ATTIVITA’ C/O CLIENTE METODOLOGIA - ad esclusione delle attività ”Scheda 3C” 1) ELENCO DELLE MANSIONI/ATTIVITA’ SVOLTE DAL PERSONALE SIAD (O DI SUO CONTRACTOR) 2) ANALISI CONOSCITIVA DELLA MANSIONE Per ciascuna Mansione, viene predisposto l’elenco delle attività/operazioni, da analizzare in base alle seguenti dimensioni: Attrezzature utilizzate Sostanze/preparati utilizzati o coinvolti/presenti Misure di prevenzione e protezione in atto, di tipo tecnico/impiantistico oppure organizzativo/procedurale 3) VALUTAZIONE DEI RISCHI PER LA MANSIONE Per ciascuna delle attività/operazioni oggetto di analisi conoscitiva, viene effettuata la valutazione dei rischi secondo le seguenti fasi: Identificazione dei pericoli/rischi potenzialmente applicabili all’attività Identificazione delle cause e delle conseguenze di tali pericoli/rischi Valutazione dei rischi, in funzione di probabilità e di gravità (danno conseguente) di accadimento In particolare, la valutazione di probabilità e gravità viene effettuata mediante l’impiego delle seguenti scale qualitative: pag. 1 / 7 Metodologia Attività c/o Cliente - Maggio 2008 Probabilità del verificarsi dell’evento - P Indice Molto alta (l’evento é praticamente inevitabile) 9-10 Elevata 7-8 Moderata (evento occasionale) 4-6 Bassa 2-3 Remota 1 Gravità del guasto – G Indice gravissimo: ha conseguenze sulla sicurezza. Può comportare effetti rilevanti in termini di vittime grave: può comportare effetti rilevanti, con un numero limitato di persone coinvolte nell’incidente medio: può comportare effetti rilevanti sul processo o sulle strutture con nessun effetto sugli operatori poco rilevante: può comportare effetti sul processo o sulle strutture, ma poco rilevanti trascurabile:l’evento ha effetti trascurabili ai fini della sicurezza 10-9 8-7 6-4 3-2 1 L’utilizzo di una matrice dei rischi come quella riportata in figura, consente di identificare gli eventi caratterizzati da: - rischio tollerabile - una necessità di approfondimento PROBABILITÀ - una completa inaccettabilità 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 1 pag. 2 / 7 2 3 4 5 6 GRAVITÀ 7 8 9 10 Metodologia Attività c/o Cliente - Maggio 2008 METODOLOGIA - Attività scheda ”3C” Nel presente Documento, la valutazione dei rischi viene effettuata utilizzando un criterio ispirato alle indicazioni tratte dalle Linee Guida INAIL sulla valutazione dei rischi o per le Piccole e Medie Imprese integrate con considerazioni e dettagli al fine di una maggior rispondenza alla realtà aziendale e ai livelli di priorità che si ritengono adeguati. In linea di massima l’entità del rischio R è stimata come proporzionale al prodotto tra la probabilità P del verificarsi dell’evento fonte del rischio, per la gravità D delle conseguenze derivanti dal verificarsi dell’evento stesso: R=PxD Pertanto, un rischio diviene più rilevante quanto più il prodotto PxD assume valori elevati. Come illustrato nella successiva tabella: - Si assume una scala di Probabilità P crescente, con valori da 1 a 4; - Si assume una scala di Gravità di danno D crescente, con valori da 1 a 4. Si tenga presente che il valore da attribuire alla variabile “Probabilità” è quello che risulta a valle dell’attenuazione dovuta alle misure preventive adottate (e quindi non direttamente desumibile da statistiche generali relative a realtà ove le misure preventive siano diverse e segnatamente inferiori); per questo motivo, tra l’altro, si ritiene di poter ripristinare il valore di Probabilità 1 a circostanze per cui a seguito di “rari episodi” vengano poste in atto delle misure precauzionali specifiche e comunque efficaci ad impedirne il ripetersi. Analogamente, il valore da attribuire alla variabile “Danno” è quello risultante a valle dell’attenuazione garantita dalle misure protettive adottate. E’ da notare che si attribuisce al Danno massimo un “marcatore asterisco” (D=4*) che permane nel risultato del prodotto PxD e differenzia la condizione di Rischio1x4*=4* (con potenziali conseguenze letali e maggior priorità di intervento) dalle condizioni di Rischio 4=4x1 oppure =2x2 (senza potenzialità letale e conseguentemente con priorità di livello subito inferiore), al fine di determinare una maggior priorità di intervento per le situazioni con potenziali danni gravissimi. E’ evidente che un rischio molto grave (D=4*) che non abbia probabilità di verificarsi (P=0) non viene tenuto in considerazione. A scopo di semplificazione, per mitigare la soggettività di valutazione, vengono definite delle scale semiquantitative da utilizzare come criterio per una stima della gravità delle conseguenze e della probabilità di accadimento, in particolare, la valutazione dei rischi viene effettuata con l’ausilio di tabelle. pag. 3 / 7 Metodologia Attività c/o Cliente - Maggio 2008 Tabella per la valutazione delle PROBABILITÀ di un evento avverso pag. 4 / 7 Metodologia Attività c/o Cliente - Maggio 2008 Tabella per la valutazione della GRAVITA’ (magnitudo) dei danni potenziali Assegnato un valore a P e a D, sulla base di quanto riportato nelle tabelle precedenti, si valuta l’ENTITÀ DEL RISCHIO R mediante la seguente matrice, avente in ascissa la gravità del danno atteso e in ordinata la probabilità del suo verificarsi: pag. 5 / 7 Metodologia Attività c/o Cliente - Maggio 2008 I rischi maggiori occuperanno in tale matrice le caselle in alto a destra (danno letale, probabilità elevata), quelli minori le posizioni più vicine all'origine degli assi (danno lieve, probabilità trascurabile), con tutta la serie di posizioni intermedie facilmente individuabili. In seguito alla valutazione del rischio viene individuata una scala di priorità degli interventi atti a ridurre e/o eliminare il rischio individuato. La seguente tabella è utilizzata per l’individuazione delle priorità. Tabella per l’individuazione della priorità degli interventi pag. 6 / 7 Metodologia Attività c/o Cliente - Maggio 2008 ELENCO Schede Valutazioni Rischi attività c/o Cliente 1A - Impianti CSE, tubazioni trasporto, accessori di linea ed impianti di utilizzo gas / liquidi criogenici; 2A - Impianti centralizzazione (escluso carbonatazione); 2B - Impianti centralizzazione per carbonatazione; 3A - Travaso inerti; 3B - Travaso ossigeno; 3C - Procedura di scarico; 4A - Movimentazione bombole/pacchi bombole; 5A - Sostituzione bombole aria; 5B - Sostituzione bombole inerti; 5C - Sostituzione bombole infiammabili; 5D - Sostituzione bombole ossigeno; 5E - Sostituzione bombole protossido. pag. 7 / 7 Metodologia Attività c/o Cliente - Maggio 2008