Salute, benessere e consumo di carne bovina:il legame che non ti aspetti Giuseppe Pulina, Università di Sassari Marcello Mele, Università di Pisa 1 I prodotti zootecnici sono accusati di essere i più insalubri e impattanti 2 Consumo stabile di carne: vantaggi • Proteine ad alto valore biologico • Vitamina B12 – Vitamina A • Ferro e Zinco • Acidi grassi essenziali (omega3 e omega6) • Acido linoleico coniugato (CLA) e acido vaccenico (VA) Carenza di carne nella dieta = Carenza di Vit. B12 NEGLI ADOLESCENTI E NEGLI ADULTI • Riduzione della densità minerale ossea negli adolescenti (Dhonukshe-Rutten et al. 2005) • Disordini psicologici, ipertensione, polineuropatia nei giovani (Dogan et al., 2011 Huang et al., 2011) • Depressione negli adulti (Bar-Shai et al., 2011 ) • Malnutrizione proteica subclinica e iperomocisteinemia (HHcy) (Ingenbleek & McCully, 2011 ; Yen et al., 2010; Elmadfa & Singer, 2010 ) Carenza di carne nella dieta: i problemi maggiori si hanno nei neonati! • Impatto negativo sulle prestazioni cognitive, motorie e sulla crescita nei neonati allattati da madri vegetariane e vegane. (Higginbottom et al., 1978; Wighton et al., 1979; Stollhoff e Sculte, 1987; Garewal et al., 1988; von Schenck et al., 1997; Morgan et al., 2004; Pepper & Black, 2011) • Sintomi neurologici (Garewal et al., 1988; Pepper & Black, 2011) • Anemia megaloblastica e iperpigmentazione cutanea (Higginbottom et al., 1978) • Ipotonia, ingrossamento del fegato e della milza, capelli radi, rifiuto del cibo, anoressia, ritardo di crescita e diarrea (Black, 2008) • ….fino a gravi casi di danni cerebrali talvolta non risolvibili se si ritarda l’integrazione di B12 (Wighton et al., 1979; Graham et al., 1992; von Schenck et al., 1997; Neumann et al., 2003) Carenza di carne nella dieta =carenza di Fe • Carenza di Fe nei neonati, adolescenti e atleti è associata a diete di tipo vegetariano (Chiron et al., 2001; Barr & Rideout, 2004) • Esigenze in Fe allo svezzamento (le più alte per unità di peso corporeo) • …in questa “fase critica” l’aggiunta di carne rossa nelle pappe ha determinato uno straordinario aumento dell’assorbimento di Fe noneme e di Fe totale (Hallberg et al., 2003) • Carenza di Fe induce ritardo nello sviluppo neuropsichico, motorio e cognitivo dei bambini (Lozoff & Georgieff, 2006; Beard, 2007) • A 4-16 mesi aumento di ingestione di carne di 2,3 g/d correlata con incremento di 1 punto nel Bayley Psycomotor Development Index a 22 mesi (Morgan et al., 2004 ) • Guiding principles for complementary feeding of the breastfed child (WHO 2003) Carne: fonte di acidi grassi essenziali La carne è una fonte importante di acidi grassi essenziali (C18:2 n-6 e C18:3 n-3) e di acidi grassi a lunga catena (LCPUFA) della serie omega-6 (arachidonico ARA - C20:4 n-6) e omega-3 (EPA, C20:5 n-3 e DHA, C22:6 n-3) Questi acidi grassi sono fondamentali per lo sviluppo del cervello, del sistema nervoso centrale e del sistema visivo (Koletzko et al., 2008; Lauritzen et al., 2001) Acidi grassi essenziali e LC-PUFA Indispensabili nella dieta delle madri nell ’ ultimo trimestre di gestazione e nei primi mesi di allattamento (Koletzko et al., 2008 - J Perinat. Med.) Concentrazioni plasmatiche di LC-PUFA (EPA e DHA) sono più bassi nei vegetariani e vegani rispetto ai consumatori di carne (Rossell et al., 2003 – Am. J Clin. Nutr.) La concentrazione di DHA ha un andamento crescente nel latte di madri vegane, vegetariane e onnivore in allattamento (0,14%; 0,30% e 0,37%, rispettivamente) (Sanders & Reddy, 1992 - J Pediatr.) Carenze di ARA e DHA sono responsabili di alterazioni del sistema visivo e cognitivo nei bambini (Hoffman et al., 2009 Prostaglandins Leukot . Essent. Fatty Acids). Consumo di carne e disordini mentali I vegetariani mostrano una maggiore prevalenza di disordini depressivi, ansietà e disordini somatoformi (Michalack et al., 2012, Int. Jour. Behav. Nutr. & Phys. Act.) L’ingestione di acidi grassi n-3 può essere inversamente correlata con sintomi di depressione cronica in donne (Colangelo LA et al., 2009, Nutrition) I vegetariani sono a rischio di disordini alimentari, mentre gli ex-vegetariani (soprattutto adolescenti) possono essere a rischio di comportamenti compulsivi e di non controllo del peso corporeo (Robinson O’Brien et al., 2009, American Dietetic Association.) 11 Gli integratori e i cibi fortificati sono INDISPENSABILI per i consumatori di dieta priva di prodotti di origine animale Ströhle et al., 2006 - Wien Klin Wochenschr Fabbriciani et al., 2010 - J Clin. Rheumatol…. ..ma nei vegani possono non bastare a colmare i deficit di biodisponibilità di Fe e Zn (Craig J, 2009, Am. Soc. Nutr.) Consumo di carne e rischio cardiovascolare I grassi animali fanno male al cuore? Agli inizi degl anni ‘50 Keys “provò” che i grassi saturi sono la principale causa delle malattie cardiovascolari e dell’aumento della colesterolemia Questa teoria é talmente penetrata nell’immaginario collettivo che qualsiasi persona la considera “vera”. Keys nel 1953 diede una risposta scorretta Queste sono le conclusioni di Bauman, Per circa mezzo secolo, il concetto di alimentazione sana è diventato sinonimo di evitare i grassi alimentari in particolare quelli saturi. Taubes (2001) ha concluso che dopo 50 anni di ricerca, c'era poca evidenza che una dieta a basso contenuto di grassi saturi riduce il rischio cardiovascolare. Ulteriori studi sono giunti alla stessa conclusione (Oh et al., 2005; Howard et al., 2006; Lands, 2008; Gorman et al., 2009; Parodi, 2009). (WBC, 2010) Vegetariani e CVD Diete vegetariane carenza di B12 e Metionina hyperhomocysteinemia (HHcy) Hung et al., 2002 - J. Nutr. Herrmann et al., 2003 - Am J Clin Nutr Ingenbleek et al., 2011 - Nutrition HHcy nuovo fattore di rischio “non-lipidico” per le CVD Christopher et al., 2007 - Curr. Med. Chem. Ingenbleek & McCully, 2011 - Nutrition Bellia et al., 2007 - Ther Clin Risk Manag. Pawlak et al., 2011 - Thromb. Res. Consumo di carne e rischio tumorale Ma se si legge attentamente la discussione dei risultati nell’articolo di Norat et al., 2005….. In separate analyses, intake of red meat was positively but not statistically significantly associate with colorectal cancer, whereas intake of processed meat was statistically significantly associated with increased colorectal cancer risk. In analyses of subgroups of red meats, colorectal cancer risk was statistically significantly associated with intake of pork and lamb but not with beef/veal. In analyses in which intake of each meat was mutually adjusted for intake of the other meats, only the trend for increased colorectal cancer risk with increased pork intake remained statistically significant. …e per quanto riguarda altri tipi di cancro? • per il seno, non hanno trovato alcuna relazione Pala et al (2009), Larsson et al., (2009), Alexander et al., (2010) • per la prostata, i risultati sono controversi (Venkateswaran e Klotz, 2010; Richman et al., 2011; Hori et al., 2011) e negativi (nessuna associazione) per Alexander et al., 2010 • per il polmone, le associazioni sono deboli (Tasevska et al., 2009) oppure nulle (Lim et al., 2011). Poichè, la relazione fra cancro e consumo di carni è risultata blanda o nulla per quasi tutti i tipi di tumore, eccetto che per quello al colon-retto (CRC), su questo argomento si sono addensate le attenzioni di molti ricercatori. I meccanismi di azione ipotizzati sono: a) l’alto consumo di grassi; b) la presenza di ammine eterocicliche o idrocarburi aromatici policiclici derivanti dalla cottura; c) la formazione di composti nitrosi ad azione carcinogenica; d) la formazione di sostanze carcinogeniche derivate da Feeme Il ruolo del Fe-eme [1] Il Fe-eme è spesso indicato come uno dei componenti della carne rossa associato all’aumento del rischio di cancro al colon (CRC). Questo aspetto è stato spesso evidenziato in associazione ad alimenti a base di carne processata, in quanto i nitrati e i nitriti potenziano questo effetto negativo del Fe-eme. The relative risk of colon cancer was 1.18 (95% CI: 1.06–1.32) for subjects in the highest category of heme iron intake compared with those in the lowest category. Epidemiological data thus show a suggestive association between dietary heme and risk of colon cancer. Il ruolo del Fe-eme [2] Studi recenti hanno messo in evidenza che sarebbe l’eccesso di Fe a creare problemi di aumento del rischio di CRC (Ferguson, 2010). Uno studio appena pubblicato su European Journal of Cancer Prevention (Ashmore et al., 2013), mette in luce che in uno studio caso-controllo condotto in Pensilvania (USA) su più di 2000 soggetti, non è stata osservata alcuna associazione significativa tra consumo di ferro eme e cancro al colon. Solo nel caso di supplementazioni di Fe superiori a 18 mg/d è stata osservata una associazione significativa con il rischio di CRC. Considerando che la carne bovina apporta meno di 2mg/100 g di Fe-eme, il rischio di superare la soglia di 18 mg/d è assai basso. coniglio pollo tacchino suino Bovino Vitello Agnello latte Agnello svezzato 0.71 0.50 1.0 (mg/100g carne) Fe-heme 0.25 0.22 0.35 0.26 1.82 Incidenza CRC (su 100.000 persone) e consumi di carne g/d (EPIC 2005 corretta) Nation Red meat CRC 60 50 2 31.5 44 Ireland 50.5 54 Greece 30.5 20.5 Spain 55.5 46 Germany 40.5 54 10 Italy 49 54 0 Denmak 57 59 Nederland 53 55 France 45.94 45 Norvay 42.68 57 Sweden 42.06 43 40 30 20 0 10 20 30 40 50 60 70 60 70 incidence rate CRC (on 100.000 people) 60 2 R = 0.014 50 red meat intake Rimossi i dati relativi a UK e Grecia caratterizzati da analoga ingestione di carne rossa, ma incidenza dei tumori differente red meat intake UK R = 0.4428 40 30 20 10 0 0 10 20 30 40 50 incidence rate CRC (on 100.000 people) Gli studi epidemiologici stabiliscono solo associazioni e non rapporti di causa-effetto. I risultati degli studi caso-controllo disponibili in letteratura spesso contraddicono gli studi epidemiologici: 20 su 30 non trovano alcun nesso tra consumo di carne e cancro al colon (Truswell et al. 2002) Molti studi epidemiologici non prendono in considerazione le differenze tra carne e carne trasformata e della grande variabilità che esiste nell’ambito delle carni Non correggono per fattori di confondimento quali: posizione sociale dei soggetti; consumo di frutta e vegetali; consumo di alcool; indice di massa corporea ecc; la grande variabilità, in termini di composizione, della carne e dei prodotti di trasformazione. Correggendo per i fattori di confondimento spesso le associazioni trovate non sono più significative (Lee et al., 2008) Conseguenze del consumo di prodotti di origine animale NEI GIOVANI E negli anziani… Longevità in Sardegna: 2° nel mondo (M/F ~ 1) Centenari in Sardegna 22 centenari ogni 100.000 abitanti L. Deiana and coll. AKea Project, University of Sassari Alcune conclusioni • La carne è entrata stabilmente nell’alimentazione dell’uomo fin dalle origini • La carne è un alimento fondamentale per tutti ed è indispensabile per i bambini • Il mancato consumo di carne può provocare gravi carenze in adulti e bambini • Le relazioni fra consumo di carne e CRC e CVD sono controverse e comunque legate alla manipolazione delle carni Grazie per l’attenzione 37