L`identità dell`Europa

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Scheda
SGUARDO SUL MONDO
• LEZIONE 3 L'EUROPA
ANTROPICA
L'identità dell'Europa
Stati nazionali e imperi
(In alto) Piazza San Pietro, uno dei luoghi simbolo della cristianità, si trova nella Città del Vaticano, microstato con una superficie di soli 0,44 km2, indipendente dal 1929.
La cartina rappresenta come, alla fine degli anni Ottanta, prima del crollo dei regimi socialisti
dell’Est, l’Europa orientale fosse molto meno frammentata di oggi.
diati in Russia, mentre i turchi dominarono,
fino al 1699, su un impero che comprendeva tutta l’Europa sud-orientale. In seguito si
formarono tre grandi stati sovranazionali,
che riunivano in sé, forzatamente, popoli con
lingue e culture diverse: gli imperi asburgico, ottomano e russo. I primi due crollarono
dopo la prima guerra mondiale, mentre l’impero russo si trasformò nell’Urss, dissoltasi
nel 1991. Da tutti questi avvenimenti nacquero altri stati, alcuni dei quali precari e
ancor oggi instabili.
Dopo la seconda guerra mondiale l’Europa
occidentale ha visto la nascita di un organismo sopranazionale, la Comunità Economica
Europea (CEE), che col passare degli anni si
è ingrandita e, soprattutto, ha allargato le
Le ridotte dimensioni impediscono al Principato di Monaco di essere completamente
autonomo, e lo stesso accade agli altri microstati europei. Mancano, per esempio, di una
moneta e di un sistema postale propri, e per la
politica estera vengono rappresentati dal paese con cui confinano. Nella foto, il corpo di
guardia a difesa del principe.
proprie competenze anche ai settori sociale
e politico. L’attuale Unione Europea, che dal
1993 ha sostituito la CEE, comprende ormai
27 stati, e altri (Croazia, Macedonia, Turchia)
hanno avviato le trattative per il loro ingresso.
L’identità linguistica
e religiosa
L’elevata frammentazione europea nasce
anche dalla presenza, nel suo territorio, di
un numero elevato di etnie, ciascuna delle
quali caratterizzata da specifici tratti culturali. La lingua, in particolare, rappresenta
il primo fattore che accomuna un popolo
e, soprattutto, ne definisce l’identità. Pur
numerose, le lingue parlate in Europa sono riconducibili a tre gruppi principali: neolatine (portoghese, spagnolo, francese,
italiano, rumeno ecc.), germaniche (fra
cui tedesco, olandese, inglese, svedese), e
slave (russo, polacco, serbo ecc.). Vi sono
poi gruppi linguistici minori (albanese, greco, lingue celtiche) e anche idiomi di origine
non indoeuropea, come il basco, l’ungherese e il turco.
E. Fedrizzi-A. Della Valentina, Dossier Terra. Italia, Europa, Mondo, Minerva scuola
Malgrado le piccole dimensioni, il nostro continente è diviso in 43 stati, alcuni dei quali
così piccoli da potersi definire “microstati”.
Questa frammentazione politica nasce soprattutto dalla posizione geografica dell’Europa, semplice penisola dell’Eurasia, priva
di grandi ostacoli naturali rispetto all’Asia
e all’Africa. Tale condizione ha favorito, nel
corso dei secoli, le migrazioni di numerosi
popoli, che a più riprese si sono mescolati
alle popolazioni preesistenti e hanno dato
vita agli stati attuali.
Nell’Europa occidentale, dopo il crollo
dell’impero romano e il periodo delle invasioni barbariche, arabe e normanne, già a partire dal XII secolo cessarono le invasioni e si
avviò il processo che portò alla formazione di
forti stati nazionali, abitati da popoli omogenei
sotto l’aspetto linguistico e culturale, e pertanto dotati di una forte identità. Inghilterra,
Spagna, Francia, Portogallo divennero gli stati
europei più potenti, protagonisti di un’espansione coloniale che si rivolse verso le
Americhe, l’Africa e l’Asia. Nei secoli successivi, malgrado guerre e ripetuti cambiamenti
di confine, l’assetto politico di questa parte
del continente finì per consolidarsi, e anche
oggi presenta una sostanziale stabilità.
Molto più instabile è tuttora l’assetto
dell’Europa orientale, dove le invasioni si
protrassero fino al XVII secolo: all’inizio del
Cinquecento i mongoli erano ancora inse-
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All’ampia varietà linguistica si contrappone una
sostanziale omogeneità religiosa, visto che
ovunque è diffuso il cristianesimo, con poche
minoranze musulmane ed ebraiche. Malgrado
le divisioni del passato, i cattolici sono ancora i
più numerosi, diffusi principalmente nelle regioni centro-meridionali del continente. Numerosi
sono anche i protestanti, presenti nei paesi
dell’Europa centro-settentrionale, mentre nella
parte orientale del continente è dominante la
presenza dei greco-ortodossi.
E. Fedrizzi-A. Della Valentina, Dossier Terra. Italia, Europa, Mondo, Minerva scuola
Le radici
della cultura europea
Gran parte della storia europea coincide con
quella del cristianesimo, che a partire da
Roma, luogo di fondazione della Chiesa, si è
progressivamente irradiato in tutte le regioni.
Nel corso dei secoli, il cristianesimo ha finito
per diventare il principale elemento di identità
dei popoli europei, che a difesa della loro fede si
sono opposti alla penetrazione di genti di religione musulmana. E questo, malgrado i cristiani si
siano ripetutamente divisi al loro interno e siano
giunti a combattersi strenuamente per l’affermazione delle proprie convinzioni religiose.
Per secoli il cristianesimo ha influenzato
profondamente tutti gli aspetti della società
europea, dalla cultura, all’economia, all’organizzazione sociale. Oggi le cose sono
cambiate, perché grande diffusione hanno
ormai le convinzioni laiche, secondo le quali
la religione è un fatto privato e non deve influire sulla vita pubblica.
Il cristianesimo non rappresenta l’unica radice culturale, perché prima di esso si sviluppò
(In alto) Un gruppo di scozzesi che si cimenta
in alcuni giochi tradizionali. Il forte spirito identitario di questo popolo si manifesta, fra l’altro,
attraverso l’uso di un costume tradizionale,
un gonnellino di lana, il kilt, con disegni a
maglia quadrata.
(In basso) L'elegante profilo di un minareto, in
Bosnia, rivela la passata dominazione turca
che ha lasciato, fra le sue eredità, la religione
musulmana.
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la cultura greco-latina, vero denominatore
comune dei popoli europei. Fra l’altro, questa elaborò e diffuse l’idea che ogni individuo
è parte di una collettività, nei confronti della
quale ha sia doveri, sia diritti, che la società
e il potere politico non possono negare. Fu
grazie a questa idea, rielaborata alla luce
dei valori cristiani, che proprio in Europa si
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giunse a formulare la Dichiarazione dei diritti dell’uomo, che fin dal Settecento sancì
l’uguaglianza fra tutti gli esseri umani e fra
l’uomo e la donna. L’affermazione di tali diritti non fu immediata, ma proprio l’Europa
raggiunse per prima questi traguardi di civiltà, che in altre parti del mondo stentano
ancora ad affermarsi.
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