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-PRONOMI RELATIVIRICHIAMI DI GRAMMATICA:
I pronomi relativi sono utilizzati per mettere in relazione tra loro due frasi, e
possono riferirsi sia a cose che a persone.
La prima frase è detta “principale”, mentre la seconda –introdotta dal pronome
relativo- è ad essa subordinata, e prende il nome di “proposizione relativa”.
I pronomi relativi italiani sono i seguenti:
Che
Il/la/i quale/i
Cui
Il pronome relativo può essere in italiano maschile o femminile, singolare o
plurale, e riferirsi sia a cose che a persone.
In inglese non esiste la distinzione –maschile femminile- né quella –singolare
plurale. Esiste però quella (non presente in italiano) persone/cose.
In altre parole esistono pronomi relativi per le persone e pronomi relativi per le
cose.
Indipendentemente da questo, il pronome relativo può svolgere all’interno della
frase subordinata molteplici funzioni: può essere soggetto oppure complemento
(oggetto, di specificazione, di termine…ecc.).
In italiano non vi è differenza di forma tra i pronomi relativi soggetto e i pronomi
relativi complemento.
Quando però il complemento è indiretto, il pronome relativo è preceduto da una
preposizione.
In inglese non vale quest’ultima regola. Inoltre esistono due forme differenti a
seconda che il pronome sia soggetto o complemento all’interno della frase.
In inglese, dunque, i pronomi hanno divisione più rigida e meglio strutturata.
PRONOMI RELATIVI:
PERSONE
SOGGETTO
ITALIANO
Che/il-la quale
INGLESE
Who/that
COMPLEMENTO
Che/il-la quale/cui
Who(m)/that
COMPLEMENTO
del-della quale/di cui
DI SPECIFICAZIONE
SOGGETTO
Che/il-la quale
COSE
COMPLEMENTO
Che/il-la quale/cui
1
Whose
Which/that
Which/that
COMPLEMENTO
del-della quale/di cui Whose/of which
DI SPECIFICAZIONE
PRONOME RELATIVO SOGGETTO:
Come si vede dalla tabella, quando il pronome relativo è soggetto della frase
subordinata, esso viene tradotto con:
who → per le persone (singolare o plurale)
which → per le cose (singolare o plurale)
that → per tutti i casi
PRONOME RELATIVO COMPLEMENTO OGGETTO:
Come si vede dalla tabella, quando il pronome relativo è complemento oggetto
della frase subordinata, esso viene tradotto con:
who (m) → per le persone (singolare o plurale)
which → per le cose (singolare o plurale)
that → per tutti i casi
Il pronome relativo oggetto può però venir omesso in inglese, in quando la sua
assenza permette comunque di capire perfettamente il senso della frase.
Questa è di solito la scelta più frequente.
Utilizzare “that” è sempre da preferirsi dopo i superlativi o i pronomi indefiniti.
PRONOME RELATIVO COMPLEMENTO INDIRETTO:
Come si vede dalla tabella, quando il pronome relativo è complemento indiretto
della frase subordinata, esso viene tradotto con:
who (m) → per le persone (singolare o plurale)
which → per le cose (singolare o plurale)
that → per tutti i casi
Lo schema seguito in italiano è il seguente: preposizione + pronome relativo
La persona con cui ho pranzato era gentile
In inglese questo schema non viene usato, invece. Quando il pronome relativo
costituisce un complemento indiretto (e viene perciò introdotto da una
preposizione), esso viene spesso omesso, e la preposizione che lo introduce viene
sempre messa dopo il verbo della proposizione relativa.
La persona era gentile = proposizione principale
Con cui ho pranzato = proposizione relativa
La persona con cui ho pranzato era gentile → The person (who/whom) I had lunch
with was kind.
2
La costruzione con la preposizione prima del pronome relativo è possibile,
sebbene quasi mai utilizzata. Dopo la preposizione è possibile utilizzare però solo
“whom” e “which”.
La persona con cui ho pranzato era gentile → The person with whom I had lunch
was kind.
PRONOME RELATIVO COMPLEMENTO DI SPECIFICAZIONE:
Come si vede dalla tabella, quando il pronome relativo è complemento di
specificazione della frase subordinata, esso viene tradotto con:
whose → per le persone (singolare o plurale)
whose/of which → per le cose (singolare o plurale)
In questo caso il pronome relativo non può mai essere omesso.
C’è da dire, però, che si tratta di una costruzione davvero poco usata, specie nel
linguaggio parlato.
PARTICOLARITA’:
He who studies, learns → Chi studia, impara
They who work, earn money → Chi lavora, guadagna soldi
People that work, earn money
Those people who work, earn
La proposizione principale e la proposizione relativa in inglese devono sempre
avere due soggetti, perché ci sono due verbi: uno è un pronome personale e
l’altro un pronome relativo.
I due soggetti vengono di norma messi all’inizio della frase, e sono poi seguiti da i
due verbi.
Questo a meno che il
(soggetto/complemento).
pronome
relativo
in
questione
non
sia
“what”
“what” traduce in inglese le espressioni italiane “ciò che”/”quello che”.
Mi piace quello/ciò che dici→ I like what you say
Quello/ciò che dici è importante → What you say is important
“What” può essere preceduto da preposizioni semplici, ma non da quantità.
Ragion per cui espressioni come “tutto quello che” vengono tradotti con:
“everything (that)”/all (that)”
Mi piace tutto quello/ciò che dici → I like everything/all (that) you say
FRASI INCIDENTALI:
Nelle frasi incidentali (separate dal resto del discorso da due virgole) si utilizzano
come pronomi solo who/whom/which e whose.
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“Which” traduce inoltre l’espressione italiana “il che”
Il che significa…. → which means…
ALTRI RELATIVI:
Al posto dei pronomi relativi si possono molto spesso utilizzare gli avverbi
“where”, “why”, “how” “when”.
Where → dove
Why → perchè
How → il modo in cui, come
When → quando
Tra parentesi “why” viene utilizzato nelle domande o nelle proposizioni
interrogative indirette, ma mai per introdurre una proposizione causale. In quel
caso infatti si utilizza “because”.
Perché hai fatto questo? → Why did you do that? (Proposizione interrogativa
diretta)
Ecco la ragione per cui ho fatto questo → That’s the reason why I did that?
(Proposizione interrogativa indiretta)
Ho fatto questo perché…. → I did that because... (Proposizione causale)
COME RENDERE LA FRASE RELATIVA:
Oltre che con il pronome relativo, la frase relativa può essere resa inglese in altri
tre modi:
1) ING-FORM:
Quella che in inglese viene chiamata “ing-form”, traduce in italiano il “participio
presente” e il “gerundio presente” e “gerundio passato” (ing form di “to have” +
participio passato del verbo).
Si forma aggiungendo la desinenza “ing” alla forma base del verbo.
La “ing” form traduce anche la proposizione relativa, che risulta così più “svelta”.
C’è una ragazza che aspetta alla fermata → there’s a girl who’s waiting at the the
bus stop/ there’s a girl waiting (letteralmente: aspettante) at the bus stop.
2) PARTICIPIO PASSATO:
La ragazza vista questa mattina alla fermata→ The girl seen this morning at the
the bus stop
3) INFINITO:
Non c’è niente da fare → There’s nothing to do
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COMPOSTI CON “EVER”
“Ever”, si traduce letteralmente con “mai”, e a differenza di “never” non è
utilizzato con un’accezione negativa, ma piuttosto per “ampliare” l’accezione del
pronome.
Aggiunto alla fine dei pronomi relativi, ne muta dunque il significato come segue:
PRONOMI RELATIVI
INGLESE ITALIANO
INGLESE
SOGGETTO
Who/that
Che/il-la
Whoever
quale
PERSONE
COMPLEMENTO Who(m)/that Che/il-la Whoever/Whichever
quale/cui
COMPLEMENTO
Whose
del-della
_
DI
quale/di
SPECIFICAZIONE
cui
SOGGETTO
Which/that Che/il-la
Whatever/
COSE
quale
Whichever
COMPLEMENTO Which/that Che/il-la
_
quale/cui
COMPLEMENTO
Whose/of
del-della
_
DI
which
quale/di
SPECIFICAZIONE
cui
ITALIANO
Chiunque
Chiunque/
Qualunque
_
Qualunque
(cosa)
_
_
INGLESE ITALIANO INGLESE
ITALIANO
WHERE
DOVE
WHEREVER
DOVUNQUE
WHEN
QUANDO WHENEVER OGNI VOLTA CHE/ TUTTE LE VOLTE CHE
HOW
COME
HOWEVER IN QUALUNQUE MODO/ COMUNQUE/ PER
QUANTO
L’espressione “whatever” viene utilizzata in inglese anche per tradurre la frase
“che importa”, “non importa”.
Hai avuto un pessimo punteggio. Che importa?
You got a very bad score. Whatever!
In rare occasioni “whatever” (o la sua variante “whatsoever”) viene utilizzato per
dare valore enfatico o rafforzativo in una farse negativa.
“However” è utilizzato anche con il significato di “comunque”.
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