COMANDO D’ EMERGENZA
E’ un comando che deve essere presente per disattivare
l’alimentazione ed evitare possibili pericoli. Serve per porre fuori
tensione apparecchi elettrici che possono produrre pericoli
inaspettati.
Questa interruzione delle apparecchiature elettriche viene chiamata
arresto d’emergenza. Alcuni esempi in cui si rende necessario il
comando d’emergenza sono:
1. Deve essere presente per evitare possibili pericoli ai vigili del
fuoco, durante un incendio, che devono intervenire per
estinguere le fiamme utilizzando acqua o liquidi che
potrebbero metterli in pericolo in presenza di elettricità;
2. Abbinamento con impianto di sicurezza utilizzando un
comando d’emergenza indipendente da quello
dell’alimentazione, in quanto deve mettere anche fuori servizio
l’impianto di sicurezza sempre in impianti in cui vi è stato
l’inizio di un incendio, per evitare sempre problemi ai vigili del
fuoco;
3. In luoghi a maggior rischio in caso d’incendio e a pericolo di
esplosione come centrali elettriche, grandi magazzini ecc.
In definitiva l’impianto elettrico deve essere dotato di due tipi di
comando d’emergenza:
1. Comando d’emergenza generale, per portare fuori tensione
l’intero impianto elettrico ad eccezione di quello di sicurezza;
2. Comando d’emergenza per porre fuori tensione i servizi di
sicurezza.
La normativa però prevede alcune particolarità nell’installazione del
comando d’emergenza:
1. Per gli impianti con tensione nominale SELV o PELV con 25V
in c.a. e 60V in c.c., non è richiesto il comando d’emergenza in
quanto la bassa tensione di alimentazione diminuisce il rischio
elettrico. Però, per gli impianti SELV, i vigili del fuoco
richiedono sempre un comando d’emergenza, quindi nel caso
del suo utilizzo bisogna sempre controllare le caratteristiche
dell’impianto in questione;
2. In zone molto vaste o multipiano, potrebbe essere richiesta
una esclusione dipendente, quindi l’utilizzo di comandi
d’emergenza per piano, bisogna però sempre far si che i
diversi comandi siano centralizzati;
3. In zone in cui vi è la presenza di più impianti di sicurezza,
come quello d’illuminazione per l’esodo o di ripresa
TVCC(telecamere) o impianti di diffusione sonora antipanico o
antintrusione, è possibile utilizzare più comandi d’emergenza,
purché siano accessibili da un unico punto simultaneamente.
CARATTERISTICHE DEL COMANDO
D’EMERGENZA
Il comando d’emergenza deve interrompere tutti i conduttori attivi
della linea principale in prossimità dell’origine dell’impianto, ed
impedire che l’organo di comando torni nella posizione di
rialimentazione dell’impianto dopo che è stato avviato.
Il comando d’emergenza deve essere perfettamente individuabile e
facilmente raggiungibile per poter disattivare l’alimentazione
dell’impianto.
Il comando d’emergenza può essere:
1. Diretto, quando si effettua direttamente sulla leva di un
interruttore;
2. A distanza, quando si effettua su di un pulsante che
gestisce lo sgancio di un interruttore. In questo caso il
pulsante deve funzionare in sicurezza positiva, cioè occorre
che la bobina del dispositivo di sezionamento funzioni per
diseccitazione. In questo modo si ha l’interruzione anche nel
caso di interruzione del dispositivo di comando o
danneggiamento della bobina. Durante il comando a
distanza sono necessari interventi tempestivi del contattore
o dell’interruttore, e per facilitare questi interventi si possono
utilizzare: un soccorritore, che garantisce la continuità del
circuito di comando anche quando vi è mancanza di
elettricità dalla rete; una bobina a lancio di corrente, che
controlla la continuità del circuito e ne permette la
conoscenza tramite una lampada di segnalazione collegata
in parallelo ad essa; un interruttore differenziale, che funge
da allarme per l’individuazione della non continuità della
corrente ( può anche essere usato un MGT diff. al fine di
riunire in un unico dispositivo tutte le funzioni di protezione).
Il pulsante del comando d’emergenza deve essere di colore rosso
su sfondo giallo per permettere la sua facile individuazione grazie al
confronto cromatico dei due colori. Esso può anche essere
all’interno di una custodia rossa protetto da un vetro anteriore
frangibile. Il comando d’emergenza deve essere quindi in grado di
interrompere in modo diretto i conduttori attraversati dalla corrente
di pieno carico e anche i motori durante il loro avviamento, cioè
quando vi è la presenza della corrente di spunto d’avviamento. Si
osserva quindi che il comando d’emergenza deve essere
convenzionalmente sovradimensionato rispetto alla corrente
d’impiego del circuito, per impedire un guasto di tipo C (cioè
incollaggio con il dispositivo di protezione a monte – NORMA CEI
17-7).