IL CORSO DI AGGIORNAMENTO “UN NUOVO CURRICOLO PER LA STORIA”: BILANCIO E PROSPETTIVE Quale curricolo per la storia? Alla luce delle vicende che hanno caratterizzato, e tormentato, il dibattito sui nuovi curricoli legati alla riforma dei cicli, dibattito monopolizzato da quello di storia, l’iniziativa della Commissione storia dell’Ufficio scolastico provinciale di Bergamo e del Museo storico si è posta come punto di riferimento, come 'faro' che potesse dare, ovviamente a livello locale, illuminazioni sulle sorti dell’insegnamento della storia in Italia nei prossimi anni. Forse per questo la risposta degli insegnanti all’iniziativa si è dimostrata così sorprendentemente, e piacevolmente, numerosa e assidua. Più di duecento insegnanti – delle scuole elementari, medie e superiori – hanno frequentato il segmento frontale del corso e quasi un centinaio ha partecipato ai laboratori della seconda parte. L’articolazione del corso, la sua 'filosofia', ha preso le mosse dalla condivisione di alcuni capisaldi che sono sembrati irrinunciabili. Ragionare sull’insegnamento della storia La necessità di avviare un dibattito serio e approfondito sui nuovi curricoli o se vogliamo sull’insegnamento della storia in generale è derivata sia dalla partecipazione al clima che il progetto di rinnovamento dell’intera impalcatura scolastica ha generato, sia da fatti contingenti, a partire dalla polemica sui manuali, che hanno svelato una visione sconsolante: i limiti di una discussione viziata dall’ignoranza della didattica della storia, i problemi dell’insegnamento e del sistema scolastico attuale e i deludenti risultati dell’insegnamento della storia stessa. L'insegnamento per temi e per problemi È un altro dei capisaldi che la Commissione ha fatto propri nel proporre il corso di aggiornamento. Non si può trattare 'tutta' la storia nel corso dell’esperienza scolastica, non si possono tenere a mente 'tutti' i contenuti studiati. E’ necessario disarticolare il percorso storico, cogliendo e mettendo in evidenza le problematiche chiave del divenire e incrociandole con una selezione seria delle conoscenze che si considerano veramente non deperibili. È necessario, infine, cercare un 'modello' di articolazione curricolare compatibile con queste premesse. Storia a scala mondiale La prospettiva di conoscenza di fenomeni storici a scala mondiale va a tutto vantaggio della formazione di una cultura storica aperta alla comprensione dell'interculturalità e dei problemi dell'interdipendenza crescente tra i diversi paesi e popoli. L'acquisizione della prospettiva mondiale non sacrifica la conoscenza della storia europea e nazionale, ma corregge una distorsione della storia scolastica finora insegnata. La sua centratura esclusivamente nazionale o europea è stata oggetto di critiche da moltissimi anni e non è assolutamente più accettabile nell'attuale convergenza dei processi storici in un processo unitario. La prospettiva mondiale è coerente sia nella fase di costruzione del sapere, mediante le attività sui “quadri di civiltà”, sia nella fase di studio dei processi di trasformazione. Il 'laboratorio' come nuova frontiera dell’insegnamento della storia Fra i problemi che oggi appaiono più urgenti nell’insegnamento della storia in particolare, ma nella didattica in generale, si ricordano soprattutto quelli legati alla cattiva disponibilità verso la lettura, soprattutto la lettura lunga e intensiva, e una diffusa disaffezione verso la disciplina: la velocità delle trasformazioni e i contraddittori processi di modernizzazione rendono la storia agli occhi dei ragazzi, ma non solo ai loro, sempre più un’attività improduttiva. A ciò si devono aggiungere gli altri, annosi, problemi: la vastità del programma, la difficoltà dei testi, il manuale ecc. L’idea del laboratorio parte proprio da questa ragnatela di problemi e dalla necessità di utilizzare tutti gli strumenti che noi conosciamo e di metterli contemporaneamente sul tappeto della mediazione didattica. Alcuni FONDAZIONE BERGAMO NELLA STORIA Piazza Mercato del fieno, 6/a - 24129 Bergamo Italy - Tel. +39 035 24 71 16 ; +39 035 22 63 32 - Fax 035 21 91 28 P. Iva 02995900160 - [email protected] sono noti: la lezione, la discussione con gli allievi, l’interrogazione; altri sono meno noti, ma sempre più entrano a far parte del repertorio professionale di molti insegnanti: gli esercizi, la cartografia, i documenti ecc. Le nuove tecnologie e la telematica L’uso attivo della comunicazione multimediale, in special modo quella che si produce tramite l’uso delle nuove tecnologie, pone la scuola, e gli insegnanti, di fronte alla necessità di ridisegnare il proprio modello organizzativo didattico in modo da consentire, sia pur in minima misura, di sfruttare al meglio le potenzialità euristiche delle nuove tecnologie. Le motivazioni che impongono un approccio all’uso attivo delle nuove tecnologie sono innumerevoli, da quelle tecnologiche (uso di carta e penna/uso di tastiera e monitor) come nuova frontiera dell’alfabetizzazione, a quelle più strettamente legate alla cognitività: acquisizione di una metodologia di lavoro, costruzione di un sapere e di un saper fare, sviluppo delle attività progettuali con la messa in atto di processi di anticipazione e di pianificazione, capacità di creare una situazione motivante, ecc. Purtuttavia l’introduzione delle nuove tecnologie non può prescindere dalla situazione esistente, dalle competenze degli insegnanti, dalle aspettative delle famiglie, dalla tradizione pedagogica. Le pratiche didattiche più largamente diffuse presuppongono un rapporto privilegiato con la tecnologia cartacea e un percorso pedagogico in cui la relazione diretta docente/allievo è la condizione imprescindibile perché il processo di apprendimento/insegnamento possa arrivare alla sua giusta conclusione. Il territorio È quasi un’ovvietà ricordare quanto indispensabile sia, per l’insegnamento della storia, legare il curricolo alle risorse che il territorio offre, in un percorso che permetta a tutti i concorrenti di giungere alla fine avendo acquistato, ciascuno per la sua parte, in esperienza e sapere. Ecco quindi il rapporto sinergico tra Commissione, Museo storico della città, Isrec, e Gamc, rapporto che ha contribuito all’organizzazione e alla riuscita del corso e che ha trovato nella mostra “Age of extremes” il suo naturale terreno di coltura. L’articolazione del corso di aggiornamento Tenuto conto di queste premesse il corso è stato organizzato prevedendo tre distinte fasi, che potessero mettere in grado i docenti partecipanti di concludere l’esperienza riportandone un giudizio positivo. La prima che chiameremo genericamente della teoria, la seconda degli esempi e la terza del laboratorio. La teoria La prima parte è stata affidata alle relazioni frontali di tre dei maggiori esperti nazionali di didattica della storia: il professor Luigi Cajani dell’Università di Roma La Sapienza (“Per un insegnamento della storia mondiale nella scuola secondaria”), il professor Antonio Brusa dell’Università di Bari (“Un nuovo curriculo per la storia”) e il professor Ivo Mattozzi dell’Università di Bologna, che ha poi delegato in sua vece il professor Ernesto Perillo dell’Irre Veneto (“Didattica modulare per la storia”). In questa fase i corsisti hanno condiviso alcuni ‘paletti’ da cui partire per affrontare la terza fase, quella laboratoriale, destinata alla produzione di pacchetti strutturati per i rispettivi livelli di scuola: la necessità di ripensare il curricolo di storia secondo tracce che possano far convivere la dimensione locale con quella mondiale e la sua organizzazione secondo modelli modulari, che permettano di sganciare il percorso di insegnamento e di apprendimento storico dalla consequenzialità che lo ha caratterizzato finora. E’ evidente, qualora fosse necessario sottolinearlo, che non si è voluto proporre una visione 'buona' dell’insegnamento della storia da contrapporre ad altre 'cattive', ma, tra le possibili scelte, si è cercato di optare per quelle che, a nostro giudizio, sono sembrate le più innovative, proponendo ai colleghi corsisti di rielaborarle e adattarle ai propri stili di insegnamento, alla propria cultura e alle proprie convinzioni pedagogico-didattiche. FONDAZIONE BERGAMO NELLA STORIA Piazza Mercato del fieno, 6/a - 24129 Bergamo Italy - Tel. +39 035 24 71 16 ; +39 035 22 63 32 - Fax 035 21 91 28 P. Iva 02995900160 - [email protected] Gli esempi Nella seconda fase sono stati presentati due prodotti multimediali, promossi dal Ministero della pubblica istruzione, prodotti che, ciascuno per il proprio specifico, costituiscono un’applicazione pratica, un ‘esploso’ di tutte le problematiche relative alla ricerca di un nuovo curricolo per la storia. Il CD rom Insegnare storia, realizzato in collaborazione con l’Università di Bologna, che è un corso ipertestuale per l’aggiornamento in didattica della storia e che contiene materiali organizzati e articolati in moduli ipertestuali, che possono essere raggruppati in tre aree tematiche: epistemologie e metodologia per la didattica della storia, teoria di didattica della storia, proposte applicative. Il CD rom Il Novecento e la storia, che contiene tre percorsi modulari sviluppati secondo la duplice ottica della world history e del laboratorio come strumento didattico, spendibili subito didatticamente per ciascuna delle tre classi della scuola media: Nomadi e sedentari per la prima, La nascita dell’economia mondo europea per la seconda e Democrazie e dittature nella società di massa per la terza. Il laboratorio Un corso di aggiornamento non può limitarsi a delle relazioni frontali che, se da una parte interessano e soddisfano gli ascoltatori, dall’altra non sempre sono efficaci per innescare modifiche sostanziali nelle pratiche didattiche quotidiane e, quindi, raggiungere i risultati sperati. Pertanto la terza parte del corso ha previsto che, volontariamente, gli insegnanti partecipassero ad attività di laboratorio finalizzate alla costruzione di moduli didattici impostati seguendo le indicazioni proposte nelle due fasi precedenti. Inoltre, per favorire la discussione e canalizzare i lavori, si è proposto, in fase di programmazione dei moduli, l’uso della matrice per la programmazione modulare ideata da Ivo Mattozzi e Teresa Rabitti. La matrice per la programmazione modulare: Ivo Mattozzi e Teresa Rabitti hanno elaborato una matrice per la programmazione modulare in storia in modo da fornire ai docenti uno schema di base sulla cui falsariga sia possibile definire ogni programmazione, tenendo conto delle condizioni in cui ci si trova ad operare. Gli elementi da individuare e definire sono presentati in tre grandi settori: 1. La costruzione della o delle visioni d'insieme del periodo considerato 2. La costruzione dello sfondo o cornice o scenario 3. I fatti storici o i casi da approfondire. 1. La costruzione della/e visione/i d'insieme. Dopo aver scelto l'arco temporale che s'intende trattare con gli studenti (il Novecento, per esempio), la costruzione della o delle visioni d'insieme del periodo considerato è la prima cosa da fare. E' necessario individuare innanzitutto i campi tematici privilegiati e poi le visioni d'insieme o visioni macroscopiche (che fungono da anticipatori e organizzatori di nuove conoscenze), da svolgere inizialmente allo scopo di far costruire le mappe di conoscenze disposte a: · far prendere coscienza dei mutamenti e/o delle permanenze macroscopiche · indurre a porre questioni · integrare ulteriori conoscenze · suscitare curiosità e interesse per i mutamenti e/o le permanenze evidenziate · esplicitare e anticipare i criteri di selezione · rendere note e accettabili le carenze conoscitive. 2. La costruzione dello sfondo o cornice o scenario La cornice, lo sfondo, deve essere programmata tenendo conto: · delle tre fasi: presente, passato, ritorno al presente · degli operatori cognitivi · dei concetti da costruire o potenziare · delle operazioni da compiersi. FONDAZIONE BERGAMO NELLA STORIA Piazza Mercato del fieno, 6/a - 24129 Bergamo Italy - Tel. +39 035 24 71 16 ; +39 035 22 63 32 - Fax 035 21 91 28 P. Iva 02995900160 - [email protected] La cornice complessiva, che prende in esame una molteplicità di aspetti e di indicatori, oppure le cornici settoriali, che prendono in esame man mano singoli aspetti, rappresentano il sapere minimo di base per affrontare i temi selezionati. Tale sapere può essere espanso con lo svolgimento di uno, due o più temi chiave (o studi di caso), individuati in seguito alla costruzione della o delle visioni d'insieme. 3. Lo studio di casi Si tratta di sviluppare fatti storici considerati particolarmente significativi, avendoli selezionati sulla base del rilievo dei mutamenti e delle permanenze e sulla base delle periodizzazioni elaborate in rapporto con le cornici secondo lo schema: cornici o sfondi o visioni ---->periodizzazioni -------->mutamenti o permanenze -------> fatti storici chiave o studi di caso1 Hanno partecipato ai laboratori circa cento insegnanti. Divisi per ordine di scuola (i tempi ristretti non permettevano di introdurre anche la variabile ‘verticalità’) hanno elaborato numerosi esempi di percorsi tematici definiti a diversi livelli di compiutezza e strutturazione, esempi che dimostrano comunque, al di là delle ovvie indefinitezze, l’alto livello di professionalità e di sensibilità verso la sperimentazione di nuove pratiche didattiche e, quindi, la maturità dei tempi per un ragionamento sensato su un nuovo curricolo per la storia. In estrema sintesi i moduli, o la traccia di moduli, prodotti. Per la scuola elementare: un progetto modulare che potrebbe essere integrato con altre unità svolte in altri ambiti; le unità del modulo sono indipendenti: è quindi possibile partire da una qualsiasi di queste tenendo presente i prerequisiti concettuali. Per la scuola media: due unità tematiche modulari strutturate comprendenti programmazione, materiali e uso strutturato degli stessi: La lotta politica nel biennio 1946-48 e la formazione dei blocchi; Intellettuali e potere tra le due guerre unità tematiche modulari comprendenti programmazione, indicazione dei materiali e istruzioni per l’uso: Il ruolo degli intellettuali nella società di massa; Il rapporto fra potere ed educazione negli stati totalitari; I conflitti e la totalizzazione della figura femminile; La shoah. Per la scuola superiore: un’unità tematica modulare comprendente materiali e istruzioni per l’uso: Le trasformazioni socioeconomiche dell'Italia dal 1945 agli anni ottanta. L’uso della telematica Il corso è stato supportato dall’interazione con un sito Internet creato appositamente per la sua gestione e dalla comunicazione telematica tra i diversi corsisti e tra i coordinatori dei gruppi e i gruppi stessi. Ciò ha permesso di superare distanze, organizzare percorsi, riprogrammare tempestivamente le attività, scambiarsi opinioni oltre che materiali, portare a termine progetti che, in altre circostanze, negli stessi tempi, non sarebbero neppure nati. E’ questo un altro dei risultati a cui è pervenuto il corso. Per loro stessa ammissione, molti dei partecipanti hanno affermato di essersi avvicinati all’uso delle tecnologie soltanto in questa occasione e di averne constatato seriamente non solo l’utilità, ma, soprattutto, la necessità, in relazione allo sviluppo che le pratiche didattiche impongono in un’organizzazione reticolare delle scuole e quindi degli insegnamenti. Quali prospettive Stando alle cifre (15 ore di lezione frontale, 12 ore di laboratorio, circa 200 insegnanti partecipanti alla parte frontale, circa 100 ai laboratori, 8 percorsi modulari progettati e/o completati, l’interazione con la mostra “Age of extremes” di cui si parla altrove in questa rivista) non si può che considerare positiva l’esperienza, soprattutto FONDAZIONE BERGAMO NELLA STORIA Piazza Mercato del fieno, 6/a - 24129 Bergamo Italy - Tel. +39 035 24 71 16 ; +39 035 22 63 32 - Fax 035 21 91 28 P. Iva 02995900160 - [email protected] non si può che tenere in estrema considerazione l’interesse che gli insegnanti della provincia hanno dimostrato, e continuano a dimostrare, per il tema affrontato: un nuovo curricolo per la storia. E’ quindi indispensabile continuare a pensare come mettere a frutto tanta passione al di là degli ostacoli che sembrano frapporsi a un rinnovamento serio dell’edificio scolastico italiano. Sembra, a giudicare dall’andamento del dibattito sui nuovi curricoli, che alla storia come disciplina scolastica siano affidate le sorti del futuro della scuola italiana. Se è così, e ci fa piacere pensarlo, allora agli insegnanti di questa disciplina è affidato un compito importantissimo nell’interesse generale e quindi, per ovvia conseguenza, gli enti e le istituzioni che si occupano, in varia misura e natura, di storia, non possono che mettersi in rete e pensare, sinergicamente, come rendere più facile il compito degli insegnanti di storia, organizzando attività, facendo sentire la loro presenza nel territorio, supportando il lavoro quotidiano a cui sono soggetti. Dall’altra parte non è più pensabile che si possa continuare a fare scuola rimanendo isolati all’interno della propria classe, chiudersi alle spalle la porta dell’aula e far lezione come se niente fosse. E’ indispensabile di conseguenza creare una rete di insegnanti – oltre che di scuole – in cui depositare le esperienze e farle maturare. Una rete tanto reale quanto virtuale, resa attiva dalle potenzialità che la comunicazione telematica offre. Alla Commissione, o a ciò che essa diverrà, spetta il compito di coordinare e stimolare questa rete, in modo da far sentire gli insegnanti che vi partecipano meno soli e quindi più pronti a recepire e far proprie le nuove istanze che, sicuramente, verranno dal dibattito sulla riforma scolastica, qualunque forma essa avrà. 1 Insegnare storia, CD rom a cura del Ministero della pubblica istruzione e dell’Università di Bologna, 2000. FONDAZIONE BERGAMO NELLA STORIA Piazza Mercato del fieno, 6/a - 24129 Bergamo Italy - Tel. +39 035 24 71 16 ; +39 035 22 63 32 - Fax 035 21 91 28 P. Iva 02995900160 - [email protected]