Università Politecnica delle Marche Facoltà di Medicina Corso di Laurea in Logopedia Dott.ssa Diotallevi Giovanna Dott.ssa Diotallevi Giovanna 1 Organizzazione del Corso — PREREQUISITI: Padronanza dei fondamenti di Linguistica Generale e di Psicologia dello Sviluppo — DESCRIZIONE DEL CORSO: lezioni frontali, esercitazioni di gruppo. — PROGRAMMA: — La valutazione logopedica: approccio al paziente e alla sua famiglia, relazione empatica e orientamento valutativo secondo il modello della classificazione ICF. Le linee guida della Riabilitazione. Accenni al DSM V e all’ ICD 10, ICD 11(in stampa). — L’anamnesi logopedica. L’osservazione: il gioco e gli stili comunicativi tra il bambino e i suoi genitori. — Componenti funzionali del sistema comunicativo-linguistico in input ed output: livello pragmatico, fonetico- fonologico, morfosintattico, lessicale-semantico. Dott.ssa Diotallevi Giovanna 2 Dott.ssa Diotallevi Giovanna 3 — OBIETTIVI: Saper applicare le principali metodiche di valutazione logopedica nei disturbi di linguaggio primari e secondari in età evolutiva. Saper definire in équipe multidisciplinare il profilo di sviluppo e gli obiettivi logopedici, all’interno del progetto riabilitativo individuale”. — MODALITA’ DI SVOLGIMENTO ESAME: la prova verterà in un colloquio orale. Dott.ssa Diotallevi Giovanna 4 — TESTI DI RIFERIMENTO: 1)Titolo: I disturbi del linguaggio. Caratteristiche, valutazione, trattamento. — Autore: Luigi Marotta e Maria Cristina Caselli ( a cura di) Introduzione di Laurence B. Leonard. — Casa Editrice: Edizioni Erickson 2014. 2)Titolo: Il bambino con disturbo di linguaggio. Valutazione e trattamento logopedico — Autore: M.Gilardone, M.Casetta, A.Luciani — Casa Editrice: Edizioni Libreria Cortina Torino — Slide e materiali a cura del docente. — RECAPITI: [email protected] — ORARI DI RICEVIMENTO:martedì 17.30 -18. 30, previo accordo. Dott.ssa Diotallevi Giovanna 5 Decreto Ministeriale 14 settembre 1994, n. 742 (Gazzetta Ufficiale, 9 gennaio, n. 6) — “Il Ministro della sanità:……. Adotta il seguente regolamento: — Articolo 1 — Art. 1. 1. è individuata la figura del logopedista con il seguente profilo: il logopedista è l'operatore sanitario che, in possesso del diploma universitario abilitante, svolge la propria attività nella prevenzione e nel trattamento riabilitativo delle patologie del linguaggio e della comunicazione in età evolutiva, adulta e geriatrica. Dott.ssa Diotallevi Giovanna 6 — 1. 2. L'attività del logopedista è volta all'educazione e rieducazione di tutte le patologie che provocano disturbi della voce, della parola, del linguaggio orale e scritto e degli handicap comunicativi. — 1.3. In riferimento alla diagnosi ed alla prescrizione del medico, nell'ambito delle proprie competenze, il logopedista: — 1.3.a) elabora, anche in équipe multidisciplinare, il bilancio logopedico volto all'individuazione ed al superamento del bisogno di salute del disabile Dott.ssa Diotallevi Giovanna 7 — 1.3.b) pratica autonomamente attività terapeutica per la rieducazione funzionale delle disabilità comunicative e cognitive, utilizzando terapie logopediche di abilitazione e riabilitazione della comunicazione e del linguaggio, verbali e non verbali; — 1.3.c) propone l'adozione di ausili, ne addestra all'uso e ne verifica l'efficacia; — 1.3. d) svolge attività di studio, didattica e consulenza professionale, nei servizi sanitari ed in quelli dove si richiedono le sue competenze professionali; Dott.ssa Diotallevi Giovanna 8 — 1.3.e) verifica le rispondenze della metodologia riabilitativa attuata agli obiettivi di recupero funzionale. — 1.4. Il logopedista svolge la sua attività professionale in strutture sanitarie, pubbliche o private, in regime di dipendenza o libero-professionale.”…. Dott.ssa Diotallevi Giovanna 9 Scope of Practice in Speech-Language Pathology Ad Hoc Committee on the Scope of Practice in Speech-Language Pathology 2007 The speech-language pathologist is the professional who engages in clinical services, prevention, advocacy, education, administration, and research in the areas of communication and swallowing across the life span from infancy through geriatrics. Dott.ssa Diotallevi Giovanna 10 Professional Roles and Activities — Speech-language pathologists serve individuals, families, and groups from diverse linguistic and cultural backgrounds. Services are provided based on applying the best available research evidence, using expert clinical judgments, and considering clients' individual preferences and values. Speech-language pathologists address typical and atypical communication and swallowing in the following areas: Dott.ssa Diotallevi Giovanna 11 — speech sound production — articulation — apraxia of speech — dysarthria — ataxia — dyskinesia — resonance — hypernasality — hyponasality — cul-de-sac resonance — mixed resonance Dott.ssa Diotallevi Giovanna 12 — voice — phonation quality — pitch — loudness — respiration — fluency — stuttering — cluttering Dott.ssa Diotallevi Giovanna 13 — language (comprehension and expression) — phonology — morphology — syntax — semantics — pragmatics (language use, social aspects of communication) — literacy (reading, writing, spelling) — Prelinguistic communication (e.g., joint attention, intentionality, communicative signaling) — paralinguistic communication Dott.ssa Diotallevi Giovanna 14 — cognition — attention — memory — sequencing — problem solving — executive functioning — feeding and swallowing — oral, pharyngeal, laryngeal, esophageal — orofacial myology (including tongue thrust) — oral-motor functions Dott.ssa Diotallevi Giovanna 15 Potential etiologies of communication and swallowing disorders include — neonatal problems (e.g., prematurity, low birth weight, substance exposure); — developmental disabilities (e.g., specific language impairment, autism spectrum disorder, dyslexia, learning disabilities, attention deficit disorder); — auditory problems (e.g., hearing loss or deafness); — oral anomalies (e.g., cleft lip/palate, dental malocclusion, macroglossia, oral-motor dysfunction); Dott.ssa Diotallevi Giovanna 16 — respiratory compromise (e.g., bronchopulmonary dysplasia, chronic obstructive pulmonary disease); — pharyngeal anomalies (e.g., upper airway obstruction, velopharyngeal insufficiency/incompetence); — laryngeal anomalies (e.g., vocal fold pathology, tracheal stenosis, tracheostomy); — neurological disease/dysfunction (e.g., traumatic brain injury, cerebral palsy, cerebral vascular accident, dementia, Parkinson's disease, amyotrophic lateral sclerosis); Dott.ssa Diotallevi Giovanna 17 — psychiatric disorder (e.g., psychosis, schizophrenia); — genetic disorders (e.g., Down syndrome, fragile X syndrome, Rett syndrome, velocardiofacial syndrome). Dott.ssa Diotallevi Giovanna 18 — The professional roles and activities in speechlanguage pathology include clinical/educational services (diagnosis, assessment, planning, and treatment), prevention and advocacy, and education, administration, and research. Dott.ssa Diotallevi Giovanna 19 Altre normative — Legge n° 251 del 10/08/2000 che all’articolo 2 comma 1 recita: “Gli operatori delle professioni sanitarie dell’area della riabilitazione svolgono con titolarità e autonomia professionale, nei confronti dei singoli individui e della collettività, attività dirette alla prevenzione, alla cura alla riabilitazione e a procedure di valutazione funzionale, al fine di espletare le competenze proprie previste dai relativi profili professionali” Dott.ssa Diotallevi Giovanna 20 Profilo Professionale CPLOL 97 — I. Definizione di logopedista-ortofonista Il logopedista-ortofonista è il terapista che ha la responsabilità della prevenzione, della valutazione, del trattamento e dello studio scientifico dei disturbi della comunicazione umana e dei disturbi associati. In questo contesto, la comunicazione racchiude tutte le funzioni associate alla comprensione e all’espressione del linguaggio orale e scritto, insieme a tutte le forme proprie della comunicazione non verbale — II. Descrizione dei disturbi I disturbi riguardano sia la parola e il linguaggio, che sono due degli aspetti più complessi e più elaborati delle funzioni cerebrali, che le funzioni uditive, visive, cognitive incluso l’apprendimento, le funzioni oro-miofunzionali, la respirazione, la deglutizione, la voce, il funzionamento tubarico. Sono disturbi sia isolati che complessi quando sono implicati più disturbi della comunicazione Dott.ssa Diotallevi Giovanna 21 — III. Ruolo e funzione del logopedista-ortofonista — 1. La prevenzione: il logopedista-ortofonista interviene in ciascuno dei tre seguenti stadi al fine di prevenire il sorgere o l’aggravarsi di un disturbo: a) con la formazione b) con l’informazione c) con un depistage per evidenziare precocemente un disturbo nel bambino o nell’adulto d) con un intervento appropriato presso il soggetto e il suo ambiente. — 2. Valutazione e diagnosi: la valutazione presuppone un bilancio di tutte le funzioni e di tutti gli aspetti legati alle competenze comunicative e alla loro alterazione nel paziente (che si rivolge al logopedista su iniziativa personale e non) che tiene conto dei suoi bisogni e delle caratteristiche del suo contesto sociale. E’ un processo continuo. Solo o in collaborazione con altri professionisti, il logopedista stabilisce una diagnosi in base a prove specifiche e ad un' osservazione clinica, inoltre egli formula delle ipotesi relative alla natura e alla durata del trattamento. Dott.ssa Diotallevi Giovanna 22 Codice Deontologico- FLI 1999 Legge 42/99: — Art. 8 - Atti professionali […] — L'esercizio della professione si attua mediante i seguenti interventi — — — — — — — — — — — logopedici: a. bilancio logopedico b. consulenza/counselling c. educazione/rieducazione/riabilitazione d. monitoraggio e. osservazione f. programmazione del trattamento/intervento g. prevenzione h. revisione del programma di intervento i. semeiotica j. testatura k. valutazione/verifica dell'efficacia del trattamento/ della terapia. Dott.ssa Diotallevi Giovanna 23 La valutazione logopedica: orientamento valutativo secondo il modello della classificazione ICF, la classificazione ICD 10, il DSM V, il Piano di Indirizzo della Riabilitazione. — I disturbi di linguaggio sono tra i motivi più frequenti delle richieste di consultazione in età evolutiva (Rapin, 2006). — Il motivo per cui i genitori si rivolgono ai servizi è la percezione di un problema nel pronunciare le parole, che può essere la manifestazione di quadri patologici molto diversi. Il genitore si pone due quesiti: “Cosa ha mio figlio?” e “Cosa posso fare per aiutare mio figlio?” Dott.ssa Diotallevi Giovanna 24 La logica della ricerca scientifica presuppone un percorso lineare: — si inizia dalla descrizione di un disagio, delle difficoltà espresse nello sviluppo; — si cerca di inquadrare il campo del problema, così da produrre delle ipotesi sulle possibili cause; — si verificano queste ipotesi con osservazioni/ test/ prove/questionari — si ricercano i segni caratteristici sulla base delle categorizzazioni e conoscenze a disposizione della comunità scientifica Quindi è necessario: 1. Identificare il problema. 2. Spiegare il fenomeno in esame, fornendo un’interpretazione/spiegazione del disturbo 3. Prevedere il possibile decorso del percorso 4. Modificare tale decorso intervenendo con specifici trattamenti — Una diagnosi accurata dovrà tener conto del problema linguistico, quanto di tutte le altre funzioni, cognitive e non, che possono presentarsi in associazione o come conseguenza del disturbo. — Di conseguenza la valutazione del linguaggio è di estrema importanza. Dott.ssa Diotallevi Giovanna 27 — In generale la domanda di diagnosi e assistenza che i piccoli pazienti pongono è aumentata notevolmente negli ultimi anni. La diagnosi precoce di alcune patologie può migliorare notevolmente la prognosi con un effetto positivo non solo sul bambino e la sua famiglia ma anche sulla società e sui costi assistenziali. Dott.ssa Diotallevi Giovanna 28 — Un intervento su un bambino con un disturbo neuropsicologico richiede un’analisi mirata alle capacità di quel bambino che saranno diverse da quelle di qualsiasi bambino nelle stesse condizioni . — L’osservazione e la valutazione del bambino non dovrà essere limitata ad alcune competenze specifiche ma riguarderà tutti gli ambiti di sviluppo e lo stile emotivo ed affettivo. Dott.ssa Diotallevi Giovanna 29 — Dovremo individuare le abilità maggiormente evolute (punti di forza), quelle più compromesse (aree di debolezza) senza perdere di vista il funzionamento globale e la capacità di adattamento all’ambiente in cui vive. — La classificazione che più indirizza verso questi aspetti e ci guida nell’osservazione e nell’approccio al paziente è l’ICF, acronimo di Classificazione Internazionale del Funzionamento della Disabilità e della Salute. (2001) Dott.ssa Diotallevi Giovanna 30 — L’ICF non è una classificazione delle persone: è una classificazione delle caratteristiche della salute delle persone all’interno del contesto delle loro situazioni di vita individuali e degli impatti ambientali. — La prospettiva di questa classificazione è quella di uniformare il linguaggio in modo che serva da modello di riferimento per la descrizione della salute e degli stati ad essa correlati. Dott.ssa Diotallevi Giovanna 31 — Le informazioni in essa contenute sono una descrizione delle situazioni che riguardano il funzionamento umano e le sue restrizioni — La disabilità viene definita come la conseguenza o il risultato di una complessa relazione tra la condizione di salute di un individuo e i fattori personali, e i fattori ambientali che rappresentano le circostanze in cui vive l’individuo. Dott.ssa Diotallevi Giovanna 32 Principi Fondamentali Universalità: al pari del funzionamento umano, la disabilità deve essere vista come un aspetto universale dell’umanità, non quindi come la definizione di caratteristiche di gruppi minoritari; Ambiente: i fattori ambientali devono essere inclusi poiché determinanti fondamentali della disabilità; Linguaggio neutrale: l’ICF è una classificazione positiva dei livelli di funzionamento umano, non una classificazione esclusiva dei problemi di funzionamento; Dott.ssa Diotallevi Giovanna 33 Parità: l’ICF non fa differenza fra componente fisica e mentale; tutti i livelli della disabilità sono definiti operativamente senza riferimenti a cosa possa causare il problema; Modello Biopsicosociale: consente di fenomenologia umana nella sua interezza. Dott.ssa Diotallevi Giovanna cogliere le 34 — Modello bio-medico ü La figura centrale è il medico ü La malattia è vista come una devianza dalla norma ü La causa unica di malattia è biologica Dott.ssa Diotallevi Giovanna 35 — Modello bio psico sociale ü La figura centrale è la persona. ü La malattia è vista come crisi che apre ai cambiamenti. ü I tre aspetti vengono integrati secondo una prospettiva sistemica. Dott.ssa Diotallevi Giovanna 36 Condizione di salute (disturbo o malattia) Funzioni e strutture corporee (menomazioni) (b-s) Attività (limitazioni dell’attività)(d) Partecipazione (restrizioni della partecipazione)(e) Fattori contestuali Personali Ambientali barriere o facilitatori ? Dott.ssa Diotallevi Giovanna 37 L’ICF-CY È una versione dell’ICF da utilizzare per i bambini e gli adolescenti nei settori della salute, dell’istruzione e dei servizi sociali. Nei bambini e negli adolescenti, le manifestazioni di disabilità e le condizioni di salute sono diverse, nella loro natura, nella loro intensità e nel loro impatto, da quelle degli adulti. È necessario tener conto di queste differenze in modo che il contenuto delle classificazioni rifletta i cambiamenti associati allo sviluppo e colga le caratteristiche dei differenti ambienti e gruppi di età. Dott.ssa Diotallevi Giovanna 38 — ICF-CY. Classificazione Internazionale del Funzionamento della Disabilità e della Salute. Versione per Bambini e Adolescenti, Erickson, 2007 Dott.ssa Diotallevi Giovanna 39 — L’ICF usa un sistema alfa numerico nel quale le lettere b(body), s(structure), d(domain) ed e(environment) denotano: — b le Funzioni Corporee — s le Strutture Corporee — d le Attività e la Partecipazione — e i Fattori Ambientali. Queste lettere sono seguite da un codice numerico che inizia col numero del capitolo(una cifra), dal secondo livello (due cifre), dal terzo(tre cifre),dal quarto (quattro cifre). I codici sono completati dai qualificatori che indicano l’estensione del problema, xxx.o =nessun problema. Dott.ssa Diotallevi Giovanna 40 — b1 funzioni mentali (primo livello) — b 167 funzioni mentali del linguaggio (secondo livello) — b 1670 recepire il linguaggio (terzo livello) — b 16700 recepire il linguaggio verbale (quarto livello) Dott.ssa Diotallevi Giovanna 41 Estensione della menomazione — 0 NESSUNA difficoltà (assente, trascurabile…) 04% — 1 difficoltà LIEVE (leggera, piccola….) 5-24% — 2 difficoltà MEDIA (moderata, discreta….) 25-49% — 3 difficoltà GRAVE (notevole, estrema…) 50-95% — 4 difficoltà COMPLETA (totale…) 96-100% — 8 non specificato (informazioni insufficienti) — 9 non applicabile ( non verificabile) Dott.ssa Diotallevi Giovanna 42 ICD10 International Classification of Diseas — Che cos’è l’ICD10? L’ICD10 è una classificazione statistica delle condizioni di malattia dell’individuo che fornisce un modello di riferimento eziologico, ovvero diretto all’individuazione delle cause; pertanto fornisce una “diagnosi” delle malattie, dei disturbi o di altri stati di salute. L’ICD10 è un modello complementare all’ICF, poiché le informazioni che contenute vengono arricchite da quelle offerte dall’ICF, relative al funzionamento reale e quotidiano del soggetto. I due modelli sono pertanto utilizzati insieme Dott.ssa Diotallevi Giovanna 43 — L’ICD-10 è la decima revisione adottata nel 1990 dall’Assemblea Mondiale della Sanità (WHA) ed è in vigore dal 1 Gennaio 1993. — è redatta in inglese e tradotta nelle altre 5 lingue ufficiali dell’OMS (arabo francese, cinese, russo e spagnolo) e in altre 36 lingue tra cui l’italiano. — è stata adottata da oltre 100 Stati membri dell’OMS (rappresentanti il 60% della popolazione mondiale) principalmente per la codifica delle cause di morte Alcuni Paesi hanno adottato ICD-10, o una sua modificazione, anche per la codifica di diagnosi e prestazioni dei ricoveri ospedalieri. Dott.ssa Diotallevi Giovanna 44 — E’ costituito da 21 capitoli che coprono l’intera area della pratica medica. — Il sistema di codifica è basato su codici a tre elementi (A00-Z99), di cui il primo, una lettera (A-Z), indica il capitolo corrispondente, mentre gli altri due (01-99) sono relativi alle categorie diagnostiche principali, a loro volta suddivise da altre due cifre in specifiche sindromi o disturbi. — E’ prevista la pubblicazione dell’ICD11 nel 2017. Dott.ssa Diotallevi Giovanna 45 Esempio: F 80 Disturbo evolutivo specifico dell'eloquio e del linguaggio — Disturbi in cui l'acquisizione delle normali abilità linguistiche è compromessa sin dai primi stadi dello sviluppo. Essi non sono direttamente attribuibili ad alterazioni neurologiche o ad anomalie dei meccanismi dell'eloquio, a compromissioni sensoriali, a ritardo mentale o a fattori ambientali. I disturbi evolutivi specifici dell'eloquio e del linguaggio sono spesso seguiti da problemi associati, come difficoltà nella lettura e nella compitazione, anomalie nelle relazioni interpersonali e disturbi emotivi e comportamentali Dott.ssa Diotallevi Giovanna 46 DSM-5 Copyright © 2013 American Psychiatric Association — Τhe American Psychiatric Association's Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM) is a classification of mental disorders with associated criteria designed to facilitate more reliable diagnoses of these disorders………………………………………………………….. it is important to emphasize that the current diagnostic criteria are the best available description of how mental disorders are expressed and can be recognized by trained clinicians. Dott.ssa Diotallevi Giovanna 47 — Il DSM è una guida pratica e funzionale, anche flessibile perché utilizzabile da clinici e da ricercatori, ma anche da professionisti di preparazione diversa. L’intento è anche in questo caso di utilizzare un linguaggio comune per evidenziare le caratteristiche del disturbo . — L’impostazione è sempre di tipo medico, si tratta di una raccolta di diagnosi categoriali, dove la presenza di alcuni sintomi dovrebbe consentire di isolare o distinguere un disturbo dall’altro in modo preciso — The information is of value to all professionals associated with various aspects of mental health care, including psychiatrists, other physicians, psychologists, social workers, nurses, counselors, forensic and legal specialists, occupational and rehabilitation therapists, and other health professionals. The criteria are concise and explicit and intended to facilitate an objective assessment of symptom presentations in a variety of clinical settings Dott.ssa Diotallevi Giovanna 49 — La sessione II inizia con un nuovo raggruppamento (clustering) di disturbi chiamato del neurosviluppo , sottolineando che si tratta di problematiche con elevata incidenza di indicatori biologici (familiarità, fattori di rischio genetici,anomalie nel substrato neuronale); raccoglie inoltre quei disturbi che possono presentarsi in associazione tra loro, ad esempio il disturbo dello spettro autistico si associa spesso a disabilità intellettiva, disturbo della funzione motoria a disturbo del linguaggio, disturbo dell’attenzione e della condotta a disturbo dell’apprendimento Neurodevelopmental Disorders (31) Communication Disorders (41) — 315.39 (F80.9) Language Disorder (42) — 315.39 (F80.0) Speech Sound Disorder (44) — 315.35 (F80.81) Childhood-Onset Fluency Disorder (Stuttering) (45) Note: Later-onset cases are diagnosed as 307.0 (F98.5) adult-onset fluency disorder. — 315.39 (F80.89) Social (Pragmatic) Communication Disorder (47) — 307.9 (F80.9) Unspecified Communication Disorder (49) Dott.ssa Diotallevi Giovanna 51 ES. Speech Sound Disorder — Diagnostic Criteria 315.39 (F80.0) — A. Persistent difficulty with speech sound production that interferes with speech intelligibility or prevents verbal communication of messages. — B. The disturbance causes limitations in effective communication that interfere with social participation, academic achievement, or occupational performance, individually or in any combination. Dott.ssa Diotallevi Giovanna 52 — C. Onset of symptoms is in the early developmental period. — D. The difficulties are not attributable to congenital or acquired conditions, such as cerebral palsy, cleft palate, deafness or hearing loss, traumatic brain injury, or other medicalor neurological conditions. Dott.ssa Diotallevi Giovanna 53 — L’ICD-10 (AA.VV. 1992)e il DSM-V(APA 2013) (in precedenza il DSM-IV) utilizzano criteri diagnostici di tipo categoriale, vista la difficoltà a raggiungere un consenso su criteri di altro tipo, in particolare neuropsicologici e psicolinguistici. Entrambi descrivono le caratteristiche sintomatologiche. — Il DSM-V rivede e semplifica i criteri in cui sono inclusi tutti i deficit di linguaggio, articolazione e comunicazione — Dal punto di vista clinico esistono classificazioni più accurate di Bishop 2000, dal punto di vista funzionale la classificazione più esaustiva è quella di Rapin e Allen (83-96) Dott.ssa Diotallevi Giovanna 54 Linee Guida della Riabilitazione — Con le Linee Guida sulla Riabilitazione del 1998 si è tentato di porre ordine nel settore della Riabilitazione, attraverso la definizione di una strategia riabilitativa che provvedesse a definire : - la presa in carico del malato - la sua valutazione l'elaborazione di un progetto riabilitativo l'effettuazione di un preciso programma di intervento . Dott.ssa Diotallevi Giovanna 55 — Tali linee-guida, se da una parte hanno rappresentato un documento di riferimento per quanto attiene ai principi guida e alla filosofia di fondo dell'intervento riabilitativo, dall'altra necessitano di ulteriore aggiornamento per quanto attiene all'individuazione e alla misura degli outcome ed ai criteri di appropriatezza di intervento . Dott.ssa Diotallevi Giovanna 56 Il ruolo della Riabilitazione: l'affermarsi del modello bio-psico-sociale — Deve essere garantito alla persona con disabilità un modello di accesso al sistema di welfare chiaro e definito, indipendentemente dall'età e dalla causa che ha generato la condizione di disabilità, nonché una modalità di totale partecipazione alla valutazione e alla definizione del progetto individualizzato . Già la legge n . 104/1992 imponeva un modello di accertamento attivo delle abilità presenti nella persona con disabilità e non soltanto la valutazione della menomazione Dott.ssa Diotallevi Giovanna 57 — Tale modalità è stata ulteriormente rafforzata dall'introduzione, da parte dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2001, dell'ICF (International Classification of Functioning, Disability and Health) . L'ICF è un modello unificante per analizzare la complessità delle condizioni di salute e costruire un profilo del funzionamento che ne è la base, attraverso i suoi tre elementi fondamentali (funzioni e strutture corporee, attività e partecipazione, fattori contestuali) . Dott.ssa Diotallevi Giovanna 58 — Tutti gli interventi da allora proposti si fondano su un consolidato convincimento culturale (affermatosi nel nostro Paese con la legge 3 marzo 2009 n . 18 di ratifica ed esecuzione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità) che pone al centro del sistema il cittadino con disabilità e la sua famiglia nella loro interazione con l'ambiente sociale e con le istituzioni e che conseguentemente orienta tutte le attività rispetto a tale priorità verificandone i risultati Dott.ssa Diotallevi Giovanna 59 — Lo strumento principale per concretizzare questa impostazione unitaria è il "percorso assistenziale integrato“(PRI) basato sulla valutazione multidimensionale sanitaria e sociale Dott.ssa Diotallevi Giovanna 60 — Scopi della Riabilitazione In questo quadro lo scopo dell'intervento riabilitativo è "guadagnare salute", in un un'ottica che vede la persona con disabilità e limitazione della partecipazione non più come "malato", ma come "persona avente diritti" (conferenza di Madrid del 2002, anno europeo della persona con disabilità) . Quindi compito dell'intervento riabilitativo è definire la "persona", per poi realizzare tutti gli interventi sanitari necessari a far raggiungere alla persona stessa, nell'ottica del reale empowerment, le condizioni di massimo livello possibile di funzionamento e partecipazione, in relazione alla propria volontà ed al contesto. Dott.ssa Diotallevi Giovanna 61 — II PRI, applicando i parametri di menomazione, limitazione di attività e restrizione di partecipazione sociale elencati nella International Classification of Function (ICF), definisce la prognosi, le aspettative e le priorità del paziente e dei suoi familiari ; viene condiviso con il paziente, quando possibile, con la famiglia ed i caregiver, definisce le caratteristiche di congruità ed appropriatezza dei diversi interventi, nonché la conclusione della presa in cura sanitaria in relazione agli esiti raggiunti . Dott.ssa Diotallevi Giovanna 62 Interdisciplinarietà in Riabilitazione Grado di necessità della persona da riabilitare — Per definire correttamente il grado di necessità della persona da riabilitare, si possono individuare tre dimensioni: — 1 .1 complessità clinica : assessment e stratificazione dell'alto rischio clinico . La complessità clinica si correla all'insieme della complessità diagnostica, assistenziale, organizzativa e dei differenti interventi terapeutici proporzionalmente graduati per complessità e per consumo di risorse . Dott.ssa Diotallevi Giovanna 63 — 1 .2 disabilità : perdita delle capacità funzionali nell'ambito delle attività fisiche, motorie, cognitive,comportamentali che nella più attuale concezione bio-psico-sociale impattano con i fattori ambientali riducendo il livello di partecipazione dell'individuo allo svolgimento delle attività della vita quotidiana e di relazione; essa viene usualmente misurata con scale di disabilità sia di tipo biopsicometrico sia funzionali che indagano la possibilità di eseguire le diverse attività e che consentono il monitoraggio dell'evoluzione del quadro funzionale nel tempo . Dott.ssa Diotallevi Giovanna 64 — 1 .3 multimorbidità : insieme di patologie e condizioni classificate secondo scale a punteggi crescenti. Tali comorbidità possono rappresentare un mero elenco per una stratificazione prognostica più accurata o attivi cofattori che influenzano la clinica, il trattamento e la prognosi. Dott.ssa Diotallevi Giovanna 65 — Per il soggetto in età evolutiva, la questione si pone in termini di ottimizzazione delle condizioni necessarie per raggiungere il massimo sviluppo possibile . Il quadro diagnostico-prognostico del soggetto, perché da esso si possa delineare un programma terapeuticoriabilitativo, deve indicare: ciò che non si è sviluppato; ciò che manca perché tale sviluppo abbia luogo; che cosa deve essere provato per poter affermare che, anche in condizioni ottimali, lo sviluppo in questione non può aver luogo . Dott.ssa Diotallevi Giovanna 66 — La peculiarità dell'età evolutiva sta nel fatto che gli esiti dell'evento lesivo interagiscono con la dinamica dello sviluppo fisico, psichico e sociale del minore, determinando una cascata di possibili effetti negativi . I campi che vengono chiamati in causa non sono infatti relativi alla sola fenomenica minorativa (dal verificarsi dell'evento lesivo fino alla situazione di svantaggio esistenziale), ma si estendono anche alle tematiche dell'istruzione (dalla scuola dell'obbligo alla formazione professionale) e hanno implicanze nel sociale . Dott.ssa Diotallevi Giovanna 67 — Il profilo del soggetto da riabilitare condiziona il progetto riabilitativo e determina il percorso di cura. Tale profilo viene definito dalla multimorbidità, dal livello di complessità clinica e di disabilità e dai fattori ambientali (stato sociale e contesto familiare).La complessità clinica, risultante delle alterate funzioni d'organo e della disabilità, associate alla multimorbidità, rappresenta elemento importante per la formulazione del progetto riabilitativo . Le diverse condizioni all'interno della stessa patologia possono corrispondere ad una crescente necessità assistenziale con un impegno equivalente di risorse . Dott.ssa Diotallevi Giovanna 68