Progetto di educazione ambientale Incontri sull`ambiente 1° Modulo

annuncio pubblicitario
Corpo Forestale dello Stato
Progetto di educazione ambientale
3° Modulo: le principali entità floristiche e vegetazionali dei
boschi appenninici
Definizioni
Corpo Forestale dello Stato
ECOSISTEMA: Concetto elaborato nel 1935 da A.G. Tansley.
E' l'insieme di una comunità di esseri viventi vegetali ed
animali, o BIOCENOSI, e del suo luogo di vita, BIOTOPO;
un ecosistema ha dunque componenti viventi o biotiche
(piante, animali e microorganismi decompositori) e componenti
non viventi o abiotiche: fisiche (luce, temperatura,
pressione, …) e chimiche (elementi, composti inorganici,
composti organici, …). Gli ECOSISTEMI sono tra loro
collegati da scambi energetici e da vari cicli dei materiali,
detti biogeodinamici: il ciclo del carbonio, dell'azoto, del
fosforo, dello zolfo, dell'acqua.
Progetto Life Natura
Corpo Forestale dello Stato
“Conservazione dell’orso bruno nell’Appennino centrale”
LA BIODIVERSITÀ
DELL’ECOSISTEMA
MONTAGNA
Definizioni
Corpo Forestale dello Stato
• ECOLOGIA: E' un termine che deriva dal
greco: oîkos = dimora, casa + lógos =
discorso; indica, così, lo studio dei rapporti
fra gli organismi ed il loro ambiente.
• AMBIENTE: E' un sistema complesso in cui
i rapporti sono concatenati ed intrecciati in
modo
dinamico. Per
comprenderne
il
funzionamento
occorre
considerare
le
connessioni, i rapporti, gli insiemi.
DIVERSI TIPI DI AMBIENTE
CHE COESISTONO
Corpo Forestale dello Stato
LE MONTAGNE
I BOSCHI
LE PRATERIE
Definizioni
Corpo Forestale dello Stato
CONSERVAZIONE: Il modo di utilizzare le risorse naturali
(aria, acqua, suolo, minerali, diverse specie di piante e di
animali, i beni materiali e culturali) con lo scopo di raggiungere
una qualità di vita sempre migliore per l'umanità
EDUCAZIONE AMBIENTALE: Processo educativo orientato ad
approfondire la conoscenza delle interazioni uomo-ambiente
utilizzando una prospettiva interdisciplinare e un approccio di
problematizzazione e ricerca di soluzione degli aspetti rilevanti
e critici che derivano da tali interazioni.Concerne il progresso
delle conoscenze e delle azioni miranti ad una integrazione
sempre più adeguata dei soggetti e dei gruppi sociali al
contesto ambientale, preoccupandosi della salvaguardia e
dell'uso sempre più corretto delle risorse.
HABITAT: Termine usato in ecologia per definire
"l'area naturale o il luogo di residenza usuale di un
singolo organismo o di un gruppo di organismi"
(Storer et al.). E' il luogo in cui un organismo o una
popolazione vive.
.
POPOLAZIONE: Questo termine deriva dal latino: populus = popolo.
"E' l'insieme di individui appartenenti alla stessa specie o a specie
diverse che abitano in una stessa area" (Odum).
SPECIE: Il termine deriva dal latino: species =
aspetto,forma esteriore. E' l'unità tassonomica nella
classificazione degli organismi animali e delle piante.
Stessa famiglia specie
diverse
• Autoctono: pianta
o animale presente
spontaneamente in
quella regione da
lungo tempo.
•Alloctono: originario di un luogo
diverso da quello in cui si trova,
non indigeno, non nativo.
Lepre
americana
Larice
Castoro
Corpo Forestale dello Stato
Come si conserva la biodiversità?
• I parchi e le riserve;
• Le direttive comunitarie e le leggi nazionali
e regionali;
• Gli orti botanici, i vivai e le aree faunistiche
I boschi
Latifoglie: piante arboree con foglie a lamina larga, come l’acero, il
faggio, ecc… Tutte le latifoglie di montagna e dei climi freddi sono
anche caducifoglie e quindi perdono le foglie nel tardo autunno,
prima del freddo invernale. Anche termine per distinguere gli alberi
con foglie a lamina larga da quelli con foglie a lamina stretta
(aghifoglie).
Conifere: piante arboree con strobili (pigne) a forma di cono, fusto
unico ed eretto. Ne fanno parte piante gigantesche come le sequoie
e molte specie di montagna: larice, abete, pino, ecc… di notevole
interesse botanico, fitogeografico, forestale ed economico. Nelle
epoche geologiche del Giurassico e del Cretacico, le conifere
costituivano le piante arboree più diffuse sulla Terra. Attualmente
sono presenti quasi esclusivamente nelle zone a clima temperato e
temperato-freddo dell’emisfero boreale, dove costituiscono grandi
boschi e immense foreste.
Corpo Forestale
dello Stato
Corpo Forestale dello Stato
Corpo Forestale dello Stato
BOSCHI DI PIANURA
L'ambiente planiziario è quello che ha
subito le più importanti modificazioni
negli ultimi 10.000 anni, da quando
cioè l'uomo ha cominciato a praticare
l'agricoltura.
Alla fine dell'era glaciale infatti la
Pianura Padana era ricoperta da una
rigogliosa, immensa foresta di latifoglie
di farnie e carpini con frassini, tigli,
olmi. Oggi di questa non rimangono
che rari e piccoli lembi superstiti:
l'uomo-agricoltore, nel tempo, ha
conquistato tutta la fertile pianura. Al
margine delle colture tuttavia possiamo
trovare dei boschi in miniatura: le siepi
campestri
Corpo Forestale dello Stato
LE SIEPI CAMPESTRI
Le siepi possono essere costituite
da grandi e piccoli alberi, come da
cespugli. Oltre a piante autoctone
come i pioppi, i salici, l'Olmo
campestre, l'Orniello e l'Acero
campestre, ve ne sono altre
introdotte ormai da secoli come la
Robinia, il Platano e il Gelso. Molto
frequenti sono poi le specie a
portamento
cespuglioso:
il
Corniolo,
la
Frangola,
il
Sanguinello, il Sambuco, il Nocciolo
ed altre. Le siepi venivano piantate
e curate per la loro utilità: fornivano
legna da ardere e legname da
lavoro, piccoli frutti, offrivano ombra
all'uomo e protezione dal vento alle
colture agrarie, proteggevano
inoltre, con le loro radici, le sponde
dei canali.
Corpo Forestale dello Stato
BOSCHI FLUVIALI
Un tempo nella pianura la vegetazione legata ad ambienti palustri ed acquatici era molto diffusa. La
sua estensione si è fortemente ridotta in seguito alle bonifiche agrarie, iniziate già dai romani e
proseguite, fino a qualche decennio fa. I fiumi nella pianura scorrono quasi sempre entro argini artificiali
e il loro corso originario è stato spesso deviato nel tempo dall'uomo. Difficile è quindi ritrovare ambienti
fluviali intatti, tuttavia ai margini degli alvei maggiori, su terreni quindi molto umidi, si può insediare una
vegetazione forestale di specie tolleranti saltuarie inondazioni. Sono boschi formati in prevalenza da
salici, pioppi e ontani. Hanno una certa importanza ecologica in molte zone di pianura dove
rappresentano le uniche formazioni forestali presenti
Corpo Forestale dello Stato
BOSCHI DELL'AMBIENTE COLLINARE
Nel territorio collinare e della prima montagna, in una fascia
compresa all'incirca tra i 300 e i 1000 m di altitudine, si trovano
boschi misti caducifoglie a prevalenza di querce. Le più
rappresentate sono la Rovere, la Roverella e il Cerro; ma con
queste sono diffuse anche altre specie come il Carpino nero e il
Tiglio selvatico. Spesso in collina gran parte della superficie un
tempo occupata da queste foreste è stata sottratta dall'uomo per
sostituirvi le colture agrarie e gli insediamenti urbani,
così ora rimangono solo lembi di boschi sparsi,
intercalati ai campi o confinati sui versanti più
acclivi, dove sarebbe difficile praticare le
coltivazioni. In molte aree questi boschi sono
rappresentati da castagneti: nel corso del
tempo l'uomo ha infatti diffuso per necessità
alimentari ed economiche il Castagno,
sostituendolo alle querce e alle altre specie
arboree spontanee.
Corpo Forestale dello Stato
BOSCHI DELL'AMBIENTE MONTANO
Più in alto dei querceti collinari si trovano i boschi
dell'ambiente montano, rappresentati soprattutto da formazioni
di Faggio. Sugli Appennini, dove manca la fascia dei boschi a
conifere, presenti invece sulla catena alpina, le faggete
chiudono la serie altitudinale della vegetazione forestale. In
linea di massima questa fascia si colloca tra i 1000 e i 1400 m
di altitudine. L'ambiente della faggeta è più umido e fresco
rispetto a quello collinare dei querceti.
Altre specie, presenti oltre al faggio sono
latifoglie come l'Acero montano e l'olmo
montano, e conifere come il Tasso e l'Abete
bianco.
In
alcune
zone
soprattutto
dell'Appennino, su terreni troppo aridi per il
Faggio, si trovano boschi di conifere come il
Pino nero sul Gran Sasso e sulla Sila e il Pino
loricato, specie rara e presente solo sul
massiccio del Pollino.
Corpo Forestale dello Stato
Servizio Antincendio Boschivo
Nel 1992 è stata istituita la Sala Operativa Centrale del Corpo
Forestale dello Stato, che ha sede presso la Direzione Generale,
in funzione 24 ore su 24 per tutto l'anno. Nell'ambito delle attività
antincendio, la Sala Operativa si colloca come struttura centrale
preposta alla ricezione e smistamento di informazioni e
segnalazioni e interagisce con il Centro Operativo Aereo Unificato
(C. O. A. U.) e con gli uffici periferici del C.F.S. per una più
efficiente organizzazione dell'intervento terrestre ed aereo.
Le capacità operative della Centrale sono state ulteriormente ampliate e perfezionate nel corso del 1994 attraverso il
collegamento al Centro Elaborazione dati del Ministero dell'Interno, che ha reso possibile un rafforzamento dell'attività
di prevenzione e di repressione dei reati contro il patrimonio boscato. Fondamentale strumento della Centrale
Operativa per la raccolta di informazioni, segnalazioni e richiesta di intervento si è rivelato il Numero Verde 1678-69100
del Corpo forestale la cui istituzione è avvenuta il 1 agosto 1991.
Sulla scorta del successo del Numero Verde, che ha assunto la funzione di filo diretto tra cittadini ed istituzione in
ordine al tema dell'ambiente e del territorio, questo servizio è stato recentemente sostituito dalla istituzione del Numero
Nazionale 1515, di più facile memorizzazione, che dà la possibilità di chiamare gratuitamente da tutta Italia 24 ore ore
su 24, entrato in funzione il 1 luglio 1997, che si avvale di un più sofisticato ed efficiente sistema di instradamento delle
chiamate.
Corpo Forestale dello Stato
Il programma CON.ECO.FOR.
Il Programma Nazionale Integrato per il Controllo degli Ecosistemi
Forestali (CONECOFOR) ha lo scopo di studiare gli effetti
dell'inquinamento atmosferico e dei cambiamenti climatici sulle
condizioni degli ecosistemi forestali italiani, secondo un approccio di tipo
ecologico. Il Programma è stato ideato ed avviato nel 1995 dal Corpo
Forestale dello Stato (che opera nell'ambito del Ministero delle Politiche
Agricole e Forestali). Attualmente in Italia in circa 260 punti di
rilevamento distribuiti sul tutto il territorio nazionale sono effettuate
annualmente valutazioni dello stato delle chiome degli alberi e nel
1995/6, indagini ed analisi del suolo e delle foglie. Il Programma
CONECOFOR è basato su 27 aree permanenti sparse su tutto il
territorio nazionale e rappresentative di tutte le principali comunità
forestali italiane. Nelle aree permanenti sono svolte nove diverse
indagini: analisi geologica e geomorfologica (preliminare), analisi della
vegetazione (ogni anno), analisi delle condizioni delle chiome (ogni
anno), analisi del contenuto chimico delle foglie (ogni due anni), analisi
dei suoli (ogni 10 anni), analisi delle variazioni di accrescimento degli
alberi (ogni 5 anni), analisi delle deposizioni atmosferiche (in continuo),
analisi meteorologiche (in continuo), analisi degli inquinanti atmosferici
(in continuo).
I fiori del bosco
Corpo Forestale dello Stato
Scarpetta di Venere (Cypripedium
calceolus).
È un’ orchidea con
foglie
parallelinervie e fiori con un grande
labello di colore giallo oro. È la più
grande orchidea di montagna. Cresce
in vicinanza dei ruscelli nei boschi
radi. Specie rara e protetta.
Peonia selvatica
officinalis).
(Peonia
È una pianta perenne con fiori
di colore rosso. Cresce nei
boschi radi. Specie rara e
protetta.
Iris marsica
È una pianta bulbosa. Cresce ai
margini dei boschi. È una specie
endemica dell’Abruzzo.
I fiori del bosco
Ciclamino
purpurescens)
Corpo Forestale dello Stato
(Ciclamen
Viola del pensiero (Viola
tricolor)
È una pianta perenne con foglie di
forma circolare verde scuro. I fiori
sono di colore variabile dal rosa
chiaro al rosso. Cresce nei boschi
di latifoglie e conifere.
È una pianta perenne con
foglie basali. I fiori sono di
colore variabile dalle diverse
tonalità di giallo a tricolori
(bianco, giallo e violetto).
Cresce ai margini del bosco.
Primula comune (Primula
vulgaris)
È una pianta perenne
foglie tutte basali. I
sono di colore giallo
macchia più scura
base dei petali.
con
fiori
con
alla
Latte
di
gallina
(Ornithogalum umbellatum)
È una pianta con foglie
lineari . L’infiorescenza è di
colore bianco, con 6 foglie
che fungono da petali. Il
fusto, se viene spezzato,
odora di aglio. È una pianta
officinale, molto diffusa.
Il governo del bosco
Corpo Forestale dello Stato
Rinnovazione gamica: riproduzione di alberi per seme
Governo ad alto fusto
Rinnovazione agamica: riproduzione di alberi per
polloni
Governo a ceduo
Gestione selvicolturale
Corpo Forestale dello Stato
Gestire il bosco vuol dire:
-conservare la biodiversità e la capacità
produttiva di tutte le specie presenti attraverso
diversi tipi di intervento selvicolturale;
- assicurare un utilizzo sostenibile del bosco
come risorsa economica e turistica.
Scarica