Istituto Tecnico Industriale “A. Volta” Piscille

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Istituto Tecnico Industriale “A. Volta”
Piscille - Perugia
Classe IIA
Anno scolastico 2002/2003
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Presentazione
L'area di Progetto è uno spazio didattico, a cui partecipano le varie
discipline con un monte ore pari al 10% delle ore annuali. In questo ambito
viene approfondito un argomento in modo specifico, realizzando un
prodotto finale che documenti il lavoro svolto.
Come area di progetto nell'anno scolastico 2002/2003, noi, studenti
della classe II A del corso ordinario, abbiamo deciso di trattare “Il
Sangue e la sua Donazione”, perché eravamo particolarmente interessati
a comprendere questo argomento.
Prima di incominciare il lavoro abbiamo stabilito gli obiettivi da
raggiungere ed abbiamo costruito la scheda progettuale che ci ha guidato
nella realizzazione di tutto il percorso, indicandoci le strategie da seguire
o i correttivi da apportare al progetto.
Per documentarci meglio abbiamo richiesto l’intervento di esperti, che ci
hanno illustrato in maniera più dettagliata l'argomento in questione.
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Scheda progettuale
TEMATICA
Il Sangue e la Sua Donazione
TITOLO
Un gesto… spaziale!
DESTINATARI
Tutte le componenti della scuola.
FINALITA’
Far comprendere l’importanza del sangue e
sensibilizzare alla donazione.
OBIETTIVI
q
q
q
Conoscenza del sangue: composizione,
funzione, circolazione.
Principali patologie legate al sangue:
ereditarie, infettive, degenerative.
Donazione: importanza, requisiti,
associazioni e centri specializzati, donazione
in Umbria e in Perugia.
METODO
Lavoro individuale, lavoro di gruppo.
PIANO DI LAVORO
Lavoro di ricerca (individuale e a coppie a
casa), divulgazione (in classe), lavoro di
rielaborazione (in classe a gruppi), produzione
materiale (collegiale).
MEZZI E STRUMENTI
Materiale bibliografico e multimediale, esperti,
interviste, testimonianze.
PRODOTTO FINALE
Fascicolo documentativo, calendario,
documentazione e divulgazione in
collaborazione con l’ AVIS.
TEMPI
Anno scolastico (10% del monte ore da Gennaio
a Maggio di tutte le discipline), 1 ora di scienze
(il Lunedì) da Novembre a Maggio.
VALUTAZIONE
FINALE
Qualità del prodotto realizzato da parte dell’
AVIS e del Consiglio di classe.
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IL SANGUE E LE SUE CARATTERISTICHE
Il sangue è un tessuto liquido situato nei vasi del sistema circolatorio.
Esso viene classificato tra i tessuti connettivi essendo composto da
elementi cellulari dispersi in una sostanza
amorfa molto abbondante.
Si presenta di colore rosso vivo quando è
carico di ossigeno, mentre, appena ceduto
l’ossigeno, è di colore rosso bluastro.
Analizzando il sangue si nota che è
formato da due componenti: una parte
liquida chiamata plasma e una parte
corpuscolata che comprende i globuli rossi, i globuli bianchi e le piastrine.
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IL PLASMA
Il plasma è una sostanza complessa costituita prevalentemente da acqua;
in quantità minori sono presenti:
Ø amminoacidi e loro polimeri,
quali le proteine e gli
enzimi;
Ø sostanze inorganiche, quali
il potassio, il cloruro, il
carbonato e il bicarbonato
di calcio;
Ø glucidi e lipidi.
Le principale proteine presenti nel
plasma sono le albumine ed il loro
compito è quello di mantenere
costante la pressione osmotica del sangue e di controllare la diffusione
delle sostanze.
I GLOBULI ROSSI
I globuli rossi o eritrociti hanno una forma tondeggiante
con un diametro di circa 7,5 millesimi di mm.. La loro vita
media è di circa tre mesi; quelli invecchiati o danneggiati
vengono distrutti nel fegato e nella milza, mentre i nuovi
vengono
continuamente
prodotti nel midollo osseo.
In genere un eritrocita
maturo, negli esseri umani e
nei mammiferi, non possiede
un nucleo, ma in alcune
situazioni patologiche, per esempio nelle emorragie croniche, durante le
quali avviene una produzione veloce di globuli rossi, alcuni di essi
mantengono alcune parti del nucleo originale; in questi casi i globuli rossi
prendono il nome di reticolociti.
Il sangue prende il colore rosso grazie ad una proteina, chiamata
emoglobina, la quale contiene ferro ed è presente negli eritrociti.
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Questa proteina tende a legarsi con l’ossigeno formando l’ossiemoglobina
che viene portata in tutti i tessuti del corpo, dove viene rilasciato
l’ossigeno e prelevata l’anidride carbonica; quest’ultima, trasportata fino
agli alveolo polmonari, viene eliminata durante la respirazione.
LE PIASTRINE
Le piastrine o trombociti non sono vere e proprie cellule, ma piccoli
frammenti tondeggianti, privi di nucleo,
che derivano da grosse cellule presenti
nel midollo osseo.
La loro principale funzione è di fermare
le perdite di sangue nelle ferite. A tale
scopo, esse si aggregano e liberano
fattori che promuovono la coagulazione
del sangue. Tra questi c’è la serotonina,
che stimola la riduzione del calibro dei
vasi lesionati rallentando così il flusso
ematico.
I LEUCOCITI O GLOBULI BIANCHI
I globuli bianchi o leucociti sono incolori, di forma
irregolare e in genere un po’
più grandi dei globuli rossi,
ma assai meno numerosi.
Sono dotati di nucleo ed
hanno origine nel midollo
osseo.
Sono cellule incaricate della
difesa dell’organismo e si dividono in tre
categorie: granulociti, monociti e linfociti.
Il termine granulociti è dovuto alla presenza di granuli di vario tipo nel
loro citoplasma. Avendo tali formazioni una differente affinità verso i
coloranti neutri, acidi e basici, fanno assumere al citoplasma un colore
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diverso a seconda del reagente utilizzato. Tramite tale tecnica è possibile
distinguere i granulociti in neutrofili, eosinofili e basofili. Granulociti e
monociti difendono l’organismo da batteri e virus fagocitando le loro
cellule; i linfociti, invece, agiscono in difesa dell’organismo producendo
prevalentemente anticorpi.
SANGUE
Parte corpuscolata (46%)
Plasma (54%)
Globuli
Rossi
Globuli
Bianchi
Piastrine
Acqua
Proteine
Na
K
Ca
Mg
Cl
Fe
4,5 –
5.800.000
Per mm3
4–
10.000
Per nm3
150 – 350.000
Per mm3
80%
18%
340mg
per
100cc
20mg
per
100cc
10mg
per
100cc
2,7mg
per
100cc
370mg
per
100cc
0,2mg
per
100cc
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Funzioni del sangue
Funzione fondamentale del sangue è di fornire a tutte le cellule del corpo
le sostanze nutritive e di eliminare le sostanze di rifiuto. Esso ha anche
un ruolo importante nel mantenimento dell’omeostasi corporea. Esso
svolge infatti diverse funzioni:
• difesa dell’organismo contro le malattie e di riparazione delle ferite;
• regolazione della concentrazione dell’acqua e degli ioni nei vari tessuti;
• controllo del PH interno;
• regolazione della temperatura corporea;
• trasporto degli ormoni secreti dalle ghiandole endocrine.
Trasporto dei gas
I globuli rossi presenti nel sangue svolgono un ruolo fondamentale nel
trasporto dei gas. Queste cellule contengono infatti un pigmento,
l’emoglobina, che è una proteina complessa contenente ferro, tramite
questa avviene il trasporto dell’ossigeno nell’organismo. Nei polmoni
l’ossigeno si combina rapidamente con l’emoglobina, formando
l’ossiemoglobina, che da’ al sangue un colore rosso vivo. Nei tessuti
l’ossigeno viene rilasciato e l’anidride carbonica passa dalle cellule al
sangue. Una piccola parte dell’anidride carbonica viene trasportata come
tale disciolta nel plasma; una parte si combina con l’emoglobina dei globuli
rossi; la maggior parte, infine, in presenza di un enzima contenuto nei
globuli rossi, si combina rapidamente con l’acqua, formando lo ione
bicarbonato (HCO3−). A livello dei polmoni l’anidride carbonica si libera dal
sangue e viene allontanata attraverso la ventilazione polmonare.
La difesa contro le lesioni
Una difesa dell’organismo si attua attraverso quel processo che prende il
nome di coagulazione, che richiede l’intervento iniziale delle piastrine.
Quando si verifica una lesione a carico del sistema circolatorio, si
scatenano nel sangue una serie di processi molto complessi, il cui risultato
è appunto la coagulazione. La reazione finale consiste nella formazione di
una proteina insolubile, chiamata fibrina, i cui filamenti formano una rete
nella quale le cellule del sangue si vanno ad impigliare: si origina così il
coagulo.
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I Gruppi Sanguigni
Nel 1900, un giovane medico austriaco, Karl Landsteiner, giunse alla
conclusione che il sangue non è identico per tutti gli individui. In base
al fatto che, spesso, mescolando il sangue di due persone si ha
agglutinazione, ossia i globuli rossi si ammassano gli uni sugli altri.
Egli scoprì che nella specie umana, il sangue può essere classificato in
quattro gruppi diversi (A,B,AB e O).
Nel sangue degli individui possono essere presenti sugli eritrociti due
antigeni (A e B), detti agglutinogeni, in una delle tre possibili combinazioni
(A, B, oppure AB) o possono essere del tutto assenti (0). Nel plasma
sanguigno, invece, si possono avere due tipi di anticorpi naturali, detti
agglutinine e indicati come anti-A e anti-B. Normalmente il siero di un
individuo non contiene l’anticorpo diretto contro l’antigene presente sui
globuli rossi, in quanto provocherebbe la loro agglutinazione.
È per tale motivo che la donazione del sangue viene eseguita nel rispetto
della compatibilità tra donatore e trasfuso.
Come si determina il gruppo sanguigno:
E' un operazione semplice anche se molto delicata. Il sangue viene
esaminato con reagenti detti siero anti-A e anti-B.
Se non si verifica alcuna reazione il sangue in esame appartiene al gruppo
0 (zero).
Se invece si ha reazione solo con l'anti-A è del gruppo A
Se reagisce con l'anti-B è del gruppo B
Se abbiamo reazione con l'anti-A e l'anti-B è del gruppo AB.
Compatibilità dei gruppi sanguigni
-
-
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Individuo gruppo 0: può dare il sangue a
tutti (universale), ma riceverlo solo dal
suo.
Individuo gruppo A: può dare il sangue ad
A ed AB e riceverlo da A e da 0.
Individuo gruppo B: può dare il sangue al
B e all’AB e riceverlo da B e dallo 0.
Individuo gruppo AB: può dare il sangue
solo all’AB e riceverlo da tutti
(universale).
Circolazione sanguigna
L’apparato circolatorio dell’uomo è costituito da un organo motore
centrale, il cuore, e da vasi, arterie e vene.
La circolazione sanguigna si effettua nello stesso senso ed è continua
poiché il ritmo cardiaco, alternato, viene smorzato dall’elasticità delle
arterie.
La circolazione polmonare o piccola circolazione è formata dalle arterie
che trasportano il sangue povero di ossigeno e da vene che trasportano il
sangue ricco di ossigeno. Il sangue delle vene, povero di ossigeno, proviene
dai diversi organi e viene riversato, mediante la vena cava, nell’atrio
destro del cuore, da cui passa nel ventricolo destro. Il tronco polmonare
porta sangue venoso dal ventricolo destro ai polmoni: lungo circa 5 cm, si
divide nelle arterie polmonari destra e sinistra, che si diramano al
rispettivo polmone decorrendo parallelamente alle vene polmonari e al
bronco principale. Dopo essersi ossigenato nei capillari polmonari, il
sangue passa nelle vene polmonari (due per polmone, superiore e inferiore)
che lo portano all’atrio sinistro del cuore.
Il sangue dall’atrio sinistro passa nel ventricolo sinistro, ne esce mediante
l’aorta; quindi seguendo le successive ramificazioni dei vasi in arterie,
arteriole e capillari, in cui la circolazione rallenta notevolmente, perviene
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ai diversi organi. Attraverso i capillari arteriosi avviene lo scambio di
ossigeno ed anidride carbonica a livello tissutale; il sangue refluo passa
nei capillari venosi, quindi nelle vene che lo convogliano verso la vena cava
e l’atrio destro ove ricomincia il ciclo (grande circolazione). La
circolazione venosa è sostenuta fondamentalmente dalla pressione
arteriosa residua.
La circolazione del sangue è relativamente rapida, in quanto si valuta che
in un’ora il sangue compie più di centoventi volte il giro del corpo.
Il Cuore
Il cuore è un organo cavo formati da un particolare tessuto muscolare, il
miocardio, la cui funzione è quella di spingere il sangue e di farlo circolare
nell’apparato circolatorio.
Il cuore ha le dimensione del pugno di una mano ed è sistemato dietro lo
sterno, ha una forma conica con la base rivolta verso l’alto. Esso è avvolto
dal pericordio, un sacco con funzioni protettive formato da due membrane
ed è collegato con la periferia tramite l’arteria aorta e altri vasi di grosso
calibro. Il cuore è diviso in due sistemi paralleli e indipendenti, separati
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tra loro da una valvola atrio-ventricolare: l’atrio e il ventricolo destro (in
cui scorre sangue deossigenato) ed atrio e ventricolo sinistro (in cui
scorre sangue ossigenato).
Gli impulsi nervosi che provocano la contrazione del cuore hanno origine
nel nodo senoatriale, situato nel setto che divide i due atri.
Arterie
Nel percorso dal cuore ai capillari periferici, il sangue attraversa le
arterie elastiche, le arterie muscolari e le arteriole.
Le arterie elastiche sono grossi vasi di diametro superiore a 2,5 cm,
possono tollerare la notevole pressione prodotta ogni volta che si verifica
la sistole ventricolare. Le arterie di medio calibro, chiamate anche arterie
muscolari o di distribuzione, distribuiscono il sangue agli organi periferici,
queste hanno un diametro di circa 0,4 cm.. le arteriose sono ancora più
piccole di diametro e connettono le arterie muscolari alla rete capillare.
Vene
Le vene sono vasi che trasportano il sangue verso il cuore: perciò, ad
eccezione delle vene polmonari (che trasportano sangue ricco di ossigeno
dai polmoni all’atrio destro del cuore), tutte le vene trasportano sangue
povero di ossigeno, dal caratteristico colore rosso cupo.
Nelle vene si trova dal 50% al 60% del volume totale del sangue; qui la
pressione è molto inferiore rispetto a quella che si misura nelle arterie ed
il flusso sanguigno verso il cuore viene stimolato soprattutto dai
movimenti dei muscoli e delle arterie adiacenti ai vasi venosi. Le vene,
infatti, sono compartimentate da valvole a mezza luna che permettono il
flusso sanguigno in una unica direzione (e cioè verso il cuore) e hanno una
parete muscolare molto sottile e più dilatabile di quella delle arterie.
La circolazione venosa avviene attraverso una successione di vasi con
diametro progressivamente più largo: i capillari venosi, che si
anastomizzano con i capillari arteriosi, confluiscono nelle venule che, a
loro volta, formano vene sempre più grandi, fino a costruire le vene
principali che portano il sangue al cuore. La vena cava, ad esempio,
raccoglie il sangue venoso proveniente dal tronco, le giugulari quello
proveniente dalla testa e le succlavie quello proveniente dalle braccia.
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Pareti
esterne
Più spesse e
più elastiche
Presenza
di valvole
No
Meno spesse e
meno
elastiche
Sì
ARTERIE
VENE
Si trovano
in
Profondità
Si tagliano
Restano aperte e
bisogna ricucirle
per arrestare
l’emorragia
Superficie
Si chiudono
facilmente da sole e
l’emorragia in
genere si ferma
Capillari
I capillari sono i soli vasi sanguigni le cui pareti permettono scambi tra il
sangue e il circostante liquido interstiziale, dal momento che a differenza
dei grossi vasi la parete capillare è limitata ad un unico strato, l’endotelio.
Le cellule endoteliali sono estremamente piatte e talvolta hanno uno
spessore di soli 1 – 2 micrometri.
Molti capillari possiedono piccoli pori che sono chiusi da un sottile strato
di membrane, lasciano passare piccole molecole e impediscono la
fuoriuscita di sostanze di grosso peso molecolare, in particolare proteine.
Essi, pertanto, svolgono la particolare funzione di filtrazione.
La Pressione
La pressione che il sangue esercita all’interno dei vasi, nei quali viene
pompato per mezzo del cuore, non è uguale in tutto il sistema circolatorio,
ma va da un massimo all’inizio delle arterie fino ad un minimo dei vasi
capillari. Può variare a seconda del ciclo cardiaco: è massima durante la
sistole (fase di contrazione) ed è minima durante la diastole (fase di
rilasciamento). La differenza di queste due pressioni è detta
differenziale o del polso.
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LE PATOLOGIE DEL SANGUE
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Malattie di tipo infettivo
Le malattie infettive sono patologie causate da agenti eziologici di natura
microbica e possono essere contagiose o non contagiose in base alla loro
possibilità di trasferimento dal soggetto malato al sano. Nella
trasmissione diretta, gli agenti patogeni si trasmettono per contatto
diretto con il sangue o altri fluidi organici infetti; in quella indiretta essi
sono trasportati al soggetto sano da vettori (organismi viventi quali
insetti o altri animali) o veicoli (oggetti inanimati, quali aria, acqua, cibo…).
Due gravi malattie infettive sono l’A.I.D.S. e le Epatiti B e C.
Per A.I.D.S. si intende una condizione di immunodeficienza acquisita a
livello cellulare, indotta da infezione da Hiv e predisposta allo sviluppo di
infezioni opportunistiche e tumori. Sintomi della malattia sono:
Due sono le modalità più diffuse di trasmissione dell’Immuno-deficienzaacquisita:
• trasmissione ematica, quando c’è uno scambio di siringhe infette (tra i
tossicodipendenti) o per l’uso di oggetti personali che possono
provocare perdita di sangue (rasoi, spazzolini da denti, oggetti per
manicure…) o per trasfusione con sangue infetto;
• trasmissione sessuale, quando si hanno rapporti sessuali non protetti
con soggetti infetti e/o sieropositivi.
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Le persone più esposte al contagio sono dunque tutti coloro che adottano
comportamenti a rischio:
• I tossicodipendenti, per abitudine allo scambio di siringhe;
• Gli omosessuali, per l’utilizzo di pratiche sessuali traumatiche;
• Le prostitute, per la promiscuità dei rapporti sessuali;
• Gli eterosessuali che non adottano mezzi di prevenzione del contagio
( non usando il profilattico o scegliendo partner sempre diversi);
• I figli di madre infette.
Invece per Epatite si intende l’infiammazione del fegato, generalmente
dovuta a una forma infettiva acuta di origine virale. Si conoscono diversi
tipi di epatite virale, causate da altrettanti ceppi infettivi; in genere dopo
la guarigione gli individui diventano immuni al ceppo virale che ha causato
la malattia, ma non ai virus responsabili delle altre forme di epatite. I
virus dell'epatite hanno una particolare affinità per il tessuto epatico, a
carico del quale provocano danni che si manifestano con sintomi diversi, il
più caratteristico dei questi è l'ittero.
L’Epatite B si trasmette per via ematica, per trasfusione di sangue
infetto, per contaminazione di strumenti medici, chirurgici, odontoiatrici
non adeguatamente sterilizzati, o attraverso contatto sessuale. Ha
distribuzione mondiale, tende a cronicizzare ed è all'origine di molti
tumori maligni del fegato. Ogni anno nel mondo l'epatite B causa oltre
250.000 decessi; l'incidenza maggiore è in Africa, Sud-Est asiatico,
Alaska, Cina e Amazzonia. In caso di contatto accidentale con un ago
contaminato dal virus, la somministrazione di anticorpi contro il virus
riduce notevolmente le possibilità di contrarre la malattia. Oltre che nel
sangue, il virus è presente anche in altri fluidi organici come lo
sperma, il secreto vaginale, la saliva e le lacrime. La capacità
infettante nel paziente con forma acuta, pur essendo elevata, si
esaurisce rapidamente; vero serbatoio del virus è il soggetto con
infezione cronica che si protrae per molti anni: in Italia il numero
globale di portatori è valutato in oltre due milioni. Nel 1965 Baruch
Blumberg, ricercatore statunitense, arrivò a identificare un componente
virale chiamato antigene Australia, che permette di determinare se in un
campione di sangue è presente il virus dell'epatite B. Tutte le sacche di
sangue destinate alla trasfusione vengono oggi sottoposte di routine alla
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ricerca dell'antigene Australia; in questo modo l'incidenza delle epatiti
post-trasfusionali si è ridotta notevolmente.
Conosciuta anche come epatite non-A non-B, l'Epatite C viene trasmessa
in primo luogo tramite sangue o suoi derivati infetti, siringhe
contaminate o, meno comunemente, da fluidi organici attraverso il
contatto sessuale ed è la causa più comune delle epatiti posttrasfusionali. Circa metà degli affetti da epatite C possono presentare
infezioni persistenti.
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Patologie di tipo degenerativo
Le leucemie
Le leucemie sono un gruppo di malattie maligne neoplastiche del midollo
osseo emopoietico, cioè del tessuto che origina tutte le cellule del sangue.
Il termine Leucemia significa sangue bianco, cioè sangue ricchissimo di
leucociti, ed è una malattia tumorale che interessa le cellule bianche del
sangue. Esse derivano dalla trasformazione in senso maligno di una della
cellule, che porta dalla cellula staminale ad un leucocita maturo: le cellule
che ne derivano sono anomale.
Le cause della trasformazione neoplastica dei leucociti restano in gran
parte sconosciute. E' stato dimostrato che individui esposti a massicce
dosi di radiazioni o sostanze chimiche (ad esempio il benzene) sono
maggiormente esposti al rischio della malattia.
Sintomi premonitori possono essere febbricola, anemia, pallore, perdita di
peso, insolita debolezza, facile stancabilità, emorragie, ingrandimento dei
linfonodi, aumento del volume del fegato e della milza. Inoltre si può
avere perdita di funzioni specifiche di altri organi come il cervello ed i
testicoli. La diagnosi viene effettuata con accurati esami microscopici
effettuati sul sangue periferico e sul midollo osseo.
Esistono vari tipi di leucemie:
1. leucemia linfoblastica acuta (LLA): colpisce maggiormente i maschi
tra i 2 e i 4 anni: la maggiore parte dei malati ha un età inferire ai 10
anni. E' una malattia molto aggressiva e se non trattata, consente una
sopravvivenza inferiore ai due mesi.
2. leucemia linfoblastica cronica (LLC): le persone che vengono colpite
da questa malattia hanno di solito più di 50 anni e manifestano i sintomi
in modo graduale.
3. leucemia mieloblastica acuta (LMA): è una delle forme di leucemia più
frequenti e colpisce prevalentemente la popolazione maschile con età
superiore ai 45 anni.
4. leucemia mieloidale cronica (LMC): Questa forma è meno frequente e
colpisce prevalentemente le persone tra i 10 e i 50 anni. L'unica
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possibile
guarigione per tale forma di leucemia è il trapianto
allogenico di midollo. Con questa terapia è possibile ottenere la
scomparsa duratura anche del marchio molecolare della malattia. Negli
ultimi anni sono stati fatti significativi progressi per ridurre i casi di
mortalità post-trapianto, tanto che le possibilità di sopravvivenza
hanno raggiunto livelli elevati. Quando il trapianto non è possibile,
oppure è sconsigliabile, si fa ricorso ad altre terapie convenzionali, che
non consentono, però, di ottenere attualmente la completa guarigione,
ma solo il prolungamento della sopravvivenza del paziente.
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Patologie di tipo ereditario
Le malattie ereditarie sono dovute a mutazioni spesso puntiformi, che
hanno alterato il DNA di una cellula sessuale (o gamete) e come
conseguenza inducono errori a livello delle proteine, quali la mancata
produzione di una proteina o l’alterazione della sua struttura. Nel nucleo
delle cellule umane ci sono 46 cromosomi, tra loro omologhi due a due, che
formano 23 coppie: dalla prima alla ventiduesima coppia sono uguali nei
due sessi e vengono detti autonomi; quelli della ventitreesima coppia sono
cromosomi sessuali e vengono detti eterocrmosomi. (nella femmina sono
indicati da XX e nel maschio da XY).
Quando gli individui presentano la stessa mutazione in entrambi i
cromosomi della coppia (omozigosi), risultano affetti dalla patologia
ereditaria; se, invece, la mutazione è presente solo su uno dei due
cromosomi (eterozigosi), l’individuo può essere solo portatore. È per
questo motivo che le malattie ereditarie sembrano talvolta scomparire
per qualche generazione, ma ricompaiono quando si presenta di nuovo la
combinazione omozigote. Le mutazioni localizzate sugli eterocromosomi
danno malattie ereditarie legate al sesso o eterocromosomiche, mentre
quelle non associate al sesso sono dette autosomiche.
Due malattie di tipo ereditario del sangue sono: l’anemia falciforme e
l’emofilia.
Anemia falciforme
L’anemia falciforme è una malattia ereditaria dei globuli rossi: negli
individui sani i globuli rossi hanno la comune forma a disco, negli individui
malati tutti gli eritrociti hanno la forma a falce, mentre nei "portatori
sani" alcuni hanno la forma normale ed altri sono affetti. Le persone
affette da questa malattia muoiono prima di avere figli, perché l’anemia
falciforme "ostacola" il lavoro dell’emoglobina, sostanza che trasporta
l’ossigeno. Si può pensare, quindi, che la selezione naturale impedisca il
trasmettersi di questa malattia; ma purtroppo non è così, visto che la
percentuale di malati è ancora abbastanza alta.
Emofilia
L'emofilia è una malattia ereditaria, trasmessa dai genitori ai figli,
causata dalla mancanza di alcuni fattori della coagulazione necessari per
la normale coagulazione del sangue.
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Si conoscono due tipi di emofilia: l'emofilia A, causata da un deficit
quantitativo e/o qualitativo del fattore VIII, e l'emofilia B, conosciuta
anche come malattia di Christmas, causata da un deficit quantitativo e/o
qualitativo del fattore IX. I fattori della coagulazione sono delle
proteine presenti nel sangue (molti di essi sono prodotti dal fegato) ed
hanno la funzione di contribuire a mantenere il sangue in condizioni di
normale "fluidità": un loro aumento può causare una coagulazione
eccessiva con il conseguente rischio di trombosi, mentre una loro
diminuzione può predisporre ad emorragie.
L'emofilia A e B sono trasmesse secondo modalità legate al sesso, poiché
le mutazioni sono localizzate sul cromosoma X. Le donne, dato che
possiedono due cromosomi X, anche se hanno ereditato un cromosoma
emofiliaco da un genitore, sono protette dal cromosoma normale, per cui
riescono a produrre una quantità di fattore VIII sufficiente per una
normale emostasi. Nelle donne, pertanto, l'emofilia è molto rara e si
presenta solo in caso di figlie nate da un padre emofiliaco ed una madre
portatrice. I maschi hanno un cromosoma Y e, quando ereditano un
cromosoma X emofiliaco dalla madre portatrice, manifestano la malattia
in modo più o meno grave.
Le possibilità di trasmissione dell’emofilia sono tre:
1. Padre emofiliaco e madre sana: ad ogni concepimento i maschi
saranno sempre sani (ricevono il cromosoma Y dal padre ed un
cromosoma X normale dalla madre); le figlie saranno sempre portatrici
(ricevono sempre un cromosoma X normale dalla madre e l'altro
cromosoma X, emofiliaco, dal padre).
2. Padre sano e madre portatrice: i figli maschi hanno il 50% di
probabilità di essere emofiliaci (ricevono il cromosoma Y dal padre ed il
cromosoma X normale o quello affetto dalla madre); le figlie avranno il
50% di probabilità di essere portatrici, poiché ricevono sempre il
cromosoma X del padre ed il cromosoma normale o quello emofiliaco
dalla madre.
3. Padre emofiliaco e madre portatrice: in questo caso anche le donne
sarebbero ammalate, ma è un caso veramente eccezionale.
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Una Donazione…
per una vita
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Importanza della DONAZIONE
Un po’ di storia
Intorno al 1971 il volontariato operò per sensibilizzare ad una donazione
del sangue effettuata non in modo casuale ma periodico, anticipando di un
ventennio gli ordinamenti del Ministero della Sanità.
Immediatamente dopo la guerra Croce Rossa Italiana affrontò il
gravissimo problema della mancanza di sangue nel nostro paese.
Oggi la componente donatori di sangue della Croce Rossa Italiana viene
strutturata con cariche elettive che prevedono 1 delegato nazionale,3
vice delegati nazionali (nonchè delegati regionali e di gruppo).Il gruppo
principale dei donatori della Croce Rossa Italiana è quello di Roma, ove
fanno capo oltre 283 gruppi aziendali, seguito ognuno da una responsabile,
che non ha il compito di diffondere le conoscenze trasfusionali, ma anche
tutte le notizie che al delegato vengono trasmesse.
Intorno alla fine degli anni venti nacque un'altra associazione di
volontariato per la sensibilizzazione alla donazione del sangue: l’AVIS.
Agli inizi degli anni venti la donazione era ancora ai primi passi, veniva
praticata solo da pochi esperti in cliniche o in alcuni ospedali che erano
all’ avanguardia. Nel 1925 ad Ancona si tenne un convegno sulla
trasfusione, che venne promosso dal professor Lorenzo Cappelletti
insieme all’allievo Gualfardo Tonini, che affiancano un nucleo di donatori
guidati da Antonio Paoletti.
Vittorio Formentano nato nel 1895 a Firenze, figlio di un magistrato visse
la sua infanzia e giovinezza girovagando in diverse città d’Italia a causa
della professione paterna.
Nel 1921 si laureò in medicina aprendo uno studio a Milano in via Moscova.
Nel 1929 si crea ufficialmente l’AVIS; si era in piena età fascista, nel
1932 il regime mussoliniano chiede all’associazione di aggiungere una ‘’F’’
alla sigla, ma l’associazione rifiuta rispondendo che l’AVIS è un’operazione
di muto soccorso, priva di colorazione politica. Durante la guerra l’AVIS
invia flussi di sangue ovunque ma quando la guerra si sposta in Italia la
propia attività diventa più frenetica.
Nell’anno 1945, Vittorio Formentano è presidente dell’ AVIS per
acclamazione, nel 1955 l’AVIS entra a far parte della FIODS .
26
Nel corso dell’ ultimo quarantennio, le grandi emergenze hanno visto
l’associazione collaborare a fianco ad altre forme di volontariato.
Oggi dopo oltre settanta anni dalla nascita dell’ associazione essa viene
strutturata in articoli:
-consiglio nazionale eletto ogni tre anni dall’ assemblea dei delegati (39
membri);
-22 consigli regionali;
-87 consigli provinciali;
-2810 sezioni comunali,
L’ AVIS è attivo in nove dipartimenti:
-presidenza;
-volontariato e interassociativo;
-relazioni pubbliche e immagine;
- segreteria;
-amministrazioni;
-coordinamento delle strutture regionali;
-sviluppo dell’ effettivo;
-promozione e documentazione;
-problemi sanitari.
Perché donare?
Il sangue, che non può essere riprodotto in laboratorio, è un insostituibile
mezzo terapeutico; ad esso non può essere attribuito un prezzo: può
essere esclusivamente donato.
Perché?
La thalassemia più nota come anemia mediterranea (o morbo di Cooley) è
dovuta all’ alterazione della sintesi dell’ emoglobina, che causa la
distruzione dei globuli rossi nel midollo osseo molto profonde; con
conseguenze allo scheletro osseo.
Un talassemico deve ricevere periodicamente, talvolta anche ogni 10-15
gg. una o più sacche di emazie di gruppo sanguigno compatibile con il
proprio.
Un trapianto di fegato presuppone l’utilizzo di 60/80 unità di sangue ed
emocomponenti per essere portato felicemente a termine .
Un ustionato deve ricevere numerose unità di albumina oltre al plasma
indispensabile per mantenerlo in vita.
27
Un emofilico senza una tempestiva somministrazione di fattore VIII
della coagulazione, di cui è carente, non vedrebbe mai arrestarsi il flusso
di sangue che fuoriesce anche da una piccola ferita.
Una mortale infezione tetanica, conseguente ad un taglio o ad una ferita
causata da un incidente sul lavoro o della strada, può essere evitata
grazie ad un tempestiva iniezione di gammaglobuline anti-tetaniche.
Nonostante i progressi tecnologici e scientifici, il sangue rappresenta
ancora oggi una risorsa insostituibile nella terapia di molte malattie.
Il sangue è indispensabile : nei servizi di primo soccorso e di
emergenza urgenza, in interventi chirurgici e trapianti di organo, nella
cura delle malattie oncologiche,nelle varie forme di anemia cronica.
Il sangue è usufruibile da tutti, quindi è qualcosa che tutti
dobbiamo donare.
Donare sangue volontariamente e con consapevolezza permette di
concretizzare la propria disponibilità verso gli altri, ma anche verso se
stessi, poiché così facendo si alimenta un patrimonio collettivo di cui
ciascuno può usufruire al momento del bisogno.
In Italia attualmente non è stato ancora raggiunto l’obiettivo
dell’autosufficienza nazionale: esistono profondi squilibri tra le diverse
regioni del nostro Paese, per cui il divario fra la raccolta e il reale bisogno
non trova compensazione creando uno stato di emergenza e di carenza
continuo. Per sanarlo, l’unica strada percorribile è quella di sensibilizzare
fortemente i cittadini nei confronti della donazione volontaria e periodica
del sangue e dei suoi emocomponenti.
La donazione non comporta rischi di alcun genere per la salute.
Il sangue, infatti, è una fonte di energia rinnovabile ed è quindi possibile
privarsene in parte senza che l’organismo ne risenta.
Il donatore ha anche la possibilità di controllare periodicamente il proprio
stato di salute.
Donare il sangue, anonimamente, gratuitamente, volontariamente,
periodicamente e responsabilmente, rappresenta oggi la maggior garanzia
in termini di sicurezza trasfusionale.
28
REQUISITI DEL DONATORE
Possono diventare donatori tutti coloro che hanno compiuto 18 anni, che
hanno un peso corporeo non inferiore a 50 kg. e sono ritenuti idonei dal
servizio trasfusionale.
Per essere ammessi alla donazione si richiedono i sotto elencati requisiti
fissati dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità)1 e dal Consiglio
d’Europa2:
Il donatore può presentarsi presso una qualsiasi sede AVIS e chiedere di
iscriversi all’Associazione per poter donare il proprio sangue.
Il candidato donatore verrà sottoposto a un
colloquio preliminare e a una visita medica
completa
per
verificare
se
vi
siano
controindicazioni alla donazione. Successive analisi
di laboratorio confermeranno l’effettiva idoneità
all’attività donazionale.
Per il giudizio di idoneità esistono una serie di
criteri,
fissati
da
decreti
ministeriali,
raccomandazioni delle Società scientifiche,dall’OMS (Organizzazione
Mondiale della Sanità)3 e dal Consiglio d’Europa4:
• Età non inferiore a 18 anni;
• Peso non inferiore a 50 kg;
• Pressione arteriosa massima (sistolica) compresa
fra 110 e 180 MM. Hg e minima (diastolica) fra 50
e 100 Hg;
• Polso regolare con frequenza media fra 50 e 100
battiti al minuto;
1
OMS: è un organizzazione molto importante che lavora in stretta collaborazione con l’Alto Commissariato dei Diritti
dell’uomo.
2
Consiglio d’Europa: difende i Diritti dell’uomo e della democrazia pluralista, favorisce la presa di coscienza e la
messa in opera dell’identità culturale europea. Ricerca delle soluzioni ai problemi della sanità.
3
OMS: è un organizzazione molto importante che lavora in stretta collaborazione con l’Alto Commissariato dei Diritti
dell’uomo.
4
Consiglio d’Europa: difende i Diritti dell’uomo e della democrazia pluralista, favorisce la presa di coscienza e la
messa in opera dell’identità culturale europea. Ricerca delle soluzioni ai problemi della sanità.
29
• Tasso di emoglobina (misurato su un campione di sangue prelevato con
digitopuntura5 eseguita prima del prelievo) non inferiore a 12,5 g/dl
nella donna e a 13,5 nell’uomo;
• Esame clinico mirato a valutare le condizioni generali di salute del
donatore.
• Non possono essere ammessi: i tossicodipendenti, gli alcolizzati, coloro
che hanno avuto negli ultimi mesi rapporti sessuali a rischio o che siano
stati a contatto con epatici, o abbiano soggiornato in zone malariche,
siano stati vaccinati di recente contro le principali malattie, abbiano
avuto trasfusioni, siano in cura e assumano medicamenti.
• Esistono inoltre condizioni che controindicano solo temporaneamente la
donazione, quali a titolo esemplificativo:gravidanza (fino ad un anno dal
parto),alcune
infezioni
(bronchiti,
ascessi,
ecc.),interventi
chirurgici,tatuaggi, agopuntura, piercing.
Vi sono, inoltre, altri elementi ostativi di cui i donatori sono informati.
La durata della donazione non supera, solitamente, i 15 minuti. Al termine
vengono riempite oltre al contenitore di plastica, alcune provette che
saranno utilizzate dal laboratorio del centro trasfusionale per eseguire la
determinazione del gruppo sanguigno, del fattore RH e del fenotipo, gli
esami obbligatori che tendono ad accertare se nel sangue ci siano, o ci
siano stati virus apportatori si sifilide6, epatite7, AIDS8, e confermino il
buon andamento della salute del donatore (emocromo, Ves, azotemia,
creatinemia, glicemia, proteinemia, colesterolemia, trigliceridemia,
sederemia, transaminasi ed altri eventuali a giudizio del medico che visita
il donatore prima di ammetterlo al prelievo).
Offerto il sangue, una piccola colazione ed una bevanda non alcolica è
tutto ciò che spetta al donatore per l’atto di solidarietà compiuto.
Il “grazie” dell’anonimo ricevente sarà comunque il miglior compenso. La
massa liquida sottratta dall’organismo con la donazione si rimpiazza nel
giro di poche ore; la parte corpuscolata si ricostituisce mediamente nel
5
Digitopuntura: Esame effettuato in base ad una puntura effettuata su un polpastrello e strisciando la seconda goccia di
sangue su un vetrino.
6
Sifilide: è causata dal batterio Treponema pallidium. È una malattia complessa che causa vari sintomi nelle diverse
fasi dell’infezioni. Se non viene curata, la sifilide può avere complicazioni molto serie.
7
Epatite B: è una malattia seria del fegato che è causata dal virus dell’epatite B. Essa è estremamente contagiosa e può
essere trasmessa sessualmente e per contatto con sangue o liquidi del corpo infetti.
8
AIDS: (Sindrome da Immuno Deficienza Acquisita) è causata da un virus chiamato HIV. Questo virus infetta alcune
cellule del nostro sistema immunitario, in particolare i linfociti T4.
30
giro di 40 giorni, grazie al continuo rinnovo di tutte le cellule
dell’organismo umano, che avviene comunque, indipendemente dall’aver
effettuato o meno prelievi di sangue.
L’intervallo tra una donazione e l’altra è fissato, per legge, in 90
giorni. Il numero di volte in cui un individuo può offrire annualmente il
proprio sangue viene stabilito dal medico in base all’età, al peso
corporeo, al tasso di emoglobina, all’attività svolta e si traduce in
“indice di donazione”.
Se il donatore si presenta digiuno al centro trasfusionale, otterrà una
maggiore attendibilità dei risultati degli esami di controllo eseguiti sul
suo sangue. Si possono, tuttavia, assumere, prima della donazione, caffè o
tè purché poco zuccherati.
In base alla L.107/90 art. 13 “I donatori di sangue ed emocompenenti con
rapporto di lavoro dipendente hanno diritto ad astenersi dal lavoro per
l’intera giornata in cui effettuano la donazione conservando la normale
retribuzione per l’intera giornata lavorativa”.
Al donatore lavoratore dipendente spetta, per legge, una giornata di
riposo post-trasfusionale, regolarmente retribuita, e gli studenti non
frequentano la scuola.
31
I TIPI DI DONAZIONE
DONAZIONE DI SANGUE INTERO
Donazione sangue intero
Il prelievo di sangue intero è assolutamente innocuo per il donatore e ha
una durata di circa 5-8 minuti. Il volume massimo di sangue prelevato,
stabilito per legge, è uguale a 450 centimetri cubici +/- il 10%.
La tecnica più consolidata consiste nel prelevare il sangue
intero immettendolo in apposite sacche di plastica. La
durata di tale prelievo è di circa 10
minuti.
Successivamente
i
suoi
elementi (plasma, globuli rossi, globuli
bianchi e piastrine) vengono separati
attraverso un procedimento detto "frazionamento".
Ormai da diversi anni si sono diffuse altre tecniche
che permettono, attraverso l'uso di particolari
macchinari, i separatori cellulari, di ottenere dal sangue del donatore
soltanto quella componente ematica di cui si ha necessità, restituendogli
contemporaneamente gli altri elementi. Ciascun separatore cellulare è in
grado di centrifugare o filtrare istantaneamente il sangue che defluisce
dal braccio del donatore trattenendo l'elemento ematico necessario.
Si parla pertanto di plasmaferesi, se si raccoglie solo plasma; citoaferesi,
se si raccolgono le cellule ed in particolare di piastrinoaferesi, se si
raccolgono le piastrine. In tal modo è possibile disporre di maggior
quantità di plasma da inviare al frazionamento o di concentrati piastrinici
qualitativamente migliori per pazienti particolari (leucemia, trapianto di
32
midollo osseo, ecc.).La procedura per un prelievo in aferesi è semplice e
innocua, anche se richiede un tempo maggiore. Sia nel caso di prelievo di
sangue intero, che in quello in aferesi, il materiale utilizzato è monouso,
sterilizzato e mantenuto tale in confezioni sottovuoto. Si garantisce così
l’azzeramento del rischio di contagio per il donatore, poiché il sangue
passa esclusivamente in un circuito chiuso.
La quantità di sangue che mediamente viene sottratta durante il prelievo
è fissata per decreto ministeriale in circa 450 centimetri cubi ±10%,
quantità che non deve superare il 13% del sangue presente nell'organismo
umano. L'intervallo tra una donazione di sangue intero e l'altra è di 90
giorni. L’uomo può donare 4 volte l’anno e la donna al massimo 2.
Per i prelievi in aferesi gli intervalli e le quantità sono diversi e fissati per
decreto ministeriale.
Per ogni unità raccolta, sia essa di sangue intero, di plasma o di piastrine,
vengono effettuati dei test di laboratorio, atti a valutarne l’idoneità a
essere trasfusa (ricerca antigene del virus dell’epatite B, dell’anticorpo
contro il virus dell’epatite C e dell’AIDS, sierologia per la sifilide,
transaminasi, controllo del gruppo sanguigno, valore dell’emoglobina).
Secondo le normative vigenti in campo trasfusionale infatti, nessuna unità
può essere distribuita se non preventivamente testata per le evidenziabili
malattie virali ad oggi trasmissibili. A questi, annualmente, si aggiungono
ulteriori esami atti a tutelare la salute del donatore.
Negli ultimi anni le tecniche di aferesi si sono affiancate al tradizionale
frazionamento per la raccolta delle singole componenti del sangue.
PLASMAFERESI
La plasmaferesi è la donazione del solo plasma mediante procedimento di
separazione o di filtrazione che avviene durante la stessa seduta di
prelievo con immediata restituzione della parte corpuscolata (globuli e
piastrine) al donatore. Si possono prelevare fino a 650 ml di plasma per
singola donazione e, se inserito in un programma di plasmaferesi
continuativa, il donatore può effettuare una seduta ogni 14 giorni.
I requisiti di idoneità dei donatori di plasma sono uguali a quelli della
donazione di sangue intero, anche se la plasmaferesi in realtà rappresenta
una pratica globalmente più tollerata e più indicata per coloro che, per
esempio le donne in età fertile, hanno valori di emoglobina e quantità di
33
globuli rossi inferiori alla norma, proprio perché queste componenti
vengono restituite al donatore durante la stessa seduta, che dura poco
più di mezz’ora.
Plasmaferesi
Il plasma raccolto viene immediatamente congelato e potrà essere
conservato fino a 12 mesi. Da esso verranno estratte, mediante
frazionamento industriale, albumina, immunoglobuline e fattori della
coagulazione.
CITOAFERESI
Piastrinoaferesi
La tipologia di citoaferesi più frequente è la piastrinoaferesi che
permette il prelievo delle sole piastrine. Oltre ai requisiti necessari alla
donazione di sangue intero, il donatore di piastrine dovrà avere un
normale assetto emocoagulativo.
Può essere effettuata con metodica di centrifugazione mediante alcuni
cicli durante i quali l’apparecchiatura utilizzata separa la parte
corpuscolata del sangue dal plasma; quest’ultimo viene raccolto in una
sacca satellite in attesa di essere restituito al donatore. Dalla parte
corpuscolata vengono estratte automaticamente a circuito chiuso, senza
possibilità di contaminazione, le piastrine che si raccolgono in un’altra
sacca. Il ciclo si conclude con la reinfusione al donatore del plasma dei
34
globuli rossi e dei globuli bianchi. A questo punto inizia il nuovo ciclo, fino
al raggiungimento della quota desiderata di piastrine. Non si possono
eseguire di norma più di 6 piastrinoaferesi l’anno. Tutto il procedimento
dura circa un’ora e mezza. Le piastrine raccolte verranno utilizzate entro
5 giorni dal prelievo per la terapia di alcune gravi malattie come per
esempio le leucemie, per i pazienti oncologici in chemioterapia e come
supporto fondamentale nei trapianti di midollo osseo.
DONAZIONE MULTIPLA DI EMOCOMPONENTI
Grazie all’impiego di separatori cellulari è oggi possibile effettuare anche
donazioni multiple di emocomponenti come ad esempio una
eritroplasmaferesi (donazione di plasma e globuli rossi), una
eritropiastrinoaferesi (donazione di globuli rossi e piastrine), una
donazione di piastrine raccolta in due sacche, una plasmapiastrinoaferesi
(donazione di plasma e piastrine)
AUTOTRASFUSIONE
L’autotrasfusione è una procedura trasfusionale che si realizza mediante
predeposito, recupero perioperatorio, emodiluizione. Il più utilizzato è il
predeposito, tecnica che consiste nel prelevare il sangue da un donatore
che sarà anche lo stesso ricevente, allo scopo di compensare le perdite
ematiche che si possono verificare nel corso di interventi chirurgici
programmati. In questa situazione si provvede al prelievo di unità di
sangue dal paziente, in fasi successive, fino a raggiungere la quantità
prevedibilmente necessaria, alcuni giorni prima dell’intervento in modo da
consentirne l’eventuale utilizzo. Il sangue così ottenuto viene conservato
secondo le metodiche tradizionali e quindi restituito, in caso di necessità,
durante l’operazione. I principali vantaggi dell’autotrasfusione consistono
nell’eliminazione delle reazioni di incompatibilità e del rischio di
trasmissione di malattie infettive; nella riduzione del rischio di
immunizzazione da antigeni diversi, con possibili manifestazioni a distanza
e nel considerevole risparmio di sangue che è possibile conseguire,
soprattutto per quanto riguarda i gruppi più rari.
35
IL SANGUE ARTIFICIALE
Un sostituto del sangue ad oggi non esiste. La ricerca è impegnata già
dagli anni Cinquanta nello studio di modelli di sangue artificiale, ma i
tentativi continuano a essere caratterizzati da scarso successo. Sono
presenti sul mercato, o stanno per esservi introdotti, alcuni composti in
grado di adempiere solo ad alcune funzioni del sangue naturale.
Questo perché un sostituto del sangue deve essere in grado di soddisfare
contemporaneamente alcuni requisiti fondamentali. Deve essere privo di
tossicità, sterile e facilmente trasportabile, non deve scatenare una
risposta immunitaria, e deve essere in grado di sostituire tutti i tipi di
sangue. Tale sostanza deve anche rimanere in circolo fino a quando
l’organismo abbia ripristinato il proprio sangue e successivamente poter
essere escreta senza causare alcun effetto collaterale. La conservazione
del sangue artificiale è molto difficile e dispendiosa: va mantenuto alla
temperatura di 4 gradi Celsius e, ciò nonostante, conserva le sue
caratteristiche al massimo per 42 giorni.
A causa del volume di sostanza che dovrebbe essere somministrata a
ciascun paziente, i ricercatori devono inoltre considerare i problemi di
sicurezza legati al dosaggio; la maggior parte dei farmaci è infatti
somministrata in milligrammi, mentre i sostituti del sangue a base di
emoglobina verrebbero forniti in dosaggi variabili da 50 a 100 grammi. Ciò
è dovuto al fatto che i sostituti ematici sono anche utilizzati per
ripristinare il volume di sangue circolante, oltre che per la loro proprietà
di trasportare ossigeno.
Inoltre, non sono noti gli effetti a lungo termine di tali composti. Quelli in
sperimentazione hanno mostrato tossicità nel breve periodo, causando
ipertensione, blocco renale con danneggiamento dell’organo, tachicardia e
dolori gastrointestinali. Poiché la maggior parte dei sostituti ematici
verrebbe somministrata in situazioni di emergenza, sarà necessario
dimostrare che i benefici immediati superino i rischi a lungo termine e
quelli legati a un uso prolungato.
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Ciascun tipo di sostituto del sangue presenta anche difficoltà intrinseche.
I composti a base di perfluorocarburi possono provocare problemi di
ritenzione e di tossicità, con un breve tempo di permanenza in circolo e
con i rischi associati a un eccessivo rilascio di ossigeno. I derivati da
sangue umano hanno l’inconveniente del reperimento del materiale di
partenza.
L’emoglobina ricombinante ottenuta con metodi di ingegneria genetica
dovrà essere prodotta in quantitativi enormi per soddisfare solamente il
10% del fabbisogno degli Stati Uniti; tale produzione richiede strutture
grandi e costose. Infine, i sostituti di derivazione bovina comportano il
rischio di trasmettere encefalopatia spongiforme e forse anche altre
malattie.
Leggermente diverso è il problema di derivati del plasma. Infatti oggi
l’ingegneria genetica consente di ottenere alcuni fattori della
coagulazione di origine sintetica. In particolare sono stati ottenuti il
Fattore VIII, il fattore di von Willebrand, il Fattore IX e il Fattore VII
attivato. A fronte di un teorico vantaggio, in termini di riduzione dei
possibili rischi di origine infettivologica, si contrappongono alcune
difficoltà, quali l’elevato costo, la disponibilità limitata e, a quanto
riportato in alcuni studi, una aumentata incidenza di inibitori del Fattore
VIII superiore rispetto a quella rilevata nei pazienti trattati con
plasmaderivati.
AVIS ritiene quindi che sia prematuro parlare di fabbriche del sangue,
anche per quanto concerne le cellule staminali, isolate per la prima volta di
recente. La scoperta che apre la strada a numerose prospettive
terapeutiche, tra le quali anche quella di sviluppare metodologie per
produrre in laboratorio le cellule del sangue ad uso trasfusionale, è solo
agli inizi e prima che tutto questo si concretizzi passeranno ancora diversi
anni.
La principale preoccupazione di AVIS è che l’eccessiva enfasi con la quale
vengono divulgate queste notizie, tenda a disincentivare i numerosi
donatori a svolgere la loro fondamentale opera di volontariato che
permette di salvare ogni anno tante vite umane.
37
LE CELLULE STAMINALI (*)
Le cellule staminali emopoietiche sono in grado di dare origine alle cellule
mature del sangue: globuli bianchi (o leucociti), globuli rossi (o eritrociti)
e piastrine.
In altre parole le cellule staminali rappresentano le cellule
progenitrici di tutti questi elementi che maturano e proliferano nel
midollo osseo e confluiscono nel sangue periferico quando sono in grado di
svolgere completamente la loro funzione. Le cellule staminali possiedono
particolari proteine sulla loro membrana che le rendono riconoscibili; una
di queste proteine è l’antigene CD 34. Con sistemi immunologici, che
sfruttano la capacità di alcuni anticorpi di riconoscere l’antigene CD 34, è
possibile isolare e concentrare le cellule staminali. Esistono ormoni e
“fattori di crescita” che sono in grado di indirizzare una cellula staminale
verso uno specifico prodotto finito: per esempio l’eritropoietina stimola
fortemente la differenziazione verso la formazione dei globuli rossi.
Tale fenomeno è ben riproducibile in laboratorio: cellule progenitrici
incubate con una miscela di fattori di crescita ed eritropoietina in breve
tempo acquisiscono la capacità di sintetizzare emoglobina, la principale
proteina di trasporto dell’ossigeno, e quando questo accade, i gruppi di
cellule assumono una colorazione rossastra.
Una sfida per il futuro è ottenere in larga scala il maggior numero
possibile di eritrociti attraverso procedimenti “di espansione” delle
cellule staminali fino al raggiungimento di un prodotto utile al fine della
trasfusione.
Al momento, tuttavia, tale tecnologia non è disponibile e non lo sarà
certamente in un prossimo futuro; di conseguenza la donazione di sangue
intero, dal cui frazionamento si ottengono anche altri preziosi elementi
come le piastrine e il plasma, è destinata a rimanere ancora a lungo
insostituibile.
(*)
Testo elaborato dalla dottoressa Enrica Morra, primario divisione ematologia dell’Azienda Ospedaliera Niguarda
Ca’ Granda di Milano in collaborazione con il dottor Roberto Cairoli, dirigente medico del Centro Trapianto di
Midollo della stessa struttura. AVIS
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Associazione Volontari Italiani Sangue
STRUTTURA
In Italia esistono molte associazioni e molti centri specializzati
riguardanti la donazione del sangue. Una delle associazioni più importanti
è l’AVIS che è organizzata su tutto il territorio nazionale, con strutture:
Comunali o di Base, Provinciali , Regionali e Nazionale.
Da oltre 70 anni dalla nascita, l’AVIS è strutturata in maniera articolata:
3000 AVIS comunali, 94 AVIS provinciali, 22 AVIS regionali (in
Trentino Alto Adige sono presenti 2 sedi) e una AVIS nazionale.
Il Consiglio Nazionale, organo principale eletto ogni tre anni
dall’Assemblea dei Delegati, è formato da 45 membri che rappresentano
tutte le regioni e le province autonome d’Italia. Anche in Svizzera è
presente una sede AVIS fondata da emigranti italiani negli anni ’60.
Tutte le attività sono regolate da uno Statuto e da un Regolamento
associativo.
Nello svolgere le proprie funzioni, l’Associazione si attiene alla legge
quadro 107/90, che disciplina le attività relative al sangue e ai suoi
componenti e alla produzione di plasmaderivati, ai relativi Decreti
attuativi e alla legge sul volontariato 266/91 per la quale è iscritta agli
appositi Albi Regionali.
Aderisce al regime ONLUS, Dlgs 460/97 e partecipa, in regime di
convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale, alla raccolta del sangue
anche con proprie strutture e personale.
L’ AVIS Nazionale si attiva in nove dipartimenti:
Presidenza;Volontariato e interassociativo;Relazioni pubbliche e immagine;
Segreteria;Amministrazione;Coordinamento delle strutture regionali;
Sviluppo dell’ effettivo;Promozione e documentazione;Problemi sanitari.
Gli Organi dell'AVIS sono: l'Assemblea, il Consiglio Direttivo, il Collegio
dei Sindaci, l’Esecutivo, il Collegio dei Probiviri.
Il messaggio che l’AVIS vuole trasmettere è che la donazione va
intesa come un atto responsabile e cosciente invece che un’ azione di
eroismo e sacrificio.
Il compito primario dell’AVIS è quello di ottenere l’iscrizione di un
numero di soci donatori adeguato alla necessità trasfusionali nazionali e di
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fare un modo che tutto il sangue disponibile venga prelevato ed utilizzato
proficuamente. Per perseguire ciò l’AVIS sviluppa tutti i livelli associativi
ogni iniziativa per promuovere e coordinare il volontariato del sangue.
Le varie attività svolte sono:
• Svolge opera di stimolo della solidarietà attraverso il proselitismo e la
propaganda a favore del dono del sangue e di emocomponenti.
• Cura la chiamata dei donatori per l’effettuazione dei prelievi.
• Partecipa alla programmazione e alla gestione dell’intero servizio
trasfusionale in conformità al disposto della Legge 107/90 e sue
applicazioni.
• Contribuisce all’approfondimento tecnico, scientifico ed organizzativo
dei
problemi
promozionali,
organizzativi,
trasfusionali
ed
immunoematologici anche in relazione al trapianto di organi e promuove
l’informazione sulla donazione del midollo osseo, su ogni altra terapia
alternativa e integrativa della emotrasfusione del sangue e sulle novità
scientifiche immunotrasfusionali tra i propri associati.
• Vigila per il migliore utilizzo e la distribuzione ottimale del sangue
raccolto, degli emocomponenti e dei loro derivati nonché per un pronto
utilizzo delle eccedenze.
• Promuove e sviluppa attività di coordinamento tra le associazioni di
volontariato e fra quelle del sangue in particolare per una maggiore
diffusione dei valori della solidarietà e per un migliore impegno del
volontariato, nell’ ambito delle competenze ad esso attribuite dalla
legge.
• Promuove e coordina, nel settore sociale sanitario, attività accessorie
e complementari rispetto alla donazione ed alla raccolta del sangue.
Dal 1955 l’AVIS è membro della F.I.O.D.S. (Fondazione internazionale
organizzazione donatori sangue).
Lo scopo fondamentale della F.I.O.D.S è quello di sviluppare nel mondo
intero l’ideale del volontariato del sangue, ed è per questo che collabora
con tutte le organizzazioni internazionali con competenza nel settore
trasfusionale. La F.I.O.D.S. oggi ha sede a Monaco ed è costituita da 31
membri di diritto.
Tra i compiti più importanti della F.I.O.D.S. sono da ricordare:
• La promozione in tutti i Paesi del mondo del dono del sangue gratuito,
volontario, anonimo e periodico.
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• La cooperazione con gli organismi competenti per raggiungere in ogni
paese, la sufficienza del sangue e dei suoi prodotti.
• L’applicazione di misure e regole per garantire la sicurezza sia del
donatore che del ricevente.
• La lotta contro il commercio del sangue e di profitto sul sangue.
• La partecipazione a studi e ricerche con le società scientifiche per le
conoscenze delle tecniche trasfusionali.
• L’ intervento verso le autorità governative al fine di attivare i processi
di sensibilità e di promozione al dono volontario e gratuito del sangue.
L’AVIS ha anche un proprio statuto associativo ,approvato il 31 Maggio
1998 in occasione della 62a Assemblea Nazionale in Vieste
(FOGGIA),
regolato da 24 articoli e tra questi i più importanti sono:
Art. 1 - Costituzione - Denominazione - Sede
1.1 - L'AVIS - Associazione Nazionale Volontari Italiani del sangue Organizzazione non lucrativa di utilità sociale (Onlus) - costituita nel
1927 tra coloro che donano volontariamente, gratuitamente,
periodicamente e anonimamente il proprio sangue, ha sede in Milano e
svolge la propria attività nel settore socio-sanitario conformemente alla
legge 11/8/91 n. 266.
1.2 - Per donazione di sangue si intende l'offerta gratuita di sangue
intero o di una sua frazione.
Art. 2 – Dono del sangue
2.1 - Il dono del sangue anonimo, gratuito, volontario, periodico e
responsabile, costituisce un atto di umana solidarietà e dovere civico.
2.2 - Esso configura il donatore, promotore e partecipe di un primario
servizio sociale, quale operatore della salute nell'ambito del Servizio
Sanitario Nazionale.
Art. 3 - Natura
3.1 - L'AVIS, riconosciuta con legge n° 49 del 20/02/1950, fonda la sua
attività istituzionale ed associativa sui principi costituzionali della
democrazia e della partecipazione sociale e sul volontariato quale
elemento centrale e strumento insostituibile di solidarietà umana.
3.2 - E' apartitica, aconfessionale, non ammette discriminazioni di sesso,
razza, lingua, nazionalità, religione, ideologia politica ed esclude qualsiasi
fine di lucro e persegue finalità di solidarietà sociale.
41
Art. 4 - Scopi
4.1 - L'AVIS, in armonia con i fini istituzionali del servizio sanitario
nazionale, concorre al loro raggiungimento, perseguendo i seguenti scopi:
a. offerta del sangue da parte dei soci, senza vincoli sulla
destinazione;
b. promozione dell'informazione e della educazione al dono del sangue
ed alla salute tra la popolazione con interventi a livello nazionale,
regionale e locale;
c. promozione e sviluppo della coscienza trasfusionale e del buon
utilizzo del sangue;
d. cooperazione al programma nazionale per il raggiungimento della
autosufficienza ematica;
e. gestione dei servizi tecnici nei limiti delle normative vigenti;
f. cooperazione sul piano internazionale per lo sviluppo del
volontariato;
g. tutela la salute dei donatori contribuendo all'educazione sanitaria e
favorendo la medicina preventiva;
h. partecipazione ad altre associazioni e società aventi uno scopo
analogo, accessorio e sussidiario, con le finalità proprie istituzionali.
Art. 5 - Soci
5.1 - E' socio dell'AVIS chi dona periodicamente il proprio sangue, chi per
ragioni di età o di salute ha cessato l'attività donazionale e partecipa con
continuità all'attività associativa e chi, non effettuando donazioni, esplica
con continuità funzioni non retribuite di riconosciuta validità nell'ambito
associativo. Questi ultimi non potranno superare 1/6 dei donatori
periodici di ciascuna AVIS di base.
5.2 - Sono equiparati ai Soci i membri delle altre Associazioni che, rette
da norme non contrastanti con il presente Statuto ed avendo versato i
contributi di cui all'art. 21, ottengono di essere parificate alle AVIS
geograficamente competenti.
5.3 - Tutti i soci hanno diritto all'elettorato attivo e passivo.
5.4 - Tutte le prestazioni e le funzioni dei soci a favore dell'Associazione
devono essere svolte gratuitamente.
42
L ‘AVIS in UMBRIA
L'AVIS Regionale Umbria viene costituita nel 1972. Socio fondatore è
Pasquarelli Adriano.
Tuttavia un coordinamento delle attività delle AVIS della
Regione.funzionava già da alcuni anni.
Tuttavia un coordinamento delle attività delle AVIS della
Regione.funzionava già da alcuni anni.
L’AVIS Provinciale di Perugia viene costituita nel 1961. Soci fondatori
sono:Donati Giuseppe, Innocenti Vincenzo, Paraventi Raffaele, Pasquarelli
Adriano.
L’AVIS Provinciale di Terni viene costituita nel 1952. Soci fondatori
sono: Capuana Vincenzo, Coletti Carlo, Stella Gino.
L’AVIS Comunale di Perugia viene costituita nel 1966.
Soci fondatori sono Pasquarelli Adriano, Perfetti Alessandra.
Attualmente l'AVIS Umbria conta:
•
1 sede regionale
•
2 sedi provinciali
•
53 sezioni comunali
• gruppi organizzati.
L'AVIS ha una sua strutturazione democratica a partire dalla Sezione
Comunale alla quale fanno capo i soci iscritti.
E' socio dell'AVIS chi dona periodicamente il proprio sangue, chi per
ragioni di età o di salute ha cessato la donazione ma partecipa con
continuità alla attività associativa ed infine chi, pur non effettuando
donazioni, esplica con continuità attività di volontariato nell'associazione.
Situazione in Umbria
Perugia
Terni
I SOCI sono nel 2002 19.956
PG. : 16.678
TR: 3.278
I DONATORI sono 19.050
PG. :15.786
TR: 3.264
Le DONAZIONI sono 27.320
PG. :23.248
TR: 4072
L'AVIS basa la propria attività su una organizzazione associativa molto
capillare (è presente una sede AVIS quasi in ogni comune della regione).
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Bibliografia
Siti:
www.avis.it
www.benessere.com/salute/atlante/sangue.htm
Libri ed enciclopedie:
AVIS “La cittadinanza solidale”
Enciclopedia computer “Encarta”
AVIS “Donare il sangue”
Ivo Neviani, “Scienze della terra e biologia” Sei
“Atlante di anatomia” Giunti
“Biologia” Principato
“Biologia: diversità e unità dei viventi” Zanichelli
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Protagonisti
Alunno Corbucci Alessandro
Bellagamba Nicola
Bettollini Lorenzo
Dionigi Luca
Federici Alex
Gelosia Michele
Marcellini Giorgio
Mercanti Michele
Piagione Davide
Piccio Claudio
Porcari Andrea
Sangiovanni Davide
Sorci Gabriele
Tiriduzzi Federico
Topini Cristiano
Vergaini Matteo
Docente coordinatore: prof.ssa Simonetta Ercoli
Docenti coinvolti:
tutti i docenti del Consiglio di classe
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Indice
Calendario
AVIS - Il Sangue è Vita
Presentazione
Scheda Progettuale
Il Sangue: Composizione, funzione, circolazione
Il Sangue le sue caratteristiche
Funzioni del sangue
I Gruppi Sanguigni
Circolazione Sanguigna
Patologie del Sangue
Malattie di tipo infettivo
Patologie di tipo degenerativo
Patologie di tipo ereditario
Una Donazione per una vita
Importanza della donazione
Requisiti del Donatore
I tipi di donazione
Il Sangue artificiale
Le cellule Staminali
Avis – Associazione Volontari Italiani Sangue
L’Avis in Umbria
Bibliografia
Protagonisti
46
Pag. 2
Pag. 3
Pag. 4
Pag. 5
Pag. 6
Pag. 7
Pag. 11
Pag. 12
Pag. 13
Pag. 17
Pag. 18
Pag. 21
Pag. 23
Pag. 25
Pag. 26
Pag. 29
Pag. 32
Pag. 36
Pag. 38
Pag. 39
Pag. 41
Pag. 44
Pag. 45
Note
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