Uasbec Diocesi di Cesena-Sarsina
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Note storiche da:
"Monumenti cesenati in cui si parla dei conventi di questa città"
di don Francesco Zarletti, nato a Cesena nell'anno 1822 e morto nel 1894
(a cura di Pietro Turci)
Premessa
Meditata è stata la decisione di non rispettare le convenzioni per la trascrizione di manoscritti, lasciando immutati errori sia di grammatica sia di
sintassi, punteggiatura, toponimi non più correnti, sigle, abbreviazioni e unità di misura.
La Chiesa di San Severo Vescovo, in seguito dei Santi Severo e Filippo
Ecco cio, che in proposito si ha dagli Statuti Capitolari: (qui locus, et Ecclesia S. Joannis videlicet) maximo
honore venerati debet in terra […] de Caelo Rex Regum prae omnibus nostris pertibus circumque positis,
praeter Metropolitanem […] Ravennatem Ecclesiam, mirifice Speciali privilegio decoravit; corporali enim
Specie sicut Columba Spiritus S. Descendit in […]: et orante devoto populo cum universo Clero, qui illuc
sum causa elijendi Pastorem convenerat, idem Spiritus Sanctus descendeus super Caput B. Severi Diaconi
Ecclesia Cesenae, […] antem Spe ctantibus, et praenimio stupore ed mirantibus cundem B. Severum Servum
[…] in suprae Cesenatis Ecclesiae Episcopium ordinavit […] Idem B. Severus in vita, et post mortem
copiosa et infinita miracula patravit.
In questo luogo dinominato fondo Noceto eravi un’antica chiesa Parrocchiale sotto il titolo di S. Severo. Ella
era tanto antica, che mai si potè rilevare la sua fondazione. Solo è da credersi, che sia poco posteriore alla
morte di S. Severo; poiché i Cesenati avendolo avuto in loro Pastore, ed essendo testimonj dè suoi prodigj,
dovevano senza dubbio professargli grande venerazione, per cui dovendosi erigere una nuova Parrocchia, la
volessero dedicata al medesimo in contemplazione dell’alta venerazione che gli professavano. Vero è, che
quando tutto il corpo della Città rinchiudevasi nella Murata, aveva sette subburghi assai popolati e vasti, che
li facevano vaga corona, e questi erano si ben disposti, che sembravano tanti raggi intorno ad una Stella, per
cui la pianta di Cesena formava una Stella, e talora si è denominata Stella. Fra questi Subborghi uno si
denominava di S. Severo, ed era appunto in Fondo Noceto, comprendendo quella parte, ov’è S. Filippo, ed
estendevasi inverso l’Osservanza, e S. Croce lungo la Cesuola, lo che ci porge motivo di crederla antica.
Aveva questa Parrocchia una vasta giurisdizione, estendendosi a tutta la Parrocchia delle Abbadesse quale
allora non esisteva, motivo per cui la elezione del Parroco delle Abbadesse spettava alli PP. dell’Oratorio, ed
alle Monache di S. Biagio, come dirassi parlando di quella Parrocchia. Questa chiesa ha avuto essa pure le
sue vicende. Dalla Cronaca Camaldolese rilevasi, che nell’anno 1221 da Opizzo S. Vitale Arcivescovo di
Ravenna fu data alli Monaci di Classe di Ravenna, quali la dovettero forse uffiziare insieme colla cura delle
anime, giacchè l’anno 1290 aveva il suo Rettore denominato Bonacasa, quale pagò alla Rom. Sede la
imposta Decima. Dagli Statuti Capitolari del 1555 si ha, che nel 1400 cadde insieme con molte altre Case
contigue, e parte di Città per cagione di grandi pioggie ed illuvione, quale poi fu fatta di nuovo essendo
Vescovo Cesenate Giacomo Saladino Ascolano. Fu forse in quest’occasione, e per questo motivo, che il di
Lei Rettore D. Bono del gm. Bartolo Pasolini Canonico colle debite facoltà alienò una pezza di terra silvata,
vignata posta in Parrocchia S. Tomà fondo Clusina di Torne. 8 del valore Lire 60, rogo Gio. Zannolini 5
Febbraro 1445. L’anno 1624 la Comune di Cesena, affine di contemplare la sua avita devozione al Prottettor
S. Severo, fece fare a sue Spese in da. Chiesa una Capella a Croce, ove fu collocato il Corpo di dto. Santo
portato in quella Chiesa fino dall’anno 1602. Questa Capella era vagamente dipinta, opera e fatica del Sig.
Francesco Masini Cesenate, all’intorno della Capella, e dell’Altare eranvi buoni Stucchi, e di sopra il
Cornicione dipinti li miracoli di S. Severo, e nelle vele li Santi oriundi di Cesena.
Il Sig. D. Giacomo Navacchia Parroco di S. Severo, ed aggregato alla Congregazione dei Santi Filippo e
Cecilia rinunciò alla medesima la sua chiesa di S. Severo, come dà rogiti Mariani Cancelle. Vescovile delli
27 Aprile 1681 ed allora la sudda. Congregazione passò in S. Severo. L’anno susseguente il Comune
incominciò a proseguire la principiosa Chiesa. Ed affine di non soccombere nella Spesa abbastanza
grandiosa, aveva fino dall’anno 1674 nella Seduta Consigliare delli 30 Aprile assegnata a pro della sudta.
Fabbrica sulle Gabelle la somma di Scudi 163 ogni biennio, e in tal modo compì l’incominciato lavoro. Il
disegno di questa Chiesa fu preso dalla gran Cuppula, o Capella fatto l’anno 1624 che eseguita dal suddto.
Fratello Pier Mattia Angelloni riuscì ottimamente. Finalmente fu compita col Legato di Scudi 1000 lasciati
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da D. Giacomo Evangelisti Vicario Generale dell’Emo. Denoff, che fu sepolto in dta. Chiesa. Questa chiesa
era a volto di una sola Nave circondata di molti e belli Pilastri, ornata di buoni stucchi, e nicchie ben
ordinate, ove si dovevano collocare i Santi Protettori della città. Aveva cinque buone Capelle, un’Organo
eccellente, cinque confessionali, ed una Tribuna bellissima con una Sagrestia insigne. Aveva pur’anche una
facciata di ottimo disegno, ma imperfetta. I Padri poi dell’Oratorio fabbricarono a proprie spese la Casa
d’abitazione contigua alla Chiesa. L’anno 1797 fu soppressa la Congregazione, chiusa la Chiesa, ed il Locale
con tutti i Beni fu avocato al publico Erario. L’anno 1800 fu riaperta la Chiesa, ed uffiziata dai medesimi
Padri dimoranti nelle loro Case. Finalmente l’anno 1810 fu nuovamente chiusa, e venduta con tutti gli effetti.
L’Organo fu comprato dal Sig. D. Vincenzo Cavradori Parroco di S. Pietro né Subborghi, la Sagrestia dal
Preposto Giuliano Mami, che la donò alla Cattedrale. Alcuni Confessionali dal Capitolo insieme colla
Tribuna. Il Corpo di S. Severo fu portato in Cattedrale, e la chiesa fu totalmente distrutta, e convertita in un
giardino.
Antichita’ Della Chiesa Di S. Severo Ridotta A Chiesa Di S. Filippo
Non è a meravigliare se la pietà dei Cesenati fosse splendida, e generosa verso il culto dei suoi Santi
Protettori massime nei primi secoli della Chiesa in cui era tutto zelo e fervore. S. Severo non fu il primo
Vescovo di Cesena, ma fu il primo Santo che tenne e regolò angelicamente questa Cattedra Pastorale, motivo
per cui dopo la sua preziosa morte meritò che gli fossero innalzate Chiese e Altari, il che certamente non si
sarebbe fatto, ne tampoco se lo sarebbero ascritto a Protettore se prima i Cesenati non fossero stati convinti
delle meravigliose grandezze, e stupendi miracoli che Iddio operava per mezzo del Suo Servo Severo. A noi
poco importa il precisare la Terra onde egli trasse l'Origine come pure di sanzionare il tempo preciso sia
della sua Ordinazione al Vescovato, come della sua partenza da questa terra al cielo, sarebbe lo stesso, che il
voler cozzare nelle misteriose tenebre dell'antichità per se stessa veneranda, ed aggiungere altri Ambrioni a
quelli che già sono stati detti, vedi il P. Zaccaria, Series Episcoporum Caesenatium. Certamente che fra le
Chiese più antiche di questa Città a cui fosse annessa la cura delle Anime quella di S. Severo Protettore
nostro venne sempre risguardata come una di quelle, siccome custodiva un tesoro su del quale altamente
andavano ambiziosi i Cesenati di possedere e quindi fa duopo andar persuasi, che a seconda dei tempi, e
delle ricchezze di allora consacrassero ogni loro fatica a rendere decoroso il Luogo che serviva di Sepolcro a
questo Eroe di Santità. E difficile il precisare prima del 1000 qual fosse la mole di questa Chiesa e a quali
vicissitudini andasse soggetta, mentre a creder mio due cose ritengo per sicure, cioè che la cura delle Anime
gli venisse molto posteriormente, e per imperversare dei tempi e dei Secoli non abbia mai detta Chiesa
cambiato posto, ma che sempre in detto Sito abbia esistito. L'anno 1296 quest'antichissima Chiesa di S.
Severo venne concessa ai Monaci di Classe di Ravenna essendo Arcivescovo Obizo San Vitali di Parma, così
nota la Cronaca Camaldolese. Era allora Vescovo di Cesena sua patria Mons. Leonardo II il quale si portò a
Ravenna insieme coi Vescovi di Sarsina e Forlinpopoli quali mediatori onde sedare le turbolenze che
regnavano fra le due Famiglie cioè dei Polentani e dei Traversari, e così ridonare la pace a quella Città. Così
si ha dal Rossi Storico Ravennate. Ma esistono ancora altre notizie di questa Chiesa di S. Severo più antiche
cioè del 1151 in cui Mons. Oddone primo di questo nome già Vescovo di Cesena insieme con l'Arcivescovo
di Ravenna Mosé di Vercelli confermò tutti i privilegi che erano stati elargiti al Capitolo dai suoi Antecessori
e di più donò ed ampliò questi medesimi aggiungendovi altri possedimenti fra i quali Ecclesiam S. Severi
cum omnibus, suis pertinentibus facendone un ampio Istrumento affinché fossero i Canonici della sua Chiesa
più propensi all'ottimo servizio della Chiesa al bene dei Fedeli a profitto delle anime loro. Ed in detto
Istrumento si fa anche menzione del nome che aveva detto Luogo, che si chiamava Fondo Noceto forse
perché in detto Luogo fra le molte quantità delle piante boschive il Noce vi primeggiava, atteso che per
essere tutta situata l'antica Città di Cesena sul colle Garampo, la pianura in gran parte incolta e soda, od
anche palustre era in balia di se stessa di vegetare or qua or là ciò che le tornava più a grado. Della prima
Chiesa di S. Severo già situata in detto luogo non si ha notizia perché rimane nella oscurità dei secoli sepolta,
solo si sa che esisteva questa Chiesa nell'anno 1300 già resa cadente per la sua vetustà, ma fatta in altra
forma e molto ben diversa giacché in allora sembra che detta Chiesa avesse forma di Basilica con suo
Sotterraneo ove si custodiva il Corpo di S. Severo ed anche avesse un Vestibolo coperto e ornato di colonne
e che detto luogo reso popolato da molti focolari venisse chiamata la Contrada di S. Severo; motivo per cui il
Capitolo di Cesena sotto la di cui giurisdizione detta Chiesa era situata nominava il Parroco che la doveva
ufficiare ed amministrare i Sacramenti alle circonvicine famiglie, siccome così e aveva fatto di altre Chiese
alla sua cura affidate. Che poi il detto Capitolo ne sia sempre stato assoluto padrone non è a credere
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avvegnaché i Pontefici e gli Imperatori esercitassero sui beni della Chiesa quella padronanza che veniva per
diritto loro concessa, sappiamo che prendevano da un sito e mettevano in un altro e così via discorrendo.
Quindi non fa meraviglia se questa Chiesa di S. Severo, con le sue pertinenze fosse data ad tempus da godere
ai Monaci di Classe di Ravenna come si ha dalla Cronaca Camaldolese. E da ciò viene molto ben spiegato
equivoco del volgo circa le famose Case di S. Severo, le quali case diceva fossero state fatte da S. Severo per
comodo degli indigenti, ma in ultima analisi non erano altro che bassi comodi, o rusticali che in origine
servivano ad uso di detti Monaci, che poi passato detto luogo un'altra volta nelle mani del Capitolo, ed
avendo ridotto ad uso di abitazione simili rusticali, non venivano affittate se non ché a dei poveri che non
pagavano mai il nolo, per cui il Capitolo non facendo mai pressione a quella povera gente, veniva invalsa
l'opinione e tenuta dal volgo come certa l'idea che S. Severo prima di morire lasciasse nel suo Testamento
quelle case per uso dei poverI. Nell'anno 1400 essendo Vescovo di Cesena Monsignor Giacomo Saladini di
Ascoli, ed essendo detta Chiesa di S. Severo in grande pericolo di cadere in causa della sua grande antichità
fu duopo si venisse a dei restauri, onde il Rettore della medesima D. Bono del quondam Bartolo Pasolini da
Cesena che era anche Canonico della Cattedrale col consenso del Preposto e dei Canonici della medesima
vendé onde sopperire alle spese un pezzo di Terra scelvata e vignata nella Parrocchia di S. Tommaso nel
fondo detto Clusina di Tor. 8 del valore di £ 60 per ciascuna dietro Rogo di Giovanni Zanolini Nottaro e
Cancelliere Vescovile sotto li 8 febbraio anno suddetto perché della Chiesa come abbiamo detto era sotto
l'immediata giurisdizione del Capitolo. Si vede che questi restauri non furono sufficienti ad impedire che
questa non cadesse, imperciòcché nell'anno 1440 nel mese di ottobre essendo Papa Eugenio IV e Vescovo di
Cesena Antonio Malatesta, questo Territorio di Cesena venne così mal ridotto dalle continue e dirotte piogge,
che poi furono seguite inondazioni così impetuose e veementi che molti fabbricati della Città giacevano sotto
le acque con pericolo di sprofondarsi, come avvenne a moltissime case e Torri ed anche qualche parte di
Mura della Città, né qui fini il castigo inperciòcché l'anno dopo seguì una Carestia così grande che il grano
andò a 10 Scudi. In questo sommergimento di quasi tutta la Città di Cesena la Chiesa di S. Severo rovinò
totalmente. Per la qual cosa il Corpo del nostro Beato S. Severo venne trasferito dal Luogo ove era sepolto e
portato con grande onore nella Cattedrale, e questa Traslazione avvenne li 24 febbraio dell'anno 1441. Come
si ha da alcuni Registri dell'Archivio di questo R. Capitolo essendo Vescovo il sopra nominato Antonio
Malatesta che in simili calamità e disgrazie diede prove non indubitate di carità non ordinaria. Se poi per i
restauri fatti assai prima a questa Chiesa di S. Severo al tempo di Monsignor Giacomo Saladini venisse fatta
altra Traslazione, che ciò è molto probabile questa certamente dovette seguire nella vecchia Cattedrale
perché la nuova non esisteva ancora, o appena erano tracciati i sui fondamenti perché detto Sig. Vescovo
Saladini fu il primo che mise mano a questa gran fabbrica della Cattedrale onde adempiere al Legato di
Galeotto Malatesta.
Descrizione Della Nuova Chiesa Di S. Severo
Certamente che il Capitolo di Cesena assieme col nostro Magistrato erano molto impegnati perché si venisse
ad un lavoro che dimenticasse nel popolo l'idea che questi nostri reggitori si fossero dimenticati affatto di S.
Severo come sembrava per la grande tardanza nell'accingersi all'opera. Nell'anno 1600 sino al 1624 venne
questa Chiesa fabbricata in forma di Croce greca non abbadando a fatiche, e spese perché riuscisse in tutte le
sue parti perfetta. Era questa Chiesa di S. Severo Protettore di Cesena assai bella e maestosa ornata di stucchi
e pitture di vaga e meravigliosa gaiezza fatte dal nobil uomo e Cavaliere Francesco Masini Cesenate il quale
anche assisté come ingegnere ed Architetto alla sua costruzione, che per averla detta Chiesa dipinta con
grande magnificenza gli venne affidato di fare altrettanto nell'antica Cupola di S. Maria del Monte dai
Monaci di quella Chiesa. Questa Chiesa di S. Severo che poi col successo del tempo servì come vedremo di
Altare Maggiore alla nuova Chiesa dei P. P. di S. Filippo era lunga dal corpo della Chiesa piedi 28 e larga
piedi 26 e nel centro di essa vi erano sei colonne tre da una parte e tre dall'altra prospicienti tutte di pietra e
binate attesa la grande forza che facevano nel sorreggere la mole sovrapposta. Queste venivano affidate per
mezzo di robuste chiavi di ferro ai muri laterali sotto delle quali chiavi sottentravano i contro pilastri della
stessa materia e robustezza, negli spazi dei quali cioè da un pilastro all'altro il muro era ornato da delle
nicchie messe in simmetria in n° di sei ma ad una certa distanza in causa delle due Cappelle laterali o sfondri
che venivano a formare la Croce Greca, e così finiva il primo Ordine di questa Chiesa che non superava di
altezza che piedi 21. Il secondo Ordine che poggiava sopra il Primo che non era altro che la base dell'alto
Cappellone fatto sulla simmetria di quello di S. Pietro di Roma, veniva poggiando i suoi pilastri a mezzo
rilievo sopra gli Arconi anzi detti, ma in forma ottagona restringendo così di molto la sottopposta base al
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Cappellone onde elevarlo a quella sua altezza che gli era stata prescritta, ed in questo Ottagono che la
chiamiamo Base del Cappellone eravi quattro finestre messe in simmetria ed altre quattro parimenti che
formavano nicchie con statue di stucco, e questo secondo Ordine era alto piedi 12 compreso il suo cornicione
di dietro il quale spiccavasi la gran Cupola che si andava sensibilmente restringendo conservando le otto
facciate della sua base, ed innalzavasi fino all'altezza di piedi 14 che terminava con un Cuppulino ossia
Lanternino alto piedi 7 riuscendo così detta Cupola maestosa e nobilissima. Le pitture del Masini che in gran
parte avevano contribuito a renderla gaia e maestosa rappresentavano i miracoli di S. Severo, e nelle quattro
vele di detto Cappellone vi dipinse i santi oriundi di Cesena. Questo bravo Pittore ad anche Architetto che
ebbe gran parte nel lavoro della nostra bellissima Fontana cercò che venisse in attività per la prima volta il
giorno della festa di S. Severo cioè li 7 di Luglio 1583. La Comunità di Cesena diede per questa Fabbrica
della Chiesa di S. Severo 5 mila Scudi.