Caratteristiche meteorologiche e climatiche del Golfo di

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Caratteristiche meteorologiche e climatiche del Golfo di Trieste
Franco Stravisi
Università di Trieste, Dipartimento di Scienze della Terra
RIASSUNTO. Si descrivono le principali caratteristiche meteomarine del Golfo di Trieste e le tendenze
climatiche in atto.
SUMMARY. The main meteorological and oceanographical characteristics of the Gulf of Trieste
(northern Adriatic Sea) and the observed climatic trends are described.
Introduzione
Il Golfo di Trieste, all'estremità del bacino Adriatico, rappresenta la parte più
settentrionale e continentale di tutto il Mediterraneo. La sua posizione geografica, la
bassa profondità (17 m in media) e la presenza di un vento particolare quale la bora
concorrono alla produzione di fenomeni oceanografici caratteristici ed interessanti. Qui
troviamo, infatti, escursioni di marea astronomica tra le più ampie di tutto il
Mediterraneo, vistosi innalzamenti del livello marino ad opera dello scirocco,
oscillazioni di livello (sesse) di notevole ampiezza, mescolamenti della colonna d'acqua
causati dalla bora, variazioni di salinità prodotte dagli apporti fluviali e temperature
del mare particolarmente basse nel periodo invernale. Nello stesso tempo le correnti
adriatiche che transitano nel Golfo di Trieste portano calore all'atmosfera: la
temperatura media a Trieste è maggiore di quella registrata, per esempio, da Venezia
a Ravenna.
Tutti questi fenomeni sono ben conosciuti, in quanto Trieste dispone di una stazione
meteorologica da circa due secoli e di una stazione mareografica da centoquarant'anni,
entrambe di prima categoria e gestite con continuità e rigore scientifico. Numerosi
sono inoltre gli enti ed i gruppi di ricerca che hanno condotto, nel tempo, campagne di
misura per la determinazione ed il controllo dei principali parametri marini.
Il materiale da esaminare è molto vasto; in questa breve nota cercheremo di
delineare alcuni aspetti di maggiore importanza per i fruitori del mare.
Il clima di Trieste
La tab. 1 riporta i dati climatici medi di Trieste dell'ultimo decennio cosiddetto
normale (anni 1991-2000). Le medie degli estremi giornalieri sono indicate nelle
colonne (min/max), gli estremi assoluti nelle colonne (MIN/MAX). Per quanto riguarda
le medie annuali, la pressione atmosferica al livello del mare è di 1016.5 hPa, la
temperatura di 15.0 °C, l'umidità relativa 64%, la velocità media del vento di 3.03 m/s
(11 km/h) con una massima raffica, registrata il 25 dicembre 1996, di 50 m/s (181
km/h) da ENE (bora). L'altezza media annuale delle precipitazioni è di 976 mm.
Il regime dei venti è caratterizzato dalle brezze locali, da invasioni di aria
continentale (la bora) e da episodi di venti adriatici meridionali (scirocco). La
distribuzione media annuale della durata e del percorso del vento nei diversi settori di
provenienza è illustrata nella fig. 1. Le brezze di mare a Trieste provengono dal IV
quadrante (NW); caratteristiche delle giornate soleggiate, iniziano dopo l'alba e
terminano prima del tramonto e sono più intense nei mesi estivi. Le brezze di terra dal
I e II quadrante, di minore intensità, sono presenti di notte.
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Tab. 1.- Dati climatici di Trieste riferiti all'ultimo decennio normale (1991-2000).
La bora è il vento dominante caratteristico del Golfo di Trieste; il suo percorso
annuale è mediamente uguale alla circonferenza terrestre. Veloce e turbolento, questo
vento può raggiungere velocità massime molto elevate, superiori a 180 km/h. La sua
direzione
media
si
mantiene
relativamente costante, da ENE;
tende verso NE all'aumentare della
velocità e verso E negli episodi meno
intensi (borino). La bora è causata
da un'opportuna differenza di
pressione tra il continente e
l'Adriatico. Quando la pressione
continentale è alta (situazione
anticiclonica) il cielo è sereno e si
parla di bora chiara; viceversa,
quando la pressione è bassa
sull'Adriatico (situazione ciclonica),
il cielo è coperto e si parla di bora
scura.
La bora porta sul golfo di Trieste
aria continentale, normalmente più
secca e perciò più densa di quella
presente sul posto. Il vento,
scendendo dall'altipiano carsico,
tende quindi ad aumentare per
gravità la sua velocità, e per tale
motivo
è
detto
catabatico.
Contemporaneamente gli ostacoli del
terreno producono nella corrente
aerea vortici e mulinelli che rendono
la bora particolarmente turbolenta
in città, con forti raffiche alternate
Fig. 1.- Distribuzione annuale media (1991-2000) della
durata e del percorso del vento per direzione di
ad istanti di relativa calma; la
provenienza.
turbolenza tende a diminuire sul
150
mare, dove il vento diventa più teso. La bora è più frequente nei mesi freddi, da
ottobre a marzo; durante la giornata, la sua velocità diminuisce in media del 5%
durante le ore diurne.
La temperatura e la salinità del mare
Fig. 2.- Andamento annuale della temperatura del mare
nel Golfo di Trieste a diverse profondità.
Fig. 3.- Profilo verticale della temperatura del mare nel
Golfo di Trieste in febbraio ed in luglio.
Nel Golfo di Trieste è il mare che
normalmente cede calore all'aria,
soprattutto
nella
stagione
invernale; la temperatura media
della colonna d'acqua è di alcuni
decimi di grado superiore alla
temperatura
atmosferica.
La
profondità del golfo è alquanto
bassa, inferiore a 25 m, e le
variazioni della temperatura del
mare durante l'anno sono molto
forti.
L'onda termica annuale si
propaga in profondità con un
ritardo progressivo della fase ed
un'attenuazione dell'ampiezza (fig.
1): mentre le temperature minime
sono all'incirca uguali a tutte le
profondità
in
febbraio,
le
temperature massime in superficie
si osservano a fine luglio (circa 24
°C), alla profondità di 20 m a metà
settembre (circa 20 °C).
Di conseguenza le differenze
della temperatura del mare tra la
superficie ed il fondo sono
praticamente nulle da ottobre a
marzo, mentre diventano molto
forti, sino ad 8 °C, durante l'estate
(fig. 3).
La presenza in estate di una marcata stratificazione termica spiega anche perché
un forte vento di bora possa produrre, in questa stagione, un sensibile raffreddamento
(sino a 4 °C) dello strato superficiale: il raffreddamento è infatti dovuto quasi
esclusivamente alla risalita di acqua di fondo e al rimescolamento verticale prodotto
dal vento. Lo stesso vento, e lo stesso mescolamento, durante il periodo di omotermia
invernale non producono variazioni apprezzabili della temperatura superficiale.
La salinità (definita come il rapporto tra la massa di sali e la massa di un campione
di acqua marina) si misura normalmente in oceanografia in unità di salinità pratica
(simbolo: psu); possiamo ritenere che 1 psu equivalga ad un grammo di sali in un
chilogrammo di acqua di mare. La salinità media del Golfo di Trieste è di circa 37.1
psu. Aumenta durante l'inverno, e diminuisce in superficie durante la primavera e
l'estate per l'apporto di acqua dolce costiera, soprattutto da parte dell'Isonzo e del
Timavo. Le piene dell'Isonzo, visibili anche per contrasto di colore, propagano nel golfo
uno strato superficiale di acqua praticamente dolce, che gradatamente si mescola con
151
salinità /psu
20 m
media
colonna
36.2
37.5
37.5
35.7
37.8
37.9
34.6
38.0
37.8
33.2
38.0
37.2
32.3
37.8
36.5
32.7
37.7
36.2
34.3
37.6
36.4
36.1
37.6
36.9
37.1
37.4
37.2
37.1
37.2
37.1
36.6
37.1
37.0
36.3
37.2
37.1
35.2
37.6
37.1
0m
GEN
FEB
MAR
APR
MAG
GIU
LUG
AGO
SET
OTT
NOV
DIC
anno
l'acqua marina. La tab. 2 riporta i tipici valori
mensili ed annuali della salinità nel golfo in
superficie ed a 20 m di profondità, e le medie su
tutta la colonna, dalla superficie al fondo.
La trasparenza del mare
La trasparenza dell'acqua marina è indicata dalla
profondità alla quale un disco bianco di circa 30 cm
di diametro (il disco Secchi), tenuto orizzontale e
calato
verticalmente,
scompare
alla
vista
dell'osservatore. La trasparenza nel Golfo di Trieste
è quella tipica delle acque costiere pulite, con valori
medi che aumentano da 8 m presso la costa a 15 m
al centro del golfo. Durante l'anno la trasparenza
Tab. 2.- Salinità dell'acqua marina
varia del 25% in più e in meno, con un massimo
nel Golfo di Trieste.
principale in agosto ed un massimo secondario in
gennaio, e minimi durante la primavera e l'autunno, in concomitanza della maggiore
abbondanza di plancton e dell'apporto di sedimenti costieri a seguito delle
precipitazioni. Gli episodi di bora forte, con un'azione di mescolamento, sollevano i
sedimenti presenti sul fondo del golfo e producono una nuvola di torbidità, spessa un
paio di metri, che impiega alcuni giorni per ridepositarsi.
Le correnti marine
Le correnti marine nel Golfo di
Trieste sono di debole intensità, e di
norma inversamente proporzionali alla
profondità del bacino; valori tipici per la
velocità sono 10 cm/s nella parte
centrale ed orientale e 40 cm/s sui bassi
fondali gradesi. Velocità superiori si
incontrano nelle bocche lagunari. Le
correnti di marea sono poco efficienti al
fine del ricambio nel golfo, in quanto si
limitano a spostare avanti e indietro di
pochi chilometri, ogni sei ore, la stessa
massa d'acqua. Le correnti di maggiore
interesse sono legate al vento (fig. 4): la
brezza di mare produce una circolazione
superficiale da Grado verso il porto di
Trieste; brezze di terra e venti orientali
Fig. 4.- Correnti medie nel Golfo di Trieste (strato
tendono a fermare e ad invertire questa
superficiale in giallo, verso W, strato di fondo in
circolazione. Lo strato di fondo (sotto i 13
verde, rotazione antioraria).
m) è prevalentemente interessato da una
debole corrente antioraria di origine
meridionale. La bora provoca un'intensa circolazione in senso antiorario dalla
superficie al fondo: l'acqua, spinta fuori dal golfo dalla parte di Grado, è rimpiazzata
da acqua adriatica che entra dalla parte di Punta Salvore. Nel Golfo di Trieste la bora
rappresenta quindi il meccanismo più efficiente per il ricambio dell'acqua, che si
completa in circa due giorni.
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La marea astronomica
La forza di marea che un astro produce in un punto della terra è la somma della sua
forza di attrazione gravitazionale e della forza centrifuga che si genera nel moto di
rivoluzione attorno al baricentro terra-astro. Nel centro della terra la forza di marea è
nulla: negli altri punti è diversa da zero, ed è diretta verso la congiungente terra-astro
in maniera simmetrica. I corpi celesti che producono una forza di marea apprezzabile
sono la luna ed il sole: la forza di marea lunare è circa il doppio di quella solare. Negli
oceani, le componenti orizzontali di queste forze producono correnti e quindi variazioni
di livello, dette appunto marea astronomica o lunisolare, con periodi tipici diurni e
semidiurni legati alla rotazione terrestre ed alla simmetria del campo di forza. La
forza di marea ha un'intensità molto piccola, per cui onde di ampiezza apprezzabile si
possono formare solo nei bacini oceanici di grandi dimensioni. Le ampiezze di marea
nel Mediterraneo sono in genere inferiori a 20 cm; il bacino Adriatico ha forma e
dimensioni tali per cui l'onda di marea entrante attraverso il canale di Otranto viene
amplificata, e raggiunge a Trieste l'ampiezza massima di 81 cm. L'alta marea sale
verso nord lungo la costa orientale dell'Adriatico, passa per il Golfo di Trieste e ritorna
a sud lungo la costa italiana, compiendo il giro in poco più di 12 ore con una velocità
media di circa 150 km/h. La velocità di propagazione della marea dipende dalla
profondità del bacino: su fondali di 20 m è di 50 km/h, di 1 m di 11 km/h. Ecco perché
l'alta marea avviene quasi simultaneamente in tutto il Golfo di Trieste, con pochi
minuti di ritardo da Salvore a Grado, mentre impiega quasi un'ora per arrivare dal
mare al fondo della laguna.
Il calcolo della marea
astronomica in un dato porto
(le previsioni di marea) viene
fatto normalmente in centri
specializzati. Il metodo usato
è
il
cosiddetto
metodo
armonico, che consiste nel
calcolare e sommare un
numero sufficiente di onde
sinusoidali delle quali sono
conosciute le caratteristiche in
base alla teoria (periodi) ed
alle registrazioni delle marea
fatte in precedenza (ampiezze
e fasi). Il Dipartimento di
Scienze della Terra prepara
Fig. 5.- Esempio di previsioni di marea per Trieste.
ogni anno un fascicolo con le
previsioni per Trieste; grafici e tabelle sono riportati anche su internet all'indirizzo
http://www.dst.units.it/OM/OM_PM.html ; un esempio è riportato nella fig. 5.
L'acqua alta
Un fenomeno non raro nel Golfo di Trieste è la cosiddetta acqua alta, in passato
detta anche colma o acqua dei morti, poichè capita spesso in novembre. Le cause
dell'acqua alta sono di tipo meteorologico: bassa pressione atmosferica e scirocco
persistente sul bacino Adriatico causano un innalzamento del livello del mare
(ingorgo) nella sua parte settentrionale sino a 70 cm. Le stesse cause innescano anche
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la sessa longitudinale dell'Adriatico, ossia un'oscillazione del livello con un periodo di
21.5 h, ed un'ampiezza che può raggiungere a Trieste i 50 cm; sessa e ingorgo possono
quindi produrre un innalzamento complessivo di 120 cm. Nel caso in cui un tal evento
coincida con un'alta marea astronomica, l'acqua alta risultante può raggiungere i 2 m
sul livello medio. La massima acqua alta sinora registrata a Trieste è stata quella del
26 novembre 1969, con 193 cm sullo zero IGM.
Le variazioni climatiche nel Golfo di Trieste
Le condizioni climatiche di una
certa località sono, per definizione,
quelle
ottenute
mediando
le
caratteristiche meteorologiche (o del
mare) su lunghi periodi. Per esempio,
è usanza considerare periodi di una o
più decine di anni, detti normali,
definiti a partire dal primo anno di un
secolo. I dati climatici, calcolati con
riferimento a periodi di tempo diversi,
differiscono più o meno tra loro; la
variabilità climatica è quindi la
Fig. 6.- Andamento delle temperature medie annuali
norma, non un'eccezione. Il problema
del mare e dell'aria a Trieste e relative tendenze
(anni 1951-2000).
è cercare di individuare l'entità e
l'eventuale periodicità di questi
cambiamenti del clima e, soprattutto,
di individuarne le cause.
Per quanto riguarda le attuali
variazioni del clima globale, vale a
dire dell'intero pianeta, siamo ancora
lontani da certezze scientifiche. In
questa nota ci limitiamo a considerare
le variazioni avvenute a Trieste nella
seconda metà del secolo appena
trascorso, che possono essere alla
portata della nostra esperienza
Fig. 7.- Andamento del livello medio annuale e
diretta.
decennale del mare a Trieste e relativa tendenza.
La fig. 6 illustra l'andamento, dal
Elevazioni sullo zero IGM (anni 1951-2000).
1951 al 2000, delle temperature medie
annuali del mare e dell'aria a Trieste: dopo un periodo "caldo" tra il 1955 ed il 1975 si
sono avuti alcuni anni più freddi (fine anni settanta) e quindi un costante aumento. Le
tendenze del cinquantennio mostrano un aumento medio di +0.5 °C per il mare e di
+0.8 °C per l'aria. Il corrispondente andamento del livello medio del mare è illustrato
nella fig. 7; lo zero corrisponde al piano di riferimento italiano (zero IGM),
corrispondente al livello medio del mare registrato a Genova nel 1946. Vediamo
innanzi tutto che l'alto Adriatico è più basso di circa 10 cm rispetto al Mar Ligure, e
che c'è stato un aumento medio di 3.3 cm in cinquant'anni; le oscillazioni da un anno
all'altro sono di alcuni centimetri in più o in meno.
In ogni modo, in ogni serie di dati possiamo notare che periodi di aumento e di
diminuzione si alternano: è quindi azzardato estrapolare al futuro ciò che è avvenuto
nel recente passato, senza aver ben compreso le cause di queste variazioni.
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Riferimenti
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