Infezione da West Nile Virus: una
esperienza emiliano-romagnola
Florio Ghinelli
Presidente A.V.I.S. Provinciale
Ferrara
Virus West Nile
Gruppo degli Arbovirus, famiglia
Flaviviridae, genere Flavivirus
Isolato per la prima volta nel 1937 nel
distretto ugandese West Nile
Antigenicamente correlato con i virus
dell’encefalite di St.Louis, encefalite
giapponese ed encefalite della valle del
Murray
Epidemiologia: i vettori
Vettore principale zanzare ornitofile appartenenti
al genere Culex:
Culex pipiens ( le più importanti in Europa)
Culex modestus( “ “
“
“
“
)
Culex univittatus
Culex perixigus
Culex quinquefasciatus
Culex tritaeniorhynchus
Culex Vishnui
Epidemiologia: i vettori
Nelle zanzare trasmissione verticale del
virus che permette:
di aumentare la % di amplificazione
virale;
di trasmettere il virus da una
generazione altra;
L’overwintering del virus (consolidare il
rivestimento );
Epidemiologia: gli ospiti
Gli animali maggiormente recettivi e in
cui è riscontrabile una sintomatologia
evidente sono:
Uccelli ( reservoir)
Cavallo ( ospite terminale )
Uomo ( ospite terminale )
Epidemiologia: gli uccelli
Gli uccelli sono l’ospite vertebrato di
elezione per il virus della West Nile;
Essi sono serbatoio d’infezione (elevata
viremia);
La patogenecità nei volatili è molto varia.
Epidemiologia: gli uccelli
In Italia vi sono oltre 500 specie
appartenenti alla fauna ornitica autoctona:
2/3 compiono migraziani a breve o a lungo
raggio;
Le specie che possono importare l’infezione
sono quelle che svernano in aree dove la
West Nile Fever è endemica o vi sostano
durante la migrazione.
West Nile - Storia
1937: isolato per la prima volta in Uganda nel
Distretto di West Nile, da una donna con
sintomatologia febbrile;
1956: segnalata l’infezione nel cavallo in Egitto;
1960: segnalata l’infezione nel cavallo in Israele;
1962: primo focolaio in Europa nella Camargue;
1963: isolato il virus da un cavallo con
interessamento del SNC;
West Nile – Storia II°
Dagli anni ‘60 casi sporadici e gravi epidemie sia
nell’uomo sia nel cavallo, in Africa, Europa e
Medio Oriente;
Dalla metà degli anni ’90 incremento del numero
di epidemie ed aumento della gravità della
sintomatologia;
1999: focolai nell’area di New York;
2003: endemica negli USA; 9862 casi umani con
264 morti
2003: riscontrata in Canada e Sud-America
Casi umani
cumulativi, 2008
Cumulative 2009
Data as of 3 am,
Oct 20, 2009*
National
Cumulative Human
Disease Cases:515
2009 West Nile Virus
Human Neuroinvasive Disease
Incidence in the United States
(Reported to CDC as of october 20, 2009)
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West Nile in Italia
Esordio nella tarda estate del 1998
segnalati nel comprensorio Padule di
Fucecchio che interessa 4 provincie
(Pistoia, Lucca, Firenze e Pisa ) alcuni casi
di sindrome nervosa in equini;
14 casi con 6 decessi;
Non si verificò alcun caso di malattia
nell’uomo.
West Nile Disease:
allerta epidemiologica in Emilia -Romagna
Agosto-settembre 2008:
segnalazione di 12 casi compatibili con
sindrome neurologica da West Nile in 12
equini appartenenti a 7 scuderie ubicate in
provincia di Ferrara e 1 in provincia di
Bologna, al confine con quella di Ferrara.
West Nile Disease:
allerta epidemiologica in Emilia -Romagna
19 agosto – 14 settembre 2008:
riscontro presso il Centro Nazionale di
Sorveglianza dell’avifauna selvatica per le
malattie esotiche di 13 corvidi prelevati
nella provincia di Ferrara ( 6 cornacchie e
7 gazze) positivi alla PCR per infezione da
West Nile virus
West Nile Disease
Istituzione del Piano Straordinario di
Sorveglianza in
Emilia – Romagna (14 settembre 2008)
La sorveglianza attivata sui casi umani di
meningoencefalite a liquor limpido ha
portato ad identificare il 22 settembre
2008 il I° caso umano di West Nile
Disease in una donna di 81 anni residente
in provincia di Bologna al confine con
quella di Ferrara.
West Nile Virus disease
Dopo la puntura di zanzara con
trasmissione del West Nile Virus:
80% asintomatico
19% sindrome influenzale
0,5-1% meningoencefalite, nevrassite,
radicolite, demielinizzazione
Meningoencefalite da WNV
Prognosi grave, alta letalità (10-20%)
Elevata percentuale di esiti gravi (paralisi
flaccida, compromissione psichica), anche
permanenti
Il liquor è poco significativo: cellularità scarsa
(< 100/mmc), in prevalenza linfociti
La malattia è più grave negli adulti con
precedenti eventi vascolari cerebrali
Non esiste terapia antivirale specifica
West Nile Virus disease
Terapia
-
Terapia sintomatica
Trials clinici in corso con :
inerferone: immunostimolatore
ImmunoglobulineG: immunità passiva
Farmaci anti-senso 3° generazione:
inibizione replicazione virale
Vaccine to Prevent West Nile Virus Disease
Sponsored by: National Institute of Allergy and
Infectious Diseases (NIAID)
Information provided by: National Institutes of
Health Clinical Center (CC)
Emotrasfusioni
2002 - 2003 (Pealer and coll.) hanno dimostrato che
l’infezione da WNV può essere trasmessa attraverso
trasfusione di emoderivati (piastrine, emazie,
plasma)
E’ stata documentata su sangue la presenza di
bassa carica virale in assenza di IgM;
La frequenza di trasmissione si è comunque
dimostrata elevata
Pazienti immuno-compromessi sono ad elevato
rischio di infezione: presentano lunghi periodi di
incubazione, più lento sviluppo di anticorpi e
manifestazioni più gravi di malattia
West Nile Virus disease
In Emilia Romagna nessuna donazione è
risultata positiva per WNV in PCR
Sierologia in 20.000 donatori asintomatici
positivi per IgG 0,71%
Weekly
October 14, 2005 / 54(40);1021-1023
West Nile Virus Infections in Organ Transplant Recipients --- New
York and Pennsylvania, August--September, 2005