OSMOREGOLAZIONE IN FOGLIE DI OLIVO SOTTOPOSTO A CARENZA IDRICA 1 Bartolomeo Dichio, Vitale Nuzzo, Cristos Xiloyannis Università degli Studi della Basilicata, Dipartimento di Produzione Vegetale, Via N. Sauro 85, 85100 Potenza, Tel. 0971/202164, Fax 0971/202269, E-Mail [email protected] Riassunto - L’obiettivo del presente lavoro è stato quello di valutare la capacità di osmoregolazione delle foglie di olivo durante un periodo di carenza idrica. Le prove sono state condotte in Basilicata (N 40° 24’, E 16° 48’). su piante autoradicate di olivo (Olea europaea L. cv Coratina) di due anni di età allevate in contenitori da 18 litri. Per i rilievi sono stati utilizzati quattro gruppi di piante che presentavano all’alba potenziali idrici fogliari di: -0,45 MPa (controllo), -1,65, -3,25, -5,35 MPa. Dall’analisi dei risultati è emerso che l’aggiustamento osmotico totale (passivo e attivo) variava in relazione al livello di stress raggiungendo il valore di 2,42 MPa all’alba e di 3,82 MPa alle ore 17 nella tesi più stressata. Tale meccanismo ha permesso alle foglie di raggiungere potenziali idrici totali di circa –7,0 MPa senza subire danni irreversibili, ed inoltre, ha contribuito a stabilire un elevato gradiente di potenziali tra foglie-radici-suolo. Abstract - The objective of the present work was to evaluate the osmoregulation capacity of leaves of young olive trees leaves during a period of water stress. The trials were carried out in Basilicata (N 40° 24', E 16° 48') on two years old own rooted olive plants (Olea Europaea L. cv Coratina), grown in 18 liters pots. During the experimental trials, four groups of plants have been settled, with the following predawn leaf water potential values: -0.45 MPa (control), -1.65, -3.25, -5.35 MPa.The results pointed out that the total osmotic adjustment has risen, depending upon water stress levels; in the plot characterized by the highest level of stress (-5.35 MPa) it ranged between 2.42 MPa at predawn and 3.82 MPa at 5 pm. This mechanism permits to the leaves to reach values of water potentials of about –7.0 MPa, and contribute to establish a high potential gradient between leaves, roots and soil. INTRODUZIONE La capacità di osmoregolazione permette alle piante di sopportare temporanei o prolungati periodi di carenza idrica (Hsiao et al., 1976). Una elevata concentrazione di soluti contribuisce all’abbassamento del potenziale osmotico dei tessuti, al mantenimento del potenziale di turgore e migliora la tolleranza dei tessuti ai bassi valori di potenziale idrico (Tyree e Jarvis, 1982). L’abbassamento del potenziale osmotico, dovuto all’accumulo netto dei soluti, è definito come aggiustamento osmotico attivo; la sua corretta determinazione può essere fatta solo attraverso la misura del potenziale osmotico corretto a Atti Convegno Nazionale “L’agrometeorologia per il monitoraggio dei consumi idrici”. Sassari, 3-4 novembre,1999: 113:122. piena idratazione, oppure misurando il potenziale osmotico a turgore nullo, eliminando l’effetto della disidratazione (Girma e Krieg, 1992). Quando nei tessuti cellulari si verifica una perdita netta di acqua simplastica si ha una riduzione del volume cellulare e una maggiore concentrazione dei soluti, questo processo è definito aggiustamento osmotico passivo (Lakso, 1985). La capacità di aggiustamento osmotico attraverso l’accumulo netto di soluti è stato riscontrato in diverse piante arboree (Jones et al., 1985; Tyree e Jarvis, 1982; Rieger, 1995; Lakso et al., 1984; Larcher et al., 1981). Per le piante che vivono in ambienti aridi, il mantenimento del turgore cellulare attraverso l’aggiustamento osmotico passivo, è considerato un meccanismo vantaggioso rispetto alla sintesi di nuovi soluti (Evans et al., 1992). Poche sono le informazioni disponibili sulla capacità di osmoregolazione dell’olivo, in condizioni di carenza idrica. Il principale obiettivo di questo lavoro è stato quello di determinare l’aggiustamento osmotico totale in piante di olivo sottoposte a diversi livelli di carenza idrica e definire il relativo contributo dell’aggiustamento osmotico attivo e passivo. MATERIALI E METODI Materiale vegetale Le prove sperimentali sono state condotte presso l’Azienda Agricola Sperimentale Dimostrativa Regionale “Pantanello” di Metaponto (N 40° 24’, E 16° 48’). Sono state utilizzate piante autoradicate di olivo (Olea europaea L. cv Coratina) trapiantate alla fine della seconda stagione vegetativa in vasi da 18 l. Il terriccio dei vasi è stato preparato miscelando tre parti di terra fine e una parte di torba. La terra fine era così composta: 73,2% di sabbia, 13,3 % limo e 13,5% di argilla. Subito dopo il trapianto i contenitori sono stati isolati con fogli di alluminio per evitare l’azione diretta dei raggi del sole, ed il terreno, inoltre, è stato coperto da fogli impermeabili per evitare la perdita di acqua dal suolo per effetto della evaporazione. Dal trapianto fino all’inizio della prova il contenuto idrico del suolo di ogni pianta è stato mantenuto costante intorno all’85% della capacità idrica di campo, ripristinando a fine giornata l’acqua traspirata dalla pianta. La quantità di acqua traspirata è stata determinata come differenza tra il peso del vaso al mattino e quello alla sera. All’inizio della prova sono stati costituiti 4 blocchi di 10 piante ciascuno. Il contenuto idrico del blocco controllo è stato mantenuto all’85% della capacità idrica di campo. Negli altri blocchi lo stress idrico è stato imposto restituendo solo una parte dell’acqua traspirata giornalmente. Le misure sono state eseguite su un gruppo di 4-5 piante per ogni blocco che all’alba presentavano potenziali idrici fogliari omogenei. In particolare, i quattro blocchi avevano all’alba i seguenti potenziali idrici fogliari: -0,45 MPa (controllo),- 1,65 MPa, -3,25 MPa e -5,35 MPa. La concimazione è stata effettuata dalla ripresa vegetativa fino al riposo vegetativo, intervenendo ogni 25-30 gg con 3-4 g di concime complesso a lenta cessione di azoto (Nitrophoska Gold,-BASF-.15N-9P-15K + 2Ca + 17,5 Mg ) Stato idrico Lo stato idrico della pianta è stato determinato attraverso la misura contemporanea del contenuto idrico e del potenziale idrico fogliare. Le misure sono state eseguite su 4-5 foglie mature e ben espanse prelevate, nella zona mediana del germoglio da ogni pianta del blocco, all’alba ed alle seguenti ore del giorno: 6, 11, 14, 17. Un sub-campione di queste foglie è stato utilizzato per la determinazione del contenuto idrico fogliare (V). In particolare, è stato misurato il peso fresco (PF), e dopo essiccazione a 80 °C in stufa ventilata, il peso secco (PS). Il contenuto idrico è stato espresso come percentuale sul peso fresco secondo la relazione: V = 100*(PF-PS)/PF. Per la misura del potenziale idrico totale (ψW), ogni foglia è stata inclusa in un sacchetto in polietilene, velocemente inserita in una camera a pressione tipo Scholander (PMS Instrument co.). Subito dopo la lettura ogni foglia è stata conservata nello stesso sacchetto e congelata a –80°C. Le foglie così conservate sono state utilizzate per la determinazione del potenziale osmotico (ψπ) tramite misura di osmolarità del succo cellulare effettuata con osmometro (Vescor mod. 2000). Allo scopo ogni foglia è stata scongelata lasciandola, all’interno del sacchetto, per 15’ a temperatura ambiente. Il succo cellulare e’ stato estratto pressurizzando i tessuti fogliari in apposite siringhe e per ogni determinazione sono stati utilizzati 100 µl. Il potenziale osmotico è stato calcolato sulla base della relazione di Van’t Hoff come descritta da Nobel (1983) considerando una temperature di ambiente di 20° C: ψπ (MPa) = 0,02437 (m3 MPa mol -1) * osmolarità (mol m-3 ) (1) Il potenziale di turgore e’ stato ottenuto con l’equazione: ψP = ψW - ψπ (2) In alcuni casi il calcolo ha dato dei valori di potenziale di turgore negativi di 2-3 bar che sono stati considerati come turgore nullo (Ackerson e Krieg, 1977) Il potenziale osmotico a piena idratazione è stato calcolato attraverso la seguente formula (Morgan, 1984): ψπ100 V100 = ψπ V; dove ψπ100 e V100 sono il potenziale osmotico e il contenuto idrico a piena idratazione (contenuti idrici delle foglie di controllo dopo il riequilibro idrico notturno) e ψπ e V sono il potenziale osmotico e il contenuto idrico dei campioni nelle condizioni naturali (nei trattamenti e nelle ore della giornata); quindi ψπ100 = ψπ V/V100 (3) Per ogni punto si è ottenuto quindi il potenziale osmotico tal quale (ψπ ) ed a piena idratazione (ψπ100). Aggiustamento osmotico L’aggiustamento osmotico totale (∆ψπ) e la componente attiva (∆ψπ100 ) nei diversi livelli di stress idrico sono state calcolate rispettivamente come differenza tra i valori di ψπ e ψπ100 delle piante di controllo all’alba e quelli delle tesi nelle diverse ore della giornata come riportato da Girma e Krieg (1992), quindi : ∆ψπ = (ψπ)alba - (ψπ)giorno (4) ∆ψπ100 = (ψπ100) alba - (ψπ100) giorno (5) Per determinare il contributo della perdita dell’acqua simplastica alla diminuzione del potenziale osmotico (aggiustamento osmotico passivo) ψπP è stata usata la formula seguente: ∆ψπP =∆ψπ - ∆ψπ100 (6) Per ogni livello di stress idrico, le variazioni di aggiustamento osmotico totale, attivo e passivo durante il giorno, sono state calcolate per differenza tra i valori di questi parametri all’alba e i valori che presentavano nelle diverse ore del giorno. RISULTATI E DISCUSSIONE La capacita dell’olivo di cedere acqua dai propri tessuti al flusso traspirativo, sia in condizioni idriche ottimali sia in condizione di carenza idrica, determina un abbassamento dei potenziali idrici fogliari maggiore che nelle altre specie arboree (Tombesi et al., 1986; Xiloyannis et al., 1988; Xiloyannis et al., 1993; Jorba et al., 1985) . Inoltre tale meccanismo permette di continuare i processi fotosintetici anche durante periodi di forte carenza idrica (Xiloyannis et al., 1993) Dall’analisi dei nostri dati si evince che valori di ψW nelle piante ben irrigate ed in tutte le tesi di carenza idrica diminuivano durante il giorno e solo nelle piante di controllo si osserva un recupero nelle ore del pomeriggio (fig. 1a). I valori di ψπ diminuivano, all’aumentare dello stress idrico. I valori all’alba variavano da circa –3,0 MPa per le piante di controllo a valori di circa -5,4 MPa per piante maggiormente stressate (fig. 1b). Nelle piante stressate le variazioni giornaliere del ψπ presentavano lo stesso andamento delψW, mentre in quelle di controllo si registrava solo una leggera variazione. Valori più modesti del potenziale osmotico a pieno turgore, rispetto ai nostri valori rivelati all’alba, sono stati riscontrati in piante di Olea oleaster allevate in ambiente meridionale (-2,0 MPa nel mese maggio fino a valori di –2,45 MPa nel mese di settembre) (Lo Gullo e Salleo, 1988). Gli stessi autori conclusero che le variazioni dei valori di potenziale osmotico nell’olivo erano maggiori di quelle riscontrate in Ceratonia siliqua e Laurus nobilis . I valori di ψP misurati all’alba oscillavano da circa 2,5 MPa nelle piante di controllo fino ad valori di zero turgore per le piante maggiormente stressate (fig. 1c). In generale, il ψP raggiungeva valori pari a zero nei livelli di stress più elevati, in corrispondenza di valori di potenziali idrici di circa –3,5 MPa. Il punto di perdita di turgore a valori di ψW di circa –3,5 è stato trovato da altri autori in piante di olivo (Lo Gullo e Salleo, 1988; Rieger, 1995). D’altronde altri studiosi, hanno riscontrato attività traspirativa e fotosintetica in piante di olivo che presentavano ψW decisamente più bassi del punto di perdita di turgore cellulare, e fino a valori di –6,0 –7,0 MPa ( Tombesi et al., 1986; Xiloyannis et al., 1993; Angelopoulos et al., 1996). Questo risultato è probabilmente spiegato dalla difficile determinazione dei valori di ψP dovuto probabilmente agli errori intrinseci del metodo di misura e di calcolo adoperato. Il metodo utilizzato per la misura del ψπ, infatti, determina un valore medio di tutte le cellule del tessuto analizzato, dando una valida indicazione dello stato generale della foglia. Altre metodiche di analisi a livello cellulare permetterebbero di conoscere le componenti del potenziale idrico totale delle cellule adiacenti agli stomi che sono quelle direttamente implicate nel movimento stomatico. Diversi autori hanno suggerito che le cellule di guardia hanno dei meccanismi di osmoregolazione più efficienti rispetto alla media delle altre cellule. In piante di olivo il processo di aggiustamento osmotico inteso come risposta fisiologica della pianta alla carenza idrica, riveste un ruolo rilevante nel mantenimento del turgore e del biochimismo cellulare. I valori di ∆ψπ, rilevati all’alba aumentavano all’aumentare dei ψW. Nella tesi più stressata (-5,35 MPa) variavano da 2,42 MPa all’alba fino a valori di 3,82 MPa alle ore 17:00 (fig. 2a). I valori di ∆ψπ100 aumentavano nei livelli di stress idrico e nella tesi maggiormente stressata erano pari a 1,04 all’alba e 1,59 MPa alle ore 17:00 corrispondenti a circa il 42% dell’aggiustamento osmotico totale (fig. 2b). Valori molto simili di aggiustamento osmotico attivo sono stati riscontrati da Rieger (1995). Questi in una prova di confronto tra diverse specie ha messo in evidenza che dopo un periodo 33 giorni di carenza idrica le differenze tra ψπ100 il potenziale osmotico a pieno turgore tra piante stressate e quelle di controllo erano 1,4 e 0,34 MPa rispettivamente per l’olivo ed il citrumelo, mentre non ha riscontrato aggiustamento osmotico nelle foglie di pesco e pistacchio. Lo stesso autore ha riscontrato che in olivo, una riduzione della conducibilità idraulica delle radici (Lp ) pari a 2,5 g m-1 h-1 MPa-1 causava una riduzione lineare della pressione di turgore. Tale riduzione veniva compensata dall’aumento di pressione osmotica in seguito al processo di aggiustamento osmotico. L’effetto compensativo si esauriva in corrispondenza di ψW di –3,2 MPa, equivalente al punto di perdita di turgore. Larcher et al., (1981) su piante di Olea europaea cv. Leccino hanno trovato dei valori di aggiustamento osmotico attivo pari a –0,4 e –0,55 MPa rispettivamente alla fine del secondo ( livello di stress –6,0 MPa) e terzo (livello di stress –6,6 MPa) ciclo di stress idrico; valori in termini assoluti mediamente più bassi rispetto a quelli riportati altri autori. La capacità di cedere acqua dalle riserve idriche al flusso traspirativo, è un meccanismo che contribuisce alla concentrazione dei soluti cellulari e quindi alla diminuzione del potenziale osmotico. Il contributo dell’aggiustamento osmotico passivo, in olivo, è considerevole ed aumenta all’aumentare dei potenziali idrici fogliari in tutte le tesi (fig. 2c). I valori di ψπP per la tesi maggiormente stressata variavano da 1,38 MPa all’alba fino a valori di 2,23 MPa alle ore 17:00, corrispondenti a circa il 58% dell’aggiustamento osmotico totale (fig. 2c). L’aggiustamento osmotico passivo anche per l’olivo contribuisce in modo determinante all’aggiustamento osmotico totale, e dal punto di vista di bilancio energetico viene considerato un meccanismo vantaggioso rispetto alla sintesi di nuovi soluti (Evans et al., 1992). L’aggiustamento osmotico (attivo e passivo) nelle foglie di olivo rappresenta uno dei meccanismi più importanti per la resistenza alla carenza idrica, in modo particolare se associato ad aggiustamento osmotico da parte dell’apparato radicale. Tale meccanismo permette alla pianta di instaurare un elevato gradiente di potenziali tra foglie, radici e terreno e di utilizzare le risorse idriche del suolo fino a valori di -2,5 MPa (Xiloyannis et al., 1993) Lavoro svolto nell’ambito del Programma Operativo Multiregionale Progetto “OTRIS”. BIBLIOGRAFIA Ackerson R.C., Krieg D.R. - Stomatal and non-stomatal regulation of water use in cotton, corn and sorghum, Plant. Phisyol. (1977) 60, 850-853. 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