METODI DI INDAGINE INDAGINI GEOGNOSTICHE Il sottosuolo può essere caratterizzato dal punto di vista geologico, geotecnico e geomeccanico attraverso indagini: indirette (misurano la variazione di determinate caratteristiche e permettono di risalire successivamente alla definizione del terreno che costituisce il sottosuolo); dirette (consentono un rilievo diretto e dettagliato del terreno). Indagini indirette METODI GEOFISICI Utilizzano le variazioni, rilevabili in superficie, di alcuni parametri geofisici per la definizione della geometria e delle caratteristiche di corpi geologici sepolti. Possono essere distinti in metodi che impiegano: campi naturali ⇒ misurano un campo di forze sulla superficie terrestre e cercano di individuare le anomalie dovute a disomogeneità del terreno: Prospezione gravimetrica, Prospezione magnetica. campi artificiali ⇒ studiano il comportamento di un campo artificiale che può venire influenzato da corpi o strutture sepolte: Prospezione elettrica, prospezione sismica. METODI GEOFISICI (indagini indirette) Una prospezione consiste nel distribuire un certo numero di punti di rilevamento secondo una maglia più o meno fitta di stazioni, in funzione delle dimensioni, profondità e contrasti di proprietà della struttura da rilevare e del rapporto costi/benefici. METODI GEOFISICI (indagini indirette) OBIETTIVI Ricostruire il profilo stratigrafico. In particolare, la posizione di un eventuale basamento roccioso o substrato resistente Stabilire la posizione della superficie della falda freatica o la presenza di corpi idrici sotterranei Metodi geofisici: Geoelettrico: segnale elettrico in corrente continua funzione della resistività delle rocce attraversate. Geosismico: onde sismiche di compressione (P), di taglio (S) e di superficie (R). Interpretazione di onde di riflessione e di rifrazione Necessità di abbinare prove geofisiche con carotaggi geognostici! Geo-elettrica Profili di resistività PROSPEZIONE ELETTRICA METODO DELLA RESISTIVITA’ Questo metodo si basa sulla misura delle variazioni della resistività delle rocce o di un terreno, cioè di una grandezza fisica che esprime l’attitudine di un materiale a lasciarsi attraversare da una corrente elettrica. L’unità di misura della resistività è Wm. I minerali costituenti le rocce sono, tranne rare eccezioni come la grafite e alcuni solfuri, degli isolanti perfetti, per cui la resistività assume valori notevolmente elevati. Tuttavia la presenza nei vuoti di elementi caratterizzati da una bassa resistività, come acqua o presenza di terreno, fa si che i valori di resistività si abbassino in modo sensibile. Questi fattori fanno si che a parità di tipo litologico la resistività sia influenzata principalmente dalla porosità del mezzo. Il dispositivo frequentemente adottato per la misura della resistività è il quadripolo di Schlumberger. PROSPEZIONE ELETTRICA METODO DELLA RESISTIVITA’ METODI DI PROSPEZIONE ELETTRICA • Metodo dei Sondaggi Elettrici (Profili Verticali) a) Quadripolo Schlumberger; b) Quadripolo Wenner; c) Dipolo - Dipolo • Metodo dei profili orizzontali di resistività a) Quadripolo Schlumberger; b) Quadripolo Wenner; PROSPEZIONE ELETTRICA METODO DELLA RESISTIVITA’ SONDAGGIO ELETTRICO VERTICALE Nel quadripolo Wenner il centro rimane invariato e gli elettrodi sono sistemati in modo equidistante rispetto al centro Vantaggi: Utile a valutare la presenza di strati orizzontali; Svantaggi: meno per eventuali strutture verticali. Nel quadripolo Schlumberger lo schema rimane sempre AMNB ma la distanza tra gli elettrodi AM e NB dipende da n multiplo n (dato dal rapporto AM/MN = n) e dalla distanza tra gli elettrodi di corrente A e B. Vantaggi: Discretamente sensibile sia agli strati orizzontali che verticali. PROSPEZIONE ELETTRICA METODO DELLA RESISTIVITA’ SONDAGGIO ELETTRICO VERTICALE I Metodi di prospezione elettrica Wenner e Schlumberger, sono costituiti da una linea di invio AB (collegata ad una batteria), destinata ad immettere nel terreno una corrente continua di nota intensità i e una linea di misura MN munita di potenziometro P destinata a misurare la differenza di potenziale che si crea per effetto della resistenza opposta dai terreni al flusso di corrente immessa PROSPEZIONE ELETTRICA METODO DELLA RESISTIVITA’ Allargando ad ogni misura i quattro elettrodi mantenendo invariato il centro del quadripolo si ottiene un SONDAGGIO ELETTRICO VERTICALE (SEV) PROSPEZIONE ELETTRICA METODO DELLA RESISTIVITA’ Spostando ad ogni misura i 4 elettrodi, senza mantenere invariato il centro, lungo un allineamento orizzontale PROFILO DI RESISTIVITA’ MODELLO 1D PROSPEZIONE ELETTRICA METODO DELLA RESISTIVITA’ In un modello 2D la resistenza può variare in entrambe le direzioni orizzontali e verticali. La rappresentazione 2D è un giusto compromesso tra costi ed attendibilità dei risultati. Mentre un profilo 1D comprende circa 10/20 letture, un profilo 2D permette di eseguire 100/1000 letture e un profilo 3D 1.000.000 di letture. La Tomografia 2D viene eseguita mediante un numero di elettrodi maggiore di 20 connessi ad un misuratore di resistività che a sua volta è collegato ad un laptop per la elaborazione dei dati registrati. MODELLO 1D PROSPEZIONE ELETTRICA METODO DELLA RESISTIVITA’ In un modello 2D la resistenza può variare in entrambe le direzioni orizzontali e verticali. La rappresentazione 2D è un giusto compromesso tra costi ed attendibilità dei risultati. Mentre un profilo 1D comprende circa 10/20 letture, un profilo 2D permette di eseguire 100/1000 letture e un profilo 3D 1.000.000 di letture. La Tomografia 2D viene eseguita mediante un numero di elettrodi maggiore o uguale di 20 connessi ad un misuratore di resistività che a sua volta è collegato ad un laptop per la elaborazione dei dati registrati. Il DATA POINT ottenuto rappresenta la misura di potenziale elettrico che giace in corrispondenza del punto medio del set d elettrodi utilizzato e che la profondità dipende dalla spaziatura utilizzata. Al DATA POINT è associato un volume di terreno in modo da rappresentare l’intero volume di indagine in tanti singoli volumetti. PROSPEZIONE ELETTRICA METODO DELLA RESISTIVITA’ Immaginiamo di disporre n.20 elettrodi e di effettuare misure secondo una disposizione WENNER. Lo strumento verrà posto sui primi 4 elettrodi ad una distanza paria a 1a, si invierà corrente ai 2 esterni e si misurerà il potenziale tramite i due centrali. Si ripeterà la medesima operazione per distanze pari a 2a, 3a, 4a, fino al limite massimo consentito di 20 elettrodi. Si nota che all’aumentare della spaziatura decresce il numero di letture ma aumenta la profondità. Perciò il numero di misure effettuabili lungo lo stesso orizzonte dipende dalla geometria. PROSPEZIONE ELETTRICA METODO DELLA RESISTIVITA’ Essendo nota l’intensità di corrente i inviata al sottosuolo, la misura di potenziale è tramutata in resistività apparente. (per resistività apparente si intende la resistività media di un volume di terreno direttamente investito da n flusso di corrente) N.B.: per misurare la massima profondità raggiungibile per mezzo di uno schema, si moltiplica la distanza elettrodica usata «a» oppure la massima distanza «L» dello schema per un fattore di profondità. PROSPEZIONE ELETTRICA METODO DELLA RESISTIVITA’ Le tecniche 3D forniscono risultati più accurati, ma sono ancora estremamente costose a causa dei lunghi tempi di acquisizione legati all’impossibilità di effettuare più di una misura nello stesso tempo, ed ai tempi di elaborazione della maggiore mole di dati. acqua ρ=10-100 Ω⋅m acqua di mare ρ= 2-3 Ω⋅m Profilo di resistività da geoelettrica Profilo di resistività da geoelettrica Profilo stratigrafico da geoelettriche PROSPEZIONE ELETTRICA METODO DELLA RESISTIVITA’ Come abbiamo visto la profondità di investigazione può variare da poche decine a varie centinaia di metri, si comprende come i sondaggi elettrici e i profili di resistività, si prestino sia a studi di dettaglio di zone limitate, sia a studi di carattere regionale. Le applicazioni più frequenti riguardano lo studio delle serie alluvionali, la ricostruzione dall’andamento dello spessore dei materiali acquiferi, oppure del tetto di un substrato roccioso acquifero sepolto sotto una coltre di depositi poco resistivi e alla ricerca di sacche di gas metano e petrolio. Geo-sismica PRINCIPI DEI METODI GEOSISMICI PRINCIPI DEI METODI GEOSISMICI PRINCIPI DEI METODI GEOSISMICI PRINCIPI DEI METODI GEOSISMICI Sismica a rifrazione Sismica a riflessione PRINCIPI DEI METODI GEOFISICI Questi metodi geofisici si basano sulle leggi di Snell, alle quali occorre brevemente accennare per facilitare la comprensione dei fenomeni che determinano percorsi, geometrie, velocità e caratteristiche dei raggi sismici. • si denoti un piano di incidenza individuato dal raggio incidente e dalla normale alla superficie di discontinuità tra il mezzo 1 e il mezzo 2; • si supponga un’onda che colpisca la superficie di separazione tra i due mezzi aventi caratteristiche meccaniche differenti: parte dell’onda incidente subirà un fenomeno di riflessione e continuerà a viaggiare nel mezzo 1, mentre una parte proseguirà il suo percorso al di là della superficie e verrà trasmessa nel mezzo 2. PRINCIPI DEI METODI GEOFISICI Il mezzo 1 sarà attraversato da un raggio riflesso che giacerà nel piano di incidenza: detto θi l'angolo formato dal raggio incidente con la normale alla superficie di separazione tra i mezzi e θr l'angolo formato dal raggio riflesso con la normale alla superficie, si avrà che qi = qr Il raggio rifratto, invece, verrà trasmesso nel mezzo 2: indicato con θR l'angolo formato dal raggio rifratto con la normale alla superficie di separazione tra i due mezzi. Da qui, come mostrato in figura, ne consegue che: • se V2 > V1 il raggio rifratto si allontanerà dalla normale alla superficie di separazione tra i due mezzi; • se V2 < V1 il raggio rifratto si avvicinerà alla normale alla superficie di separazione tra i due mezzi; METODO SISMICO A RIFRAZIONE Se viene fatta esplodere un carica di dinamite in uno scavo o foro di sondaggio si creano delle onde sismiche che si propagano nei terreni con una velocità che dipende dalle caratteristiche di elasticità dei terreni stessi. In determinate situazioni strutturali tali onde possono essere rifratte e ritornare in superficie, per cui, se sono noti i tempi di percorrenza tra sorgente sonora e un ricevitore, nonché la distanza tra questi due punti, è possibile calcolare la velocità delle onde in ciascuno strato attraversato e la relativa profondità. METODO SISMICO A RIFRAZIONE La prova consiste nell’utilizzare un’apparecchiatura, montata su un autocarro o portatile, costituita da una sorgente sonora (ad esempio esplosivo), da una serie di sismografi (Geofoni) in numero di 6 o 12 o 24 regolarmente allineati e da altrettanti cronografi in grado registrare fotograficamente l’istante di esplosione e il tempo di arrivo delle onde. N.B.: la quantità di esplosivo, la profondità dello scavo, la distanza della linea di geofoni dalla sorgente dipendono dalla profondità che si intende raggiungere. Sperimentalmente è stato osservato che occorre disporre i geofoni a una distanza di 4000m dal punto di scoppio per raggiungere i 1000m di profondità di investigazione, con un consumo di esplosivo pari a 100kg di dinamite. METODO SISMICO A RIFRAZIONE L’indagine completa prevede una serie di scoppi e quindi di registrazioni eseguite lungo determinate direttrici che possono anche essere articolate con due sistemi normali fra loro in modo da creare una rete a maglia quadra che copra tutta la zona oggetto di studio. L’esplosione della carica crea tre tipi di onde che si propagano in tutte le direzioni, tra esse le più importanti sono le onde longitudinali P (Onde di Compressione) e le onde trasversali S (Onde di Taglio). I geofoni registrano l’arrivo delle onde longitudinali (le quali viaggiano ad una velocità di poco inferiore al doppio della velocità delle onde trasversali) e delle onde superficiali. Esempio di prospezione sismica e rifrazione: L'energia rifratta sulle differenti superfici di discontinuità, misurata in superficie da specifici geofoni, fornirà informazioni circa le velocità sismiche dei corpi presenti nel sottosuolo: nota la distanza tra sorgente e ricevitore, nonché il tempo di percorrenza delle onde rifratte, sarà possibile risalire alle velocità e alle caratteristiche meccano-elastiche dei mezzi attraversati METODO SISMICO A RIFRAZIONE DROMOCRONE – CALCOLO DELLE VELOCITA’ – SPESSORI DEGLI STRATI I raggi sonori prodotti dallo scoppio attraversano il sottosuolo seguendo percorsi differenti. Di questi raggi alcuni giungono direttamente ai geofoni più vicini (per esempio G1-G2-G3); altri vengono rifratti non appena urtano il piano di separazione fra i due strati 1 e 2 di velocità V1 e V2 (con V1 < V2) Di questi ultimi raggi ve ne sono alcuni che percorrono la superficie di separazione degli strati 1 e 2 e ritornano in superficie G3-G4G5-G6-G7 secondo una inclinazione uguale all’angolo i (angolo di rifrazione r = 90°) I raggi che incidono invece sullo stesso piano di contatto con i1 < i penetrano nello strato 2 secondo un certo angolo di rifrazione e possono ritornare in superficie G7 solo quando l‘angolo di incidenza sulla superficie inferiore dello strato 2 corrisponde all’angolo critico i2 (r = 90°). Ne consegue che note le distanze fra punto di scoppio e ciascun sismografo, noti gli istanti in cui sono avvenuti gli scoppi quelli di arrivo delle onde e quindi noti i tempi di percorrenza, è possibile costruire un diagramma (dromocrona) unendo i vari punti di coordinate s (distanze) e t (tempi). METODO SISMICO A RIFRAZIONE DROMOCRONE – CALCOLO DELLE VELOCITA’ – SPESSORI DEGLI STRATI Ciascun segmento della dromocrona è caratterizzato da una inclinazione, sull’asse delle ascisse, che equivale all’inverso della velocità delle onde nello strato cui esso si riferisce; inoltre gli stessi segmenti consentono il calcolo degli spessori degli strati h1, h2, ecc. ovvero Nel caso di spessori ridotti, quali si considerano in genere duranteleindagini per tracciati lineari (ad esempio nel caso delle strade), si può assumere che il tragitto del raggio sonoro negli strati sia pressochè verticale (cioè, i = 0 e cos 0 =1). In tal caso le formule si semplificano e diventano: METODO SISMICO A RIFRAZIONE APPLICAZIONE DELMETODO SISMICO A RIFRAZIONE ASPETTI NEGATIVI Il metodo sismico a rifrazione richiede innanzitutto che gli strati che caratterizzano la successione litologica del sottosuolo presentino delle caratteristiche meccaniche che migliorano con la profondità, cioè la velocità delle onde sismiche deve aumentare con la profondità. In caso contrario, ossia nel caso in cui V1 > V2, non si ha riflessione totale e quindi le onde rifratte nel secondo strato non ritornano mai in superficie. Inoltre per grandi profondità di investigazione la necessità di utilizzare enormi quantitativi di esplosivo e a lunghezze notevoli della linea di geofoni rende il metodo sismico a rifrazione decisamente antieconomico e quindi meglio adatto a studi di piccola e media profondità. ASPETTI POSITIVI La sismica a rifrazione trova una corretta applicazione dei seguenti tipi di indagine: a) Identificazione e ricostruzione della morfologia del tetto di un substrato roccioso sepolto sotto una coltre di strato argilloso; b) Identificazione e ricostruzione dell’andamento dello spessore di alterazione delle rocce; c) Differenziazione delle caratteristiche elastiche di una massa rocciosa con la profondità; d) Verifica dell’efficacia degli interventi di consolidamento per iniezioni. Sezione sismostratigrafica METODO SISMICO A RIFLESSIONE La sismica a riflessione analizza i tempi che intercorrono tra l'istante di generazione di un impulso elastico e l'istante di ricezione in superficie, dopo una o più riflessioni da parte di altrettante superfici riflettenti. Tale metodologia sfrutta le proprietà elastiche del terreno: ogni superficie che marca un passaggio litologico, sia essa di carattere stratigrafico o tettonico, rappresenta una discontinuità in grado di riflettere parte dell'energia sismica indotta nel sottosuolo. I raggi sismici generati dalla sorgente (S), si rifletteranno sulle interfacce che separano i diversi corpi presenti nel sottosuolo (caratterizzati da differenti litologie, differenti proprietà fisiche, etc..); i segnali riflessi, registrati in superficie da appositi ricevitori (geofoni o idrofoni, a seconda che si stia conducendo un’indagine delle aree emerse o di quelle sommerse) ed opportunamente elaborati, permetteranno di determinarne la profondità, di studiarne la geometria e di trarre elementi di giudizio sulle caratteristiche strutturali dell'area indagata. METODO SISMICO A RIFLESSIONE DIFFERENZA TRA METODI La sismica a rifrazione è un metodo di indagine del sottosuolo basato sull’analisi dei tempi di arrivo delle onde rifratte. La sismica a riflessione è una tecnica d'indagine del sottosuolo che sfrutta le proprietà elastiche del terreno andando a studiare direttamente l’onda riflessa. A RIFLESSIONE • Strutture tettoniche profonde (fino a qualche migliaio di metri). Usati soprattutto nel campo della ricerca petrolifera. • Lunghezze di linee di geofoni minori; • Visualizzano in modo schematico e fedele la situazione strutturale del sottosuolo METODO SISMICO A RIFLESSIONE • La fase di acquisizione dei dati è la più importante e deve essere adeguatamente progettata al fine di ottenere buoni risultati in un sondaggio sismico; • La scelta della sorgente sismica in un’indagine a bassa profondità viene affrontata ponderando diversi fattori, tra cui il costo, la ripetitività, l’efficienza e la sicurezza. • Le sorgenti di energizzazione del terreno possono essere divise in tre categorie: a) Esplosivi; b) Cannoncini sismici c) percussioni METODO SISMICO A RIFLESSIONE L’esplosivo è la fonte di energizzazione più efficace: una carica di dinamite viene fatta esplodere in un perforo appositamente eseguito ad una profondità dettata dallo scopo dell’indagine. Questo tipo di sorgente per le difficoltà connesse al suo utilizzo è ormai esclusiva della prospezione industriale. METODO SISMICO A RIFLESSIONE I fucili sismici (cannoncini sismici ) consentono di “sparare” cartucce speciali direttamente nel terreno. Si ottengono impatti rapidi ma di energia limitata. a) b) c) METODO SISMICO A RIFLESSIONE Il terzo metodo, meno costoso, consiste nel percuotere con una mazza una piastra posta sul terreno o facendo cadere una massa sospesa da una determinata altezza. METODO SISMICO A RIFLESSIONE Strumenti di registrazione dei segnali sismici Geofoni: dispositivi che convertono le vibrazioni in segnali elettrici inviati all’apparecchiatura di registrazione. Idrofoni: ricevitori di segnali sismici in acqua, in cui l’elemento sensore è un cristallo piezoelettrico. METODO SISMICO A RIFLESSIONE Amplificatori e filtri Il debole segnale di uscita dei geofoni viene amplificato e filtrato in modo da eliminare i possibili disturbi. L’unità di amplificazione è preceduta da un filtro il cui scopo è quello di eliminare o quanto meno ridurre i disturbi (vento, traffico, moto ondoso, ecc.) che possono generare ulteriori vibrazioni del terreno. Registratori I segnali provenienti dai geofoni, filtrati ed amplificati, vengono visualizzati e registrati per le analisi successive. La registrazione può essere analogica (a) o digitale su supporto magnetico (b). a) b) Geo-sismica Misure Sismiche in foro MISURE SISMICHE IN FORO Le misure sismiche in foro richiedono l’ubicazione della sorgente e/o dei ricevitori all’interno del terreno, alla profondità a cui si vuole effettuare la misura. Per tale motivo necessitano dell’esecuzione di un foro prima di effettuare la prova (cross-hole, down-hole, suspension velocity logging method) o contestualmente (cono sismico, dilatometro sismico). Di conseguenza: • Comportano costi maggiori rispetto alle prove simiche superficiali; • Sono invasive e possono avere un certo impatto ambientale; • Forniscono informazioni limitate dal terreno circostante la verticale di esplorazione. Si tratta di misure attive in cui viene utilizzata una sorgente meccanica collocata in superficie oppure all’interno del foro. LE ONDE SISMICHE GENERATE SONO ONDE DI VOLUME (ONDE P e S). MISURE SISMICHE IN FORO I risultati delle prove sismiche in foro vengono in genere restituiti sotto forma di grafici che riportano i valori puntuali delle velocità misurate con la profondità. Le tecniche di misura in foro più diffuse sono: • Prove Down Hole (e più raramente le Up-Hole); • Prove Cross Hole; • Prove con cono sismico; • Prove con dilatometro sismico; • Prove Suspension-Velocity-Logging Method (molto diffusa in Giappone, poco conosciuta in Italia). MISURE SISMICHE IN FORO PROVA DOWN-HOLE E’ una delle tecniche più utilizzate (a partire dagli anni ’60) nell’ambito della dinamica dei terreni e dell’Ingegneria geotecnica sismica. Oltre ad una pratica diffusa, esiste anche una vasta sperimentazione nel campo della ricerca. FINALITA’ Determinazione della velocità di propagazione di onde P ed S con la profondità in prossimità di una verticale. SCHEMA E ATTREZZATURA Sorgenti meccaniche di onde P ed S disposte in superficie; 1 o 2 ricevitori (geofoni) ubicati nel foro di sondaggio in corrispondenza della verticale da esaminare e collegati ad un sistema di acquisizione (sismografo); MISURE SISMICHE IN FORO PROVA DOWN-HOLE CAMPO DI APPLICAZIONE Misure affidabili per profondità comprese fino a circa 50÷60m, compatibilmente con il tipo di sorgente utilizzato; a maggiori profondità i segnali diventano di difficile interpretazione OPERAZIONI PRELIMINARI Esecuzione, rivestimento e cementazione del foro Nella fase di perforazione il foro (φ =80÷125 mm) viene temporaneamente sostenuto (con fanghi bentonitici o tubi “camicie”), per ridurre l’effetto di disturbo del terreno. Il foro viene poi rivestito con un tubo di materiale ad alta impedenza alle vibrazioni (es. alluminio o PVC) riempiendo accuratamente lo spazio tra foro e tubo con malta a ritiro controllato (cementazione) in modo da garantire perfetta aderenza tra tubo e terreno (in modo che le onde sismiche possano trasmettersi ad ogni profondità dal terreno al tubo e quindi ai geofoni). Se non è stata effettuata una buona cementazione (problema particolarmente sentito operando in terreni granulari) durante la prova DH le registrazioni risulteranno ricche di alte frequenze. Per eseguire una cementazione efficace è buona regola eseguirla dal basso, mediante tubi che iniettano la malta in pressione nell’intercapedine, piuttosto che per gravità. Prima di effettuare la prova DH occorre far trascorrere un tempo adeguato per il ritiro della malta (ovvero almeno 30gg) in modo che sia garantita l’aderenza tubo-terreno MISURE SISMICHE IN FORO PROVA DOWN-HOLE CARATTERISTICHE DELL’ATTREZZATURA Sorgenti Si tratta di sorgenti meccaniche in grado di generare prevalentemente onde elastiche direzionali SH e onde P. Generalmente la sorgente delle onde S è costituita da una longarina metallica oda unatrave di legno con estremità di acciaio o da una trave in c.a. mantenuta aderente alla superficie del terreno; per la generazione delle onde P è invece utilizzata una piastra di acciaio. Considerata l’entità di energia prodotta, le deformazioni indotte nel terreno in prossimità della superficie sono inferiori a 10-2 % e decrescono con la profondità. Mezza traversa per energizzazioni orizzontali (Generazione di onde S) (Ltot = 250cm) Piastra per energizzazioni verticali (Generazione di onde P) (30x30 cm2) MISURE SISMICHE IN FORO PROVA DOWN-HOLE Sorgenti https://www.youtube.com/watch?v=8YltsdALTso MISURE SISMICHE IN FORO PROVA DOWN-HOLE Sistema di ricezione Si compone di uno o due ricevitori, ciascuno dei quali costituito da contenitore cilindrico contenente una terna di trasduttori di velocità orientati secondo le componenti di una terna cartesiana ortonormale in modo che uno sia orientato secondo la lunghezza del contenitore (trasduttore verticale) e gli altri ad esso perpendicolari (trasduttori orizzontali). I trasduttori devono possedere appropriate caratteristiche di frequenza e sensitività. Nel caso si utilizzino due ricevitori, essi devono essere uniti da un collegamento in grado di fissarne la distanza verticale (compresa tra 1 e 3 m) e l’orientazione relativa (in modo che i trasduttori orizzontali siano sempre paralleli e concordi a due a due). È opportuno che il sistema di ricezione sia dotato di un dispositivo per controllare l’orientazione dei trasduttori rispetto alla sorgente (orientamento assoluto). MISURE SISMICHE IN FORO PROVA DOWN-HOLE Sistema di ricezione • Collegamento tra geofoni per mantenere l’orientamento relativo. • Batteria di aste orientabili per mantenere l’orientamento assoluto. MISURE SISMICHE IN FORO PROVA DOWN-HOLE TRIGGER Il trigger è un dispositivo dotato di sensore (inerziale, di spostamenti, di velocità, d’accelerazione, collegato al sistema di acquisizione dati, che permette di far partire la registrazione del segnale sismico acquisito dai geofoni nell’istante in cui la sorgente viene attivata e parte la sollecitazione dinamica. Il trigger può essere realizzato mediante un geofono di superficie posizionato in prossimità della sorgente o mediante un circuito elettrico che viene chiuso nell’istante in cui il martello colpisce la sorgente (un polo sul martello e l’altro sulla piastra di battuta). SISTEMA DI ACQUISIZIONE E REGISTRAZIONE DATI Si tratta di un sistema multicanale in grado di registrare su ciascun canale in forma digitale le forme d’onda e di conservarle in memoria di massa. È collegato a ciascuno dei tre trasduttori di ciascun ricevitore e al sensore del trigger; consente anche di visualizzare come forme d’onda su un apposito monitor le vibrazioni rilevate dai trasduttori dei geofoni nonché l’impulso inviato dal trigger (se costituito da un geofono di superficie). MISURE SISMICHE IN FORO PROVA DOWN-HOLE MISURE SISMICHE IN FORO PROVA DOWN-HOLE 1. Si predispone il piano d’appoggio per le sorgenti togliendo le eventuali asperità rendendo la superficie liscia mediante sabbia (eventualemente). La sorgente delle onde di taglio viene sistemata in superficie ad una distanza compresa tra 1.5m e 2.5m dal foro, in modo che gli estremi siano equidistanti da esso, e orientata in direzione ortogonale ad un raggio uscente dall’asse foro; 2. i ricevitori, collegati tra loro ad una distanza di 1÷3m, vengono inseriti nel foro fino a raggiungere la profondità di prova (generalmente si parte da fondo foro); 3. i ricevitori vengono assicurati alle pareti del tubo di rivestimento; 4. la sorgente di onde SH viene colpita a destra e a sinistra, e la sorgente di onde P verticalmente e, allo stesso tempo, inizia la registrazione del segnale (trigger e ricevitori); 5. eseguite le registrazioni, la profondità viene modificata (generalmente di 1.0÷1.5m) e la procedura ripetuta. https://www.youtube.com/watch?v=8YltsdALTso MISURE SISMICHE IN FORO PROVA DOWN-HOLE 1. L’interpretazione delle registrazioni finalizzata alla determinazione delle velocità di propagazione delle onde P ed S, per ciascuna delle profondità indagate, può essere fatta nel dominio del tempo. MISURE SISMICHE IN FORO PROVA DOWN-HOLE VANTAGGI 1. attenuazione dell’ampiezza delle onde con la profondità (profondità di esplorazione limitata); 2. problemi di rifrazione e di riflessione delle onde dirette (difficoltà di interpretazione); 3. Impossibilità di caratterizzare terreni fittamente stratificati. SVANTAGGI 1. 2. 3. 4. ingombro areale limitato; misura continua delle velocità con la profondità; disponibilità di un numero ridondante di registrazioni; Oggetto di una vasta sperimentazione e di una ricerca decennale. COSTI E AFFIDABILITA’ 1. Rispetto alle altre prove sismiche le prove DH si collocano in una fascia media con affidabilità delle misure da media a buonaRichiedendo l’esecuzione di un foro di sondaggio il costo è sensibilmente più elevato rispetto a quello delle misure sismiche superficiali. MISURE SISMICHE IN FORO PROVA CROSS-HOLE La prova Cross-Hole (che significa letteralmente attraverso i fori) è per eccellenza quella che ci permette di ricavare la velocità di propagazione delle onde di taglio Vs. Consiste nel misurare il tempo impiegato dalle onde di taglio S per propagarsi all’interno del terreno; note le distanze percorse, è possibile quindi calcolare la velocità di propagazione delle onde. ATTREZZATURA Sorgenti di onde di taglio di tipo S; Trasduttore che identifica l’istante di partenza dell’impulso sismico 1 o 2 ricevitori (geofoni) in grado di recepire gli impulsi trasmessi; Sismografo ossia un sistema capace di registrare e conservare i segnali indotti. MISURE SISMICHE IN FORO PROVA CROSS-HOLE - Si eseguono preventivamente almeno tre fori ( di sondaggio o a distruzione se per la sola installazione degli strumenti), che vengono rivestiti con tubazioni costituite da materiale con elevato isolamento (PVC); - All’interno di essi vengono posti un trasmettirore (sorgente) e due ricevitori (uno per foro) alla stessa profondità del trasmettitore. - Le tubazioni devono essere soldali ai trasmettitori e al terreno. MISURE SISMICHE IN FORO PROVA CROSS-HOLE - - La vibrazione del trasmettitore si traduce in una onda di taglio S, che viaggia all’interno del terreno e raggiunge i ricevitori; si misura il tempo impiegato dall’onda a percorrere la distanza L sorgente-ricevitore (tempo di arrivo) e, note le rispettive distanze si ricava Vs. In teoria basterebbe un solo ricevitore per il calcolo di Vs, tuttavia se ne utilizza più di uno per il controllo dei risultati. Eseguendo la prova a differenti profondità, otteniamo il profilo di Vs con la profondità. MISURE SISMICHE IN FORO PROVA CROSS-HOLE MISURE SISMICHE IN FORO PROVA CROSS-HOLE MISURE SISMICHE IN FORO PROVA SCPT (CONO SISMICO) Nasce come evoluzione della prova CPT con lo scopo di acquisire tutti i vantaggi derivanti dalle prove DH (e CH) superandone i limiti connessi all’elevato costo dovuto alla realizzazione dei fori. FINALITA’ Determinazione della velocità di propagazione di onde P ed S con la profondità in prossimità di una verticale. SCHEMA E ATTREZZATURA In modalità DH la prova viene eseguita con la sorgente meccanica ubicata in superficie e 1 o 2 ricevitori inseriti all’interno dell’asta del piezocono aldi sopra del manicotto (in modalità CH, un penetrometro è usato come sorgente, un altro, o altri 2, come ricevitori). OPERAZIONI PRELIMINARI Nessuna operazione preliminare MISURE SISMICHE IN FORO PROVA SCPT (CONO SISMICO) CAMPO DI APPLICAZIONE Misure affidabili per profondità comprese da 10 a 50, compatibilmente con il tipo di sorgente utilizzata. Limiti legati alla penetrazione della punta nei terreni. MISURE SISMICHE IN FORO PROVA SCPT (CONO SISMICO) MODALITA’ OPERATIVE Si mantiene fissa la sorgente in superficie a distanza di 1 -2 metri dalla verticale di indagine e si procede con l’avanzamento della punta conica, eseguendo la misura continua della resistenza alla punta qc, dell’attrito laterale Rl e eventualmente della pressione interstiziale u (prova SCPTU). Ad intervalli di 1m viene arrestata la penetrazione e vengono energizzate la sorgente delle onde P (battute verticali) e la sorgente delle onde S (battute orizzontali eventualmente invertendone l’orientazione), e si acquisiscono i corrispondenti segnali tramite i ricevitori inseriti all’interno dell’asta, dei quali è fissata la distanza e l’orientazione relativa. MISURE SISMICHE IN FORO PROVA SCPT (CONO SISMICO) MISURE SISMICHE IN FORO PROVA CON DILATOMETRO SISMICO E’ una tecnica di recente sperimentazione (1999) SCHEMA La prova viene eseguita in una configurazione downhole simile a quella già descritta per la prova SCPT, con la sorgente meccanica ubicata in superficie e due ricevitori (a distanza di 0,5m) posizionati aldi sopra della lama dilatometrica e con essa solidali ATTREZZATURA •Sorgente onde P,S; •N.2 ricevitori •Sismografo •Lama dilatometrica MISURE SISMICHE IN FORO PROVA CON DILATOMETRO SISMICO MISURE SPERIMENTALI Tempi di percorso delle onde S tra due ricevitori, oltre le grandezze caratteristiche del DMT meccanico. OBIETTIVO •Valutazione dei profili delle velocità delle onde S di taglio (Vs); •Indice dimateriale, Id; •Modulo edometrico, Ed; •Resistenza al taglio non drenata, Cu; •Indice di spinta orizzontale Kd. MISURE SISMICHE IN FORO PROVA CON DILATOMETRO SISMICO VANTAGGI • • • Non occorre alcun foro per l’esecuzione della prova; Fornisce profili di Vs in modo rapido, preciso ed economico; Valutazione delle Vs alle basse deformazioni. SVANTAGGI Stessi svantaggi della prova Down-hole: •Attenuazione delle onde con la profondità; •Problemi di rifrazione e riflessione; •Valori medi di velocità; •Profondità di esplorazione limitata. METODI SISMICI IN FORO Utilizzano gli stessi principi dei metodi sismici tradizionali ma si servono di fori di sondaggio. Metodo up-hole: sorgente di energia in foro e apparecchi di registrazione in superficie. Metodo cross-hole: sorgente di energia in un foro e apparecchio di misura in un altro sondaggio alla stessa profondità. necessità di due fori. Metodo down-hole: sorgente di energia in superficie e apparecchi di registrazione in foro. Metodo bottom-hole: sorgente di energia e apparecchio di registrazione nello stesso sondaggio ed alla stessa profondità. ALTRI METODI DI INDAGINE (indiretti) METODO RADAR M ETODO RADAR Grandezza misurata: intervallo di tempo necessario ad un’onda elettromagnetica (impulso a radiofrequenza), emessa da un'antenna trasmittente, per arrivare all'oggetto di cui deve essere determinata la posizione e ritornare al ricevitore. Nota la velocità di propagazione del segnale e il tempo misurato si determina la profondità dell'oggetto riflettente. Strumento utilizzato: georadar costituito da un sistema complesso antenna-trasmettitore-ricevitore. Il sistema antenna-trasmettitore-ricevitore viene spostato lungo la superficie da indagare e per ogni punto di questa viene ricavato un valore del tempo di andata e ritorno dell’onda elettromagnetica. L’oggetto sepolto risulta visibile se si trova nel fascio di irradiazione dell'antenna GEORADAR Svantaggi: non utilizzabile in terreni argillosi dove l'alta conduttività trasforma l'energia dell'impulso elettromagnetico in calore, con forte limitazione della profondità di penetrazione dello stesso (in terreni argillosi difficilmente si arriva ad una profondità di 1 metro!). Impieghi: - Ricostruzione di sezioni stratigrafiche in terreni "resistivi" ed aridi (rocce compatte, alluvioni ghiaiose asciutte, ecc.); - localizzazioni di cavità e di strutture al di sotto di pavimentazioni di centri urbani (spesso unico sistema d'indagine proponibile!); - localizzazione di servizi (tubi, cavi, condotte); - localizzazione di armature nel calcestruzzo; - test di integrità su calcestruzzo e materiali da costruzione; - analisi di fondazioni in edifici da ristrutturare ecc.