FS2 - Studio delle proprietà antiossidanti delle ficocianine in lievito, estrazione delle ficocianine da Arthrospira platensis (Spirulina) e cromatografia a scambio ionico di amminoacidi Studio delle proprietà antiossidanti delle ficocianine in lievito Difficoltà Obiettivi didattici Dimostrare che la ficocianina C estratta da Arthrospira platensis è in grado di proteggere cellule di lievito dal danno indotto dal perossido di idrogeno. Prerequisiti Lieviti, radicali liberi e antiossidanti. Descrizione La maggior parte degli antiossidanti di provenienza alimentare con attività più o meno marcata si trova in cibi di origine vegetale come frutta e verdura. I cianobatteri e in particolare l’Arthrospira platensis, meglio nota come spirulina, contengono pigmenti caratterizzati da potere antiossidante e possono quindi essere utilizzati come integratori alimentari. La spirulina contiene le ficocianine (di colore azzurro) che, insieme alle ficoeritrine (di colore rosso), costituiscono le ficobiline, i pigmenti fotosintetici caratteristici dei cianobatteri. Le ficocianine hanno una struttura molecolare lineare, analoga a quella di un anello porfirinico aperto, perciò molto simile a quella della bilirubina e dei pigmenti biliari; così come le cianoficine, la clorofilla, i caroteni, i tocoferoli, l'acido ascorbico e i composti fenolici, le ficocianine sono potenti antiossidanti alimentari, utilizzati in alte concentrazioni in alcuni integratori alimentari. E’ stato stimato che le ficocianine possiedono un'efficacia antiossidante che supera di 40 volte quella dell’acido ascorbico (vitamina C) e dei tocoferoli (vitamina E). Sono in studio anche le proprietà antiinfiammatorie di queste molecole. Nell’esperimento proposto l’attività antiossidante delle ficocianine viene valutata in cellule di lievito. Una coltura di Saccaromyces cerevisiae viene trattata con perossido d’idrogeno che è causa di danno cellulare. Gli studenti valuteranno la protezione dal danno in presenza di un estratto di ficocianina e di Vitamina C, usata come controllo. Estrazione delle ficocianine da Arthrospira platensis (Spirulina) Difficoltà Obiettivi didattici Osservare al microscopio ottico l’Arthrospira platensis ed estrarre la ficocianina C (cPC). Prerequisiti Struttura della cellula procariotica, caratteristiche e struttura generale delle proteine, concetti fondamentali della fotosintesi e funzioni dei pigmenti fotosintetici. Descrizione L’Arthrospira platensis, meglio nota come spirulina, è un cianobatterio che vive in laghi salati caratterizzati da una concentrazione di sale maggiore di 30 g/l e un pH tra 8.5 e 11, che ne favoriscono la crescita, specialmente dove sono elevati i livelli di radiazioni solari come nelle zone tropicali. La spirulina vista al microscopio ottico presenta cellule impilate l’una sull’altra a formare lunghi filamenti (detti tricomi). Le singole cellule sono circondate da una membrana citoplasmatica e da una parete cellulare pluristratificata composta da uno strato di peptidoglicano (o mureina) e da uno più esterno di lipopolisaccaridi. Proprio per questo tipo di organizzazione della parete cellulare, i cianobatteri sono solitamente considerati batteri Gram-negativi. La spirulina contiene elevate quantità di proteine: tra il 59 e il 65% del peso secco. Quantità maggiori a quele che si ottengono dalle fonti vegetali comuni come la soia (35%), le arachidi (25%) o il grano (8-10%). A causa dell’assenza della cellulosa nelle pareti cellulari la maggior parte delle proteine viene digerita e assimilata in breve tempo. Nella spirulina sono presenti numerose vitamine quali B12, C, D, E, acido folico, grandi quantità di beta carotene che viene convertito in vitamina A, ferro e calcio. Per tali motivi viene utilizzata come integratore alimentare nei paesi in cui è elevata la malnutrizione infantile. La spirulina contiene ficobiline di colore azzurro (ficocianina e alloficocianina) e di colore rosso (ficoeritrina), che spesso mascherano il colore verde della clorofilla. Le ficobiline, come altri pigmenti accessori fotosintetici contenuti nella spirulina quali betacarotene e xantofille, hanno la funzione di captare radiazioni luminose di lunghezza d’onda diversa da quella assorbita dalla clorofilla e di trasmetterle a quest’ultima per lo svolgimento del processo fotosintetico. In questa esperienza di laboratorio gli studenti potranno avvicinarsi alle tecniche di estrazione di una proteina. I passaggi previsti dal protocollo sono tre: lisi delle cellule del cianobatterio, centrifugazione e precipitazione della proteina. Cromatografia a scambio ionico di amminoacidi Difficoltà Obiettivi didattici Separare tramite cromatografia a scambio ionico alcuni amminoacidi da una miscela complessa. Prerequisiti Struttura degli amminoacidi, concetti generali di cromatografia e pH. Descrizione La cromatografia è un metodo che permette la separazione dei componenti di una miscela in base alle loro caratteristiche chimico-fisiche. Essa si basa sulla differente migrazione di una soluzione (fase mobile) che contiene le molecole da separare attraverso un mezzo (fase stazionaria) generalmente impaccato in una colonna. Ogni soluto passa nella fase mobile tanto più rapidamente quanto meno fortemente interagisce con la fase stazionaria. Le tecniche cromatografiche possono essere usate a scopo preparativo, per separare materiali in gran quantità, o a scopo analitico, per isolarne piccole quantità. I metodi cromatografici sono classificati sulla base della natura delle interazioni che si instaurano tra le molecole da separare e la fase stazionaria. Il presente protocollo prevede l’isolamento e la rilevazione di alcuni amminoacidi da una miscela utilizzando la cromatografia a scambio ionico. Tale tecnica permette di separare i componenti di una miscela sulla base delle cariche presenti sulle molecole in grado di interagire con lo scambiatore di ioni. Lo scambiatore di ioni è costituito da una matrice, che può essere una resina sintetica, una cellulosa o un destrano, che porta legati covalentemente dei gruppi in grado di ionizzarsi in uno ione fisso, che rimane attaccato alla matrice, ed in un contro-ione (Na+ o Cl-), che può essere scambiato con qualsiasi altro ione di egual segno, presente in soluzione. Una volta applicato il campione sulla colonna, l’eluizione differenziale dei componenti si otterrà modificando o la forza ionica o il pH (talvolta entrambi) del tampone, ossia effettuando un’eluizione in gradiente. L’esperimento permetterà di separare una miscela di amminoacidi quali Fenilalanina, Prolina e uno zucchero su resina cationica. Gli eluati, frazionati in diverse provette, saranno fatti reagire con la ninidrina: una sostanza che si combina con gli amminoacidi dando un colore porpora nel caso della Fenilalanina o giallo nel caso della Prolina.