Campogrande, curriculum per MiTo - Fondazione per la Cultura Torino

Nicola Campogrande
Nicola Campogrande (Torino, 1969) è considerato «uno dei
compositori più interessanti della giovane generazione italiana»
(Amazon.com).
La critica e il pubblico riconoscono nella sua musica
freschezza ed espressività, messe al servizio di lavori con
una forte componente spettacolare. Dal Teatro alla Scala
alla Wigmore Hall di Londra, dalla Werner Hall di Cincinnati al Bimhuis di Amsterdam, da
Parigi a Berlino, da Cracovia a Melbourne, da Toronto a Bogotà, la sua musica viene
eseguita regolarmente in sale prestigiose di tutto il mondo ed è incisa su 30 cd monografici
e collettivi.
E' stato scelto dal Ministero degli Affari Esteri per rappresentare il nostro Paese nell’ambito
delle manifestazioni “Italy in US 2013 – Anno della Cultura Italiana negli Stati Uniti”.
Si occupa di organizzazione musicale da 25 anni.
Dal gennaio 2005 è direttore artistico dell'Orchestra Filarmonica di Torino, che sotto
la sua guida ha raggiunto una reputazione di eccellenza, compiendo tournées in Italia e
all'estero e raddoppiando il proprio pubblico. La particolare formulazione di alcuni
programmi concertistici, come la serie “iPod Experience”, si è segnalata come un unicum e
da anni registra in sala il "tutto esaurito".
Ha fondato e diretto il festival di musica da camera “Cambi di stagione”, a Monforte
d'Alba, per il quale ha organizzato 16 concerti all'anno con artisti intenazionali di primo
piano.
Dal 1998 conduce trasmissioni culturali per Rai Radio3 – attualmente a “Radio3 Suite”.
Per il canale televisivo Classica HD conduce la trasmissione settimanale “Contrappunti”.
E’ stato per dieci anni critico musicale de la Repubblica; ora scrive di musica sul
Corriere della Sera all'interno delle pagine domenicali de “La Lettura”
Dal 2002 dirige il mensile Sistema Musica, che informa i lettori sui concerti organizzati
dalle istituzioni musicali torinesi (Orchestra Rai, Teatro Regio, Lingotto Musica, Mito
Settembre Musica ...).
E’ l’autore di Occhio alle orecchie. Come ascoltare musica classica e vivere felici (Ponte alle Grazie
2015 – seconda ristampa), di Musica e amore (Utet), e di saggi e testi editi da Rizzoli, dalla
Treccani, da Auditorium, da Meltemi. Scrive regolarmente programmai di sala per le
stagioni dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia e per altre isituzioni concertistiche.
Diplomatosi ai Conservatori di Milano (con Azio Corghi) e di Parigi, parla correntemente
inglese e francese.
Pioniere dell'uso di internet in Italia, è stato il primo studente del Conservatorio di Milano a
presentare un brano finale per il Diploma preparato graficamente con l'aiuto di un
computer. Utilizza abitualmente tecnologie digitali in ogni fase del proprio lavoro –
dalla composizione all'editing audio alla gestione del proprio sito web – ed ha relazioni
costanti con grafici e designer insieme ai quali sviluppa la veste grafica delle attività nelle
quali è coinvolto.
Per il Teatro Regio di Torino nel 2004 ha ideato e realizzato il sistema del sopratitoli per
concerti sinfonici, ora utilizzato in diverse sale concertistiche in tutto il mondo.
Pur non occupandosi strettamente di musica corale, è stato scelto come uno degli otto
membri della Commissione Artistica Internazionale della European Choral Association–
Europa Cantat, con la quale sta preparado il festival internazionale di Pécs (Ungheria),
dove si sono registrate circa 4000 presenze e un cartellone di decine di concerti.
Nel 1996 ha ideato per la Città di Torino il progetto di divulgazione “Le chiavi della
musica”, tuttora attivo in diverse scuole della città.
E' stato professore a contratto dell'Università di Roma Tor Vergata e insegna alla Scuola
Holden di Tecniche della narrazione, a Torino.
Vive a Roma ed ha tre figli.
La sua attività di compositore
Il suo rapporto fecondo con i maggiori interpreti internazionali (da Lilya Zilberstein a
Mario Brunello, da Gauthier Capuçon a Roberto Abbado, da Robert Cohen a Massimo
Quarta, da Elio a Chlöe Hanslip…) si può spiegare con le parole usate dal mensile
Amadeus: «La via più difficile ma più affascinante per un compositore è quella della
creazione di un linguaggio proprio ma comprensibile, impresa non da poco, giacché
bisogna evitare di essere autoreferenziali ma al tempo stesso banali. In poche parole, ci
vuole ispirazione artistica. Ed è proprio quello che riesce a fare Nicola Campogrande».
Molte le orchestre e le formazioni cameristiche che hanno commissionato ed eseguito i
suoi lavori (dalla Saint Paul Chamber Orchestra [Minnesota] all’Orchestre National d'Îlede-France, dall'Orchestra della Toscana all'Orchestra Verdi di Milano, dal Quintetto
Bibiena al Trio Debussy, dal Fine Arts Quartet [Usa] al Quartetto della Scala, dall’Orchestra
Toscanini all'Orchestra Haydn...) spingendo il Giornale della Musica a scrivere che "la
musica di Campogrande è felice nell’invenzione e nelle combinazioni compositive".
Recentemente la stampa internazionale si è espressa così:
Italian Journal (Usa), marzo 2015 : «With thirty recordings and hundreds of scores already to his
name, Nicola Campogrande is one of Italy’s most promising composers. Also known internationally, he has
been commissioned more and more by theaters of great importance. This success comes despite not being part
of the established avant-garde music scene. Campogrande is among those who have made the choice of total
compositional freedom, liberating himself from an obligation to be stylistically reminiscent of the great
masters. He has remained true to the common concept: a composer must write the music he likes»
Amadeus , 8 giugno 2015: «Il compositore Nicola Campogrande è noto per opere che hanno trovato
d’accordo, una volta tanto, critica e pubblico» (Gaetano Santangelo)
Classical Minnesota Public Radio, 13 settembre 2014: «Nicola Campogrande “Urban
Gardens” with Abbado/Arciuil is sublime! If all new music is this exciting and full of joy, bring me
more!» (Alison Young, Twitter)
The Star Tribune, Minneapolis, 15 settembre 2014: a proposito di Urban Gardens:
«Campogrande’s music sparkles with wit and energy but displays, too, a rich vein of melancholy in the
bluesy tune that permeates the second movement. There are touches of Ravel in the writing for piano, but the
sound and style is something new and original. The composer, a bearded, lanky 45-year-old, was present.
He joined the musicians onstage at the end and received a rousing ovation»
The Pioneer Press, St Paul (Minnesota), 14 settembre 2014: a proposito di Urban
Gardens: «But the strongest impression came from the program's newest work, an intriguing jazz-flavored,
pseudo-piano concerto by Italian composer Nicola Campogrande (...) It sounded something like a modernist
homage to George Gershwin with its bluesy, slow movement and evocation of urban landscapes. Arciuli
handled its ample demands impeccably, whether scurrying about the keyboard hyperactively or laying florid
lines atop the orchestra in a style reminiscent of Oscar Peterson's orchestral excursions» (14 settembre
2014)
Bad Entertainment.net, 15 settembre 2014: a proposito di Urban Gardens: «Campogrande’s
premiere, which served as the centerpiece of the program, was a largely impressive contribution from a
composer who has not attracted much attention on this side of the Atlantic. The music was accessible while
still full of complexity and individual character (...) The second movement, “In a Jazz Club Courtyard,”
proved to be the most memorable, beginning with a jazz-tinged dialogue between piano, winds and
percussion that built to a clangorous climax, followed by the entry of the strings in one of the most successful
efforts I have heard to integrate the swing and syncopation of jazz with an orchestra» (Eric Prindle)
Schwarzwälder Bote, 6 febbraio 2014: a proposito della Piccola Messa Italiana eseguita a
Freudenstadt: «Das Publikum zeigte sich so begeistert, dass bereits vor Ende des Stückes Szenenapplaus
gespendet wurde» (Il pubblico si è mostrato così entusiasta che è scoppiato in un applauso a scena aperta
prima della fine del brano) (Gabriele Adrian).
Il Corriere della Sera, 6 dicembre 2013: Titolo: Campogrande strega il pubblico / la sua "Magia
nera" è da 10 e lode. «Con “Magia Nera” Nicola Campogrande ha scritto una partitura "aperta",
complessa, elegantissima e figlia dello spirito del nostro tempo. Con orchetsrazioni ed elaborazioni melodiche
degne di un'opera matura» (Giancarlo Riccio)
La Tribune de Genève, 12 giugno 2013: «Pièce habile où les vents prennent le pouvoir sur des tapis
de cordes, Banksy Promenade emprunte aux graffitis du célèbre tagueur une belle vitalité. Courte et
ramassée mais bruissante de vie, la volière instrumentale s'égaie sur des fugaces rappels stravinskiens d'un
bel effet» (Sylvie Bonier)
Third Coast Daily, 15 aprile 2013: a proposito di Rimedi per l'anima: «The three movements
proved quite fascinating; while the harmonies are undeniably contemporary, the spirit of the piece is
undeniably Romantic, full of the grand gestures and sweeping melodies associated with the 19th century. I
was not acquainted with Campogrande’s music prior to Sunday; this piece will readily reward repeated
listening, and I look forward to becoming acquainted with more of his work»(David Bohn)
la Repubblica, 7 aprile 2013: «R (Un ritratto per pianoforte e orchestra) è un ampio lavoro in
cinque movimenti, si potrebbe dire fotografie a leggerne i titoli (Home, Occhi, Conquiste, Notte Finale). La
scrittura densa ma lieve, il condiviso virtuosismo del pianoforte e dell'orchestra, la capacità di saldare episodi
diversi in un discorso musicale che non si disperde mai né suona eclettico per povertà di idee, ne fanno un
autentico e motivato Concerto di oggi: al pubblico è subito piaciuto» (Angelo Foletto, 7 aprile 2013)
Teatro alla Scala, 7 maggio 2012: «Il coraggio di Campogrande, che ha scritto anche melodrammi
come Opera italiana, Macchinario, Lego e Alianti, e musica per quasi trenta Cd prodotti da varie
case discogafiche, è supportato e ben riposto nel suo stile personale fondato da elementi di natura “classica”
rock e jazz usati variamente e con prezioso garbo. Tale sintesi sviluppa sorprese e suggestivi incontri per
mezzo d'inediti vocabolari che l'ascoltatore attento avverte; in ciò il motivo della sua crescente fortuna».
(Massimo Venuti a proposito del quartetto “Rimedi per l'anima”, Teatro alla Scala, libretto
di sala,)
Il Venerdì di Repubblica, 19 dicembre 2008: «C'è una diffusa convinzione riguardo la musica
colta contemporanea. E cioè che si tratti di qualcosa di difficile, noioso e soprattutto destinato a qualcuno
che non si sa bene chi sia. A 39 anni Nicola Campogrande ha già al suo attivo 26 dischi e le sue opere
sono eseguite circa settanta volte l'anno in giro per il mondo. Non male per uno che apparterrebbe alla
misteriosa categoria dei compositori di musica contemporanea» (Federico Capitoni)