Essenziale di economia Stanley L. Brue, Campbell R. McConnell, Sean M. Flynn Copyright © 2010 – The McGraw-Hill Companies srl SOLUZIONI DEGLI ESERCIZI DI FINE CAPITOLO 2 2-1 Un sistema di mercato permette la proprietà privata delle risorse produttive e coordina l’attività economica attraverso un sistema di prezzi di mercato. I partecipanti agiscono nel proprio autointeresse e perseguono la massimizzazione della soddisfazione o del profitto attraverso decisioni autonome concernenti il lavoro, il consumo o la produzione. La produzione di beni e servizi e la fornitura dei fattori di produzione è effettuata da chiunque sia disposto a farlo. Il risultato è la concorrenza e un potere economico ampiamente diffuso. Un’economia centralizzata è contraddistinta dalla proprietà pubblica di pressoché tutti i fattori di produzione; in aggiunta a ciò, le decisioni economiche vengono prese attraverso un processo di pianificazione a livello centrale. L’organo pianificatore, di nomina statale, determina gli obiettivi della produzione di ogni singola impresa. La ripartizione dell’output tra beni capitali e beni di consumo viene stabilita centralmente sulla base delle priorità di lungo periodo definite dell’ente pianificatore. 2-2 Agire secondo l’auto-interesse permette di dirigere le risorse verso gli usi con il più alto valore economico. Siccome gli individui cercano di massimizzare il proprio benessere economico, il suddetto obiettivo viene perseguito in maniera ottima fornendo quei beni e servizi (incluse le risorse) che altri soggetti desiderano. Un sistema di mercato fornisce un’ampia varietà di beni e servizi in quanto gli individui sono liberi di esprimere i propri desideri più disparati e, siccome le imprese cercano di massimizzare i propri profitti, esse saranno di maggior successo se riescono a fornire quei specifici beni e servizi che i consumatori vogliono comprare. Gli imprenditori hanno la libertà di decidere che cosa e quanto produrre (e, prima ancora, anche quella di decidere se produrre o no) ma, se vogliono ricevere qualche profitto, quello che essi producono deve corrispondere a ciò che i consumatori sono disposti ad acquistare. 2-3 L’affermazione della proprietà privata e la sua protezione incoraggia gli investimenti, l’innovazione e, di conseguenza, la crescita economica. I diritti di proprietà incentivano la cura della proprietà e ne agevolano lo scambio. 2-4 Il capitale permette ai produttori di operare più efficientemente e di generare un output più elevato. “Divisione del lavoro” significa che i lavoratori svolgono quelle mansioni per le quali sono più portati in base alle loro abilità e caratteristiche individuali. I vantaggi per i lavoratori derivanti dalla specializzazione sono che essi possono scegliere liberamente in base alle loro attitudini naturali, che hanno l’opportunità di perfezionare le proprie capacità e la possibilità di risparmiare tempo evitando di passare continuamente da una mansione a un’altra. Le risorse materiali verranno inoltre sviluppate e adattate a uno scopo ben definito. Specializzandosi nel proprio vantaggio comparato, ciascuna regione geografica o qualunque insieme omogeneo di risorse umane e materiali verrà impiegato per massimizzare l’efficienza. Nel momento in cui si sono specializzati, i fattori di produzione cessano di essere auto-sufficienti. Per ottenere i beni e servizi che un individuo desidera, è infatti necessario attivare uno scambio. Per propria natura, la specializzazione determina l’insorgere di un surplus di un qualche prodotto da parte di una persona o di un’impresa. La produzione in eccesso di un soggetto verrà quindi scambiata con la produzione in eccesso (di un qualche altro bene o servizio) ottenuta da un qualche altro soggetto. 2-5 Il baratto richiede che vi sia “una doppia coincidenza di desideri”. Se qualcuno desidera avere qualcosa, dovrà necessariamente trovare qualcun altro capace di fornire questo bene o servizio e che, inoltre, desidera uno specifico bene o servizio che il primo soggetto ha la possibilità di offrire. Quando il denaro viene adottato come mezzo di scambio, un soggetto conosce il prezzo di un oggetto da acquistare e il suo prezzo relativo rispetto ad altri beni o servizi. Il denaro è un comune denominatore particolarmente comodo, in quanto rappresenta un’unità di misura del valore che funziona anche da mezzo di scambio. Il denaro incoraggia anche la specializzazione: in assenza di denaro, i lavoratori e le altre risorse non potrebbero essere pagati se non con i beni o servizi prodotti. Tutti coloro che hanno partecipato al processo di produzione dovrebbero quindi scambiare i beni ricevuti come remunerazione con tutti i beni e servizi da loro desiderati. Essenziale di economia Stanley L. Brue, Campbell R. McConnell, Sean M. Flynn Copyright © 2010 – The McGraw-Hill Companies srl Il denaro in sé ha valore esclusivamente in relazione alle risorse, ai beni e ai servizi che con esso possono essere acquistati. Quando le persone affermano di volere dei soldi, in realtà desiderano quelle cose che, grazie ai soldi, possono essere comprate. In questo senso, il denaro ha valore se e solo se qualcuno è disposto a riconoscerglielo. 2-6 (a) In un sistema di mercato, le decisioni dei produttori sono motivate dal tentativo di ottenere un qualche profitto. Verranno dunque realizzati solo ed esclusivamente quei prodotti che permettono a un’impresa di ottenere almeno un profitto normale. Se il prodotto non può essere realizzato per ottenere un profitto – in altri termini, se per produrlo si deve incorrere in perdite – un’impresa capitalista risponderà cercando metodi di produzione a costo inferiore e potrebbe altresì cessare del tutto la produzione di quello specifico bene o servizio. Siccome i profitti e/o le perdite sono il motivo che sottende le decisioni prese in un sistema di mercato, potremmo anche dire che si tratta di un “sistema dei profitti e delle perdite”. (b) La concorrenza fornisce disciplina in due modi diversi. In primo luogo, costringe le imprese a cercare il metodo di produzione con il più basso costo possibile per non rischiare di essere condotte al fallimento dalle imprese rivali. In secondo luogo, fa sì che i produttori non possano applicare un qualunque prezzo a loro piacimento. La concorrenza mantiene i prezzi a un livello tale per cui i ricavi totali coprono appena i costi totali incluso un profitto normale. Se i venditori applicassero un prezzo che consente loro di avere dei profitti economici positivi, nuove imprese entrerebbero nell’industria, facendo aumentare l’offerta e abbassando i prezzi finché i profitti non vengono eliminati. La concorrenza è indispensabile in questo ruolo, perché altrimenti sarebbe necessario qualche altro metodo per dirigere le imprese verso la tecnica produttiva dal costo più basso e per far sì che venga praticato un prezzo contraddistinto dal solo profitto normale. Laddove non esiste la concorrenza, come nel caso dei monopoli naturali o delle società che forniscono public utilities, è necessario che intervengano degli enti regolatori o delle società di proprietà pubblica nel ruolo di “vigilanti”. L’esperienza dimostra che questo è un processo difficile che non permette di conseguire gli stessi risultati con la facilità garantita da una situazione di mercato concorrenziale. 2-7 L’impresa continuerà a produrre, in quanto sta guadagnando un profitto economico pari a € 40. I ricavi totali di € 800 (= 400 x € 2) al netto dei costi totali di € 760 (= 5 x € 40 + 7 x € 60 + 2 x € 60 + 1 x € 20) danno un profitto di € 40. Se questa impresa rappresenta l’impresa tipo dell’industria in esame, un maggior numero di risorse entreranno nella produzione di pezzi di torta, in quanto altre imprese cercheranno di accaparrarsi parte dei profitti economici. 2-8 La ricerca del profitto fa sì che le imprese producano i beni e servizi dalla cui vendita si può trarre qualche profitto. I produttori hanno cercato e trovato la combinazione di risorse produttive che minimizza il costo per produrre il proprio output. Chi fornisce i fattori di produzione, motivato dalla ricerca di reddito, ha reso disponibili queste risorse. I consumatori, “votando” con i propri soldi, decidono infine che cosa continuerà a esser prodotto. 2-9 La distruzione creatrice si riferisce al processo con cui la creazione di nuovi prodotti e di tecniche di produzione innovative distrugge le posizioni di mercato conseguite delle imprese che si sono concentrate esclusivamente sulla produzione dei beni o servizi attuali o che impiegano metodi produttivi obsoleti. La qualità superiore e la maggiore capacità degli iPod ha provocato un declino dei lettori di CD portatili; in precedenza, lo stesso avvenne con i DVD e i CD che soppiantarono le cassette musicali, le quali, a propria volta, sostituirono i dischi in vinile. 2-10 Gli individui, agendo nel proprio auto-interesse e in risposta ai segnali di mercato, produrranno quei beni e servizi che massimizzano il loro benessere (reddito o utilità), e allo stesso tempo forniranno quei beni o servizi che sono maggiormente desiderati dalla società. 2-11 Nei mercati delle risorse, i proprietari dei fattori di produzione (le famiglie) vendono le proprie risorse produttive ai rispettivi acquirenti (le imprese). Nei mercati dei prodotti, le imprese vendono i beni e servizi che hanno prodotto ai rispettivi acquirenti (le famiglie). Essenziale di economia Stanley L. Brue, Campbell R. McConnell, Sean M. Flynn Copyright © 2010 – The McGraw-Hill Companies srl Le famiglie (gli individui) possiedono direttamente o indirettamente tutte le imprese. Le famiglie sono disposte a vendere le proprie risorse alle imprese in quanto il sistema dei prezzi rende loro vantaggioso farlo. Le imprese acquistano i fattori di produzione perché ne necessitano per realizzare beni e servizi. L’interazione tra acquirenti e venditori determina il prezzo di mercato di ciascuna risorsa produttiva. Nel mercato dei prodotti, le imprese sono i soggetti che vendono e le famiglie quelli che acquistano; i rispettivi ruoli di mercato sono dunque invertiti rispetto a quanto accade nel mercato delle risorse. Ciascun gruppo di unità economiche è attivo sia negli acquisti che nelle vendite. Il primo flusso è quello reale di beni e servizi (inclusi i fattori di produzione); il secondo è quello di denaro (reddito monetario, spesa per consumi, ricavi e costi di produzione).