salute e benessere www.salutare.info Ricerca a cura di Ilaria Pucci Neuromed ed Epilessie farmaco-resistenti: analisi dei costi e delle problematiche Intervista al Prof. Mario Manfredi, Responsabile del centro per la cura dell’epilessia dell’IRCCS Neuromed di Pozzilli (IS) e Professore Emerito di Neurologia all’Università “La Sapienza”. L’epilessia è una malattia che coglie di sorpresa, che cambia la quotidianità che ha diverse forme: il 5% circa degli italiani vive l’esperienza di una singola crisi, lo stato patologico interessa 500 mila persone di cui l’80% ne controlla completamente le crisi e una parte di esse, che varia da sindrome a sindrome, guarisce completamente. Ma vi è invece un 20% che non è così fortunato: i pazienti con epilessie farmaco-resistenti. Per avere un quadro più ampio dell’argomento abbiamo intervistato il Prof. Mario Manfredi. Come si distingue un’epilessia farmaco-resistente? L’epilessia si definisce farmaco-resistente quando le crisi persistono malgrado un trattamento farmacologico condotto con farmaci e dosi appropriati, per un periodo di tempo sufficiente a valutarne l’efficacia. L’incidenza delle forme farmaco-resistenti è di difficile valutazione, ma le stime più comunemente accettate valutano attorno al 20% i pazienti 28 www.salutare.info che non rispondono alle terapie farmacologiche (sicuramente non si scende sotto al 10 %, e almeno il 60 % di questi pazienti sono affetti da epilessie focali, teoricamente affrontabili con la chirurgia). Quali sono le possibili alternative terapeutiche nelle epilessie farmaco-resistenti ? Vi sono poche strade che possono essere seguite in questi pazienti. La più ovvia è la sintesi di nuovi farmaci, e quindi la disponibilità di una terapia innovativa ed efficace. Le esperienze non sono ottimistiche. La percentuale di guarigioni con l’uso dei farmaci di recente sintesi, dopo il fallimento di 2-3 farmaci tradizionali, è attorno al 2-4%. Verosimilmente i pazienti resistenti possiedono caratteristiche fisiopatologiche peculiari, per esempio sistemi enzimatici di rimozione dei farmaci particolarmente attivi o resistenza recettoriale all’azione del farmaco anticonvulsivo. Una seconda possibilità è la stimolazione vagale mediante pacemaker. La tecnica consiste nell’inseri- mento mediante un intervento chirurgico poco invasivo, di elettrodi stimolatori attorno a nervo vago di sinistra e di uno stimolatore sottocutaneo e la stimolazione cronica (permanente o intermittente) del nervo. Il miglioramento delle crisi, che riguarda circa 2/3 dei pazienti, consiste in una riduzione numerica delle crisi di circa il 45% dopo 12 mesi dall’inserimento dello stimolatore. Gli effetti collaterali consistono in raucedine, tosse, disfagia e dolore locale. Il meccanismo d’azione è ancora dubbio. La metodologia più efficace è la rimozione chirurgica dell’area epilettogena. Teoricamente, tutte le epilessie focali sono possibili candidati all’intervento chirurgico. In pratica i casi realmente operabili sono meno numerosi, poiché solo le epilessie con focolaio unico e in aree “non eloquenti”, cioè chirurgicamente rimuovibili senza creare danni al paziente, diventano candidati alla chirurgia. Quanti sono i pazienti che possono essere trattati chirurgicamente? La condizione ottimale per l’intervento riguarda circa il 20-25 % dei pazienti farmacoresistenti, e il calcolo teorico sui pazienti porta il numero di candidati chirurgici presenti in Italia attorno a 10.000-20.000, con un incremento annuo di 500 nuovi casi. Il numero di interventi effettuati attualmente in Italia è di non più di 300 all’anno. Il miglioramento delle crisi è importante poiché nell’80-90% dei pazienti con focolai temporali le crisi scompaiono definitivamente e in circa un terzo si possono Prof. Mario Manfredi sospendere le terapie farmacologiche. Nei focolai extratemporali la scomparsa delle crisi si ottiene solo nel 50-70 % dei pazienti . Prof Manfredi, sono stati discussi i costi della chirurgia ablativa del focolaio epilettogeno. Vi sono pochi studi sull’argomento, effettuati principalmente negli Stati Uniti, ove questo tipo di chirurgia è ampiamente praticato. La valutazione non è semplice, poiché bisogna considerare il costo della preparazione all’intervento (in fase ambulatoriale e durante il ricovero), dell’intervento stesso e della fase post-chirurgica. Secondo Platt e Sperling(2002), il paragone fra costo del trattamento medico e del trattamento chirurgico mostra che, a un anno di distanza dall’intervento chirurgico i pazienti chirurgici sono costati di più, mentre a 10 anni di distanza costano meno i pazienti operati. Il “sorpasso” dei pazienti chirurgici avviene dopo 5 anni dall’intervento per quanto riguarda l’efficienza lavorativa, www.salutare.info e a 7.3 anni dall’intervento per quanto riguarda il costo diretto dell’assistenza. Gli autori notano comunque che, i benefici dell’intervento attengono molto di più alla società civile che non le assicurazioni mediche private, e quindi una valutazione economica di questo tipo va inquadrata nel contesto dell’assistenza privata dominante negli Stati Uniti. Sono quindi necessarie rivalutazioni di costo in un modello di assistenza sanitaria nazionale come il nostro. Come L’istituto Neurologico Mediterraneo si occupa della chirurgia delle epilessie farmacoresistenti? E cosa significa investire in termini di ricerca di settore? Nell’IRCCS Neuromed è stato attivato un programma di ricerca diretto a questa tipologia di pazienti che si propone di: 1) esplorare i meccanismi recettoriali e sinaptici della resistenza farmacologica, 2) valutare le modalità procedurali per accedere alle strategie chirurgiche, e quindi i tempi minimi di attesa per evitare il consolidamento della epilessia attraverso il ripetersi delle crisi, 3) comparare le strategie prechirurgiche ideali e minimali, in modo da rendere la chirurgia dell’epilessia fattibile in centri neurochirurgici di media e non solo di alta specializzazione, 4) evidenziare le tecniche chirurgiche più idonee, 5) elaborare strategie basate non sulla ablazione ma sulla inattivazione del focolaio epilettogeno mediante stimolazione ripetitiva, 6) studiare la possibilità di interferenza con il sorgere delle crisi mediante stimolazione elettrica ripetitiva del focolaio, 7) rivalutare l’epidemiologie delle forme farmaco-resistenti e dei candidati alla chirurgia 8) riconsiderare i costi com- parativi delle varie strategie terapeutiche 9) stabilire una serie di Centri che possano scambiare informazioni, ed evitare la ripetizione di esami e di tentativi terapeutici non coordinati. Inoltre, la chirurgia dell’epilessia potrebbe trascinare lo sviluppo e la diffusione delle tecniche chirurgiche funzionali in altri ambiti neurologici, a partire dalla malattia di Parkinson e dai disturbi del movimento, e in ambiti psichiatrici come il disturbo ossessivo-compulsivo e gli stati depressivi farmacoresistenti. Le indicazioni e le richieste per questa chirurgia sono fortemente aumentate da quando negli anni ’90, ad opera di Benabid e collaboratori, sono entrati in uso stimolatori ad alta frequenza che inattivano le strutture cerebrali in maniera reversibile e senza creare lesioni permanenti. Si può ipotizzare un programma finalizzato o strategico da inserire negli scopi degli IRCCS neurologici. A somiglianza di Alleanza contro il Cancro, che si è vista assegnare un finanziamento specifico di notevole importanza, è opportuno che il Ministero della Salute possa dare avvio a provvedimenti specifici dedicati alla ricerca e al trattamento della epilessia. I benefici economici sono facilmente prevedibili, se i programmi vengono valutati su scala pluriannuale. In maniera non differente, piantare alberi e fare crescere foreste è economicamente vantaggioso per un paese la cui classe politica sappia guardare al futuro con occhi intelligenti. L’Istituto Neurologico Mediterraneo Neuromed Centro per lo studio e la cura di: -Epilessia -Ipertensione arteriosa -Morbo di Parkinson -Sclerosi Multipla -Cefalee -Malattie rare e genetiche -Alzheimer Chirurgia dei: -Tumori cerebrali -Aneurismi -Malformazioni vascolari -Ipofisi -Tronco encefalico -Cranica e Spinale Neuromed è tra i destinatari del 5 x 1000 dell’imposta sul reddito delle persone fisiche. Aiutare la ricerca di Neuromed è semplice e non costa nulla: nei modelli per la dichiarazione dei redditi (CUD, 730, Unico) firma nella casella “Finanziamento agli Enti di Ricerca Sanitaria” e scrivi il codice fiscale 00068310945. Ente di rilevanza nazionale e alta specialità Parco Tecnologico Località Camerelle - 86077 POZZILLI (IS) ITALY Tel. 0865 915203 - Fax 0865 927575 Sede Ospedaliera Via Atinense, 18 - 86077 POZZILLI (IS) ITALY Tel. 0865 9291 - Fax 0865 925351 www.neuromed.it salute e benessere alutare 29