10 Ricerca, Innovazione e Tecnologia Eventi Lunedì 3 giugno 2013 ■■ IBFM CNR / L’Istituto di Bioimmagini e Fisiologia Molecolare del Cnr Ricerca avanzata e innovazione in medicina Costituito nel 2001, ha diverse collaborazioni con realtà cliniche È l’approccio inter-disciplinare, caratterizzato dalla collaborazione tra medici, biologi, biotecnologi, chimici, fisici e ingegneri, che contraddistingue il lavoro e la mission dell’Istituto di Bioimmagini e Fisiologia Molecolare del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Ibfm Cnr). L’Istitu- to fa parte del Dipartimento di Scienze Biomediche e ha come obiettivo lo studio dei meccanismi fisiologici e patogenetici, indagati a livello molecolare, d’organo e d’organismo in toto, attraverso anche lo sviluppo e l’impiego di nuove metodologie nel settore della biologia molecolare, del- la radiofarmacologia, della fisica medica e dell’elaborazione delle immagini e dei segnali. L’Istituto è stato costituito nel 2001 e può contare sul lavoro di 50 persone del Cnr di cui 30 operative presso la sede di Segrate e le altre nelle Unità di supporto di Genova, di Cefalù (Pa) e di Germaneto (Cz). Il centro è radicato sul territorio attraverso accordi convenzionali con importanti realtà cliniche e di ricerca, tra cui, in Lombardia, l’Università Milano Bicocca, l’Ospedale San Raffaele, l’Azienda Ospedaliera Niguarda e il Politecnico di Milano. Recentemente ha preso parte ai Cluster Tecnologici Lombardi Scienze della Vita, Tecnologie per gli Ambienti di Vita e Tecnologie per le Smart Communities. Fa inoltre parte di reti nazionali e internazionali (ImiNet, SysBioNet, Eurobioimaging) ed è impegnato in numerosi progetti di ricerca a livello regionale, nazionale L’Istituto conta sul lavoro di 50 persone del Cnr di cui 30 operative a Segrate e altre nelle unità di Genova, Cefalù (Pa) e Germaneto (Cz) e internazionale, coniugando la ricerca di base e la ricerca applicata con un approccio di medicina traslazionale. L’attività fisica nei diversi ambienti di vita Le conoscenze acquisite sul “tetto del mondo” utilizzate per migliorare il trattamento delle malattie I fisiologi dell’Ibfm hanno condotto numerosi studi nel Laboratorio Piramide situato in Nepal ad una quota di 5050 m evidenziando che le popolazioni tibetane vanno incontro a modificazioni dell’organismo in grado di proteggerli dalle conseguenze della ridotta pressione dell’ossigeno nell’aria (ipossia). Partendo da questo modello di studio, oggi la ricerca di questo gruppo si concentra sull’indagine delle cause del “malfunzionamento” dell’organismo umano nell’invecchiamento e in diverse patologie (cardiopatie, insuf- ficienza respiratoria, malattie metaboliche neuromuscolari, dismetabolismi) in cui l’ipossia può limitare la prestazione fisica. Obiettivo dei ricercatori dell’Ibfm è il trasferimento delle conoscenze derivanti dalla ricerca di base alla valutazione e al trattamento di pazienti per arrivare alla prescrizione personalizzata dell’esercizioterapia. Si studiano le risposte cardiovascolari, respiratorie e metaboliche all’esercizio fisico e gli aspetti biomeccanici ed energetici del movimento e della locomozione. Accanto alla strumentazione di laboratorio vengono utilizzate tecnologie innovative e sensori che permettono da un lato di valutare gli atleti sul campo di gara, e dall’altro di poter seguire i pazienti nell’ambiente domestico. L’approccio prevede l’utilizzo di protocolli valutativi classici e protocolli multimediali innovativi finalizzati a promuovere la pratica dell’esercizio fisico e favorire cambiamenti in positivo dello stile di vita. Tecnologie di imaging e sviluppo di algoritmi di analisi di dati e immagini vengono utilizzate al fine di Caratterizzazione biomeccanica della corsa di un atleta studiare i meccanismi fisiopatologici di malattia e monitorare/valutare gli effetti di interventi terapeutici/riabilitativi. Strumentazione all’avanguar- dia come la Risonanza Paramagnetica Elettronica (Epr) e la spettroscopia nel quasi infrarosso (Nirs) forniscono preziose informazioni per me- glio comprendere i meccanismi responsabili di malattia come lo stress ossidativo e la capacità di utilizzare l’ossigeno da parte del muscolo scheletrico. Imaging molecolare per la medicina personalizzata Cosa mi dicono i neuroni nel cervello? Lunga tradizione per uno dei più importanti Centri Pet al mondo All’interno dell’Istituto vengono studiate le anomalie dei sistemi sensoriali L’ L Ibfm ha una lunga tradizione nel settore delle bioimmagini e, in particolare, della Pet (Tomografia ad Emissione di Positroni). In questo ambito l’Istituto si avvale fin dagli anni ‘80 di una collaborazione sinergica con l’Ospedale San Raffaele, con l’Università degli Studi di Milano e poi con l’Università di Milano Bicocca, diventando di fatto uno dei più importanti Centri Pet al mondo. Le diverse istituzioni collaborano tra loro attraverso ricerche in comune, con messa a disposizione di personale, com- petenze, strumentazione e laboratori: Ciclotroni per la produzione di radioisotopi, Laboratori di radiochimica equipaggiati per la produzione di radiofamaci, Tomografi Pet/Ct per studi clinici di imaging molecolare, un Laboratorio per Imaging pre-clinico Spect/Pet e Laboratori di elaborazione delle immagini. In questo campo il ruolo dell’Ibfm è quello di sviluppo di tecnologie e metodologie di imaging molecolare in vivo, rivolte all’ottimizzazione del percorso diagnostico e terapeutico del paziente oncologico, neu- rologico, cardiologico, in un’ottica di medicina personalizzata. A tal fine l’approccio utilizzato è quello di integrare le informazioni di imaging con dati ottenuti da tecniche diagnostiche avanzate (proteogenomica, immunoistochimica, istopatologia) ed esiti di trattamento (radioterapia, chemioterapia). In ambito oncologico, l’Ibfm studia il ruolo della Pet nella prognosi e nella predizione degli esiti del trattamento, identificando biomarcatori di malattia attraverso l’analisi e l’interpretazione delle immagini. Immagine Pet di un tumore dell’esofago, prima e dopo trattamento ’Ibfm è presente attivamente nel settore della ricerca che si occupa di neurofisiologia e di studi neuro cognitivi, coprendo un articolato campo d’indagine attraverso l’utilizzo di diverse tecniche di misura di segnali. All’interno dell’istituto, per esempio, vengono studiate le anomalie dei sistemi sensoriali e il dolore cronico, analizzando gli aspetti “neurodinamici” con tecniche di elettrofisiologia sperimentale e clinica. Il comune presupposto di queste ricerche assume che all’interno dei circuiti nervosi cerebrali osservati a livello cellulare, i neuroni o in gruppi di neuroni, vi siano dei “marcatori funzionali” che possano contribuire a generare disordini sensoriali. Usando tecniche avanzate, spesso mutuate da altre discipline come la fisica teorica, i ricercatori dell’Ibfm studiano il livello di comunicazione tra neuroni e quantificano l’informazione trasmessa, identificando le diverse connessioni funzionali. L’analisi delle anomalie della connettività funzionale nei disordini sensoriali o nel dolore cronico offre una possibilità straordinaria di ottenere una sorta di impronta digitale funzionale e di postulare modalità di intervento di nuova concezione per terapie innovative del dolore cronico e dei disordini sensoriali che già nell’immediato futuro potrebbero trovare un’applicazione efficace. Per quanto riguarda gli studi neurocognitivi una recente scoperta di notevole rilevanza scientifica ad opera dei ricercatori Ibfm riguarda i cosiddetti “neuroni specchio”, ovvero quella classe di neuroni capaci di elaborare segnali complessi legati a funzioni cognitive, emotive e sociorelazionali. I risultati ottenuti attraverso tecniche di elettroencefalografia hanno fornito nuove prove dell’esistenza, Classi di network neuronali con diversa funzione (diversi colori) anche negli esseri umani, di questi neuroni e del loro ruolo fondamentale nei comportamenti sociali complessi. Per esempio, si è osservata una maggiore attivazione dei neuroni specchio nelle mamme a cui venivano mostrate immagini di neonati in pianto, o, in contesti ben diversi, nei giocatori di basket alla vista di azioni di gioco scorrette, o, ancora, all’opposto, la inattivazione dei neuroni specchio in contesti di incongruenza come durante l’osservazione di azioni inappropriate (per esempio la lettura di un libro tenendosi appesi a una porta).