Ambliopia – Sindrome dell’occhio Pigro
L’ambliopia, comunemente detta occhio pigro, è una patologia con cui viene definito un
occhio in apparenza normale che però non vede correttamente. Il termine deriva dal greco
"ops" ( visione ) e "amblyos" (che significa "ottuso, pigro"). Da qui il termine popolare di
“occhio pigro “
Il sintomo principale è una riduzione più o meno marcata della capacità visiva di un
occhio o, più raramente, di entrambi. E’ causata da un'alterata trasmissione del segnale
nervoso tra l'occhio e la corteccia cerebrale per cui il cervello privilegia un occhio a causa
della ridotta acuità visiva dell'altro. Ogni bambino nasce avendo insite tutte le potenzialità
evolutive ma ciò non è detto che avvenga sempre e che lo sviluppo sia uguale ed ottimale
per tutti . Così come ogni bambino alla nascita non sa camminare né parlare, anche il
processo della visione attraverserà, nei primi anni, una fase evolutiva imparando
lentamente a discernere le luci ed ombre le immagini fino a raggiungere nel tempo una
perfetta funzionalità visiva . E’ quello che viene definito periodo plastico. Se, in questo
periodo (quando il cervello impara a conoscere ed apprendere le varie attività) per un
qualsiasi problema si ha un ostacolo che impedisce la funzione dell’organo, la
maturazione si può interrompere o avvenire in maniera meno completa e valida venendo
così a mancare la perfetta coordinazione occhio – cervello necessaria per la normale
visione.
L'ambliopia si può quindi instaurare soltanto durante il periodo dello sviluppo
dell’apparato visivo. Le stesse cause che conducono nell’infanzia all’ambliopia se
intervengono quando il sistema visivo è ben maturato non sono più in grado di
determinarla. Queste cause sono pertanto pericolose nei primi anni di vita.
Quanto più precocemente si presentano tanto più difficile è il recupero visivo e quanto più
precoce è la diagnosi e l’inizio della terapia tanto più rapidamente essa sarà efficace e
duratura.
Quindi durante il periodo plastico che va dalla nascita fino circa ai 7 anni entrambi gli
occhi devono ricevere ed inviare al cervello immagini nitide. Se esiste qualcosa che
interferisce con una visione corretta se, tra i due occhi, un vede meglio dell’altro il cervello
tende ad ignorare le immagini pervenute da quest’ultimo e ad usufruire sempre più delle
immagini migliori. Questo processo di inibizione può portare ad una diminuzione visiva
più o meno grave ma sicuramente permanente e che, a sviluppo conclamato, non potrà più
essere corretta in alcuna maniera sia otticamente che chirurgicamente.
Le ambliopie possono essere
• da deprivazione: in questo caso le immagini, per una serie di circostanze, non
arrivano a stimolare la retina. Rientrano in questo gruppo tutti gli ostacoli
anatomici o patologici che non permettono un normale input visivo come problemi
palpebrali (ptosi) opacità del cristallino (cataratta congenita), opacità corneali
(leucomi) differenze elevate nella refrazione tra i due occhi ecc.
• ambliopia strabica : generalmente in questa circostanza lo strabismo ( ossia gli
occhi non perfettamente dritti ) è la conseguenza e non la causa. Il cervello infatti in
questo caso mette in azione un meccanismo di difesa per ovviare alla visione doppia
(diplopia ) che è presente tutte le volte che gli assi visivi non sono dritti.
• ambliopia anisometropica. ossia legata ad una differente refrazione tra i due
occhi. Questo infatti comporterà una visione più nitida con un occhio rispetto
all’altro ed anche ad una difficile od impossibile capacità, da parte della corteccia
cerebrale, di fondere insieme le immagine viste dai due occhi. Quando l’entità del
vizio refrattivo è elevata alla corteccia arrivano, inviate dai due occhi, due immagini
di grandezza diversa e che quindi non possono essere fuse in un’unica immagine. In
questo caso, come detto, il cervello sceglierà di basarsi sull’immagine migliore
“dimenticandosi” della presenza dell’occhio controlaterale. Questa generalmente è
l’ambliopia più frequente ed è causata dagli usuali vizi refrattivi (specialmente
ipermetropia ed astigmatismo) che in questi casi si presentano in modo abnorme o
con differenze significative tra i due occhi.
Diagnosi
La diagnosi è possibile a qualsiasi età, e già a tre anni il pediatra ha la possibilità di
valutare, anche se grossolanamente, il rischio di ambliopia.
Sicuramente tra i tre ed i quattro anni è il momento più utile per una visita oculistica.
Questa sarà doverosamente anticipata se il genitore dovesse accorgersi di uno strabismo
persistente ( dopo il 2-3 mese di vita), di un occhio “strano” (pupilla bianca, dimensioni del
bulbo asimmetriche e/o insolite, eccessiva lacrimazione, ecc.) o quando esistono patologie
oculari in famiglia e specialmente parenti stretti con fatti di ambliopia.
L’occhio pigro non da, abitualmente, alcuna sintomatologia. Bambini, genitori, insegnanti
difficilmente si possono accorgere di tale patologia. Mentre, come abbiamo detto, la
diagnosi precoce è fondamentale per ottenere, il più delle volte, un recupero funzionale
completo. Spesso purtroppo invece la diagnosi viene posta in età avanzata quando la
situazione è ormai irreversibile.
Per la diagnosi è indispensabile la classica misurazione della vista supportata da un
controllo della motilità muscolare ed un semplice esame della visione stereopsica ossia la
capacità di vedere il mondo che ci circonda in visione tridimensionale (percezione della
profondità ).
Dal punto di vista pratico è sufficiente diagnosticare una differenza di due decimi di visus,
dopo aver eseguito un’ accurata correzione dell’eventuale difetto refrattivo, per supporre la
presenza di una ambliopia .
La diagnosi, basandosi sulla misurazione dell’acutezza visiva, è possibile solo in bambini
particolarmente collaboranti e quindi ben difficilmente sotto i 4 anni di età anche se in
questo caso vengono usati, per la misurazione visiva, certamente non le comuni lettere ma
segni, figure che possono essere riconosciute anche da un bambino .
In soggetti piccoli o poco collaboranti per sospettare una ambliopia si usano i segni
cosiddetti indiretti:
•
In presenza di uno strabismo l’assenza di alternanza tra i due occhi. Ossia il
bambino fissa sempre con un solo occhio mentre l’altro resta deviato;
•
Reazione anomala del bambino alla copertura di un occhio (il bambino resta
buono coprendo l’occhio con cui vede si agita e scosta la mano quando viene
coperto l’occhio buono).
•
Valutazione della refrazione e quindi della presenza o meno di vizi refrattivi
usando metodi indiretti con l’aiuto di particolari strumenti quali lo schiascopio o
l’autorefrattometro. La presenza di vizi refrattivi elevati o peggio di una
differenza refrattiva tra i due occhi (anisometropia) può essere un importante
segnale per una possibile ambliopia.
•
Importante lo studio del senso stereoscopico eseguito come un semplice gioco
invitando il bambino a riconoscere su un apposito cartoncino la presenza di una
macchinina, di un elefante, di una stellina.
Cosa fare
L’ occhio pigro può essere curato fino ai 10 – 11 anni di età . E’ bene comunque ricordarsi
che più precoce è la diagnosi migliore e duraturo può essere il recupero funzionale. Il
trattamento si avvale
1 –Individuazione e rimozione delle cause dell’ambliopia
•
fattori di deprivazione (cataratta congenita, ptosi palpebrale ecc.)
•
correzione dei vizi di refrazione (ipermetropia – miopia – astigmatismo) con
adeguati occhiali o lenti a contatto
2) - Trattamento riabilitativo
Questo si attua con la cosiddetta penalizzazione ossia riduzione della visione dell’occhio
buono per stimolare al massimo l’occhio con il deficit visivo. La penalizzazione viene fatta
• con colliri (penalizzazione farmacologica).
• con mezzi ottici (penalizzazione ottica, occhiali con lenti di gradazione particolare
per ogni bambino mettendo in condizione volutamente di far vedere male l’occhio
migliore per stimolare l’occhio pigro).
• con filtri (sempre per diminuire la capacità visiva nell’occhio migliore) fino ad
arrivare alla occlusione ossia all’applicazione sull’occhio buono di un cerotto che
impedisca completamente la visione per un periodo che sarà di volta in volta deciso
dall’oculista in base all’età del bambino al grado di ambliopia ed alla causa
scatenate. Durante il periodo di occlusione sarà necessario lo stretto controllo
specialistico che sarà effettuato dall’oculistica o dall’ assistente in oftalmologia in
modi e tempi differenti per ogni bambino e per ogni grado di ambliopia
Rimosse le cause ed ottenuto il maggior visus desiderato si proseguirà nel tempo (mesi o
anche anni in relazione all’età del piccolo) fino a radicalizzare il miglio visus raggiunto
Conclusioni
Statisticamente l’occhio pigro si presenta in circa il tre per cento ( 3% ) dei bambini sotto i
sei - sette anni ed è considerata come una delle prime cause di deficit visivo nei giovani
sotto i 20 anni.
Gli individui affetti da ambliopia, maggiormente se profonda ossia con residuo visivo
molto basso, avranno una vita difficile. Pensiamo come la mancanza di una normale
visione binoculare possa ostacolare il soggetto in una normale vita di relazione per la
mancanza di stereopsi con difficoltà nell'apprendimento, nel rendimento scolastico, nella
difficoltà prima nella vita di relazione con altri coetanei – specialmente in alcuni giochi di
gruppo – e poi, in età adulta, nella problematica di eseguire alcuni lavori e la difficoltà, a
volte impossibilità, ad ottenere le normali patenti stradali o nautiche. Oltre a questo da
non sottovalutare il grave danno psicologico di vivere tutta la vita senza la presenza di una
adeguata “ ruota di scorta” per le non auspicabili ma sempre possibili traversie della vita.
L’ambliopia è quindi un importante problema socio-sanitario e pertanto sono ampiamente
giustificate e necessarie le campagne per una prevenzione precoce.
Paolo Santoro
RISULTATI PROGETTO AMBLIOPIA
Nel periodo Ottobre – Dicembre 2014 il Rotary Club Firenze Nord ha condotto, insieme
con l’Agenzia Prevenzione della Cecità ( IAPB ), un progetto relativo alle visite ai bambini
dell’ultimo anno delle scuole materne nel Comune di Firenze.
Di seguito sono riportati i risultati relativi alle 1247 visite che sono state eseguite in 49
Scuole Fiorentine sia Comunali che Statali.
Dal 7 ottobre al 9 dicembre 2013 abbiamo visitato 49 scuole, di cui 28 comunali e 21
statali, per un totale di 1247 bambini. Da queste visite sono emersi i seguenti risultati:
67 bambini (5,3% dei casi ) hanno evidenziato una condizione di ridotta o alterata
acuità visiva a carico di uno o entrambe gli occhi
40 con ambliopie monolaterali ( 3,2 %)
27 con ambliopie bilaterali ( 2.2 %)
Di questi 67:
39 ( 3,1 % ) hanno presentato un'ambliopia di grado lieve ( 3,2 % su 1247 )
28 ( 2,2 % ) un'ambliopia grave. ( 2,3 % su 1247 )
In 5 bambini, con sospetta ambliopia grave, il test di Lang ( Test per la stereoscopia )
non è stato percepito. In tutti gli altri 1242 casi la visione stereoscopica era presente
8 bambini risultavano già in terapia antiambliopica e seguiti con le opportune tecniche
(bendaggio, filtro press on e lenti correttive)
tutti i 67 bambini con sospetta ambliopia sono stati inviati per accertamenti di
secondo livello all'Istituto Palagi. In più abbiamo consigliato una visita anche ad alcuni
bambini le cui risposte risultavano molto incerte, oppure a quelli che si sospettava
avessero necessità di una correzione ottica adeguata atta a raggiungere l'acuità visiva
ottimale.
Ilaria Biagini - Alessandra Pigna