In verbo tuo - Gruppo Emmanuele

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Pontificia opera per le vocazioni ecclesiastiche
In verbo tuo
Estratto dal documento finale del Congresso su "Le vocazioni al sacerdozio e alla vita
consacrata in Europa" (Roma 5-10 maggio 1997).
37 b (estratto)
- La docibilitas vocazionale. L'ultima fase dell'itinerario vocazionale è quella della decisione. In
riferimento a tale fase i criteri di maturità vocazionale sembrano essere questi:
a) il requisito fondamentale è il grado di docibilitas della persona, ovvero la libertà interiore di
lasciarsi guidare da un fratello o sorella maggiore; in particolare nelle fasi strategiche della
rielaborazione del proprio passato, specie quello più problematico, e la conseguente libertà di
imparare e di saper cambiare.
b) Il requisito della docibilitas è in fondo il requisito dell'essere giovane, non tanto come qualità
anagrafica, quanto come atteggiamento globale esistenziale. E' importante che chi chiede di entrare
in seminario o nella vita consacrata sia veramente "giovane", con le virtù e vulnerabilità tipiche di
questa stagione della vita, con la voglia di fare e il desiderio di dare il massimo di sé, capace di
socializzare ed di apprezzare la bellezza della vita, cosciente dei propri difetti e delle proprie
potenzialità, consapevole del ono d'essere stato scelto.
c) Un'area particolarmente degna d'attenzione oggi più di ieri, è quella affettivo-sessuale. E'
importante che il giovane mostri di poter acquisire quelle due certezze che rendono la persona libera
affettivamente, ovvero la certezza che viene dall'esperienza di esser già stato amato e la certezza,
sempre esperienziale, di saper amare. In concreto il giovane dovrebbe mostrare quell'equilibrio
umano che gli consente di saper stare in piedi da solo, dovrebbe possedere quella sicurezza e
autonomia che gli facilitano il rapporto sociale e l'amicizia cordiale, e quel senso di responsabilità
che gli consente di vivere da adulto lo stesso rapporto sociale, libero di dare e di ricevere.
d) Per quanto riguarda le inconsistenze, sempre nell'area affettivo-sessuale, un occulato
discernimento dovrebbe tenere conto della centralità di quest'area nell'evoluzione generale del
giovane e nella cultura attuale. Non è così strano o raro che il giovane mostri specifiche debolezze
in questo settore.
A quali condizioni si può prudentemente accogliere la richiesta vocazionale di giovani con questo
tipo di problemi? La condizione è che bi siano assieme questi tre requisiti:
1) che il giovane sia cosciente della radice del suo problema, che molto spesso non è sessuale
all'origine.
2) La seconda condizione è che il giovane senta la sua debolezza come un corpo estraneo alla
propria personalità, qualcosa che non vorrebbe e che stride con il suo ideale, e contro cui lotta con
tutto se stesso.
3) Infine è importante verificare se il soggetto sia in grado di controllare queste debolezze, in vista
di un superamento, sia perché di fatto ci cade sempre meno, sia perché tali inclinazioni disturbano
sempre meno la sua vita (anche psichica) e gli consentono di svolgere i suoi doveri normali senza
creargli tensione eccessiva né occupare indebitamente la sua attemzione112. Questi tre criteri
devono essere tutti presenti per consentire un discernimento positivo.
112. Vedi in tal senso la raccomandazione del Potissimum istitutioni a scartare, circa
l'omosessualità, non quelli che hanno tali tendenze, ma "quelli che non giungeranno a
padroneggiare tali tendenze" (n.39), anche se quel "padroneggiare" va inteso -riteniamo- in senso
pieno, non soltanto come sforzo volitivo, ma come libertà progressiva nei confronti delle tendenze
stesse, nel cuore e nella mente, nel,la volontà e nei desideri.
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