5 CINEMATICA DEL CORPO RIGIDO Premettiamo una Definizione: si chiama atto di moto di un sistema materiale in un dato istante t, l’insieme delle velocità di tutti i punti del sistema all’istante t. E’ errato parlare di “velocità” di un sistema, perchè in generale i punti non hanno la stessa velocità. Bisogna parlare di velocità. Il moto di un sistema di punti materiali si dice rigido se le distanze fra essi sono costanti nel tempo, ovvero |P1 − P2 | = cost ∀P1 , P2 ∈ S (1) Tutte le volte che le dimensioni del corpo sono trascurabili rispetto al campo in cui avviene il moto, si può parlare di punto materiale. Corpo Rigido: corpo soggetto solo a moti rigidi. Schematizza, entro certi limiti, il comportamento di molti solidi naturali. Punto Solidale: i punti fissati attorno al corpo seguono il corpo rigido nel suo movimento. Osservazione: anche un corpo deformabile può muoversi rigidamente. Problema: come individuare la posizione di un C.R. nello spazio? Studiamo prima il caso piano (2) ³ ´ I versori i, j sono solidali con il corpo rigido e sono definiti a piacere. Ruotando X di θ verso x, si ottiene la sovrapposizione degli ³ assi ´ che individua l’orientazione della terna solidale. La posizione della coppia i, j rispetto alla coppia di versori ³ ´ I, J si individua nel seguente modo: ½ i = α11 I + α12 J , j = α21 I + α22 J (3) con le condizioni di ortogonalità ½ i×i=j×j =1 i×j =0 =⇒ ⎧ ⎨ α211 + α212 = 1 α221 + α222 = 1 , ⎩ α11 α21 + α12 α22 = 0 (4) 6 dove i coefficienti αij (t) sono 4 funzioni del tempo legate dalle 3 condizioni precedenti. Esiste un parametro indipendente. Dal disegno possiamo ricavare che ⎧ ⎪ i = α11 I + α121 J = cos ⎪ |{z}θI + sin |{z}θJ ⎨ α11 α12 ⎪ j = α21 I + α22 J = − ⎪ |{z}θJ {z θ}I + cos | sin ⎩ α21 . (5) α22 Descriviamo ora le coordinate del punto P tramite la coppia (x, y) e la coppia (X, Y ). P (x, y) descrive la posizione del punto P in un sistema di coordinate solidale con il C.R., per cui P (x, y) è rappresentato da delle costanti. Scriviamo la posizione di P rispetto all’origine O P − O = (P − A) + (A − O) = xi + y j + XA I + YA J. (6) Introducendo la dipendenza dal tempo t, possiamo scrivere (P − O) (t) = xi (t) + y j (t) + XA (t) I + YA (t) J. (7) La coppia (x, y) è costante, mentre i (t) e j (t) sono noti se è noto θ (t). La posizione del C.R. nel piano è nota se sono noti (XA , YA , θ). Nello spazio esistono gli angoli di Eulero (θ, φ, ψ). Si ricavano con un procedimento analogo a quello del piano, ma con un grado di complessità superiore. Moti Rigidi Particolari Moto Traslatorio Def. Si dice che un C.R. si muove di moto traslatorio se ∀P1 , P2 ∈ C.R. =⇒ P2 −P1 è un vettore costante nel tempo in modulo, direzione e verso. 1. Il moto è traslatorio se i versori della terna sono costanti. Infatti P2 −P1 = [(P2 − A) + (A − O)]−[(P1 − A) + (A − O)] = (P2 − A)−(P1 − A) ³ ´ x2 i + y2 j + z2 k − x1 i + y1 j + z1 k = cost. (8) 2. Il moto è traslatorio se i punti del sistema hanno la stessa velocità (variabile istante per istante, in generale), denominata velocità del moto traslatorio v. Dim. Il moto è traslatorio =⇒ ∀P1 , P2 ∈ C.R P2 − P1 = cost. Ma anche (P2 − O) − (P1 − O) = cost. Derivando rispetto al tempo t si ottiene vP2 − vP1 = 0 =⇒ vP2 = vP1 . (9) Viceversa, se v è costante, allora tutti i punti si muovono di moto rettilineo uniforme. 7 Moto Rotatorio Def. Un moto rigido si dice rotatorio se rimangono fissi nel moto i punti di una retta (asse di rotazione) In realtà, basta che siano fissi due punti appartenenti alla retta. Detti P punto fuori dall’asse e Q piede della perpendicolare, tutti i punti descrivono in un intervallo ∆t archi di circonferenza con angoli al centro ∆θ. Si definisce la velocità angolare del moto rotatorio il vettore ω = θ̇k. La velocità di P si calcola con vP = ω ∧ (P − Q) = ω ∧ [(P − O) + (O − Q)] = ω ∧ (P − O) + ω ∧ (O − Q) (10) con O punto qualunque dell’asse z. Ma ω k (O − Q) =⇒ ω ∧ (P − Q) = ω ∧ (P − O). Vogliamo ora calcolare la velocità di un punto P solidale con il C.R. che si muove rispetto ad un sistema di riferimento con origine O. vP = d d d (P − O) = [(P − O) + (A − O)] = vA + (P − A) . dt dt dt (11) P − A =xi + y j + z k con (x, y, x) costanti. Quindi vP = vA + ´ d d d ³ d xi + y j + z k = vA + x i + y j + z k. dt dt dt dt (12) Ricordiamo che i = α11 (t) I+α12 (t) J+α13 (t) K, j = α21 (t) I+. . .. αij (t)sono funzioni degli angoli di Eulero. Vogliamo calcolare dtd i, dtd j, dtd k. Ricaviamo le seguenti identità dalle regole del prodotto scalare per i versori i, j e k ⎧ d =⇒ i×i=0 ⎨ i×i=1 dt d (13) j×j =0 j×j =1 =⇒ dt ⎩ d k×k =0 k×k =1 =⇒ dt e ⎧ ⎨ i×j =0 j×k =0 ⎩ k×i=0 =⇒ =⇒ =⇒ d i×j dt d j×k dt d k×i dt = −i × dtd j = −j × dtd k = −k × dtd i (14) 8 Teorema di Poisson Sia C un corpo rigido in moto, i, j e k siano i versori di una terna ortonormale destra solidale con il corpo. Esiste ed è unico un vettore ω, indipendente dalla terna scelta tale che le derivate dei versori i, j e k rispetto al tempo t siano espresse da: ⎧ d ⎨ dt i = ω ∧ i d (15) j =ω∧j , ⎩ dt d k =ω∧k dt tale vettore viene detto velocità angolare. Dim. La dimostrazione si basa su tre punti: 1) esistenza, 2) unicità e 3)indipendenza dalla terna prescelta. 1. Dimostriamo che esiste un vettore ω tale che µ ¶ µ ¶ µ ¶ d d d ω= j ×k i+ k×i j+ i × j k. dt dt dt (16) Verifichiamo tale formula calcolando ω ∧ i, ω ∧ j e ω ∧ k. ¶ µ ¶ µ ¶ ¸ ∙µ d d d k×i j+ j ×k i+ i×j k ∧i ω∧i= dt dt dt µ ¶h ¶h ¶h i µ ¶h i i µd i µd d d k×i j∧i + k × i −k + i×j k∧i = i×j j . dt dt dt dt (17) Utilizzando le tabelle 13 e 14, scambiamo i fattori tra loro, per cui ¶ µ ¶h i µ ¶ µ ¶ µ d d d d h i i×j j = i×k k+ i×j j −k × i −k + dt dt dt dt µ ¶ µ ¶ µ ¶ d d d d = i×i i+ i×j j+ i × k k = i. (18) dt dt dt dt Si noti che nell’ultimo passaggio abbiamo inserito un coefficiente nullo d i × i = 0. dt Questa aggiunta ci ha permesso di poter ricostruire il vettore mente l’esistenza si dimostra per gli altri due versori. (19) d i. dt Analoga- 2. ³ Unicità. Dimostrazione per assurdo. Supponiamo che per la terna assegnata ´ A; i, j, k esista un secondo vettore ω 0 6= ω tale che valgano le equazioni di Poisson. Questo vuol dire che ¡ 0 ¢ ¡ 0 ¢ ⎧ d 0 =⇒ ω − ω ∧ i = 0 =⇒ ω − ω ⎨ dt i = ω ∧ i = ω ∧ i ¡ 0 ¢ ¡ 0 ¢k i 0 d =⇒ ω −ω ∧j =0 =⇒ ω −ω kj . j =ω ∧j =ω∧j ¡ 0 ¢ ¡ 0 ¢ ⎩ ddt 0 ∧ k = ω ∧ k =⇒ ω − ω ∧ k = 0 =⇒ ω − ω kk k = ω dt (20) Poichè il vettore ω0 − ω risulta essere parallelo a tutti e tre i versori =⇒ ω 0 − ω = 0, infatti il vettore nullo è l’unico che può essere contemporaneamente parallelo a tutti e tre i versori. 9 3. Indipendenza dalla terna solidale prescelta. Premettiamo un Lemma Lemma Sia P un punto solidale al C.R., allora vP = vA + ω ∧ (P − A) . (21) Dim.del Lemma Consideriamo P − A =xi + y j + z k con (x, y, x) costanti P − A = (P − O) + (O − A) = xi + y j + z k (22) e derivo rispetto al tempo t ³ ´ ³ ´ ³ ´ d d d i+y j+z k =x ω∧i +y ω∧j +z ω∧k dt dt dt ³ ´ ³ ´ ³ ´ ³ ´ = ω ∧ xi + ω ∧ y j + ω ∧ z k = ω∧ xi + y j + z k = ω∧(P − A) . C.V.D. (23) L’equazione 21 può essere messa nella forma vP − vA = x d (P − A) = ω ∧ (P − A) . dt (24) Scegliamo una seconda terna con origine in A di versori i0 , j 0 e k 0 e chiamiamo ω 0 il vettore che verifica le formule di Poisson ⎧ d 0 0 ⎨ dt i = ω ∧ i0 d 0 (25) j = ω0 ∧ j 0 . ⎩ dt 0 d 0 0 k =ω ∧k dt Considero P solidale al C.R. tale che P − A =i0 ; grazie al Lemma ³ ´ d d ³ 0´ (P − A) = ω ∧ (P − A) =⇒ i = ω ∧ i0 , dt dt (26) ma poichè valgono le Eq.(25) d 0 i = ω 0 ∧ i0 . dt (27) ´ ¡ ³ ¢ 0 ω ∧ i − ω ∧ i = ω − ω0 ∧ i0 = 0. (28) d 0 j = ω0 ∧ j 0. dt (30) Quindi 0 0 ω ∧i =ω∧i 0 =⇒ 0 0 Adesso sia P il punto sull’asse y 0 che dista 1 da A tale che P − A =j 0 . Dal Lemma abbiamo che ³ ´ d ³ 0´ d (P − A) = ω ∧ (P − A) =⇒ j = ω ∧ j0 , (29) dt dt ma poichè valgono le Eq.(25) 10 Quindi 0 0 ω ∧j =ω∧j 0 ´ ¡ ³ ¢ 0 ω ∧ j − ω ∧ j = ω − ω0 ∧ j 0 = 0. (31) 0 =⇒ Ancora una volta possiamo dire ¢ 0 ½ ¡ 0 − ω ω ¢ ∧ i0 = 0 ¡ 0 ω −ω ∧j =0 =⇒ 0 ¡ 0 ¢ 0 ω − ω ¡ 0 ¢ k i0 ω −ω kj =⇒ =⇒ ω0 − ω = 0 e ω0 = ω. (32) Osservazione Cambiando punto da A a B, ω non cambia. Il vettore velocità angolare non dipende dall’origine della terna solidale ω0 = ω . ωA = ωB (33) Prendendo infatti in B assi paralleli ai corrispondenti assi in A, l’espressione di ω legata ai versori degli assi che sono gli stessi per le due terne è la stessa. Studiamo le conseguenze del teorema di Poisson nel caso piano. Riconsideriamo la fig.2. In questo esempio k = K (versori ⊥ al piano) Richiamiamo l’Eq.(5) ½ e d k = 0. dt i = cos θI + sin θJ . j = − sin θI + cos θJ Calcoliamo le derivate rispetto al tempo t ½ d i = − sin θθ̇I + cos θθ̇J dt d j = − cos θθ̇I − sin θθ̇J dt e (34) (35) (36) µ ¶ ³ ´ d ω= i × j k = sin2 θθ̇ + cos2 θθ̇ k = θ̇k. (37) dt Conseguenza (del Lemma) del Teorema di Poisson è che esiste uno e un solo vettore ω tale che vP = vA + ω ∧ (P − A) . (38) Se cambiamo punto solidale sostitutendo A con B, otteniamo vP = vB + ω ∧ (P − B) . (39) Questa legge lega la velocità di due punti qualsiasi solidali al C.R. Se consideriamo il caso particolare ω = 0 vP = vA ∀P, A ∈ C.R. (40) Si dice che l’atto di moto è traslatorio. Invece, se esiste un punto A solidale con il C.R. con velocità nulla vP = ω ∧ (P − A) , (41) si dice che l’atto di moto è rotatorio. 11 Invarianti Cinematici Se un corpo ha in ogni istante un atto di moto rototraslatorio, il suo moto è rigido. Dim. Siano P e Q ∈ C.R. qualsiasi. Calcoliamo ∙ ¸ d d d d |P − Q|2 = [(P − Q) × (P − Q)] = [(P − Q)]×(P − Q)+(P − Q)× (P − Q) dt dt dt dt d [(P − Q)] × (P − Q) . (42) dt Ma P − Q = (P − O) − (Q − O) con O punto fisso e la precedente formula diventa =2 = 2 (vP − vQ ) × (P − Q) = 2 [ω ∧ (P − Q)] × (P − Q) = 0 (43) e quindi |P − Q| = costante. 1. Sia ω 6= 0 e consideriamo vP = vQ + ω ∧ (P − Q) , (44) moltiplichiamo scalarmente per ω vP × ω = [vQ + ω ∧ (P − Q)] × ω = vQ × ω + [ω ∧ (P − Q)] × ω | {z } =0 =⇒ La quantità vP × ω = vQ × ω ∀P, Q ∈ C.R. I = vP × ω (45) (46) si chiama invariante scalare cinematico secondo il vettore ω hanno uguale componente 2. Punti che stanno su una stessa retta parallela ad ω hanno uguale velocità. Infatti sia r k ω e sia u il versore di ω, allora vP = vQ + ω ∧ (P − Q) = αu α∈R 12 =⇒ ω ∧ (αu) = 0 perchè paralleli =⇒ vP = vQ . (47) 3. Sono uguali le componenti delle velocità di due punti qualsiasi del C.R. secondo la retta che li congiunge. Se la velocità fosse diversa i 2 punti varierebbero la loro distanza. Quindi il moto non sarebbe più rigido. Infatti da vP = vQ + ω ∧ (P − Q) , moltiplichiamo scalarmente per u vP × u = vQ × u + [ω ∧ (P − Q)] × u = vQ × u, (48) dove abbiamo usato il parallelismo tra (P − Q) e u. Se in un certo istante esiste un punto Q solidale al C.R. con velocità nulla, allora si può ridurre l’atto di moto rototraslatorio a atto di moto rotatorio attorno a Q. ∀P ∈ C.R. vP = v/Q + ω ∧ (P − Q) . (49) Se esiste Q tale che vQ = 0 allora esiste una retta di punti solidali al C.R. con velocità nulla. Problema Come facciamo a riconoscere l’atto di moto rotatorio? Cerchiamo Q tale che vQ = 0. Preso A solidale prefissato, 0 = vQ = vA + ω ∧ (Q − A) =⇒ −ω ∧ (Q − A) = vA . (50) L’equazione vettoriale è stata già studiata e le sue soluzioni sono: a) Se vA = 0 =⇒ Q = A. b) Se vA 6= 0, C.N.S. per l’esistenza è che ω × vA = 0. Questo vuol dire che l’invariante cinematico deve annullarsi. La soluzione generale dell’equazione vettoriale è: ω ∧ vA + λω. (51) Q−A= ω2 13 La soluzione è formata da tutti i punti che stanno su una retta parallela ad ω Se l’invariante cinematico I 6= 0, non esiste alcun punto solidale al C.R. con velocità nulla. Tuttavia esiste la retta Q − A definita nella precedente equazione, la quale ha la particolarità di avere i punti che hanno velocità parallela ad ω. Dim. Dall’equazione vQ = vA + ω ∧ (Q − A); vQ k ω ⇐⇒ vQ ∧ ω = 0 vQ ∧ ω = vA ∧ ω + [ω ∧ (Q − A)] ∧ ω = vA ∧ ω + ω 2 (Q − A) − [(Q − A) × ω] ω µ ¶ ∙µ ¶ ¸ ω ∧ vA ω ∧ vA 2 + λω − + λω × ω ω = vA ∧ ω + ω ω2 ω2 £ ¤ (52) = vA ∧ ω + ω ∧ vA + λω 2 ω − λω 2 ω = vA ∧ ω + ω ∧ vA = 0. I punti Q ∈ r hanno velocità parallela a ω. Sono i punti del C.R. che hanno la minore velocità. I 6= 0 vP × ω = vQ vQ 6= 0 vP = vQ + ω ∧ (P − Q) ω ∧ (P − Q) ⊥ vQ |vP |2 = |vQ |2 + |ω ∧ (P − Q)|2 (53) Osservazione Se ω 6= 0 e I = 0, tutti i punti hanno velocità perpendicolare a ω. In questo caso, l’asse del Mozzi, che in generale è costituito da punti con velocità parallela ad ω, sarà costituito da punti a velocità nulla, ovvero: se I = 0 e ω 6= 0 =⇒ l’atto di moto è rotatorio (Asse del Mozzi ≡ Asse di Istantanea Rotazione). 14 Viceversa, se l’atto di moto è rotatorio =⇒ I = 0. Infatti, esisterà un punto C tale che vC = 0 =⇒ I = vP × ω = vC × ω = 0. (54) Inoltre, l’asse d’istantanea rotazione (passante per C e parallelo a ω) coincide con l’asse del Mozzi. Quindi per vedere se l’atto di moto con ω 6= 0 è riducibile ad un atto di moto rotatorio, basta vedere se I = 0. Cosa succede nel piano. Sia ω 6= 0, ω nel caso piano è normale al piano del moto (ω ⊥ π) . Consideriamo l’invariante cinematico I = vP × ω . Poichè il moto è piano, vP è un vettore parallelo al piano (piano direttore) =⇒ I = vP × ω = 0 (vP ⊥ ω). Dalla precedente dimostrazione, possiamo dire che esiste un punto C ∈ π con vC = 0. C è detto centro d’istantanea rotazione. Se ω 6= 0 un moto rigido piano è in ogni istante rotatorio ½ vP = ω ∧ (P − C) e vP ⊥ P − C (55) |vP | = |ω| |P − C| Teorema di Chasles Dato un moto rigido piano, sia ω 6= 0. Note le direzioni della velocità di due punti solidali al C.R., P e Q, in un istante il centro d’istantanea rotazione si trova sulle rette perpendicolari a tali direzioni nei punti O è il centro d’istantanea rotazione Esempio: Asta rigida Consideriamo l’asta di lunghezza l nel piano (x, y). Calcoliamo la velocità vA e prendiamo k come versore uscente. Allora ω = −θ̇k (il vettore ω è entrante nel piano) e vA = ω ∧ (A − C) = −θ̇k ∧ (−l sin θ) J = −θ̇l sin θI (56) 15 oppure xA = l cos θ A − O =l cos θI ¾ =⇒ vA = −lθ̇ sin θI. (57) Accelerazioni dei punti di un C.R. Siano P ed A due punti solidali con il C.R. Scriviamo la formula della velocità per i due punti (58) vP = vA + ω ∧ (P − A) e deriviamo rispetto al tempo t → − aP = aA + ω̇ ∧ (P − A) + ω ∧ (vP − vA ) → − = aA + ω̇ ∧ (P − A) + ω ∧ [ω ∧ (P − A)] . (59) Cinematica Relativa (Teorema di Galilei o legge di composizione delle velocità) Velocità Sia O un osservatore fisso, O0 un osservatore mobile e P in moto relativo rispetto ad entrambi gli osservatori. Costruiamo il vettore posizione P − O = (P − O0 ) + (O0 − O) = x (t) i + y (t) j + z (t) k + (O0 − O) . (60) Derivo rispetto al tempo t ambo i membri d d d vP = ẋi + ẏ j + ż k + x i + y j + z k + vO0 . |{z} dt dt dt assoluta La quantità vP,rel = ẋi + ẏ j + ż k (61) rappresenta la velocità relativa del punto rispetto all’osservatore mobile. Segue che ³ ´ ³ ´ ³ ´ vP = vP,rel + x ω ∧ i + y ω ∧ j + z ω ∧ k + vO0 |{z} assoluta ³ ´ ³ ´ ³ ´ ³ ´ = vP,rel + ω ∧ xi + ω ∧ y j + ω ∧ z k + vO0 = vP,rel + ω ∧ xi + y j + z k + vO0 = vP,rel + [ω ∧ (P − O0 ) + vO0 ] . (62) ω rappresenta la velocità angolare della terna mobile rispetto a quella fissa. Il termine tra parentesi quadre rappresenta la velocità di trascinamento di P , cioè la velocità di P come se fosse solidale con la terna mobile. In sisntesi scriviamo vP = vP,rel + vP,trasc = vP,rel + vS . |{z} assoluta (63) 16 Accelerazione di Coriolis Dall’Eq.(63), deriviamo rispetto al tempo t per ricavare le accelerazioni d d aP = vP,rel + vS , |{z} dt dt (64) assoluta ma vP,rel = ẋi + ẏ j + ż k, quindi d d d d vP,rel = ẍi + ÿ j + z̈ k + ẋ i + ẏ j + ż k. dt dt dt dt (65) Il termine aP,rel = ẍi + ÿ j + z̈ k rappresenta l’accelerazione relativa e l’Eq.(65) si può scrivere d d d d vP,rel = aP,rel + ẋ i + ẏ j + ż k dt ³ dt ´ ³ ³ ´ ³dt ´ ³ ´ dt ´ ³ ´ = aP,rel +ẋ ω ∧ i +ẏ ω ∧ j +ż ω ∧ k = aP,rel + ω ∧ ẋi + ω ∧ ẏ j + ω ∧ ż k ³ ´ = aP,rel + ω ∧ ẋi + ẏ j + ż k = aP,rel + ω ∧ vP,rel . (66) Calcoliamo la derivata rispetto al tempo t della velocità di trascinamento d d vS = [ω ∧ (P − O0 ) + vO0 ] dt dt d → − aO0 + ω̇ ∧ (P − O0 ) + ω ∧ [P − O0 ] dt h i d → − 0 = aO0 + ω̇ ∧ (P − O ) + ω ∧ x (t) i + y (t) j + z (t) k dt h ³ ´ ³ ´ ³ ´i → − = aO0 + ω̇ ∧ (P − O0 ) + ω ∧ ẋi + ẏ j + ż k + x ω ∧ i + y ω ∧ j + z ω ∧ k h³ ´ ³ ´ ³ ´i → − = aO0 + ω̇ ∧ (P − O0 ) + ω ∧ vP,rel + ω ∧ ω ∧ xi + ω ∧ y j + ω ∧ z k h³ ´ ³ ´ ³ ´i → − 0 = aO0 + ω̇ ∧ (P − O ) + ω ∧ vP,rel + ω ∧ ω ∧ xi + ω ∧ y j + ω ∧ z k h ³ ´i → − 0 0 = aO + ω̇ ∧ (P − O ) + ω ∧ vP,rel + ω ∧ ω ∧ xi + y j + z k → − = aO0 + ω̇ ∧ (P − O0 ) + ω ∧ vP,rel + ω ∧ [ω ∧ (P − O0 )] . (67) Il termine → − aS = aO0 + ω̇ ∧ (P − O0 ) + ω ∧ [ω ∧ (P − O0 )] , (68) d vS = aS + ω ∧ vP,rel dt (69) viene chiamato accelerazione di trascinamento e corrisponde all’acelerazione del punto P come se questo fosse rigidamente collegato alla terna mobile. Quindi e, in totale aP = aP,rel + ω ∧ vP,rel + aS + ω ∧ vP,rel = aP,rel + aS + 2ω ∧ vP,rel . |{z} (70) assoluta Il termine aC = 2ω ∧ vP,rel si chiama accelerazione di Coriolis (71) 17 Legge di composizione delle velocità angolari Denotiamo con ω ass , la velocità angolare vista dall’osservatore fisso ω rel , la velocità angolare vista dall’osservatore mobile . Ω , la velocità angolare della terna mobile rispetto a quella fissa (72) Segue che presi due punti P e Q ∈ C.R., l’osservatore fisso vede vP,ass. = vQ,ass. + ωass ∧ (P − Q) , (73) l’osservatore mobile vede vP,rel. = vQ,rel. + ω rel ∧ (P − Q) . (74) Sottraendo membro a membro le due uguaglianze si ottiene: vP,ass. − vP,rel. = vQ,ass. − vQ,rel. + ωass ∧ (P − Q) + ωrel ∧ (P − Q) vP,ass. − vP,rel. = vQ,ass. − vQ,rel. + ωass ∧ (P − Q) + ωrel ∧ (P − Q) . (75) Dall’Eq.(63) si ricava vP,rel. + vP,S − vP,rel. = vQ,rel. + vQ,S − vQ,rel. + (ω ass − ω rel ) ∧ (P − Q) =⇒ vP,S = vQ,S + (ω ass − ω rel ) ∧ (P − Q) . (76) La velocità di trascinamento può essere trasformata tenendo conto del vettore Ω. Questo ci conduce a ½ vP,S = vA,ass. + Ω ∧ (P − A) , (77) vQ,S = vA,ass. + Ω ∧ (Q − A) dove A è l’origine della terna mobile. Sostituendo nell’Eq.(76), si ottiene vA,ass. + Ω ∧ (P − A) = vA,ass. + Ω ∧ (Q − A) + (ω ass − ω rel ) ∧ (P − Q) . (78) Raccogliendo Ω a primo membro, possiamo scrivere Ω ∧ (P − Q) = (ω ass − ω rel ) ∧ (P − Q) . Portando tutto a primo membro si ottiene ´ ³ =⇒ Ω − ω ass + ωrel ∧ (P − Q) = 0 =⇒ Ω − ωass + ω rel = 0 ∀P, Q solidali col C.R. Ω − ω ass + ωrel k P − Q =⇒ ω ass = Ω + ω rel . (79) ∀P, Q (80) ωass è la somma della velocità angolare vista dall’osservatore mobile e dalla velocità angolare di trascinamento della terna mobile. La relazione nell’Eq.(80) traduce la legge di composizione delle velocità angolari.