7. Modelli di imitazione della rivoluzione industriale. La Francia • Modello francese di industrializzazione: ritmo di crescita più lento, permanenza di un vasto settore agricolo, prevalenza di imprese di piccole dimensioni e forte intervento statale • Ragioni del ritardo individuate in una serie di fattori sfavorevoli: lungo periodo di guerra, modesta crescita demografica, insufficienza delle risorse naturali e di investimenti produttivi • Nel 1815 la manifattura francese in forte ritardo rispetto alla concorrenza inglese (tessuti di cotone e manufatti in ferro) • La guerra aveva dirottato le risorse verso sbocchi non produttivi, causando la deindustrializzazione di alcune regioni e riducendo i legami commerciali di oltremare • Buona tradizione industriale già a partire dal XVII secolo: nelle città prosperava l’artigianato; alcune zone rurali avevano conosciuto processi di protoindustrializzazione • Industrie più importanti di solito finanziate dallo Stato e difficilmente producevano per un mercato di massa; i metodi di produzione rimanevano arcaici e vi era scarsa traccia di innovazioni tecnologiche • Fattori che facevano della Francia potenzialmente un terreno adatto per lo sviluppo del capitalismo industriale: una posizione culturale dominante; la capacità di dettare mode e tendenze; una popolazione numerosa; un fiorente commercio con i mercati d’oltremare • Sviluppo ritardato nonostante le premesse • La lenta crescita demografica, dovuta non all’alta mortalità ma alla bassa natalità (alla vigilia della prima guerra mondiale la Francia veniva dopo Russia, Germania, Austria-Ungheria e Inghilterra); la sua popolazione continuava ad invecchiare • Tradizionale struttura agraria: pochi cambiamenti prima del 1789; sistema legato alla vecchia sistemazione fondiaria e ai metodi tradizionali; gran parte dei profitti andavano alla nobiltà improduttiva; alcuni contadini erano riusciti a consolidare le loro posizioni ed erano divenuti proprietari a tutti gli effetti delle loro terre ed erano tenuti solamente al pagamento di censi e servizi • La popolazione che viveva in comunità rurali (centri con meno di 2.000 abitanti) costituiva più del 75% della popolazione totale nel 1846 ed era ancora pari al 56% prima della Grande Guerra • Prevalenza della piccola proprietà: frazionamento e dispersione dei fondi, aggravata dalla legge francese che prevedeva la divisione ereditaria obbligatoria in parti uguali • Imprese di piccole dimensioni • Lo scarso esodo dalle campagne e la dispersione geografica delle imprese industriali determinano una limitata urbanizzazione • Interventismo statale solo stimolo all’introduzione di nuovi metodi di produzione • La Rivoluzione accresce il divario continentale: la concorrenza britannica spinge ad una reazione protezionistica, mentre il mercato interno rimane limitato • I vantaggi del “secondo arrivato” • Produzione di lusso: poiché i cambiamenti intervenuti avevano arricchito soprattutto la classe media, la produzione industriale dovette adeguarsi, privilegiando la qualità rispetto al basso costo: questa produzione riesce a conquistarsi una buona fetta di mercato di esportazione, poiché fuori dai confini nazionali la Francia continuava a dettar legge in tema di mode e gusti • L’industrializzazione francese diversa da quella inglese: limitati investimenti su larga scala; poche concentrazioni industriali di grandi dimensioni; nuove tecnologie introdotte in modo frammentario senza produrre mutamenti strutturali • La lavorazione a domicilio e la ditta familiare continuano a dominare il quadro industriale francese • La mancanza di carbone frenava lo sviluppo dell’industria siderurgica; il settore tessile cresce ma rimane geograficamente confinato a poche aree sviluppate, come l’Alsazia • Tra il 1830 e il 1850 espansione del settore industriale, soprattutto tessile, che a sua volta stimola investimenti in altri settori complementari: trasporti, con l’avvio di un programma di costruzioni ferroviarie; commercio; materie prime, con la ricerca di carbone e di minerali • Accanto all’agricoltura tradizionale e all’industria familiare inizia a svilupparsi un settore industriale più moderno e dinamico • Il Secondo Impero (1852-1870) • 1832 prima linea ferroviaria francese, LioneSaint-Etienne • 1842 prima legge organica sulle ferrovie: prevedeva l’allestimento di un certo numero di linee principali per le quali il governo doveva fornire i terreni e le infrastrutture • Imprese finanziarie nazionali e straniere, primi tra tutti i Rothschild, investono nelle ferrovie • Nel 1848 in funzione appena 1.800 chilometri di strade ferrate • Da 3.000 a 22.000 chilometri grazie al sistema delle concessioni a imprese private, che riuscirono a mobilitare grandi capitali mediante l’emissione di obbligazioni garantite dallo stato al 4% • Nascono grandi compagnie che fanno capo ai principali esponenti dell’alta banca parigina (Pereire, Talabot, Rothschild) • Il nuovo mezzo particolarmente importante in un paese come la Francia, dove era necessario coprire grandi distanze; contribuiscono a consolidare il mercato interno • Stimolati dalle costruzioni ferroviarie, gli investimenti iniziarono a dirottarsi anche verso l’industria pesante • Artigianato e industria pesante • Programma di lavori pubblici: ammodernamento di alcuni porti; rinnovamento edilizio di Parigi: demoliti i vecchi quartieri operai caratterizzati da strette viuzze, edificati nuovi palazzi, lunghi viali rettilinei (boulevards), spazi per parchi e giardini • Le costruzioni edilizie stimolarono altre attività produttive e assorbirono mano d’opera, ma richiedevano grandi anticipazioni e furono spesso all’origine di speculazioni • Ferrovie, costruzioni e industrie pesanti richiedono grandi capitali e favoriscono lo sviluppo del settore bancario • 1852 Crédit Mobilier (Emile e Isaac Pereire): banca di investimento che raccoglieva depositi e investiva direttamene in imprese industriali e commerciali • 1863 Crédit Lyonnais • 1864 Société Générale • Questi istituti finanziano imprese industriali di qualsiasi ramo • Nuovo modello di banca: prevedeva la raccolta di fondi attraverso l’emissione di proprie obbligazioni e la concessione di finanziamenti a lungo termine alle imprese, anche tramite l’acquisto di azioni da esse emesse • Parigi diviene il più importante centro finanziario del continente • Borghesia produttrice restia a ricorrere alle banche; l’industria continua a dipendere a lungo dalle tradizionali forme di investimento proprie del capitalismo familiare • Sviluppo di un moderno sistema di istruzione tecnico-pratica • 1794 “Ecole Polytechnique”: doveva costituire un serbatoio di ingegneri a coronamento di un sistema più generale di istruzione tecnica in grado di mettere a servizio della nazione tutte le applicazioni pratiche delle più avanzate conoscenze scientifiche e teoriche; divenne soprattutto uno strumento di reclutamento dei servizi pubblici ed in particolare militari • Dal protezionismo al libero scambio • 1860 trattato commerciale anglo-francese Cobden-Chevalier: i partners commerciali della Francia avevano accesso con le loro merci al mercato francese a tassi non superiori al 25%; in cambio agli industriali, che si erano sentiti danneggiati dal provvedimento, furono concessi prestiti statali per l’ammodernamento e il rinnovo degli impianti, per fronteggiare la concorrenza che derivava dalla liberalizzazione • Il trattato avvantaggia soprattutto le industrie tradizionali (industria tessile di qualità e quella dei prodotti agricoli), che già avevano un loro mercato di esportazione; le industrie metallurgiche e meccaniche mantennero il loro mercato interno, ma non riuscirono ad affermarsi come esportatrici • Trattati con il Belgio (1861), la Prussia (1862), l’Italia (1863), tutti contenenti la clausola della nazione più favorita • Il commercio estero triplica tra il 1847 e il 1876 • Lo sviluppo degli anni Cinquanta non riesce ad alterare in profondità la struttura dell’economia francese • Dualismo tra settori sviluppati e debolezze ereditarie; tra zone e settori industrializzati e zone legate all’economia tradizionale