Istituto Tecnico Industriale “A. Volta” Piscille - Perugia Classe IIA Anno scolastico 2002/2003 1 2 3 Presentazione L'area di Progetto è uno spazio didattico, a cui partecipano le varie discipline con un monte ore pari al 10% delle ore annuali. In questo ambito viene approfondito un argomento in modo specifico, realizzando un prodotto finale che documenti il lavoro svolto. Come area di progetto nell'anno scolastico 2002/2003, noi, studenti della classe II A del corso ordinario, abbiamo deciso di trattare “Il Sangue e la sua Donazione”, perché eravamo particolarmente interessati a comprendere questo argomento. Prima di incominciare il lavoro abbiamo stabilito gli obiettivi da raggiungere ed abbiamo costruito la scheda progettuale che ci ha guidato nella realizzazione di tutto il percorso, indicandoci le strategie da seguire o i correttivi da apportare al progetto. Per documentarci meglio abbiamo richiesto l’intervento di esperti, che ci hanno illustrato in maniera più dettagliata l'argomento in questione. 4 Scheda progettuale TEMATICA Il Sangue e la Sua Donazione TITOLO Un gesto… spaziale! DESTINATARI Tutte le componenti della scuola. FINALITA’ Far comprendere l’importanza del sangue e sensibilizzare alla donazione. OBIETTIVI q q q Conoscenza del sangue: composizione, funzione, circolazione. Principali patologie legate al sangue: ereditarie, infettive, degenerative. Donazione: importanza, requisiti, associazioni e centri specializzati, donazione in Umbria e in Perugia. METODO Lavoro individuale, lavoro di gruppo. PIANO DI LAVORO Lavoro di ricerca (individuale e a coppie a casa), divulgazione (in classe), lavoro di rielaborazione (in classe a gruppi), produzione materiale (collegiale). MEZZI E STRUMENTI Materiale bibliografico e multimediale, esperti, interviste, testimonianze. PRODOTTO FINALE Fascicolo documentativo, calendario, documentazione e divulgazione in collaborazione con l’ AVIS. TEMPI Anno scolastico (10% del monte ore da Gennaio a Maggio di tutte le discipline), 1 ora di scienze (il Lunedì) da Novembre a Maggio. VALUTAZIONE FINALE Qualità del prodotto realizzato da parte dell’ AVIS e del Consiglio di classe. 5 6 IL SANGUE E LE SUE CARATTERISTICHE Il sangue è un tessuto liquido situato nei vasi del sistema circolatorio. Esso viene classificato tra i tessuti connettivi essendo composto da elementi cellulari dispersi in una sostanza amorfa molto abbondante. Si presenta di colore rosso vivo quando è carico di ossigeno, mentre, appena ceduto l’ossigeno, è di colore rosso bluastro. Analizzando il sangue si nota che è formato da due componenti: una parte liquida chiamata plasma e una parte corpuscolata che comprende i globuli rossi, i globuli bianchi e le piastrine. 7 IL PLASMA Il plasma è una sostanza complessa costituita prevalentemente da acqua; in quantità minori sono presenti: Ø amminoacidi e loro polimeri, quali le proteine e gli enzimi; Ø sostanze inorganiche, quali il potassio, il cloruro, il carbonato e il bicarbonato di calcio; Ø glucidi e lipidi. Le principale proteine presenti nel plasma sono le albumine ed il loro compito è quello di mantenere costante la pressione osmotica del sangue e di controllare la diffusione delle sostanze. I GLOBULI ROSSI I globuli rossi o eritrociti hanno una forma tondeggiante con un diametro di circa 7,5 millesimi di mm.. La loro vita media è di circa tre mesi; quelli invecchiati o danneggiati vengono distrutti nel fegato e nella milza, mentre i nuovi vengono continuamente prodotti nel midollo osseo. In genere un eritrocita maturo, negli esseri umani e nei mammiferi, non possiede un nucleo, ma in alcune situazioni patologiche, per esempio nelle emorragie croniche, durante le quali avviene una produzione veloce di globuli rossi, alcuni di essi mantengono alcune parti del nucleo originale; in questi casi i globuli rossi prendono il nome di reticolociti. Il sangue prende il colore rosso grazie ad una proteina, chiamata emoglobina, la quale contiene ferro ed è presente negli eritrociti. 8 Questa proteina tende a legarsi con l’ossigeno formando l’ossiemoglobina che viene portata in tutti i tessuti del corpo, dove viene rilasciato l’ossigeno e prelevata l’anidride carbonica; quest’ultima, trasportata fino agli alveolo polmonari, viene eliminata durante la respirazione. LE PIASTRINE Le piastrine o trombociti non sono vere e proprie cellule, ma piccoli frammenti tondeggianti, privi di nucleo, che derivano da grosse cellule presenti nel midollo osseo. La loro principale funzione è di fermare le perdite di sangue nelle ferite. A tale scopo, esse si aggregano e liberano fattori che promuovono la coagulazione del sangue. Tra questi c’è la serotonina, che stimola la riduzione del calibro dei vasi lesionati rallentando così il flusso ematico. I LEUCOCITI O GLOBULI BIANCHI I globuli bianchi o leucociti sono incolori, di forma irregolare e in genere un po’ più grandi dei globuli rossi, ma assai meno numerosi. Sono dotati di nucleo ed hanno origine nel midollo osseo. Sono cellule incaricate della difesa dell’organismo e si dividono in tre categorie: granulociti, monociti e linfociti. Il termine granulociti è dovuto alla presenza di granuli di vario tipo nel loro citoplasma. Avendo tali formazioni una differente affinità verso i coloranti neutri, acidi e basici, fanno assumere al citoplasma un colore 9 diverso a seconda del reagente utilizzato. Tramite tale tecnica è possibile distinguere i granulociti in neutrofili, eosinofili e basofili. Granulociti e monociti difendono l’organismo da batteri e virus fagocitando le loro cellule; i linfociti, invece, agiscono in difesa dell’organismo producendo prevalentemente anticorpi. SANGUE Parte corpuscolata (46%) Plasma (54%) Globuli Rossi Globuli Bianchi Piastrine Acqua Proteine Na K Ca Mg Cl Fe 4,5 – 5.800.000 Per mm3 4– 10.000 Per nm3 150 – 350.000 Per mm3 80% 18% 340mg per 100cc 20mg per 100cc 10mg per 100cc 2,7mg per 100cc 370mg per 100cc 0,2mg per 100cc 10 Funzioni del sangue Funzione fondamentale del sangue è di fornire a tutte le cellule del corpo le sostanze nutritive e di eliminare le sostanze di rifiuto. Esso ha anche un ruolo importante nel mantenimento dell’omeostasi corporea. Esso svolge infatti diverse funzioni: • difesa dell’organismo contro le malattie e di riparazione delle ferite; • regolazione della concentrazione dell’acqua e degli ioni nei vari tessuti; • controllo del PH interno; • regolazione della temperatura corporea; • trasporto degli ormoni secreti dalle ghiandole endocrine. Trasporto dei gas I globuli rossi presenti nel sangue svolgono un ruolo fondamentale nel trasporto dei gas. Queste cellule contengono infatti un pigmento, l’emoglobina, che è una proteina complessa contenente ferro, tramite questa avviene il trasporto dell’ossigeno nell’organismo. Nei polmoni l’ossigeno si combina rapidamente con l’emoglobina, formando l’ossiemoglobina, che da’ al sangue un colore rosso vivo. Nei tessuti l’ossigeno viene rilasciato e l’anidride carbonica passa dalle cellule al sangue. Una piccola parte dell’anidride carbonica viene trasportata come tale disciolta nel plasma; una parte si combina con l’emoglobina dei globuli rossi; la maggior parte, infine, in presenza di un enzima contenuto nei globuli rossi, si combina rapidamente con l’acqua, formando lo ione bicarbonato (HCO3−). A livello dei polmoni l’anidride carbonica si libera dal sangue e viene allontanata attraverso la ventilazione polmonare. La difesa contro le lesioni Una difesa dell’organismo si attua attraverso quel processo che prende il nome di coagulazione, che richiede l’intervento iniziale delle piastrine. Quando si verifica una lesione a carico del sistema circolatorio, si scatenano nel sangue una serie di processi molto complessi, il cui risultato è appunto la coagulazione. La reazione finale consiste nella formazione di una proteina insolubile, chiamata fibrina, i cui filamenti formano una rete nella quale le cellule del sangue si vanno ad impigliare: si origina così il coagulo. 11 I Gruppi Sanguigni Nel 1900, un giovane medico austriaco, Karl Landsteiner, giunse alla conclusione che il sangue non è identico per tutti gli individui. In base al fatto che, spesso, mescolando il sangue di due persone si ha agglutinazione, ossia i globuli rossi si ammassano gli uni sugli altri. Egli scoprì che nella specie umana, il sangue può essere classificato in quattro gruppi diversi (A,B,AB e O). Nel sangue degli individui possono essere presenti sugli eritrociti due antigeni (A e B), detti agglutinogeni, in una delle tre possibili combinazioni (A, B, oppure AB) o possono essere del tutto assenti (0). Nel plasma sanguigno, invece, si possono avere due tipi di anticorpi naturali, detti agglutinine e indicati come anti-A e anti-B. Normalmente il siero di un individuo non contiene l’anticorpo diretto contro l’antigene presente sui globuli rossi, in quanto provocherebbe la loro agglutinazione. È per tale motivo che la donazione del sangue viene eseguita nel rispetto della compatibilità tra donatore e trasfuso. Come si determina il gruppo sanguigno: E' un operazione semplice anche se molto delicata. Il sangue viene esaminato con reagenti detti siero anti-A e anti-B. Se non si verifica alcuna reazione il sangue in esame appartiene al gruppo 0 (zero). Se invece si ha reazione solo con l'anti-A è del gruppo A Se reagisce con l'anti-B è del gruppo B Se abbiamo reazione con l'anti-A e l'anti-B è del gruppo AB. Compatibilità dei gruppi sanguigni - - 12 Individuo gruppo 0: può dare il sangue a tutti (universale), ma riceverlo solo dal suo. Individuo gruppo A: può dare il sangue ad A ed AB e riceverlo da A e da 0. Individuo gruppo B: può dare il sangue al B e all’AB e riceverlo da B e dallo 0. Individuo gruppo AB: può dare il sangue solo all’AB e riceverlo da tutti (universale). Circolazione sanguigna L’apparato circolatorio dell’uomo è costituito da un organo motore centrale, il cuore, e da vasi, arterie e vene. La circolazione sanguigna si effettua nello stesso senso ed è continua poiché il ritmo cardiaco, alternato, viene smorzato dall’elasticità delle arterie. La circolazione polmonare o piccola circolazione è formata dalle arterie che trasportano il sangue povero di ossigeno e da vene che trasportano il sangue ricco di ossigeno. Il sangue delle vene, povero di ossigeno, proviene dai diversi organi e viene riversato, mediante la vena cava, nell’atrio destro del cuore, da cui passa nel ventricolo destro. Il tronco polmonare porta sangue venoso dal ventricolo destro ai polmoni: lungo circa 5 cm, si divide nelle arterie polmonari destra e sinistra, che si diramano al rispettivo polmone decorrendo parallelamente alle vene polmonari e al bronco principale. Dopo essersi ossigenato nei capillari polmonari, il sangue passa nelle vene polmonari (due per polmone, superiore e inferiore) che lo portano all’atrio sinistro del cuore. Il sangue dall’atrio sinistro passa nel ventricolo sinistro, ne esce mediante l’aorta; quindi seguendo le successive ramificazioni dei vasi in arterie, arteriole e capillari, in cui la circolazione rallenta notevolmente, perviene 13 ai diversi organi. Attraverso i capillari arteriosi avviene lo scambio di ossigeno ed anidride carbonica a livello tissutale; il sangue refluo passa nei capillari venosi, quindi nelle vene che lo convogliano verso la vena cava e l’atrio destro ove ricomincia il ciclo (grande circolazione). La circolazione venosa è sostenuta fondamentalmente dalla pressione arteriosa residua. La circolazione del sangue è relativamente rapida, in quanto si valuta che in un’ora il sangue compie più di centoventi volte il giro del corpo. Il Cuore Il cuore è un organo cavo formati da un particolare tessuto muscolare, il miocardio, la cui funzione è quella di spingere il sangue e di farlo circolare nell’apparato circolatorio. Il cuore ha le dimensione del pugno di una mano ed è sistemato dietro lo sterno, ha una forma conica con la base rivolta verso l’alto. Esso è avvolto dal pericordio, un sacco con funzioni protettive formato da due membrane ed è collegato con la periferia tramite l’arteria aorta e altri vasi di grosso calibro. Il cuore è diviso in due sistemi paralleli e indipendenti, separati 14 tra loro da una valvola atrio-ventricolare: l’atrio e il ventricolo destro (in cui scorre sangue deossigenato) ed atrio e ventricolo sinistro (in cui scorre sangue ossigenato). Gli impulsi nervosi che provocano la contrazione del cuore hanno origine nel nodo senoatriale, situato nel setto che divide i due atri. Arterie Nel percorso dal cuore ai capillari periferici, il sangue attraversa le arterie elastiche, le arterie muscolari e le arteriole. Le arterie elastiche sono grossi vasi di diametro superiore a 2,5 cm, possono tollerare la notevole pressione prodotta ogni volta che si verifica la sistole ventricolare. Le arterie di medio calibro, chiamate anche arterie muscolari o di distribuzione, distribuiscono il sangue agli organi periferici, queste hanno un diametro di circa 0,4 cm.. le arteriose sono ancora più piccole di diametro e connettono le arterie muscolari alla rete capillare. Vene Le vene sono vasi che trasportano il sangue verso il cuore: perciò, ad eccezione delle vene polmonari (che trasportano sangue ricco di ossigeno dai polmoni all’atrio destro del cuore), tutte le vene trasportano sangue povero di ossigeno, dal caratteristico colore rosso cupo. Nelle vene si trova dal 50% al 60% del volume totale del sangue; qui la pressione è molto inferiore rispetto a quella che si misura nelle arterie ed il flusso sanguigno verso il cuore viene stimolato soprattutto dai movimenti dei muscoli e delle arterie adiacenti ai vasi venosi. Le vene, infatti, sono compartimentate da valvole a mezza luna che permettono il flusso sanguigno in una unica direzione (e cioè verso il cuore) e hanno una parete muscolare molto sottile e più dilatabile di quella delle arterie. La circolazione venosa avviene attraverso una successione di vasi con diametro progressivamente più largo: i capillari venosi, che si anastomizzano con i capillari arteriosi, confluiscono nelle venule che, a loro volta, formano vene sempre più grandi, fino a costruire le vene principali che portano il sangue al cuore. La vena cava, ad esempio, raccoglie il sangue venoso proveniente dal tronco, le giugulari quello proveniente dalla testa e le succlavie quello proveniente dalle braccia. 15 Pareti esterne Più spesse e più elastiche Presenza di valvole No Meno spesse e meno elastiche Sì ARTERIE VENE Si trovano in Profondità Si tagliano Restano aperte e bisogna ricucirle per arrestare l’emorragia Superficie Si chiudono facilmente da sole e l’emorragia in genere si ferma Capillari I capillari sono i soli vasi sanguigni le cui pareti permettono scambi tra il sangue e il circostante liquido interstiziale, dal momento che a differenza dei grossi vasi la parete capillare è limitata ad un unico strato, l’endotelio. Le cellule endoteliali sono estremamente piatte e talvolta hanno uno spessore di soli 1 – 2 micrometri. Molti capillari possiedono piccoli pori che sono chiusi da un sottile strato di membrane, lasciano passare piccole molecole e impediscono la fuoriuscita di sostanze di grosso peso molecolare, in particolare proteine. Essi, pertanto, svolgono la particolare funzione di filtrazione. La Pressione La pressione che il sangue esercita all’interno dei vasi, nei quali viene pompato per mezzo del cuore, non è uguale in tutto il sistema circolatorio, ma va da un massimo all’inizio delle arterie fino ad un minimo dei vasi capillari. Può variare a seconda del ciclo cardiaco: è massima durante la sistole (fase di contrazione) ed è minima durante la diastole (fase di rilasciamento). La differenza di queste due pressioni è detta differenziale o del polso. 16 LE PATOLOGIE DEL SANGUE 17 Malattie di tipo infettivo Le malattie infettive sono patologie causate da agenti eziologici di natura microbica e possono essere contagiose o non contagiose in base alla loro possibilità di trasferimento dal soggetto malato al sano. Nella trasmissione diretta, gli agenti patogeni si trasmettono per contatto diretto con il sangue o altri fluidi organici infetti; in quella indiretta essi sono trasportati al soggetto sano da vettori (organismi viventi quali insetti o altri animali) o veicoli (oggetti inanimati, quali aria, acqua, cibo…). Due gravi malattie infettive sono l’A.I.D.S. e le Epatiti B e C. Per A.I.D.S. si intende una condizione di immunodeficienza acquisita a livello cellulare, indotta da infezione da Hiv e predisposta allo sviluppo di infezioni opportunistiche e tumori. Sintomi della malattia sono: Due sono le modalità più diffuse di trasmissione dell’Immuno-deficienzaacquisita: • trasmissione ematica, quando c’è uno scambio di siringhe infette (tra i tossicodipendenti) o per l’uso di oggetti personali che possono provocare perdita di sangue (rasoi, spazzolini da denti, oggetti per manicure…) o per trasfusione con sangue infetto; • trasmissione sessuale, quando si hanno rapporti sessuali non protetti con soggetti infetti e/o sieropositivi. 18 Le persone più esposte al contagio sono dunque tutti coloro che adottano comportamenti a rischio: • I tossicodipendenti, per abitudine allo scambio di siringhe; • Gli omosessuali, per l’utilizzo di pratiche sessuali traumatiche; • Le prostitute, per la promiscuità dei rapporti sessuali; • Gli eterosessuali che non adottano mezzi di prevenzione del contagio ( non usando il profilattico o scegliendo partner sempre diversi); • I figli di madre infette. Invece per Epatite si intende l’infiammazione del fegato, generalmente dovuta a una forma infettiva acuta di origine virale. Si conoscono diversi tipi di epatite virale, causate da altrettanti ceppi infettivi; in genere dopo la guarigione gli individui diventano immuni al ceppo virale che ha causato la malattia, ma non ai virus responsabili delle altre forme di epatite. I virus dell'epatite hanno una particolare affinità per il tessuto epatico, a carico del quale provocano danni che si manifestano con sintomi diversi, il più caratteristico dei questi è l'ittero. L’Epatite B si trasmette per via ematica, per trasfusione di sangue infetto, per contaminazione di strumenti medici, chirurgici, odontoiatrici non adeguatamente sterilizzati, o attraverso contatto sessuale. Ha distribuzione mondiale, tende a cronicizzare ed è all'origine di molti tumori maligni del fegato. Ogni anno nel mondo l'epatite B causa oltre 250.000 decessi; l'incidenza maggiore è in Africa, Sud-Est asiatico, Alaska, Cina e Amazzonia. In caso di contatto accidentale con un ago contaminato dal virus, la somministrazione di anticorpi contro il virus riduce notevolmente le possibilità di contrarre la malattia. Oltre che nel sangue, il virus è presente anche in altri fluidi organici come lo sperma, il secreto vaginale, la saliva e le lacrime. La capacità infettante nel paziente con forma acuta, pur essendo elevata, si esaurisce rapidamente; vero serbatoio del virus è il soggetto con infezione cronica che si protrae per molti anni: in Italia il numero globale di portatori è valutato in oltre due milioni. Nel 1965 Baruch Blumberg, ricercatore statunitense, arrivò a identificare un componente virale chiamato antigene Australia, che permette di determinare se in un campione di sangue è presente il virus dell'epatite B. Tutte le sacche di sangue destinate alla trasfusione vengono oggi sottoposte di routine alla 19 ricerca dell'antigene Australia; in questo modo l'incidenza delle epatiti post-trasfusionali si è ridotta notevolmente. Conosciuta anche come epatite non-A non-B, l'Epatite C viene trasmessa in primo luogo tramite sangue o suoi derivati infetti, siringhe contaminate o, meno comunemente, da fluidi organici attraverso il contatto sessuale ed è la causa più comune delle epatiti posttrasfusionali. Circa metà degli affetti da epatite C possono presentare infezioni persistenti. 20 Patologie di tipo degenerativo Le leucemie Le leucemie sono un gruppo di malattie maligne neoplastiche del midollo osseo emopoietico, cioè del tessuto che origina tutte le cellule del sangue. Il termine Leucemia significa sangue bianco, cioè sangue ricchissimo di leucociti, ed è una malattia tumorale che interessa le cellule bianche del sangue. Esse derivano dalla trasformazione in senso maligno di una della cellule, che porta dalla cellula staminale ad un leucocita maturo: le cellule che ne derivano sono anomale. Le cause della trasformazione neoplastica dei leucociti restano in gran parte sconosciute. E' stato dimostrato che individui esposti a massicce dosi di radiazioni o sostanze chimiche (ad esempio il benzene) sono maggiormente esposti al rischio della malattia. Sintomi premonitori possono essere febbricola, anemia, pallore, perdita di peso, insolita debolezza, facile stancabilità, emorragie, ingrandimento dei linfonodi, aumento del volume del fegato e della milza. Inoltre si può avere perdita di funzioni specifiche di altri organi come il cervello ed i testicoli. La diagnosi viene effettuata con accurati esami microscopici effettuati sul sangue periferico e sul midollo osseo. Esistono vari tipi di leucemie: 1. leucemia linfoblastica acuta (LLA): colpisce maggiormente i maschi tra i 2 e i 4 anni: la maggiore parte dei malati ha un età inferire ai 10 anni. E' una malattia molto aggressiva e se non trattata, consente una sopravvivenza inferiore ai due mesi. 2. leucemia linfoblastica cronica (LLC): le persone che vengono colpite da questa malattia hanno di solito più di 50 anni e manifestano i sintomi in modo graduale. 3. leucemia mieloblastica acuta (LMA): è una delle forme di leucemia più frequenti e colpisce prevalentemente la popolazione maschile con età superiore ai 45 anni. 4. leucemia mieloidale cronica (LMC): Questa forma è meno frequente e colpisce prevalentemente le persone tra i 10 e i 50 anni. L'unica 21 possibile guarigione per tale forma di leucemia è il trapianto allogenico di midollo. Con questa terapia è possibile ottenere la scomparsa duratura anche del marchio molecolare della malattia. Negli ultimi anni sono stati fatti significativi progressi per ridurre i casi di mortalità post-trapianto, tanto che le possibilità di sopravvivenza hanno raggiunto livelli elevati. Quando il trapianto non è possibile, oppure è sconsigliabile, si fa ricorso ad altre terapie convenzionali, che non consentono, però, di ottenere attualmente la completa guarigione, ma solo il prolungamento della sopravvivenza del paziente. 22 Patologie di tipo ereditario Le malattie ereditarie sono dovute a mutazioni spesso puntiformi, che hanno alterato il DNA di una cellula sessuale (o gamete) e come conseguenza inducono errori a livello delle proteine, quali la mancata produzione di una proteina o l’alterazione della sua struttura. Nel nucleo delle cellule umane ci sono 46 cromosomi, tra loro omologhi due a due, che formano 23 coppie: dalla prima alla ventiduesima coppia sono uguali nei due sessi e vengono detti autonomi; quelli della ventitreesima coppia sono cromosomi sessuali e vengono detti eterocrmosomi. (nella femmina sono indicati da XX e nel maschio da XY). Quando gli individui presentano la stessa mutazione in entrambi i cromosomi della coppia (omozigosi), risultano affetti dalla patologia ereditaria; se, invece, la mutazione è presente solo su uno dei due cromosomi (eterozigosi), l’individuo può essere solo portatore. È per questo motivo che le malattie ereditarie sembrano talvolta scomparire per qualche generazione, ma ricompaiono quando si presenta di nuovo la combinazione omozigote. Le mutazioni localizzate sugli eterocromosomi danno malattie ereditarie legate al sesso o eterocromosomiche, mentre quelle non associate al sesso sono dette autosomiche. Due malattie di tipo ereditario del sangue sono: l’anemia falciforme e l’emofilia. Anemia falciforme L’anemia falciforme è una malattia ereditaria dei globuli rossi: negli individui sani i globuli rossi hanno la comune forma a disco, negli individui malati tutti gli eritrociti hanno la forma a falce, mentre nei "portatori sani" alcuni hanno la forma normale ed altri sono affetti. Le persone affette da questa malattia muoiono prima di avere figli, perché l’anemia falciforme "ostacola" il lavoro dell’emoglobina, sostanza che trasporta l’ossigeno. Si può pensare, quindi, che la selezione naturale impedisca il trasmettersi di questa malattia; ma purtroppo non è così, visto che la percentuale di malati è ancora abbastanza alta. Emofilia L'emofilia è una malattia ereditaria, trasmessa dai genitori ai figli, causata dalla mancanza di alcuni fattori della coagulazione necessari per la normale coagulazione del sangue. 23 Si conoscono due tipi di emofilia: l'emofilia A, causata da un deficit quantitativo e/o qualitativo del fattore VIII, e l'emofilia B, conosciuta anche come malattia di Christmas, causata da un deficit quantitativo e/o qualitativo del fattore IX. I fattori della coagulazione sono delle proteine presenti nel sangue (molti di essi sono prodotti dal fegato) ed hanno la funzione di contribuire a mantenere il sangue in condizioni di normale "fluidità": un loro aumento può causare una coagulazione eccessiva con il conseguente rischio di trombosi, mentre una loro diminuzione può predisporre ad emorragie. L'emofilia A e B sono trasmesse secondo modalità legate al sesso, poiché le mutazioni sono localizzate sul cromosoma X. Le donne, dato che possiedono due cromosomi X, anche se hanno ereditato un cromosoma emofiliaco da un genitore, sono protette dal cromosoma normale, per cui riescono a produrre una quantità di fattore VIII sufficiente per una normale emostasi. Nelle donne, pertanto, l'emofilia è molto rara e si presenta solo in caso di figlie nate da un padre emofiliaco ed una madre portatrice. I maschi hanno un cromosoma Y e, quando ereditano un cromosoma X emofiliaco dalla madre portatrice, manifestano la malattia in modo più o meno grave. Le possibilità di trasmissione dell’emofilia sono tre: 1. Padre emofiliaco e madre sana: ad ogni concepimento i maschi saranno sempre sani (ricevono il cromosoma Y dal padre ed un cromosoma X normale dalla madre); le figlie saranno sempre portatrici (ricevono sempre un cromosoma X normale dalla madre e l'altro cromosoma X, emofiliaco, dal padre). 2. Padre sano e madre portatrice: i figli maschi hanno il 50% di probabilità di essere emofiliaci (ricevono il cromosoma Y dal padre ed il cromosoma X normale o quello affetto dalla madre); le figlie avranno il 50% di probabilità di essere portatrici, poiché ricevono sempre il cromosoma X del padre ed il cromosoma normale o quello emofiliaco dalla madre. 3. Padre emofiliaco e madre portatrice: in questo caso anche le donne sarebbero ammalate, ma è un caso veramente eccezionale. 24 Una Donazione… per una vita 25 Importanza della DONAZIONE Un po’ di storia Intorno al 1971 il volontariato operò per sensibilizzare ad una donazione del sangue effettuata non in modo casuale ma periodico, anticipando di un ventennio gli ordinamenti del Ministero della Sanità. Immediatamente dopo la guerra Croce Rossa Italiana affrontò il gravissimo problema della mancanza di sangue nel nostro paese. Oggi la componente donatori di sangue della Croce Rossa Italiana viene strutturata con cariche elettive che prevedono 1 delegato nazionale,3 vice delegati nazionali (nonchè delegati regionali e di gruppo).Il gruppo principale dei donatori della Croce Rossa Italiana è quello di Roma, ove fanno capo oltre 283 gruppi aziendali, seguito ognuno da una responsabile, che non ha il compito di diffondere le conoscenze trasfusionali, ma anche tutte le notizie che al delegato vengono trasmesse. Intorno alla fine degli anni venti nacque un'altra associazione di volontariato per la sensibilizzazione alla donazione del sangue: l’AVIS. Agli inizi degli anni venti la donazione era ancora ai primi passi, veniva praticata solo da pochi esperti in cliniche o in alcuni ospedali che erano all’ avanguardia. Nel 1925 ad Ancona si tenne un convegno sulla trasfusione, che venne promosso dal professor Lorenzo Cappelletti insieme all’allievo Gualfardo Tonini, che affiancano un nucleo di donatori guidati da Antonio Paoletti. Vittorio Formentano nato nel 1895 a Firenze, figlio di un magistrato visse la sua infanzia e giovinezza girovagando in diverse città d’Italia a causa della professione paterna. Nel 1921 si laureò in medicina aprendo uno studio a Milano in via Moscova. Nel 1929 si crea ufficialmente l’AVIS; si era in piena età fascista, nel 1932 il regime mussoliniano chiede all’associazione di aggiungere una ‘’F’’ alla sigla, ma l’associazione rifiuta rispondendo che l’AVIS è un’operazione di muto soccorso, priva di colorazione politica. Durante la guerra l’AVIS invia flussi di sangue ovunque ma quando la guerra si sposta in Italia la propia attività diventa più frenetica. Nell’anno 1945, Vittorio Formentano è presidente dell’ AVIS per acclamazione, nel 1955 l’AVIS entra a far parte della FIODS . 26 Nel corso dell’ ultimo quarantennio, le grandi emergenze hanno visto l’associazione collaborare a fianco ad altre forme di volontariato. Oggi dopo oltre settanta anni dalla nascita dell’ associazione essa viene strutturata in articoli: -consiglio nazionale eletto ogni tre anni dall’ assemblea dei delegati (39 membri); -22 consigli regionali; -87 consigli provinciali; -2810 sezioni comunali, L’ AVIS è attivo in nove dipartimenti: -presidenza; -volontariato e interassociativo; -relazioni pubbliche e immagine; - segreteria; -amministrazioni; -coordinamento delle strutture regionali; -sviluppo dell’ effettivo; -promozione e documentazione; -problemi sanitari. Perché donare? Il sangue, che non può essere riprodotto in laboratorio, è un insostituibile mezzo terapeutico; ad esso non può essere attribuito un prezzo: può essere esclusivamente donato. Perché? La thalassemia più nota come anemia mediterranea (o morbo di Cooley) è dovuta all’ alterazione della sintesi dell’ emoglobina, che causa la distruzione dei globuli rossi nel midollo osseo molto profonde; con conseguenze allo scheletro osseo. Un talassemico deve ricevere periodicamente, talvolta anche ogni 10-15 gg. una o più sacche di emazie di gruppo sanguigno compatibile con il proprio. Un trapianto di fegato presuppone l’utilizzo di 60/80 unità di sangue ed emocomponenti per essere portato felicemente a termine . Un ustionato deve ricevere numerose unità di albumina oltre al plasma indispensabile per mantenerlo in vita. 27 Un emofilico senza una tempestiva somministrazione di fattore VIII della coagulazione, di cui è carente, non vedrebbe mai arrestarsi il flusso di sangue che fuoriesce anche da una piccola ferita. Una mortale infezione tetanica, conseguente ad un taglio o ad una ferita causata da un incidente sul lavoro o della strada, può essere evitata grazie ad un tempestiva iniezione di gammaglobuline anti-tetaniche. Nonostante i progressi tecnologici e scientifici, il sangue rappresenta ancora oggi una risorsa insostituibile nella terapia di molte malattie. Il sangue è indispensabile : nei servizi di primo soccorso e di emergenza urgenza, in interventi chirurgici e trapianti di organo, nella cura delle malattie oncologiche,nelle varie forme di anemia cronica. Il sangue è usufruibile da tutti, quindi è qualcosa che tutti dobbiamo donare. Donare sangue volontariamente e con consapevolezza permette di concretizzare la propria disponibilità verso gli altri, ma anche verso se stessi, poiché così facendo si alimenta un patrimonio collettivo di cui ciascuno può usufruire al momento del bisogno. In Italia attualmente non è stato ancora raggiunto l’obiettivo dell’autosufficienza nazionale: esistono profondi squilibri tra le diverse regioni del nostro Paese, per cui il divario fra la raccolta e il reale bisogno non trova compensazione creando uno stato di emergenza e di carenza continuo. Per sanarlo, l’unica strada percorribile è quella di sensibilizzare fortemente i cittadini nei confronti della donazione volontaria e periodica del sangue e dei suoi emocomponenti. La donazione non comporta rischi di alcun genere per la salute. Il sangue, infatti, è una fonte di energia rinnovabile ed è quindi possibile privarsene in parte senza che l’organismo ne risenta. Il donatore ha anche la possibilità di controllare periodicamente il proprio stato di salute. Donare il sangue, anonimamente, gratuitamente, volontariamente, periodicamente e responsabilmente, rappresenta oggi la maggior garanzia in termini di sicurezza trasfusionale. 28 REQUISITI DEL DONATORE Possono diventare donatori tutti coloro che hanno compiuto 18 anni, che hanno un peso corporeo non inferiore a 50 kg. e sono ritenuti idonei dal servizio trasfusionale. Per essere ammessi alla donazione si richiedono i sotto elencati requisiti fissati dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità)1 e dal Consiglio d’Europa2: Il donatore può presentarsi presso una qualsiasi sede AVIS e chiedere di iscriversi all’Associazione per poter donare il proprio sangue. Il candidato donatore verrà sottoposto a un colloquio preliminare e a una visita medica completa per verificare se vi siano controindicazioni alla donazione. Successive analisi di laboratorio confermeranno l’effettiva idoneità all’attività donazionale. Per il giudizio di idoneità esistono una serie di criteri, fissati da decreti ministeriali, raccomandazioni delle Società scientifiche,dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità)3 e dal Consiglio d’Europa4: • Età non inferiore a 18 anni; • Peso non inferiore a 50 kg; • Pressione arteriosa massima (sistolica) compresa fra 110 e 180 MM. Hg e minima (diastolica) fra 50 e 100 Hg; • Polso regolare con frequenza media fra 50 e 100 battiti al minuto; 1 OMS: è un organizzazione molto importante che lavora in stretta collaborazione con l’Alto Commissariato dei Diritti dell’uomo. 2 Consiglio d’Europa: difende i Diritti dell’uomo e della democrazia pluralista, favorisce la presa di coscienza e la messa in opera dell’identità culturale europea. Ricerca delle soluzioni ai problemi della sanità. 3 OMS: è un organizzazione molto importante che lavora in stretta collaborazione con l’Alto Commissariato dei Diritti dell’uomo. 4 Consiglio d’Europa: difende i Diritti dell’uomo e della democrazia pluralista, favorisce la presa di coscienza e la messa in opera dell’identità culturale europea. Ricerca delle soluzioni ai problemi della sanità. 29 • Tasso di emoglobina (misurato su un campione di sangue prelevato con digitopuntura5 eseguita prima del prelievo) non inferiore a 12,5 g/dl nella donna e a 13,5 nell’uomo; • Esame clinico mirato a valutare le condizioni generali di salute del donatore. • Non possono essere ammessi: i tossicodipendenti, gli alcolizzati, coloro che hanno avuto negli ultimi mesi rapporti sessuali a rischio o che siano stati a contatto con epatici, o abbiano soggiornato in zone malariche, siano stati vaccinati di recente contro le principali malattie, abbiano avuto trasfusioni, siano in cura e assumano medicamenti. • Esistono inoltre condizioni che controindicano solo temporaneamente la donazione, quali a titolo esemplificativo:gravidanza (fino ad un anno dal parto),alcune infezioni (bronchiti, ascessi, ecc.),interventi chirurgici,tatuaggi, agopuntura, piercing. Vi sono, inoltre, altri elementi ostativi di cui i donatori sono informati. La durata della donazione non supera, solitamente, i 15 minuti. Al termine vengono riempite oltre al contenitore di plastica, alcune provette che saranno utilizzate dal laboratorio del centro trasfusionale per eseguire la determinazione del gruppo sanguigno, del fattore RH e del fenotipo, gli esami obbligatori che tendono ad accertare se nel sangue ci siano, o ci siano stati virus apportatori si sifilide6, epatite7, AIDS8, e confermino il buon andamento della salute del donatore (emocromo, Ves, azotemia, creatinemia, glicemia, proteinemia, colesterolemia, trigliceridemia, sederemia, transaminasi ed altri eventuali a giudizio del medico che visita il donatore prima di ammetterlo al prelievo). Offerto il sangue, una piccola colazione ed una bevanda non alcolica è tutto ciò che spetta al donatore per l’atto di solidarietà compiuto. Il “grazie” dell’anonimo ricevente sarà comunque il miglior compenso. La massa liquida sottratta dall’organismo con la donazione si rimpiazza nel giro di poche ore; la parte corpuscolata si ricostituisce mediamente nel 5 Digitopuntura: Esame effettuato in base ad una puntura effettuata su un polpastrello e strisciando la seconda goccia di sangue su un vetrino. 6 Sifilide: è causata dal batterio Treponema pallidium. È una malattia complessa che causa vari sintomi nelle diverse fasi dell’infezioni. Se non viene curata, la sifilide può avere complicazioni molto serie. 7 Epatite B: è una malattia seria del fegato che è causata dal virus dell’epatite B. Essa è estremamente contagiosa e può essere trasmessa sessualmente e per contatto con sangue o liquidi del corpo infetti. 8 AIDS: (Sindrome da Immuno Deficienza Acquisita) è causata da un virus chiamato HIV. Questo virus infetta alcune cellule del nostro sistema immunitario, in particolare i linfociti T4. 30 giro di 40 giorni, grazie al continuo rinnovo di tutte le cellule dell’organismo umano, che avviene comunque, indipendemente dall’aver effettuato o meno prelievi di sangue. L’intervallo tra una donazione e l’altra è fissato, per legge, in 90 giorni. Il numero di volte in cui un individuo può offrire annualmente il proprio sangue viene stabilito dal medico in base all’età, al peso corporeo, al tasso di emoglobina, all’attività svolta e si traduce in “indice di donazione”. Se il donatore si presenta digiuno al centro trasfusionale, otterrà una maggiore attendibilità dei risultati degli esami di controllo eseguiti sul suo sangue. Si possono, tuttavia, assumere, prima della donazione, caffè o tè purché poco zuccherati. In base alla L.107/90 art. 13 “I donatori di sangue ed emocompenenti con rapporto di lavoro dipendente hanno diritto ad astenersi dal lavoro per l’intera giornata in cui effettuano la donazione conservando la normale retribuzione per l’intera giornata lavorativa”. Al donatore lavoratore dipendente spetta, per legge, una giornata di riposo post-trasfusionale, regolarmente retribuita, e gli studenti non frequentano la scuola. 31 I TIPI DI DONAZIONE DONAZIONE DI SANGUE INTERO Donazione sangue intero Il prelievo di sangue intero è assolutamente innocuo per il donatore e ha una durata di circa 5-8 minuti. Il volume massimo di sangue prelevato, stabilito per legge, è uguale a 450 centimetri cubici +/- il 10%. La tecnica più consolidata consiste nel prelevare il sangue intero immettendolo in apposite sacche di plastica. La durata di tale prelievo è di circa 10 minuti. Successivamente i suoi elementi (plasma, globuli rossi, globuli bianchi e piastrine) vengono separati attraverso un procedimento detto "frazionamento". Ormai da diversi anni si sono diffuse altre tecniche che permettono, attraverso l'uso di particolari macchinari, i separatori cellulari, di ottenere dal sangue del donatore soltanto quella componente ematica di cui si ha necessità, restituendogli contemporaneamente gli altri elementi. Ciascun separatore cellulare è in grado di centrifugare o filtrare istantaneamente il sangue che defluisce dal braccio del donatore trattenendo l'elemento ematico necessario. Si parla pertanto di plasmaferesi, se si raccoglie solo plasma; citoaferesi, se si raccolgono le cellule ed in particolare di piastrinoaferesi, se si raccolgono le piastrine. In tal modo è possibile disporre di maggior quantità di plasma da inviare al frazionamento o di concentrati piastrinici qualitativamente migliori per pazienti particolari (leucemia, trapianto di 32 midollo osseo, ecc.).La procedura per un prelievo in aferesi è semplice e innocua, anche se richiede un tempo maggiore. Sia nel caso di prelievo di sangue intero, che in quello in aferesi, il materiale utilizzato è monouso, sterilizzato e mantenuto tale in confezioni sottovuoto. Si garantisce così l’azzeramento del rischio di contagio per il donatore, poiché il sangue passa esclusivamente in un circuito chiuso. La quantità di sangue che mediamente viene sottratta durante il prelievo è fissata per decreto ministeriale in circa 450 centimetri cubi ±10%, quantità che non deve superare il 13% del sangue presente nell'organismo umano. L'intervallo tra una donazione di sangue intero e l'altra è di 90 giorni. L’uomo può donare 4 volte l’anno e la donna al massimo 2. Per i prelievi in aferesi gli intervalli e le quantità sono diversi e fissati per decreto ministeriale. Per ogni unità raccolta, sia essa di sangue intero, di plasma o di piastrine, vengono effettuati dei test di laboratorio, atti a valutarne l’idoneità a essere trasfusa (ricerca antigene del virus dell’epatite B, dell’anticorpo contro il virus dell’epatite C e dell’AIDS, sierologia per la sifilide, transaminasi, controllo del gruppo sanguigno, valore dell’emoglobina). Secondo le normative vigenti in campo trasfusionale infatti, nessuna unità può essere distribuita se non preventivamente testata per le evidenziabili malattie virali ad oggi trasmissibili. A questi, annualmente, si aggiungono ulteriori esami atti a tutelare la salute del donatore. Negli ultimi anni le tecniche di aferesi si sono affiancate al tradizionale frazionamento per la raccolta delle singole componenti del sangue. PLASMAFERESI La plasmaferesi è la donazione del solo plasma mediante procedimento di separazione o di filtrazione che avviene durante la stessa seduta di prelievo con immediata restituzione della parte corpuscolata (globuli e piastrine) al donatore. Si possono prelevare fino a 650 ml di plasma per singola donazione e, se inserito in un programma di plasmaferesi continuativa, il donatore può effettuare una seduta ogni 14 giorni. I requisiti di idoneità dei donatori di plasma sono uguali a quelli della donazione di sangue intero, anche se la plasmaferesi in realtà rappresenta una pratica globalmente più tollerata e più indicata per coloro che, per esempio le donne in età fertile, hanno valori di emoglobina e quantità di 33 globuli rossi inferiori alla norma, proprio perché queste componenti vengono restituite al donatore durante la stessa seduta, che dura poco più di mezz’ora. Plasmaferesi Il plasma raccolto viene immediatamente congelato e potrà essere conservato fino a 12 mesi. Da esso verranno estratte, mediante frazionamento industriale, albumina, immunoglobuline e fattori della coagulazione. CITOAFERESI Piastrinoaferesi La tipologia di citoaferesi più frequente è la piastrinoaferesi che permette il prelievo delle sole piastrine. Oltre ai requisiti necessari alla donazione di sangue intero, il donatore di piastrine dovrà avere un normale assetto emocoagulativo. Può essere effettuata con metodica di centrifugazione mediante alcuni cicli durante i quali l’apparecchiatura utilizzata separa la parte corpuscolata del sangue dal plasma; quest’ultimo viene raccolto in una sacca satellite in attesa di essere restituito al donatore. Dalla parte corpuscolata vengono estratte automaticamente a circuito chiuso, senza possibilità di contaminazione, le piastrine che si raccolgono in un’altra sacca. Il ciclo si conclude con la reinfusione al donatore del plasma dei 34 globuli rossi e dei globuli bianchi. A questo punto inizia il nuovo ciclo, fino al raggiungimento della quota desiderata di piastrine. Non si possono eseguire di norma più di 6 piastrinoaferesi l’anno. Tutto il procedimento dura circa un’ora e mezza. Le piastrine raccolte verranno utilizzate entro 5 giorni dal prelievo per la terapia di alcune gravi malattie come per esempio le leucemie, per i pazienti oncologici in chemioterapia e come supporto fondamentale nei trapianti di midollo osseo. DONAZIONE MULTIPLA DI EMOCOMPONENTI Grazie all’impiego di separatori cellulari è oggi possibile effettuare anche donazioni multiple di emocomponenti come ad esempio una eritroplasmaferesi (donazione di plasma e globuli rossi), una eritropiastrinoaferesi (donazione di globuli rossi e piastrine), una donazione di piastrine raccolta in due sacche, una plasmapiastrinoaferesi (donazione di plasma e piastrine) AUTOTRASFUSIONE L’autotrasfusione è una procedura trasfusionale che si realizza mediante predeposito, recupero perioperatorio, emodiluizione. Il più utilizzato è il predeposito, tecnica che consiste nel prelevare il sangue da un donatore che sarà anche lo stesso ricevente, allo scopo di compensare le perdite ematiche che si possono verificare nel corso di interventi chirurgici programmati. In questa situazione si provvede al prelievo di unità di sangue dal paziente, in fasi successive, fino a raggiungere la quantità prevedibilmente necessaria, alcuni giorni prima dell’intervento in modo da consentirne l’eventuale utilizzo. Il sangue così ottenuto viene conservato secondo le metodiche tradizionali e quindi restituito, in caso di necessità, durante l’operazione. I principali vantaggi dell’autotrasfusione consistono nell’eliminazione delle reazioni di incompatibilità e del rischio di trasmissione di malattie infettive; nella riduzione del rischio di immunizzazione da antigeni diversi, con possibili manifestazioni a distanza e nel considerevole risparmio di sangue che è possibile conseguire, soprattutto per quanto riguarda i gruppi più rari. 35 IL SANGUE ARTIFICIALE Un sostituto del sangue ad oggi non esiste. La ricerca è impegnata già dagli anni Cinquanta nello studio di modelli di sangue artificiale, ma i tentativi continuano a essere caratterizzati da scarso successo. Sono presenti sul mercato, o stanno per esservi introdotti, alcuni composti in grado di adempiere solo ad alcune funzioni del sangue naturale. Questo perché un sostituto del sangue deve essere in grado di soddisfare contemporaneamente alcuni requisiti fondamentali. Deve essere privo di tossicità, sterile e facilmente trasportabile, non deve scatenare una risposta immunitaria, e deve essere in grado di sostituire tutti i tipi di sangue. Tale sostanza deve anche rimanere in circolo fino a quando l’organismo abbia ripristinato il proprio sangue e successivamente poter essere escreta senza causare alcun effetto collaterale. La conservazione del sangue artificiale è molto difficile e dispendiosa: va mantenuto alla temperatura di 4 gradi Celsius e, ciò nonostante, conserva le sue caratteristiche al massimo per 42 giorni. A causa del volume di sostanza che dovrebbe essere somministrata a ciascun paziente, i ricercatori devono inoltre considerare i problemi di sicurezza legati al dosaggio; la maggior parte dei farmaci è infatti somministrata in milligrammi, mentre i sostituti del sangue a base di emoglobina verrebbero forniti in dosaggi variabili da 50 a 100 grammi. Ciò è dovuto al fatto che i sostituti ematici sono anche utilizzati per ripristinare il volume di sangue circolante, oltre che per la loro proprietà di trasportare ossigeno. Inoltre, non sono noti gli effetti a lungo termine di tali composti. Quelli in sperimentazione hanno mostrato tossicità nel breve periodo, causando ipertensione, blocco renale con danneggiamento dell’organo, tachicardia e dolori gastrointestinali. Poiché la maggior parte dei sostituti ematici verrebbe somministrata in situazioni di emergenza, sarà necessario dimostrare che i benefici immediati superino i rischi a lungo termine e quelli legati a un uso prolungato. 36 Ciascun tipo di sostituto del sangue presenta anche difficoltà intrinseche. I composti a base di perfluorocarburi possono provocare problemi di ritenzione e di tossicità, con un breve tempo di permanenza in circolo e con i rischi associati a un eccessivo rilascio di ossigeno. I derivati da sangue umano hanno l’inconveniente del reperimento del materiale di partenza. L’emoglobina ricombinante ottenuta con metodi di ingegneria genetica dovrà essere prodotta in quantitativi enormi per soddisfare solamente il 10% del fabbisogno degli Stati Uniti; tale produzione richiede strutture grandi e costose. Infine, i sostituti di derivazione bovina comportano il rischio di trasmettere encefalopatia spongiforme e forse anche altre malattie. Leggermente diverso è il problema di derivati del plasma. Infatti oggi l’ingegneria genetica consente di ottenere alcuni fattori della coagulazione di origine sintetica. In particolare sono stati ottenuti il Fattore VIII, il fattore di von Willebrand, il Fattore IX e il Fattore VII attivato. A fronte di un teorico vantaggio, in termini di riduzione dei possibili rischi di origine infettivologica, si contrappongono alcune difficoltà, quali l’elevato costo, la disponibilità limitata e, a quanto riportato in alcuni studi, una aumentata incidenza di inibitori del Fattore VIII superiore rispetto a quella rilevata nei pazienti trattati con plasmaderivati. AVIS ritiene quindi che sia prematuro parlare di fabbriche del sangue, anche per quanto concerne le cellule staminali, isolate per la prima volta di recente. La scoperta che apre la strada a numerose prospettive terapeutiche, tra le quali anche quella di sviluppare metodologie per produrre in laboratorio le cellule del sangue ad uso trasfusionale, è solo agli inizi e prima che tutto questo si concretizzi passeranno ancora diversi anni. La principale preoccupazione di AVIS è che l’eccessiva enfasi con la quale vengono divulgate queste notizie, tenda a disincentivare i numerosi donatori a svolgere la loro fondamentale opera di volontariato che permette di salvare ogni anno tante vite umane. 37 LE CELLULE STAMINALI (*) Le cellule staminali emopoietiche sono in grado di dare origine alle cellule mature del sangue: globuli bianchi (o leucociti), globuli rossi (o eritrociti) e piastrine. In altre parole le cellule staminali rappresentano le cellule progenitrici di tutti questi elementi che maturano e proliferano nel midollo osseo e confluiscono nel sangue periferico quando sono in grado di svolgere completamente la loro funzione. Le cellule staminali possiedono particolari proteine sulla loro membrana che le rendono riconoscibili; una di queste proteine è l’antigene CD 34. Con sistemi immunologici, che sfruttano la capacità di alcuni anticorpi di riconoscere l’antigene CD 34, è possibile isolare e concentrare le cellule staminali. Esistono ormoni e “fattori di crescita” che sono in grado di indirizzare una cellula staminale verso uno specifico prodotto finito: per esempio l’eritropoietina stimola fortemente la differenziazione verso la formazione dei globuli rossi. Tale fenomeno è ben riproducibile in laboratorio: cellule progenitrici incubate con una miscela di fattori di crescita ed eritropoietina in breve tempo acquisiscono la capacità di sintetizzare emoglobina, la principale proteina di trasporto dell’ossigeno, e quando questo accade, i gruppi di cellule assumono una colorazione rossastra. Una sfida per il futuro è ottenere in larga scala il maggior numero possibile di eritrociti attraverso procedimenti “di espansione” delle cellule staminali fino al raggiungimento di un prodotto utile al fine della trasfusione. Al momento, tuttavia, tale tecnologia non è disponibile e non lo sarà certamente in un prossimo futuro; di conseguenza la donazione di sangue intero, dal cui frazionamento si ottengono anche altri preziosi elementi come le piastrine e il plasma, è destinata a rimanere ancora a lungo insostituibile. (*) Testo elaborato dalla dottoressa Enrica Morra, primario divisione ematologia dell’Azienda Ospedaliera Niguarda Ca’ Granda di Milano in collaborazione con il dottor Roberto Cairoli, dirigente medico del Centro Trapianto di Midollo della stessa struttura. AVIS 38 Associazione Volontari Italiani Sangue STRUTTURA In Italia esistono molte associazioni e molti centri specializzati riguardanti la donazione del sangue. Una delle associazioni più importanti è l’AVIS che è organizzata su tutto il territorio nazionale, con strutture: Comunali o di Base, Provinciali , Regionali e Nazionale. Da oltre 70 anni dalla nascita, l’AVIS è strutturata in maniera articolata: 3000 AVIS comunali, 94 AVIS provinciali, 22 AVIS regionali (in Trentino Alto Adige sono presenti 2 sedi) e una AVIS nazionale. Il Consiglio Nazionale, organo principale eletto ogni tre anni dall’Assemblea dei Delegati, è formato da 45 membri che rappresentano tutte le regioni e le province autonome d’Italia. Anche in Svizzera è presente una sede AVIS fondata da emigranti italiani negli anni ’60. Tutte le attività sono regolate da uno Statuto e da un Regolamento associativo. Nello svolgere le proprie funzioni, l’Associazione si attiene alla legge quadro 107/90, che disciplina le attività relative al sangue e ai suoi componenti e alla produzione di plasmaderivati, ai relativi Decreti attuativi e alla legge sul volontariato 266/91 per la quale è iscritta agli appositi Albi Regionali. Aderisce al regime ONLUS, Dlgs 460/97 e partecipa, in regime di convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale, alla raccolta del sangue anche con proprie strutture e personale. L’ AVIS Nazionale si attiva in nove dipartimenti: Presidenza;Volontariato e interassociativo;Relazioni pubbliche e immagine; Segreteria;Amministrazione;Coordinamento delle strutture regionali; Sviluppo dell’ effettivo;Promozione e documentazione;Problemi sanitari. Gli Organi dell'AVIS sono: l'Assemblea, il Consiglio Direttivo, il Collegio dei Sindaci, l’Esecutivo, il Collegio dei Probiviri. Il messaggio che l’AVIS vuole trasmettere è che la donazione va intesa come un atto responsabile e cosciente invece che un’ azione di eroismo e sacrificio. Il compito primario dell’AVIS è quello di ottenere l’iscrizione di un numero di soci donatori adeguato alla necessità trasfusionali nazionali e di 39 fare un modo che tutto il sangue disponibile venga prelevato ed utilizzato proficuamente. Per perseguire ciò l’AVIS sviluppa tutti i livelli associativi ogni iniziativa per promuovere e coordinare il volontariato del sangue. Le varie attività svolte sono: • Svolge opera di stimolo della solidarietà attraverso il proselitismo e la propaganda a favore del dono del sangue e di emocomponenti. • Cura la chiamata dei donatori per l’effettuazione dei prelievi. • Partecipa alla programmazione e alla gestione dell’intero servizio trasfusionale in conformità al disposto della Legge 107/90 e sue applicazioni. • Contribuisce all’approfondimento tecnico, scientifico ed organizzativo dei problemi promozionali, organizzativi, trasfusionali ed immunoematologici anche in relazione al trapianto di organi e promuove l’informazione sulla donazione del midollo osseo, su ogni altra terapia alternativa e integrativa della emotrasfusione del sangue e sulle novità scientifiche immunotrasfusionali tra i propri associati. • Vigila per il migliore utilizzo e la distribuzione ottimale del sangue raccolto, degli emocomponenti e dei loro derivati nonché per un pronto utilizzo delle eccedenze. • Promuove e sviluppa attività di coordinamento tra le associazioni di volontariato e fra quelle del sangue in particolare per una maggiore diffusione dei valori della solidarietà e per un migliore impegno del volontariato, nell’ ambito delle competenze ad esso attribuite dalla legge. • Promuove e coordina, nel settore sociale sanitario, attività accessorie e complementari rispetto alla donazione ed alla raccolta del sangue. Dal 1955 l’AVIS è membro della F.I.O.D.S. (Fondazione internazionale organizzazione donatori sangue). Lo scopo fondamentale della F.I.O.D.S è quello di sviluppare nel mondo intero l’ideale del volontariato del sangue, ed è per questo che collabora con tutte le organizzazioni internazionali con competenza nel settore trasfusionale. La F.I.O.D.S. oggi ha sede a Monaco ed è costituita da 31 membri di diritto. Tra i compiti più importanti della F.I.O.D.S. sono da ricordare: • La promozione in tutti i Paesi del mondo del dono del sangue gratuito, volontario, anonimo e periodico. 40 • La cooperazione con gli organismi competenti per raggiungere in ogni paese, la sufficienza del sangue e dei suoi prodotti. • L’applicazione di misure e regole per garantire la sicurezza sia del donatore che del ricevente. • La lotta contro il commercio del sangue e di profitto sul sangue. • La partecipazione a studi e ricerche con le società scientifiche per le conoscenze delle tecniche trasfusionali. • L’ intervento verso le autorità governative al fine di attivare i processi di sensibilità e di promozione al dono volontario e gratuito del sangue. L’AVIS ha anche un proprio statuto associativo ,approvato il 31 Maggio 1998 in occasione della 62a Assemblea Nazionale in Vieste (FOGGIA), regolato da 24 articoli e tra questi i più importanti sono: Art. 1 - Costituzione - Denominazione - Sede 1.1 - L'AVIS - Associazione Nazionale Volontari Italiani del sangue Organizzazione non lucrativa di utilità sociale (Onlus) - costituita nel 1927 tra coloro che donano volontariamente, gratuitamente, periodicamente e anonimamente il proprio sangue, ha sede in Milano e svolge la propria attività nel settore socio-sanitario conformemente alla legge 11/8/91 n. 266. 1.2 - Per donazione di sangue si intende l'offerta gratuita di sangue intero o di una sua frazione. Art. 2 – Dono del sangue 2.1 - Il dono del sangue anonimo, gratuito, volontario, periodico e responsabile, costituisce un atto di umana solidarietà e dovere civico. 2.2 - Esso configura il donatore, promotore e partecipe di un primario servizio sociale, quale operatore della salute nell'ambito del Servizio Sanitario Nazionale. Art. 3 - Natura 3.1 - L'AVIS, riconosciuta con legge n° 49 del 20/02/1950, fonda la sua attività istituzionale ed associativa sui principi costituzionali della democrazia e della partecipazione sociale e sul volontariato quale elemento centrale e strumento insostituibile di solidarietà umana. 3.2 - E' apartitica, aconfessionale, non ammette discriminazioni di sesso, razza, lingua, nazionalità, religione, ideologia politica ed esclude qualsiasi fine di lucro e persegue finalità di solidarietà sociale. 41 Art. 4 - Scopi 4.1 - L'AVIS, in armonia con i fini istituzionali del servizio sanitario nazionale, concorre al loro raggiungimento, perseguendo i seguenti scopi: a. offerta del sangue da parte dei soci, senza vincoli sulla destinazione; b. promozione dell'informazione e della educazione al dono del sangue ed alla salute tra la popolazione con interventi a livello nazionale, regionale e locale; c. promozione e sviluppo della coscienza trasfusionale e del buon utilizzo del sangue; d. cooperazione al programma nazionale per il raggiungimento della autosufficienza ematica; e. gestione dei servizi tecnici nei limiti delle normative vigenti; f. cooperazione sul piano internazionale per lo sviluppo del volontariato; g. tutela la salute dei donatori contribuendo all'educazione sanitaria e favorendo la medicina preventiva; h. partecipazione ad altre associazioni e società aventi uno scopo analogo, accessorio e sussidiario, con le finalità proprie istituzionali. Art. 5 - Soci 5.1 - E' socio dell'AVIS chi dona periodicamente il proprio sangue, chi per ragioni di età o di salute ha cessato l'attività donazionale e partecipa con continuità all'attività associativa e chi, non effettuando donazioni, esplica con continuità funzioni non retribuite di riconosciuta validità nell'ambito associativo. Questi ultimi non potranno superare 1/6 dei donatori periodici di ciascuna AVIS di base. 5.2 - Sono equiparati ai Soci i membri delle altre Associazioni che, rette da norme non contrastanti con il presente Statuto ed avendo versato i contributi di cui all'art. 21, ottengono di essere parificate alle AVIS geograficamente competenti. 5.3 - Tutti i soci hanno diritto all'elettorato attivo e passivo. 5.4 - Tutte le prestazioni e le funzioni dei soci a favore dell'Associazione devono essere svolte gratuitamente. 42 L ‘AVIS in UMBRIA L'AVIS Regionale Umbria viene costituita nel 1972. Socio fondatore è Pasquarelli Adriano. Tuttavia un coordinamento delle attività delle AVIS della Regione.funzionava già da alcuni anni. Tuttavia un coordinamento delle attività delle AVIS della Regione.funzionava già da alcuni anni. L’AVIS Provinciale di Perugia viene costituita nel 1961. Soci fondatori sono:Donati Giuseppe, Innocenti Vincenzo, Paraventi Raffaele, Pasquarelli Adriano. L’AVIS Provinciale di Terni viene costituita nel 1952. Soci fondatori sono: Capuana Vincenzo, Coletti Carlo, Stella Gino. L’AVIS Comunale di Perugia viene costituita nel 1966. Soci fondatori sono Pasquarelli Adriano, Perfetti Alessandra. Attualmente l'AVIS Umbria conta: • 1 sede regionale • 2 sedi provinciali • 53 sezioni comunali • gruppi organizzati. L'AVIS ha una sua strutturazione democratica a partire dalla Sezione Comunale alla quale fanno capo i soci iscritti. E' socio dell'AVIS chi dona periodicamente il proprio sangue, chi per ragioni di età o di salute ha cessato la donazione ma partecipa con continuità alla attività associativa ed infine chi, pur non effettuando donazioni, esplica con continuità attività di volontariato nell'associazione. Situazione in Umbria Perugia Terni I SOCI sono nel 2002 19.956 PG. : 16.678 TR: 3.278 I DONATORI sono 19.050 PG. :15.786 TR: 3.264 Le DONAZIONI sono 27.320 PG. :23.248 TR: 4072 L'AVIS basa la propria attività su una organizzazione associativa molto capillare (è presente una sede AVIS quasi in ogni comune della regione). 43 Bibliografia Siti: www.avis.it www.benessere.com/salute/atlante/sangue.htm Libri ed enciclopedie: AVIS “La cittadinanza solidale” Enciclopedia computer “Encarta” AVIS “Donare il sangue” Ivo Neviani, “Scienze della terra e biologia” Sei “Atlante di anatomia” Giunti “Biologia” Principato “Biologia: diversità e unità dei viventi” Zanichelli 44 Protagonisti Alunno Corbucci Alessandro Bellagamba Nicola Bettollini Lorenzo Dionigi Luca Federici Alex Gelosia Michele Marcellini Giorgio Mercanti Michele Piagione Davide Piccio Claudio Porcari Andrea Sangiovanni Davide Sorci Gabriele Tiriduzzi Federico Topini Cristiano Vergaini Matteo Docente coordinatore: prof.ssa Simonetta Ercoli Docenti coinvolti: tutti i docenti del Consiglio di classe 45 Indice Calendario AVIS - Il Sangue è Vita Presentazione Scheda Progettuale Il Sangue: Composizione, funzione, circolazione Il Sangue le sue caratteristiche Funzioni del sangue I Gruppi Sanguigni Circolazione Sanguigna Patologie del Sangue Malattie di tipo infettivo Patologie di tipo degenerativo Patologie di tipo ereditario Una Donazione per una vita Importanza della donazione Requisiti del Donatore I tipi di donazione Il Sangue artificiale Le cellule Staminali Avis – Associazione Volontari Italiani Sangue L’Avis in Umbria Bibliografia Protagonisti 46 Pag. 2 Pag. 3 Pag. 4 Pag. 5 Pag. 6 Pag. 7 Pag. 11 Pag. 12 Pag. 13 Pag. 17 Pag. 18 Pag. 21 Pag. 23 Pag. 25 Pag. 26 Pag. 29 Pag. 32 Pag. 36 Pag. 38 Pag. 39 Pag. 41 Pag. 44 Pag. 45 Note ......................................................................................................................................... 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