sono controindicati anche i contraccettivi a basso dosaggio. 15