Paci La filosofia e la città - IIS Severi

Paci
La filosofia e la città
In questo brano il filosofo italiano Enzo Paci richiama l’attenzione sulle origini politiche
del fare filosofico, in una dialettica tra libertà individuale, individualismo e universalismo politico,
nel contatto tra le colonie greche della Ionia e la madrepatria ateniese.
Bisogna notare che la filosofia e il teatro greco furono, al-
niverso. Alla creazione dell’ordine divino del mondo si
meno in parte, gli eredi della religione orfica. In quanto la fi-
oppone il serpente Ophioneus che rappresenta le poten-
losofia nasce dalla sintesi dell’individualismo del pensato-
ze del male e delle tenebre. Qualcuno ha visto nella teo-
re libero da ogni pregiudizio e dal valore universale del sa-
gonia di Ferecide l’idea dell’universo concepito come il
pere essa eredita i due caratteri tipici dell’orfismo: l’indivi-
campo di lotta tra un principio positivo e uno negativo.
dualismo e l’universalismo: saranno proprio questi due
Alla Ionia la madrepatria non è debitrice soltanto della
caratteri che, alla conclusione del pensiero presocratico,
poesia epica e della filosofia ma anche dell’istituto giuri-
trionferanno in Ippia di Elide. Non solo, ma la filosofia si
dico-politico della polis. Prima della colonizzazione i gre-
presenterà come un’enciclopedia del sapere che avrà per
ci abitavano in villaggi e borghi. Per conquistare l’Asia fu-
scopo di rinnovare la vita storico-sociale e di trasformare
rono costretti, in terra nemica, a fortificarsi in campi trin-
la vita politica. In questo senso i filosofi presocratici e gli
cerati: furono questi campi che formarono i primi nuclei
stessi sofisti sono gli eredi del vangelo etico, sociale e re-
della città. I coloni d’Asia – scrive Gaetano De Sanctis –
ligioso annunciato dalla grande e domata eresia orfica.
«furono per lunghi anni costretti a stanziare in perma-
Accanto alle teogonie orfiche bisogna ricordare quelle attri-
nenza entro le fortificazioni dei loro campi... Quindi il for-
buite a Museo, ad Acusilao, ad Epimenide di Creta e a Fere-
marsi di vere unità cittadine con propria vita economica,
cide di Siro. Nei Frammenti dei presocratici del Diels leggia-
politica, religiosa, quasi isole nel territorio che talora era
mo questo verso attribuito a Museo: «Tutte le cose appare
coltivato soprattutto dagli indigeni ridotti a servi della gle-
che nascano dall’uno e che nell’uno si dissolvano». È chia-
ba. Codesta nuova organizzazione, che i coloni si diede-
ra qui l’unità come un principio originario da cui tutto deri-
ro per forza di cose, si riverberò sulla madrepatria e fece
va e a cui tutto ritorna e si rivela in questa idea uno dei ca-
che anche qui, di mano in mano che si attuavano le con-
ratteri della filosofia greca: spesso, posta tra l’unità e la mol-
dizioni per un maggiore agglomeramento della popola-
teplicità, la filosofia greca si orienta verso l’unità. Ma l’unità,
zione, questa si organizzasse in città». Nella «autonomia
una volta riconosciuta come realtà prima ed ultima, come
dei centri cittadini – continua De Sanctis – abbandonati
si accorderà con le molteplici cose del mondo? Il problema
ciascuno a sé, sta in Asia l’originalità loro di fronte al-
sarà fondamentale, non solo per tutti i presocratici, e in mo-
l’ambiente anatolico, sta nello stesso tempo la loro forza
do particolare per gli Eleati, ma anche per Platone che lo di-
e la loro debolezza: la forza, cioè l’impulso a quella at-
scuterà in uno dei suoi dialoghi più profondi: il Parmenide.
tuazione concreta di tutte le libertà di cui per la prima vol-
Acusilao, in conformità a tutto il pensiero teogonico,
ta nella storia universale fu teatro la Ionia; la debolezza,
porrà come principio il caos: è notevole il fatto che egli os-
cioè la radice della incapacità degli ioni a mantenere in
servi che il caos, come principio primo, rimarrà sempre
vita quel fuoco di libertà che essi primi avevano acceso».
per l’uomo qualcosa di sconosciuto. C’è qui l’intuizione
La città è il primo saldo e consistente organismo colletti-
che è possibile conoscere soltanto ciò che è ordinato e ri-
vo di raggruppamento sociale. Quando, ai nostri tempi,
ducibile all’ordine, alla chiarezza, alla razionalità del sa-
Max Weber ne studierà la storia e il carattere dovrà rico-
pere. La Teogonia di Epimenide si ricollega all’antico cul-
noscere che le origini della città possono essere varie, sia
to dello Zeus cretese o ideo. La personalità di Epimenide
il campo trincerato che la fortezza e il mercato o, in ge-
è quella del profeta filosofo e del taumaturgo. Più origina-
nerale, l’insediamento mercantile. Ma ciò che decide del-
le la Teogonia di Ferecide di Siro che secondo Cicerone fu
l’importanza della città greca per la civiltà è il fatto che la
tra i Greci il primo a sostenere che l’anima dell’uomo è
polis non è soltanto una realtà storica, ma un problema e
eterna. Ferecide vede il principio della realtà in una trinità
un’idea. Ponendosi il problema della città-stato, i greci
divina rappresentata da Zeus, Cronos e Chthonia, dea del-
hanno affrontato per primi la complessa dialettica dei rap-
la terra concepita come anima alla quale poi Zeus dona il
porti tra individuo e stato, tra situazione sociale, diritto,
corpo e cioè la terra materiale. L’inizio della generazione
morale e religione e, infine, tra stato e stato. Risolvere
del mondo avviene quando Zeus si trasforma in Eros ed
questo problema era fondare l’ordine dei rapporti umani
ordina la realtà in un’unica armonia che penetra tutto l’u-
su una visione filosofica, soprattutto per quanto riguarda
© Pearson Italia S.p.A.
a cura di F. Cioffi, G. Luppi, A. Vigorelli, E. Zanette,
A. Bianchi, S. O’Brien; Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori
i rapporti tra l’individuo, l’organismo politico e la trasfor-
e lo stato, il filosofo rappresenta spesso l’urto tra la forza
mazione e la dialettica degli organismi politici. Nella Ionia
storica conservatrice, che tende a permanere uguale a se
si formano i primi nuclei cittadini, ma nella Ionia nacque
stessa e a fissarsi in concezioni e ordinamenti stabiliti, e
anche il primo grande e fecondo contrasto tra la libertà in-
la tendenza al rinnovamento in funzione di nuove idee,
dividuale e la struttura politica. Si trattava di risolvere so-
di una nuova ed emergente concezione del mondo. Per
prattutto due punti. Primo: in che misura l’organismo col-
l’ordine tradizionale delle città l’individualità filosofica,
lettivo doveva assorbire la personalità individuale e fino a
che parla in nome di una saggezza universale e in nome
che punto l’uomo doveva risolversi nel cittadino? Secon-
della ragione, sarà un’individualità pericolosa e rivolu-
do: di fronte alle lotte sociali e alle lotte con le altre città e
zionaria. Se la polis deve fondarsi sull’armonia tra gli in-
con gli altri stati, di fronte cioè al processo della storia, fi-
dividui e lo stato, l’individualità filosofica, richiamandosi
no a che punto la città poteva mutarsi e rinnovarsi, con-
alla ragione e alla saggezza, rappresenta l’esigenza del
servarsi e nello stesso tempo mutare se stessa? Se la città
rinnovamento storico, e mentre da un lato cerca di sotto-
aveva alla base una concezione religiosa ed etica, che im-
mettere la polis all’enciclopedia filosofica del sapere, dal-
plicava una concezione generale della vita umana, un
l’altro considera la polis transeunte, mutevole, trasforma-
mutamento della città comportava un mutamento di
bile secondo nuove concezioni scientifiche e filosofiche.
quella visione generale e un mutamento della tradizione
La libera individualità degli ioni sente profondamente
etico-religiosa. Fu chiaro per gli ioni che il problema del-
che lo stato non esaurisce l’umanità, che la personalità
la vita umana e cittadina richiedeva una saggezza e un
umana ha un valore più profondo dello stato. La poesia
sapere di carattere generale, una concezione della natu-
ionica-eolica (Archiloco, Semonide d’Amorgo, Mimner-
ra e della vita fondata su principi universali, in breve una
mo, Alceo, Saffo) rappresenterà in forma eminente la
vera e propria filosofia. Il problema della città conduce alla
scoperta dell’autonomia della persona umana mentre la
filosofia e la filosofia a sua volta conduce alle riforme e al-
filosofia darà addirittura, all’uomo che ha scoperto se
la trasformazione della vita della città e dei suoi fonda-
stesso come individuo, un sapere universale che si porrà
menti religiosi, etici e sociali. Da vari punti di vista e in va-
di fronte alla città in funzione critica e rinnovatrice.
rio modo, i filosofi diventeranno così i teorici e i critici del-
Quando l’individuo, di cui la poesia ionica ed eolica ci te-
la polis e la filosofia dovrà rinnovare l’idea della polis e
stimoniano l’autoformazione, scoprirà in sé i principi e i
scontrarsi con la concezione della vita già codificata e tra-
mezzi di una saggezza che, pur nata da lui, cercherà di
dizionalmente accettata dalla città-stato; alla fine la criti-
conquistare un valore superindividuale, nasceranno le
ca filosofica, con Alcidamante, si porrà contro l’istituzio-
prime sintesi filosofiche vere e proprie.
ne basilare della società greca, contro la schiavitù.
Il problema della polis è dunque strettamente collegato al
Empedocle, tra i filosofi presocratici, rappresenta quasi
problema della filosofia. È il problema del rapporto, sen-
miticamente il contrasto dialettico tra la filosofia e la po-
tito, vissuto e sperimentato soprattutto dagli ioni, tra l’il-
lis. Quando la filosofia dalle colonie si trasporterà nella
limitata libertà individuale e la disciplina politico-sociale,
madrepatria, Anassagora, pur amico di Pericle, subirà il
tra gli esseri molteplici, tra loro distinti e separati, e l’unità
primo processo per empietà; Protagora, accusato di atei-
che deve accordarli, problema che i filosofi sapranno ele-
smo, dovrà prendere la via dell’esilio; e infine Socrate
vare alla sua più alta universalità. Diventerà allora sia il
rappresenterà sempre, per l’umanità, il tipico contrasto
problema del divenire storico della natura e della vita, che
dialettico tra la filosofia, incarnata in un individuo che an-
il problema della permanenza di una realtà che superi il
nuncia un nuovo vangelo etico, e la tradizione storico-
divenire o lo regoli secondo una legge. Sarà il problema
politica e religiosa. Giacché se il contrasto, all’interno del-
del divenire di Eraclito e dell’essere di Parmenide.
la città, era contrasto tra classi, e tra le libertà individuali
E. Paci, Storia del pensiero presocratico, Eri, Torino 1957
per l’analisi
1 In che rapporto vengono posti, nella prima parte
del brano, filosofia e orfismo?
2 Attraverso quali momenti, per l’autore, la filosofia greca
«si orienta verso l’unità»? E che significato assume
questa espressione?
3 Come argomenta l’autore la tesi secondo cui Atene è
debitrice della Ionia dell’istituto giuridico-politico della polis?
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4 Perché, per l’autore, il «problema della polis è
strettamente collegato al problema della filosofia»?
In che senso i «filosofi diventeranno i teorici e i critici
della polis»?
5 Confronta la prospettiva attraverso cui vengono
presentati in questo brano i filosofi presocratici e i sofisti
e confrontala con quella prevalente nel manuale. Quali
differenze di approccio e di contenuto sono riscontrabili?
a cura di F. Cioffi, G. Luppi, A. Vigorelli, E. Zanette,
A. Bianchi, S. O’Brien; Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori