Daar Kom Die Alibama - Lega Navale Italiana

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“Daar
Kom Die
*
Alibama…”
di Franco Maria Puddu
* “Sta arrivando l’Alabama…” canzone popolare, in afrikaan,
composta a Simon’s
Town, in Sudafrica,
per la sosta del CSS
Alabama nel 1863,
durante la crociera
di guerra che lo portò
a circumnavigare il
globo fino alle acque
della Manica.
C
ma oggi misconosciuti, corsari.
Eppure si tratta di vicende autentiche e
documentate, solo
che l’oblio del tempo,
con l’aiuto di una
buona mano di “vernice opaca” passata
sulla memoria dei fatti
da chi, vinta la guerra,
ancora oggi non accetta di riconoscere i
danni infertigli da un
avversario per molti
versi militarmente inferiore, sono riusciti a
farle passare in seconda linea.
Il cielo degli Stati Uniti all’inizio del 1800 era livido;
gli States, con la Guerra di
Indipendenza, si erano liberati da dominazioni europee, principalmente inglesi e francesi, ma non
erano mai stati molto omogenei fra di loro: in certi
Le navi corsare
confederate durante
la Guerra Civile
combatterono la flotta
unionista, civile e da
guerra, in tutte le acque
del mondo
he la storia delle guerre sia scritta,
alla loro fine, dai vincitori è cosa
nota sin dall’antichità, e per questo siamo quasi certi che
saranno forse pochi i lettori
che, parlando della Guerra
di Secessione americana,
che negli States continuano a chiamare con
amaro realismo “Guerra Civile”, avranno sentito parlare delle gesta della
Marina Confederata (la
marina degli Stati del Sud),
dei suoi sommergibili,
mezzi d’assalto, corazzate,
mine (tutti mezzi di
estrema avanguardia per
quei tempi), ma, soprattutto, dei suoi leggendari,
Stephen Russell Mallory, ministro
confederato della Marina, con
pochi mezzi ma tanta intelligenza
seppe trasformare la praticamente
inconsistente Marina sudista in un
organismo che, anche se molti non
vogliono ancora riconoscerlo, diede
moltissimo filo da torcere ai suoi
avversari; in apertura, la Bandiera di
Combattimento del CSS Shenandoah, conservata al Museo della
Confederazione di Richmond
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Le radici
di una guerra
Il “Piano Anaconda”, dal nome del grande rettile acquatico americano; progettato dal generale nordista Scott, avrebbe dovuto portare all’immancabile strangolamento economico della Confederazione
States si parlava un arcaico
tedesco, o un vecchio
olandese; andando al nord
si incontravano zone francofone, in Nevada e in
Nebraska i mormoni praticavano la poligamia,
mentre la setta degli
Amish, di origine svizzera,
parlando, come oggi, il
suo “tedesco di Pennsylvania”, si era ritirata nell’Ohio; altri, come gli immigrati irlandesi, ebrei o
ispanici, non perdevano
tempo per organizzare
“guerre di gang” nelle
loro enclave. Sorvoliamo
poi sulla sorte toccata ai
nativi d’America, dei
ghiacci, delle praterie o
“chicanos” che fossero.
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Il problema principale,
però, era che nell’enorme Paese si era venuta
a creare una frattura che
aveva contrapposto la
dinamica civiltà industrializzata degli Stati
del Nord alla benestante,
ma tradizionalista e indolente società rurale
del Sud.
Fra l’altro, la prima era
contraria alla schiavitù
e, anche se a tutt’oggi
si evita di ricordarlo, all’eguaglianza dei diritti
fra bianchi e neri; la seconda, invece, non poteva fare a meno della
forza lavoro quasi gratuita rappresentata dagli
schiavi, mentre non
prendeva neanche in
considerazione la questione dell’eguaglianza.
In una probabile guerra
Il comandante Semmes, seduto al centro, assieme agli ufficiali del suo Stato Maggiore, a bordo
del suo primo comando sulle vavi corsare, sul CSS Sumter
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civile, che non vedeva contrapposti
gruppi omogenei,
ma etnie prive di
comuni radici, la natura economica delle
pulsioni che spingevano al conflitto
era evidente, e il primo a preoccuparsene era il Sud che,
essendo totalmente
privo di industrie,
aveva un’economia,
basata su monocolture intensive, in
quanto tali economicamente pericolose, principalmente
del cotone e del tabacco, che ponevaQuesto olio su tela dell’epoca ci mostra l’incrociatore corsaro confederato CSS Sumter che si fa incontro
a due possibili prede inalberando, per ingannarle, la bandiera della Marina argentina
no l’economia alla
mercé dei mercati
interne; per questo motivo per quella che
esteri.
sarebbe divenuta la Confederazione, le proMa questi si trovavano tutti al di là dell’Oceano,
spettive erano gravi.
e il Sud non aveva neanche una parvenza di
La mancanza di una Marina dipendeva da
Marina in grado di difendere le sue coste, le
molte circostanze: esistevano due soli porti ma
rotte commerciali e le importanti vie d’acqua
di importanza secondaria, Norfolk, in
Virginia, troppo vicino ad una possibile
linea del fronte, e
Pensacola, in Florida,
oltre a pochi altri,
minori e senza validi
cantieri navali o arsenali.
Inoltre, in tutta la
Confederazione non
c’era una sola industria meccanica in
grado di costruire
buoni motori navali,
di produrre lastre di
acciaio per scafi e
corazze, e di riparare
o rettificare cannoni.
Le foreste in grado
di fornire legname
sufficiente a creare
Il captain Raphael Semmess, fu il comandante corsaro dalla più lunga carriera, che catturò, prima con
una flotta di medie
il Sumter poi con l’Alabama, ben 92 fra trasporti e navi da guerra in servizio per l’Unione
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Il corsaro Florida,
comandato dal capitano
John Newland Maffitt
(nel riquadrato),
nonostante un difficile
avvio costellato di
contrattempi e
inconvenienti sanitari
all’equipaggio,
mise fuori
combattimento ben 58
unità avversarie
dimensioni erano molte, ma il legname andava
scelto, tagliato e stagionato per tempo.
Per quanto riguarda gli equipaggi, esisteva un
buon nucleo di capaci ufficiali (la tradizione
militare era sviluppata più al Sud che al Nord),
ma i sottufficiali e i marinai provenivano quasi
tutti dalle flotte pescherecce del Rhode Island,
del Massachusetts, del New Ampshire, del
Maine, tutti al Nord, che da sempre erano
state una sorta di Accademia Navale laica per i
mozzi decisi ad andare per mare; e quasi tutti
sarebbero tornati ai propri Paesi di origine.
Gli Stati sudisti tentarono inutilmente di correre
ai ripari fino a che, il nuovo Presidente della
Confederazione, Jefferson Davis, e il Congresso
approvarono la costituzione del Ministero della
Marina, il cui dicastero fu assegnato a un giovane
senatore della Florida: Stephen Russell Mallory.
Mai scelta fu più giusta: Mallory, nato nel 1813
a Trinidad, nonostante fosse un autodidatta
nel campo dei problemi navali, dimostrò di
avere una mentalità analitica, spregiudicata e
moderna, tanto da precorrere con notevole
successo, i tempi e le tecniche che le Marine di
tutto il mondo, avrebbero usato molto tempo
dopo. Comprendendo che per sopravvivere
doveva puntare sulla qualità, la tecnologia, la
sorpresa e l’avanguardia, abbandonò i vetusti
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schemi navali e iniziò immediatamente a organizzare la Marina Confederata.
Le scelte di Mallory
Suddivise la flotta delle acque interne in 8
squadroni territoriali, ma soprattutto riportò
in auge una strategia antica quanto la marineria, ossia la pirateria, dandole regolamentazioni cui si era fatto ricorso nel secolo
precedente, quando l’ammiragliato britannico
l’aveva legalizzata, ponendola agli ordini di
Sua Maestà, ed elevandola, trasformando i pirati in corsari.
Ideò, quindi una forza autonoma, modesta ma
efficiente, composta per lo più da navi convertite per questo scopo, ai cui capitani fu concesso di operare in modo totalmente
autonomo per contrastare il cosiddetto “Piano
Anaconda”, elaborato dal generale nordista
Winfield Scott, per strangolare gli Stati confederati via mare (con un blocco navale) e via
terra, con il blocco dei fiumi Mississippi e Tennessee.
In realtà questa forza che farà parlare di se e a
lungo nelle cronache della guerra, entrò in
funzione gradatamente. I primi a scendere in
campo, infatti, non furono i corsari, ma i violatori di blocco.
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Subito dopo la dichiarazione di
guerra del presidente Abramo Lincoln, il presidente confederato
Jefferson Davis, il 17 aprile 1861,
aveva emanato un proclama che
invitava “…tutti coloro che desiderino,
servendo su navi private armate in
alto mare, aiutare questo Governo
nella resistenza contro un’aggressione
così gratuita e malvagia, a fare richiesta di autorizzazione o di lettera
di corsa e rappresaglia da concedersi
con il sigillo di questi Stati Confederati…”.
Molti normali armatori civili avevano accettato i rischi di eludere
la vigilanza delle navi da guerra
unioniste per esportare o importare clandestinamente materiali
strategici, armamenti, ma anche
Il CSS Alabama nella seconda metà del 1863 fece scalo a Simon’s Town, Simonstad
in afrikaan, in Sudafrica, dove venne accolto con grandi festeggiamenti dovuti alla
generi di consumo e di lusso, vifama che l’aveva preceduto. Di lì proseguì il viaggio verso Cherbourg dove lo attenveri, indumenti, con piccole navi
deva la fatale imboscata dell’USN Kearsarge; ma la sua visita è stata tramandata fino
a noi da una canzone, una polka molto ritmata, che è entrata a far parte della culmanovriere, molto veloci, a vela,
tura afrikaan, e che si chiama “Daar komm die Alibama”, come ricorda questa targa
a vapore o miste, dotate di capifatta affiggere dall’Historycal Socety di Simon’s Town
tani che ne sapevano una più del
Ma questi violatori di blocco, importantissimi
diavolo e di equipaggi che per i loro comanper il sud, avevano due inconvenienti: erano
danti si sarebbero gettati nel fuoco.
quasi tutti abbastanza piccoli e in genere non
Non erano angeli né eroi, patrioti se vogliamo,
armati, e, anche se avessero colto di sorpresa
ma anche avventurieri. Correvano grandi riuna nave da guerra unionista, si sarebbero ben
schi, e per questo venivano ricompensati con
guardati dall’attaccarla: sia per la loro inferioi lauti guadagni che queste crociere consentirità, sia perché non era loro compito combatvano, ma a duro prezzo. Si dovevano confrontere, ma trasportare. L’armamento serviva per
tare con navi molto più grandi, potenti e
l’ultima difesa; non erano quindi pericolosi
armate che avevano libertà di fuoco senza preper i nordisti, ma si limitavano ad attenuare
avviso; spesso navigavano al buio totale in
l’effetto del blocco; tutto il Sud, infatti, dunotti senza luna e a tutta velocità, con l’unico
rante la guerra, pur sopravvivendo decenteausilio di memoria, istinto, capacità ed espemente e ricevendo cappellini di Parigi, pizzi di
rienza.
Fiandra e vini d’annata, accusò le restrizioni
I vapori utilizzavano in genere il costoso cardei generi di importazione. A questo punto, la
bon coke, che bruciando emette fumo nero,
Marina scese in campo con i suoi corsari.
invisibile nelle notti illuni, e che non genera,
come quello di legno, vampate di fuoco e fumi
rossastri sempre più evidenti man mano che
La parola ai corsari
aumenta la pressione; una pacchia per le veNon furono molti, venti, forse trenta unità;
dette nordiste.
navi eterogenee, di tutti i tipi, dimensioni e arI nostri lettori, anche se nella finzione cinemamamenti, dalla goletta Triton, da 30 tonneltografica, conoscono bene uno di questi capilate, armata con un cannone da 18 libbre, al
tani: è il Rett Butler di “Via col vento”,
piroscafo a ruote laterali V. H. Ivy, da 454 t,
magistralmente interpretato da Clark Gable, le
con un pezzo da 15 libbre, al bark Matilda, da
cui imprese navali, tuttavia, nel film che ha
400 tonnellate, con 6 cannoni, al piroscafo
immortalato il celebre romanzo, sono molto
Dove, da 1.180 tonnellate, con ben 8 cannoni,
sminuite.
e tanti altri.
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Lo scontro a fuoco tra il CSS Alabama e la corvetta unionista Kearsarge, avvenuto nelle acque della Manica al largo di Cherbourg il 19
luglio 1864, si concluse dopo un duro combattimento, con l’affondamento della nave confederata
La documentazione sulla attività operativa di
molti di loro è lacunosa, o è andata distrutta o
volutamente dispersa; non tutte entrarono in
servizio o riuscirono ad effettuare regolari crociere di guerra, ma va ricordato che la loro presenza condizionò molto l’efficacia del blocco
nordista.
Anche se questo, nel corso di tutta la guerra,
catturò o affondò un migliaio di navi dirette
nei porti confederati (in genere unità di piccolo – medio cabotaggio), i sudisti riuscirono,
nello stesso periodo, ad eludere la presenza
unionista portando positivamente a termine
oltre 8.200 violazioni.
Inoltre, entro la durata della guerra, i corsari
oceanici affondarono oltre 220 navi unioniste, tra mercantili, militari e baleniere; mentre
decine e decine di navi unioniste vennero inviate a caccia di “vascelli fantasma”, distogliendole dal loro servizio nel blocco navale.
I principali vascelli corsari che operarono
nella Confederate State Navy furono il Sumter,
che catturò o affondò 18 navi, il Florida (58
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navi catturate), l’Alabama (64), il Tallahassee
(39) e lo Shenandoah (38), mentre altri come il
Georgia, il Rappahannock, il Nashville, il Chickamauga, il Clarence, il Tacony, lo Stonewall e
l’Olustee non ottennero risultati o furono affondati prima di entrare in azione.
Il primo di questi corsari fu il comandante Raphael Semmes, che aveva trasformato un piccolo vapore ad elica da 437 t, il piroscafo già
spagnolo Marquis de Habana, nel Confederate
State Ship (CSS) Sumter e di cui assunse il comando partendo da New Orleans il 18 giugno
1861; dopo essere sfuggito al blocco nordista,
catturò la sua prima preda poco lontano dalla
costa. Dopo aver operato attorno a Cuba e alla
Martinica fece rotta verso l’Europa catturando
in tutto 18 navi fino a che non venne sorpreso,
mentre carbonava, da tre navi da guerra unioniste che lo stavano braccando. Nell’impossibilità di combattere contro un nemico così
superiore, che d’altronde non poteva colpirlo
essendo in porto neutrale, decise di mettere in
disarmo l’unità e l’equipaggio tornò in Patria.
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Una bella immagine pittorica dell’incrociatore corsaro confederato Shenandoah, il cui nome, proprio di una regione della Virginia, è
derivato da un'espressione dei nativi americani, e significa "Bella figlia delle stelle"; questa nave ebbe una vita operativa tanto lunga,
fruttuosa e onorevole da essere ricordata ancora oggi
Il CSS Alabama invece, un tre alberi di 67
metri con 8 cannoni e propulsione ausiliaria,
fu costruito su ordinazione in Inghilterra e
posto al comando dello stesso capitano Semmes; in due mesi di crociera nell’Atlantico catturò o distrusse 20 navi, poi si spostò sui
banchi di Terranova intercettando le navi nordiste che trasportavano grano in Europa,
quindi si spostò a Port Royal, in Giamaica, poi
in Brasile per attraversare lo stretto di Magellano e raggiungere l’Oceano Indiano attraversando il Pacifico e quindi il Mare di Giava,
catturando circa 30 prede.
“Daar kom die Alibama”
Infine, dopo una sosta in Sudafrica a Simon’s
Town, tornò nell’Atlantico, raggiungendo il
porto francese di Cherbourg per fare carenaggio, ma all’uscita era atteso dalla corvetta
unionista Kearsarge che l’affondò in combattimento il 19 luglio 1864. In totale aveva colato a picco o requisito ben 64 navi.
Anche il CSS Florida, un incrociatore da 58
metri, anch’esso con 8 cannoni, fu costruito
in Inghilterra sotto il falso nome di Oreto, e
poi portato alle Bahamas dove venne convertito in incrociatore corsaro, ma ebbe un incredibile numero di gravi contrattempi, a partire
da difficoltà di approvvigionamento e trasferimento delle armi, fino ad una letale epidemia di febbre gialla che decimò l’equipaggio
riducendolo ai minimi termini.
Il comandante John Newland Maffit. un tenente di vascello di 42 anni, anch’egli malato,
fu costretto a rientrare in Patria, a Mobile, forzando il blocco, per sostituire l’equipaggio e
completare l’allestimento della nave. Quindi
tornò nuovamente a passare fra le navi unioniste del blocco per effettuare un raid prima
nelle Indie Occidentali, poi sulle coste del Brasile ed infine nuovamente nelle Indie Occidentali; infine attraversò l’Atlantico per la Francia.
Tornò quindi nelle Indie Occidentali, per poi
raggiungere il Brasile, ancorando a Bahia,
dove era presente anche il Wachusett, un
grosso sloop a vapore unionista. Confidando
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nella neutralità del porto, Maffit permise alconsegnarsi agli inglesi per non arrendersi all’equipaggio di recarsi a terra, ma nella notte
l’Unione, e il 6 novembre 1865, sei mesi dopo
il Wachusett speronò e abbordò la nave confela fine della guerra, lo Shenandoah fece il suo
derata, violando i diritti degli Stati neutrali. Il
ultimo “ammaina” nel porto di Liverpool. La
Florida venne condotto negli Stati Uniti da un
sua bandiera di combattimento è oggi conservata,
equipaggio di preda eludendo un vascello bracon il dovuto rispetto e ammirazione, nel
siliano posto a garanzia della neutralità, ma la
museo della Confederazione, a Richmond, in
sfacciata violazione fece nascere uno scandalo
Virginia.
tale che il comandante del Wachusett fu coMolto ci sarebbe da aggiungere sulle appassiostretto a dare le dimissioni, e il Florida venne
nanti avventure che questi marinai hanno visrestituito alla Confederazione.
suto per la loro causa (non erano violatori di
Ma poco lontano, sulla rotta del ritorno, l’atblocco, ma equipaggi militari) in tutti i mari
tendeva una nave da guerra unionista che l’afdel mondo, ma quello che importa è ricordare
fondò a cannonate. Nella sua carriera aveva
che in tutte queste azioni di guerra ci furono
catturato 58 navi.
(c’est la guerre) alcuni morti e feriti, anche se
Il CSS Shenandoah, infine, un tre alberi a propochissimi, però mai nessun equipaggio catpulsione mista di 70 metri, armato con 8 canturato venne abbandonato a se stesso ma
noni, fu l’ultima delle navi corsare più famose.
venne portato a bordo della nave corsara, cuEntrata in servizio il 20 ottobre 1864, al
rato, confortato e poi sbarcato alla prima occomando del tenente di vascello James Waddell,
casione, nessuno subì maltrattamenti e la
operò inizialmente lungo le coste australiane,
stessa mortalità a bordo (dove esisteva un sia
dove affondò 6 navi, per poi trasferirsi nel
pur minimo ma efficiente servizio sanitario)
Pacifico settentrionale, teatro di lavoro delle
si limitò ad un numero esiguo di uomini.
baleniere dell’Unione, distruggendone 32, ma
Spesso, anche se sembra strano, nella guerra
a bordo dell’ultima preda venne trovato un
emergono sconosciute figure di gentiluomini.
giornale che parlava della grave sconfitta sudista
Sotto qualsiasi bandiera.
di Appomattox; Waddel,
però, continuò a navigare fino a che,
il 2 agosto
1865, fu informato da una
nave inglese
della caduta
della Confederazione.
Benché invitto sul mare,
continuare
una guerra privata significava varcare la
“sottile linea
rossa” che divide il corsaro
dal pirata, con
tutte le sue poco gradevoli
conseguenze.
Visitatori a bordo del corsaro confederato Shenandoah durante la sosta effettuata da questo nel porto di Melbourne, in Australia (State Library of Victoria, Melbourne)
Così decise di
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