Mappatura insediamenti produttivi

I N DAG I N E E P I D E M I O L O G I C A
S U L L A E S P O S I Z I O N E A FA T T O R I D I
RISCHIO DELLA POPOLAZIONE
DEL TERRITORIO DELL’ULSS 17
Gli atti del Convegno sono a cura del
Dipartimento Statistica Informatica e Comunicazione
U.O. Progettazione e Statistica
Azienda Ulss 17
GRUPPO DI LAVORO
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA
Laboratorio di Epidemiologia Ambientale del Dipartimento
di Medicina Ambientale e Sanità Pubblica
Giorgio Moretti
AZIENDA ULSS 17 – REGIONE VENETO
Direzione Sanitaria
Alba Maria Rosito
Direzione Medica dell’Ospedale
Fabiola Fabris
Area Cure Primarie
Francesco Giandoso
Dipartimento Statistica Informatica e Comunicazione
Luisa Manci
Michela Apostoli
Paola Reffo
Federica Fornasiero
Martina Donato
U.O. Progettazione e Statistica
Dipartimento Di Prevenzione
Servizio Veterinario
Giorgio Zuanon
Lino Gioga
Agostino Sinigaglia
Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione
Pierpaolo Pavan
Servizio Igiene e Sanità Pubblica
Antonio Ferro
Gabriella Penon
Graziano Tasinato
Servizio Prevenzione Igiene e Sicurezza negli Ambienti
di Lavoro
Doriano Magosso
Medici Di Medicina Generale Ulss 17
Andolfo F., Baù A., Bolzonella S., Boraso S.,
Brigato G., Chiarelli L., Cortella A., Dante A.,
Guastella G., Ivis S., Lancerotto R., Marini L.,
Michielon A., Pizzinato L., Predebon E.,
Ramponi R., Rossetto L., Sanò S., Seren F.,
Sgotti G., Volpe V., Zanardi S., Zilio G.
Progetto Regione Veneto
“Approfondimento su analisi di casistica”
Matteo Balzan
Francesca Pavanello
Raffaella Bisi
ARPAV
Servizio Valutazione delle Esposizioni Ambientali
Riccardo Vangelista
Claudia Visentin
Gianmarco Altoè
Osservatorio Regionale delle Acque
Chiara Rossi
Filippo Mion
Dipartimento Provinciale di Padova
Franca Bergoglio, Annalisa Forese, Massimo
Bressan, Claudio Gabrieli, Gaetano Di Chiara,
Salvatore Patti, Bianca Maria Stivano, Abdrea
Bertolo, Antonella Pagano, Silvia De Prez
SOMMARIO
SIGNIFICATO, STRUTTURA ED OBIETTIVI DELL’INDAGINE..........................................I
Parte Prima: ASPETTO DEMOGRAFICO
POPOLAZIONE E TERRITORIO .........................................................................................3
Parte Seconda: AMBIENTE E CONTESTO PRODUTTIVO
L’AMBIENTE: ACQUA, ARIA, AGENTI FISICI................................................................. 21
Acque superificiali e sotterranee nel territorio dell’ulss 17: dati e classificazioni disponibili...... 21
Analisi descrittiva degli inquinanti atmosferici rilevati presso le centraline di este e monselice
dal 01/01/1996 al 31/12/1999 ............................................................................................................ 36
Agenti fisici .............................................................................................................................................. 58
ASPETTI NORMATIVI...................................................................................................................... 63
ARPAV ......................................................................................................................................... 65
ARIA ............................................................................................................................................. 68
TUTELA DELLE ACQUE ..................................................................................................... 73
APPENDICE I: Principali competenze di tutela delle acque previste dal
D. Lgs. 152/99 e s.m.i. e dalla L.R. 33/85................................................................... 79
APPENDICE II: Schema riassuntivo delle principali competenze degli Enti
interessati alla tutela delle acque in Veneto.................................................................. 80
GESTIONE DEI RIFIUTI...................................................................................................... 83
ACQUA POTABILE DISTRIBUITA NEL TERRITORIO DELL’ULSS 17 E QUALITÀ
DELLE ACQUE SUPERFICIALI..........................................................................................89
FITOFARMACI.......................................................................................................................93
MAPPATURA DEGLI INSEDIAMENTI PRODUTTIVI.................................................. 109
Industria manifatturiera ....................................................................................................................... 116
Metalmeccanica..................................................................................................................................... 117
Industria del legno................................................................................................................................ 117
Fabbricazione di prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi: le cementerie............. 120
Fabbricazione di prodotti chimici e di fibre sintetiche artificiali................................................... 121
Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche ................................................................. 121
Manutenzione e riparazione di autoveicoli....................................................................................... 121
Allevamenti di animali.......................................................................................................................... 122
Terziario e servizi: Smaltimento e recupero dei rifiuti.................................................................... 125
ALLEGATI........................................................................................................................................... 130
APPENDICE I: note tecniche sugli allevamenti zootecnici.............................................. 132
APPENDICE II: Influenza Aviaria ....................................................................................... 139
Parte Terza: ASPETTI SANITARI
ANALISI DELLA MORTALITÀ DELL’ULSS 17................................................................ 187
Premesse................................................................................................................................................. 189
Epidemiologia dei principali tumori .................................................................................................. 200
Incidenza tumori nell’Ulss 17 ............................................................................................................. 202
Prossime linee di ricerca e sviluppo................................................................................................... 211
INDICATORI DELLO STATO DI SALUTE...................................................................... 213
ANALISI DELLE PATOLOGIE TRATTATE IN AMBITO OSPEDALIERO................. 221
INDAGINE SULLA PRESENZA DI PATOLOGIE CRONICHE NELLA
POPOLAZIONE DELL'AZIENDA ULSS 17 ...................................................................... 241
M A P PA T U R A D E G L I I N S E D I A M E N T I
PRODUTTIVI
A cura di
D O R I A N O M A G O S S O - Dipartimento di Pr evenz ione – SPISAL - Az ienda ULSS 17
M A RT I NA D O NA T O - Dipartimento Statistica Infor matica e Comunicaz ione –
U.O. Pr ogettaz ione e Statistica - Az ienda ULSS 17
INTRODUZIONE
La dizione “insediamenti produttivi” ricomprende - nella concezione attuale - non
solo le tradizionali attività industriali, artigianali e agricole ma anche quelle che
comportano la produzione e trasformazione di beni, la fornitura di servizi, i depositi e la
movimentazione di materiali e prodotti. Tutte, quindi, le attività economiche che
interessano la collettività.
La “mappatura” delle attività economiche è uno strumento informativo che consente
l’analisi dell’impatto ambientale che le stesse determinano nel territorio sia direttamente
per le specifiche legate alla tipologia produttiva, sia indirettamente per quanto concerne,
per esempio, l’impatto determinato dagli impianti assimilabili ai civili (impianti
termorefrigerativi, scarichi, ecc.) e dal flusso veicolare causato dai lavoratori/
rappresentanti/promotori finanziari e dai mezzi di trasporto delle sostanze e materie
prime e dei prodotti finiti; essa consente inoltre valutazioni di carattere strategico,
orientamento di scelte, pianificazione di interventi.
La “mappa degli insediamenti produttivi” rappresenta il punto di partenza per le
necessarie analisi dei “fattori di rischio” e dei “danni” della popolazione lavorativa,
strettamente correlati ai comparti e cicli lavorativi specifici (Fig. 1 a pag. 111).
La mappatura delle attività economiche condotta per comparto produttivo consente di
mettere assieme tutte le aziende che presentano un ventaglio omogeneo di fattori di
rischio e rende fattibile l’attivazione di interventi pluriaziendali in situazioni con
caratteristiche produttive e condizioni igienico-sanitarie simili.
Essa si inserisce pertanto nel contesto più ampio della più generale mappa delle
condizioni ambientali di un territorio, in parte già delineatasi con l’analisi di fattori di
rischio quali, per esempio, il Radon, le onde elettromagnetiche, l’inquinamento delle acque
e dell’aria (Fig. 2 a pag. 19).
Essa, inoltre, sia nei quadri riassuntivi generali che per comparti, consente di
apprezzare con immediatezza la composizione produttiva e di rischio di un dato territorio
e le possibili “sommatorie” di fattori di rischio che si presentano in più comparti o che
sono addirittura ubiquitari.
109
Per la mappatura delle aziende nel territorio si è ritenuto di utilizzare un nuovo
raggruppamento delle attività economiche in comparti produttivi, secondo una procedura
già attuata a livello Regionale dalla Direzione per la Prevenzione e dal Servizio Statistico
per l’elaborazione dell’Atlante degli Infortuni sul Lavoro della Regione Veneto –anni
1987-1996.
Al posto della suddivisione in Grandi Gruppi ISTAT, con il raggruppamento in
attività omogenee, sono stati individuati 20 comparti produttivi e per ciascuno di questi è
stata trovata, a grandi linee, la corrispondenza con la codifica ISTAT-ATECO91 delle
attività economiche, secondo quanto riportato nella Tabella A.
I comparti produttivi risultano così meglio individuati sia per quanto attiene
all’indagine in corso, consentendo l’osservazione particolare del Grande Gruppo D
(attività manifatturiere) di nostro interesse sia, per esempio, per la distribuzione e lo studio
del fenomeno infortunistico.
La fonte dei dati è l’archivio CERVED, aggiornato al 31.12.1999 che – pur con i limiti
relativi alla sottostima del numero di addetti indicati per aziende, in particolare del
terziario, e all’aggiornamento delle cessazioni di attività – rappresenta allo stato attuale il
riferimento più sicuro e più utilizzato.
Mancano dall’ archivio, e quindi in tutte le elaborazioni fatte in questo studio, i dati
relativi alle aziende e agli addetti che “operano per conto dello Stato”: la Sanità pubblica,
le Scuole pubbliche di ogni ordine e grado, Comuni, le Forze dell’Ordine di ogni ordine e
grado”.
110
Fig. 1
Azienda Ulss 17 Indagine Epidemiologica
Mappa degli
insediamenti produttivi
• Strumento immediato d’informazione
• Analisi fattori di rischio ambientali
• Analisi fattori di rischio lavorativi
• Analisi danni lavorativi
• Orientamento di scelte
• Pianificazione di interventi
111
Tabella A: Raggruppamento dei principali comparti produttivi e codici di riferimento
INDUSTRIA, TERZIARIO, SERVIZI (sulla base dei codici ISTAT ATECO 91)
Riferimento
Codici ATECO 91
Descrizione Comparto
sull’atlante
A, B
1
Agricoltura industriale, caccia e silvicoltura, pesca,
piscicoltura e servizi connessi
CA, CB
2
Estrazione di minerali
DA
3
Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco
DB
4
Industrie tessili e dell’abbigliamento
DC
5
Industrie conciarie, fabbricazione dei prodotti in cuoio,
pelle e similari
DD, DN.36.1
6
Industria del legno e dei prodotti in legno, fabbricazione
di mobili
DE
7
Fabbricazione della pasta-carta, della carta e dei prodotti
di carta; stampa ed editoria
DF
8
Fabbricazione di coke, raffinerie di petrolio, trattamento
di combustibili nucleari
DG
9
Fabbricazione di prodotti chimici e di fibre sintetiche e
artificiali
DH
10
Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche
DI
11
Fabbricazione di prodotti della lavorazione di minerali
non metalliferi (es.: cementerie)
DJ.27
12
Produzione di metalli e loro leghe
DJ.28, DK, DM
13
Metalmeccanica
DL
14
Fabbricazione
di
macchine
elettriche
apparecchiature elettriche ed ottiche
DN.36.2, .36.3, .36.4,
36.5, .36.6, 37
15
Altre industrie manifatturiere
E
16
Produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e
acqua
F
17
Edilizia
G,H
18
Commercio all’ingrosso e al dettaglio; riparazione di
autoveicoli, motocicli e beni personali per la casa,
alberghi e ristoranti
I
19
Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni
J,K,L,M,N,O,P,Q
20
Terziario e servizi
112
e
di
DATI GENERALI
NUMERO DI UNITÀ LOCALI SUDDIVISE PER NUMERO DI
ADDETTI E PER COMPARTO PRODUTTIVO
Complessivamente le aziende sono 26.266. Di queste, 11.305, pari al 43%, sono senza
dipendenti; 9.470 di queste aziende, pari all’84%, sono tipicamente presenti
nell’agricoltura (55%), nel commercio (15%), in edilizia (7,7%) e nel “terziario e servizi”
(6,8%); seguono poi la metalmeccanica, l’industria del legno e il “tessile ed abbigliamento”
(Tabella B, pag. 151).
Le aziende senza dipendenti vengono comunque considerate sia in relazione al
possibile impatto ambientale sia, soprattutto, per i rischi lavorativi e l’elevata frequenza di
infortuni che interessano gli operatori delle stesse, che – forse proprio perché non
soggetti alla normativa sull’igiene e sicurezza del lavoro - spesso operano in condizioni
precarie e pericolose.
Le aziende con lavoratori dipendenti sono 14.961; di queste, 13.388, pari all’89,5% (o
al 50,97% se rapportate al totale delle aziende), hanno da 1 a 5 addetti; solamente 27
aziende hanno più di 100 lavoratori ciascuna.
Le piccolissime Aziende (da 1 a 5 addetti) sono concentrate prevalentemente in
agricoltura (n. U.L. 3540 pari al 26,45%), nel commercio (n. U.L. 4238 pari al 31,6%), in
edilizia (n. U.L. 1674 pari al 12,5%), nel terziario e servizi (n. U.L. 1325 pari al 9,8%);
seguono poi “trasporti, magazzinaggio e comunicazioni” con 706 U.L., l’industria del
legno con 511 aziende e la metalmeccanica con 407.
E’ evidente l’elevata frammentazione delle imprese, fenomeno tipico del Nord Est,
particolarmente rappresentato nel nostro territorio. Queste piccole aziende, in particolare
nell’edilizia, nell’industria del legno e nella metalmeccanica, hanno spesso un grande
impatto ambientale, molti fattori di rischio lavorativi e un’elevata frequenza di infortuni.
Sono le aziende che maggiormente necessitano di supporti e di assistenza.
I comparti più rappresentati (sul totale delle aziende con e senza addetti) sono:
l’agricoltura con 9.794 U.L., pari a 37,29% del totale, il commercio con 6.204 U.L., pari al
23,62%, l’edilizia con 2.614 imprese, pari al 9,95%, e il “terziario e servizi” con l’8,47% del
totale delle U.L.
Le aziende senza codice di attività sono 556, pari al 2,12% del totale; di queste, 452
(81,29%) sono senza dipendenti; delle rimanenti 104, 79 sono piccolissime aziende (da 1 a
5 addetti).
113
NUMERO DI ADDETTI SUDDIVISI PER CLASSI E PER COMPARTO
PRODUTTIVO
Complessivamente gli addetti sono 47.679. Di questi, 21.020, pari al 44%, sono
occupati in piccolissime aziende (da 1 a 5 addetti), principalmente in agricoltura, nel
commercio, in edilizia, nel terziario e nell’industria del legno (Tabella C, pag. 152).
Il “commercio, riparazione di autoveicoli, ecc.”, corrispondente al comparto n. 18, è al
primo posto e occupa 9.831 addetti pari al 20,62% del totale. Seguono la metalmeccanica
con 5.674 addetti, pari all’11,9%, l’industria tessile e dell’abbigliamento con 5.408 addetti
pari all’11,34%.
Al quarto posto troviamo l’agricoltura con 5.108 addetti, pari al 10,7 del totale,
seguono l’edilizia con 4.354 operatori, il “terziario e servizi” con 3.917 addetti e l’industria
del legno con 3.340.
I dati evidenziano i mutamenti strutturali che sono in atto da anni nella nostra
economia: l’agricoltura si assesta intorno al 10% degli occupati, l’industria in senso stretto,
senza l’edilizia, occupa il 47,3%; il complesso delle altre attività, il 41,9%; la composizione
percentuale della forza lavoro si differenzia sensibilmente da quella nazionale che,
relativamente al 1999, era la seguente: agricoltura 5,5%, industria 32,6%, altre attività
61,9%.
Le motivazioni della diversità sono in parte riconducibili allo sviluppo territoriale
prevalentemente agricolo con presenza di agglomerati urbani di piccole dimensioni: 39 dei
46 comuni che costituiscono la Azienda ULSS hanno meno di 5000 abitanti.
La Tabella D (pag. 153), numero di unità locali e totale addetti per comparto
produttivo, permette una più immediata lettura dei dati comparativi e della rilevanza dei
singoli comparti.
Il Grafico A (pag. 154) rende visibile con immediatezza il numero di addetti e di unità
locali per singolo comparto produttivo.
La Tabella E (pag. 155), totale addetti per comune, indica, in ordine decrescente per
ogni comune, il numero di addetti, la popolazione attiva (popolazione in età lavorativa dai
15 anni ai 64 anni compiuti) e il rapporto tra questi due dati.
Interessanti i dati di alcuni comuni, come per esempio Casale di Scodosia e Bagnoli di
Sopra che presentano percentuali di addetti su popolazione attiva molto elevate rispetto
alla media generale.
114
LA DISTRIBUZIONE TERRITORIALE DEGLI
INSEDIAMENTI PRODUTTIVI
Il Cartogramma n. 1 (pag. 156) evidenzia la distribuzione territoriale di tutti i 26.266
“insediamenti produttivi”.
La diversa gradazione di colore blu delle aree grafiche dei singoli Comuni è in
relazione alla minore (chiaro da 0 a 250 U.L.) o maggiore (blu scuro oltre 1000 U.L.)
presenza di unità locali.
Le diverse gradazioni di colore rosso dell’”omino” inserito in ogni area comunale
indica invece la minore (rosa pallido da 0 a 400 addetti) o maggiore (rosso cupo oltre i
1600 addetti) presenza di occupati nelle U.L. del territorio comunale.
Emerge da subito, e con chiarezza, che nel territorio di questa Azienda ULSS le
aziende globalmente considerate – e di conseguenza i relativi addetti - si concentrano in 4
aree che corrispondono ai 4 più importanti Comuni: Monselice ed Este si collocano
rispettivamente al primo e secondo posto sia per n. di aziende che per n. di addetti
(Monselice n. aziende 2.522, n. addetti 6.165; Este n. aziende 2.142, n. addetti 5.173).
Al terzo posto per numero di aziende si colloca Montagnana, mentre per n. di addetti
prevale Conselve.
La Tabella F (pag. 157) esplicita bene quanto suddetto. Il comune di Solesino è al
quinto posto per n. di aziende ma si colloca al settimo posto per n. di addetti.
Nei 7 Comuni, Monselice, Este, Conselve, Montagnana, Solesino (blu) e Casale di
Scodosia e Due Carrare (azzurri) si concentrano 10.874 U.L. corrispondenti al 41% del
totale delle aziende e 24.353 addetti pari al 51% del totale degli occupati.
Una considerazione ulteriore deve essere fatta relativamente alla zona industriale del
Conselvano comprendente in un’unica entità gli insediamenti industriali di Conselve e di
Bagnoli di Sopra: essa si colloca al terzo posto, sia come U.L. che come addetti, subito
dopo quella di Monselice e di Este.
Non tutti i comparti lavorativi hanno la stessa rilevanza, sia relativamente all’impatto
ambientale, che per quanto concerne i fattori di rischio lavorativi.
Sono stati quindi oggetto di approfondimento, in questa fase, il settore manifatturiero
nel suo complesso (dal codice 3 al codice 15 compresi), il comparto dell’industria del
legno (codice 6), della metalmeccanica (codice 13), della fabbricazione di prodotti della
lavorazione di minerali non metalliferi (codice 11), della fabbricazione di prodotti chimici
e di fibre sintetiche e artificiali (codice 9), e di articoli in gomma e materie plastiche
(codice 10), gli insediamenti zootecnici del comparto agricoltura e, parzialmente, il codice
18 per la parte relativa alla “riparazione di autoveicoli”. Del terziario e servizi è stato
approfondito il comparto relativo alle aziende che si occupano di smaltimento e recupero
dei rifiuti.
115
INDUSTRIA MANIFATTURIERA
Seguendo l’analisi della distribuzione territoriale delle aziende, quella relativa al grande
gruppo delle attività manifatturiere, Cartogramma n. 2 (pag. 158) e Tabella G (pag. 159),
conferma, con qualche eccezione, la distribuzione delle U.L. globalmente considerate e
fornisce elementi di grande rilievo.
Gli insediamenti manifatturieri sono complessivamente 3.865 (solo il 14,75% delle
aziende globalmente considerate) e occupano però 22.446 lavoratori pari al 47% di tutti
gli addetti nel territorio di questa ULSS; essi rappresentano da un lato la realtà produttiva
più rilevante sia in termini economici che occupazionali, dall’altro le attività economiche
che presentano, nel loro insieme, il più rilevante impatto ambientale e i più importanti
fattori di rischio lavorativi.
Essi si concentrano principalmente in 6 Comuni: il primato per n. di aziende spetta a
Casale di Scodosia con 379 U.L. , mentre per n. di addetti spetta a Monselice (2.768 a.);
seguono poi Este, Montagnana, Conselve e Due Carrare. In questi 6 Comuni si
concentrano 1.774 aziende pari al 45,8% del totale e 11.447 lavoratori pari al 51% del
totale degli occupati.
La zona industriale del Conselvano globalmente considerata (industrie manifatturiere
di Conselve e Bagnoli), a fronte di 317 aziende, occupa il maggior numero di addetti
(2.963), pari al 13,2% di tutti gli occupati del settore manifatturiero.
In queste 6 aree, che considerate dal punto di vista territoriale corrispondono in realtà
a 3 grosse zone, gravitano più del 50% di tutti i lavoratori di questa Azienda ULSS.
Due sole considerazioni sulle molte possibili.
Le vie di accesso a queste aree sono praticamente quelle degli anni cinquanta quando
la realtà produttiva era fondamentalmente agricola. Ad una viabilità lenta e scadente
corrisponde, oltre a tempi di percorrenza dilatati, una più elevata frequenza di incidenti.
La riduzione dei tempi di percorrenza, oltre a diminuire l’inquinamento generale, consente
di utilizzare meglio il tempo libero, una minore spesa di gestione generale, e contribuisce
al miglioramento complessivo della qualità della vita del singolo e della collettività.
Nelle aree maggiormente industrializzate non sono più reperibili lavoratori dal
tradizionale bacino di riserva costituito dall’agricoltura. Per i lavori più umili e gravosi si
ricorre sempre di più ai lavoratori extracomunitari, in particolare Marocchini inizialmente assunti con contratti a termine - che si stanno organizzando “in comunità”
nella comunità e che necessitano, sia come lavoratori che come cittadini, di forme varie di
assistenza, di informazione e di formazione.
116
METALMECCANICA
E’ uno dei comparti portanti dell’economia del nostro territorio; è costituito da 577
aziende ed occupa 5.674 lavoratori.
Dal Cartogramma 3 (pag. 160) si configura una distribuzione territoriale delle aziende
solo in parte sovrapponibile alla distribuzione di tutte le realtà economiche; emerge
chiaramente, infatti, una particolare contiguità di insediamenti nelle zone del Monselicense
con il Conselvano: in 5 di questi Comuni (Monselice, Pernumia, Due Carrare, Conselve e
Bagnoli di Sopra) si concentrano 279 aziende pari al 30% del totale, e sono occupati più
del 44% (2.499) di tutti i lavoratori del settore.
Este è comunque il Comune che conta più ditte (96) e più addetti (1238): il primato è
in buona sostanza dovuto alla presenza della ditta KOMATSU, la più grande azienda del
nostro territorio ed una delle più importanti della Provincia: è leader nel settore della
produzione di macchine operatrici (escavatori) ed occupa più di 700 dipendenti
(Tabella H, pag. 161).
INDUSTRIA DEL LEGNO
La distribuzione territoriale di questi insediamenti (Cartogramma n. 4, pag. 162)
evidenzia sostanzialmente la presenza di 3 zone con più di 20 aziende: Conselve da un
lato, Este e Monselice al centro, il Montagnanese, con 6 Comuni, dall’altro. E’ necessario
però chiarire che in 3 Comuni di questa zona, Montagnana, Casale di Scodosia e Urbana,
si concentrano 464 aziende pari al 48% del totale; nel solo Comune di Casale di Scodosia
sono 312, pari al 32% di tutte le aziende del comparto.
Gli addetti complessivamente occupati sono 3.340, di cui 1.296, pari al 38,8%, a
Casale di Scodosia.
Nei 9 Comuni citati sono presenti 672 aziende (pari al 69% del totale) e 2.465 addetti
corrispondenti al 73,8% di tutti gli occupati del comparto.
La Tabella I (industria del legno, pag. 163) consente di cogliere con immediatezza le
caratteristiche suddette.
Per tutti i comparti considerati, in una seconda fase si potrebbe procedere ad una
analisi dei fattori di rischio per l’ambiente e dei fattori di rischio per i lavoratori come, a
titolo esemplificativo, si presenta per il comparto del legno.
I fattori di rischio per l’ambiente legati alla specifica tipologia lavorativa sono
principalmente: la produzione di polveri di legno, le emissioni derivanti dagli impianti di
verniciatura, i depositi di legname, il rumore, il traffico veicolare di mezzi pesanti per il
trasporto di materie prime e dei prodotti finiti.
I fattori di rischio lavorativi – considerando come prevalente la produzione di
manufatti – sono: polveri di legno, polveri di abrasivi naturali e artificiali, adesivi, vernici,
solventi, rumore, vibrazioni, campi elettromagnetici, movimentazione manuale dei carichi,
movimenti e sforzi ripetuti agli arti superiori (Fig. 3 a pag. 119).
117
Considerazioni a parte, non possibili in questa sede, merita il rischio infortunistico di
questo Comparto che è tra i più elevati di tutte le attività produttive.
Casale di Scodosia presenta vari primati: si qualifica come il Comune con più industrie
manifatturiere in assoluto, più industrie del legno, più lavoratori del legno e la percentuale
più elevata di “addetti su popolazione attiva” nell’industria del legno (39,08%), nel
manifatturiero (52,71%; al riguardo Monselice ed Este sono al 23%) e sul totale generale,
dove la percentuale di addetti su popolazione attiva è di 71,26% (Monselice è al 52%, Este
al 44%) (vedi Tabella G, pag. 159).
118
119
•Polveri di legno, abrasivi, adesivi
•Vernici e solventi
•Rumore, vibrazioni e campi elettromagnetici
•Movimentazione manuale di carichi
•Movimenti e sforzi ripetuti arti superiori
Possibili fattori di rischio lavorativo
•Emissioni di polveri, vernici, solventi
•Depositi di legname
•Rumore
•Traffico veicolare
Possibili fattori di rischio
Industrie del Legno (1999)
Fig. 3 Azienda Ulss 17 Indagine Epidemiologica
FABBRICAZIONE DI PRODOTTI DELLA LAVORAZIONE DI
MINERALI NON METALLIFERI: LE CEMENTERIE.
Nel Cartogramma n. 5 (pag. 164) spiccano fondamentalmente due zone, l’EstenseMonselicense ed il Montagnanese, dove risultano maggiormente ubicate aziende che si
occupano della produzione di “prodotti derivanti da minerali non metalliferi”.
Confrontando il cartogramma con la Tabella L (pag. 165) riportante anche il numero
di addetti, si delinea una realtà produttiva caratteristica dell’Estense-Monselicense: i due
Comuni presentano il 38% di tutte le aziende del settore e ben il 65% di tutti gli addetti: in
questo contesto operano 3 Cementerie, la Cementizillo di Este, e l’Italcementi e la
Cementeria SpA a Monselice.
Le restanti unità operative configurano aziende che producono, fondamentalmente,
manufatti in cemento, e in altri leganti, per l’edilizia.
I tre Cementifici, così vicini, alle radici dei Colli Euganei, sono invece una realtà unica
nel territorio nazionale.
Occupano complessivamente più di 400 lavoratori, a cui se ne devono aggiungere
almeno altri 200 per i lavori in appalto, in genere di manutenzione. Gravitano inoltre
attorno agli stabilimenti una miriade di aziende che si occupano del trasporto delle materie
prime e del prodotto finito.
In estrema sintesi, negli stabilimenti viene prodotto il cemento che appartiene alla
categoria del leganti idraulici perché ha la proprietà di far presa anche se mantenuto
sott’acqua.
I suoi costituenti fondamentali sono silicati, alluminati e ferriti di calcio che reagendo
con acqua danno luogo a prodotti idrati insolubili e forniti di proprietà agglomeranti.
Si ottiene per cottura di una miscela di materie prime contenenti i 4 ossidi di Ca, Si, Al
e Fe, necessari per formare le fasi caratteristiche del clinker Portland, che è il prodotto che
esce dal forno sotto forma granulare sinterizzata: esso deve essere di nuovo macinato
finemente prima dell’impiego.
Le aziende di questo comparto hanno un rilevante impatto ambientale derivante dalla
movimentazione delle materie prime e del prodotto finito, e dalle emissioni prodotte dagli
impianti.
120
FABBRICAZIONE DI PRODOTTI CHIMICI E DI FIBRE SINTETICHE
ARTIFICIALI
E’ un comparto lavorativo di modeste dimensioni, costituito da 49 Aziende dove
operano 465 addetti.
Circa il 50% delle aziende si concentra in quattro Comuni (Monselice, Conselve, Due
Carrare e Bagnoli di Sopra) dove risultano occupati il 75% di tutti gli addetti del comparto
(Cartogramma n. 6, pag. 166, e Tabella M, pag.167).
L’impatto ambientale di queste Aziende è in genere elevato, come rilevanti sono i
rischi per gli addetti.
Queste Aziende, come quelle del comparto successivo, presentano inoltre un elevato
rischio di incendio.
FABBRICAZIONE DI ARTICOLI IN GOMMA E MATERIE PLASTICHE
Anche questo Comparto è di modeste dimensioni: è costituito da 60 Aziende che
occupano 456 addetti.
Il 34% delle Aziende si concentra nei Comuni di Monselice (14) ed Este (7)
(Cartogramma n. 7, pag. 168, e Tabella N, pag. 169).
Le aziende con più addetti risultano però ubicate in altri Comuni, in particolare a Due
Carrare, Bovolenta, Pernumia e Sant’Elena.
E’ un comparto che ha avuto in questi ultimi anni un notevole incremento e che
necessita di approfondimenti, sia in relazione all’impatto ambientale, che all’igiene e
sicurezza del lavoro.
MANUTENZIONE E RIPARAZIONE DI AUTOVEICOLI
Il Cartogramma n. 8 (pag. 170) interessa la distribuzione territoriale delle imprese che
operano nel settore della “manutenzione e riparazione di autoveicoli”.
Come chiaramente visibile nel cartogramma, anche per questa tipologia lavorativa la
distribuzione segue quella dei cartogrammi precedenti e le aziende si concentrano negli
stessi Comuni ove era maggiormente presente l’attività manifatturiera.
In questo ambito sono considerate tutte le officine meccaniche, carrozzerie e simili:
attività quindi con impatto ambientale e con fattori di rischio lavorativi tipici e rilevanti.
Il Comune maggiormente interessato è Monselice con 47 aziende, pari al 13,35% del
totale e 216 addetti, pari al 25% degli occupati.
In sei Comuni (Monselice, Este, Conselve, Solesino, Montagnana e Due Carrare) sono
ubicate 153 aziende, corrispondenti a 43,46% del totale e vi lavorano 461 addetti pari al
53,66% di tutti i lavoratori del Comparto. La Tabella O (pag. 171) illustra quanto
suddetto.
121
ALLEVAMENTI DI ANIMALI
A) CRITERI PER LA CLASSIFICAZIONE DEGLI ALLEVAMENTI ZOOTECNICI
Per la descrizione della distribuzione territoriale degli allevamenti di animali è
necessario stabilire dei criteri che consentano di individuare in via generale il loro possibile
impatto ambientale.
Per la loro complessità non vengono considerate le norme edilizie che regolano queste
attività, né le leggi che ne consentono l’ insediamento tenendo conto del rapporto tra il
peso vivo degli animali mediamente presenti nell’allevamento e la superficie dei terreni di
connessione.
Per la facile comprensibilità e per la possibilità di applicarlo a tutte le specie animali, si
è scelto il criterio della numerosità degli animali allevati, suddividendo gli allevamenti in
fasce numeriche che ne contraddistinguono la consistenza e il presumibile impatto
ambientale.
In ogni caso s’intende per allevamento industriale (o produttivo o intensivo)
l’allevamento in cui si superano i 900 q.li di peso vivo di animali mediamente presenti,
indipendentemente dal terreno di connessione e dalla tipologia di animali allevati, ad
esclusione degli avicunicoli.
Preliminarmente è stata individuata la consistenza degli allevamenti che potremmo
definire familiari, o per autoconsumo intendendo, con tale termine, l’allevamento di
animali per il soddisfacimento di bisogni del nucleo familiare e parentale o, in ogni caso,
allevamenti a così scarso impatto ambientale da non risultare significativi ai fini del nostro
studio (Tab. A – Allevamenti per autoconsumo).
Tab. A - Allevamenti per autoconsumo
ovini/caprini
bovini
suini
equini/bufalini
avicoli (tutti)
tacchini
cunicoli
fino a 10 capi
fino a 2 capi
fino a 2 capi
1 capo
fino a 20 mq
fino a 30 capi
fino a 30 capi
Tutti gli altri allevamenti di animali sono stati suddivisi in fasce numeriche (di
modesta, media ed elevata entità) per singola specie, in rapporto al numero di capi allevati
o alle dimensioni in mq. delle superfici dei ricoveri.
Allevamenti bovini e bufalini
bovini da carne
vitelli
vacche miste (*)
modesta entità
da 3 a 50
da 3 a 150
da 3 a 25
(*) da latte e da rimonta
122
Numero di capi
media entità
da 51 a 200
da 151 a 600
da 26 a 100
elevata entità
> 200
> 601
> 101
Allevamenti suini
suini da ingrasso
Scrofe
modesta entità
da 3 a 80
da 3 a 40
Numero di capi
media entità
da 81 a 500
da 41 a 200
elevata entità
> 500
> 200
modesta entità
da 2 a 10
Numero di capi
media entità
da 11 a 40
elevata entità
> 40
Allevamenti equini
di qualsiasi tipo
Allevamenti avicoli
galline ovaiole
polli e faraone da carne
galline e faraone da
riproduzione
Tacchini
mq di superficie del ricovero
modesta entità
media entità
elevata entità
fino a 500
fino a 1000
> 1000
fino a 1000
fino a 2000
> 2000
fino a 1000
fino a 2000
> 2000
fino a 650
fino a 1300
> 1300
modesta entità
da 11 a 150
da 11 a 150
Numero di capi
media entità
da 150 a 300
da 150 a 300
elevata entità
> 300
> 300
modesta entità
da 31 a 100
Numero di capi
media entità
da 101 a 500
elevata entità
> 500
modesta entità
/
Numero di capi
media entità
/
elevata entità
tutti
Allevamenti ovicaprini
pascolo vagante
Stanziali
Allevamenti cunicoli
Tutti
Allevamenti animali da pelliccia
Visoni
123
B) DISTRIBUZIONE TERRITORIALE1
Il Cartogramma n. 9 (pag. 172) illustra la distribuzione territoriale di tutti gli
allevamenti di animali, esclusi gli allevamenti per autoconsumo.
Gli allevamenti per autoconsumo non considerati nelle seguenti elaborazioni sono in
totale 707, di cui 260 di bovini, 251 di suini, 44 di cunicoli, 44 di ovicaprini, 68 di equini e
40 di avicoli.
Complessivamente gli allevamenti sono 1463 così distribuiti: 735 di bovini (da carne e
da riproduzione), 253 di suini, 225 di avicoli, 163 di equini, 52 di cunicoli, 33 di ovicaprini
e 2 di bufalini.
Gli animali allevati, in numero di capi mediamente presenti, sono: 69.101 bovini,
16.714 suini, 659.843 avicoli, 172.091 conigli, 14.048 ovicaprini e 1.489 equini.
Percentualmente gli allevamenti sono così rappresentati (Grafico B, pag. 173):
allevamenti di bovini 50,3%, di avicoli 15,4%, di suini 17,3%, di conigli 3,6%, , di
ovicaprini 2,3% e di equini 11,2%.
I dati sono stati forniti dal Servizio Veterinario dell’Azienda ULSS e sono riferiti allo
stato attuale.
Gli allevamenti di bovini (Cartogramma n. 10, pag. 174, e Tabella P, pag. 175)
globalmente considerati sono distribuiti in maniera quasi uniforme nel territorio
dell’Azienda ULSS: in particolare nell’Estense e Montagnanese sono 381 (52%), nel
Conselvano e nel Monselicense 354 (48%).
A fronte di detta distribuzione, gli allevamenti più consistenti per numero di capi
allevati sono presenti nei seguenti 9 Comuni: Candiana, Bovolenta, Conselve, San Pietro
Viminario, Terrassa Padovana, Monselice, Bagnoli di Sopra e Pernumia, dove sono
allevati il 50% di tutti i bovini. Candiana detiene il primato con 12.288 capi allevati, pari al
18% del totale.
Gli allevamenti di suini sono complessivamente 253, di cui 132, pari al 52%, nel
Conselvano-Monselicense e 121, pari al 48%, nell’Estense-Montagnanese. I capi allevati
sono 16.714 di cui 9.722, pari al 58% del totale, sono allevati in 20 stalle ubicate nei
Comuni di Montagnana, Sant’Urbano, Piacenza d’Adige e Megliadino San Fidenzio
(Cartogramma n. 11, pag. 176, e Tabella Q, pag. 177).
Gli allevamenti di conigli (Tabella R, pag. 180) sono complessivamente 52: di questi,
29 (56%) sono ubicati nell’Estense-Montagnanese, 23 (44%) nel ConselvanoMonselicense.
1 NB: In Appendice I sono riportate le note tecniche relative alle varie tipologie di animali allevati nel nostro territorio.
In Appendice II è riportato un esempio di problema sanitario Veterinario (Influenza Aviaria) che offre vari spunti di riflessione
sull’importanza di adeguate conoscenze epidemiologiche del territorio.
124
L’85% dei capi sono allevati nell’Estense-Montagnanese; in particolare, 120.830
conigli (pari al 70% del totale), sono presenti in 4 Comuni: Sant’Urbano, Ospedaletto
Euganeo, Montagnana e Piacenza d’Adige. Sant’Urbano con 65.000 capi (38%), nei 6
allevamenti, è il Comune più interessato.
I capi allevati sono complessivamente 172.091, di cui 145.183, pari all’ 85% del totale,
nell’Estense-Montagnanese.
Gli allevamenti di avicoli (Cartogramma n. 12, pag. 178, e Tabella S, pag. 179),
globalmente considerati, sono 225 e rappresentano un’importante realtà relativamente
all’impatto ambientale, oltre che produttiva, per il territorio di questa Azienda ULSS.
Sono distribuiti per il 75% (168) nel territorio dell’Estense-Montagnanese e per il
rimanente 25% (57) nel Conselvano-Monselicense; il 55% degli allevamenti è concentrato
nei Comuni di Este, Ospedaletto Euganeo, Lozzo Atestino, Montagnana, Ponso e
Sant’Urbano: in questi Comuni di concentra il 42% di tutti i capi allevati.
Gli allevamenti di equini sono complessivamente 163, per un totale di 1489 capi, di cui
ben 456, pari al 31% circa, del totale, sono allevati in 5 stalle nel Comune di San Pietro
Viminario. Gli altri allevamenti, in genere di piccole dimensioni, sono distribuiti
uniformemente nel territorio (vedi Tabella T, pag. 181).
Gli allevamenti di ovini sono complessivamente 24, di cui 6, pari al 25%, ubicati nei
Comuni di Anguillara Veneta e Monselice, dove vengono allevati 10.960 capi, pari all’80%
di tutti i capi allevati (Tabella U, pag. 182).
TERZIARIO E SERVIZI
SMALTIMENTO E RECUPERO DEI RIFIUTI
SMALTIMENTO, STOCCAGGIO E RECUPERO DI RIFIUTI
Il Cartogramma n. 13 (pag. 183) evidenzia la distribuzione territoriale delle aziende che
operano nel settore “smaltimento e/o recupero dei rifiuti”. Sono state considerate sia le
aziende che operano in regime di autorizzazione sia quelle che utilizzano la procedura
semplificata, rispettivamente ai sensi degli articoli 27 e 28, e 33 del D.Lgs. n. 22/97; i
relativi dati sono stati forniti dalla Provincia.
Nel cartogramma sono anche indicate le 2 discariche (Este e Sant’Urbano) e la
dislocazione dei 13 ecocentri la cui esatta ubicazione è reperibile presso le sedi comunali.
Complessivamente le ditte che operano nel settore sono 66; 33 sono autorizzate e di
queste 7 “trattano” rifiuti pericolosi (vedi Tabella V, pag. 184).
LE DISCARICHE
Sono impianti che ricevono i rifiuti solidi urbani, gli assimilabili agli urbani e fanghi
derivanti da impianti di depurazione; sono collocati in aree caratterizzate dalla presenza,
nel sottosuolo, di banchi di argilla naturale a bassa permeabilità che contribuisce alla
protezione delle falde sotterranee. Sono inoltre dotati di ulteriori sistemi di
125
impermeabilizzazione artificiale sia nei perimetri che nel fondo delle vasche costituiti da
betonite naturale e da argilla.
Al di sopra del sistema di impermeabilizzazione è realizzato il sistema drenante
costituito da uno strato di ghiaia e da collettori per la raccolta del percolato.
Nelle vasche così strutturate vengono depositati i rifiuti che vengono stesi in strati
successivi, progressivamente compressi da un automezzo compattatore.
Al termine della giornata lavorativa il fronte di avanzamento dei rifiuti viene coperto
mediante apposizione di terriccio e teli al fine di contenere l’emissione di odori e la
dispersione delle frazioni più leggere.
Quando la singola vasca viene colmata, viene realizzata la copertura definitiva allo
scopo di isolare i rifiuti dall’ambiente circostante e limitare l’infiltrazione delle acque
meteoriche che andrebbero ad incrementare la formazione di percolato.
La decomposizione dei rifiuti all’interno delle vasche produce come sottoprodotti il
biogas e il percolato.
Il biogas è una miscela di gas i cui principali componenti sono il metano, l’anidride
carbonica e l’ossigeno; viene generalmente captato mediante apposito sistema e inviato ad
un impianto di recupero energetico che trasforma il biogas in energia elettrica.
Il percolato che si forma nel corso della degradazione del rifiuto si accumula per
processo naturale sul fondo della discarica, dove viene captato attraverso gli appositi
pozzi, dai quali viene aspirato per essere conferito presso un depuratore.
Nella discarica di Sant’Urbano vengono conferiti mediamente 600 ton./die di rifiuti e
viene prodotta energia elettrica interamente dedicata all’ENEL.
Nella discarica di Este è funzionante anche l’impianto di compostaggio per il recupero
e la valorizzazione degli scarti organici selezionati alla fonte, con produzione di compost
di qualità, materiale organico umificato ad elevato valore agronomico.
Nella discarica di Sant’Urbano detto impianto è in fase avanzata di realizzazione.
IMPIANTO DI RECUPERO RIFIUTI MEDIANTE PROCESSO DI DIGESTIONE
ANAEROBICA CON PRODUZIONE DI BIOGAS.
Questo impianto è ubicato a Lozzo Atestino.
Il biogas prodotto viene trasformato in energia elettrica ceduta in rete, mentre l’energia
termica è utilizzata per il riscaldamento del digestore.
RIFIUTI PERICOLOSI
Il 40% di tutti i rifiuti pericolosi che “transitano” nel territorio della Azienda ULSS 17
vengono stoccati, e in parte trattati, in un’azienda ubicata nella zona industriale del
Conselvano.
126
CONCLUSIONI
L’analisi epidemiologica descrittiva affrontata in questo primo approccio –
relativamente agli insediamenti produttivi, globalmente intesi, ubicati nel territorio di
questa Azienda ULSS – evidenzia le seguenti, salienti caratteristiche:
A)
- gli insediamenti produttivi, riferiti a tutte le attività economiche, gravitano per il
45% nell’ambito territoriale che corrisponde fondamentalmente a tre aree
riferibili ad Ovest al Montagnanese (Montagnana e Casale di Scodosia), al centro
all’Estense e Monselicense (Este, Monselice, Solesino e Due Carrare) e ad Est
alla zona del Conselvano, corrispondente essenzialmente alla zona industriale di
Conselve e di Bagnoli di Sopra.
In queste 3 zone, corrispondenti a 8 Comuni dei 46 dell’intera Azienda ULSS,
sono occupati 26.014 lavoratori, pari al 55% di tutti gli addetti che operano nel
territorio.
- Le Aziende con lavoratori dipendenti sono 14.961, di queste circa il 90% sono
di piccolissime dimensioni (da 1 a 5 addetti) e solamente 27 Aziende occupano
più di 100 dipendenti.
B)
Nelle aree, ben delimitate, di Monselice ed Este, si concentrano tre stabilimenti
del Comparto Produzione di materiali non metalliferi, corrispondenti ai tre
Cementifici (due a Monselice, uno ad Este), che rappresentano una peculiare
caratteristica produttiva di questo territorio.
All’aspetto economico ed occupazionale rilevante (tre grosse aziende della stessa
tipologia, a breve distanza), corrisponde, come imprescindibile conseguenza,
quanto segue:
-
impatto ambientale dei tre stabilimenti con i loro numerosi impianti, con le
loro strutture e con le loro dirette emissioni ed immissioni nell’aria e nel
territorio circostante;
-
impatto ambientale determinato dal flusso veicolare del trasporto delle
materie prime dalle cave e da altri siti e dal trasporto del prodotto;
l’inquinamento è diretto, cioè determinato dalla “polverosità” del materiale
trasportato, e indiretto, conseguente all’insieme dei “prodotti di scarico” dei
veicoli industriali utilizzati all’interno delle Aziende e, all’interno e all’esterno
delle stesse, dai mezzi destinati al trasporto del prodotto medesimo.
Attorno alle Cementerie si “muovono” mediamente circa 1000 automezzi
pesanti ogni giorno. Il prodotto commercializzato è pari, mediamente, a circa
120.000 q.li/die.
Relativamente all’impatto ambientale determinato da suddette attività si ritiene
necessario un monitoraggio che riguardi sia i 5 parametri di legge [biossido di
zinco (SO2), biossido di azoto (NO2), ozono (O3), monossido di carbonio (CO)
e le polveri totali sospese] che ulteriori elementi specifici, correlati ai vari prodotti
che di volta in volta possono essere combusti negli stabilimenti.
Detto monitoraggio deve riguardare le emissioni prodotte dagli Stabilimenti e ciò
che di queste ricade sul territorio – immissioni -, in particolare nelle zone
127
residenziali. In sostanza, dev’essere possibile sapere qual’ è la qualità dell’aria che
respirano le popolazioni che abitano nelle zone interessate dalle immissioni.
Questo aspetto deve essere affrontato anche relativamente alle zone industriali,
di cui al punto A).
C)
Comparto della lavorazione del legno. Gli insediamenti produttivi di questo
Comparto assumono una distribuzione territoriale caratteristica. Essi si
concentrano per il 50% circa nella zona del Montagnanese (Montagnana, Casale
di Scodosia e Urbana). In particolare, nel Comune di Casale di Scodosia si
concentrano 312 Aziende, pari al 32% delle ditte e al 38,8% di tutti gli addetti del
Comparto.
Questo settore, e in particolare la zona in cui maggiormente insiste, merita un
approfondimento sia relativamente all’impatto ambientale che alle caratteristiche
inerenti agli ambienti di lavoro. Elementi di ulteriore interesse sono l’elevata
percentuale di “addetti su popolazione attiva” che raggiunge a Casale di Scodosia
il 71,26% e l’alta presenza, nella collettività di immigrati, soprattutto marocchini.
D)
Le discariche e le Aziende che trattano rifiuti. La presenza delle due discariche
nel nostro territorio (ad Este e ad Urbana) è motivo di interesse e
preoccupazione per gli eventuali risvolti negativi, ambientali e sulla popolazione.
Nelle due discariche vengono conferiti mediamente circa 1.150 ton/die di rifiuti
di vario tipo, con una movimentazione di circa 250 automezzi al giorno,
prevalentemente di piccole dimensioni.
E’ indispensabile continuare il monitoraggio sull’impatto ambientale, sui possibili
inquinanti e sui relativi rischi per la salute della popolazione, della fauna, della
flora, ecc.
Parimenti, dovranno essere promossi e verificati Piani relativi alla sicurezza dei
lavoratori, orientati ad una valutazione globale (eventualmente anche
sperimentale) dei possibili rischi, tenendo anche conto di eventuali esperienze
internazionali.
Relativamente all’impatto ambientale, indispensabile è la collaborazione con la
Provincia e l’ARPAV.
Particolare attenzione dovrà inoltre essere dedicata a due insediamenti che
operano nell’ambito del recupero/trattamento dei rifiuti, rispettivamente ubicati
a Conselve e a Lozzo Atestino.
In merito a queste attività e alla presenza nel territorio dei 3 cementifici di cui al
punto B) - con le relative possibilità di combustione di sostanze e prodotti i più
svariati - potrebbe essere utile la costituzione di una Commissione allargata, una
specie di Consulta, con la partecipazione dei gestori delle attività, degli Enti
Pubblici (Comuni, ARPAV, Azienda ULSS, Provincia) e delle Associazioni
Volontarie, avente lo scopo di seguire l’andamento e i contenuti dei monitoraggi
vari (ambientali, nei luoghi di lavoro, nella popolazione) e di garantire la
comprensione e la visibilità delle problematiche all’intera collettività.
E)
Insediamenti zootecnici. In questo ambito si configurano due zone territoriali,
l’una corrispondente al Conselvano-Monselicense, ove sono prevalenti, per
numero di capi presenti, gli allevamenti di bovini e di ovicaprini, l’altra
128
corrispondente all’Estense-Montagnanese, ove prevalgono gli allevamenti avicoli,
di suini e di conigli.
Per entrambe le situazioni si possono configurare possibili inquinamenti del
suolo e delle acque superficiali da un inadeguato smaltimento dei liquami e
letami; rilevante è inoltre l’inquinamento prodotto da odori sgradevoli.
Il rispetto delle regole che consentono l’insediamento degli allevamenti
zootecnici, in particolare avicoli, non sempre permette il “controllo ambientale
degli stessi”, soprattutto relativamente alla produzione di odori.
E’ auspicabile al riguardo una politica territoriale più mirata, lungimirante,
tecnica, rivolta a tutelare maggiormente la popolazione e l’ambiente, piuttosto
che i soli aspetti economico-produttivi immediati.
Gli insediamenti zootecnici devono essere spalmati, distribuiti nel territorio,
secondo sistemi pianificati, al fine di diluire il loro impatto ambientale e i
possibili inquinanti, limitando nel contempo il pericolo di contagi per la troppa
vicinanza.
F)
La viabilità. Praticamente tutta la rete viaria del territorio interessato si presenta
carente e inadeguata. Comuni quali Battaglia Terme, Monselice, Este,
Ospedaletto Euganeo, Saletto sono particolarmente a rischio.
Le zone gravitanti sulle tre Cementerie e le due discariche sono altamente
trafficate da automezzi pesanti.
Per capire bene il fenomeno bisogna sapere qual’è la qualità dell’aria, monitorata
per periodi lunghi, idealmente annuali, e nelle zone residenziali dove c’è più
gente che vive, cammina, si muove, gioca, ecc.
Si ritiene necessario promuovere azioni politiche rivolte, da una parte, alla
realizzazione di vie di comunicazione che evitino i centri urbani dei vari paesi,
dall’altra, alla ricerca di soluzioni che favoriscano la creazione e l’utilizzo di
sistemi pubblici di accesso alle più importanti zone industriali, commerciali e di
servizi.
Ciò significherebbe minor impatto ambientale (prodotti di combustione vari,
polveri sottili, rumore, vibrazioni, ecc.), più sicurezza per i lavoratori (circa il
20% degli infortuni sul lavoro sono dovuti ad incidenti stradali; circa il 60% degli
infortuni mortali sul lavoro, nel Veneto, sono conseguenti ad incidenti stradali),
più sicurezza per i cittadini, meno stress, più tempo libero; in generale
comporterebbe un miglioramento della qualità della vita della popolazione.
129
ALLEGATI
• APPENDICE I: Note tecniche sugli allevamenti zootecnici
• APPENDICE II: Influenza aviaria
• Tabella B: Numero di unità locali suddivise in base al numero di addetti e comparto
produttivo al 31/12/99
• Tabella C: Numero di addetti suddivisi per classi e per comparto produttivo al
31/12/99
• Tabella D: Numero di unità locali e totale addetti per comparto produttivo
• Grafico A: Numero di unità locali e addetti per comparto produttivo al31/12/99
• Tabella E: Totale addetti per comune
• Cartogramma n. 1: Distribuzione territoriale degli insediamenti produttivi
• Tabella F: Numero totale di imprese e totale addetti suddivisi per comune
• Cartogramma n. 2: Distribuzione territoriale degli insediamenti manifatturieri
• Tabella G: Settore manifatturiero (gruppo D)
• Cartogramma n. 3: Distribuzione territoriale delle aziende che operano nel settore
metalmeccanico nei comuni dell’Ulss 17
• Tabella H: Metalmeccanica
• Cartogramma n. 4: Distribuzione territoriale delle industrie del legno
• Tabella I: Industria del legno
• Cartogramma n. 5: Distribuzione territoriale delle aziende operanti nel settore della
“fabbricazione di prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi” nei comuni
dell’Ulss 17
• Tabella L: Fabbricazione di prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi
• Cartogramma 6: Distribuzione territoriale delle aziende che operano nel settore
“fabbricazione di prodotti chimici e di fibre sintetiche artificiali” nei comuni dell’Ulss 17
• Tabella M: Fabbricazione di prodotti chimici e di fibre sintetiche e artificiali
• Cartogramma n. 7: Distribuzione territoriale delle aziende che operano nel settore
“fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche” nei comuni dell’Ulss 17
• Tabella N: Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche
130
• Cartogramma n. 8: Distribuzione territoriale degli insediamenti che operano nel
settore “manutenzione e riparazione di autoveicoli”
• Tabella O: Manutenzione e riparazione di autoveicoli (Gruppo G 50.2)
• Cartogramma n.9: Distribuzione degli allevamenti di animali sul territorio dell’Ulss 17
• Grafico B: Tipologie di allevamenti presenti nel territorio dell'Ulss 17
• Cartogramma n. 10: Distribuzione degli allevamenti di bovini sul territorio dell’Ulss 17
• Tabella P: Allevamenti di bovini
• Cartogramma n. 11: Distribuzione degli allevamenti di suini sul territorio dell’Ulss 17
• Tabella Q: Allevamenti di suini
• Tabella R: Allevamenti di conigli
• Cartogramma n. 12: Distribuzione degli allevamenti di avicoli sul territorio dell’Ulss 17
• Tabella S: Allevamenti di avicoli
• Tabella T: Allevamenti di equini
• Tabella U: Allevamenti di ovini
• Cartogramma n. 13: Distribuzione delle aziende operanti nel settore “smaltimento e/o
recupero rifiuti” nei comuni dell’Ulss 17 e localizzazione di ecocentri, discariche e
principali vie di comunicazione
• Tabella V: Elenco ditte che operano nel settore dello smaltimento e/o recupero dei
rifiuti
131
APPENDICE I
A cura di
D O R I A N O M A G O S S O – Dipartimento di Pr evenz ione – SPISAL – Az ienda ULSS 17
G R A Z I A N O T A S I NA T O – Dipartimento di Pr evenz ione – SISP – Az ienda ULSS 17
L I N O G I O G A – Dipartimento di Pr evenz ione - Ser viz io Veterinario – Az ienda ULSS 17
NOTE TECNICHE SUGLI ALLEVAMENTI ZOOTECNICI
Nel territorio dell’Azienda ULSS n. 17 sono insediati numerosi allevamenti zootecnici
con preponderanza dei bovini da carne e degli avicoli.
1 - BOVINI
Gli allevamenti bovini in base all’attitudine possono essere classificati in tre gruppi e
precisamente: bovini da carne, bovini da latte/riproduzione e allevamento di vitelli per
svezzamento o produzione carne bianca.
1.1) Gli allevamenti di bovini da carne sono costituiti da animali, principalmente maschi,
di razze da carne (tipo le razze francesi o extra CEE), o meticci di razze da carne di
origine nazionale allevati in gruppi coetanei, in box a stabulazione libera (animali
non legati confinati in recinti o box all’interno di edifici chiamati stalle). Il ciclo inizia
con rimonta di animali svezzati (peso di 160 kg), oppure da ristalli leggeri (brutard
del peso di kg 300 circa) o ristalli pesanti (brutard del peso di kg 400 circa) che al
termine dell’ingrasso vengono venduti (peso di 500-600 kg e oltre) per essere
macellati.
La pavimentazione delle stalle può essere fessurata, con la produzione di liquami, o
piena, dove viene usata la lettiera (paglia, segatura), con la produzione di letame.
1.2) Gli allevamenti di vacche da latte o da riproduzione sono costituiti da bovine
femmine di razze da latte (principalmente frisona), e dalla relativa rimonta interna
(rimonta significa tenere e far crescere tutte le femmine della mandria che nascono e
che sono idonee a sostituire le bovine da latte a fine carriera, che vengono poi
avviate al macello). Esistono anche, se pur in misura molto ridotta, allevamenti di
vacche di razze da carne o meticcie, finalizzati alla produzione di bovini destinati
all’ingrasso, (linea vacca vitello).
Il peso unitario di una vacca adulta viene indicato convenzionalmente in 500 kg,
dalle vacche si ottengono annualmente ca 0,8 vitelli cadauna al 50% fra i sessi. Il
ricambio delle vacche adulte è dell’ordine del 20-25 % annuo, il periodo di lattazione
di una bovina è di ca 270 giorni annui a cui segue l’asciutta e il successivo parto.
In pratica, per semplicità di calcolo, si ritiene che per 100 vacche in lattazione ne
corrispondano altre 25 in asciutta e 75 capi disetanei da rimonta. La consistenza in
peso vivo mediamente presente di questi allevamenti è da ritenersi sostanzialmente
costante. La fecondazione delle vacche e delle giovenche è quasi sempre artificiale.
Esistono allevamenti a stabulazione fissa, dove gli animali sono legati e allineati in
rastrelliere, e allevamenti a stabulazione libera (animali non legati e liberi di muoversi
in tutto lo spazio ad essi destinato), dove gli animali si coricano in spazi definiti
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cuccette. La rimonta in ogni caso viene tenuta in box a stabulazione libera su lettiera
di paglia.
La mungitura è meccanica in apposita sala di mungitura o su posta fissa.
Nella stabulazione fissa la pavimentazione è piena e si usa la lettiera dove si ottiene il
classico letame.
Nella stabulazione libera con cuccette si ottiene esclusivamente liquame,
principalmente asportato con raschiatori o pale.
1.3) Lo svezzamento vitelli interessa le razze da carne; i vitelli sono allevati in box a
stabulazione libera, di norma su lettiera di paglia. Gli animali (generalmente
importati), dopo alcuni giorni di vita vengono confinati in apposite stalle per essere
ceduti agli ingrassatori al raggiungimento dei 180-200 kg. Vengono praticati tre cicli
annui.
I vitelli maschi delle razze da latte, non idonei ad essere ingrassati, vengono utilizzati
per la produzione del vitello a carne bianca: gli animali, dopo pochi giorni di vita,
vengono segregati singolarmente in gabbie e alimentati fino al raggiungimento dei
220 kg per essere macellati.
Nello svezzamento dei vitelli da vita (razze da carne), di norma si ottiene letame,
mentre nello svezzamento dei vitelli a carne bianca si ottiene, di norma, liquame.
Il ricambio d’aria è del tipo naturale ad eccezione dello svezzamento dei vitelli a
carne bianca dove può essere presente il ricambio d’aria forzato.
2 - SUINI
Gli allevamenti di suini si possono classificare a ciclo chiuso e a ciclo aperto con
attitudine all’ingrasso o alla riproduzione.
2.1) L’allevamento è a ciclo chiuso quando nelle porcilaie sono presenti le scrofe per la
produzione dei suinetti i quali a loro volta vengono ingrassati - nella stessa azienda per produrre suini del tipo leggero (120 kg finali), o pesanti (160-180 kg finali);
quindi, all’interno della stessa azienda, utilizzando strutture autonome e diverse, si
svolge il ciclo completo dalla nascita alla macellazione.
2.2) L’allevamento è a ciclo aperto quando vi si svolge solo una fase del ciclo, ovvero il
solo ingrasso o la sola riproduzione.
2.2.2) Gli allevamenti all’ingrasso si svolgono in appositi capannoni chiamati
porcilaie, divise al loro interno in box, dove vengono ricoverati animali tutti
coetanei o coetanei per gruppi, quindi si ottiene o il tutto vuoto - tutto pieno,
oppure una consistenza in peso costante per il ristallo e vendita periodica
degli animali. La pavimentazione di norma è parzialmente o totalmente
fessurata con produzione di liquami.
Sono presenti sporadici allevamenti di suini su lettiera permanente (elevato
strato di paglia - o materiali simili - che viene periodicamente immessa e
asportata a fine ciclo con produzione di letame).
2.2.3) Gli allevamenti da riproduzione sono costituiti da scrofe e da alcuni
verri; in essi viene praticata la riproduzione degli animali e i suinetti vengono
133
venduti a fine svezzamento o comunque ad un peso non superiore ai 30-35
kg cadauno.
Le porcilaie sono divise in più reparti: gestazione, parto, fecondazione,
rimonta e sala verri. La fecondazione è totalmente artificiale e i pochi maschi
hanno il ruolo di “ruffiani” ovvero servono solo per l’eccitazione delle
femmine (stimolare i calori).
In pratica gli animali sono ricoverati parte in box e parte in gabbie metalliche
dove avviene il parto e l’allattamento materno delle nidiate. Successivamente i
gruppi di suinetti vengono confinati in gabbie metalliche di piccole
dimensioni o in box pavimentati, per proseguire lo svezzamento con
mangimi.
La consistenza dell’allevamento fra adulti e figliate si ritiene pressoché
costante.
In questi allevamenti viene prodotto esclusivamente liquame con aggiunta di
acqua di lavaggio (idropulitrice).
Negli impianti moderni si usa esclusivamente il ricambio d’aria forzata
(camini e estrattori a parete), ma sono presenti anche capannoni con ricambio
d’aria naturale.
3 - AVICOLI
Gli allevamenti avicoli si possono classificare in base alla specie e alla finalità della loro
produzione: polli, tacchini e faraone da carne, oppure gli stessi volatili per la produzione
di uova da cova, ed ancora galline per la produzione di uova per uso alimentare.
Gli allevamenti sono sempre costituiti da capannoni dotati di finestratura laterale
apribile e pavimentazione piena e piana realizzata in cemento fratazzato.
3.1) Gli animali da carne, (polli, tacchini e faraone), vengono allevati a terra, (esempio dei
polli broilers), partendo da pulcini coetanei e sessati (divisi in maschi e femmine),
che vengono introdotti ai primi stadi di vita e vengono macellati anche in un unica
soluzione al raggiungimento del peso commerciale (da un minimo di 37 giorni per il
pollo leggero da rosticceria ai 150 giorni del tacchino maschio pesante). Tutti gli
animali suddetti vengono allevati su lettiera di truciolato di legno e, nel caso delle
faraone, su lettiera di paglia di cereali vernini con la produzione della classica pollina
solida, assimilabile al letame, che viene asportata con la pala meccanica ad ogni fine
ciclo.
Relativamente al ciclo e al foltimento degli animali per mq si riportano i seguenti
valori orientativi: mediamente 12 volatili nel caso dei polli, per 4-5 cicli annui; 12
volatili nel caso delle faraone ripetuto per n° 3 cicli annui; n° 4 volatili divisi al 50%
fra maschi e femmine nel caso dei tacchini per n° 2 cicli annui.
Il ricambio d’aria può essere anche di tipo forzato. All’interno dei capannoni avicoli
sono sempre presenti elettroventilatori sospesi utilizzati per raffreddare e
rimescolare l’aria all’interno del locale; essi non sono da considerarsi alla stregua del
ricambio d’aria forzato, in quanto non avviene la diretta espulsione dell’aria
all’esterno.
Tutti gli allevamenti avicoli descritti sono provvisti di appositi impianti di
riscaldamento a GPL per il periodo invernale e per i primi stadi di vita.
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3.2) Gli animali produttori di uova da cova, vengono allevati a terra alla stregua dei
Broilers su lettiera; hanno il ciclo produttivo di diversi mesi e nel caso delle galline vi
è un foltimento di 5 animali per mq con un gallo ogni 10 galline.
3.3) Le galline da uova (ovaiole), vengono allevate all’interno di capannoni dotati di
norma di ricambio d’aria forzata.
I volatili sono confinati in gabbie sospese da terra e predisposte a castello in modo
sfalsato. I palchi possono essere molteplici, a doppia fila, fino a 8 file di altezza.
Le deiezioni prodotte dalle galline cadono a terra passando attraverso le fessure della
rete delle gabbie e successivamente vengono asportate fuori dal capannone a mezzo
di un raschiatore meccanico fisso, installato a pavimento, sotto le pile delle gabbie.
In questo caso si ha la produzione di pollina semiliquida, molto odorosa, assimilabile
al liquame.
Negli impianti moderni i capannoni sono costituiti da due piani distinti e
precisamente la parte basale è costituita da un vuoto di notevole altezza e cubatura
con sovrastante solaio, a tratti fessurato in senso longitudinale, dove sono collocate
le pile di gabbie sfalsate.
Un particolare ricambio d’aria forzato, ottenuto per depressione dalla parte basale
del fabbricato e l’entrata dell’aria dall’esterno dalle sommità superiori laterali
dell’edificio, consente di essiccare la pollina, rendendola inodore, che a mezzo di
dispositivi temporizzati viene periodicamente “scaricata” per caduta, allo stato secco
e accumulata nel sottostante ampio vano vuoto del capannone.
Il foltimento per mq negli allevamenti di ovaiole è molto eterogeneo, potendo
variare in ragione delle caratteristiche strutturali e tecniche.
3.4) Allevamenti di anatre e altri palmipedi. Nella nostra Azienda ULSS non sono
presenti allevamenti intensivi di tali volatili. Si tratta di allevamenti finalizzati alla
produzione di carne: le anatre possono essere mantenute su pavimento pieno, con
lettiera formata da segatura con produzione finale di pollina, od anche su pavimento
fessurato con produzione finale di liquame. La densità di capi/mq è di 7/8 per i
maschi e 10 per le femmine; i maschi raggiungono a fine ciclo un peso di 4,5-5 kg, le
femmine un po’ più della metà.
3.5) Allevamenti di selvaggina per uso venatorio: sono presenti allevamenti di fagiani,
caratterizzati da riproduzione in ambienti confinati (piccoli capannoni dove vengono
temporaneamente ricoverate le “ovaiole” e i pulcinotti nei primi stati di vita), mentre
il raggiungimento della maturità commerciale dei volatili avviene in voliere all’aperto.
Le voliere sono comuni terreni agricoli, di ampie superfici, delimitati da reti
metalliche a maglia larga, a guisa di grande gabbia, dove la parte superiore è
sostenuta da pali e armatura metallica.
Il suolo viene seminato a sorgo da granella, mais e canapa (cannabis sativum!), con
presenza di erba infestante. I volatili permangono nel sito nel periodo estivo
autunnale per poi essere ceduti, raggiunta la maturità ai cacciatori.
Il foltimento delle voliere di fagiani può raggiungere i 10.000 capi per Ha. A fine
ciclo il terreno delle voliere viene arato per interrare la pollina.
Possono essere presenti anche voliere di starne, pernici e quaglie aventi morfologia e
caratteristiche analoghe a quelle dei fagiani.
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4 - CUNICOLI
Gli allevamenti cunicoli sono sempre confinati in capannoni e nella maggior parte dei
casi sono dotati di ricambio d’aria forzata.
Sono costituiti da coniglie (femmine fattrici), ricoverate in gabbie di rete metallica
disposte linearmente e sospese dal pavimento.
Sono presenti pochi maschi riproduttori e spesso si ricorre alla fecondazione
artificiale.
Le fattrici partoriscono di norma 8 volte all’anno un numero di 8-10 piccoli.
Ogni gabbia contiene un’unica fattrice dove la nidiata viene allattata; successivamente i
piccoli svezzati vengono separati dalla madre e confinati, in gruppi, in apposite gabbie
autonome (zona ingrasso).
Il foltimento di un allevamento per mq. lordo è difficilmente calcolabile e dipende
dalla tipologia costruttiva (gabbie su un unico piano o a piani sfalsati);
approssimativamente nei ricoveri con gabbie su un unico piano la densità (riproduttori,
fattrici, rimonta ingrasso) è di 8-10 soggetti/mq; negli allevamenti di più recente
costruzione detta densità aumenta sensibilmente.
Il ciclo di ingrasso è di 87-90 giorni dalla nascita per un peso commerciale di 2,5-2,7
kg cadauno.
L’allevamento del coniglio è da ritenersi sempre a ciclo chiuso ed il peso vivo
mediamente presente è da considerarsi costante.
Le deiezioni dei conigli, assieme alle urine (animali mammiferi), cadono a terra
attraverso le fessurazioni delle gabbie metalliche.
Sottostanti alle gabbie vi sono dei raschiatori fissi che provvedono ripetutamente
all’evacuazione esterna al capannone delle deiezioni prodotte.
La particolare consistenza delle feci dei conigli, se separate dalle urine e dalla frazione
liquida, consente di ottenere un prodotto solido e palabile quindi assimilabile al letame
anche se sprovvisto di lettiera.
5 - BUFALINI
La specie bufalina è sporadicamente presente nel territorio dell’Azienda ULSS 17.
La tipologia dell’allevamento è assimilabile a quella delle vacche da latte, così come i
pesi vivi mediamente presenti con la differenza che assieme a edifici per il confinamento
(stalle), necessitano di recinti scoperti esterni, con presenza anche di acqua, dove gli
animali stazionano manifestando il loro naturale comportamento.
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6 - EQUINI
La specie equina viene allevata principalmente per scopi amatoriali e ludico-sportivi.
E’ presente sporadicamente anche la specie TPR con attitudine da carne (vero e
proprio allevamento da riproduzione con ingrasso) e animali importati adulti dai paesi
dell’Est Europa che subiscono un breve finissaggio per essere avviati alla macellazione.
6.1) Nel caso degli animali da affezione si riscontano comunemente scuderie con uno o
pochissimi animali.
Ci sono anche insediamenti e “pensioni” con decine di animali di pregio provviste di
accessori, maneggio, giostra, recinti esterni ecc.
I cavalli, indifferentemente dalla tipologia e dalla razza, vengono allevati su lettiera
con la produzione di letame.
Il peso di riferimento degli animali varia dai 500-650 kg cadauno per le razze ad
attitudine ludico-sportive, elevabile a 800-900 kg per i TPR e a 650 kg per gli animali
di importazione da avviare al macello.
6.2) Possono essere presenti anche degli asini da destinare al macello per autoconsumo.
Detti animali hanno esigenze e comportamenti simili a quelli del cavallo mentre il
loro peso unitario è notevolmente inferiore in funzione alla razza.
7 - OVICAPRINI
Sono presenti allevamenti di pecore e sporadicamente anche di capre che possono
essere allevate al pascolo vagante, conducendo gli animali (gregge) lungo gli argini interni
ed esterni dei fiumi, canali, zone incolte e marginali, oppure stanziali, confinate in ovili, ed
ancora forme miste fra le due tipologie.
7.1) Il tradizionale allevamento al pascolo su prato spontaneo riguarda principalmente
greggi di razze da carne: nel gregge oltre ai montoni e alle pecore adulte, sono
presenti agnelle destinate alla rimonta e giovani maschi che vengono mantenuti sino
al momento in cui vengono inviati al macello come agnelloni.
La pecora partorisce due volte all’anno.
Nell’allevamento brado le deiezioni vengono disperse sui terreni e sugli argini dei
fiumi oggetto di pascolamento (Adige, Gorzone).
7.2) L’allevamento di razze da latte viene spesso praticato invece in forma mista: le
pecore in lattazione, con un certo numero di montoni, vengono confinate in stalle a
stabulazione libera su lettiera, mentre le pecore in asciutta e la rimonta vengono
condotte al pascolo vagante. Vi sono anche allevamenti completamente stanziali, ove
gli animali sono perennemente in stalle a stabulazione libera, su lettiera o raramente,
anche su grigliato. Nei greggi di razze da latte troviamo pecore adulte, montoni,
femmine giovani da rimonta e giovani maschi che generalmente vengono avviati al
macello anche da agnelli.
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8 - ANIMALI DA PELLICCIA
Nel territorio dell’Azienda ULSS 17 sono presenti anche allevamenti di visoni,
destinati alla produzione di pelli per realizzare le pellicce.
Il visone è un animale aggressivo, è carnivoro e viene alimentato con frattaglie
dell’industria della macellazione ed altre proteine di origine animali, viene allevato
all’aperto e confinato singolarmente in gabbie metalliche sospese dal suolo.
Il tipico allevamento di visoni è localizzato in aperta campagna, dotato di un rustico o
di piccolo capannone dove vengono ricoverare le attrezzature e gli alimenti da conservare.
Gli animali sono confinati singolarmente in gabbie metalliche allineate e appaiate sotto
a strette tettoie a due spioventi disposte longitudinalmente, dove gli animali vengono
alimentati manualmente e si riproducono. Il visone ha una dimensione equiparabile a
quella di un grosso ratto.
Le deiezioni, particolarmente odorose, cadono a terra e vengono periodicamente
raschiate dal suolo e depositate nella concimaia.
In pieno inverno gli animali adulti vengono abbattuti con l’utilizzo dell’ossido di
carbonio e subito scuoiati; le pelli vengono salate.
L’insediamento viene perimetralmente recintato con rete metallica.
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