LA RELATIONSHIP UOMO-ANIMALE E LE SUE CONSEGUENZE SULLA SALUTE UMANA ED IL BENESSERE La relazione uomo-animale inizia circa 10.000 anni fa con l’addomesticamento del lupo, la prima specie verso la quale l’uomo ha rivolto il proprio interesse per ottenere dei benefici con un animale vivente. In questo caso entrambe le specie, umana e animale, traevano vantaggio. Infatti si instaurò una relazione simbiotica in cui l’uomo aveva un animale che era in grado di proteggere la sua abitazione ed il lupo, ormai cane, poteva ottenere del cibo per il proprio sostentamento senza dover ricorrere sempre ad azioni di caccia. Circa 4000 anni fa, con caratteristiche differenti, incominciò anche la relazione uomo-gatto, sembra per la nota capacità dei gatti di cacciare i piccoli roditori dannosi per le provviste umane. Attraverso i secoli tali relazioni hanno subito dei cambiamenti e sono presenti praticamente in tutte le società dove la religione non le frena o le proibisce e sono in evoluzione con lo sviluppo socioeconomico. Il rapporto uomo-animale nei nostri giorni La propensione alla detenzione di uno o più animali da compagnia nelle nostre case è oggetto di studio da parte di psicologi, medici e sociologi fin dagli anni 60. Da questi studi è emerso che la tendenza ad adottare un animale giovane, a prendersi cura di animali feriti è universale. Il meccanismo di protezione, nei mammiferi e negli uccelli, viene innescato dalla visione dell’aspetto giovane dell’animale come la grandezza degli occhi, il muso corto e la testa arrotondata. Nelle società come la nostra è stimato che circa il 50% della popolazione possiede un animale da compagnia o “pet” secondo la definizione anglosassone ormai diffusa nel mondo scientifico. Secondo Konrad Lorenz l’importanza crescente della presenza degli animali nelle nostre case è dovuto alla urbanizzazione che ha allontanato l’uomo dal contatto diretto con la natura. Precisi studi hanno rivelato che le persone che hanno animali da compagnia sono più attenti ai problemi dell’ambiente, sono più informati sui concetti dell’ecologia, conoscono di più la vita degli animali selvatici rispetto ai non proprietari di animali da compagnia. Da questi aspetti sono partiti ulteriori studi in tutto il mondo per capire cosa succede durante una relazione inter-specifica uomo-animale. Ci si chiede soprattutto se questo tipo relazione influisce sulle relazioni inter-personali tra la gente. La risposta a queste domande sono ormai precise: i pets favoriscono e promuovono contatti tra persone sia durante le consuete passeggiate con il propri cani che all’interno delle case di riposo. Questo ruolo importane nell’ultimo caso è svolto soprattutto dai gatti. Alcuni risultati degli studi scientifici: Le prime osservazioni scientifiche furono svolte nei primi anni 70 negli Stati Uniti dove alcuni psichiatri e psicologi osservarono che era molto più facile stabilire dei contatti verbali con i pazienti geriatrici se un cane od un gatto erano presenti durante i colloqui. In particolare rilevarono che alcune persone che si erano richiuse completamente in se stesse rifiutando contatti interpersonali verbali con altri, dopo un periodo breve di relazione con un animale rincominciarono a parlare. Il bisogno di esprimere cosa aveva “combinato” l’animale insieme a loro, sommato ad un maggiore senso di rilassatezza dovuto al rapporto fisico con l’animale stesso, come l’accarezzarlo, aveva abbattuto l’introversione. Una importantissima conclusione di studi effettuati all’Università di Psicologia di Vienna indica che i bambini che vivono con un “pet” in casa leggono ed interpretano molto meglio la gestualità della comunicazione non-verbale dell’uomo rispetto ai loro coetanei di stesso background culturale ed economico che non convivono con animali da compagnia. Sono meglio integrati nella struttura sociale della classe ed affrontano con più proprietà i giochi sociali e le discussioni. La pet-therapy Il ruolo che gli animali da compagnia giocano sulla qualità della vita e lo stato di salute hanno portato alla nascita di alcune forme terapeutiche nuove. Queste vengono denominate pet-therapy.. La pet-terapy raggruppa in insieme di tecniche curative o di appoggio psicologico in cui l’animale da compagnia risulta il veicolo di maggior rilassatezza, stimolatore di reazioni positive o svolge il ruolo attivo di assistente per portatori di handicap fisici come i non vedenti, i non udenti, i malati di sclerosi multipla o emiplegici. L’impiego terapeutico viene perciò stabilito di volta in volta a seconda delle necessità e degli scopi che ci si prefigge da una équipe di esperti. Questa équipe è composta da diverse figure di professionisti: vi partecipano medici, psicologi, operatori sanitari, veterinari, etologi ed anche volontari. Si spazia perciò dall’educare, con l’introduzione di animali a scuola, intere scolaresche alla conoscenza degli animali ed al loro rispetto, alla introduzione di pets in case di cura o ricoveri per anziani per risolvere situazioni di disagio, alla terapia vera e propria come quella in cui l’animale è co-terapeuta durante una seduta analitica o fisioterapica. Dr.ssa Clotilde TRINCHERO Medico Veterinario Etologa e phD in Neuroanatomia funzionale veterinaria POSSIBILI VANTAGGI DEI CONTATTI UOMO-ANIMALE È stato rilevato da studi condotti già negli scorsi decenni e oggi comprovati da sempre più numerose esperienze, che il contatto con un animale, oltre a garantire la sostituzione di affetti mancanti o carenti, è particolarmente adatto a favorire i contatti inter-personali offrendo spunti di conversazione, di ilarità e di gioco, l'occasione, cioè, di interagire con gli altri per mezzo suo. Può svolgere la funzione di ammortizzatore in particolari condizioni di stress e di conflittualità e può rappresentare un valido aiuto per pazienti con problemi di comportamento sociale e di comunicazione, specie se bambini o anziani, ma anche per chi soffre di alcune forme di disabilità e di ritardo mentale e per pazienti psichiatrici. Ipertesi e cardiopatici possono trarre vantaggio dalla vicinanza di un animale: è stato infatti dimostrato che accarezzare un animale, oltre ad aumentare la coscienza della propria corporalità, essenziale nello sviluppo della personalità, interviene anche nella riduzione della pressione arteriosa e contribuisce a regolare la frequenza cardiaca. Che si tratti di un coniglio, di un cane, di un gatto o di altro animale scelto dai responsabili di programmi di pet therapy, la sua presenza solitamente risveglia l'interesse di chi ne viene a contatto, catalizza la sua attenzione, grazie all'instaurazione di relazioni affettive e canali di comunicazione privilegiati con il paziente, stimola energie positive distogliendolo o rendendogli più accettabile il disagio di cui è portatore. I bambini ricoverati in ospedale, ad esempio, soffrono spesso di depressione, con disturbi del comportamento, del sonno, dell'appetito e dell'enuresi dovuti ai sentimenti di ansia, paura, noia e dolore determinati dalle loro condizioni di salute, dal fatto di essere costretti al ricovero, lontani dai loro familiari, dalla loro casa, dalle loro abitudini. Alcune recenti esperienze condotte in Italia su bambini ricoverati in reparti pediatrici nei quali si è svolto un programma di Attività Assistite dagli Animali (AAA), dimostrano che la gioia e la curiosità manifestate dai piccoli pazienti durante gli incontri con l'animale consentono di alleviare i sentimenti di disagio dovuti alla degenza, tanto da rendere più sereno il loro approccio con le terapie e con il personale sanitario. Le attività ludiche e ricreative organizzate in compagnia e con lo stimolo degli animali, il dare loro da mangiare, il prenderli in braccio per accarezzarli e coccolarli hanno lo scopo di riunire i bambini, farli rilassare e socializzare tra loro in modo da sollecitare contatti da mantenere durante il periodo più o meno lungo di degenza, migliorare, cioè la qualità della loro vita in quella particolare contingenza. Nel campo delle Terapie Assistite dagli Animali (AAT), dove le prove di un effettivo miglioramento dello stato di salute di alcuni pazienti si stanno accumulando nella letteratura scientifica, la pet- therapy propone co-terapie dolci da affiancare alle terapie mediche tradizionali e, attraverso un preciso protocollo terapeutico, è diretta a pazienti colpiti da disturbi dell’apprendimento, dell’attenzione, disturbi psicomotori, nevrosi ansiose e depressive, sindrome di Down, sindrome di West, autismo, demenze senili di vario genere e grado, patologie psicotiche, ma anche a quanti necessitano di riabilitazione motoria come chi è affetto da sclerosi multipla, miodistrofia o reduce da lunghi periodi di coma. Dr.ssa Clotilde TRINCHERO Medico Veterinario Etologa e phD in Neuroanatomia funzionale veterinaria