Studio sui semi : le colture
ITAS Stanga Cremona – Laboratorio Produzioni Vegetali
COLZA (Brassica napus oleifera)
Famiglia : Crucifere
Parte utilizzata : seme. Coltivato fin dal Medio evo per produrre olio
per lampade è stato poi coltivato per produrre foraggio invernale per
il bestiame. Oggi il Colza è ritornato ad essere coltivato come pianta
oleaginosa. L’olio prodotto dai semi è utilizzato a livello alimentare e
come combustibile per i motori biodiesel. La semina è autunnale.
Pianta annuale, radice fittonante, fusto eretto alto fino a 1.50 metri.
Foglie basali disposte a rosetta, tipicamente carnose come in tutte le
Brassicacee. Le foglie del fusto sono a forma irregolare e più o meno
amplessicauli (senza piccioli e avvolgenti parzialmente il fusto).
L’infiorescenza,lunga anche 40-50 cm, è a fioritura scalare. I fiori,
con quattro petali a croce (da cui il nome Crucifere), riempiono di un
bel colore giallo i campi coltivati a colza in primavera. Il frutto è una
siliqua (simile al bacello), deiscente, che contiene dai 14 ai 40 semi,
secondo la varietà. La deiscenza della siliqua è particolare : essa si
apre a partire dal picciolo restando attaccata alla pianta attraverso il
setto centrale, mentre i semi cadono.
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COLZA (Brassica napus oleifera)
Fiore giallo del Colza
con petali a croce.
Infiorescenza in piena
fioritura, infiorescenza
con silique immature.
Foglie della rosetta
basale
e
foglie
amplessicauli del fusto.
Siliqua matura chiusa,
siliqua matura aperta
con in semi. Notare il
setto centrale che resta
attaccato al fusto.
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LINO (Linum usitatissimum)
Famiglia : Linacee
Parte utilizzata : seme, pianta intera. La pianta del Lino è coltivata
per la sua fibra fin dall’antichità, come lo dimostrano anche le bende
utilizzate dagli Egizi per l’imbalsamazione. I pittori conoscono bene
l’olio dei semi di Lino, necessario per le vernici. Fibre artificiali e
solventi sintetici oggi ne hanno fortemente limitata la coltivazione. Le
varietà da fibra sono originarie del bacino del Mediterraneo, le varietà
da olio sono originarie della penisola indiana Oggi l’olio di Lino viene
prodotto per l’elevato contenuto di Omega3 da indirizzare all’industria
alimentare e farmaceutica. La coltura può essere seminata in
autunno o in primavera secondo la varietà, la raccolta è tra Giugno e
Luglio. La pianta ha portamento eretto, è alta mediamente un metro,
ha foglie piccole, lanceolate, sessili (senza picciolo). I fiori sono per
lo più solitari, azzurri, a 5 petali. La produzione di seme è di circa 20
q/ettaro, la produzione di steli è di circa 60 q/ettaro.
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LINO (Linum usitatissimum)
Dall’alto al basso:
semi, fiori e capsula
del Lino. Coltivazione
in pieno campo. Steli
maturi con capsule
mature contenenti i
semi. Steli del Lino
parzialmente lavorati
per la produzione
della preziosa fibra.
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MAIS (Zea mais)
Famiglia : Poacee (Graminacee)
Parte utilizzata : pianta intera, cariosside. Originale dell’America
Centrale. Il Mais selvatico non esiste, pare che l’attuale pianta sia
derivata per mutazione genetica naturale dal Teosinte, pianta
spontanea del Messico. Arrivata in Europa dopo la scoperta
dell’America si è diffusa unicamente quale pianta per l’alimentazione
umana. Dagli anni 50, anche grazie all’introduzione di varietà ibride,
sempre più produttive, il Mais è sempre più utilizzato come alimento
zootecnico Il Mais è dotato di una capacità fotosintetica senza eguali
grazie alla caratteristica che lo classifica come pianta C4 e di cui
parleremo più avanti. Il fusto, alto dai 2 ai 4 m, è un culmo, dotato di
nodi ed internodi. Ad ogni nodo è attaccata una foglia, lunga,,
lanceolata ed amplessicaule (senza picciolo ed avvolgente il fusto). Il
Mais è’ una pianta monoica dicline, ovvero sulla stessa pianta sono
presenti sia i fiori maschili che quelli femminili, separati in due
strutture diverse.
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MAIS (Zea mais)
Sulla parte apicale della pianta, chiamata volgarmente «pennacchio»
troviamo l’organo maschile e, all’ascella della 6/7 foglia sotto il
pennacchio, troviamo l’organo femminile con quella che chiamiamo
pannocchia ma che botanicamente è una spiga. La spiga è
composta da un asse centrale, il tutolo, sul quale sono inseriti i fiori
femminili. Ciascuno di essi fecondato, diventerà una cariosside. Ogni
spiga porta dalle 8 alle 20 file con circa 50 cariossidi ciascuna. Ogni
fiore femminile è dotato di un lungo stilo (le sete) che fuoriesce
dall’apice della pannocchia. Quando i fiori maschili presenti sul
pennacchio produrranno il polline, questo cadendo sull’estremità
dello stilo, germinerà e andrà a fecondare l’ovulo femminile,
generando una cariosside. La spiga e protetta esternamente da
foglie modificate in brattee che l’avvolgono quasi totalmente.
L’apparato radicale è potente e profondo, formato da radici vere e
proprie e da radici aeree prodotte dal primo/secondo nodo. Il Mais è
una pianta macroterma, viene seminata in un periodo variabile dalla
metà di marzo a inizio luglio per essere raccolta a fine estate.
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MAIS (Zea mais)
Il ciclo del mais si completa (partendo dall’emergenza) dai 90 ai 140
giorni, secondo il ciclo varietale. La produttività in granella può
superare le 13 T/ettaro mentre la produttività della pianta intera, per
la produzione di trinciato da somministrare ai bovini) raggiunge
comodamente le 70 T/ettaro. Esistono diversi gruppi di mais la cui
variabilità sta nella morfologia della cariosside, vediamo i principali :
Zea mais indentata, il mais comune (1); Z.m. indurata, il mais tipico
per produrre polenta (2); Z.m. everta, il mais per pop corn (3); Z.m.
saccarata, il mais dolce per gastronomia (4).
1
2
3
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4
MAIS (Zea mais)
Il Mais, pianta C4 – La maggior parte delle piante fissano la CO2
attraverso il ciclo metabolico di Calvin detto anche ciclo C3.Il ciclo di
Calvin fa parte del processo di fotosintesi e quindi è intimamente
legato al concetto di produttività di una pianta. Nelle piante C3 il
processo fotochimico avviene solo nelle cellule del mesofillo fogliare.
Nelle piante C4 tale processo non è solo a carico delle cellule del
mesofillo ma tra questo e le cellule presenti sui fasci conduttori le
cellule della guaina del fascio. Quest’ultime contengono un elevato
numero di cloroplasti e mitocondri e questo fa sì che le piante C4
abbiano un’elevata attività fotosintetica, ben superiore alle piante C3,
specialmente in condizioni di forte illuminazione e di temperature
elevate. Sono piante C4 il Mais, il Sorgo, la Canna da zucchero.
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MAIS (Zea mais)
Pennacchio
Spiga
Foglia
Nodo
Internodo
Schema di pianta adulta
di mais. Trinciatura della
pianta di mais. Raccolta
della granella di mais.
Qui sopra, spiga di
Teosinte,
da
molti
genetisti indicato come il
progenitore del mais per
naturale mutazione.
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MAIS (Zea mais)
Infiorescenza
femminile
all’emissione degli stili (sete).
Infiorescenza maschile prima
della fioritura (emissione del
polline). Spiga fecondata e
prossima
alla
maturazione
(notate le sete di colore scuro,
ormai secche). Spiga con sete al
momento della fecondazione.
Foglie del mais lanceolate e
amplessicauli (fascianti il culmo).
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SOIA (Glycine max)
Famiglia : Leguminose
Parte utilizzata : il seme. Originaria dell’Estremo Oriente dove era
coltivata a scopo alimentare, ha poi trovato il suo boom produttivo
nelle Americhe. In Europa è sbarcata solo negli anni 80. Pianta tra le
più coltivate nelle versioni OGM. E’ una delle principali fonti di
proteine utilizzabili per l’alimentazione umana e zootecnica : il seme
contiene circa il 40 % di proteine e il 20 % di olio. Non può essere
consumata cruda poiché il seme contiene sostanze antinutrizionali
che però vengono denaturate con la cottura o tostatura. Fusto eretto,
alto circa un metro. Pianta completamente ricoperta di peli. Le foglie
sono trifogliate di colore verde intenso. I fiori bianco-violacei danno
origine a dei bacelli che contengono mediamente 2-4 semi,
generalmente di colore giallo con l’ilo di colore scuro (ilo – punto di
attacco dei semi nel bacello). E’ una pianta macroterma con un
minimo termico di germinazione di 13°. Ottimale per lo sviluppo 25°.
Seminata da metà aprile fino a luglio secondo le varietà, si raccoglie
mediamente dopo circa 100-130 gg. Produzione 4-5 T/ettaro.
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SOIA (Glicyne max)
Semi e bacello maturo della Soia. Fiori
posti all’ascella delle ramificazioni- Foglie
trifogliate e bacelli immaturi. Steli di Soia
con bacelli maturi.
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SOIA (Glicyne max)
Le leguminose come la
Soia hanno la prerogativa
di abbinare la loro vita
biologica a quella di
particolari batteri. Questi
batteri
stabiliscono
un
rapporto di simbiosi con la
pianta coltivata alloggiando
sulle radici dove producono
i ben noti «noduli». Gli
Azotobacter,
così
si
chiamano questi batteri,
hanno la capacità di
assorbire e fissare nel
terreno l’Azoto atmosferico,
elemento fondamentale per
la crescita delle piante.
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FAGIOLO (Phaseolus vulgaris)
Famiglia : Leguminose
Parte utilizzata : seme, bacello intero (fagioli mangiatutto). Pianta
erbacea annuale. Come il Mais, il Fagiolo arriva in Europa dopo la
scoperta dell’America. A differenza della Soia che ha un utilizzo
prevalentemente zootecnico, il Fagiolo, in tutte le sue variabili, è da
sempre legato all’alimentazione umana. Oltre la Fagiolo comune, le
specie maggiormente coltivate sono il P. coccineus (il Fagiolo bianco
di Spagna) e il P. lunatus (il Fagiolo di Lima). La pianta ha un
portamento determinato (ovvero raggiunge una certa altezza
secondo la varietà) o indeterminato (rampicante, ovvero cresce
senza limite in funzione delle condizioni pedoclimatiche). Le foglie
sono ovoidali, cuoriformi o trifogliate secondo la posizione sulla
pianta. Fiore tipico delle papilionacee da bianco a lilla. La fioritura è
contemporanea nelle varietà determinate e scalare nelle varietà
indeterminate. Il frutto un bacello, bivalve e deiscente (ovvero si apre
da solo quando è maturo) è lungo dai 5 ai 20 cm.
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FAGIOLO (Faseolus vulgare)
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PISELLO (Pisum sativum)
Famiglia : (Papilionacee) Leguminose
Il Pisello era coltivato fin dall’antichità in una vasta area tra il
Caucaso, l’ Iran e l’India. In Europa venne inizialmente utilizzato
come coltura miglioratrice, solo successivamente come alimento.
Oggi vi sono due specie di Pisello coltivato, il Pisum sativum e il
Pisum arvense (quello che per errore è finito nelle bustine al posto
del Pisum sativum). Dal punto di vista dell’utilizzo il pisello si divide in
varietà per consumo fresco, industriale o surgelato. La pianta
erbacea, annuale, piuttosto ramificata è alta dai 30 ai 150 cm e si
dividono in varietà nane, seminane e rampicanti. Il portamento può
essere prostrato o eretto. Le foglie sono composte, con 2,3 o più
paia di foglioline ovali con margine liscio. La foglia apicale è sempre
trasformata in viticcio. Il punto in cui la foglia si unisce al fusto si
chiama «nodo» e l’angolo tra fusto e picciolo si chiama «ascella».
Alla base dei rami nel pisello si nota una stipola grandi dimensioni,
amplessicaule e fotosintetizzante.
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PISELLO (Pisum sativum)
Famiglia : (Papilionacee) Leguminose
I fiori sono grandi e bianchi nel P. sativum e rosa scuro nel P.
arvense. Il frutto è un bacello, più o meno curvo o dritto, di colore
verde o verde/giallo della lunghezza tra i 6 e i 10 cm. I semi sono tra i
4 e i 10 per bacello, di forma rotonda, ovale o leggermente
squadrata. Il coloro è variabile dal verde, al giallo al leggero rosa.
Viene seminato a fine inverno e raccolto a inizio estate.
Fiore bianco di Pisum sativum
Fiore rosa di Pisum arvense
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PISELLO (Pisum sativum)
Pianta di Pisello, si notino i cirri o viticci posti
all’estremità del ramo. Bacello di Pisello, da
poco fecondato, con i semi in trasparenza
appena abbozzati. Bacello aperto con semi
maturi per la raccolta.
Grandi stipole
amplessicauli e fotosintetizzanti.
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FRUMENTO (Triticum aestivum)
Famiglia (Poacee)
Storicamente il Frumento è il sinonimo di cibo per l’Europa, come il
Riso lo è per l’Asia e il Mais per l’America. Il Frumento o grano è
sicuramente tra i cereali più coltivati al mondo. Le due specie
maggiormente coltivate sono il Frumento tenero (Triticum aestivum)
con cui si fa il pane e il Frumento duro (Triticum durum) con cui si fa
la pasta. La cariosside è di colore bianco o rossiccio a frattura
farinosa nel frumento tenero, di colore bianco, rossiccio o ambrata,
a frattura vitrea nel frumento duro. È costituita per l'80-84%
dall'endosperma, per il 14-17% dagli involucri e per il 2-3%
dall'embrione. La pianta è alta tra i 60 e i 100 cm. Il fusto è un culmo
con nodi ed internodi. Nel Frumento t. l’ultimo internodo è cavo a
differenza del Frumento d. dove è pieno. L’apparato radicale è
fascicolato. Le foglie si originano dai nodi, hanno la guaina
avvolgente (amplessicaule), lanceolate, in numero da 5 a 8. L’ultima
foglia prima della spiga è in genere la più sviluppata eha una forma
tipicamente ad angolo retto, è così chiamata foglia a bandiera.
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FRUMENTO (Triticum aestivum)
Famiglia (Poacee)
L’infiorescenza, comunemente chiamata spiga, ma botanicamente
una pannocchia, porta sull’asse principale, detto rachide, 18/20
spighette ciascuna delle quali contiene dai 3 agli 8 fiori, ciascun fiore
è protetto da due glumette : una superiore «la palea» e una inferiore
«la lemma». In molte varietà la lemma presenta un lungo
prolungamento sottile e appuntito detta «arista». Il Frumento, in
Italia, viene normalmente seminato in autunno e raccolto a fine
giugno/inizio luglio. La sua vita fenologica viene divisa in fasi :
germinazione, emergenza, accestimento, levata, spigatura, fioritura,
maturazione. La fase più interessante è l’accestimento. In questa
fase la piantina nata da un unico seme tende a produrre altri fusti a
partire dal primo nodo (a livello del terreno). Con questa particolarità
da un unico seme si possono generare più spighe. La produzione
media di un Frumento è tra le 6 e 7 T/ettaro.
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FRUMENTO (Triticum aestivum)
Confronto tra granella di Frumento
tenero (in alto) e Frumento duro (in
basso)
Spiga mutica e spiga aristata.
L’arista o resta è il prolungamento
della lemma.
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FRUMENTO (Triticum aestivum)
Schema di una spighetta di Frumento. Sono visibili tre fiori fertili. Nella
foto accanto le antere (il numero 9 nello schema) estroflesse dalle
spighette : indicano che la fecondazione è terminata.
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GRANO SARACENO (Fagopyrum esculentum)
Famiglia (Poligonacea)
Il Grano saraceno è un cereale, anche se non è una Graminacea
come il Frumento o il Mais. Soprattutto nel passato è stato
un’importante fonte alimentare per l’uomo e per il bestiame.
Originario dell’area posta tra Siberia e Manciuria, arrivò in Europa
intorno al 1400 diffondendosi rapidamente. Oggi in Italia è coltivato in
alcune aree della provincia di Sondrio e Bolzano. Pianta erbacea,
dicotiledone, ha un ciclo produttivo variabile dai 60 ai 100 giorni. Il
fusto ramificato è alto circa 1 metro. La radice è fittonante e poco
sviluppata. Le foglie di forma cuoriforme sono peduncolate alla base
e sessili verso l’apice. L’infiorescenza è un corimbo. I fiori di colore
bianco sono ermafroditi. Il frutto è un piccolo achenio a forma
tipicamente triangolare di colore bruno, con un ricco endosperma
secondario. La granella di Grano saraceno è ricco delle proteine più
nobili tra cui la Lisina. La granella, di colore scuro per la presenza del
pericarpo, è usata per la produzione di polenta, focacce, pasta.
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GRANO SARACENO (Fagopyrum esculentum)
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