BIC Equilibrio di ossido-riduzione AS 2005/2006 Equilibrio di ossido-riduzione 1. Unità elettriche La quantità di elettricità (Q) viene misurata in coulomb, che è l'unità pratica di carica elettrica. Un elettrone ha carica – 1,6.10-19 C . L’ intensità della corrente elettrica (I) rappresenta la velocità di trasferimento della carica: la sua unità pratica è l'ampère (A), pari ad un coulomb di elettricità trasferita in un secondo. A = C/s La differenza di potenziale (V) tra due punti di un conduttore causa il trasferimento di una carica da un punto all'altro del conduttore. Il volt è l'unità pratica di differenza potenziale ed è pari al rapporto tra il lavoro (in Joule) necessario per trasferire la carica elettrica, e la carica elettrica stessa (in Coulomb). V = J/C La resistenza (R) che un conduttore offre al passaggio della carica dipende dal tipo di sostanza, dalle sue dimensioni e dalla temperatura. L'unità pratica di resistenza è l'ohm. La relazione tra potenziale, intensità di corrente e resistenza è data dalla legge di Ohm, V = I R. La velocità alla quale si effettua il lavoro elettrico è la potenza elettrica (W): la sua unità pratica è il watt, che rappresenta la potenza in gioco quando un ampère circola fra la differenza di potenziale di un volt (W = I V). W = J/s = V C/s = V A Il lavoro elettrico è il prodotto della potenza elettrica per il tempo (t) in cui viene impiegata: la sua unità pratica è il watt secondo, o joule, e rappresenta l'energia fornita in un secondo da una corrente che impiega la potenza di un watt (E = I V t = Q V). Esercizio 1 L'intensità della corrente che passa in un conduttore è di 2,5 A. Calcolare quanti coulomb passano nel conduttore in 1,4 minuti. Esercizio 2 Se l’intensità della corrente che passa è 4,70 mA, quanto tempo viene richiesto per ottenere 96500 C? Pagina 1 BIC Equilibrio di ossido-riduzione 2. Reazioni di ossido riduzione 2.1 Dal concetto di Lavoisier a quello moderno AS 2005/2006 Lavoisier introdusse il concetto di ossidazione per descrivere quei processi nei quali una sostanza si combina con l'ossigeno. L'espressione riduzione venne impiegata per ogni reazione nella quale a un composto si toglieva ossigeno. Spesso il concetto di ossidazione e di riduzione venne associato a processi di combustione. Esistono tuttavia molte reazioni che esteriormente non differiscono in nulla dai tipici processi di combustione, ma alle quali l'ossigeno non partecipa. Così, per esempio, il sodio e l'alluminio riscaldati "bruciano" in presenza di cloro. Si è quindi dimostrato conveniente estendere il concetto di ossidazione e riduzione, in modo che esso possa essere usato anche per questi processi del tutto simili alle combustioni tradizionali. Secondo la teoria moderna, l'ossidazione è un processo nel quale una particella (atomo, ione, molecola) cede degli elettroni mentre la riduzione è un processo nel quale una particella acquista degli elettroni. Processi di ossidazione e di riduzione avvengono sempre contemporaneamente. Il processo globale è un processo reversibile ed è detto ossido-riduzione (o elettronolisi) e corrisponde a un trasferimento di elettroni. Le particelle in grado di ossidare altre particelle sono dette ossidanti mentre quelle in grado di ridurne altre sono dette riducenti. Per riconoscere un processo di ossidoriduzione si fa ricorso ad un artificio: il numero d’ossidazione (N.O.). Il N.O. è il numero di elettroni scambiati durante la formazione di un legame. Porta sempre un segno: positivo per gli elettroni ceduti e negativo per gli elettroni acquistati. Poiché in una ossidazione una particella cede degli elettroni, il suo numero di ossidazione (N.O.) aumenta mentre nel caso di una riduzione l'N.O. diminuisce. Nelle reazioni di ossido-riduzione la variazione degli N.O. è nulla: ad ogni aumento corrisponde sempre una diminuzione avente lo stesso valore assoluto. Per assegnare il N.O. si fa riferimento alle seguenti regole: Il N.O. degli atomi allo stato libero è sempre zero. Anche il N.O. degli elementi allo stato molecolare (es. H2, O2, N2, Cl2,…) è zero. Il N.O. dell’idrogeno è sempre +I (eccezione: idruri metallici del I e del II gruppo come NaH e CaH2 dove è –I) Il N.O. dell’ossigeno è sempre –II (eccezione: i perossidi come l’acqua ossigenata, dove è –I) Pagina 2 BIC Equilibrio di ossido-riduzione AS 2005/2006 Il N.O. dei metalli alcalini (I gruppo) è sempre +I; il N.O. dei metalli alcalino terrosi (II gruppo) è sempre +II In uno ione semplice il N.O. è uguale alla carica Nei composti neutri la somma algebrica dei N.O. dei vari atomi è uguale a zero! Negli ioni poliatomici come SO42- la somma algebrica dei N.O. dei vari atomi è uguale alla carica dello ione. Regola principale per assegnare il N.O.: controllare prima idrogeno e ossigeno Per individuare un processo di ossidoriduzione basta verificare se durante una reazione vi sono cambiamenti nel numero di ossidazione. Se un elemento viene ossidato, il suo N.O. aumenta Se un elemento viene ridotto, il suo N.O. diminuisce Se in una reazione i N.O. non variano, la reazione non è una redox! Esempi 2 H20 + O20 2 Na0 + Cl20 2 H2+IO-II 2 Na+ICl-I Fe+IICl2-I + Ce+IVCl4-I (H0 viene ossidato a H+I ; O0 viene ridotto a O-II) (Na0 viene ossidato a Na+I ; Cl0 viene ridotto a Cl-I) (Fe+II viene ossidato a Fe+III ; Fe+IIICl3-I + Ce+IIICl3-I Ce+IV viene ridotto a Ce+III) Nota: siccome nella reazione tra FeCl2 e CeCl4 , gli ioni Cl- non partecipano al processo di ossidoriduzione, questo può essere espresso nella forma semplificata seguente: Fe+II + Ce+IV Fe+III + Ce+III Gli stati ridotto e ossidato di una particella (H+I/H0, Na+I/Na0) costituiscono una coppia di ossido riduzione. Nel processo di ossidoriduzione partecipano sempre (almeno) due coppie. Esercizio 3 Per le seguenti reazioni, assegnare i numeri di ossidazione e, nel caso si tratti di una reazione redox, indicare l’elemento che si riduce e quello che si ossida. Sintesi dell’ammoniaca: N2 + 3 H2 2 NH3 Pagina 3 BIC 2.2 Equilibrio di ossido-riduzione Produzione di alcol metilico: Fotosintesi: SO3 + H2O CO + 2 H2 6 CO2 + 6 H2O AS 2005/2006 CH3OH C6H12O6 + 6 O2 H2SO4 Ossido - Riduzione Processi chimici che avvengono con trasferimento di elettroni "Elettronolisi" perdita di elettroni (e-) una particella, atomo neutro se cede e- diventa uno ione positivo →si ossida Ossidazione → semireazione di ossidazione 2 Mg0 2 Mg+II + 4 eRiduzione acquisto di elettroni (e-) → semireazione di riduzione O20 + 4 e- 2 O2-II Le 2 semireazioni sono contemporanee e questo processo si chiama Redox 2 Mg + O2 2 MgO Schema I. coppia Red Ox1 + e- II. coppia Ox Red2 Redox Ox1 + Red2 Red1 Ox2 + e- Riduzione Ossidazione Red1 + Ox2 Pagina 4 BIC Equilibrio di ossido-riduzione AS 2005/2006 Ossidante = particella che prende e- (accettore di elettroni), ovvero si riduce Riducente = particella che cede e-(donatore di elettroni), ovvero si ossida Regola: 2.3 aumento di N.O. diminuzione di N.O. → → Ossidazione Riduzione Bilanciamento delle equazioni redox (di P. Lubini) Il Bilanciamento delle equazioni di ossidoriduzione è assai complesso e generalmente viene svolto in più passaggi. Il punto chiave comunque consiste nell’individuare le semireazioni di ossidazione e di riduzione. Bilanciare una redox: Conservazione degli atomi (equivale alla conservazione della massa. Durante una reazione chimica la massa si conserva e le sostanze si trasformano). Gli atomi si conservano e si legano tra di loro in modo diverso (rottura e formazione di legami). Conservazione della carica elettrica! La somma dei numeri di ossidazione di reagenti e prodotti deve essere uguale. Metodo: Identificare le specie che sono ossidate o ridotte (Numero di Ossidazione) Scrivere separatamente le semireazioni dei processi d’ossidazione e di riduzione. Equilibrare ogni semireazione per rapporto agli atomi (eccetto ossigeno ed idrogeno) Equilibrare ogni semireazione per rapporto all’ossigeno, aggiungendo un numero appropriato di molecole d’acqua alla parte carente di ossigeno Equilibrare ogni semireazione per rapporto all’idrogeno aggiungendo un numero appropriato di ioni H+ alla parte carente di idrogeno Combina le reazioni di ossidazione e di riduzione in modo che gli elettroni coinvolti si annullino Nel caso in cui la reazione si svolga in ambiente basico, elimina ogni H +(aq) che compare nell’equazione bilanciata combinandolo con OH-(aq) per dare H2O(l) (per ogni H+(aq) aggiungi un OH-(aq) a destra e a sinistra dell’equazione bilanciata). Pagina 5 BIC Equilibrio di ossido-riduzione AS 2005/2006 Esempio Equilibra la seguente reazione chimica in ambiente acido: NO3- + S SO2 + NO Specie ossidata: S Specie ridotta: NO3- perde 4 elettroni ( N.O. da 0 a + IV) acquista 3 elettroni (N.O. da +V a +II) Semireazione di ossidazione: S SO2 + 4 e- Semireazione di riduzione: NO3- + 3 e- NO Equazioni già equilibrate per rapporto agli atomi (eccetto H e O) Equilibrio per rapporto all’ossigeno: Equilibrio per rapporto all’idrogeno: S + 2 H2O SO2 + 4 eNO3- + 3 e- NO + 2 H2O S + 2 H2O SO2 + 4 e- + 4 H+ NO3- + 3 e- + 4 H+ NO + 2 H2O Moltiplicare le semireazioni in modo che gli elettroni si annullino: 3x S + 2 H2O SO2 + 4 e- + 4 H+ 4x NO3- + 3 e- + 4 H+ NO + 2 H2O 4NO3- + 3S + 4 H+ 3 SO2 + 4 NO + 2 H2O Esercizio 4 Equilibria la seguente reazione chimica che avviene in ambiente basico: OH- (aq) Fe OH2 + CrO42- Fe OH3 + Cr OH4 Equilibria le seguenti reazioni chimiche che avvengono in ambiente acido: FeSO4 + MnO4- + SO42MnSO4 + Fe2 SO4 3 Cu + NO3- NO + Cu NO3 2 Pagina 6 BIC 2.4 Equilibrio di ossido-riduzione AS 2005/2006 Criteri di spontaneità per una reazione redox (di P. Lubini) I criteri qui di seguito elencati sono di carattere qualitativo: Numero di ossidazione (N.O.) Un ossidante (composto/elemento che ossida – che ha quindi fame di elettroni – e che si riduce) ha un numero di ossidazione elevato per rapporto al suo N.O. preferito (che dipende dal posto occupato nella tavola periodica). Un riducente (composto/elemento che riduce – ha cioè troppi elettroni e vuole liberarsene – e che quindi si ossida) ha un numero di ossidazione basso per rapporto al suo N.O. preferito (che dipende dal posto occupato nella tavola periodica). Tavola periodica Dall’analisi dell’energia di ionizzazione ad affinità elettronica abbiamo ottenuto una preziosa guida per capire il legame chimico: gli atomi tendono a raggiungere una configurazione elettronica possibilmente uguale a quella del gas nobile più prossimo sulla tavola periodica. Per raggiungere questo obbiettivo, alcuni atomi tenderanno a perdere elettroni (metalli) ed altri ad acquistarli (non-metalli). La classificazione del legame chimico INTRAMOLECOLARE (tra atomi appartenenti alla stessa molecola) avviene sulla base delle modalità secondo la quale gli atomi condividono gli elettroni che formano il legame chimico. In tale contesto uno strumento estremamente utile per la classificazione dei legami si è rivelato essere l’elettronegatività (tendenza relativa di un atomo ad attrarre gli elettroni). Maggiore elettronegatività e maggiore è il potere ossidante. Pagina 7 BIC Equilibrio di ossido-riduzione AS 2005/2006 Serie di reattività dei metalli Come visto i metalli hanno tendenza ad ossidarsi (cedere elettroni ai non-metalli). Non tutti i metalli mostrano però la medesima tendenza: ve ne sono di più o meno reattivi (sempre a seconda della posizione nella tavola periodica). Una classifica viene stilata in base alla reattività per rapporto ad aria (ossigeno) ed acqua secondo le seguenti reazioni generali: Metallo + ossigeno Ossido di metallo (basico) Metallo + acqua Idrossido + Idrogeno gassoso Esercizio 5 Classifica i seguenti composti come possibili ossidanti o riducenti: Ammoniaca, metano, ossigeno, acqua ossigenata, sodio, ferro, fluoro, cloro neon, permanganato di potassio (KMnO4), dicromato di potassio (K2Cr2O7). Esercizio 6 Come ti spieghi il fatto che pochi metalli (quali?) in natura sono presenti allo stato elementare? Esercizio 7 Prova a prevedere quale delle seguenti reazioni probabilmente avverrà e quale no. Argomenta la tua risposta! Mg + CuO Cu + MgO Fe + Na2O Na + FeO Esercizio 8 Formula l’equazione del calcio con l’acqua e del potassio con l’ossigeno Esercizio 9 In base alla tua conoscenza della tavola periodica qual è l’elemento più ossidante e quale quello più riducente? Pagina 8 BIC Equilibrio di ossido-riduzione AS 2005/2006 Esercizio 10 Secondo te quale tra gli ioni Cu2+ e Zn2+ sarà il miglior ossidante (avrà cioè la maggior tendenza a ridursi – acquistare elettroni)? Perché? Esercizio 11 L’acqua ossigenata può essere usata come antisettico. Un campione di soluzione di questa sostanza di massa 1,0 g viene titolato con una soluzione di KMnO 4 0,2 M. L’equazione (da bilanciare) è la seguente: H2O2 + MnO4- O2 + Mn2+ (ambiente acido) La titolazione ha richiesto 16,6 mL di permanganato di potassio. a) Quanti grammi di acqua ossigenata hanno reagito? b) Qual è la % m/m di H2O2 nella soluzione? 3. Elettrochimica I L'elettrochimica studia le relazioni che esistono tra i processi chimici e l'energia elettrica. Essa può essere divisa in due aree generali sostanzialmente l'una l'inverso dell'altra, ma governate da principi comuni: processi chimici ossido-riduttivi che avvengono spontaneamente possono, in opportune condizioni, essere sfruttati come fonti d'energia elettrica, processi chimici che non potrebbero avvenire spontaneamente possono essere realizzati fornendo, in particolari condizioni, energia elettrica. I dispositivi elettrochimici sedi di processi chimici spontanei (∆G < 0) sono chiamati celle galvaniche o pile, quelli sedi di processi chimici non spontanei (∆G > 0) sono chiamati celle elettrolitiche. Nell'ambito comune di queste due aree vi sono aspetti teorici e pratici che vanno sottolineati. Dal punto di vista strettamente chimico o teorico, mediante le celle galvaniche è possibile condurre i processi ossido-riduttivi in condizioni di reversibilità termodinamica: ciò consente di calcolare il lavoro massimo possibile (di tipo elettrico) e, quindi, di misurare quantitativamente la spontaneità (∆Greaz) di una reazione nonché il rapporto prodotti/reagenti nelle condizioni proprie dell'equilibrio (Keq). Mediante le celle elettrolitiche è invece possibile studiare il trasporto della carica elettrica nei sistemi chimici. Dal punto di vista pratico, mediante le conoscenze dell'elettrochimica è possibile ideare e costruire celle galvaniche e batterie che danno corrente elettrica in piccole quantità nei luoghi più convenienti, oppure costruire celle elettrolitiche che Pagina 9 BIC Equilibrio di ossido-riduzione AS 2005/2006 consentono l'elettrodeposizione, la raffinazione e la produzione di importanti metalli, oppure utilizzare sistemi elettrochimici per bloccare la corrosione dei metalli. 3.1 Principi della pila chimica Se una barretta di Zn metallico viene immersa in una soluzione contente ioni Ag+, dopo un certo tempo, si può notare che la superficie della barretta a contatto con la soluzione si è ricoperta di un sottile strato di Ag metallico e che nella soluzione sono presenti, oltre a una parte di ioni Ag+ iniziali, anche ioni Zn2+ Questo fenomeno è rappresentato dalla reazione redox: Zn + 2 Ag+(aq) Zn2+(aq) + 2 Ag somma delle due semireazioni d'ossidazione (Zn Zn2+(aq) + 2 e-) e di riduzione (2 Ag+(aq) + 2 e- 2 Ag) in cui gli elettroni vengono trasferiti in modo diretto e disordinato dallo Zn metallico agli ioni Ag+ . La reazione avviene spontaneamente (Greaz < 0) ed è esoterminca (Hreaz < 0): quando una mole di Zn metallico ha reagito completamente con 2 moli di ioni Ag+, alla temperatura di 25°C e pressione 1 atm, la quantità d'energia che viene liberata dalla reazione come calore può essere facilmente misurata, per esempio, mediante un calorimetro (∆Hreaz = -87000 cal). Se la stessa reazione, anziché farla avvenire in un calorimetro, viene condotta in un dispositivo elettrochimico, chiamato cella galvanica o pila, è possibile sfruttare gran parte dell'energia libera (∆Greaz) e trasformarla in lavoro elettrico (Wel), cioè in energia elettrica. La cella galvanica o pila è un dispositivo che permette alle due semireazioni di ossidazione (Zn Zn2+(aq) + 2 e-) e di riduzione (2 Ag+(aq) + 2 e- 2 Ag) d'avvenire contemporaneamente ma separatamente, e agli elettroni di essere trasferiti in modo ordinato ma indiretto dal riducente (Zn metallico) all'ossidante (ioni Ag +) attraverso un circuito esterno dal quale è possibile prelevare energia elettrica. È possibile realizzare una pila facendo avvenire le due semireazioni di cui si compone la reazione redox in due distinti scomparti, chiamati semielementi. In questo caso ciascun semielemento deve contenere una barretta del metallo immersa in una soluzione dei suoi ioni: l'uno Zn metallico e ioni Zn2+, l'altro Ag metallico e ioni Ag+. Tra metallo e soluzione si crea una differenza di potenziale (V), chiamata potenziale di semielemento, il cui valore assoluto non può essere misurato sperimentalmente. Naturalmente non ci sarà reazione fino a quando gli elettroni non potranno essere trasferiti da un semielemento all'altro. Se le due barrette di Zn e Ag vengono Pagina 10 BIC Equilibrio di ossido-riduzione AS 2005/2006 collegate con un conduttore metallico (p.e. del filo di rame) è possibile, per un istante, il passaggio degli elettroni dal semielemento i cui avviene la semireazione d'ossidazione (Zn Zn2+(aq) + 2 e-) a quello in cui avviene la semireazione di riduzione (2 Ag+(aq) + 2 e- 2 Ag). A parità di condizioni, il semielemento di Zn assume polarità negativa rispetto al semielemento di Ag che assume, quindi, polarità positiva. Per rendere continuativo il trasferimento degli elettroni dal polo negativo al polo positivo, occorre che le soluzioni nei due semielementi siano a contatto fra di loro: se le soluzioni vengono collegate con un conduttore elettrolitico (ponte salino) gli ioni possono migrare da un semielemento all'altro e compensare lo squilibrio di cariche ioniche provocato dalle semireazioni d'ossidazione e di riduzione. In questo modo si realizza un circuito continuo attraverso cui particelle cariche possono fluire: il passaggio ordinato d'elettroni nel filo conduttore esterno è corrente elettrica, la migrazione degli ioni tramite il contatto liquido assicura l'elettroneutralità in ogni punto del sistema e la reazione che si compie "a distanza" nei due semielementi è il processo elettromotore. La differenza di potenziale (d.d.p.) che si manifesta tra i due semielementi può essere misurata inserendo un opportuno strumento (voltmetro) nel circuito esterno e Pagina 11 BIC Equilibrio di ossido-riduzione AS 2005/2006 l'energia elettrica prodotta dal movimento degli elettroni può essere utilizzata per compiere lavoro utile, nel nostro caso lavoro elettrico (Wel). Man mano che la reazione redox procede, le attività delle specie ioniche presenti nelle soluzioni variano tendendo, con il tempo, all'equilibrio e la d.d.p. della pila diminuisce progressivamente: ad equilibrio raggiunto la reazione s'arresta, la d.d.p. s'annulla e la pila non è più in grado d'erogare energia elettrica. La massima d.d.p. di una pila, chiamata forza elettromotrice (f.e.m., Epila), non viene misurata a circuito chiuso bensì a circuito aperto, ovvero a passaggio di corrente nullo. Per misurare la f.e.m. della pila nelle condizioni d'attività scelte, al posto del voltmetro s'inserisce un potenziometro che è lo strumento di misura della d.d.p. quando nel circuito esterno non passa corrente. In queste condizioni il processo elettromotore avviene in modo reversibile e il lavoro elettrico fornito dalla pila è il massimo ottenibile e misura esattamente la variazione d'energia libera che accompagnerebbe lo svolgersi della reazione redox (∆Greaz). Prima d'addentrarci negli aspetti quantitativi delle relazioni tra energia elettrica, reazioni chimiche e variazione d'energia libera, vediamo d'illustrare brevemente i termini e le grandezze elettriche che comunemente vengono usate e la loro derivazione: Grandezza elettrica Simbolo Unità di misura Simbolo Carica Q coulomb C Intensità Resistenza d.d.p. , f.e.m. Potenza Energia, lavoro I R E P W ampère ohm volt watt joule A Ω V W J interrelazioni (*) I = Q/t R = E/I E=I R P=E I W=E Q (*) Poiché la quantità d'elettricità trasportata dalla carica elementare, cioè da 1 elettrone, è 1.60 10-19 C, 1 coulomb rappresenta la quantità d'elettricità trasportata da 6,25 1018 elettroni, 1 faraday rappresenta la quantità d'elettricità trasportata da 6,02 1023 elettroni, cioè da 1 mole di elettroni. 1 Faraday = 1.60 10-19 C/e- 6,02 1023 e-/mol e- = 96487 C/mol eQuesto valore viene arrotondato a 96500 per comodità di calcolo. Pagina 12 BIC 3.2 Equilibrio di ossido-riduzione AS 2005/2006 Conduttori La conduzione della corrente elettrica avviene principalmente per mezzo di due tipi di conduttori: conduttori metallici (o elettronici) nei quali la conduzione è dovuta al flusso orientato di elettroni liberi che percorrono il conduttore. Il passaggio di corrente ha luogo senza trasporto di materia in quanto sono gli elettroni che trasportano le cariche elettriche (corrente elettronica). Sono conduttori di questo tipo i metalli puri, le leghe metalliche, la grafite ed alcuni ossidi e sali particolari. Per essi il passaggio di corrente continua avviene quando si applica una differenza di potenziale E comunque piccola, secondo la legge di Ohm: I = E/R. Conduttori elettrolitici (o ionici) nei quali la conduzione è dovuta al moto orientato di ioni liberi di muoversi all'interno del conduttore. Il passaggio di corrente è accompagnato da trasporto di materia in quanto gli ioni sono le particelle materiali che trasportano le cariche elettriche (corrente ionica). Sono conduttori di questo tipo le soluzioni elettrolitiche (acidi, basi e sali in solventi acquosi e polari), i sali fusi, alcuni liquidi puri ed alcuni solidi cristallini. Per essi il passaggio di corrente continua è apprezzabile solo quando la differenza di potenziale applicata supera un certo valore di soglia Ed caratteristico di ciascuno e la legge di Ohm viene seguita nella forma I = (E - Ed)/R . I conduttori elettrolitici seguono la legge di Ohm classica quando sono percorsi da corrente alternata di frequenza sufficientemente elevata da poter escludere i fenomeni di polarizzazione (migrazione e scarica degli ioni) che alterano le condizioni del trasporto ionico. 3.3 Semielementi – Potenziale di semielemento – Equazione di Nernst Un semielemento è costituito da un elettrodo (conduttore metallico: metallo o grafite) a contatto con un elettrolita (conduttore elettrolitico: elettrolita in soluzione o fuso). Tra elettrodo ed elettrolita si stabilisce una differenza di potenziale originata dall'equilibrio all'interfase tra la forma ossidata (ox) e ridotta (red) del sistema ossido-riduttivo che costituisce un semielemento: ox + n e- red Pagina 13 BIC Equilibrio di ossido-riduzione AS 2005/2006 La capacità degli elettroni di trasferirsi da una forma all'altra o viceversa è una caratteristica di ogni sistema ossido-riduttivo e viene misurata dal suo potenziale. Poiché ogni sistema ossido-riduttivo costituisce formalmente, in opportune condizioni, un semielemento, i potenziali misurati sono anche i potenziali di semielemento. L'equazione di Nernst fornisce il mezzo per la trattazione quantitativa ed il calcolo dei potenziali di semielemento nelle condizioni d'attività, pressione e temperatura scelte. A 25°C ed 1 atm per la semireazione generica ox + n e red , la variazione d'energia libera ∆G è in relazione sia con il grado d'avanzamento della stessa che con il lavoro utile da essa ottenibile. Una forma di lavoro utile è quello elettrico definito come prodotto della quantità d'elettricità (Q, coulomb) per la differenza di potenziale (E, volt); se E esprime il potenziale del semielemento sede della generica semireazione di cui sopra, F la quantità d'elettricità trasportata da una mole di elettroni ed n il numero di elettroni scambiati, n F è la quantità d'elettricità associata alla stechiometria della semireazione, e n F E rappresenta il lavoro elettrico corrispondente. Poiché: red a G = G° + R T ln red G° + R T ln aox ox e per quanto detto: G = - n F E sostituendo opportunamente e cambiando segno, si ottiene: G G° R T ared G° R T red = + ln + ln -n F -n F -n F aox -n F -n F ox G° è costante in tutte le condizioni, viene indicato con E° e chiamato -n F potenziale standard, per cui: Il termine R T ared R T red RT ox E = E° + ln E° + ln E° + ln -n F aox -n F n F red ox Quindi, sia la variazione d'energia libera ∆G che il potenziale di semielemento E sono una misura quantitativa della tendenza che il sistema ossido-riduttivo corrispondenze ha ad evolversi quando interagisce con un altro sistema. Pagina 14 BIC Equilibrio di ossido-riduzione AS 2005/2006 Sostituendo gli appropriati valori alla temperatura costante di 25°C (T = 298 K, R = 8,31 C V mol-1K-1 , F = 96500 C(mol e-)-1 , n = mol e- , ln 2,3 log) si ha: RT 0,059 ln = log nF n Sostituendo si ottiene l’equazione di Nernst da utilizzare per il calcolo dei potenziali di semielemento nelle condizioni d’attività scelte: a 0, 059 0, 059 ox E = E° + log ox E° + log n ared n red Dall’equazione di Nernst emerge quanto segue: 0, 059 il rapporto risulta espresso in volt: il simbolo n è quello di un numero n dimensionale che coincide con il numero di moli di elettroni scambiati; di conseguenza il potenziale è una grandezza intensiva; il potenziale E di un semielemento dipende dal suo potenziale standard E°, dal numero di lettroni in gioco n, e dalle attività a (per noi dalle concentrazioni espresse in M) delle specie chimiche che prendono parte al processo ossidoriduttivo; il temrine logaritmico è un valore calcolabile note le concentrazioni delle specie presenti. Viceversa, noti E ed E° è possibile determinare i valori delle concentrazioni o il loro rapporto; se per un qualsiasi semielemento risulta [ox] = [red] = 1 M, il termine logaritmico si annulla e si ha E = E°. Il potenziale standard E° rappresenta quindi il valore del potenziale del generico semielemento quando le concentrazioni delle specie presenti sono unitarie; il potenziale standard E° deve pertanto essere misurato sperimentalmente. Poiché la misura diretta del potenziale di un semielemento è impossibile, è necessario assumere un semielemento di riferimento, quello standard ad idrogeno, e assegnare ad esso convenzionalmente potenziale uguale 0,00 V: il valore del potenziale di un qualsiasi altro semielemento si può allora desumere dal valore determinato sperimentalmente della f.e.m. della pila ottenuta accoppiando il semielemento standard considerato e quello standard di riferimento. Pagina 15 BIC Equilibrio di ossido-riduzione AS 2005/2006 3.4 Potenziale Standard di semielemento (E°) – Scala dei potenziali Standard Se il potenziale E di semielemento è una misura della tendenza degli elettroni a trasferirsi da una specie all’altra e questa tendenza dipende dalle concentrazioni delle specie chimiche presenti, è conveniente per confrontare il potere ossido-riduttivo di ciascun sistema far riferimento ad un particolare valore di queste concentrazioni. La scala dei Potenziali, che riunisce i valori dei potenziali dei diversi sistemi ossidoriduttivi (v. Tabella), è basata sulle seguenti convenzioni: 1. i valori tabulati si riferiscono alle semireazioni in soluzione acquosa considerate nel senso della riduzione: forma ossidata (ox) + n eforma ridotta (red) e costituiscono una scala di potenziali di riduzione, cioè di forza ossidante dei diversi sistemi; ciascun sistema è in grado di ridurre qualsiasi sistema che lo segue e di ossidare qualsiasi sistema che lo precede; 2. i lavori non sono assoluti ma relativi al potenziale del sistema ossido-riduttivo H3O+/H2 di riferimento scelto ed all'equilibrio 2 H3O+(aq) + 2 eH2 (g) + 2 H2O(l) che si stabilisce nel semielemento a idrogeno alla temperatura di 25°C quando l'attività degli ioni H3O+(aq) è unitaria (per i gas l'attività viene assunta unitaria alla pressione p = 1 atm). Questo semielemento di riferimento è detto standard o normale ed il suo potenziale è convenzionalmente posto uguale a 0,00 V in queste condizioni; 3. i valori si riferiscono alla temperatura di 25°C ed alla situazione d'attività unitaria di tutte le specie (solide, ioniche o gassose) coinvolte nella semireazione. Questi potenziali sono detti "standard o normali", si indicano con il simbolo E° e sono caratteristici dei sistemi ossido-riduttivi. Esercizio 12 Il potenziale del semielemento standard di Cu viene determinato sperimentalmente accoppiando tale semielemento con un semielemento standard di H2 e misurando la f.e.m. della pila ottenuta. Sapendo che la f.e.m. ∆E° = 0,337 V e che durante il funzionamento della pila ioni Cu2+ danno luogo alla formazione di Cu metallico, determinare il potenziale standard del semielemento di Cu. Pagina 16 BIC Equilibrio di ossido-riduzione AS 2005/2006 Esercizio 13 Il potenziale del semielemento standard in Zn viene determinato accoppiando tale semielemento con un semielemento standard di H2 e misurando la f.e.m. della pila ottenuta. Sapendo che la f.e.m. ∆E° = 0,763 V e che durante il funzionamento della pila Zn metallico dà luogo a ioni Zn2+, determinare il potenziale standard del semielemento di Zn. Esempio Una pila chimica è costituita da un semielemento standard di Cu e da un semielemento standard di Ag. Il flusso di elettroni nel circuito esterno avviene dal semielemento di Cu a quello di Ag. Sapendo che la f.e.m. misurata è 0,462 V, determinare il valore del potenziale standard del semielemento di Ag, noto che E°Cu2+/Cu = 0,337 V . Se il flusso degli elettroni è dal semielemento di Cu a quello di Ag, significa che nella pila avvengono le seguenti semireazioni: (-) Cu Cu2+(aq) + 2 e- (+) 2 Ag+(aq) + 2 e- E°Cu2+/Cu = 0,337 V 2 Ag E°Ag+/Ag = Cu + 2 Ag+ Cu2+(aq) + 2 Ag ? V La f.e.m. della pila in condizioni standard è: E°pila = E°Ag+/Ag - (0,337) = 0,462 V Da cui si ricava che: E°Ag+/Ag = 0,462 + 0,337 = 0,799 V Osservazione Come si può notare, il potenziale standard di un semielemento può essere determinato accoppiandolo con un qualsiasi semielemento a potenziale standard noto: per questo scopo vi sono semielementi di riferimento a potenziale noto quale quello a calomelano (Hg2Cl2/Hg) che è molto più pratico e facile da utilizzare di quanto sia il semielemento a idrogeno (H3O+/H2). 3.5 Forza elettromotrice di una pila Come si è visto ad ogni semireazione di riduzione è possibile associare una grandezza, misurata in volt, chiamata potenziale di riduzione (Ered oppure E°red). Analogamente ad Pagina 17 BIC Equilibrio di ossido-riduzione AS 2005/2006 ogni semireazione di ossidazione è possibile associare una grandezza, misurata in volt, detta potenziale di ossidazione (Eox oppure E°ox) il cui valore è uguale ma di segno opposto a quello del potenziale di riduzione. Poiché al polo negativo (-) di una pila avviene la semireazione di ossidazione e al polo positivo (+) avviene la semireazione di riduzione, la f.e.m. della pila, sede della reazione di ossido-riduzione, è data dalla somma dei potenziali di riduzione e di ossidazione. Nel caso della pila standard Zn - Cu, per esempio, si ha: polo pos (+): polo neg (-) Cu2+(aq) + 2 eZn Cu2+(aq) + Zn Cu Zn2+(aq) Cu + Zn2+(aq) +2e - E°red = 0,337 V E°ox = - E°red = -(-0,763 V) E°pila = E°red + E°ox Essendo E°ox = - E°red, la f.e.m. di una pila è ricavabile anche facendo la differenza tra il potenziale di riduzione associato alla semireazione che avviene al polo positivo (E +red) e il potenziale di riduzione associato alla semireazione che avviene al polo negativo (E-red): E°pila = E° +red + E° - ox= E° +red - E° - red Quindi, per una generica pila in condizioni diverse da quelle standard possiamo scrivere: f.e.m. = Epila = Ered + Eox = E +red - E - red Negli esercizi che seguono, quando non specificato diversamente, si fa riferimento sempre ai potenziali di riduzione. 3.6 Significato dei Potenziali Standard La capacità di un sistema ossido-riduttivo di comportarsi da agente ossidante o riducente è in diretta relazione con il suo potenziale standard.1 Poiché i potenziali standard E° tabulati sono potenziali di riduzione, essi forniscono una misura della tendenza di una semireazione a compiersi nella direzione che corrisponde ad una riduzione, quindi, quanto più il potenziale standard E° è positivo, tanto più il sistema ossido-riduttivo si comporta come agente ossidante. 1 Un sistema ossido-riduttivo non è di per sè un ossidante o un riducente ma assume l’una o l’altra capacità quando viene confrontato con un altro sistema ossido-riduttivo Pagina 18 BIC Equilibrio di ossido-riduzione AS 2005/2006 I potenziali più positivi appartengono alle semireazioni in cui i migliori agenti ossidanti si riducono: per esempio E°F /F- = 2,85 V indica che il fluoro (F2) è l'agente ossidante 2 per eccellenza ed anche la specie più facilmente riducibile (a ione F-); E°Cl /Cl- = 1,36 V 2 indica che il cloro (Cl2) è pure un buon agente ossidante, ma meno del fluoro. Viceversa, quanto più il potenziale standard E° è negativo, tanto più il sistema ossidoriduttivo si comporta da agente riducente. I potenziali più negativi appartengono alle semireazioni in cui i migliori agenti riducenti si ossidano: per esempio, E°Li+/Li = - 3,05 V indica che lo ione Li+ è un agente ossidante molto debole che si riduce con estrema difficoltà a Li metallico, invece Li metallico è il migliore agente riducente ed anche la specie più facilmente ossidabile (a ione Li +); E°Mg2+/Mg = - 2,37 V indica che anche Mg met. è un buon agente riducente, ma meno di Li met. Possiamo così riassumere quanto detto: Li+ + e- F2 + 2e - Li 2F- EF0/F- = 2,85 V ELi0+/Li = - 3,05 V 2 - potenziale standard più negativo; - semireazione con la minore tendenza procedere come riduzione; - Potenziale standard più positivo; - semireazione con la maggiore tendenza a procedere come riduzione; - Li+ è il peggior agente ossidante; - la semireazione inversa (ossidazione) ha la maggiore tendenza a compiersi; - F2 è il miglior agente ossidante; - la semireazione inversa (ossidazione) ha la minore tendenza a compiersi; - F- è il peggior agente riducente. - Li è il miglior agente riducente; 3.7 Utilizzo dei Potenziali Standard La scala dei potenziali standard consente di: - stabilire la direzione in cui una reazione di ossido-riduzione è spontanea e di calcolarne la costante di equilibrio (Keq); - calcolare il valore del potenziale di un semielemento in condizioni non standard mediante l'equazione di Nernst e, di conseguenza, di stabilire il potere ossidante o riducente di un sistema ossido-riduttivo al variare delle condizioni sperimentali; - calcolare i valori dell'energia libera molare standard di formazione ( ΔGf0 ) delle varie specie ioniche in soluzione difficilmente determinabili per altra via; Pagina 19 BIC Equilibrio di ossido-riduzione AS 2005/2006 - calcolare, mediante i potenziali di semielemento misurati sperimentalmente, i valori delle attività delle specie chimiche coinvolte presenti in soluzioni e, quindi, del pH di una soluzione, del prodotto di solubilità (KPS) di sali poco solubili, della costanze d'instabilità di uno ione complesso, ...; - stabilire, a priori, il valore della forza elettromotrice (f.e.m.) di una pila ottenuta accoppiando opportunamente due qualsiasi semielementi, siano essi standard o non; - calcolare la quantità massima di lavoro elettrico ottenibile da una reazione di ossido-riduzione (o non) fatta avvenire in una pila; - calcolare il lavoro elettrico necessario per far avvenire una reazione di ossidoriduzione non spontanea in una cella elettrolitica. 3.8 Relazione tra ΔE0 e ΔG 0 Previsione della spontaneità di una reazione di ossido-riduzione Tra la variazione d'energia libera (∆G) che accompagna lo svolgersi di una reazione di ossido-riduzione e la f.e.m. positiva (∆E) che essa genera in condizioni di reversibilità termodinamica sussiste la relazione: ΔG = - n F ΔE È di particolare interesse l'applicazione di questa relazione quando i reagenti ed i prodotti si trovano in condizioni standard; in tali condizioni si può scrivere: ΔG° = - n F ΔE° , dove ∆G° è la variazione d'energia standard e ∆E° è la f.e.m. standard. Poiché ∆G° rappresenta una misura della tendenza di una reazione ad avvenire spontaneamente in condizioni standard, ∆E° associata ad una reazione di ossidoriduzione è, a sua volta, un criterio di spontaneità. Se: ∆G° < 0 , ∆G° > 0 , ∆E° > 0 ∆E° < 0 reazione spontanea così come scritta; reazione non spontanea (è spontanea la reazione inversa) Questo è un risultato interessante, poiché in base ad esso è evidentemente possibile misurare le costanti d'equilibrio partendo dai potenziali della cella quando le costanti di equilibrio sono troppo grandi o troppo piccole per essere misurate per mezzo di analisi dirette di una miscela all'equilibrio. Dovrebbe essere ugualmente evidente che se sono disponibili i dati dell'energia libera derivanti da altri fonti come misura diretta delle variazioni d'entropia ed entalpia di reazione, allora può essere calcolato l'E° della reazione e indirettamente quello della semireazione della tabella dei potenziali. Pagina 20 BIC Equilibrio di ossido-riduzione AS 2005/2006 Esaminando la tabella dei potenziali di riduzione troviamo che essi variano da circa +3 a -3 V. Una differenza di 6 V nei potenziali di una reazione corrisponde ad una costante di equilibrio di 10100n, dove n è il numero di elettroni trasferiti in un processo redox. Infatti 0,059 E° = log Keq 6,0 n log Keq 100n Keq 10100n 3.9 Applicazioni dei potenziali di riduzione In numerosi casi i potenziali di riduzione permettono di prevedere la possibilità di reazione tra particelle diverse. 3.9.1 Azione di un elemento sugli ioni di un altro elemento Quando si immerge un metallo in una soluzione contenente gli ioni di un altro metallo con potenziale di riduzione maggiore, il metallo si dissocia mentre su questo si scaricano gli ioni della soluzione. Esempio Ferro immerso in una soluzione contenente ioni Cu2+ Fe + Cu2+ →Cu + Fe2+ Rame immerso in una soluzione contenente ioni Ag+ Cu + 2 Ag+ →Cu2+ + 2 Ag Nota: ovviamente le reazioni inverse non si realizzano. 3.9.2 Reazioni dei metalli con acidi L'attacco di un metallo da parte di un acido è un metodo di preparazione dell'idrogeno. Si possono impiegare tutti i metalli il cui potenziale di riduzione è minore di quello dell'idrogeno. La reazione n H2 2 è tanto più forte quanto minore è il potenziale di riduzione del metallo. Esempio 2 HCl(aq) + Zn →ZnCl2 (aq) + H2 (g) E°Zn2+/Zn = - 0,76 V n H3O+ + Me →Men+ + n H2O + Pagina 21 BIC Equilibrio di ossido-riduzione AS 2005/2006 Gli ossiacidi più ossidanti attaccano anche i metalli con potenziale maggiore di zero. In questo caso però non si sviluppa H2 ma si forma un composto di ossigenato del non metallo avente un numero di ossidazione inferiore. Esempio 3 Cu + HNO3 (diluito) →3 Cu(NO3)2 + 4 H2O + 2 NO E°Cu2+/Cu = 0,34 V E°NO-/NO = 0,94 V 3 3.9.3 Reazione dei metalli con l'acqua L'acqua si dissocia molto debolmente secondo l'equilibrio 2 H2O H3O+ + OHGli ioni H3O+ reagiscono con un metallo n H2 2 Come nel caso precedente, la reazione è tanto più forte quanto minore è il potenziale di riduzione del metallo. L'equazione globale della reazione è n n H2O + Me →Me(OH)n + H2 2 Ovviamente i metalli il cui potenziale di riduzione è maggiore di zero non reagiscono con l'acqua Esempio E°Na+/Na = - 2,71 V 2 H2O + 2 Na →2 NaOH + H2 n H3O+ + Me →Men+ + n H2O + 2 H2O + Ca →Ca(OH)2 + H2 E°Ca2+/Ca = - 2,87 V 3.9.4 Reattività dei metalli I metalli con potenziale di riduzione maggiore di zero sono tanto più ineri quanto questo potenziale è grande. Questo è il motivo per cui i metalli cosiddetti nobili (Pt, Au, Ag) non sono attaccati dall'ossigeno a temperatura ambiente. 3.9.5 Protezione contro la corrosione dell'acciaio La corrosione del ferro è un processo redox. Quando del ferro metallico viene ossidato, vengono ridotti sia l'ossigeno gassoso che gli ioni idronio, con formazione di ioni Fe2+ e di OH- o H2 Fe(s) Fe2+ + 2 e (a) 1 O2 (g) + H2O + 2 e- 2 OH 2 2 H3O+ + 2 e - 2 H2O + H2 (g) Pagina 22 (b) (c) BIC Equilibrio di ossido-riduzione AS 2005/2006 Una protezione contro la corrosione può essere effettuata ricoprendo la superficie con un rivestimento di qualche specie (pittura, per esempio). Si può raggiungere una migliore protezione se nel rivestimento si tiene conto dell'elettrochimica: una superficie di ferro può per esempio essere costretta a comportarsi da catodo invece che da anodo, come nell'equazione (a), creando una cella elettrochimica con un metallo a più basso E°. Un esempio è l'acciaio galvanizzato. Il rivestimento di zinco agisce come anodo, facendo diventare il ferro il catodo. Anodo: ossidazione Zn Zn2+ + 2 e- E°ox = + 0,76 V Catodo: riduzione Fe E°red = - 0,44 V 2+ + 2 e Fe - Il potenziale della cella è E°cella = E°catodo - E°anodo = (-0,44) – (-0,76) = 0,32 V Quindi la reazione spontanea è Zn + Fe2+ Zn2+ + Fe che evita l'ossidazione del ferro nell'acciaio. Un pezzo di magnesio sotterrato in luogo paludoso, può essere collegato a un oleodotto sotterraneo e, agendo come anodo, proteggere l'acciaio ossidandosi esso stesso. Le semireazioni sono: Mg2+ + 2 e- Mg E° = - 2,37 V Fe2+ + 2 e- Fe E° = - 0,44 V Queste portano alla reazione totale Mg + Fe2+ Mg2+ + Fe E°cella = E°catodo - E°anodo = (-0,44) – (-2,37) = 1,93 V Il magnesio usato a questo scopo viene detto metallo di sacrificio. Blocchi di magnesio attaccati allo scafo di una nave in navigazione hanno la stessa funzione. Questo criterio trova vasta applicazione generale allorché si vuole stabilire se una reazione di ossido-riduzione può avvenire o meno spontaneamente in condizioni standard. Per usare nella pratica le relazioni di cui sopra occorre tener presente quanto segue: a) il valore del potenziale standard di una semireazione, essendo una proprietà intensiva, non dipende dalla quantità delle sostanze coinvolte, cosicché moltiplicando la semireazione per un coefficiente numerico positivo il valore di E° non cambia; b) il segno dei valori dei potenziali standard s'inverte quando le semireazioni considerate sono scritte nella direzione opposta, cioè nel senso dell'ossidazione; Pagina 23 BIC Equilibrio di ossido-riduzione AS 2005/2006 c) essendo una reazione di ossido-riduzione la somma di due semireazioni, la f.e.m. standard può essere vista come la somma dei potenziali standard relativi alla semireazione d'ossidazione (E°ox) e di riduzione (E°red); d) ∆E° rappresenta una misura quantitativa della tendenza dei reagenti nel loro stato standard a passare a prodotti nel loro stato standard. Esercizio 14 Prevedere se Al metallico può spostare ioni Cu2+ da una soluzione acquosa: 2 2 Al + 3 Cu(aq) 3 2 Al(aq) + 3 Cu E°Al3+/Al = -1,66 V ; E°Cu2+/Cu = 0,34 V Nota: Significa accertarsi se questa reazione può avvenire spontaneamente così come scritta Esercizio 15 Verificare se le seguenti reazioni di disproporzione possono avvenire in condizioni standard: 2 a) 2 Cu(aq) Cu(aq) + Cu b) noti E°Cu 2+ /Cu+ Hg22(aq) 2 Hg(aq) + Hg(l) = 0,15 V; E°Cu /Cu = 0,52 V; E°Hg + 2+ /Hg22+ = 0,92 V; E°Hg 2+ 2 /Hg = 0,79 V Esercizio 16 Verificare se 02 gassoso può ossidare Au ad Au(CN)2- in presenza di ioni cianuro (CN-), noti i potenziali standard E°Au(CN) /Au = - 0.60 V ; E°O /OH = 0,40 V . 2 2 - Esercizio 17 Prevedere se le seguenti reazioni di ossido-riduzione avvengono spontaneamente in condizioni standard: 2 a) 2 Ag + Cu(aq) 2 Ag(aq) + Cu b) noti E°Cu 2+ /Cu 2 Fe + Cu(aq) 2 Fe(aq) + Cu = 0,34 V; E°Ag /Ag = 0,80 V; E°Fe + 2+ /Fe = -0,44 V E calcola le energie libere molari standard di formazioni (G°f) degli ioni Ag+ e Cu2+. 3.10 Relazione tra ∆E° e Keq Calcolo del Rapporto Prodotti/Reagenti all'Equilibrio Benché sia assai importante sapere se una data reazione di ossido-riduzione può avvenire o meno in condizioni standard, ciò non basta a chi deve condurre la reazione in laboratorio. Innanzitutto le condizioni standard sono molto particolari da riprodursi Pagina 24 BIC Equilibrio di ossido-riduzione AS 2005/2006 e, inoltre, è altrettanto importante conoscere fino a che punto la reazione può procedere. La variazione d'energia libera standard (∆G°reaz) di una reazione è in relazione sia con la Keq della stessa che con la f.e.m. standard (∆E° pila) della corrispondente ipotetica pila: G°reaz = - 2,3 RT log Keq G°reaz = - nF E°pila Combinando le due equazioni, si ottiene: RT log Keq nF e sostituendo per R, F e T i valori in unità di misura congruenti si ha: 0,059 n E° e E° = log Keq log Keq = n 0,059 E° = 2,3 dove: n = numero di elettroni scambiati; E°pila = E°red + E°ox = E° + red – E° - red . Quest'equazione consente il calcolo di Keq 2 di una qualsiasi reazione di ossidoriduzione in base alla conoscenza dei potenziali standard delle coppie redox che partecipano alla razione. Quanto più le due coppie redox differiscono nel loro potere ossidante e riducente (cioè, tanto più elevata è la differenza dei potenziali standard), tanto più il rapporto prodotti/reagenti all'equilibrio (Keq) è elevato3 e, quindi, tanto più la reazione è spostata a destra, cioè completa. Esercizio 18 Calcolare la costante d'equilibrio delle seguenti reazioni di ossido-riduzione noti i potenziali standard delle varie coppie redox: 2 2 a) Zn + Cu(aq) Zn(aq) + Cu b) 2 Sn + Pb(aq) 2 Sn(aq) + Pb c) Ag + Tl(aq) Ag(aq) + Tl E°Cu2+/Cu = 0,34 V; E°Zn 2+/Zn = - 0,76 V; E°Sn2+/Sn = - 0,136 V; E°Pb2+/Pb = - 0,126 V; E°Ag+/Ag = 0,80 V; E°Tl+/Tl = - 0,34 V 2 Occorre sottolineare che Keq non ha dimensioni, mentre Kc è dimensionata. La relazione è Keq = Kc . (M)-n. Una Keq elevata non significa che la reazione abbia effettivamente luogo ma solo che è possibile dal punto di vista termodinamico: fattori cinetici potrebbero impedire che la reazione avvenga nella realtà. 3 Pagina 25 BIC 3.11 Equilibrio di ossido-riduzione AS 2005/2006 Tipi di Semielementi Esistono semielementi nei quali l'elettrodo partecipa direttamente alla semireazione che genera il potenziale ed altri in cui l'elettrodo è chimicamente inerte pur assumendo un definito valore di potenziale. Di seguito analizziamo i tipi più comuni mettendo in risalto di ciascuno il modo di schematizzazione simbolica, il relativo equilibrio redox e l'equazione del potenziale secondo Nernst. Semielementi di Ia specie (o metallici): sono costituiti da un metallo (Me) a contatto con una soluzione dei suoi ioni (Men+), generalmente un suo sale solubile. n+ Me(aq) + n eMe Il potenziale di questi semielementi concentrazione) degli ioni positivi Men+. dipende dall'attività Esempi: dalla 0,059 log Zn2+ 2 0,059 + log Ag+ 1 Zn ; EZn2+/Zn = E°Zn2+/Zn + 2+ Zn(aq) + 2 e- + Semielemento ad argento: Ag(aq) + e- noi 0,059 log Men+ n EMen+/Me = E°Men+/Me + Semielemento a zinco: (per ; EAg+/Ag = E°Ag+/Ag Ag Semielementi di IIa specie: sono costituiti da un metallo (Me) a contatto con una fase solida di un suo sale poco solubile (MeX) immersi in una soluzione contenente un sale solubile con lo stesso anione (Xn-). nMeX(s) + n eMe + X(aq) Il potenziale di questi semielementi concentrazione) degli ioni negativi Xn-. EMeX/Me = E°MeX/Me + Esempi: Semielemento a cloruro d’argento: Ag/AgCl(s) , Cl-(aq) Semielemento a calomelano: Hg/Hg2Cl2 (s) , Cl-(aq) dipende dall'attività (per 0,059 1 log n Xn- AgCl(s) + e- Ag + Cl(aq) EAgCl/Ag = E°AgCl/Ag + Hg2Cl2 (s) + 2 e- 0,059 1 log 1 Cl- 2 Hg(l) + 2 Cl(aq) EHg2Cl2/Hg = E°Hg2Cl2/Hg + Pagina 26 0,059 1 log 2 2 Cl- noi dalla BIC Equilibrio di ossido-riduzione AS 2005/2006 Semielementi a gas: sono costituiti da un metallo inerte (normalmente Pt, Au oppure grafite) su cui gorgoglia una specie gassosa, entrambi immersi in una soluzione contenente ioni derivanti da quella specie. In questi semielementi la funzione del metallo o grafite è quella di favorire l'assorbimento del gas e di condurre la corrente elettrica. Esempi: + Semielemento ad idrogeno: 2 H3O(aq) + 2 eH2 (g) + 2 H2O(l) Pt, H2 (g)/H3O+(aq) H3O+ 0,059 + log 2 pH2 EH 0+/H = E°H 0+/H 3 Semielemento a ossigeno: 2 3 2 2 H2O(l) + O2 (g) + 4 e- Pt, O2 (g)/OH -(aq) 2 4 OH-(aq) pO2 0,059 log 4 4 OH - 2 Cl(aq) EO /OH - = E°O /OH - + 2 Semielemento a cloro: 2 Cl2(g) + 2 e- C(s. graf), Cl2 (g)/Cl -(aq) ECl /Cl - = E°Cl /Cl - + 2 2 pCl2 0,059 log 2 2 Cl - Semielementi redox (o di ossido-riduzione): sono costituiti da un metallo inerte (Pt o Au) a contatto con una soluzione contenente una coppia redox, cioè stati di ossidazione diversi di una stessa specie chimica. Esempi: 3+ 2+ Pt/Cr3+(aq), Cr2+(aq) Cr(aq) + eCr(aq) Cr3+ 0,059 ECr3+/Cr2+ = E°Cr3+/Cr2+ + log 1 Cr2+ 4+ 2+ Sn(aq) + 2 eSn(aq) Au/Sn4+(aq), Sn2+(aq) ESn4+/Sn2+ = E°Sn4+/Sn2+ + Sn 4+ 0,059 log 2+ 2 Sn Il potenziale di un semielemento è funzione non solo delle attività delle specie ossidate e ridotte, ma di tutte le specie che contribuiscono allo specifico equilibrio redox. La presenza di ioni, quali H3O+ e OH- può influenzare notevolmente il valore del potenziale e quindi occorre tenerne conto nell'equazione di Nernst: Pt/MnO4-(aq), Mn2+(aq), H3O+(aq) + MnO4- (aq) + 8 H3O(aq) + 5 e- EMnO- ,H O+/Mn2+ = E°MnO- ,H O+/Mn2+ 4 3 4 Pagina 27 3 2+ Mn(aq) + 12 H2O(l) MnO4- H3O+ 0,059 + log 5 Mn2+ 8 BIC Equilibrio di ossido-riduzione AS 2005/2006 Pt/ClO4-(aq), ClO3-(aq), H3O+(aq) + ClO4- (aq) + 2 H3O(aq) + 2 e- ClO3- (aq) + 3 H2O(l) EClO- ,H O+/ClO- = E°ClO- ,H O+/ClO4 3 3 4 3 3 ClO4- H3O+ 0,059 + log 2 ClO3- 2 Semielementi ad amalgama: sono essenzialmente elettrodi di Ia specie in cui il metallo (Me) invece di essere allo stato puro è disciolto in un altro metallo (di solito Hg) ed è a contatto con una soluzione dei suoi ioni (Men+). Esempi: + Hg(Na)/Na+(aq) Na(aq) + Hg(l) + eHg(Na) ENa+/Na(Hg) = E°Na+/Na(Hg) + Hg(Mg)/Mg2+(aq) 0,059 log Na+ 1 2+ Mg(aq) + Hg(l) + 2 e- EMg2+/Mg(Hg) = E°Mg2+/Mg(Hg) + Hg(Mg) 0,059 log Mg2+ 2 Occorre sottolineare che nell'equazione di Nernst l'argomento del logaritmo, dove compaiono le attività e le pressioni, è privo di dimensioni in quanto è implicitamente sottointeso lo stato standard di riferimento di ciascuna specie: per esempio, 0,059 l'espressione generica del potenziale E = E° + log Men+ equivale a: n Men+ 0,059 E = E° + log n Men+ s tan dard dove Men+ s tan dard = 1,00 M Di conseguenza nei calcoli che riguardano i potenziali come argomento del logaritmo si considera solo il valore numerico calcolato esprimendo le attività in M per le specie in soluzione e in atm per le specie gassose. 3.12 Aspetti quantitativi delle pile Una cella galvanica o pila è un dispositivo elettrochimico che trasforma l'energia associata ad un processo spontaneo (∆G < 0) in energia elettrica (Lel = nF ∆E > 0). In una cella galvanica di tipo chimico (pila chimica) si sfrutta la variazione d'energia libera che accompagna un processo chimico spontaneo: il processo elettromotore, somma dei singoli processi ossidativo e riduttivo che avvengono ai semielementi, è una Pagina 28 BIC Equilibrio di ossido-riduzione AS 2005/2006 reazione chimica spontanea (di ossido-riduzione, di precipitazione, di neutralizzazione, ecc.). In una cella galvanica di concentrazione (pila di concentrazione) si sfrutta la variazione d'energia libera determinata da un processo fisico spontaneo: i singoli processi che avvengono ai semielementi sono di tipo ossidativo e riduttivo, ma il processo elettromotore globale è un processo fisico spontaneo (di diluizione o di espansione). 3.12.1 Pile Chimiche Qualsiasi reazione chimica spontanea può quindi costituire una sorgente d'energia elettrica se condotta in modo tale che l'energia chimica del trasferimento degli elettroni possa essere utilizzata. Come già abbiamo precedentemente illustrato, una pila chimica è essenzialmente costituita dall'accoppiamento opportuno di due semielementi. L'energia elettrica prodotta è dovuta alla reazione chimica che in essa avviene (processo elettromotore). Per schematizzare una pila si indica con una linea verticale (/) il contatto tra elettrodo e soluzione, con una doppia linea verticale (//) il contatto tra le soluzioni. I costituenti presenti su uno stesso elettrodo, o in una stessa soluzione, vengono separati con una virgola. Lo stato fisico dei costituenti si indica tra parentesi: (aq) per le soluzioni acquose, (s) per i solidi, (g) per i gas. Occorre inoltre indicare le attività dei costituenti. Si voglia schematizzare la pila standard corrispondente alla reazione redox: Zn + 2 Ag+(aq) Zn2+(aq) + 2 Ag presa come esempio all'inizio del capitolo, calcolarne la f.e.m. e quindi la quantità d'energia chimica che può essere trasformata in energia elettrica. Schematizzazione Semielemento di Zinco: Semielemento di Argento: Pila chimica Zinco-Argento: Zn/Zn2+(aq) , 1 M Ag/Ag+(aq) , 1 M Zn/Zn2+(aq) , 1 M // Ag/Ag+(aq) , 1 M Equilibri redox e Potenziali di semielemento Semielemento di Zinco: 2 Zn(aq) + 2 e- + eSemielemento di Argento: Ag(aq) 0,059 log Zn2+ 2 0,059 + log Ag+ 1 Zn EZn2+/Zn = E°Zn2+/Zn + Ag Pagina 29 EAg+/Ag = E°Ag+/Ag BIC Equilibrio di ossido-riduzione AS 2005/2006 Polarità della pila La polarità della pila si trova calcolando i potenziali di entrambi i semielementi separatamente ed attribuendo il polo positivo (+) al semielemento a potenziale maggiore; ovviamente l'altro semielemento costituirà il polo negativo (-). Generalmente si riscontra che, dati due semielementi 1 e 2, se E°2 > E°1 di circa 0,2-0,3 volt, risulta che E2 > E1 a prescindere dalle concentrazioni delle specie presenti nelle soluzioni, eccetto nei semielementi per i quali il potenziale E dipende dal pH (in cui sono cioè presenti ioni H3O+ oppure OH-). Semielemento di Zinco: E°Zn 2+/Zn = - 0,76 V : polo negativo (-) Semielemento di Argento: E°Ag+/Ag = 0,80 V : polo positivo (+) Semireazioni nei semielementi e Processo elettromotore 2+ Polo negativo (-): semireazione di ossidazione Zn Zn(aq) + 2 ePolo positivo (+): semireazione di riduzione Ag(aq) + e- Ag Il processo elettromotore è rappresentato dal processo chimico (reazione redox): Zn + 2 Ag+(aq) Zn2+(aq) + 2 Ag quando 2 mol di elettroni (2 6,02 1023 e-) fluiscono dal polo negativo (-) al polo positivo (+) nel circuito esterno, 1 mol di Zn metallico (6,02 1023 atomi di Zn) va in soluzione come ioni Zn2+ mentre 2 mol di ioni Ag+ (2 6,02 1023 ioni Ag+) si depositano come Ag metallico. Forza elettromotrice e Lavoro elettrico La f.e.m. si calcola facendo la differenza tra il potenziale del polo positivo (+) e il potenziale del polo negativo (-): Epila = E +red - E - red 0,059 0,059 Epila = EAg+/Ag - EZn2+/Zn = E°Ag+/Ag + log Zn2+ = log Ag+ - E°Zn2+/Zn + 2 1 0,059 0,059 = E°Ag+/Ag + log 1 - E°Zn2+/Zn + log 1 = 0,80 – (-0,76) = 1,56 V 1 2 In questo caso abbiamo che Epila = E°pila Il lavoro elettrico ottenibile dalla pila, per mole di Zn, corrisponde alla diminuzione d'energia libera (G°reaz) che accompagna il processo elettromotore: Lel = nF Epila = 2 [mol e-] 9,65 104 [C(mol e-)-1] 1,56 V = 30,1 G°reaz = - Lel = - 30,1 104 J = - 72000 cal Pagina 30 104 J BIC Equilibrio di ossido-riduzione AS 2005/2006 Avevamo visto (cfr. p 10) che la stessa reazione del processo elettromotore fatta avvenire per diretto mescolamento dei reagenti in un calorimetro sviluppava 87.000 cal (H°reaz = - 87000 cal) d'energia termica non utilizzabile. Mediante, invece, l'ausilio della pila chimica è possibile convertire una buona parte dell'energia sviluppata (G°reaz = - 72000 cal) in lavoro elettrico, cioè energia elettrica. La parte dell'energia sviluppata, che si manifesta sotto forma di calore di natura entropica: T S°reaz = H°reaz - G°reaz = - 87000 – (-72000) = - 15000 cal non può essere utilizzata per produrre lavoro utile in base al II principio della termodinamica. Costante d'equilibrio (Keq) All'equilibrio la variazione dell'energia libera della reazione del processo elettromotore è nulla (∆Greaz = 0), di conseguenza è nulla la f.em. della pila (∆Epila = 0) ed i potenziali dei due semielementi sono uguali ( E-Zn 2+/Zn = E+Ag+/Ag ) In queste condizioni le concentrazioni delle specie presenti sono quelle proprie dell'equilibrio e risulta G°reaz = - 2,3 RT log Keq Quindi sostituendo i valori dei potenziali si ottiene : Keq = 1053 2+ Zn(aq) n 53 (1-2) 53 -1 Da cui Kc = Keq M = 10 M = 10 M = 2 + Ag(aq) 3.12.2 Pile di concentrazione Se due soluzioni di ioni Ag+ a diversa concentrazione, l'una 1 M e l'altra 0,01 M, inizialmente poste in scomparti separati, vengono messe a contatto tra di loro esse tenderanno a mescolarsi fino a quando le concentrazioni si eguagliano. Poiché questo processo fisico è spontaneo (∆G < 0) e non presenta effetti termici apprezzabili, il sistema dispone inizialmente di una quantità d'energia pari al ∆G di mescolamento delle soluzioni. È possibile sfruttare quest'energia disponibile (∆Gmesc) e trasformarla in energia elettrica mediante un dispositivo elettrochimico chiamato pila di concentrazione. È possibile realizzare una pila di concentrazione facendo eguagliare le concentrazioni degli ioni Ag+ nelle due soluzioni (quella a concentrazione minore e quella a concentrazione maggiore) per mezzo di processi ossido-riduttivi nei due distinti scomparti, ciascuno dei quali costituirà un semielemento. Pagina 31 BIC Equilibrio di ossido-riduzione AS 2005/2006 Questi semielementi sono uguali tra di loro come concezione (barretta di Ag metallico immersa in soluzione di ioni Ag+) ma differiscono per le concentrazioni degli ioni Ag+. La d.d.p. che si crea tra metallo e soluzione dipenderà solo dalla concentrazione degli ioni Ag+ presenti, per cui il semielemento con Ag+ = 0,01 M sarà il polo negativo e quello con Ag+ = 1 M sarà il polo positivo. Collegando le due barrette di Ag con un conduttore metallico ed i due scomparti contenenti le due soluzioni con un setto poroso (conduttore elettrolitico) si realizza un circuito in cui gli elettroni possono fluire dal polo negativo al polo positivo (originando così corrente elettrica) ed in cui gli ioni possono migrare da un semielemento all'altro (mantenendo così l'elettroneutralità delle soluzioni). Pur essendo i singoli processi che avvengono nei semielementi di tipo ossidativo ( Ag Ag(0,01 M) e ) e riduttivo ( Ag(1 M) e Ag ), il processo elettromotore equivale sostanzialmente al "trasferimento" di ioni Ag+ dalla soluzione a concentrazione maggiore (1 M) a quella a concentrazione minore (0,01 M). Durante il funzionamento della pila, la concentrazione della soluzione più diluita ( Ag+ = 0,1 M) aumenta gradualmente e altrettanto diminuisce la concentrazione della soluzione più concentrata ( Ag+ = 1 M). Quando entrambe le soluzioni hanno la stessa concentrazione, la d.d.p. si annulla, il flusso di elettroni s'interrompe e la pila non è più in grado di fornire energia elettrica. Pagina 32 BIC Equilibrio di ossido-riduzione AS 2005/2006 Si voglia schematizzare la pila di concentrazione con semielementi a Ag citata sopra, calcolarne la f.e.m. e la quantità d'energia chimica trasformabile in lavoro elettrico. Schematizzazione Semielemento 1: Semielemento 2: Pila di concentrazione: Ag/Ag+(aq) , 0,1 M Ag/Ag+(aq) , 1 M Ag/Ag+(aq) , 0,1 M // Ag/Ag+(aq) , 1 M Equilibrio redox e Potenziale di semielemento Semielementi 1 e 2: Ag(aq) + e- Ag EAg+/Ag = E°Ag+/Ag + 0,059 log Ag+ 1 Proprietà della pila Essendo il potenziale standard E° uguale per entrambi, il potenziale E dipenderà solamente dalle concentrazioni degli ioni Ag+(aq) nei due semielementi: Semielemento 1: Semielemento 2: Ag+ = 0,1 M Ag+ = 1 M In base all'equazione di Nernst risulta che E2 > E1, quindi la polarità della pila sarà: Semielemento 1: polo negativo (-) Semielemento 2: polo positivo (+) Semireazioni nei semielementi e Processo elettromotore Polo negativo (-): semireazione di ossidazione: Ag Ag(aq, 0,1 M) e Polo positivo (+): semireazione di riduzione: Ag(aq, 1 M) e Ag Il processo elettromotore è rappresentato dal processo fisico (mescolamento delle soluzioni): Ag(aq, 1 M) Ag(aq, 0,1 M) Quando 1 mol di elettroni fluiscono dal polo negativo (-) al polo positivo (+) nel circuito esterno, la reazione risultante consiste nel trasferimento di 1 mol di ioni Ag+ dalla soluzione a concentrazione maggiore (1 M) a quella a concentrazione minore (0,1 M). Forza elettromotrice e Lavoro elettrico Epila = E + red - E – red = E2 – E1 Pagina 33 BIC Equilibrio di ossido-riduzione AS 2005/2006 0,059 0,059 + + - E°Ag+/Ag + = Epila = E°Ag+/Ag + log Ag(0,1M) log Ag(1M) 1 1 Ag(1 M) 0,059 0,059 1 log = = = 0,059 V log 1 1 0,1 Ag(0,1 M) Il lavoro elettrico ottenibile dalla pila di concentrazione corrisponde alla diminuzione d'energia libera (∆Gmesc) che accompagna il processo elettromotore: Lel = nF Epila = 1 [mol e-] 9,65 104 [C(mol e-)-1] G°mesc = - Lel = - 5.69 0,059 V = 5,69 103 J 103 J = - 1362 cal Per il trasferimento di 1 mol di ioni Ag+ dalla soluzione a concentrazione maggiore (1 M) a quella a concentrazione minore (0,1 M), la variazione di entalpia (∆Hmesc) è, con buona approssimazione, uguale al calore sviluppato nella diluizione della soluzione a concentrazione maggiore diminuito del calore assorbito dalla soluzione a concentrazione minore. Poiché queste variazioni di concentrazione delle due soluzioni sono molto piccole, i calori sviluppati ed assorbiti sono pure molto piccoli e si compensano, quindi ∆H mesc si può considerare trascurabile: G°mesc = - T S°mesc e poiché la pila opera alla temperatura standard di 25°C: -Gmesc - 1362 cal S°mesc = = = 4,57 cal K-1 T 298 K 3.13 Potenziale elettrico e pH Consideriamo la semireazione Aoss + n e- la cui costante d'equilibrio è Keq = Arid Arid n Aoss e Il potenziale della copia Aoss/Arid è dato dall'equazione RT 1 EAoss/Arid = ln nF e- Risolvendo la (1) rispetto a (1) (2) 1 ed introducendo il valore ottenuto nella (2), si ottiene e - Pagina 34 BIC Equilibrio di ossido-riduzione EAoss/Arid = A RT RT ln K + ln oss nF nF Arid AS 2005/2006 (3) Alle condizioni standard, le concentrazioni della forma ossidata e della forma ridotta sono uguali a uno, perciò RT EAoss/Arid = ln K + 0 = E°Aoss/Arid nF Il potenziale della coppia (semicella) considerata è quindi A RT (4) EAoss/Arid = E°Aoss/Arid + ln oss nF Arid Consideriamo ora la semicella H+/H2/Pt, la cui reazione è 2 H+ + 2 eH2 Se l'idrogeno è alla pressione di 1 atm, dalla (4) si ottiene 2 EH+/H = E°H+/H 2 2 H+ 2 RT RT RT + ln = 0 + ln H+ = ln H+ 2F 1 2F F Siccome i protoni in soluzione acquosa formano ioni idronio, si può scrivere RT EH+/H = ln H3O+ 2 nF e a 298 K EH+/H = 0,059 log H3O+ 2 Consideriamo ora la pila a concentrazione formata da due semielementi ad idrogeno di cui uno in condizioni standard ( pH2 = 1 atm e H3O+ = 1 M) e l’altro dove H3O+ < 1 M. Se applichiamo quanto visto per le celle a concentrazione, troveremo che il semielemento con H3O+ = 1 M sarà il catodo mentre il semielemento con H3O+ < 1 M sarà l’anodo. Definiamo per semplicità il semielemento con le condizioni standard come elettrodo di riferimento e l’altro come elettrodo di misura. Quindi i potenziali degli elettrodi sono: Ecatodo = 0,059 log 1 = 0 Eanodo = 0,059 log H3O+ Il potenziale della cella è Ecella = 0-0,059 log H3O+ Siccome pH = - log H3O+ si ha pH = Ecella 0,059 Pagina 35 BIC Equilibrio di ossido-riduzione AS 2005/2006 Se invece di prendere come riferimento un elettrodo standard di idrogeno si prende un elettrodo saturo a calomelano, si ottiene Ecella = -0,2776 - 0,059 log H3O+ e quindi pH = Ecella 0,2776 0,059 Si sostituisce pure l'idrogeno gassoso dell'elettrodo di misura con un elettrodo di vetro che si introduce direttamente nella soluzione di cui si vuole misurare il pH. Il potenziale della cella è misurato da un potenziometro chiamato pHmetro. Pagina 36 BIC Equilibrio di ossido-riduzione 4. Elettrochimica II 4.1 Processi elettrolitici AS 2005/2006 Come visto in precedenza le reazioni spontanee (∆G < 0) si possono sfruttare per costruire pile che trasformano direttamente l'energia chimica in energia elettrica. Le reazioni che invece spontaneamente non potrebbero avvenire (∆G > 0) sono rese possibili fornendo energia elettrica dall'esterno con trasformazione della stessa in energia chimica. Questa trasformazione costituisce il fenomeno dell'elettrolisi ed il dispositivo in cui essa avviene è detto cella elettrolitica; nella pratica si utilizza una sorgente di corrente elettrica continua per provocare una reazione di ossidoriduzione in una soluzione elettrolitica o in un sale fuso. Un dispositivo per elettrolisi è costituito da un generatore di corrente continua i cui terminali sono collegati, per mezzo di fili conduttori, a due elettrodi (anodo e catodo) immersi in una soluzione elettrolitica (soluto An+ Bn- e solvente H2O) o sale fuso (An+ Bn-) contenuti in una cella. Analizziamo cosa avviene quando il circuito è chiuso e vi è passaggio di corrente d’intensità apprezzabile. Nel circuito esterno, gli elettroni fluiscono dal polo negativo del generatore al catodo della cella elettrolitica e dall’anodo di questa al polo positivo del generatore: quindi all’esterno della cella si ha un continuo flusso di elettroni dall’anodo al catodo. All’interno della soluzione, gli ioni positivi e gli ioni negativi migrano verso gli elettrodi di segno opposto, cioè verso il catodo e l’anodo rispettivamente: quindi, all’interno della cella si ha trasferimento di elettroni dal catodo (che ne è sovraccaricato) agli ioni positivi o alle molecole neutre della soluzione, mentre contemporaneamente Pagina 37 BIC Equilibrio di ossido-riduzione AS 2005/2006 elettroni vengono trasferiti all’anodo (che ne è deficitario) dagli ioni negativi o dalle molecole neutre della soluzione. Questi processi di trasferimento di elettroni che si compiono sulla superficie degli elettrodi rappresentano il momento di transizione tra il trasporto ionico delle cariche elettriche all’interno della soluzione ed il trasporto elettronico attraverso il circuito esterno. 4.2 Semireazioni di scarica agli elettrodi Le semireazioni che possono avvenire agli elettrodi sono di tipo diverso a seconda della natura degli elettrodi (inerti o reattivi), delle specie presenti nella soluzione (ioni positivi e negativi di tipo diverso del soluto e del solvente, oppure molecole neutre del solvente) e della loro concentrazione nella stessa. Quando si chiude il circuito, al catodo si ha un accumulo di elettroni e, durante l’elettrolisi, avviene la semireazione che tende a rimuovere dall’elettrodo l’eccesso di elettroni, cioè avviene la riduzione degli ioni positivi (An+ o H3O+) o delle molecole neutre (solvente H2O): Riduzione catodica: n+ A(aq) + n e- A + 2 H3O(aq) + 2 e H2 (g) + 2 H2O(l) 2 H2O(l) + 2 e H2 (g) + 2 OH(aq) All’anodo si ha un difetto di elettroni e, durante l’elettrolisi, avviene la semireazione che tende a cedere all’elettrodo un ugual numero di elettroni, cioè avviene l’ossidazione degli ioni negativi (Bn- o OH-) o delle molecole neutre (solvente H2O): Ossidazione anodica: nB(aq) B + n e 4 OH(aq) O2 (g) + 2 H2O(l) + 4 e + 6 H2O(l) O2 (g) + 4 H3O(aq) + 4 e Se l’anodo, anziché da un elettrodo inerte (quali Pt o Cgrafite che sono inossidabili), è costituito da un elettrodo reattivo può avvenire l’ossidazione del metallo che costituisce l’elettrodo stesso: n+ Me Me(aq) + n eLa reazione globale che avviene nella cella elettrolitica è la somma delle semireazioni che avvengono al catodo e all’anodo. Pagina 38 BIC Equilibrio di ossido-riduzione AS 2005/2006 Diversamente dalle celle galvaniche, nelle celle elettrolitiche le semireazioni di riduzione e di ossidazione avvengono rispettivamente al catodo (negativo) e all’anodo (positivo) in quanto collegati l’uno (catodo) con il polo negativo e l’altro (anodo) con il polo positivo del generatore. 4.3 Ordine di scarica delle specie chimiche agli elettrodi Tutte le specie ioniche presenti, sia positive che negative, provvedono, con la migrazione verso gli elettrodi di segno opposto, al trasporto della corrente elettrica, ma solo alcune di esse si scaricano agli elettrodi: si riducono e si ossidano preferibilmente le specie che richiedono il minor lavoro elettrico (Lel) e quindi la minor d.d.p. applicata (∆E). In pratica su ciascun elettrodo avviene la semireazione energeticamente meno difficile, ovvero quella che richiede minor energia e precisamente: all’anodo (+) si ossida la specie più riducente, cioè con potenziale minore; al catodo (-) si riduce la specie più ossidante, cioè con potenziale maggiore. Pertanto il confronto tra i valori dei potenziali E° nelle condizioni standard oppure tra i potenziali E nelle condizioni specificate (calcolati con l’equazione di Nernst) delle varie specie chimiche presenti consente di stabilire l’ordine discarica. 4.4 Potenziale di decomposizione e forza controelettromotrice Quando le specie chimiche presenti si scaricano, gli elettrodi si polarizzano trasformandosi così in semielementi di una pila chimica cortocircuitata che genera una forza elettromotrice contraria (f.c.e.m.) che si oppone al passaggio di corrente imposto dall'esterno. Perché il processo di elettrolisi avvenga in modo continuo occorre che la d.d.p. applicata superi il valore della massima f.c.e.m. generata dalla pila indotta. La differenza Ean - Ecat, che è il valore della massima f.c.e.m., rappresenta perciò la minima d.d.p. da applicare affinché avvenga l'elettrolisi: tale valore è noto come potenziale di decomposizione Ed.4 Quindi, conoscendo tutte le specie chimiche presenti e le possibili semireazioni a cui esse potrebbero dar luogo agli elettrodi, consultando i valori di E° tabulati e calcolando i valori di E mediante l'equazione di Nernst, è possibile prevedere Ean e Ecat rappresentano i potenziali di riduzione associati alle semireazioni elettrodiche che avvengono all'anodo (ossidazione) e al catodo (riduzione) rispettivamente. 4 Pagina 39 BIC Equilibrio di ossido-riduzione AS 2005/2006 effettivamente quali specie si ossideranno e si ridurranno e quale sarà la d.d.p. minima da applicare. 4.5 Potenziale pratico di elettrolisi Il valore Ed = (Ean - Ecat) calcolato perché avvenga l'elettrolisi si riferisce a condizioni d'equilibrio termodinamico ed è valido per un processo elettrochimico che viene condotto reversibilmente, quindi rappresenta solo il valore teorico della minima d.d.p che deve essere applicata ad una cella elettrolitica per provocare una reazione non spontanea. Nella pratica la d.d.p da applicare è maggiore del potenziale di decomposizione E d: più le condizioni di reazione si allontanano da quelle di reversibilità termodinamica tanto maggiore è la d.d.p. che si deve applicare rispetto al valore minimo Ed calcolato. La differenza tra il valore teorico Ed e quello pratico Epr è dovuta sia a fenomeni di sovratensione che di caduta ohmica: Epr = Ed + + I R ovvero: dove: Epr = Epr = Ean - Ecat + an cat + I R potenziale pratico d'elettrolisi; Ed = = potenziale di decomposizione dovuto alla polarizzazione chimica degli elettrodi (f.c.e.m. della pila indotta); sovratensione dovuta a fattori cinetici (difficoltà degli ioni a scaricarsi e = diversa velocità di migrazione); caduta ohmica dovuta alla resistenza propria della soluzione elettrolitica I R Solamente il potenziale di decomposizione Ed può essere calcolato termodinamicamente, mentre la sovratensione e la cauta ohmica I R dipendono da diversi fattori quali la temperatura, la concentrazione degli elettroliti, la densità di corrente, la natura e la superficie degli elettrodi. Esercizio 19 Al catodo di una cella elettrolitica sono presenti in soluzione acquosa, a concentrazione unitaria, i seguenti ioni: Cu2+, Ag+ e Zn2+. Noti i potenziali standard E°Cu /Cu = 0,34 V ; E°Ag /Ag = 0,80 V ; E°Zn /Zn = -0,76 V e + 2+ 2+ trascurando il solvente H2O, prevedere quale specie si scarica per prima. Pagina 40 BIC Equilibrio di ossido-riduzione AS 2005/2006 Esercizio 20 All'anodo di una cella elettrolitica sono presenti in soluzione acquosa, a concentrazione unitaria, i seguenti ioni: F -, Cl - e I -. Noti i potenziali standard E°F /F = 2,85 V ; E°Cl /Cl = 1,36 V ; E°I /I = 0,54 V e 2 - 2 - 2 - trascurando il solvente H2O, prevedere quale specie si scarica per prima. Esercizio 21 Calcolare la f.c.e.m. della pila indotta che si crea in una cella elettrolitica, sottoponendo a elettrolisi una soluzione acquosa 1,0 M di CoCl2, con elettrodi inerti di grafite. E°Cl /Cl = 1,36 V ; E°Co /Co = -0,28 V 2 - 2 Esercizio 22 Una cella elettrolitica contiene le seguenti specie chimiche in soluzione acquosa a concentrazione unitaria: Fe2+, Cu2+, Br - e Cl -. Trascurando il solvente H2O e in base ai valori dei potenziali standard E°Cl /Cl =1,36 V; 2 - E°Br /Br- = 1,06 V; E°Cu 2/Cu = 0,34 V; E°Fe 2/Fe = -0,44 V descrivere quale processo avviene 2 e calcolare il lavoro minimo necessario perché si compia l'elettrolisi. 4.6 Aspetti quantitativi dell’elettrolisi – leggi di Faraday Le leggi di Faraday consentono di ricavare le relazioni che interoccono tra la quantità di elettricità che attraversa una soluzione elettrolitica o sale fuso e le quantità delle specie chimiche consumate o prodotte agli elettrodi di una cella. Esse sono facilmente deducibili qualora si ricordi che: - - la quantità di carica elettrica trasportata da una mole di elettroni è il Faraday: 1 mol e- = 1 Faraday (F) = 96.500 Coulomb © la quantità di carica elettrica Q che attraversa una cella dipende dall'intensità della corrente I e dal tempo t: Q (C) = I (A) . t (s) un equivalente è la quantità in grammi di specie chimica ionica o neutra messa in gioco da 1 mole di elettroni, cioè da 1 Faraday. Per esempio, nell'elettrolisi di una soluzione acquosa di CuCl2, le semireazioni che avvengono agli elettrodi sono: anodo (+): 2 Cl(aq) Cl2 (g) + 2 e- catodo (-): 2+ Cu(aq) + 2 e- Cu(s) Pagina 41 BIC Equilibrio di ossido-riduzione AS 2005/2006 Considerando le stesse semirazioni basate sul trasferimento di 1 mole di elettroni: anodo (+): Cl(aq) catodo (-): 1 2+ Cu(aq) 2 1 Cl2 (g) + e2 1 + e- Cu(s) 2 si deduce che, al passaggio di 1 Faraday; si riduce 1/2 mol ioni Cu2+ a 1/2 mol Cu metallico si ossida 1 mol Cl- a 1/2 mol Cl2 gassoso Quindi, le quantità pari a 1/2 mol ioni Cu2+, 1/2 mol atomi Cu, 1 mol ioni Cl- e 1/2 mol molecole Cl2 sono tutte equivalenti tra di loro e rappresentative di 1 equivalente di ioni Cu2+(aq), di atomi Cu, di ioni Cl-(aq) e di molecole Cl2 (g). Di conseguenza la massa equivalente (Meq) e il volume equivalente (Veq) sono ricavabili dalla massa molare (Mm) e dal volume molare (Vm) tenendo conto del numero di moli di elettroni (n) messi in gioco per mole di specie chimica, ovvero del numero di equivalenti (n) per mole, secondo le relazioni: Meq (g eq-1 ) = Mm (g mol-1 ) n (eq mol-1 ) ; Veq (L eq-1 ) = Vm (L mol-1 ) a c. n. n (eq mol-1 ) Le leggi di Faraday riassumono le relazioni viste: I LEGGE - La quantità di specie chimica ridotta al catodo o ossidata all'anodo è proporzionale alla quantità di carica elettrica Q che ha attraversato la cella elettrolitica: Meq m= Q F dove: m = quantità (g) di specie chimica; Meq = massa equivalente (g eq-1) di specie chimica; F = costante di Faraday (C eq-1); Q = quantità (C) di carica elettrica Dalle relazioni Q = I t e Meq = m (g) = Mm si ottiene la relazione da utilizzare per i calcoli: n Mm (g mol-1 ) I (C s-1 ) t (s) n (eq mol-1 ) F (C eq-1 ) Pagina 42 BIC Equilibrio di ossido-riduzione AS 2005/2006 Quando la specie chimica ridotta al catodo o ossidata all'anodo è gassosa, la sua quantità può essere calcolata anche in unità di volume facendo riferimento alle condizioni normali per lo stato gassoso: V(c.n.) = dove: V = Veq = Veq (c.n.) F Q Volume (L) di specie chimica; Volume equivalente (L eq-1) di specie chimica; La relazione da utilizzare per i calcoli è: V(c.n.) Vm (L mol-1 ) I (C s-1 ) t (s) (L) = n (eq mol-1 ) F (C eq-1 ) II LEGGE - Per una stessa quantità di carica elettrica Q che passa attraverso più celle elettrolitiche disposte in serie, le quantità delle diverse specie chimiche che si ossidano o si riducono agli elettrodi sono proporzionali alle loro masse equivalenti: Q= m F m1 F m F = 2 = 3 = ... Meq 1 Meq 2 Meq 3 Nel caso in cui risulti Q = F = 96.500 C, le quantità di specie chimiche (m) che si ossidano o si riducono sono esattamente le masse equivalenti (Meq), cioè un equivalente di ciascuna specie. Esercizio 23 Calcolare la massa equivalente Meq dell'Alluminio e dell'Ossigeno nell'elettrolisi di Al2O3 fuso, ammettendo le seguenti semireazioni agli elettrodi: catodo (-): 2 Al3+ + 6 e- 2 Al(l) anodo (+): 3 O2- 3 O2 (g) + 6 e2 Esercizio 24 Una corrente di 3,50 A viene fatta passare per 3 min e 30 s in una cella elettrolitica contenente AuCl3. Calcolare la quantità in grammi di Au che si deposita al catodo della cella. Pagina 43 BIC Equilibrio di ossido-riduzione AS 2005/2006 Esercizio 25 Calcolare quanti litri di O2 gassoso a c.n. si sviluppano all'anodo di una cella elettrolitica contenente una soluzione di Ag2SO4 attraversata da una quantità di corrente tale da depositare contemporaneamente al catodo 3,8 g di Ag. Le semireazioni agli elettrodi sono: catodo (-): anodo (+): 4.7 2 Ag+ + e- Ag 6 H2O(l) O2 (g) + 4 H3O+(aq) + 4 e- Pile chimiche di interesse pratico Le pile chimiche trattate non sono pile costruite allo scopo di generare corrente, ma piuttosto per determinare sperimentalmente, mediante misure di f.e.m., molti dati termodinamici difficilmente ottenibili in altro modo riguardanti i metalli, le soluzioni e le reazioni di ossido-riduzione: tali pile rappresentano perciò validissimi mezzi di ricerca. In questo paragrafo vengono descritte le pile che più frequentemente sono usate nella pratica come generatori di corrente. Le pile chimiche d'interesse ed utilizzo pratico vengono di solito classificate in due categorie: pile chimiche primarie (o irreversibili) che una volta sfruttate come sorgenti d'energia elettrica non possono essere riportate allo stato originario per le alterazioni irreversibili determinate dai processi di scarica: le più note sono le pile a secco e quelle ad elettrolita solido; la loro durata nel tempo dipende dalla quantità iniziale dei reagenti; Pila Leclanché Pila Ruben-Mallory Pagina 44 BIC Equilibrio di ossido-riduzione AS 2005/2006 pile chimiche secondarie (o reversibili) che invece possono essere ricaricate mediante una sorgente di corrente continua esterna; le più note sono gli accumulatori. Accumulatore al Piombo Esiste un'altra categoria di pile, dette a combustibile, nelle quali il processo elettromotore è una reazione di combustione in cui il combustibile (H 2, CH4, carbone, gas naturale, gas liquido, gasolio, olio combustibile) ed il comburente (O 2) vengono alimentati di continuo dall'esterno ed i prodotti della reazione vengono continuamente asportati; esse realizzano rendimenti elevatissimi e sono in grado di produrre energia elettrica fintanto che il combustibile e l'ossigeno sono disponibili. Cella combustibile ad idrogeno Qualsiasi pila che coinvolge liquidi come elettroliti è difficile, nella pratica, da usarsi in condizioni di movimento. Per questo scopo sono molto utili le pile a secco: la soluzione acquosa dell'elettrolita è adsorbita su materiale poroso inerte oppure gelificata con amido e pertanto essa non può scorrere liberamente all'interno della pila. Un inconveniente di queste pile è che non sopportano le basse e le alte temperature in quanto l'elettrolita acquoso può gelare od evaporare con perdita evidente di conducibilità ionica, ma vengono normalmente utilizzate come sorgenti Pagina 45 BIC Equilibrio di ossido-riduzione AS 2005/2006 d'energia elettrica portatile (lampade tascabili, radioline, apparecchi fotografici, elettrodomestici ed altri strumenti portatili). Le pile ad elettrolita solido possono invece funzionare in un intervallo ampio di temperature e durare molto più a lungo, e sono basate sul fatto riconosciuto che in certi solidi cristallini la mobilità degli ioni è sufficiente per dar luogo a conduzione. Sebbene le pile reversibili siano molte (es.: pila Daniell, Weston, ...) non tutte possono trovare interesse pratico come accumulatori, ma solo quella in cui i processi di scarica e ricarica avvengono senza particolari difficoltà. il loro campo d'applicazione è molto vasto in quanto vengono usate per l'avviamento dei motori a scoppio e diesel, per l'illuminazione delle carrozze ferroviarie, per l'alimentazione di strumenti scientifici, ed in genere come fonti di riserva e d'emergenza d'energia elettrica. Esercizio 26 La pila a secco tipo Leclanchè può essere così schematizzata: Zn / NH4Cl(aq) // MnO2 (s), C(s, grafite) Descrivere il processo elettromotore e calcolare la quantità di Zn metallico consumato quando la pila ha erogato 35,0 ampere-ora (A h-1). Esercizio 27 La pila a mercurio, tipo Ruben-Mallory, è una pila a secco molto utilizzata per micro apparecchiature e può essere così schematizzata: Zn / KOH(aq) // HgO (s), C(s, grafite) Descrivere il processo elettromotore e calcolare la f.e.m. in condizioni standard. Esercizio 28 Un tipo di pila a elettrolita solido è quella Argento-Iodio che può essere schematizzata nel seguente modo: Ag / AgI(s) // I2 (s), C(s, grafite) Descrivere il processo elettromotore e calcolare la f.e.m. in condizioni standard sia dai dati termodinamici (∆G°reaz = -31,7 kcal) che da quelli di potenziale standard ( E°I /I = 0,535 V ; E°AgI /Ag = -0,151 V) 2 - Esercizio 29 Un combustibile convenzionale che potrebbe essere utilizzato nelle pile è il metano CH4. Una pila combustibile di questo tipo può essere così schematizzata: C(s, grafite), CH4 (g) / KOH(aq) // O2 (s), C(s, grafite) Descrivere il processo elettromotore dlela pila, calcolare la f.e.m. standard e il rendimento teorico che si potrebbe ottenere dai seguenti dati termodinamici (∆G°reaz = -817 kJ e ∆H°reaz = -889,5 kJ) Pagina 46 BIC Equilibrio di ossido-riduzione AS 2005/2006 Esercizio 30 Calcolare la quantità di elettricità fornita da un accumulatore al piombo in fase di scarica quando 23,0 g di Pb sono stati ossidati. Calcolare inoltre la quantità di PbSO4 che si è formata su entrambi gli elettrodi e per quanto tempo l'accumulatore deve essere ricaricato mediante una corrente di 10,0 A per riportarlo nelle condizioni originarie. La reazione che avviene nell'accumulatore in fase di scarica è la seguente: Pb + PbO2 (s) + 2 H2SO4 (aq) 2 PbSO4 (s) + 2 H2O(l) Altri Problemi Esercizio 31 Qual è il valore del potenziale della seguente cella Ni / Ni2+ (0,01M) // Cl- (0,2 M) / Cl2 (1 atm) Qual è il valore del ∆G della cella? Esercizio 32 Calcolare la F.e.m. della pila costituita ai seguenti semielementi galvanici: Fe / FeSO4 (0,2M) // Pb / Pb(NO3)2 (0,01 M) Esercizio 33 Calcolare i potenziale di un elettrodo di ferro immerso in una soluzione acquosa satura di idrossido ferroso (FeII) a un pH = 9. Esercizio 34 Calcolare la forza elettromotrice della pila costituita dai semielementi Ni2+ (10-3M) / Ni // Ag+ (5.10-2M) / Ag Indicare se la reazione avviene spontaneamente e calcolare la costante di equilibrio. Esercizio 35 Calcolare la quantità di nitrato (AgNO3) decomposta elettroliticamente dal passaggio di una corrente di 0,5 ampère per 200 minuti. Esercizio 36 La stessa quantità di elettricità che viene liberata da 2,158 g di argento viene fatta passare attraverso una soluzione di un sale di oro, e si depositano 1,314 g di oro. Calcolare la massa equivalente dell'oro e il Numero di Ossidazione dell'oro in questo sale. Pagina 47 BIC Equilibrio di ossido-riduzione AS 2005/2006 Esercizio 37 Quanto tempo occorre per depositare 100 g di Al, da una cella elettrolitica che contiene Al2O3, e attraversata da una corrente di intensità pari a 125A. Pagina 48