Conoscersi, riconoscersi: è questa la straordinaria avventura in cui il teatro shakespeariano trascina spettatori e lettori. Con la gioia che nasce dal sentirsi vivi, presenti, incarnati, ma anche con spavento, perché profonde e buie sono le cavità del cuore umano che quel teatro, più di ogni altro spettacolo, mette in scena. Per analizzarle ed esporle alla luce del contributo di Nadia Fusini, e di altri autori, tenteremo un viaggio nel mondo della tragedia di Shakespeare, indagandone le passioni, da quelle più vitali alle più inquietanti. Tenteremo di renderle vicine al nostro modo di vivere le passioni. Ofelia, Gertrude, Cleopatra, Desdemona: ognuno di questi personaggi, colto nel pieno rigoglio delle sue passioni, diviene un esempio luminoso e paradigmatico di ciò che anche a noi può succedere nella vita. Così la distanza dei secoli si annulla, e ognuno di noi si riconosce contemporaneo di quelle figure, che sono lontane e ieratiche soltanto in apparenza. Il nostro compito sarà analizzare gli aspetti psicologici dei personaggi e delle loro vicissitudini per affrontare temi di attualità: la follia, la gelosia, la violenza, la dipendenza, il suicidio solitudine, il matrimonio, il tradimento, l’amore. Conduttrici del gruppo: Chiara Marson, psichiatra Margherita Gobbi, psicoterapeuta Paola Fortunaso, psicoterapeuta Francesca Zuliani, infermiera professionale Letture a cura di Carla Manzon Parallelamente agli incontri di gruppo sui personaggi femminili, in collaborazione con la Mediateca di Cinema Zero verrà proiettata una rassegna di film dedicati ai personaggi ed ai temi trattati. Le proiezioni precederanno gli incontri di gruppo. 6 giugno 2014 Ex- Convento San Francesco IDENTITA’ FEMMINILE TRA CLINICA CULTURA E SOCIETA’. Incontro con NADIA FUSINI Scrittrice, critica letteraria e traduttrice italiana. Ha tradotto e commentato moltissimi autori, tra cui Virginia Woolf, John Keats, Shakespeare, Samuel Beckett, Mary Shelley. Nel 1995 ha vinto il Premio Mondello per la Traduzione di Le onde di Virginia Woolf, edito Feltrinelli; nel 1996 ha ottenuto il Premio Achille Marazza, sezione Traduzione, per Aurore d'autunno di Wallace Stevens, edito Garzanti. Nel 2013 ha vinto il Premio Nazionale Letterario Pisa per la Saggistica con Hannah e le altre, edito da Einaudi. Si è occupata dei temi dell'identità e del femminile, da ricordare a tal proposito: Uomini e donne. Una fratellanza inquieta, Donzelli, 1995; Nomi. Dieci scritture femminili, Donzelli, 1996; Donne fatali. Ofelia, Desdemona, Cleopatra, Bulzoni, 2005; Possiedo la mia anima. Il segreto di Virginia Woolf, Mondadori, 2006. Si è particolarmente distinta nella produzione narrativa con i romanzi: La bocca più di tutto mi piaceva, Donzelli, 1996; Lo specchio di Elisabetta, Mondadori, 2004; L'amore necessario, Mondadori 2008. Dal maggio 2003 al dicembre 2005 ha diretto il Centro Interuniversitario di Ricerca Fenomenologia e Arte (CIRFA). È docente dell'Istituto Freudiano. Dirige la collana Piccola Biblioteca Shakespeariana presso l'editore Bulzoni di Roma. Collabora alle pagine culturali de La Repubblica. Con il patrocinio del Personaggi femminili n el tea tr o d i Shakespeare 8 incontri proposti dal Dipartimento di Salute Mentale in Collaborazione con Mediateca di Cinema Zero. Lunedì dalle 16.30 alle 19.00 13 e 27 gennaio, 10 e 24 febbraio 10 e 24 marzo, 14 e 28 aprile, 6 giugno Con: Chiara Marson, Margherita Gobbi e Paola Fortunaso Dipartimento di Salute Mentale Letture a cura di Carla Manzon Saletta incontri ex Convento San Francesco, Piazza della Motta, Pordenone Per informazioni contattare: DSM via Montereale 28, tel. 0434 383970 Lunedì 13 gennaio, ore 16.30—19.00 AMLETO di Franco Zeffirelli. Con Mel Gibson, Glenn Close, Alan Bates. Or.: USA, 130’ Non è un film da poco l''Amleto' di Zeffirelli impegnato a usare la forza evocatrice del cinema per distanziarsi dagli stereotipi e misurarsi con la moderna volgarizzazione. E’ il dramma più psicologico di Shakespeare, che racconta di tradimento, vendetta, incesto, ma soprattutto di follia vera e presunta. Lo spettatore, spiazzato sulle prime dallo scarso peso dato a scene e battute fino a ieri determinanti, finisce con il trovarsi a suo agio, trascinato da ritmi, dalle immagini e dai suoni. Lo spettacolo confida soprattutto nel prestigio degli interpreti. Gruppo. Lunedì 27 gennaio, ore 16.30 - 19.00 OFELIA e GERTUDE Chi è Ofelia? Questa è la prima domanda che Nadia Fusini, nel suo libro” Donne fatali”, si pone e ci pone. Ofelia si presenta fin dal primo atto come figlia, sorella e promessa sposa. Apre l’arco del femminile su un ventaglio di relazioni, dove predominano i sentimenti del timore e dell’attesa. Ofelia è semplice, ingenua, è la castità, la purezza di ciò che non è ancora sbocciato... Ofelia è una fanciulla, è bella, farà sua la “finta follia” di Amleto, in una relazione d’amore in cui quello che conta è il desiderio dell’altro, di Amleto, del padre, del fratello. Analizzeremo anche la figura di Gertrude nei suoi complessi rapporti con il maschile. Lunedì 10 febbraio, ore 16.30—19.00 OTHELLO di Oliver Parker. Con Kenneth Branagh, Laurence Fishburne, Irène Jacob. Or.: Gran Bretagna, 124’ Nell'adattare la tragedia, Parker, attore teatrale esordiente nella regia, utilizza soltanto un terzo dei dialoghi e sceglie la via del realismo: esterni e interni naturali di Venezia e nel castello Orsini-Odescalchi di Bracciano, fotografia (D. Johnson), costumi e ambienti in linea col tardo '500, ritmo incalzante, cinepresa al servizio degli attori, spesso in primo piano. È il 1° Moro di Venezia di pelle nera sullo schermo e muoiono anche Iago ed Emilia, ma le vere novità sono altre: non soltanto Iago è l'assoluto protagonista, ma Otello è il suo fantasma, la sua larva, in una rilettura d’autore versione tutta da scoprire. Gruppo. Lunedì 24 febbraio, ore 16.30 –19.00 DESDEMONA, LA BELLA GUERRIERA Così, sempre Nadia Fusini, chiama la veneziana Desdemona, la donna guerriera. Sì, la santa, la fedele, la leale, la costante Desdemona. Proprio lei, l’aristocratica veneziana che si prende uno schiaffo da quell’energumeno di Otello davanti a tutti e non dice altro che : “Non l’ho meritato”. Lei è una guerriera. Eroina non della pazienza, né della sottomissione, né passiva, né masochista, Desdemona incarna l’eroismo del “ freewill”, l’audacia e la rettitudine della libera coscienza. Pur concordando con questo punto di vista ci piace ricordare che comunque anche Desdemona è una vittima dell’odio, della gelosia, della violenza dell’uomo che ama come tante donne contemporanee. Lunedì 10 marzo, ore 16.30 –19.00 CLEOPATRA di Joseph L. Mankiewicz. Con Elizabeth Taylor, Richard Burton, Rex Harrison. Or.: USA, 243’ Dramma politico che in realtà è dramma d’amore: racconta del conflitto del valoroso Antonio con Roma e del suo successivo tradimento per poter seguire Cleopatra, regina d’Egitto. Il rapporto tra la fierissima e capricciosa regina e l’onorevole, tormentato e innamorato Antonio sono il nodo del dramma. Il film è uno dei primi veri kolossal (1963) di coproduzione anglo-svizzero-americana, che racconta la vicenda storica di Cleopatra, la quale farà di tutto per difendere l’Egitto dall’invasione dei romani; prima sposerà Giulio Cesare e entrerà in trionfo a Roma da moglie e non da regina sottomessa, alla morte di Cesare inizierà una conflittuale a appassionante relazione con Antonio che finirà tragicamente, sia per i due amanti che per l’Egitto. Il film è rimasto nella storia anche per le vicende dietro la quinte tra i due protagonisti, Liz Taylor e Richard Burton, due assolute star dell’epoca, che hanno vissuto la loro conflittuale storia d’amore sullo sfondo della dolce vita romana, durante le riprese a Cinecittà. Strameritati gli Oscar per la fotografia, la scenografia, i costumi e gli effetti speciali visivi. Gruppo. Lunedì 24 marzo, ore 16.30—19.00 CLEOPATRA Cleopatra è dark, iniziamo così il commento su Cleopatra, ma benigna in fondo. Cominciando questa storia dalla fine potremmo dire che in fondo Cleopatra immola la sua femminilità al principio maschile che venera in Antonio, mentre Antonio le sacrifica la propria virilità. Una storia d’amore in piena regola, peccato che finisca malissimo, con due principi che buttano via il regno per una passione amorosa e fanno decisamente una brutta morte, con lei suicida ( gli aspidi), e lui “morte violenta”. La Fusini dice che Antonio incontra in lei la sua anima. Intendiamo anche Cleopatra come archetipo della donna di potere, è un “capo di stato”, alle prese con le intricate vicende politiche del declino della civiltà egizia e dell’Impero romano. Lunedì 14 aprile, ore 16.30—19.00 SHAKESPEARE IN LOVE di John Madden. Con Joseph Fiennes, Gwyneth Paltrow, Geoffrey Rush. Or.: USA, 122’ Scritto da Marc Norman e riscritto da Tom Stoppard, ha avuto 3 Globi d'oro, 13 nomine ai premi Oscar, 7 statuette (film, sceneggiatura, G. Paltrow, J. Dench, scene, costumi, musica per commedia) e un successo internazionale di pubblico. Al di là del lusso spettacolare e della presa emotiva sullo spettatore, specialmente nella 2ª parte, 1) è un film di libera e sovrana invenzione; 2) è un film postmoderno, dove Shakespeare è raccontato come uno sceneggiatore del '900; 3) c'è una pittoresca descrizione del mondo del teatro elisabettiano con gli scambi tra realtà e finzione, i rapporti tra pubblico, teatro, impresari, drammaturghi, attori e Shakespeare raccontato come poeta borghese, commediografo, attore, impresario, regista; 4) è un "vivacissimo e gloriosamente inutile film" (F. La Polla) che corrisponde a un dramma elisabettiano rivolto ai nobili (gli spettatori colti) e al popolo, all'intelligenza dei primi e al cuore del secondo che vi trova intreccio, avventura, amore. Dame Judy Dench (1934) vinse l'Oscar come non protagonista con una presenza di 8 minuti. Gruppo. Lunedì 28 aprile, ore 16.30—19.00: IDENTITA’ FEMMINILE TRA CLINICA, CULTURA E SOCIETA’. In questo incontro saranno ripercorsi i temi più rilevanti trattati negli incontri precedenti.