Ma quanti sono i continenti? Quattro? Cinque? Sette?

Continente
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INTRODUZIONE
Continente Vasta estensione ininterrotta di terre emerse. Un continente si distingue da un'isola non
soltanto per le maggiori dimensioni, ma anche per la struttura e lo sviluppo geologico. Tradizionalmente i
continenti sono cinque: Eurasia (comprendente Asia ed Europa), Africa, America (suddivisa in
settentrionale e meridionale), Antartide e Australia. Tale suddivisione non è tuttavia unanimemente
condivisa: alcuni geografi ritengono che i continenti siano sette, considerando separatamente Asia ed
Europa, e America settentrionale e meridionale; altri invece, reputando Asia, Europa e Africa un unico
continente, definito “antico”, prevedono una suddivisione del globo in sole quattro grandi masse
continentali.
La superficie complessiva delle terre emerse costituisce circa il 29% della superficie totale della Terra. Più
di due terzi delle masse continentali sono distribuite nell’emisfero settentrionale.
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LA PIATTAFORMA CONTINENTALE
La parte sommersa della massa continentale è la cosiddetta piattaforma continentale, che di norma
scende mantenendo un’inclinazione molto bassa fino a una profondità di circa 200 m. A questa
profondità, con una brusca rottura di pendenza, inizia la scarpata continentale, che scende con
un’inclinazione maggiore fino alle piane abissali. Considerando anche l’insieme delle piattaforme
continentali, si può affermare che i continenti occupano il 35% circa della superficie terrestre.
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STRUTTURA DELLA TERRA
I geofisici hanno studiato la composizione profonda dei continenti analizzando le modalità di propagazione
delle onde sismiche (vedi Analisi sismografiche). Secondo i modelli più accreditati, il centro della Terra è
occupato da un nucleo del raggio di circa 3500 km, estremamente caldo e denso, solido nella sua parte
più interna e dal comportamento paragonabile a quello di un fluido in quella più esterna. Nel nucleo
terrestre gli elementi chimici dominanti sono il ferro e il nichel. Il nucleo è avvolto dal mantello terrestre,
dello spessore complessivo di circa 2800 km, la cui parte esterna ha comportamento plastico. Infine,
l’involucro solido più esterno del pianeta è costituito dalla crosta, che al di sopra degli oceani ha uno
spessore di soli 6-7 km, mentre nei continenti può raggiungere una profondità variabile tra i 20 e i 70
km.
Al di sotto dei fondali oceanici, la crosta terrestre è composta dalla densa roccia basaltica, costituita in
gran parte da minerali di ferro e magnesio. Nei continenti la crosta è meno densa ed è costituita
prevalentemente da minerali alluminosilicati.
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LA DERIVA DEI CONTINENTI
Le posizioni relative dei continenti sulla superficie terrestre sono cambiate nel corso della storia geologica.
Il primo a sostenere coerentemente una teoria della deriva dei continenti fu il geologo tedesco Alfred
Wegener: questi, basandosi su prove di diversa natura, ipotizzò che tutti i continenti formassero in
origine un'unica massa, il supercontinente primordiale, o Pangea, che in seguito si sarebbe frammentato.
Le idee di Wegener, pubblicate nel 1915, non ricevettero una conferma scientifica fino agli anni Sessanta,
quando alcune ricerche oceanografiche rivelarono e misurarono il fenomeno dell’espansione dei fondali
marini. Da allora si è potuto accertare e misurare il costante e impercettibile movimento relativo tra i vari
continenti, e il fenomeno della deriva è stato correttamente inquadrato nel contesto generale della
tettonica a zolle.
Alcune di queste zolle, o placche (ad esempio quella del Pacifico) sono composte essenzialmente da
crosta oceanica; altre, ad esempio quella dell'America settentrionale, sono costituite soprattutto dalla
crosta continentale. I confini delle zolle terrestri corrono generalmente in prossimità delle medie
profondità oceaniche, ma in alcune regioni attraversano le terre emerse: è il caso della California
occidentale, dove la faglia di San Andreas, il cuore di una zona altamente sismica, segna il confine tra la
zolla nordamericana e quella del Pacifico.
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