Idrocolonterapia: un lavaggio non solo per l’intestino Dott. Alberto FIORITO Medico, esperto in medicine non convenzionali, nutrizione biologica. Presidente di AMIN Associazione di Medicina Integrata e Naturopatia “Quando la struttura della mucosa intestinale è anormale, la sua porosità eccessiva, il passaggio dei microrganismi e delle sostanze indesiderabili troppo abbondante, il potere disintossicante del fegato e il potere filtrante dei gangli sono sopraffatti.” Dr.ssa Catherine Kousmine Vogliamo iniziare questo lavoro con una frase della dottoressa Kousmine il cui impegno terapeutico nella vita è stato sempre dedicato all'alimentazione corretta e all'importanza che questa ha sia per l'intestino che per il benessere dell'organismo in generale. Spunti di fisiologia intestinale L'intestino rappresenta il canale attraverso il quale vengono espulsi i materiali di rifiuto della digestione che si formano a partire dall'ultimo tratto dell'intestino tenue. Per ottenere questo risultato vi sono diversi meccanismi che entrano in gioco tra i quali ricordiamo la motilità intestinale o peristalsi, l'attività della flora batterica che collabora sia al completamento della digestione sia alla produzione di sostanze come le vitamine, indispensabili per la salute, l'attività di riassorbimento dell'acqua e, non ultima, l'attività di filtraggio selettivo. A queste diverse ed importanti funzioni se ne sta aggiungendo una ulteriore e assolutamente non di importanza secondaria, ovvero la funzione immuno-endocrina dell'intestino stesso. In questo lavoro discuteremo di due funzioni importanti tra quelle citate ovvero il filtraggio selettivo e l'attività di spinta intestinale. La parete intestinale si compone di un intreccio di fibre muscolari attraversate da due sistemi nervosi indipendenti e complementari tra di loro. La mucosa, ovvero la parte a contatto con il bolo alimentare e la popolazione batterica, dispone di diverse proprietà fisiologiche che ne garantiscono un corretto funzionamento. Intanto è in grado, attraverso dei meccanismi recettoriali specifici, di riconoscere il cibo e in particolare i principi attivi dello stesso e farli passare attraverso la propria parete per essere poi portati all'interno del sangue. Un sistema immunitario locale costituito da immunoglobuline della serie A, cellule sentinella specifiche, macrofagi e, non ultimo, una popolazione linfocitaria identificata con il nome TH3, fanno in modo che a questo livello avvenga un'importante selezione tra il self, ovvero quello che in qualche modo può essere identificato come simile e quindi accettato dall'organismo, e il non self, ovvero il materiale che deve essere respinto e che andrà comporre il bolo fecale. Di questo materiale fanno parte anche i batteri, che non devono attraversare la parete intestinale e che in gran parte costituiscono la materia da eliminare. L'evoluzione di questo sistema di filtraggio selettivo ha fatto nascere una popolazione linfocitaria, già citata prima, i linfociti TH3, che predispongono le difese immunitarie ad accettare parzialmente determinate sostanze, ovvero a rendere “tollerante” la parete intestinale e dunque l'intero organismo a certe sostanze che originariamente sono non self, come gli alimenti, ma che in qualche modo devono poi essere manipolate e filtrate per diventare parte del nostro organismo. Anche il sistema della peristalsi è affascinante poiché sfrutta tutte le strutture anatomiche della parete intestinale, in particolare i plessi nervosi mesenterici e le strutture muscolari. Al momento del contatto del bolo alimentare con la parete si stimola un riflesso di contrazione che in un modo alternato coinvolge l'intero sistema muscolare dell’intestino. In questo modo il cibo viene rimescolato, portato a contatto con le pareti e spinto in avanti. 1 Patologie legate all’intestino Un'alterazione di questi meccanismi si tradurrà inevitabilmente in un processo infiammatorio. Questo può essere dovuto a diversi fattori tra i quali ricordiamo la presenza di materiale tossico all'interno del bolo alimentare e l'alterazione dei rapporti tra le popolazioni batteriche intestinali, ovvero la disbiosi. Come in ogni parte del corpo anche a livello della mucosa intestinale il processo infiammatorio è un meccanismo di difesa che ha lo scopo di circoscrivere i danni di un'aggressione. E come in tutto il corpo anche a questo livello questo meccanismo prevede un aumento del flusso ematico, un aumento del volume a livello locale e l'arrivo di cellule di difesa. Ai fini pratici, però, tutto questo si traduce in una momentanea perdita della selettività della parete. Ciò implica che attraverso questa parete possono in qualche modo passare sostanze, elementi, tossine, batteri o altro materiale che normalmente non avrebbe questa capacità. A questo punto non dobbiamo dimenticare che abbiamo a che fare con due eventi contemporanei: il primo consiste nell’azione irritante dell’elemento che ha portato al processo infiammatorio. Il secondo è il processo infiammatorio stesso, che implica la perdita di selettività della parete. Ci troviamo, dunque, di fronte ad una zona dell'intestino più o meno diffusa in cui non solo la parete perde selettività, ma in quel momento a quel livello vi sono elementi tossici: si delinea in questo modo la cosiddetta sindrome dell'intestino permeabile, ovvero una situazione infiammatoria che permette il passaggio all'interno del sangue - e dunque del corpo - di sostanze che normalmente dovrebbero essere filtrate dalla parete intestinale. Se, come normalmente accade, la disbiosi è una condizione cronica e la qualità del cibo è costantemente alterata si comprende come la funzione selettiva della membrana intestinale sia spesso compromessa. Le conseguenze della perdita di selettività A questo punto è necessario osservare che cosa avviene all'interno dell'organismo che si trova a ricevere per via ematica delle sostanze che normalmente non devono essere presenti. Il primo destino di queste sostanze è il fegato per cui è presumibile che i processi di coniugazione, transaminazione, trasformazione tendono solo a caricare l'attività di questo importantissimo organo filtro. Nasce in questo modo una nuova sintomatologia che non è direttamente dipendente o collegabile dalla disbiosi intestinale, rappresentata dall'affaticamento epatico, che si traduce in alterazione della qualità digestiva, sonnolenza, patologie cutanee, patologie neuropsicologiche. Il materiale che sfugge al fegato ed al suo sistema di filtraggio continua a circolare nell'organismo attraverso il sangue. Ci riferiamo per esempio ai batteri, che superano pressoché indenni il sistema portale e si ritrovano concentrati nelle vie urinarie allo scopo di essere da queste eliminati. In un organismo sotto stress infiammatorio questi batteri dovrebbero permanere all'interno della vescica per il tempo necessario per lo svuotamento, ma il ripetersi di questa condizione porta inevitabilmente a condizioni infiammatorie ed infettive. Ecco quindi il paventarsi di una nuova patologia rappresentata dalle cistiti che nel tempo possono diventare croniche, ricorrenti, emorragiche. Ancora una volta difficili da correlare ad un malfunzionamento della parete intestinale. Ultima per questa trattazione ma non ultimo in ordine di importanza è la possibilità che alcune delle sostanze prodotte dalla fermentazione intestinale, in particolare quelle di provenienza batterica, possano agire all'interno dell'organismo mimando l’azione dei neurotrasmettitori. Esse vengono accettate come tali dal fegato e mandate in circolo: il possibile passaggio attraverso la barriera emato-encefalica potrà essere causa di tutti i sintomi che possiamo identificare come neuropsicologici, tra i quali vogliamo ricordare semplicemente le alterazioni del tono dell'umore, l'ansia, le crisi di panico. Anche in questo caso il collegamento con un malfunzionamento della parete intestinale diventa impossibile. 2 I disturbi dell’alvo Nel frattempo la parete infiammata e coinvolta da questo processo reattivo subisce una alterazione del proprio comportamento che può avere un duplice aspetto. L'irritabilità da contatto della parete può provocare un iperstimolo alla peristalsi e dunque avremo un aumento della frequenza intestinale fino alla vera e propria diarrea. Ma la cronicizzazione del problema arriva a ridurre la sensibilità della parete stessa che rallenta la sua attività. Questa è l'anticamera della stipsi. La ridotta attività di spinta provoca il permanere delle feci per un tempo prolungato a contatto con la parete intestinale. Ciò determina un aumento del riassorbimento di acqua e in alcuni casi, a livello delle austrature, piccole quantità di materiale fecale condensano e aderiscono alla parete. In questo modo avvengono almeno tre eventi negativi: quella parete non può avere più contatto con il bolo alimentare e quindi non può contribuire al riassorbimento dell'acqua; quel pezzo di intestino non partecipa alla peristalsi perché non viene stimolato dal contatto del bolo con la parete; al di sotto di questa finta parete fecale il processo infiammatorio viene esaltato con la possibilità sia di infiammazioni sovrapposte che di alterazioni cellulari. Un ampio perché dell’idrocolonterapia Da tutte queste premesse si comprende quanto un lavaggio intestinale sia un'operazione non solo essenziale per risolvere un problema attuale, ma anche un meccanismo di profilassi di patologie sia intestinali che generali. Agendo molto più in profondità rispetto alle tecniche di lavaggio rettale, l’idrocolon consente di intervenire in maniera efficace sul materiale fecale aderente alle pareti di tutto il sigma, il colon discendente e la prima parte del colon trasverso: in pratica tutto il tratto intestinale che contribuisce al consolidarsi del materiale fecale. La tecnica, nota anche nell'antichità, si è recentemente affinata con degli strumenti che consentono un lavaggio approfondito, sicuro e completo. Si tratta di inserire una cannula a livello rettale attraverso la quale viene fatta confluire acqua, preventivamente filtrata. La stessa cannula che porta all'interno del retto il liquido costituisce la naturale via di uscita dello stesso. Una volta che il paziente si è rilassato l'operatore agisce su una valvola che impedisce il deflusso dei liquidi, in modo da consentire all'acqua di entrare, ma non di uscire. In questo modo, aiutata anche da un profondo massaggio delle pareti addominali, l'acqua si fa strada sempre più in alto nei vari tratti dell'intestino. La sua azione pressoria si esplica anche lateralmente sulle pareti che, una volta sollecitate, inducono lo stimolo a defecare. Su segnale del paziente l'operatore apre la valvola di scarico e consente il defluire delle acque, che porteranno con sé il materiale disciolto. Questa operazione si ripete più volte nell'arco di una seduta che dura solitamente 45 minuti. Nel corso della seduta l'acqua viene riscaldata e raffreddata alternativamente. Così si stimola la peristalsi e si sciolgono le feci particolarmente dure. Il massaggio addominale riveste una funzione importantissima poiché da un lato consente e migliora il transito dell'acqua, dall'altro contribuisce al distacco dei boli fecali dalle pareti intestinali. Per questo motivo si preferisce avere delle strumentazioni che prevedano la presenza dell'operatore rispetto a quelle che lasciano il paziente da solo ad agire meccanicamente sulla valvola di scarico. La possibilità di monitorare il defluire delle feci attraverso una finestra trasparente mette in grado l'operatore di rendersi conto della qualità delle stesse e, dopo un opportuno periodo di esperienza, di comprendere quali possano essere le cause delle alterazioni funzionali dell'intestino. Non è infrequente rendersi conto della presenza di aria, di muco e addirittura di parassiti intestinali. Al termine della seduta solitamente si prescrive una integrazione con probiotici, con l'obiettivo di ripristinare una corretta flora batterica intestinale. Sono ideali quei prodotti che forniscono insieme 3 con le cariche batteriche opportune anche dei prebiotici ovvero sostanze di nutrimento per i batteri desiderati. Indicazioni all’idrocolonterapia Il lavaggio dell'intestino, come si evince da quanto detto più sopra, ha certamente una indicazione fondamentale nelle alterazioni dell'alvo, in particolare la stipsi cronica. La seconda indicazione rappresentata dalla profilassi delle patologie croniche e cronico-degenerative della parete intestinale. A seguire vi sono tutte le indicazioni relative a patologie che direttamente o, più frequentemente, indirettamente, sono legate ad una cattiva funzione della parete intestinale. Parleremo dunque di patologie della pelle, del fegato, delle vie urinarie, alterazioni del tono dell'umore, patologie della digestione, deficit del sistema immunitario, infezioni ricorrenti. Un lavaggio intestinale mediante idrocolonterapia dovrebbe essere eseguito regolarmente due volte l’anno, meglio se durante i periodi autunnale e primaverile. In caso di patologie specifiche si consiglia l’esecuzione di 4 cicli a distanza di 15 giorni l’uno dall’altro e poi ogni 30 giorni fino a risoluzione del problema iniziale. Recapiti dell’autore Dott. Alberto FIORITO Viale Italia 121 – 19124 La Spezia Tel. 0187.21898 Fax 0187.754943 [email protected] www.idrocolonspezia.it 4