Portale BiotechInItaly – Rubrica Nel Mondo MERCATO DELLE BIOTECNOLOGIE IN USA Presentazione generale del settore L’industria biotech nasce nel 1973 nell’area di San Francisco, grazie all’iniziativa di due pionieri, Stanley Cohen della Stanford University e Herbert Boyer della University of California San Francisco, che quell’anno pubblicano i risultati della nuova tecnologia del DNA ricombinante. Herbert Boyer in seguito investe sulle proprie scoperte e fonda Genentech, tuttora la piu’ grande azienda biotech del mondo per capitalizzazione di mercato. A più di 30 anni da queste scoperte, gli USA sono ancora oggi il leader mondiale nel settore delle biotecnologie, con la maggiore concentrazione di ricavi, profitti e posti di lavoro del mondo. Essi rappresentano il più grande mercato biofarmaceutico a livello globale, con oltre 1.400 aziende (di cui oltre 300 pubbliche), 130.000 unità di forza lavoro e un valore di capitalizzazione di $400 miliardi di dollari. Nel 2006 l’industria delle biotecnologie negli USA ha prodotto importanti risultati, con 36 nuovi prodotti approvati da FDA (Food and Drug Administration), contro i 33 del 2005 e una crescita dei ricavi del 14%, raggiungendo un totale di $55,5 miliardi di dollari. Bisogna tenere conto che il dato dei ricavi é ridotto dai capitali ingenti spesi in una serie di acquisizioni, senza i quali questo settore sarebbe in realtà cresciuto del 20%, marcando il primo anno di profitti in positivo nei 31 anni di storia di questa industria. Segnali positivi emergono anche dai dati finanziari: le biotecnologie hanno continuato ad attrarre capitale nel 2006, per un totale di $20,3 miliardi di dollari - cifra record per questo mercato se si esclude la bolla finanziaria del 2000 - e con 20 Offerte Pubbliche Iniziali (IPO) rispetto alle 13 del 2005. Gli investimenti Venture Capital nel 2006 hanno raggiunto $3,3 miliardi di dollari e hanno rappresentato ben il 18% del totale capitali di rischio USA nello stesso anno, mentre gli investimenti delle aziende pubbliche in Ricerca & Sviluppo hanno registrato un incremento sostanziale del 38%. Il 2005-2006 ha segnato un periodo record per il numero di Fusioni e Acquisizioni, soprattutto tra aziende farmaceutiche e biotech. Il numero totale di alleanze strategiche é raddoppiato rispetto al 2005, grazie anche all’integrazione tra aziende statunitensi, tedesche e giapponesi e tra produttori di farmaci generici e produttori di farmaci dietro prescrizione. Gli Stati Uniti sono al primo posto nel mondo, seguiti da Giappone, Inghilterra, Germania, Francia, Canada e Italia, sulla base di due parametri presi in considerazione per misurare la qualità della ricerca: numero di citazioni in pubblicazioni scientifiche e percentuale di brevetti biotech sul totale mondiale. Il risultato di tali sforzi nel campo della ricerca e’ dimostrato dal fatto che oltre metà delle nuove medicine mondiali sono sviluppate da aziende innovative negli USA. Per maggiori dettagli sui dati di settore: • BIO (Biotechnology Industry Organization) - www.bio.org • BioWorld Biotechnology Annual Report - www.bioworld.com • Burrill & Co., Annual Biotech Report - www.burrillandco.com/bio/biotech_book • Ernst&Young, Annual Global Biotechnology Report - www.ey.com/bio/ • Milken Institute - www.milkeninstitute.org Quadro istituzionale L’industria biotech in USA e’ regolata a livello nazionale dalla Food and Drug Administration (FDA), www.fda.gov, la Environmental Protection Agency (EPA) www.epa.gov, il Department of Agriculture (USDA) www.usda.gov, lo US Department of Health and Human Services www.hhs.gov. Tra queste agenzie, la FDA e’ quella che regola lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione dei prodotti terapeutici biotech nel settore della salute ed e’ l’organismo piu’ importante al mondo per tale industria. Il National Institutes of Health (NIH) www.nih.gov e’ la prima agenzia governativa degli Stati Uniti responsabile per la ricerca biomedica. Altre agenzie governative che regolano specificatamente prodotti biotecnologici animali e vegetali sono l’Animal Plant Health Inspection Service (APHIS) www.aphis.usda.gov e il Food Safety and Inspection Service (FSIS) www.fsis.usda.gov. Per i singoli Stati, operano i rami Federali del Department of Public Health, per es. il California Department of Public Health www.cdph.ca.gov/Pages/default.aspx, il Massachusetts Department of Public Health www.mass.gov/dph, ecc., nonche’ le sedi federali del Department of Agriculture e del Department of Economic Development. L’associazione industriale di categoria piu’ importante degli Stati Uniti e’ la BIO www.bio.org, la Biotechnology Industry Organization. Fondata nel 1993 con lo scopo di rappresentare gli interessi delle aziende biotech a livello locale, federale e internazionale. L’associazione conta oggi tra i suoi membri oltre 1.100 aziende, centri accademici, istituzioni governative ed organizzazioni nel settore delle biotecnologie, provenienti non solo dagli USA ma anche da 33 nazioni straniere. I soci della BIO sono impegnati nella ricerca e nello sviluppo dei settori sanitario, agricolo ed ambientale. Anche l’Ufficio ICE di Los Angeles e’ membro della BIO. La BIO organizza ogni anno la fiera itinerante BIO International Convention, l’evento fieristico dedicato al comparto delle biotecnologie più importante del mondo. BIO 2007, la 15a edizione ha avuto luogo a Boston (Massachusetts), ha raggiunto cifre di partecipazione record senza precedenti, con 22.366 operatori, 1.900 espositori, e rappresentanti provenienti da 48 stati e 64 nazioni. Le prossime edizioni si terranno negli Stati Uniti rispettivamente a San Diego, Atlanta, Chicago. Trend di sviluppo Secondo le previsioni per il 2007 della societa’ Burrill & Company, azienda USA leader nei settori Venture Capital, Merchant Banking e Media per le life sciences, e della societa’ Ernst&Young, che pubblica da ormai 20 anni l’autorevole report di settore Global Biotechnology Report, i maggiori trend di sviluppo nei prossimi anni si possono risassumere come segue: • Si prevede un miglioramento delle Offerte Pubbliche Iniziali (IPO) per il settore biotech e nel 2007 si prevede il completamento di oltre 30 IPO negli Stati Uniti, con un incremento del 50% rispetto al 2006 • La tendenza a Fusioni e Acquisizioni avrà un proseguimento, con grandi ditte farmaceutiche disperatamente alla ricerca di accesso a pipeline e innovazione, soprattutto in vista della scadenza di brevetti per prodotti “blockbuster” (i farmaci che vendono più di un miliardo di dollari l’anno) • La corsa alle alleanze strategiche e al controllo di pipeline innovative spostera’ l’ago della bilancia a favore delle aziende biotech, le quali potranno acquisire maggiore potere contrattuale rispetto a grandi aziende farmaceutiche • Gli Investitori pubblici guarderanno sempre piu’ ad aziende biotech in grado di fornire prova del valore commerciale dei propri ritrovati attraverso dati clinici • Il dibattito sulla salute pubblica sara’ uno dei piu’ importanti nella campagna USA per le elezioni presidenziali nel 2008 e potrebbe ripercuotersi negativamente sull’industria in generale • Sul fronte politico, sara’ un anno importante. La riduzione del prezzo dei farmaci, una delle priorita’ nell’agenda politica del nuovo Congresso democratico statunitense, avra’ implicazioni notevoli su farma e biotech e costringera’ le aziende ad espandere la propria pipeline con nuovi prodotti ed economie piu’ efficienti, incrementando l’appetito per nuove acquisizioni • La ricerca sulle cellule staminali proseguira’, servendosi sempre maggiormente di fondi privati • Bio-similari diventeranno piu’ popolari in Europa e creeranno pressioni per approvare farmaci biogenerici in USA • ll settore dei biocarburanti subirà un incremento, così come lo sviluppo di biotech applicato all’industria, attraendo sempre maggiori fondi • le aziende statunitensi del comparto delle biotecnologie guarderanno all’India e alla Cina per le proprie esigenze manifatturiere e per condurre tests clinici • In generale, il settore delle biotecnologie nel 2007 continuera’ a promuovere una trasformazione del settore della salute, il settore trainante per la crescita di questa industria, con medicina preventiva, trattamenti mirati e supplementi alimentari • Il trend generale sara’ sempre di piu’ orientato verso la medicina “personalizzata ” e di “prevenzione”. Inoltre, screening genomico e nanotecnologie contribuiranno sempre piu’ al rinnovamento dei settori terapeutico e diagnostico Per maggiori informazioni: • Burrill & Co., Biotech 2007, Life Sciences: A Global Transformation www.burrillandco.com/bio/biotech_book • Ernst&Young, Beyond Borders, Global Biotechnology Report 2007 www.ey.com/bio/ Distribuzione nei 3 sottosettori: red (medicale), green (agro-alimentare) e white (ambientale) e principali ambiti di ricerca RED BIOTECH – Gli Stati Uniti costituiscono il piu’ grande mercato farmaceutico mondiale. Nel 2006, il successo ottenuto dagli USA nelle vendite farmaci specializzati ha contribuito a stimolare la crescita globale di questa industria del 7%, dato da ricondursi essenzialmente alla straordinaria percentuale di incremento vendite dei farmaci contro il cancro (+21% nel 2006). Se il 2005 e’ stato un anno di transizione per molte aziende, il 2006 ha visto una ripresa grazie ad una combinazione di diversi fattori. Primo fra tutti una domanda di farmaci crescente da parte di una popolazione che invecchia progressivamente e uno spostamento della ricerca verso trattamenti in aree mediche inesplorate, i cosiddetti “unmet medical needs”. Una decisione storica negli Stati Uniti e’ stata l’approvazione nel 2006 di un biosimilare, Omnitrope, un ormone per la crescita umana, la quale potrebbe aprire la strada ad altre approvazioni di biosimilari da parte della FDA nel futuro. I farmaci biotech hanno continuano ad essere un motore trainante per il mercato biofarmaceutico nel 2006, con vendite in aumento del 20% sul 2005 ed un valore totale di $40.3 miliardi. Se si guarda alla classifica delle top 10 medicine biotech nel 2006 per volume di ricavi, Aranesp® di Amgen e’ in cima, seguito da Enbrel® e Neulasta®, sempre di Amgen. All’interno della stessa classifica si distinguono anche i farmaci contro il cancro, primi fra tutti Avastin® e Herceptin®, che hanno registrato un’impressionante crescita rispettivamente del 64% e del 78% rispetto al 2005. Top 10 Biotech Drugs by 2006 revenue Drug Company Disease 2006 Sales 2005 Sales (US $M) (US $M) % Change Aranesp Amgen Anemia $4,121 $3,273 26% Enbrel Amgen Arthritis $2,879 $2,573 12% Neulasta Amgen Neutropenia $2,791 $2,288 22% Epogen Amgen Anemia $2,511 $1,989 26% Rituxan Genentech and BiogenIDEC NonHodgkin's lymphoma $2,252 $1,831 23% Genentech Metastatic colorectal cancer $1,853 $1,133 64% Avonex Biogen-IDEC Multiple sclerosis $1,707 $1,543 11% Neupogen Amgen Neutropenia $1,483 $1,216 22% $1,452 $1,270 14% $1,330 $747 78% Avastin Rebif Serono Herceptin Genentech Multiple sclerosis Breast cancer Source: Burrill&Co. report: Biotech 2007, Life Sciences: A Global Transformation Un altro settore che ha inciso in maniera positiva sul mercato della “red biotechnology” e’ la crescita del volume delle prescrizioni per farmaci generici, meno costosi rispetto quelli di marca, i quali hanno visto un aumento del 13% rispetto al 2005. A questo riguardo, l’IMS, leader globale nell’analisi del mercato farmaceutico, www.imshealth.com, stima un incremento delle vendite di farmaceutici in USA del 6%~9% entro il 2010, proprio grazie all’introduzione di farmaci generici piu’ convenienti. Secondo le previsioni della societa’ Burrill & Company, gli elementi trainanti del mercato biofarmaceutico USA nel futuro saranno la competizione crescente tra generici, l’introduzione di nuovi farmaci biologici, lo sviluppo di vaccini innovativi, i nuovi schemi del programma Medicare, (il programma di assicurazione medica amministrato dal governo degli Stati Uniti riguardante le persone dai 65 anni in su), la scadenza di brevetti. Per quanto riguarda il settore della ricerca, grande importanza hanno gli studi sulle malattie legate all’invecchiamento. Secondo le stime del US Census Bureau, www.census.gov , entro il 2050 la popolazione USA di 65 anni o piu’ di eta’ raggiungera’ gli 87 milioni, mentre la popolazione di 85 anni o piu’ rappresentera’ il 5% del totale. PhRMA, ovvero la Pharmaceutical Research and Manufacturers of America, l’associazione di categoria USA che rappresenta aziende, centri di ricerca farma e biotech, (www.phrma.org) ha condotto uno studio, rilevando che attualmente negli USA ci sono oltre 900 farmaci in via di sviluppo per malattie legate all’eta’, in particolare 146 per malattie cardiache e ictus, 399 per cancro, 373 per Alzheimer, diabete e osteoporosi. Diverse sono le aziende e le universita’ che concentrano i propri studi su questo segmento della popolazione: • Sirtris Pharmaceuticals, con sede in Massachusetts, e’ impegnata nello studio di composti antieta’, in particolare il sirtuin, gene che produce enzimi • Elixir Pharmaceuticals sta sviluppando e commercializzando farmaci per il trattamento e la prevenzione di malattie metaboliche e di malattie legate all’eta’. L’azienda e’ particolarmente concentrata sull’ormone Ghrelin, in grado di stimolare l’appetito e di regolarizzare il metabolismo e la conservazione di energia • Myriad Genetics ha sviluppato Flurizan, per il trattamento di pazienti con forme lievi di Alzheimer, ora in Fase III di test clinici in USA • La University of South Florida ha pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences i risultati di uno studio pre-clinico effettuato su topi. Lo studio consiste in un vaccino transdermico in grado di rimuovere le placche dannose per il cervello su un modello di Alzheimer e l’analisi di eventuali effetti collaterali per poter testare tale vaccino in test clinici • Altre aziende e universita’ USA sono impegnate nello studio di depressione, morbo di Parkinson, ictus, artrite reumatosa e diabete Per quanto riguarda i trend futuri del sotto-settore “red biotech” in USA, i piu’ importanti studi di settore prevedono: • Una medicina sempre piu’ personalizzata, cautelativa e preventiva che rivoluzionera’ il mondo della salute e che comincia ora a diventare realta’. Grazie agli sviluppi nel campo della genetica e dei meccanismi molecolari di numerose malattie, nuovi strumenti diagnostici e prognostici rendono possibile prevedere i risultati di specifiche terapie. Ad es., test molecolari possono aiutare ad identificare i pazienti con cancro al seno e al colon che possono essere piu’ reattivi a nuovi trattamenti. • Trattamenti mirati: ASCO, the American Society of Clinical Oncology, (http://www.asco.org) ha identificato 4 categorie di cancro nelle quali trattamenti mirati sono avanzati in maniera drammatica nel 2006: cancro ai reni, al seno, alla testa e collo, leucemia • Sono attualmente in corso di sperimentazione da parte di numerose aziende trattamenti per malattie infettive, (AIDS, malaria, tubercolosi) e vaccini preventivi contro influenza aviaria Per maggiori informazioni: • Burrill & Co., Biotech 2007, Life Sciences: A Global Transformation, Healthcare chapter • PhRMA, Pharmaceutical Research and Manufacturers of America - www.phrma.org GREEN BIOTECH – il settore delle biotecnologie applicate all’agricoltura continua a prosperare grazie al numero crescente di coltivatori disposti a convertirsi a raccolti biotech, un ambiente legislativo più stabile e un’attenzione sempre crescente verso energie alternative, area in cui i materiali agricoli sono essenziali per il ruolo che rivestono nella catena delle energie rinnovabili. Secondo l’International Service for the Acquisition of Agri-biotech Applications (ISAAA), www.isaaa.org l’accettazione a livello globale verso i raccolti biotech e’ aumentata nel 2006. Tali coltivazioni hanno raggiunto i 252 milioni di acri in 22 paesi, di cui 11 industrializzati e 11 in via di sviluppo. Lo US Department of Agriculture (USDA), www.usda.gov, ha condotto uno studio sul mercato americano che ha rivelato una crescita di coltivazioni biotech - misurata in acri - del 9.6% rispetto al 2005, nonche’ una maggiore accettazione per questo tipo di raccolti da parte del pubblico statunitense. Basti pensare che i coltivatori USA hanno piantato 12.68 milioni di acri di cotone biotech nel 2006, rappresentando l’83% di tutto il cotone prodotto dagli Stati Uniti. Anche la coltivazione di mais biotech e’ notevolmente aumentata rispetto all’anno precedente, di quasi 14%. Si stima inoltre che l’80% del cibo processato in USA contenga ingredienti geneticamente modificati. L’applicazione di regole molto severi ha fatto in modo che ad oggi non un singolo individuo sia stato danneggiato da alimenti GM (geneticamente modificati). A gennaio 2006, la American Dietetic Association www.adaf.org ha riaffermato la sua posizione che le biotecnologie applicate agli alimenti ne miglioreranno la qualita’, la sicurezza, il valore nutritivo, la varieta’, incrementando allo stesso tempo l’efficienza nella produzione di cibo, nella sua trattazione, distribuzione e trattamento dei rifiuti. Gli Stati Uniti e il Canada dominano a livello globale per quantita’ di coltivazioni biotech, coprendo circa il 60% della produzione mondiale. Questi due paesi stanno progressivamente spostando il proprio focus da coltivazioni con un sola caratteristica biotech, a coltivazioni con due caratteristiche, quali per esempio tolleranza agli erbicidi e resistenza agli insetti. Nel 2006, circa il 28% dei raccolti USA biotech possiede la combinazione di due caratteristiche. Alcuni dei piu’ rilevanti risultati nel campo della ricerca USA di questo settore nel 2006 sono stati: • Lo studio, pubblicato dalla University of Arizona su Proceedings of the National Academy of Sciences, sul cotone geneticamente modificato Bt cotton, che ha dimostrato che tale coltivazione riduce il livello di pesticidi richiesti e allo stesso tempo accresce la resa dei raccolti del 9% rispetto al cotone convenzionale • La Ohio State University ha annunciato sul Plant Biotechnology Journal (maggio ’06) di aver sviluppato, grazie alle biotecnologie, piante di cassava con radici 2,6 volte piu’ grandi delle radici standard, che sarebbero in grado di far fronte ai problemi nutrizionali in Africa • La Texas Agricoltural Experiment Station, l’agenzia di ricerca agricola e sulle life science dello Stato del Texas http://agresearch.tamu.edu ha creato un cotone con un ridotto livello di tossicita’ del gossipolo nei propri semi, in grado di poter essere consumato dagli esseri umani. Gli scienziati di questo istituto hanno usato l’interferenza RNA per sopprimere uno dei geni alla base della produzione del gossipolo. Tale scoperta puo’ avere conseguenze rilevanti, basti pensare che ci sono sufficienti piante di cotone nel mondo per soddisfare i bisogni di proteine di 500 milioni di persone Altre aree di ricerca interessanti sono: • Grano anallergico (Arcadia Biosciences) • Semi di soia il cui olio puo’ essere riscaldato ripetutamente senza essere idrogenato (Monsanto) • Mais con gambo resistente a decomposizione (Pioneer Hi-Bred) • L’ingegneria genetica applicata ad accrescere la resa dei raccolti e facilitare la conversione in combustibile, diminuendo il costo dell’etanolo in vista del traguardo di 35 miliardi di galloni di combustibili alternativi entro il 2017, stabilito • • dal Presidente Bush durante il suo discorso allo State of the Union del 2007. Allo stato attuale, sarebbe necessario dedicare l’intera produzione USA di mais. A questo scopo, pertanto numerose aziende sono impegnate nella corsa per la coltivazione di mais o di altri raccolti da usare per l’etanolo e altri biocarburanti. GTC Biotherapeutics ha ottenuto un brevetto in USA valido fino al 2021 per produrre proteine del latte a scopo terapeutico provenienti da mammiferi transgenici ViaGen ha fondato la prima azienda USA specializzata nella commercializzazione di cavalli clonati Per maggiori informazioni: • Burrill & Co., Biotech 2007, Life Sciences: A Global Transformation – Agbio chapter • ISAAA, International Service for the Acquisition of Agri-biotech Applications, www.isaaa.org WHITE BIOTECH – il settore delle biotecnologie applicate all’ industria e all’ ambiente, le cosiddette “White biotechnology”, sta vivendo un momento di trasformazione a livello globale, spinto dalla preoccupazione crescente per il global warming e la sicurezza energetica. La societa’ di consulenza McKinsey&Company (www.mckinsey.com) prevede che entro il 2010 il settore delle biotecnologie applicate all’industria costituira’ il 10% delle vendite all’interno del settore chimico, pari a $125 miliardi. In particolare, secondo uno studio pubblicato da Clean Edge, www.cleanedge.com, azienda leader nell’analisi e ricerca del mercato cleantech, si stima che la quantita’ di investimenti in energia pulita quadruplichera’ entro il prossimo decennio, raggiungendo un valore di $226 miliardi globalmente. Questo boom e’ da ricollegarsi a diversi fattori, primi fra tutti un riconoscimento internazionale del problema del global warming, un sempre maggiore coinvolgimento dei governi rispetto a tematiche climatiche, un interesse crescente verso il problema energetico da parte di politici e aziende ed un flusso di fondi Venture Capital in aumento. Gli Stati Uniti sono ancora una volta protagonisti: nel suo discorso allo State of the Union del 2007 il Presidente Bush ha annunciato un target per la riduzione del consumo di benzina pari al 20% entro 10 anni, per la quale sara’ necessario un incremento della produzione di etanolo e altri biocarburanti di ben 7 volte rispetto le quantita’ attuali, un obiettivo che ha scatenato l’interesse di aziende ed investitori ad agire in questo campo. Ad oggi, il mercato per i combustibili automobilistici negli Stati Uniti ammonta a 140 miliardi di galloni per anno, ma di questi solo il 5% sono costituiti da etanolo, derivato principalmente da mais e altri grani. Da cio’ deriva l’enorme potenziale di questo settore e l’attrattiva per gli investitori: gli investimenti in energia pulita da parte di Venture Capital sono infatti aumentati del 167% nel 2006. Pertanto, non stupisce che iniziative e progetti di ricerca volti allo sviluppo di biocarburanti e alla riduzione della dipendenza da importazioni di petrolio sono in continuo aumento negli Stati Uniti: • Il colosso petrolifero BP ha avviato una collaborazione con UC Berkeley e con la University of Illinois, University of Urbana-Champaign e il Lawrence Berkeley National Laboratory, fondando l’Energy Biosciences Institute www.ebiweb.org. Tale istituto si dedichera’ alla fase di ricerca & sviluppo nell’applicazione delle bioscienze per la produzione di energia pulita. • Shell Oil Products US e l’azienda biotech Codexis hanno avviato un progetto per esplorare metodi di conversione delle biomasse in biocarburanti. • Il governo statunitense attualmente finanzia programmi di ricerca a favore di fonti alternative di etanolo che non siano mais. Infatti, il solo mais non puo’ fare fronte al target fissato dal Presidente Bush e non costituisce la fonte di etanolo piu’ efficiente, per cui gli studi per la produzione di etanolo cellulosico derivato da “switch grass”, un foraggio nativo del Nord America e biomasse di legno e rifiuti agricoli, sono molto intensi. • Accanto ad aziende impegnate nella produzione di etanolo, aumentano anche le aziende attive nel settore dei biodiesel derivati da semi di soia, canola e palma. Altri sviluppi importanti nel sotto-settore “white biotech” derivano dall’attenzione crescente verso il problema inquinamento e contaminazione delle acque. Numerosi protagonisti USA dell’industria chimica stanno esplorando metodi alternativi per produrre composti tradizionali. Un metodo e’ quello attraverso microrganismi usati nella fermentazione di prodotti quali ammino acidi; un altro metodo e’ attraverso l’uso di enzimi per creare processi industriali piu’ efficienti. Inoltre, aziende attive in quest’area mirano alla produzione di biocatalizzatori efficaci a basse temperature in grado di generare meno emissioni e rifiuti meno tossici, riducendo tra l’altro l’energia richiesta per processi industriali. Altri ritrovati degni di nota nel settore sono la creazione di plastiche “verdi” biodegradabili, macchinari bionanotecnologici intelligenti, l’introduzione di trattamenti enzimatici con cellulase per il riciclo della carta, la creazione di impianti a idrogeno per la produzione di energia elettrica pulita, l’utilizzo di materiali biotech nel campo della moda e dell’industria alimentare, l’uso di nanoparticelle per strumenti medicali di rilevamento biomolecolare e l’utilizzazione di microalghe per la produzione di biocarburanti. Quest’ultimo campo di ricerca appartiene ad un settore delle biotecnologie industriali che offre grandi promesse, quello della ricerca nelle biotecnologie marine, a favore della quale la White House ha stanziato un incremento di $40 milioni di dollari nel 2008. Batteri, microbi e proteine appartenenti al mondo sottomarino vengono attualmente studiati da numerose aziende USA per le loro applicazioni nell’industria medica ed alimentare. Per maggiori informazioni: • BIO, Biotechnology Industry Organization, " Achieving Sustainable Production of Agricoltural Biomass for Biorefinery Feedstock" , 2006 • Burrill & Co., Biotech 2007, Life Sciences: A Global Transformation, Industrial & Marine Biotechnology chapter • US Department of Energy, Multi-year Program Plan 2007-2012: Energy Efficiency and Renewable Energy, 2005 - www1.eere.energy.gov/biomass/pdfs/mypp.pdf Distribuzione geografica delle imprese biotech e descrizione dei maggiori bio-cluster L’industria delle biotecnologie negli Stati Uniti e’ concentrata nelle coste Est ed Ovest, con una distribuzione moderata nel Midwest ed una crescente presenza nel Sud-Est. Secondo l’ultimo studio del Milken Institute America's Biotech and Life Science Clusters (2004), i principali distretti USA sono localizzati in 10 aree geografiche: San Diego, Boston, Raleigh-Durham, San Jose, Seattle, Washington-Baltimore, Filadelfia, San Francisco, Oakland, Los Angeles. Queste zone sono leader perché hanno due elementi ritenuti necessari per lo sviluppo delle biotecnologie: a) grande volume di ricerca, grazie alla presenza di importanti università ed istituti di ricerca e b) capacità di commercializzare tale ricerca, grazie alla presenza di numerose fonti di finanziamento locali. Tali distretti sono stati a loro volta classificati sulla base di ben 44 diverse coordinate, appartenenti a due macro-criteri fondamentali: a) innovativita’ della pipeline, che include investimenti in R&S e qualita’ della forza lavoro e b) successo nel commercializzare idee innovative e nel creare aziende, lavori e prodotti. Secondo questa classifica, San Diego risulta la citta’ vincente, avendo una combinazione ideale dei vari elementi: istituzioni di R&S leader nel mondo; aziende di Venture Capital; una base di scienziati e manager qualificati in grado di trasformare la scienza in business. Boston segue a poca distanza. San Jose si qualifica invece come la citta’ col punteggio piu’ alto nei capitali di rischio, con le sue numerose aziende Venture Capital. Per quanto riguarda la distribuzione geografica dei fondi destinati a questa industria, l’area vincente nel 2006 é stata quella di Los Angeles/Orange County, sebbene questa pole position sia da attribuirsi quasi esclusivamente alla presenza di una sola azienda, Amgen. Il distretto di Los Angeles é seguito dai clusters di San Francisco/Bay Area e New England come maggiori destinatari di capitali biotech negli Stati Uniti. La tabella di seguito illustra la distribuzione geografica delle imprese biotech in USA e la loro concentrazione prevalente nei due stati leaders in questo settore: California e Massachusetts. Infatti tutte le piu’ prestigiose aziende biotech statunitensi, Amgen, Genentech, Genzyme, Gilead Sciences, Biogen Idec, Sepracor, sono situate in uno di questi due stati. North American Biotech Companies by State and Province Source: Guide to Biotechnology, Biotechnology Industry Organization, 2007 Per maggiori informazioni: • Milken Institute, America's Biotech and Life Science Clusters, 2004 Struttura delle imprese Secondo i dati pubblicati dall’organizzazione BIO nel dic. 2005, ci sono 1.415 aziende biotech in USA, 329 delle quali pubbliche. Un’indagine nazionale ha rivelato che ogni anno negli Stati Uniti si costituiscono 30-40 nuove societa’ di biotecnologie, l’azienda tipica e’ stata fondata nel 1987, impiega 31 persone, ha un fatturato annuale di $4,5 milioni ed un budget di R&S di $ 3 milioni. La retribuzione annuale media per un lavoro nel settore delle biotecnologie e’ di $65.775 dollari, ben al di sopra della media nazionale del settore privato di $39.003 dollari (studio dell’apr. 2006 del Battelle Memorial Institute in Columbus, Ohio, www.battelle.org ). I maggiori profitti registrati nel 2006 rispetto al 2005 sono dovuti in gran parte alle due ditte Amgen e Genentech, che da sole hanno contribuito a ben due terzi dei profitti totali e ad oltre il 50% della crescita nei ricavi. Tra le top 10 aziende per quanto riguarda l’incremento dei ricavi emergono tuttavia anche altre realta’ di successo: Amylin Pharmaceuticals di San Diego, Sepracor in Massachusetts, ImClone Systems a New York. La tabella di seguito, pubblicata da Ernst&Young, mostra alcuni dati per le top 5 aziende biotech USA nel 2006: dai dati si evince che le 5 piu’ importanti aziende USA del settore hanno guadagnato una media di $6,49 milioni, investendo $150.000 in R&S per impiegato e spendendo in media il 21% del fatturato in R&S. Top US Biotech Firms Amgen Revenue Revenue per employee R&D expense R&D per employee R&D as % of Net Income (loss) (US $m) (US $000) (US $m) (US $000) revenue (US $m) Employees $14,268 $710 $3,366 $167 24% $2,950 20,100 Genentech $9,284 $881 $1,773 $168 19% $2,113 10,533 Genzyme $3,187 $354 $650 $72 20% ($17) 9,000 Gilead Sciences $3,026 $1,203 $384 $153 13% ($1,190) 2,515 Biogen Idec $2,683 $715 $718 $191 27% $218 3,750 Average $6,490 $773 $1,378 $150 21% $815 9,180 Source: Ernst & Young, Global Biotechnology Report 2007 Per maggiori informazioni: • Battelle, Growing the nation’s Bioscience Sector: A regional perspective, 2007 • BIO, Biotechnology Industry Organization, "Industry at a glance” http://bio.org/ataglance/ • Ernst&Young, Beyond Borders, Global Biotechnology Report 2007 www.ey.com/bio/ Infrastrutture per la ricerca e lo sviluppo tecnologico presenti nei cluster Il motore alla base della ricerca, dell’innovazione e dello sviluppo tecnologico negli Stati Uniti e’ costituito dalla sua eccellente rete di universita’, rinomate in tutto il mondo, tra le quali primeggiano i nomi di Harvard e MIT nel Massachusetts, e Stanford e il network della “UC” o University of California, in California. Queste universita’, insieme ai “teaching hospitals” e ai centri di ricerca tipicamente agglomerati intorno ai distretti biotech, preparano la forza lavoro del futuro, attirando scienziati di prima classe, e costituendo terreno fertile per lo sviluppo di tecnologie innovative e la fondazione di aziende start-up. La confluenza di tali aziende promuove la concentrazione di Venture Capitalists, l’introduzione di regolamentazioni precise e l’attrazione di personale qualificato nella regione, in un ciclo continuo che si autoalimenta e costituisce la base di una crescita sostenibile nei distretti biotech. Per quanto riguarda i fondi investiti nella ricerca e innovazione, i canali sono essenzialmente due: i ricercatori presso laboratori aziendali ricevono finanziamenti attraverso capitali a rischio o vendita di prodotti; i ricercatori accademici dipendono invece da sovvenzioni governative e organizzazioni caritatevoli. Di gran lunga la piu’ grande risorsa di fondi per la ricerca accademica sulla salute e’ il National Institute of Health (NIH), www.nih.gov , la prima agenzia governativa degli Stati Uniti responsabile per la ricerca biomedica. Il processo di domanda di finanziamenti al NIH e’ un processo molto strutturato ed estremamente competitivo tale che i fondi richiesti . E’ dal 1946, anno di inizio di tale programma di finanziamento, che i ricercatori accademici della California hanno ricevuto piu’ fondi dal NIH di qualsiasi altro stato. Il governo statunitense prevede inoltre un sistema di sovvenzioni per incrementare la competitivita’ di piccole aziende hi-tech e start-up: lo Small Business Innovation Research (SBIR) www.sba.gov/SBIR/ e lo Small Business Technology Transfer Program (STTR). www.sba.gov/aboutsba/sbaprograms/sbir/index.html. Il primo, il programma federale SBIR, e’ un importante fornitore di capitale “seed” per imprenditori biomedici e spesso finanzia start-up allo stato iniziale. Per maggiori informazioni: • BIO, Biotechnology Industry Organization, http://bio.org/ • Burrill & Co., Biotech 2007, Life Sciences: A Global Transformation • Milken Institute, Mind to Market: A Global Analysis of University Biotechnology Transfer and Commercialization, 2007 Sistema di coordinamento fra imprese e ricerca scientifica Le universita’ statunitensi sono leader mondiali nel processo di trasferimento di proprieta’ intellettuale al settore privato. Secondo il recente studio Mind to Market: A Global Analysis of University Biotechnology Transfer and Commercialization del Milken Institute (2006), questo primato ha origine nel 1980, in seguito all’introduzione del BayhDole Act, il quale ha permesso alle universita’ USA di possedere, dare in licenza e commercializzare la propria ricerca. Cio’ ha istituito un nuovo ruolo per le universita’ come motori di sviluppo economico, non soltanto scientifico, spostando l’asse della ricerca dai laboratori aziendali ai campus universitari. Secondo lo stesso studio, gli USA dominano non solo per la qualita’ della propria ricerca nel settore biotech, ma anche per la capacita’ di trasformare tale ricerca in applicazioni commerciali. Tutte le piu’ importanti universita’ e centri di ricerca statunitensi possiedono un ufficio di trasferimento tecnologico specificatamente dedicato a promuovere e commercializzare il patrimonio intellettuale prodotto dai propri ricercatori. Secondo lo studio condotto dal Milken Institute a livello globale: • • 8 delle top 10 universita’ mondiali per qualita’ e quantita’ di ricerca pubblicata sulle biotecnologie sono statunitensi. Harvard e’ al num. 1, seguita dall’University of Tokyo, University of London, University of California San Francisco e la University of Pennsylvania. 9 delle top 10 universita’ mondiali per qualita’ e quantita’ di brevetti biotech sono statunitensi. La University of Texas e’ prima, seguita da U.C. San Francisco, Johns Hopkins University, Stanford University e Cornell University. Una frazione di questo studio piu’ dettagliata e concentrata solo su dati dagli USA e Canada e sulla capacita’ di tradurre scienza in prodotti - misurata attraverso la quantita’ dei proventi dalle licenze e il numero di start-up provenienti da laboratori accademici mostra la seguente classifica: 1. Massachusetts Institute of Technology 2. University of California System 3. California Institute of Technology 4. Stanford University 5. University of Florida 6. University of Minnesota 7. Brigham Young University 8. University of British Columbia 9. University of Michigan 10. New York University Lo studio si concentra su USA e Canada, perche’ solo queste due nazioni elaborano dati a livello di campus individuali piuttosto che in forma aggregrata, un dato di per se’ gia’ significativo del volume e l’importanza degli studi condotti presso questi campus e del loro potenziale commerciale. Per maggiori informazioni: • Milken Institute, Mind to Market: A Global Analysis of University Biotechnology Transfer and Commercialization, 2007