Situato al limite meridionale dell`Antico Regno Egizio, il Complesso

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N U B I A
Situato al limite meridionale dell’Antico Regno Egizio, il Complesso dei
Templi della Nubia rappresenta il terzo grande nucleo di resti
monumentali dell’Egitto dei Faraoni dopo Menfi e Tebe.
Al suo valore artistico e storico si aggiunge il fatto di essere stato, tra il
1960 e il 1970, il protagonista della prima e più importante campagna
di salvaguardia intrapresa dall’Unesco per spostare i Templi e le
Tombe più preziose della regione, oggi sommersa dal lago Nasser.
Modello che mostra le posizioni dei templi prima e dopo il trasloco
LA DIGA DI ASSUAN SUL LAGO NASSER
La decisione presa dal governo egiziano nel 1954, di costruire a sud della città di Assuan una gigantesca
diga destinata a trasformare e modernizzare l'economia del paese poneva all' Egitto e al Sudan un grave
problema culturale: decine di edifici e di siti archeologici rischiavano di essere sommersi dalle acque
dell'immenso bacino di raccolta della futura diga, che si sarebbe estesa per 500 km nella parte nubiana
della valle del Nilo a cavallo della frontiera tra Egitto e Sudan.
La costruzione iniziò nel 1960 e l'Alta Diga fu terminata il 21 luglio del 1970.
La diga fin dall'inizio spaventò gli archeologi, in quanto il sito archeologico di Abu Simbel e molti altri
templi della Nubia rischiavano di essere sommersi dalle acque del bacino che si sarebbe creato. Nel
1960 l'UNESCO lanciò una grandiosa operazione internazionale per risolvere questo problema, vennero
localizzati i monumenti che sarebbero stati sommersi.
I DUE TEMPLI DI ABU SIMBEL
I monumenti più interessanti dell'area, i due templi eretti dal faraone Ramesse II, in pieno territorio Nubiano.
La costruzione della diga di Assuan inaugurata nel 1971, ne ha reso necessario il trasferimento, ma i due templi
rupestri di Abu Simbel non hanno perduto nulla del loro fascino originale, nel cuore di un deserto desolato che fa
risaltare ancora di più le loro gigantesche proporzioni.
Dove un tempo esistevano due grotte consacrate al culto di divinità locali, il faraone Ramesse II fece costruire, a
metà del XIII secolo a.C, altrettanti templi scavati nella roccia viva. La facciata del Tempio Grande, alta una trentina
di metri e larga 35, presenta quattro enormi statue assise del faraone (alte circa 21 metri); accanto alle gambe dei
colossi ci sono statue più piccole in piedi, che raffigurano parenti di Ramesse II.
In una nicchia sopra l'ingresso c'è un gruppo scultoreo dedicato anch'esso al faraone, mentre in cima alla facciata
del tempio una fila di statue di babbuini simboleggia il saluto al sole nascente.
L'edificio era costruito in modo che due volte all'anno, quando il sole appariva all'orizzonte, i raggi penetrassero
dalla porta del tempio nella grande sala con otto pilastri a forma di colossali statue del re, attraversassero una
seconda sala, il vestibolo e il santuario e illuminassero le statue di Ammone, di Ptah, di Ra Horakthi e di Ramesse
poste nella nicchia di fondo del tempio.
I rilievi del Tempio Grande testimoniano la divinizzazione di Ramesse II mentre il re era ancora in vita.
Il Tempio Piccolo era dedicato alla dea Hathor e alla regina Nefertari.
IL TEMPIO GRANDE DEDICATO A RAMSES II
La facciata del Tempio Grande, alta una trentina di metri e larga 35, presenta quattro enormi statue assise del
faraone (alte circa 21 metri); accanto alle gambe dei colossi ci sono statue più piccole in piedi, che raffigurano
parenti di Ramesse II.
In una nicchia sopra l'ingresso c'è un gruppo scultoreo dedicato anch'esso al faraone, mentre in cima alla facciata
del tempio una fila di statue di babbuini simboleggia il saluto al sole nascente.
L'edificio era costruito in modo che due volte all'anno, quando il sole appariva all'orizzonte, i raggi penetrassero
dalla porta del tempio nella grande sala con otto pilastri a forma di colossali statue del re, attraversassero una
seconda sala, il vestibolo e il santuario e illuminassero le statue di Ammone, di Ptah, di Ra Horakthi e di Ramesse
poste nella nicchia di fondo del tempio.
Statue Ramses II ad Abu Simbel e colonne del Tempio di Philae
IL TEMPIO GRANDE DEDICATO A RAMSES II
IL TEMPIO PICCOLO DEDICATO ALLA DEA HATHOR
E ALLA REGINA NEFERTARI
A destra il Tempio Piccolo e sullo sfondo il Tempio Grande
La Regina Nefertari incoronata da Iside e Hathor
La facciata è formata da sei colossali statue scolpite nella roccia (alte circa dieci metri), mentre l'interno è una versione
ridotta del Tempio Grande: una sala con pilastri scolpiti con l'immagine di Hathor, un vestibolo con camere laterali, il
Santuario.
La nicchia sul fondo ospita un'altra statua della dea Hathor, protettrice del faraone.
Ramses II, truffatore e flagello di Abu Simbel,
Piedi e gambe di statue di Ramses Abu Simbel,
La regina Nefertari Coronata da Iside e Hathor,
Ramses II in battaglia,
Sfingi sommerse a Wadies-Sebua,
L’ISOLA DI PHILAE
Con il termine latino "Philae" al plurale, si indicavano due piccole isole situate nei pressi della cataratta di Assuan.
Di queste due la più piccola, oggi chiamata col nome di Philae che un tempo era il nome di entrambe. Essa è lunga
meno di 400 metri e larga poco più di 100, con rive scoscese e probabilmente rese così artificialmente dall'uomo;
sulla sua cima era stato costruito un alto muro che la percorreva per tutta la sua lunghezza.
Poiché, secondo la tradizione, era ritenuta uno dei luoghi di sepoltura di Osiride, l'isola di Philae era sacra sia per gli
egiziani che per i nubiani.
l tempio più importante è il Tempio di Iside. Una lunga via processionale conduce al 1° pilone. Su di un lato si snoda
il Grande colonnato con 32 colonne che eretto in epoca più tarda fu portato a termine da Tolomeo III. Sull'altro lato
si sviluppa invece il colonnato orientale in parte danneggiato. Al termine della via processionale si erge il 1° pilone
per un'altezza di circa 18 metri. L'intera facciata è docorata da bassorilievi rappresentanti il sovrano nell'atto di
sconfiggere ed uccidere i nemici presi prionieri. Le scene si svolgono alla presenza della dea Iside
Tempio di Iside e Chiosco di Traiano semisommersi dall’acqua del Nilo
Colonnato del tempio si Iside e Chiosco di Traiano a Philae
L’ISOLA DI PHILAE CON IL TEMPIO DI ISIDE
il 1° pilone
Mano che solleva l'ingresso
del tempio di Philae
il 2° pilone
Il 2° pilone permette l'accesso al vestibolo interno del tempio di Iside. Sulla sua facciata sono presenti alcuni
bassorilievi con scene di offerte del faraone Tolomeo XII a Osiride e a Iside da una parte ed a Horus e Hathor
dall'altra.
Re e Regina di Abu Simbel e Tempio
CHIOSCO DI TRAIANO
Il Chiosco di Traiano sorge a poca distanza dal tempio di Iside. Rimasto incompiuto nelle decorazioni fu completato
dall'imperatore romano Traiano da cui ha assunto poi il nome.
Nella sua primitiva posizione nella parte sudorientale dell'isola di Philae, con il primo pilone del tempio di Iside a
sinistra. Eretto per la sosta della barca sacra, è l'ultimo esempio di un edificio di questo tipo, iniziato con la Cappella
Bianca di Sesostri I, ora al museo di Karnak.
Francobollo soprascritto 27 – 09 – 1962 in occasione della campagna dell’Unesco per la salvaguardia dei Templi
Ramses II
Nefertari
Chiosco di Traiano
IL TEMPIETTO DI HATHOR
Poco distante dal tempio di Iside sorge il piccolo tempio di Hathor, eretto durante il regno di Tolomeo VII. Si
compone di un Naos e di un vestibolo aggiunto durante l'Impero romano. I bassorilievi ben conservati mostrano
scene di divertimento con musicanti con fattezze animali e il dio nubiano Bes.
Hathor era la dea del piacere e dell'amore, nutrice e poi amante di Horo. Ogni anno veniva trasportata in barca a
Edfu per essere riunita a Horo. Ogni primo giorno dell'anno, la statua di Hathor veniva portata lungo l'ornata scala
ovest del tempio fino al chiosco aperto, sul tetto, per essere rivitalizzata dal sole.
Come ad Abido, il tempio è privo di piloni d'ingresso, si accede quindi direttamente alla sala ipostila. Risalente al I
secolo d.C, e fatta erigere dall'imperatore romano Tiberio, la sala presenta 18 colonne i cui capitelli riportano il
volto della dea con orecchie bovine. Il soffitto ha conservato in gran parte la policromia originaria e rappresenta
una mappa celeste dove compaiono i segni zodiacali, una figura della dea del cielo Nut e altre entità divine che
attraversano il cosmo sulle loro barche solari.
La colonna di Hathor
Ramses II offre un sacrificio a Horus e Hathor.
IL TEMPIO DI KALABSHA
Sulla riva sinistra del lago Nasser, a circa un chilometro dalla diga, è stato rimontato il tempio che si trovava a
Kalabsha, una quarantina di chilometri più a monte.
Si tratta di un tempio di una settantina di metri di lunghezza, ricostruzione dell'epoca di Augusto di un edificio
fondato da Amenhotep II. E' dedicato al dio locale Manduli e si compone, secondo lo schema tipico, di un pilone, di
un successivo cortile con portici su tre lati, di un pronao-ipostila, con dodici colonne, cui seguono due vestiboli e il
santuario.
Non distante si trovano il piccolo tempio di Kertassi, qui ricostruito dal suo sito una trentina di chilometri a monte,
piccolo padiglione di cui non restano che quattro colonne ed il portale, e lo speos, di Bet el Uali, dell'epoca di
Ramses II.
Quest'ultimo si compone di santuario e vestibolo preceduti da un cortile le cui pareti sono ricoperte di rilievi delle
campagne militari di Ramses II, contro libici e asiatici e contro le genti di Kush.
Tempio di Kalabsha
Ramses II
Ramses II omaggia i quattro Dei
Colonne di Casa Natia
TEMPIO DI WADI ES SEBUA
Il tempio di Wadi es-Sebua era il terzo santuario o cappella costruito con pietre che Ramesse II eresse in Nubia. Situato a
circa centocinquanta chilometri a sud di Assuan, sulla riva occidentale del Nilo, il tempio deve la sua importanza al fatto
che durante il periodo di Ramses la città, costruita allo sbocco delle vie frequentate da carovane, è stata utilizzata come
luogo di residenza del viceré di Kush e perché era situato in un tratto difficile del Nilo, causa la difficoltà per le barche ad
attraversare contro la corrente.
S. Pietro sulla cripta della chiesa a Wadi-es-Sebua ed il chiosco di Traiano
Come tutti i templi anche Wadi Es Sebua era costruito sulla sponda occidentale del fiume. Fu costruito da Ramses II e
proprio all’ingresso si trovano 8 sfingi reali (Wadi Es Sebua significa wadi dei leoni, e fu così chiamato dagli Arabi appunto
a causa di queste sfingi). L’interno è molto decorato e ben conservato grazia alla sabbia che copriva le pareti del tempio
fino al momento del suo restauro. I colori originali sono ancora molto brillanti. I guardiani di questi templi sono nomadi
Bisharia, popolazione che da sempre ha vissuto nel deserto nubiano. Sono i discendenti degli antichi guardiani delle
miniere d’oro dei faraoni.
Statue di Ramses II ad Abu Simbel
Pitture sulla pietra, uccello e pesce,
Sfinge di Wadi-es-Sebua,
Ramses II ad Abu Simbel,
Regina Nefertari,
Ramses II che tiene i simboli Egizi, Dei di Abu Simbel, Wadi-es-Sebua
LA CATTEDRALE DI FARAS
La costruzione della Diga di Assuan nel 1964 avrebbe dovuto comportare l'allagamento di quella che un tempo era
la metà settentrionale della Makuria. Nel 1960 l' UNESCO attuò degli sforzi massicci per promuovere scavi
archeologici prima che avvenisse l'allagamento. Centinaia di esperti vennero richiamati da tutto il mondo per
lavorare sul territorio negli anni successivi. Gli scavi più importanti riguardarono la città di Faras e della sua
cattedrale per opera di un team polacco; gli scavi britannici a Qasr Ibrim; e quelli della Università del Ghana nella
città di Debeira, e tutti diedero importanti informazioni sulla vita quotidiana della Nubia in epoca medioevale
L’Arcangelo, S. Giuseppe e Melchiorre - Affreschi ritrovati nella chiesa di Faras
L’Arcangelo, S. Giuseppe e Melchiorre - Affreschi ritrovati nella chiesa di Faras
LA DEA ISIDE
Iside appartiene alla categoria delle grandi Dee Madri, in quanto Dea di
fertilità che insegnò alle donne d'Egitto l'agricoltura.
Tuttavia le sue imprese e i suoi attributi fanno di Lei l'archetipo per
eccellenza dell'anima compagna. La sua devozione ad Osiride fu tale
che Lei potè salvarlo dalla morte per ben due volte, ricomponendone i
pezzi e restituendogli la vita.
Iside rappresenta la ricerca suprema dell'anima gemella, l'uso
consapevole del potere femminile dell'amore e del misticismo.
Iside
Ramses II
La Dae Iside nel tempio di Kalabsha
RAMSES II CONTRO GLI ITTITI
L'impresa più memorabile di Ramses fu la battaglia di Qadesh contro gli Ittiti. Di ritorno dalla
campagna militare, il faraone fece scolpire le scene sui muri del Ramesseo ad Abu Simbel e a Luxor.
Immense rappresentazioni raffigurano i guerrieri, l'accampamento egiziano, lo scontro, gli avversari
fatti schiavi e soprattutto Ramses, mentre da solo mette in fuga il nemico.
RAMSES II CONTRO GLI ITTITI
1275 avanti Cristo,fine del mese di aprile.
Il faraone, marcia verso la valle del fiume Oronte per conquistare la città di Qadesh,una delle principali roccaforti
ittite in Siria.
E' alla testa di 20mila uomini e 200 carri, divisi in quattro armate che hanno nome di dei: Amon, Ptah, Ra e Seth.
Il motivo del contendere sono i territori della Siria del Nord,l'avversario il sovrano Muwatallish,capo di una
coalizione che conta 10mila soldati di fanteria e oltre 3500 carri da guerra.
Nei pressi del fiume Oronte, le guardie del faraone catturano due uomini che dicono di essere disertori dell'esercito
ittita e di avere informazioni utili per gli Egiziani. Portati al cospetto di Ramses gli "confessano" che Muwatallish e i
suoi soldati sono molto lontani, e che il faraone non avrebbe corso alcun rischio ad attaccare.
Certo ormai che la conquista di Qadesh sarebbe stata semplicissima, Ramses parte senza aspettare il resto
dell'esercito, e alla testa della sola armata Amon si dirige verso la piana antistante Qadesh dove fa accampare gli
uomini. Solo quando le sue guardie catturano due nemici in avanscoperta, si rende conto di essere caduto in un
tranello. Ma è troppo tardi.
L'esercito ittita,nascosto dietro la città fortificata, attacca improvvisamente. Presa alla sprovvista, la fanteria del
faraone fugge e solo Ramses, alla testa delle sue fedeli guardie del corpo, cerca di arginare l'avanzata degli Ittiti.
"C'è riuscito grazie a due fortunati"imprevisti".
Innanzitutto la furia ittita che comincia a scemare. Conquistato l'accampamento egiziano, infatti gli Ittiti
preferiscono lanciarsi al saccheggio di ciò che i nemici hanno lasciato nella fuga piuttosto che restare concentrati in
difesa.
Il "colpo di grazia" è l'arrivo di un contingente egiziano che da man forte al faraone e alle guardie.
A questo punto le sorti del combattimento si capovolgono:da una facile vittoria,gli Ittiti si ritrovano in difficoltà.
Al tramonto si sospendono le ostilità, ma durante la notte altri reggimenti egizi raggiungono il faraone. Il mattino
dopo,una serie di valorose cariche dell'esercito egizio costringe il re ittita a chiedere un armistizio.
Ma la sua abilità propagandistica riesce a trasformare una disfatta evitata per un pelo nell'impresa eroica di un
grande condottiero.
HORUS
Horus
Dio di Behdet.Dio falco sdoppiato in Horus il Grande e in Horus Bambino. Nella mitologia, dio del cielo, della luce e
della bontà. Una delle principali divinità egizie, Horus era figlio di Iside, dea della natura, e Osiride, dio del mondo
sotterraneo.
Quando Osiride fu ucciso dal suo malvagio fratello, Seth, dio dell'oscurità e del male, Horus vendicò la morte del
padre uccidendo suo zio. Solitamente raffigurato in figura di falco (o con testa di falco), è rappresentato anche
come un bambino con un dito sulle labbra (e per questo era ritenuto dai romani il dio del silenzio). Horus era noto
presso i greci e i romani con il nome di Arpocrate.
Horus, figlio di Iside e Osiride rappresentato come un falco
Un'antica leggenda che si trova nei Testi delle Piramidi, racconta che Iside sotto forma di avvoltoio si posò sul
cadavere di Osiride, concepì Horus e lo allevò perchè vendicasse la morte di suo padre.
Horus, diventano adulto, provocò Seth che reagì strappandogli un occhio durante un combattimento, ma Horus lo
riprese, vinse Seth e lo evirò.
A questo punto l'assemblea degli dei pose Horus sul trono di suo padre, mentre per Seth ci fu la condanna a portare
Osiride eternamente.
Quando l'Egitto si divise nuovamente alla fine del periodo predinastico, Horus rimase divinità ufficiale dell'Alta
Egitto, a Nekhem (Hierakonpolis).
In Alto Egitto c'era un altro santuario di Horus, quello di Edfu.
Il faraone era considerato l'incarnazione di Horo e ciò legittimava il suo regno.
I SOVRANI NELL’ISOLA DI PHILAE
Regina Nefertari - Grande Sala ipostila, Abu Simbel - Ramses al chiaro di Luna
Regina Nefertari - Grande Sala ipostila, Abu Simbel - Ramses al chiaro di Luna
Stesso francobollo dell’Egitto emesso però dalla Palestina
Ramses II sul tempiuo di Abu Simbel
Ramses II e Nefertari
L’UNIONE DEL BASSO E ALTO EGITTO
Il ricordo della separazione dei primi abitanti dell'Egitto in piccoli gruppi indipendenti durò anche in epoca faraonica
con la suddivisione del Paese nei celebri Hesep o distretti.
A poco a poco i piccoli stati furono riuniti in 2 grandi principati:
Alto Egitto a Sud, che comprendeva la valle del Nilo da Assuan ad Heliopolis caratterizzato dalla corona
kedyet dall'alta tiara bianca degli antichi re del Giunco ed aveva Uadhit come dea protettrice e le ninfee
come simbolo.
Basso Egitto a Nord, che comprendeva l'area del delta del Nilo caratterizzato dalla corona desheret a
modio rossa dei re dell'Ape ed aveva Nekhbit come dea protettrice ed il papiro come simbolo.
Gli Dei del Nilo uniscono alto e basso Egitto
Il reinsediamento della popolazione nubiana.
Tempio di That Luang, mappa della Nubia e Ramses II
Tempio di That, Dakka e la regina Nefertari con dee Hathor e Iside / Ramses II, Abu Simbel, e vista sul Nilo
COMMEMORAZIONI
20° ANNIVERSARIO DELL’UNESCO
UNIONE DELL’ALTO E BASSO EGITTO
STATUE E DIVINITÀ
La sfinge di Wadi-es-Sebua e la statua di Rasmes II
La sfinge di Wadi-es-Sebua
Re Tirhaqah, (Nefertumra)
Principessa Ugharit
Cleopatra e Tolomeo a Kom Ombo
IL TEMPIO DI NEFERTARI
Straordinaria è la scena dell'incoronazione di Nefertari. Di un'eleganza suprema la regina dal corpo
slanciato e sottile tiene nella mano destra la "chiave della vita" e nella sinistra uno scettro floreale. La corona è
composta da un Sole fra due corna e due grandi piume, che ne fanno l'incarnazione di tutte le dee creatrici. Sulla
fronte porta l'ureo, il cobra femmina che brucia i nemici e dissipa le forze negative. Ai due lati di Nefertari, le dee
Iside e Hathor che, dopo averla incoronata, la ipnotizzano. Ramses è lo sposo dell'Egitto di cui Nefertari è la madre;
nel naos del tempio, la regina si identifica con Hathor e con Iside, suscita la piena del Nilo e dona, così, la vita a tutto
il paese.
R A M S E S II
La statua di Ramses II e della Regina Nefertari
semisommerse dall’acqua prima del trasferimento dei templi
RAMSES II IN COMBATTIMENTO CONTRO GLI ITTITI
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