Influenza sociale Germano Rossi ISSR 2011/12 Premessa Durante la II guerra mondiale milioni di persone sono stati tenuti nei campi di concentramento nazisti che erano vere e proprie industrie di morte Nel 1978, un senatore americano andò in visita al Tempio della Gente a Guayana, dove trovò plagio e imprigionamento di persone. Fu ucciso mentre tornava in aereo e il capo del Tempio ordinò a circa 1000 dei suoi seguaci di suicidarsi e loro lo fecero L’11 di settembre del 2001, 2 aerei furono scagliati contro le torri gemelle, 1 sul Pentagono e 1 cadde senza raggiungere nessun obiettivo. Migliaia di persone morirono Perché? G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 2 1 Premessa Nello spiegare questi eventi siamo portati a pensare che i nazisti, i seguaci del Tempio e quelli di Bin Laden fossero persone cattive o pazzi, guidati da persone cattive o pazze. Questo è un errore di attribuzione, cioè la tendenza a spiegare le azioni delle persone sovrastimando l’influenza della personalità e sottostimando l’influenza delle situazioni o delle circostanze G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 3 Premessa La psicologia sociale è lo “studio scientifico dei modi in cui il comportamento e i processi mentali delle persone sono modellati dalla presenza degli altri, reale o immaginaria” Anche se le singole persone possono rispondere in modo diverso alla stessa situazione, la presenza di altre persone fa sì che le risposte di una singola persona siano influenzate dalle risposte (reali o ipotetiche) degli altri G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 4 2 Presenza degli altri Fin dal 1898, diversi esperimenti dimostrano l’influenza della presenza di altre persone sui risultati. I ciclisti vanno più veloci quando gareggiano in coppia che quando sono soli I bambini svolgono un compito meglio se sono con altri bambini Le formiche scavano tre volte di più se sono con altre. In pratica, la presenza di qualcuno che svolge lo stesso compito, attiva un meccanismo inconsapevole di competizione G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 5 Presenza degli altri Anche la semplice presenza di spettatori, facilita l’esecuzione di un compito Questo effetto è stato chiamato “facilitazione sociale” Esiste anche un effetto opposto, chiamato “inibizione sociale” che porta a risultati di qualità peggiore in presenza di altre persone G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 6 3 Presenza degli altri Facilitazione e inibizione sociale rientrano nei meccanismi di influenza sociale La facilitazione sociale sembra abbinata ai compiti semplici L’inibizione sociale ai compiti complessi Per spiegare questi fenomeni sono state proposte due teorie G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 7 Presenza degli altri 1. La prima è stata proposta da Zajonc, secondo cui alti livelli di attivazione tendono a rinforzare le risposte dominanti di un organismo La presenza di altre persone, aumenta l’eccitazione e l’attivazione. In questo caso la risposta dominante ha più probabilità di essere la risposta corretta se i compiti sono semplici, ma meno probabilità se sono complessi. G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 8 4 Presenza degli altri 1. La seconda teoria fa riferimenti ai fattori attentivi. La presenza di altre persone è disturbante in quanto dobbiamo far attenzione sia al compito che agli altri In questo caso, con compiti semplici è più facile mantenere l’attenzione su entrambi, ma non con compiti difficili Le due teorie sembrano vere entrambe, ma un successivo esperimento ha dimostrato che la teoria corretta è la seconda G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 9 Presenza degli altri L’esperimento consiste nel mostrare sequenze di segni e di parole scritte in colori diversi Il compito è quello di identificare il colore e di ignorare i segni o le parole Leggere le parole anziché interpretare il colore è un compito predominante, quindi la teoria di Zajonc predice inibizione sociale; La teoria attentiva, considerando che il compito è relativamente semplice, ritiene che si attivi la facilitazione sociale G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 10 5 Presenza degli altri I risultati di questo esperimento ed di altri simili, dimostrano che si attiva una facilitazione sociale. Questo dimostra che la teoria corretta è quella attentiva. Ovvero le persone hanno una migliore prestazione in presenza di altri. ++++ rosso G. Rossi - Introduzione alla psicologia #### giallo XXXX blu Influenza sociale 11 Deindividuazione Un altro fattore che agisce nei comportamenti collettivi è il processo della deindividuazione ovvero quando l’individuo diminuisce l’importanza della propria identità personale e quindi riduce anche il senso di responsabilità sociale. In queste situazioni è anche più facile avere comportamenti aggressivi o insoliti “La folla è sempre intellettualmente inferiore all’individuo isolato” (Le Bon, 1985) G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 12 6 Deindividuazione Perché questo fenomeno si manifesti sono necessarie due condizioni: la numerosità del gruppo e la anonimità Anonimità: quando una persona sente di non avere la responsabilità di quello che fa Numerosità: quando ci sono più di due persone G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 13 Deindividuazione In un esperimento, ad un gruppo di studentesse universitarie, in gruppi di 4, si chiese di somministrare scosse elettriche ad un’altra donna che partecipava all’esperimento con loro. Metà delle donne indossavano grossi camici di laboratorio e cappucci (tipo Ku Klux Klan) che nascondevano il volto (anonimità). Per accentuare l’anonimità le persone del gruppo non venivano mai chiamate con il loro nome Le donne del secondo gruppo, vestivano i loro abiti normali e venivano chiamate con il loro nome ed erano state presentate reciprocamente G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 14 7 Deindividuazione Quando il soggetto sperimentale commetteva un errore ogni donna del gruppo doveva premere un pulsante che avrebbe somministrato una scossa elettrica (non era vero) L’uso di camici e cappucci faceva sentire le donne come se fossero anonime, mentre chiamare le donne con il loro nome accentuava la loro identità personale I risultati hanno dimostrato che le donne in forma anonima somministravano scosse in numero doppio rispetto a quelle con una identità G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 15 Deindividuazione Un altro esperimento è stato condotto durante la notte di Halloween Quando i bambini arrivavano in una casa, la donna che apriva la porta “poteva” chiedere i loro nomi e stabilire una relazione con loro, poi presentava il cesto delle caramelle, dicendo di prenderne una sola, ma poi si allontanava lasciando i bambini da soli Quando non veniva chiesto loro il nome, i bambini prendevano più caramelle di quanto indicato mentre se era stato loro chiesto il nome prendevano una sola caramella G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 16 8 Deindividuazione Siccome la maggior parte degli esperimenti, utilizzava in qualche modo dei costumi (come costumi di Hallowen, o i cappucci simili a quelli del Ku Klux Klan), si è pensato che l’abito potesse creare e influenzare il comportamento. Il primo esperimento è stato ripetuto con donne vestite da infermiera oppure in divisa tipo “poliziotte” (oppure con i propri abiti). Le infermiere somministravano sensibilmente meno scosse elettriche delle “poliziotte”, mentre le donne nei propri abiti, pur somministrando meno scosse, non lo facevano “molto meno” delle poliziotte. G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 17 Deindividuazione Questi ed altri esperimenti hanno portato a riformulare il concetto di deindividuazione: “Le situazioni che riducono la responsabilità pubblica non influiscono semplicemente sulla salienza dell’identità personale degli individui ma simultaneamente rafforzano la salienza dell’identità gruppale” Ovvero una maggiore conformità alle norme sociali specifiche della situazione G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 18 9 Effetti degli astanti L’effetto degli astanti è la situazione in cui le persone sono meno propensi ad aiutare gli altri in presenza di altre persone Generalmente pensiamo che quando ci serve dell’aiuto dovrebbe essere più facile averlo se ci sono molte persone attorno a noi Invece proprio la presenza di altre persone ci impedisce di fare qualcosa Ci sono due condizioni: la definizione della situazione e la diffusione della responsabilità G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 19 Definizione della situazione Molti stati di emergenza iniziano in modo ambiguo. Un uomo che barcolla, sta male o è semplicemente ubriaco? Un modo comune di affrontare la situazione è di rimandare l’azione e di guardarsi intorno per vedere come reagiscono gli altri Ma quello che si vede, sono altre persone che stanno agendo come se non ci fosse nulla di strano e che si guardano attorno per vedere come reagiscono gli altri G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 20 10 Definizione della situazione Una delle espressioni facciali tipiche in questa situazione può essere chiamata “non so che fare, cosa facciamo, chi agisce per primo?” e produce uno stato di ignoranza collettiva all’interno del gruppo ogni individuo trae in inganno gli altri definendo la situazione come una “non-emergenza” G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 21 Definizione della situazione In un esperimento, degli studenti universitari maschi furono invitati per fare un’intervista. Nella sala d’attesa potevano essere da soli oppure in un gruppo di tre persone Mentre aspettavano e compilavano un questionario, da una grata d’aerazione usciva del fumo intenso Il 75% dei soggetti da soli, uscì dalla stanza avvisando di un incendio Ma solo il 13% delle persone in gruppo uscì dalla stanza anche se si riempiva di fumo G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 22 11 Definizione della situazione Poteva essere però che questo esperimento facesse sentire i maschi in una posizione di codardia In un secondo esperimento i soggetti che attendevano nella stanza sentivano una persona nella stanza accanto cadere per terra e urlare dicendo di essersi storta una caviglia Anche se soltanto una tenda separava i soggetti dalla persona caduta, la situazione fu la medesima dell’esperimento precedente G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 23 Definizione della situazione In tutti i casi, il gruppo di persone che non intervenne, giustificò la cosa dicendo che non pensavano fosse niente di serio…, era fumo dell’aria condizionata, era smog, non pensavano che la persona si fosse fatta male davvero Ogni individuo del gruppo non voleva mostrare i propri dubbi; l’apparente calma degli altri faceva propendere per una mancanza di emergenza G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 24 12 Definizione della situazione Un altro meccanismo che crea la “non- emergenza” è quello delle situazioni familiari Se vediamo una donna e un uomo che litigano e pensiamo che siano marito e moglie o fidanzati, non interveniamo Se vediamo dei ragazzi litigare e sappiamo (o pensiamo) che sono fratelli, non interveniamo G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 25 Definizione della responsabilità Quando una persona sa che sono presenti molte altre persone, l’onere della responsabilità non ricade solo su di lui In un esperimento, delle persone vennero messe in una cabina con un citofono e gli venne detto che in altre cabine c’erano altre persone (due o tre o sei) con cui discutere un determinato argomento. Ogni persona poteva parlare per due minuti a turno, mentre gli altri stavano zitti e ascoltavano. Un meccanismo automatico assegnava la parola a una persona e chiudeva il microfono delle altre. La discussione non veniva monitorata. G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 26 13 Definizione della responsabilità In realtà non esistevano altre cabine e non esistevano altri soggetti sperimentali In una prima fase, uno dei partecipanti (finto) disse di essere soggetto a crisi epilettiche. Successivamente, il soggetto sperimentale ascoltava questa persona mentre aveva una crisi epilettica. Non c’era un’ambiguità dell’emergenza, il soggetto non poteva sapere come stessero reagendo nelle altre cabine, ma il soggetto sapeva che lo sperimentatore non poteva rendersi conto dell’emergenza. G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 27 Definizione della responsabilità Quando il gruppo era formato da due cabine, l’85% riferì dell’attacco epilettico chiamando aiuto solo 62% di quelli che pensavano di essere in tre, chiese aiuto E quando il soggetto credeva di far parte di un gruppo di sei, solo il 31% chiese aiuto Nelle interviste successive tutti soggetti avevano percepito chiaramente la realtà dell’emergenza G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 28 14 Definizione della responsabilità Questo implica che se la responsabilità viene suddivisa fra molte persone ci si sente meno responsabili se non si fa nulla, in quanto tutti si aspettano che siano gli altri ad intervenire Ma in una situazione in cui l’ignoranza collettiva e la diffusione della responsabilità sono rese minime cosa succederà? G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 29 Definizione della responsabilità Nel metrò di New York venne condotto l’esperimento: due sperimentatori salivano in una carrozza e uno dei due fingeva di star male. Se nessuno interveniva, interveniva il complice Lo sperimentatore che stava male poteva avere un bastone in mano (come se fosse malato) oppure puzzare di alcol (ubriaco), poteva essere di razza bianca o di razza nera. In ogni caso non c’era ambiguità Inoltre, tutte le persone della carrozza potevano vedere tutte le altre G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 30 15 Definizione della responsabilità Quando la vittima aveva un bastone, il 95% delle volte ricevette un aiuto spontaneo velocemente (cinque secondi) Quando era ubriaco ricevette aiuto il 50% (entro due minuti) Il colore della pelle delle vittime con il bastone non produceva risultati diversi È non importava il numero delle persone presenti in carrozza G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 31 Gli altri come modelli Nell’esperimento della metropolitana, appena una persona si muoveva per aiutare, molte altre seguivano Questo potrebbe significare che utilizziamo le altre persone sia per definire una situazione come di “non-emergenza” ma anche per definirla come un’emergenza Questa seconda ipotesi è stata verificata con diversi esperimenti G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 32 16 Gli altri come modelli Ad un gruppo di bambini di sei anni viene fatto vedere un episodio del telefilm Lessi, nel quale un bambino soccorre dei cuccioli in difficoltà Ad un altro gruppo di bambini viene fatto vedere un altro tipo di telefilm Successivamente, mentre i bambini facevano una gara, videro dei cuccioli piangenti. Quelli del primo gruppo si fermarono a consolarli anche se, così facendo, perdevano la gara G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 33 Gli altri come modelli Gli stessi risultati sono stati ottenuti con altri esperimenti: Una persona si ferma ad aiutare una donna con una gomma a terra, se ha visto qualcuno in una situazione simile qualche chilometro prima Se vediamo qualcuno fare la carità, siamo più propensi a farlo anche noi. G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 34 17 Gli altri come modelli (TV) Diverse ricerche hanno preso in considerazione bambini che guardano la televisione Ad un gruppo di bambini vennero mostrati cartoni animati violenti per un certo periodo di tempo; ad un altro gruppo, cartoni animati non violenti per lo stesso periodo di tempo Durante questo periodo di tempo fu registrata la quantità di aggressività mostrata dai bambini nelle loro attività giornaliere I bambini del primo gruppo risultarono più aggressivi nei loro rapporti con i coetanei G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 35 Gli altri come modelli (TV) In un altro studio furono presi in considerazione 800 bambini fra gli 8 e i 10 anni. Vennero raccolte informazioni sulle preferenze televisive e sui loro comportamenti aggressivi I ragazzi (soprattutto i maschi) che preferivano programmi (o videogames) violenti mostravano comportamenti più aggressivi nei rapporti interpersonali 10 anni più tardi, gli stessi bambini (maschi) furono analizzati nuovamente; chi era stato esposto maggiormente alla violenza televisiva a 9 anni mostrava un’alta aggressività a 19 G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 36 18 Gli altri come modelli (TV) Nonostante queste ed altre ricerche dimostrino una forte relazione tra programmi televisivi violenti e comportamenti aggressivi nei ragazzi e negli adolescenti, molte persone pensano che la televisione non influenzi il comportamento Alcuni dei ragazzi americani protagonisti di stragi scolastiche erano abituati a giocare con videogames violenti e sanguinari G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 37 Ruolo dell’informazione Conoscere questi meccanismi sociali ci aiuta? In un esperimento, alcuni studenti seguirono una lezione o guardarono un video su questi processi sociali. La settimana successiva, uno sperimentatore li mise in una situazione in cui incontravano una “vittima” bisognosa di aiuto. Rispetto agli altri studenti, questi erano più propensi ad aiutare G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 38 19 Conformismo Il conformismo è quando ci adeguiamo alle decisioni della maggioranza anche se non siamo d’accordo in un gruppo di persone, se la stragrande maggioranza sono d’accordo fra loro (anche contro l’evidenza), le ultime persone si sentono costrette ad adeguarsi al gruppo È comunque sufficiente che anche una delle persone non sia d’accordo con la maggioranza perché subito scatti la dissidenza G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 39 Conformismo All’interno del conformismo possiamo distinguere l’accondiscendenza, l’influenza sociale informativa e l’influenza sociale normativa L’accondiscendenza è il conformismo puro quando cioè non c’è alcuna possibilità che la persona abbia effettivamente cambiato idea Nell’influenza sociale informativa le persone si conformano perché ritengono che le interpretazioni degli altri ad una situazione ambigua siano più corrette delle proprie L’influenza sociale normativa è quando ci conformiamo alle norme sociali o ai comportamenti tipici di un gruppo per poter essere accettati da loro G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 40 20 Accondiscendenza In un esperimento, venivano presentate tre linee di diversa lunghezza; quindi (su un altro foglio) una riga sola e i partecipanti dovevano dire a quale riga corrispondesse quest’ultima Tutti i partecipanti erano “complici” dell’esperimento tranne uno (l’ultimo a parlare) Quando i complici sbagliavano grossolanamente tutti, anche l’ultimo, si conformava, malgrado l’evidenza Alcuni manifestavano evidenti comportamenti di disagio, incredulità… Se anche uno solo dei complici dissentiva (magari comunque sbagliando), l’accondiscendenza non c’era G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 41 Influenza sociale informativa Siete a cena da ospiti illustri o in un ristorante di lusso e avete davanti una serie notevole di posate e bicchieri vari che non sapete come usare Cosa fate? Guardate come si comportano gli altri e prendete informazioni Vi conformate perché cercate di ottenere informazioni dagli altri G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 42 21 Influenza sociale normativa Quando siamo in un gruppo che non conosciamo e in cui vogliamo inserirci, ci adeguiamo al comportamento degli altri Oppure mettiamo in atto comportamenti che ci rendano “accettabili” per quel gruppo G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 43 L’influenza della minoranza Le minoranze possono portare le maggioranze dalla loro parte se presentano una posizione coerente, senza apparire rigide, dogmatiche o arroganti L’influenza non si manifesta in pubblico (come nel conformismo) ma nel privato, perché produce cambiamenti nel singolo L’influenza della minoranza è più efficace se difende una posizione coerente con gli sviluppi delle norme sociali G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 44 22 L’influenza della minoranza L’influenza della minoranza si basa sul contratto implicito di indulgenza Implica che i membri della maggioranza permettano a quelli della minoranza di esprimersi. Tuttavia in questo modo aprono la porta alla loro influenza, creando dubbi in alcuni individui L’influenza della minoranza non si applica all’intera maggioranza ma a una certa quantità di individui della maggioranza G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 45 Obbedienza all’autorità Se analizziamo le situazioni in cui le persone fanno cose terribili giustificandole in base agli ordini che hanno ricevuto (ad es. il Nazismo) siamo nella situazione definita di obbedienza all’autorità In un esperimento “famoso”, a una (diverse) persona qualunque fu affidato il compito di “insegnante” ed ad un’altra persona qualunque (un complice dell’esperimento) il ruolo di alunno G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 46 23 Obbedienza all’autorità Nell’esperimento, l’insegnante sottoponeva l’alunno a delle prove. Per ogni risposta sbagliata, l’alunno veniva punito con una scossa elettrica che aumentava in base al numero degli errori L’alunno reagiva con urla di dolore, picchiando il muro o il tavolo, chiedendo di smettere… in base al livello di scossa elettrica che avrebbe dovuto ricevere G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 47 Obbedienza all’autorità Fino a che punto si sono spinti gli insegnanti? La maggior parte dei soggetti ha raggiunto il massimo grado di scossa (da 15 a 450 volt), ma ci sono condizioni diverse Perché si attivi l’obbedienza sono necessarie 5 condizioni: 1) sorveglianza; 2) schermi; 3) presenza di modelli; 4) situazioni emergenti; 5) giustificazione ideologica G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 48 24 Obbedienza all’autorità Sorveglianza: se la persona sottoposta ad ordini è strettamente controllata oppure sorvegliata; quanto più vicina e stretta è la sorveglianza, tanto maggiore è l’obbedienza; se lo sperimentatore era visibile oppure “parlava” con l’insegnante al telefono Gli schermi sono qualunque tipo di impedimento che esiste tra la persona sottoposta all’obbedienza e il compito che deve svolgere; più distante è l’obiettivo dell’ordine e più diminuisce la sensazione di responsabilità; se l’alunno era visibile dall’insegnante, l’obbedienza calava massicciamente; se l’insegnante doveva controllare che l’alunno tenesse la mano sulla piastra della scossa, calava ancora di più. G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 49 Obbedienza all’autorità I modelli di ruolo sono delle persone esterne che ci possono servire da modello: se qualcuno disubbidisce o mette in discussione un ordine perché non lo ritiene moralmente accettabile anche noi possiamo metterlo in discussione; insegnanti multipli o 2 sperimentatori Tuttavia i modelli di ruolo permettono solo di obbedire o di conformarsi ai modelli G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 50 25 Obbedienza all’autorità Con il termine “situazioni emergenti” si intende il fatto che nessuna situazione inizia in modo predefinito, ma si sviluppa pian piano e solo alla fine si delinea per quello che è realmente Nella maggior parte dei casi in cui persone normali, obbedendo agli ordini hanno commesso atrocità, probabilmente non avevano realmente capito il compito finale Sono la persona che l’aveva ideata, sapeva quello che avrebbero fatto alla fine G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 51 Obbedienza all’autorità Le altre persone invece, iniziano con qualcosa che non sembra cattivo (identificare gli ebrei), proseguono con passaggi intermedi poco sfumati (stella gialla, licenziamento) e si ritrovano alla fine in una situazione pesante (campi di sterminio) che non riescono a risolvere In questo caso, la mancanza di informazioni sul disegno globale e il tempo necessario per pensare a quello che stanno facendo, influisce sulla situazione G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 52 26 Obbedienza all’autorità Noi tutti viviamo in un contesto sociale; genitori, sistemi scolastici e lavorativi ricordano all’individuo l’importanza di seguire le regole. Per comprendere l’obbedienza in una particolare situazione, quindi, dobbiamo capire l’accettazione da parte dell’individuo di un’ideologia (un insieme di convinzioni ed atteggiamenti) che legittima l’autorità della persona che comanda e giustifica il seguire le sue direttive: la giustificazione ideologica G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 53 Obbedienza nella vita quotidiana In molte situazioni della vita quotidiana noi ubbidiamo a degli ordini che ci vengono da persone che riteniamo superiori A volte questi ordini, violano delle regole ma noi ci fidiamo di chi da quell’ordine In molti casi questo dipende dalla situazione in cui ci troviamo; se avessimo la possibilità di pensare realmente a quello che stiamo facendo potremmo decidere di non farlo G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 54 27 Interiorizzazione La maggior parte degli studi sul conformismo e l’obbedienza si focalizza sul fatto che gli individui si facciano più o meno influenzare pubblicamente Nella vita di tutti giorni, però, molte persone cercano di modificare i nostri atteggiamenti privati per ottenere cambiamenti che persisteranno nel tempo (genitori, educatori, preti, politici, pubblicitari…) È l’interiorizzazione G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 55 Interiorizzazione Un esempio di interiorizzazione è l’auto- giustificazione che è il processo per cui le persone razionalizzano il proprio comportamento passato, costruendo o adattando convinzioni private per poterlo sostenere Se qualcuno vi chiedesse di mettere un piccolo cartello sulla finestra di casa per una buona causa, e voi decideste di accettare, poi vi troverete a convincervi di aver fatto la scelta giusta G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 56 28 Interiorizzazione Se successivamente qualcuno vi propone qualche cosa di più impegnativo ma sullo stesso tema, vi sentireste obbligati ad accettare, per coerenza La teoria della dissonanza cognitiva spiega questo comportamento presupponendo un impulso alla coerenza cognitiva, per cui, quando due pensieri sono fra loro incoerenti o contrastanti, la persona tende a rimuovere l’incoerenza e a riportare l’armonia G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 57 Interiorizzazione Quando dobbiamo prendere una decisione, se è facile, non saremmo molto contenti di quello che abbiamo scelto e potremo aver dubbi sulla validità della scelta; ma se è una decisione sofferta e meditata ci autoconvinceremo di aver fatto la scelta giusta, anzi l’unica scelta possibile Molte persone che si convertono (ad una religione o ideologia), tendono ad essere un po’ fanatiche perché devono auto-convincersi di aver fatto un passo importante e giusto G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 58 29 Influenza sociale Un concetto importante che abbiamo illustrato, è quello della potenza delle forze situazionali Bisogna ricordare però che queste forze situazionali sono spesso invisibili, agiscono senza che noi ce ne accorgiamo Cambiamo i nostri atteggiamenti interni per essere coerenti con il nostro comportamento esterno G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 59 Gruppi di riferimento Ogni individuo appartiene a qualche gruppo e ogni gruppo ha un insieme implicito o esplicito di credenze, atteggiamenti e comportamenti che considera corretti Attraverso la ricompensa o una punizione sociale, i gruppi ai quali apparteniamo ottengono la nostra accondiscendenza Se rispettiamo e ammiriamo altri individui o gruppi potremmo voler seguire le stesse credenze, atteggiamenti e comportamenti, quindi identificarci con loro G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 60 30 Gruppi di riferimento Un partito politico, ad esempio, può essere pensato come un gruppo di riferimento Non necessariamente dobbiamo accettarli integralmente; potremmo avvicinarci ad un partito perché siamo d’accordo su una loro idea specifica ma se non abbiamo un gruppo politico di riferimento potremmo anche finire per identificarci e accettare anche le altre idee Lo stesso meccanismo può funzionare con i gruppi e le associazioni religiose G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 61 Gruppi di riferimento Un gruppo di riferimento ci dà le regole di comportamento generali Ogni individuo generalmente ha più gruppi di riferimento, il più importante è sicuramente la famiglia seguito dagli amici G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 62 31 Interazioni di gruppo Un’altra parte della psicologia sociale, anziché occuparsi di come l’individuo reagisce in un ambito sociale, si occupa di come più individui reagiscono assieme Dobbiamo infatti considerare che la società è formata da istituzioni e organizzazioni al cui interno esistono delle regole di comportamento che spesso sono istituzionalizzate (scuola, fabbrica, chiesa…, ma anche supermercati, piscine, autobus…) G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 63 Interazioni di gruppo “Regole istituzionalizzate” significa che esistono aspettative di comportamenti per le persone che occupano determinati ruoli (ad esempio gli impiegati di una banca, i poliziotti, gli insegnanti o gli alunni) in determinati contesti In molti casi il comportamento assunto dall’individuo non è sempre legato al carattere individuale della persona, ma è più spesso legato al ruolo che sta svolgendo G. Rossi - Introduzione alla psicologia Influenza sociale 64 32