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LAVORO DI PROSSIMITÀ
Si ha LAVORO IN PROSSIMITÀ quando per l’esecuzione di un’attività è
prevista la possibilità di penetrazione diretta o indiretta nella ZONA
PROSSIMA con l’esclusione della possibilità di penetrazione diretta od
indiretta nella ZONA DI LAVORO SOTTO TENSIONE.
È lo spazio circostante la zona di
lavoro sotto tensione fino ad una
distanza Dv dalla parte attiva
LAVORO IN PROSSIMITÀ è un’attività che si
compie su un OGGETTO DIVERSO dall’impianto
nei confronti del quale si adottano le misure di
prevenzione di tale tipologia di lavoro.
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LAVORO DI PROSSIMITÀ
LE ATTIVITÀ SVOLTE IN ZONA DI PROSSIMITÀ POSSONO ESSERE DI NATURA ELETTRICA O
MENO.
Prima dell’inizio del lavoro, il PL deve istruire il personale, in particolare
quello che non ha familiarità con i lavori in prossimità di parti attive, sul
mantenimento delle DISTANZE DI SICUREZZA, sulle misure di sicurezza
che sono state messe in atto. Il confine del POSTO DI LAVORO deve essere
delimitato, se ritenuto necessario, in maniera precisa e si deve prestare
attenzione a circostanze o condizioni insolite. Queste istruzioni devono
essere ripetute ad intervalli appropriati o dopo un cambiamento delle
condizioni di lavoro.
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LAVORO DI PROSSIMITÀ
I lavori in prossimità devono essere svolti da PES o PAV.
Le Persone comuni (PEC) possono svolgere lavori in prossimità a condizione che una
PES gestisca il rischio elettrico mediante una SUPERVISIONE o una sorveglianza
(quest’ultima può essere svolta anche da una PAV).
Il posto di lavoro dovrebbe essere
delimitato da idonee barriere, funi,
bandierine, lampade, cartelli, ecc. I
quadri di manovra attivi adiacenti
devono essere segnalati con ulteriori
mezzi chiaramente visibili, ad esempio
segnali e/o cartelli di avvertimento sul
davanti delle porte.
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LAVORO DI PROSSIMITÀ
LE MISURE DI PREVENZIONE
Le MISURE DI PREVENZIONE del rischio per il LAVORO IN PROSSIMITÀ consistono nel
mettere in atto tutti gli accorgimenti possibili per impedire la penetrazione (diretta o
indiretta) nella ZONA DI LAVORO SOTTO TENSIONE durante lo svolgimento dell’attività.
dell’attività
Per i lavori elettrici, le misure imprescindibili, codificate dalla normativa, da prendere in
considerazione sono per evitare contatti con parti in tensione accessibili:
L’IMPEDIMENTO FISICO
LA DISTANZA SICURA
Tali misure possono essere adottate in combinazione tra loro. Nessuna di esse è
singolarmente indispensabile, in qualche situazione alcune sono non pertinenti o inattuabili
L’IMPORTANTE È CURARE QUESTA FASE DELLA PREPARAZIONE DEL LAVORO CHE INVECE È
SPESSO TRASCURATA
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LAVORO DI PROSSIMITÀ
Disposizioni particolari per gli impianti con tensione nominale fino a 1 000 V
Le PARTI ATTIVE prossime, che possono essere
accessibili direttamente o indirettamente con movimenti
involontari, devono quindi essere protette fisicamente
mediante l’installazione di un idoneo IMPEDIMENTO, in
genere un protettore costituito:
DA UN TELO ISOLANTE
BARRIERE RIGIDE
L’IMPEDIMENTO deve essere fissato in modo
idoneo in punti stabili della struttura. La sua
rimozione deve avvenire solo con azione
volontaria
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LAVORO DI PROSSIMITÀ
Disposizioni particolari per gli impianti con tensione nominale fino a 1 000 V
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LAVORO DI PROSSIMITÀ
Le misure di prevenzione – IMPEDIMENTO FISICO
BARRIERE O SCHERMI
L’IMPEDIMENTO
FISICO
PROTETTORI
INVOLUCRI
consiste nel mettere in opera un protettore o
una barriera o sistemi di blocco meccanico o
sistemi equivalenti che impediscano la
penetrazione nella zona di lavoro sotto
tensione.
Deve prevenire azioni
involontarie o inconsapevoli
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LAVORO DI PROSSIMITÀ
Le misure di prevenzione – IMPEDIMENTO FISICO
Quando questi dispositivi di protezione devono essere installati all’interno della zona
di lavoro sotto tensione, si devono adottare le procedure per i lavori FUORI TENSIONE o
quelle per lavori SOTTO TENSIONE, questi ultimi limitati alla Bassa tensione.
Quando questi dispositivi devono essere installati AL DI FUORI DELLA ZONA DI LAVORO
SOTTO TENSIONE, essi devono essere posizionati o con le procedure per i lavori fuori tensione
o con l’impiego di dispositivi per evitare che il personale che li installa penetri all’interno
della zona di lavoro sotto tensione. SE
È NECESSARIO, SI DEVONO
USARE LE PROCEDURE PER I LAVORI SOTTO TENSIONE.
Se tali dispositivi non assicurano una completa protezione delle parti nude attive
(per la Bassa tensione IPXXB… o IP2X corrispondenti ai livelli di protezione
IPXXC… o IP 3X per gli impianti AT e MT) le persone comuni che lavorano in
prossimità di dette parti devono lavorare sotto sorveglianza.
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LAVORO DI PROSSIMITÀ
Le misure di prevenzione
LA DISTANZA SICURA
Significa mantenere dalle parti in tensione una distanza sicura, cioè tale
per cui sia IMPOSSIBILE per l’operatore entrare nella ZONA DI LAVORO
SOTTO TENSIONE con una parte del corpo o con un attrezzo, con
MOVIMENTI INVOLONTARI PER QUANTO IMPROBABILI
Devono essere considerate le dimensioni degli oggetti
maneggiati o movimentati, le situazioni di stabilità
precaria anche in relazione alle condizioni del terreno,
l’azione del vento. La distanza sicura considera gli atti
involontari, per quanto improbabili siano
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LAVORI IN PROSSIMITÀ
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LAVORO DI PROSSIMITÀ
Disposizioni particolari per gli impianti con tensione nominale fino a 1 000 V
Se è assicurata una protezione dalle parti
attive almeno di grado IPXXB la zona di
prossimità si riduce fino alla superficie
esterna dell’impedimento stesso.
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LAVORO DI PROSSIMITÀ
Disposizioni particolari per gli impianti con tensione nominale fino a 1 000 V
Non necessitano di impedimenti, o ulteriori
impedimenti, le parti attive situate in posizione
ritenuta raggiungibile solo volontariamente.
In particolare, le PARTI ATTIVE che si trovano di
fronte e al di sopra della parte di impianto su cui un
operatore (PES o PAV) sta operando con attrezzi di
lunghezza limitata (quali cacciaviti, pinze isolati o
isolanti) e senza l'ausilio di gradini, scale, ecc. possono
NON necessitare del posizionamento di impedimenti,
se durante il lavoro non si ritiene di invadere la ZONA
SOTTO TENSIONE.
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LAVORO DI PROSSIMITÀ
Disposizioni particolari per gli impianti con tensione nominale fino a 1 000 V
Se la permanenza in ZONA PROSSIMA è:
1. Di breve durata
2. Le parti attive sono costantemente sotto il controllo visivo dell’operatore (ossia
sono di fronte od in alto)
3. Devono essere utilizzati solo attrezzi corti
4. È bassa la probabilità di movimenti involontari
5. Non vi è necessità per l’operatore di elevarsi (con scale, sgabelli, ecc.)
Allora possono NON essere adottate tutte le protezioni previste per i
lavori di prossimità, ossia l’adozione di impedimenti
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LAVORI IN PROSSIMITÀ
Non necessitano di impedimenti, o ulteriori impedimenti, le parti attive situate in
posizione ritenuta raggiungibile solo volontariamente.
In particolare, le parti attive che si trovano di fronte e al di sopra (1)della parte di
impianto su cui un operatore (PES o PAV) sta operando con attrezzi di lunghezza
limitata (2) (quali cacciaviti, pinze isolati o isolanti) e senza l'ausilio di gradini,
scale (3), ecc. possono non necessitare del posizionamento di impedimenti.
Se la permanenza in zona prossima di un PES/PAV è di breve durata (1) (ad es., il
tempo necessario per fare una manovra o una misura elettrica) la probabilità di
compiere gesti involontari in quel breve lasso di tempo è trascurabile (2), per cui
non è necessaria l’installazione di impedimenti.
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LAVORI IN PROSSIMITÀ
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LAVORO DI PROSSIMITÀ
Lavori su impianti con tensione nominale superiore a 1 000 V
Il tipo di disposizione nell’ambiente, le dimensioni e le distanze in gioco in questi impianti rendono spesso
impossibile l’installazione di barriere, soprattutto alle tensioni più elevate. La scelta di adottare la
DISTANZA DI SICUREZZA è quasi sempre obbligata.
L’adozione di tale misura è agevolata, soprattutto per le tensioni più elevate, dalle dimensioni degli impianti
che prevedono di per sé distanze elevate necessarie a garantire l’isolamento funzionale.
In casi in cui fosse possibile, soprattutto
quando dovesse rimanere in opera per periodi
ragguardevoli, l’installazione di una barriera
(oppure di un protettore, quando la tecnologia
lo consente per il livello di tensione
interessato), rappresenta la soluzione più
conveniente.
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LAVORO DI PROSSIMITÀ
Lavori su impianti con tensione nominale superiore a 1 000 V
In impianti in Alta e Media Tensione, costruiti rispettando le distanze
previste nella Norma CEI EN 61936-1, le attività in prossimità di parti
attive che comportino uso di oggetti di dimensioni contenute e non
elevazione dal suolo dell’operatore, non richiedono Piano di lavoro
o Piano d’intervento e sono considerate automaticamente a
distanza di sicurezza
Questo vale anche per gli impianti costruiti
nel rispetto dell’abrogato DPR 547/55 e
della Norma CEI 11-1
.
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LAVORI IN PROSSIMITÀ
DISTANZA DI LAVORO (DW)
CEI EN 61936-1:2011
●minima distanza di sicurezza (Dw) che
deve essere mantenuta tra qualsiasi
parte attiva e ogni persona che lavori in
una cabina o da qualsiasi attrezzo
conduttore direttamente maneggiato
la distanza Dw
, in Italia, non si utilizza ai fini
dell’esecuzione
dei lavori elettrici
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LAVORI IN PROSSIMITÀ
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PREMESSA INDISPENSABILE
Per eseguire un LAVORO FUORI TENSIONE, l’identificazione
della parte d’impianto oggetto del lavoro è la PREMESSA
INDISPENSABILE per intraprendere le azioni per conseguire e
mantenere le condizioni di sicurezza per l’esecuzione del lavoro.
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PREMESSA INDISPENSABILE
L’identificazione della parte d’impianto comporta, fra gli altri aspetti,
l’individuazione:
-dei punti di sezionamento,
-di tutte le possibili sorgenti di alimentazione (linee ad anello, linee in
parallelo)
-della presenza nelle vicinanze del luogo di lavoro di altri impianti
in tensione o meno
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5 PRESCRIZIONI FONDAMENTALI
1.SEZIONARE COMPLETAMENTE
2.ASSICURARSI CONTRO LA RICHIUSURA
3.VERIFICARE CHE L’IMPIANTO SIA FUORI TENSIONE
4.ESEGUIRE LA MESSA A TERRA E IN CORTOCIRCUITO
5.PROVVEDERE ALLA PROTEZIONE VERSO LE PARTI
ATTIVE ADIACENTI.
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PREMESSA INDISPENSABILE
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PREMESSA INDISPENSABILE
INT/SEZ
STATO INIZIALE
ON
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STATO PER LAVORI
OFF
ON
MTS1
X
X
MTS2
X
OFF
X
SM1
X
X
IM1
X
X
SM2
X
X
IM2
X
X
QG1
X
X
Q1
X
X
Q2
X
X
Q3
X
X
Q4
X
X
QG1,Q5,Q6,Q7
X
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X
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PREMESSA INDISPENSABILE
CAPACITÀ PARASSITE DEL
TRASFORMATORE
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5 PRESCRIZIONI FONDAMENTALI
0. INDIVIDUARE LA ZONA DI LAVORO
La ZONA DI LAVORO è lo spazio in cui gli operatori possono muoversi liberamente e
all’interno della quale devono essere comprese tutte le attività operative. Nell’individuare
la ZONA DI LAVORO è necessario tener conto:
DEGLI ATTREZZI UTILIZZATI, DEI MOVIMENTI CHE POSSONO ESSERE FATTI DAGLI OPERATORI,
DELLO SPAZIO NECESSARIO PER ESEGUIRE IL LAVORO
Nei LAVORI FUORI TENSIONE, la ZONA DI
LAVORO è una ZONA SICURA per cui se PARTI
ATTIVE interferiscono con la zona di lavoro
stessa, queste ultime devono essere messe fuori
tensione e in sicurezza, oppure nei loro confronti
deve essere applicata la metodologia dei LAVORI
IN PROSSIMITÀ.
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5 PRESCRIZIONI FONDAMENTALI
1. SEZIONARE COMPLETAMENTE
La parte dell’impianto sulla quale si deve lavorare deve essere sezionata da tutte le
sorgenti di alimentazione.
alimentazione. Il SEZIONAMENTO deve essere uno spazio in aria o un
isolamento reale equivalente che assicuri che il punto di sezionamento non possa
cedere elettricamente
Il DPR 547/55 imponeva
che il SEZIONAMENTO
fosse visibile
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5 PRESCRIZIONI FONDAMENTALI
1. SEZIONARE COMPLETAMENTE
Per gli impianti a tensione uguale o inferiore a 1000 V, riguardo al sezionamento del
conduttore di neutro, va tenuto presente che:
− nei sistemi TN-C il conduttore PEN NON deve essere mai sezionato
− nei sistemi utilizzatori TT e IT il conduttore di neutro deve essere sempre sezionato.
- nei sistemi TN-S non è richiesto il
sezionamento del neutro, salvo nei circuiti a
due conduttori fase -neutro, quando tali
circuiti abbiano a monte un dispositivo di
interruzione unipolare sul neutro, per esempio
un fusibile
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5 PRESCRIZIONI FONDAMENTALI
1. SEZIONARE COMPLETAMENTE
Il sezionamento nel caso di impianti fino a 1000 V è quando è considerato
efficace se realizzato per mezzo di:
− SEZIONATORI
− APPARECCHI DI INTERRUZIONE IDONEI (che possiedono i requisiti
specificati nella Noma CEI 64-8/5), previa disinserzione di eventuali organi di
comando a distanza
− PRESE A SPINA
− CARTUCCE PER FUSIBILI
− BARRETTE.
Nel caso non sia installato uno dei dispositivi suddetti, il sezionamento può
essere effettuato mediante sconnessione fisica dei conduttori dal punto di
alimentazione ed adeguato isolamento o allontanamento delle loro estremità
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5 PRESCRIZIONI FONDAMENTALI
2. ASSICURARSI CONTRO LA RICHIUSURA
Tutti gli apparecchi di manovra, per sezionare l’impianto elettrico
allo scopo di eseguire un lavoro, devono essere assicurati contro la
richiusura,
richiusura preferibilmente mediante il bloccaggio del meccanismo di
azionamento
In assenza di sistemi di bloccaggio sono necessarie azioni inibitrici
equivalenti in conformità a regole stabilite, in modo da garantire la sicurezza
contro la richiusura.
Se è richiesta una sorgente di energia ausiliaria per l’azionamento degli
apparecchi di manovra, tale sorgente deve essere disattivata. Si devono apporre
cartelli per vietare interventi indebiti.
Dove vengano usati dispositivi di comando a distanza, si deve impedire l’uso
dei dispositivi di comando locali. Tutti i sistemi di segnalazione e di interblocco
impiegati per questo scopo devono essere affidabili.
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5 PRESCRIZIONI FONDAMENTALI
2. ASSICURARSI CONTRO LA RICHIUSURA
In pratica queste misure consistono in una delle seguenti:
In pratica queste misure consistono in una
delle seguenti:
− BLOCCHI MECCANICI con dispositivo a
chiave che impediscano la manovra
dell’apparecchiatura; in alternativa blocchi
meccanici che per essere sbloccati o raggiunti
richiedono attrezzi o dispositivi specifici;
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5 PRESCRIZIONI FONDAMENTALI
2. ASSICURARSI CONTRO LA RICHIUSURA
− IMPEDIMENTI all’accesso a personale non autorizzato alle aree, ai locali o
quadri contenenti il sezionamento;
− SORVEGLIANZA atta ad impedire manovre indebite.
ATTENZIONE !!! La sorveglianza può essere utilizzata come misura efficace
solo quando è impossibile realizzare una delle prime due. (BLOCCHI MECCANICI
OD IMPEDIMENTI)
Tali misure devono essere sempre accompagnate da cartelli che vietino
l’esecuzione di manovre.
PER GLI IMPIANTI A TENSIONE FINO A 1000 V, QUALORA
NESSUNA DELLE MISURE SUDDETTE SIA REALIZZABILE CON
EFFICACIA, DEVE ESSERE REALIZZATA OBBLIGATORIAMENTE LA
MESSA A TERRA ED IN CORTOCIRCUITO DELL’IMPIANTO SUL
POSTO DI LAVORO.
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5 PRESCRIZIONI FONDAMENTALI
2. ASSICURARSI CONTRO LA RICHIUSURA
Prima di effettuare qualsiasi attività di manutenzione su bruciatore
e/o su ogni altra parte della centrale termica è necessario:
1) METTERE IN SICUREZZA L’IMPIANTO utilizzando le procedure
LOCK OUT e TAG OUT:
Lock-out - Posizionamento di un dispositivo di blocco (lucchetto) in
corrispondenza della posizione “OFF” di un dispositivo di
isolamento (sezionatore, valvola, ecc.) di una qualsiasi fonte
energetica (energia elettrica, pneumatica, fluido pericoloso, ecc.). –
Chiusura pannello Quadro Elettrico
Tag-out - Posizionamento di un cartello in corrispondenza del
dispositivo di blocco per il “lock-out”, riportante chiaramente il
nominativo dell’addetto autorizzato ad eseguire l’intervento.
Laddove si è in presenza di più interruttori, tutti devono essere
messi in LOK OUT
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5 PRESCRIZIONI FONDAMENTALI
2. ASSICURARSI CONTRO LA RICHIUSURA
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5 PRESCRIZIONI FONDAMENTALI
Realizzato in
materiale non
conduttivo ed
amagnetico
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2. ASSICURARSI CONTRO LA RICHIUSURA
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5 PRESCRIZIONI FONDAMENTALI
3. VERIFICARE CHE L’IMPIANTO SIA FUORI TENSIONE
L’assenza di tensione deve essere
verificata, su tutte le fasi dell’impianto
elettrico quanto più possibile vicino al
posto di lavoro. Per le parti dell’impianto
che sono state messe fuori tensione, questa
condizione deve essere verificata in accordo
con le regole riportate nelle istruzioni locali.
Queste comprendono, per esempio, l’uso di
sistemi per la rivelazione della tensione
incorporati nell’apparecchiatura e/o l’uso di
dispositivi
di
rivelazione
applicati
separatamente.
Questi ultimi dispositivi devono essere provati almeno
immediatamente prima dell’uso e quando possibile dopo l’uso.
l’uso
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5 PRESCRIZIONI FONDAMENTALI
3. VERIFICARE CHE L’IMPIANTO SIA FUORI TENSIONE
I rivelatori in questione rispondono alle norme: CEI EN 61243-3 (CEI 11-45), per quelli
di tipo bipolare da utilizzare sugli impianti di BT,e CEI EN 61243-Parte 1 e Parte 2, per quelli
da utilizzare su impianti a tensione superiore a 1 kV fino a 36 kV max, rispettivamente di tipo
capacitivo e di tipo resistivo.
Nel caso di impianti elettrici collegati con cavi se questi non possono essere
identificati con certezza sul posto di lavoro, si devono usare altri mezzi per
garantire la sicurezza in accordo con le regole locali stabilite.
Ciò può comportare l’uso di idonei dispositivi di perforazione o di taglio dei cavi.
Dove per verificare che un impianto elettrico sia fuori tensione vengano usati
sezionatori di terra comandati a distanza, la posizione dei sezionatori di terra
deve essere segnalata in modo attendibile dal sistema di comando a distanza
QUESTA VERIFICA DEVE ESSERE FATTA PRIMA DELLA MESSA A TERRA ED IN CORTO
CIRCUITO
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5 PRESCRIZIONI FONDAMENTALI
3. VERIFICARE CHE L’IMPIANTO SIA FUORI TENSIONE
Nel caso di impianti in BT la rilevazione deve interessare anche l’eventuale neutro e le eventuali
masse presenti sul posto di lavoro non protette contro i contatti indiretti.
ATTENZIONE !!!
La verifica dell’assenza di tensione è
impossibile o inaffidabile nel caso in cui sul
posto di lavoro non sia presente un impianto
di terra accessibile, a meno di disporre di
RILEVATORE UNIPOLARE rispondente
alla normativa adatto alla tensione
dell’impianto
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UN RIVELATORE DI TENSIONE UNIPOLARE
CONSISTE principalmente da una impugnatura,
l’elemento isolante, l’indicatore e l’elettrodo di
prova con il suo elettrodo di contatto
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5 PRESCRIZIONI FONDAMENTALI
3. VERIFICARE CHE L’IMPIANTO SIA FUORI TENSIONE
Le verifiche eseguite utilizzando
rivelatori di tensione, adatti al livello di
tensione e costruiti secondo la serie di
Norme CEI EN 61243 non sono
considerate “lavori sotto tensione”. In
bassa tensione le verifiche eseguite
con altri strumenti (ad esempio con
multimetri) SONO INVECE
CONSIDERATE MISURE
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5 PRESCRIZIONI FONDAMENTALI
3. VERIFICARE CHE L’IMPIANTO SIA FUORI TENSIONE
RILEVATORE UNIPOLARE
BASSA TENSIONE
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Loris Vivoli
MEDIA TENSIONE
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5 PRESCRIZIONI FONDAMENTALI
3. VERIFICARE CHE L’IMPIANTO SIA FUORI TENSIONE –
CAVI
L’identificazione di cavi sotterranei BT o MT, soprattutto in presenza di altri cavi simili
nello stesso scavo e percorso, è un’operazione che richiede particolare attenzione.
In questi casi, dopo aver messo fuori tensione e in sicurezza il cavo agli estremi,
nei punti ove la sua identificazione è certa, ad es. in cabina, si può procedere nel
modo seguente a seconda dell’impianto:
-
-
su linea BT, tramite verifica di assenza di tensione con apposita strumentazione e
attrezzatura (p.es. con l’uso di morsetti a perforazione d’isolante) o attraverso la
tranciatura nel punto in cui si vuole intervenire su di esso;
su linea MT, attraverso tranciatura, che deve essere eseguita con cesoie trancia-cavi con
isolamento adeguato alla tensione di esercizio del cavo, costruite secondo le relative norme
di prodotto (ad es., per tensioni fino a 30 kV, secondo la Norma CEI EN 50340).
In ogni caso la TRANCIATURA vale anche come verifica di assenza
tensione sull’impianto.
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5 PRESCRIZIONI FONDAMENTALI
3. VERIFICARE CHE L’IMPIANTO SIA FUORI TENSIONE –
CAVI
Quando la procedura sia stata
espletata in tutti i punti sopra detti,
l’impianto elettrico posto fuori tensione
e in sicurezza non presenta alcun
rischio elettrico. Gli operatori, che
devono eseguire un lavoro su
quell’impianto, possono essere esenti
dall’indossare guanti isolanti e
visiera e di utilizzare attrezzi isolati.
13/06/2016
Loris Vivoli
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5 PRESCRIZIONI FONDAMENTALI
4. ESEGUIRE LA MESSA A TERRA ED IN CORTO CIRCUITO
Sul posto di lavoro, su tutti gli impianti ad alta tensione e su alcuni impianti a
bassa tensione , tutte le parti sulle quali si deve lavorare devono essere MESSE
A TERRA E IN CORTOCIRCUITO.
Le apparecchiature o i dispositivi di MESSA A TERRA E IN CORTOCIRCUITO
devono essere prima collegati al punto di messa a terra e successivamente ai
componenti che devono essere messi in cc.
Le apparecchiature ed i dispositivi di messa a terra e in cortocircuito devono
essere visibili, ogni volta che sia possibile, dal posto di lavoro. In caso
contrario, i collegamenti di terra devono essere applicati vicino al posto di
lavoro quanto più ragionevolmente e praticamente possibile
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Loris Vivoli
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5 PRESCRIZIONI FONDAMENTALI
4. ESEGUIRE LA MESSA A TERRA ED IN CORTO CIRCUITO
Qualora durante il corso del lavori si debbano
interrompere o unire dei conduttori e vi sia pericolo a
causa di differenze di potenziale presenti nell’impianto,
sul posto di lavoro si devono prendere idonee misure
quali collegamenti equipotenziali e/o messe a terra prima
di interrompere o unire i conduttori.
In tutti i casi ci si deve assicurare che le
apparecchiature od i dispositivi per la messa a
terra e in cortocircuito, i cavi ed i connettori per i
collegamenti equipotenziali usati per questo
scopo siano idonei ed adeguatamente
dimensionati per il valore della corrente di
guasto dell’impianto elettrico nel punto di
installazione.
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5 PRESCRIZIONI FONDAMENTALI
4. ESEGUIRE LA MESSA A TERRA ED IN CORTO CIRCUITO
Si devono prendere precauzioni per assicurare che le MESSE A TERRA
restino sicure durante il corso dei lavori.
Se durante le misure o le prove vengono rimossi i collegamenti di terra, si
devono prendere precauzioni aggiuntive o alternative particolari per evitare
pericoli.
Quando si usino sezionatori di terra comandati a distanza per la messa a
terra e in cortocircuito di un impianto elettrico, la posizione dei sezionatori di
terra deve essere segnalata in modo attendibile dal sistema di comando a
distanza.
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5 PRESCRIZIONI FONDAMENTALI
4. ESEGUIRE LA MESSA A TERRA ED IN CORTO CIRCUITO
IMPIANTI IN ALTA TENSIONE E MEDIA TENSIONE (> 1000 V)
L’esecuzione della MESSA A TERRA ED IN CORTOCIRCUITO
dell’impianto AT può essere effettuata con due modalità:
− applicando i dispositivi mobili;
− utilizzando, ove esistenti, le apparecchiature predisposte per effettuare la
messa a terra ed in cortocircuito della parte d’impianto
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5 PRESCRIZIONI FONDAMENTALI
4. ESEGUIRE LA MESSA A TERRA ED IN CORTO CIRCUITO
IMPIANTI IN ALTA TENSIONE E MEDIA TENSIONE (> 1000 V)
Un operatore che esegue la messa a
terra ed in cortocircuito di un impianto
con dispositivi mobili deve mantenere
una distanza, con tutte le parti attive in
tensione, maggiore o uguale
alla distanza che delimita la zona di
lavoro sotto tensione (DL).
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5 PRESCRIZIONI FONDAMENTALI
4. ESEGUIRE LA MESSA A TERRA ED IN CORTO CIRCUITO
IMPIANTI IN ALTA TENSIONE E MEDIA TENSIONE (> 1000 V)
La sequenza operativa per la messa a terra ed in cortocircuito deve rispettare il
seguente ordine:
− l’applicazione della morsa lato terra deve sempre precedere l’applicazione
della morsa lato parte attiva per ciascuna fase;
− l’applicazione del collegamento a terra delle fasi dell’impianto deve sempre
precedere l’eventuale applicazione del collegamento per il cortocircuito delle
fasi fra loro.
Se è presente un’interruzione della continuità dei conduttori sul posto di lavoro,
i COLLEGAMENTI DI MESSA A TERRA E CORTOCIRCUITO devono essere
effettuati su ciascun tronco interrotto
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5 PRESCRIZIONI FONDAMENTALI
4. ESEGUIRE LA MESSA A TERRA ED IN CORTO CIRCUITO
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5 PRESCRIZIONI FONDAMENTALI
4. ESEGUIRE LA MESSA A TERRA ED IN CORTO CIRCUITO
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5 PRESCRIZIONI FONDAMENTALI
4. ESEGUIRE LA MESSA A TERRA ED IN CORTO CIRCUITO
IMPIANTI IN ALTA TENSIONE E MEDIA TENSIONE (> 1000 V)
Per linee o connessioni in cavo o assimilabili, effettuata la messa a terra ed in
cortocircuito alle estremità sezionate, ed eseguita la tranciatura in sicurezza del cavo è
indispensabile che sul posto di lavoro, anche in modo provvisorio prima dell’accesso al
conduttore, sia ripristinata, mediante appositi dispositivi, la continuità elettrica tra i due
tronchi tranciati
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5 PRESCRIZIONI FONDAMENTALI
4. ESEGUIRE LA MESSA A TERRA ED IN CORTO CIRCUITO
ESEGUIRE QUESTA
OPERAZIONE ANCHE
CON I CAVI IN BASSA
TENSIONE
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5 PRESCRIZIONI FONDAMENTALI
4. ESEGUIRE LA MESSA A TERRA ED IN CORTO CIRCUITO
Quando si richiede un intervento sulle parti conduttrici di un cavo o di una
linea aerea in un punto dove non esiste l’impianto di terra si deve adottare
uno dei seguenti provvedimenti:
− realizzazione di una rete di terra locale provvisoria in grado di assicurare
l’equipotenzialità del posto di lavoro
− realizzazione di un ambiente isolato dal potenziale di terra che protegga la
zona d’intervento.
In ogni caso deve essere mantenuta la continuità tra gli eventuali spezzoni ed il
cortocircuito tra le fasi.
Gli schermi dei cavi sono MASSE ESTRANEE e devono essere sempre resi equipotenziali
sia tra gli eventuali spezzoni, sia con la zona d’intervento ove previsto.
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5 PRESCRIZIONI FONDAMENTALI
5. PROVVEDERE ALLA PROTEZIONE VERSO LE PARTI ATTIVE ADIACENTI
Se in prossimità di un posto
di lavoro vi sono parti di un
impianto elettrico che non
possono essere messe fuori
tensione, sono necessarie
specifiche precauzioni
aggiuntive che devono essere
attuate prima dell’inizio del
lavoro come prescritto per il
LAVORO IN PROSSIMITÀ DI
PARTI ATTIVE
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Isolamento mediante tappeti isolanti
Immagine tratta da “lavori elettrici”di B. Camparada
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LAVORI IN
VICINANZA
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LAVORI IN VICINANZA
I lavori che si
svolgono nello
spazio
compreso tra
DV e DA9
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LAVORI IN VICINANZA
I lavori che si svolgono nello spazio compreso tra DV e DA9, devono essere oggetto di
attenta valutazione da parte del DATORE LAVORO avvalendosi, eventualmente, di un
esperto
Se i lavori compresi tra DV e DA9 sono svolti:
1) soltanto da PES o PAV allora, tenuto conto della loro formazione, esse NON
adottano procedure di sicurezza SE NON QUELLE NECESSARIE PER EVITARE
DI INVADERE LA DISTANZA DV.
Inoltre, NON È NECESSARIA la compilazione di documenti quali i PIANI DI
LAVORO, DI INTERVENTO, ecc.
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LAVORI IN VICINANZA
Se i lavori compresi tra DV e DA9 sono svolti:
2) anche da PEC; allora, una PES deve svolgere azioni di SUPERVISIONE o
sorveglianza (quest’ultima può essere svolta anche da PAV) senza necessità di
elaborare PIANI DI LAVORO, PIANI DI INTERVENTO, ecc.
3) soltanto da PEC; e l’attività comporta mezzi o attrezzi il cui uso dà luogo al pericolo
dovuto soltanto all’altezza da terra nei confronti di una linea elettrica sovrastante, è
sufficiente fare in modo che l’altezza da terra di tali mezzi o attrezzi (compresa quella di
una persona e degli attrezzi o mezzi da lei maneggiati) non superi:
4,00 m se la linea è in BASSA O MEDIA TENSIONE (≤ 35 kV);
3,00 m per le linee in ALTA TENSIONE (>35 kV).
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LAVORI IN VICINANZA
Se il DATORE DI LAVORO ha necessità di superare le altezze da terra di cui sopra o
deve eseguire lavori in vicinanza in cui il PERICOLO NON È DOVUTO SOLTANTO
ALL’ALTEZZA da terra (più in generale per non invadere la DV), deve predisporre un
DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DELLE DISTANZE e DELLE
ALTRE CONDIZIONI DI SICUREZZA, rivolgendosi a persone competenti di sua fiducia
oppure a una PES o a un professionista esperto nell’applicazione della Norma
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LAVORI IN VICINANZA
Se il DATORE DI LAVORO ha
necessità di superare le altezze
da terra di cui sopra o deve
eseguire lavori in vicinanza in cui il
PERICOLO NON È DOVUTO
SOLTANTO ALL’ALTEZZA da
terra (più in generale per non
invadere la DV), deve predisporre
un DOCUMENTO DI
VALUTAZIONE DELLE
DISTANZE e DELLE ALTRE
CONDIZIONI DI SICUREZZA,
rivolgendosi a persone competenti
di sua fiducia oppure a una PES o
a un professionista esperto
nell’applicazione della Norma
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LAVORI IN VICINANZA
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LAVORI IN VICINANZA
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LAVORI IN VICINANZA
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LAVORI IN VICINANZA
Datore di lavoro ha necessità di
superare le altezze da terra di cui sopra o deve eseguire lavori in vicinanza in cui
il pericolo non è dovuto soltanto all’altezza da terra
È necessario predisporre un
DOCUMENTO DI VALUTAZIONE
DELLE DISTANZE e delle
ALTRE CONDIZIONI DI
SICUREZZA
Dm _ margine di sicurezza
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opportuno che tiene conto degli
sbandamenti laterali dei
conduttori dovuti all’azione del
vento, degli abbassamenti di
quota dovuti alle condizioni
termiche ed alle altre condizioni
giudicate influenti;
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LAVORI IN VICINANZA
In particolare, nei CANTIERI EDILI posti a distanza minore di DA9 da parti in tensione
non protette o non sufficientemente protette, occorre, in via preliminare, valutare,
mantenendo un sufficiente margine di sicurezza, se nelle condizioni più sfavorevoli
ragionevolmente prevedibili, sia possibile tenere in permanenza, alla distanza DV,
persone, mezzi, macchine operatrici, apparecchi di sollevamento, ponteggi ed ogni altra
attrezzatura.
Qualora ci sia pericolo di invadere la zona prossima delimitata da DV occorre:
mettere in atto mezzi quali ostacoli, blocchi, gioghi, ecc., tali da impedire
l’accesso alla zona prossima, oppure
far mettere fuori tensione e in sicurezza la linea elettrica mediante accordi con il
gestore la linea stessa.
IN OGNI CASO, NEL CANTIERE EDILE
SI DEVE CONSERVARE LA
DOCUMENTAZIONE PERTINENTE AI
PROVVEDIMENTI ATTUATI TRA QUELLI
SOPRA DESCRITTI.
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LAVORI IN VICINANZA
In particolare, nei CANTIERI EDILI posti a distanza minore di DA9
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Dal D.Lgs. 81/2008 – TESTO UNICO – ART.117
CAPO II – NORME PER LA PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI SUL LAVORO
NELLE COSTRUZIONI E NEI LAVORI IN QUOTA
Articolo 117 - Lavori in prossimità di parti attive
1. Quando occorre effettuare lavori in prossimità di linee elettriche o di
impianti elettrici con parti attive non protette o che per circostanze
particolari si debbano ritenere non sufficientemente protette, ferme
restando le norme di buona tecnica, si deve rispettare almeno una delle
seguenti precauzioni:
a) mettere fuori tensione ed in sicurezza le parti attive per tutta la durata
dei lavori;
b) posizionare ostacoli rigidi che impediscano l’avvicinamento alle parti
attive;
c) tenere in permanenza, persone, macchine operatrici, apparecchi di
sollevamento, ponteggi ed ogni altra attrezzatura a distanza di
sicurezza.
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Dal D.Lgs. 81/2008 – TESTO UNICO – ART.117
CAPO II – NORME PER LA PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI SUL LAVORO
NELLE COSTRUZIONI E NEI LAVORI IN QUOTA
Articolo 117 - Lavori in prossimità di parti attive
2. La distanza di sicurezza
deve essere tale che non
possano avvenire contatti
diretti o scariche pericolose
per le persone tenendo
conto del tipo di lavoro,
delle attrezzature usate e
delle tensioni presenti.
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LAVORI IN VICINANZA
Se l’attività di cantiere comporta l’utilizzo di mezzi o attrezzi il cui uso comporta pericoli dovuti
soltanto all’altezza da terra, nei confronti di una linea elettrica sovrastante, è sufficiente fare in
modo che l’altezza da terra di tali mezzi o attrezzi (compresa quella di una persona e degli
attrezzi o mezzi da lei maneggiati) non superi le distanze di 3 o 4 m,
in questo caso non è necessaria la predisposizione dei documenti sopra indicati
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LAVORI IN VICINANZA
DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DELLE DISTANZE
Scopo del documento di VALUTAZIONE DELLE DISTANZE per i lavori non
elettrici è di attestare che durante l’attività lavorativa non venga superato il limite esterno
della distanza DV
Il documento costituisce una sintesi della preventiva
valutazione del rischio effettuata per poter operare in sicurezza
alla distanza prevista i contenuti minimi sono:
 nominativo dell’impresa che esegue i lavori;
 tipo di lavoro da effettuare;
 impianto elettrico o linea interferente con i lavori, con le seguenti specificazioni;
 tensione nominale;
 denominazione dell’impianto, se conosciuto, oppure nome del proprietario dell’impianto
 individuazione della relativa zona interferente
Il documento deve essere predisposto da un esperto della materia (ovvero esperto
dell’applicazione della presente Norma) come ad esempio una PES o da un
professionista
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LAVORI IN VICINANZA
DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DELLE DISTANZE
PER I LAVORI RIPETITIVI PUÒ ESSERE
UTILIZZATO UN UNICO ATTESTATO VALIDO PER
TUTTE LE TIPOLOGIE DI LAVORI REPLICABILI
NELLO STESSO CONTESTO
Linee > 1 kV (7,000 + Del) m = 7,16 m
Linee a 20 kV (7,000 + Del) m = 7,220 m
Linee a 132 kV (9,000 + Del) m = 10,200 m
Linee a 150 kV (9,000 + Del) m = 10,300 m
Linee a 380 kV (9,000 + Del) m = 11,800 m
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Le altezze della Norma CEI 11-4 ed. 2011
aumentate in presenza di
autostrade, strade statali e provinciali, compresi i
tratti interni agli abitati,
rotaie di ferrovie, tranvie, funicolari terrestri
Loris Vivoli
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LAVORI IN VICINANZA
DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DELLE DISTANZE
esempio
Ditta/Società: Azienda Agricola “PIG FLOYD”
Ubicazione: Via della canapa n. 6 – Erba (CO)
Tipo di Lavoro da effettuare: Coltivazione erbe allucinogene.
Tipologia dell’impianto o linea elettrica che genera il rischio elettrico:
Linea aerea in Media Tensione a 15 kV con conduttori nudi esercita da Enel
Distribuzione che attraversa una parte dei terreni dell’Azienda Agricola “PIG FLOYD”.
Individuazione dell’area di lavoro:
Volume circoscritto dalla distanza di rispetto di 3,5 m dalla verticale dei conduttori più
esterni della linea elettrica.
L’Azienda Agricola ha necessità di utilizzare attrezzature e mezzi che eccedono i limiti di
4 m e che conseguentemente potrebbero invadere la zona prossima delimitata dalla
distanza DV.
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LAVORI IN VICINANZA
DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DELLE DISTANZE
esempio
Distanza specificata individuata:
Si è proceduto ad una serie di misurazione
dell’altezza dei conduttori della linea dal
terreno nei punti in cui la freccia della
campata appariva a vista maggiore. Il punto
più basso di un conduttore dal suolo è
risultato di 6,85 m
In queste condizioni:
DA9 = 3,5 m
Dv = 1,16 m
È necessario tenere conto che per effetto degli sbandamenti laterali dei conduttori dovuti all’azione del
vento e degli abbassamenti di quota dovuti alle condizioni termiche, il conduttore possa scendere di
ulteriori 0,50 m
nell’area di lavoro sopra individuata è VIETATO UTILIZZARE mezzi, attrezzature e
qualsiasi altro congegno che da solo o manovrato da una persona con la massima
estensione possibile, superi l’altezza di
13/06/2016
Loris Vivoli
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LAVORI IN VICINANZA
DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DELLE DISTANZE
esempio
6,85 – 1,16 – 0,5 = 5,19 m
Se si tratta di una scala o di una piattaforma su cui può salire una persona il punto su
cui appoggiano i piedi della persona stessa non può superare l’altezza di
6,85 – 1,16 – 0,5 – 2,25 = 2,94 m
ed è consentito utilizzare solo
attrezzi di dimensioni contenute (ad
esempio una cesoia o una pinza).
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Loris Vivoli
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LAVORI DI
MANUTENZIONE
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Loris Vivoli
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LAVORI FUORI
TENSIONE
LAVORI CON
RISCHIO
ELETTRICO
LAVORI DI
MANUTENZIONE
LAVORI SENZA
RISCHIO
ELETTRICO
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Loris Vivoli
LAVORI IN
PROSSIMITA’
LAVORI IN
TENSIONE
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Tutte le procedure di manutenzione che devono essere eseguite devono essere
APPROVATE dal Responsabile dell'impianto elettrico (URI o RI).
INDIVIDUAZIONE DELLA
PARTE SI IMPIANTO
INTERESSATA AI LAVORI
LAVORI DI
MANUTENZIONE
DESIGNAZIONE DEL
PREPOSTO ALL’ATTIVITÀ
DI MANUTENZIONE
(PREPOSTO AI LAVORI)
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Loris Vivoli
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LAVORI DI RIPARAZIONE
I LAVORI DI RIPARAZIONE possono articolarsi nelle seguenti operazioni:
individuazione del guasto;
riparazione del guasto e/o sostituzione di componenti;
rimessa in servizio di parti riparate dell'impianto.
Può essere necessario applicare procedure diverse per ogni fase del lavoro.
L’individuazione, la circoscrizione e l’eliminazione dei guasti deve essere
eseguita in accordo con le regole delle procedure di lavoro
Si devono eseguire idonee prove e messe a punto per assicurare che le parti
riparate dell’impianto siano adatte ad essere rimesse in tensione.
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Loris Vivoli
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SOSTITUZIONE DI FUSIBILI
Generalmente, la sostituzione di fusibili deve essere eseguita FUORI TENSIONE, a meno che non si adotti
una procedura sicura per la loro sostituzione SOTTO TENSIONE in BT
Per gli impianti a Bassa tensione, se il fusibile è montato in un dispositivo
che protegge la persona dai contatti diretti e dalla possibilità di
cortocircuiti, la sostituzione può essere eseguita senza verificare l’assenza
di tensione e anche da una PEC.
Per gli impianti in AT e MT, la sostituzione deve essere eseguita in
conformità alle procedure di lavoro fuori tensione appropriate da PES o
PAV
13/06/2016
Loris Vivoli
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SOSTITUZIONE DI LAMPADE ED ACCESSORI
In genere, la sostituzione di lampade, tubi fluorescenti o di accessori estraibili deve essere
eseguita FUORI TENSIONE..
Per gli impianti a Bassa tensione tali sostituzioni fuori tensione possono essere eseguite
da una PEC se l’apparecchiatura è conforme alle relative norme di prodotto e la PEC è
stata preventivamente istruita sul comportamento da tenere nell’esecuzione
dell’intervento.
In tutti gli altri casi, specialmente per gli impianti in AT e MT, la sostituzione deve essere
eseguita in conformità alle procedure di LAVORO ELETTRICO.
La sostituzione degli accessori non estraibili deve essere eseguita in accordo con le
procedure di lavoro stabilite per i LAVORI ELETTRICI
Si deve avere cura di assicurare che le parti di ricambio siano idonee all’impiego nelle
apparecchiature sottoposte a manutenzione.
13/06/2016
Loris Vivoli
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INTERRUZIONI TEMPORANEE
In caso di interruzioni temporanee del lavoro di manutenzione, il PL deve prendere tutte
le misure necessarie per impedire l’accesso alle parti attive e l’esercizio non autorizzato
dell’impianto elettrico.
Se necessario, si deve informare il RI di ogni interruzione.
TERMINE DEI LAVORI DI MANUTENZIONE
Al termine del lavoro di manutenzione, il Preposto alla manutenzione deve consegnare
l’impianto al RI. Lo stato dell’impianto elettrico sottoposto a manutenzione deve essere
notificato al RI.
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Loris Vivoli
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SU SISTEMI DI CATEGORIA 0 E I
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Loris Vivoli
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LAVORO SOTTO TENSIONE – CHI PUÒ FARLO
DIPENDENTI
Il personale che lavora sotto tensione deve essere PERSONA ESPERTA (PES) o PERSONA
AVVERTITA (PAV) ed aver ottenuto l’idoneità ai lavori sotto tensione su sistemi di Categoria 0 e
I.
Tale idoneità deve essere attestata e rilasciata PER ISCRITTO
dal DATORE DI LAVORO (DdL).
L’idoneità deve essere attestata e rilasciata a fronte, tra l’altro, di processi formativi, superati con esito
positivo, comprensivi anche di esercitazioni teoriche e pratiche rappresentative dei lavori da effettuare. I
processi formativi possono essere condotti o dalle Aziende, datrici di lavoro, o da altri Organismi esterni alle
stesse. In quest'ultimo caso, gli Organismi devono rilasciare un attestato di regolare frequenza ai corsi di
formazione comprensivo delle valutazioni finali.
Per il conseguimento dell'idoneità, la persona deve possedere le conoscenze teoriche per
i lavori sotto tensione di livello 2A e pratiche di livello 2B
13/06/2016
Loris Vivoli
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LAVORO SOTTO TENSIONE – CHI PUÒ FARLO
DIPENDENTI
Per la valutazione della persona, il DATORE DI LAVORO può assumere a
riferimento, una o più delle seguenti attività formative:
− le attività lavorative e formative pregresse, anche eseguite in affiancamento
− la documentazione attestante l'avvenuta frequenza con esito positivo di
specifici corsi di formazione, con indicati gli argomenti trattati, le esercitazioni
teoriche e pratiche effettuate e le valutazioni finali del corso espresse
dall'organizzazione esecutrice dei corsi
− la formazione svolta in ambito aziendale
DEVONO INOLTRE ESSERE TENUTI IN CONSIDERAZIONE:
− idoneità psicofisica;
− curriculum professionale;
− comportamenti seguiti nell'attività lavorativa svolta, con
riferimento alla sicurezza.
13/06/2016
Loris Vivoli
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LAVORO SOTTO TENSIONE – CHI PUÒ FARLO
DIPENDENTI E LAVORATORI AUTONOMI
Solo dopo tale valutazione completa, il DATORE DI LAVORO può riconoscere l'idoneità ai
LAVORI SOTTO TENSIONE su sistemi di CATEGORIA 0 E I.
La validità e l’estensione dell’idoneità al lavoro sotto tensione deve essere rivista ogniqualvolta è
necessario, in accordo con la situazione professionale della persona interessata.
È comunque buona norma riesaminare l’idoneità con cadenza annuale
L’IDONEITÀ PUÒ ESSERE REVOCATA !!
Il DATORE DI LAVORO è responsabile del mantenimento o della revoca delle
idoneità che egli stesso ha riconosciute
I lavoratori autonomi possono autocertificare l’idoneità, ma sarebbe opportuno
documentare il processo formativo svolto
13/06/2016
Loris Vivoli
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LAVORO SOTTO TENSIONE – GENERALITÀ
Durante le procedure di LAVORO SOTTO TENSIONE gli operatori entrano nella ZONA DI LAVORO
SOTTO TENSIONE con parti del loro corpo e/o con attrezzi, equipaggiamenti o dispositivi, sia
conduttori sia isolati e/o isolanti, da loro maneggiati o indossati.
LAVORO A DISTANZA
Metodo di lavoro
sotto tensione in cui
l’operatore entra in
contatto con la
parte attiva solo
con un’asta isolante
TRE sono le tipologie di
lavoro SOTTO TENSIONE
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Loris Vivoli
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LAVORO SOTTO TENSIONE – GENERALITÀ
LAVORO A CONTATTO
TRE sono le tipologie di
lavoro SOTTO TENSIONE
Metodo di lavoro sotto tensione in cui l’operatore, le cui
mani sono protette dal punto di vista elettrico con guanti
isolanti, esegue il proprio lavoro entrando in contatto
con parti attive nude anche usando attrezzi,
equipaggiamenti o dispositivi, isolati o isolanti
Anche se la norma CEI 11-27 non la quantifica, appare necessario che venga
mantenuta, tra le parti non protette dell’operatore compresi gli attrezzi e i
materiali maneggiati e le PARTI ATTIVE in tensione, contenute nella zona
d’intervento, una distanza minima di avvicinamento almeno pari alla DISTANZA DI
LAVORO SOTTO TENSIONE ≥ 20 cm
13/06/2016
Loris Vivoli
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LAVORO SOTTO TENSIONE – GENERALITÀ
LAVORO A POTENZIALE
Metodo di lavoro sotto tensione in cui
l’operatore è allo stesso potenziale
della parte attiva su cui opera,
mantenendosi isolato rispetto a parti a
potenziale diverso. Nei sistemi di
Categoria 0 e I questo metodo di
lavoro sotto tensione è utilizzato
solamente in alcune particolari attività
(ad esempio lavori su linee di contatto
delle tramvie).
Il LAVORO A POTENZIALE è
l’unico che può essere
eseguito a MANI NUDE
13/06/2016
Loris Vivoli
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LAVORO SOTTO TENSIONE – GENERALITÀ
LAVORO A POTENZIALE
13/06/2016
Loris Vivoli
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LAVORO SOTTO TENSIONE – GENERALITÀ
LAVORO A POTENZIALE
13/06/2016
Loris Vivoli
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LAVORO SOTTO TENSIONE – GENERALITÀ
Ai tre tipi di lavoro visto corrispondono tre modalità di lavoro:
Lavoro con aste isolanti – lavoro a distanza
Metodo di lavoro sotto tensione in cui l’operatore rimane ad una distanza
specificata dalle parti attive ed esegue il proprio lavoro per mezzo di aste
isolanti
Lavoro con guanti isolanti – lavoro a contatto
Metodo di lavoro sotto tensione in cui l’operatore, le cui mani sono protette dal
punto di vista elettrico con guanti isolanti e possibilmente con bracciali isolanti,
esegue il proprio lavoro a diretto contatto meccanico con le parti attive.
Per gli impianti a bassa tensione l’uso di guanti isolanti non esclude l’obbligo
d’uso di attrezzi manuali isolanti ed isolati e di un idoneo isolamento da terra.
Lavoro a mani nude – lavoro a potenziale
Metodo di lavoro sotto tensione in cui l’operatore esegue il proprio lavoro a
contatto elettrico con le parti attive dopo essere stato portato alla loro stessa
tensione ed appropriatamente isolato da quanto lo circonda
13/06/2016
Loris Vivoli
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LAVORO SOTTO TENSIONE – GENERALITÀ
NON COSTITUISCONO lavori sotto tensione le seguenti operazioni:
a) la manovra degli apparecchi di sezionamento, di interruzione e di
regolazione, costruiti secondo le rispettive norme di buona tecnica, e
dei dispositivi fissi di messa a terra ed in cortocircuito, nelle normali
condizioni di esercizio
b) la manovra mediante fioretti isolanti degli apparecchi sopraelencati,
nelle normali condizioni di esercizio;
c) l’uso di rivelatori e comparatori di tensione, costruiti secondo le
relative norme tecniche ed impiegati nelle condizioni specificate dal
costruttore o dalle stesse norme;
d) l’uso di rilevatori isolanti di distanze nelle condizioni previste di
impiego.
13/06/2016
Loris Vivoli
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LAVORO SOTTO TENSIONE – BASSISSIMA TENSIONE
Per gli impianti SELV con tensione non superiore a 25 V c.a. e a 60 V c.c., è
consentita l’esecuzione dei lavori sotto tensione senza precauzioni contro i
contatti diretti; si devono invece prendere le eventuali precauzioni contro gli
effetti dei cortocircuiti in relazione alla potenza della sorgente di alimentazione
Anche per impianti PELV con tensione non superiore a 25 V c.a. e a 60 V c.c. in luoghi
asciutti all’interno di edifici con EQP, o con tensione non superiore a 12 V c.a. e a 30 V
c.c. all’interno di edifici con EQP, sono consentite le stesse modalità previste per i
sistemi SELV
In tutti gli altri casi di impianti alimentati a bassissima
tensione si applicano le modalità e le prescrizioni previste
per gli impianti alimentati in bassa tensione (Categoria I).
13/06/2016
Loris Vivoli
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LAVORO SOTTO TENSIONE – BASSISSIMA TENSIONE
SELV
con V ≤ 25 Vca /60 Vcc
NO
PELV
con V ≤ 25 Vca /60 Vcc
Luoghi asciutti con EQP
SI
NO
PELV
con V ≤ 6 Vca /15 Vcc
Luoghi con EQP
NO
LAVORO SOTTO
TENSIONE CON
LE NORMALI
PRECAUZIONI
DELLA
CATEGORIA I
SI
SI
NESSUNA PRECAUZIONE, MA ATTENZIONE AI CORTO CIRCUITI E SOPRATTUTTO AD
EVENTUALI PARTI IN TENSIONE ADIACENTI
13/06/2016
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LAVORO SOTTO TENSIONE – SICUREZZA
Durante l’esecuzione dei lavori sotto tensione gli operatori sono soggetti ai
seguenti RISCHI elettrici:
− shock elettrico (folgorazione) dovuto al contatto con tensioni pericolose;
− effetti dannosi dovuti ALL’ARCO ELETTRICO provocato da cortocircuito o da
interruzione di circuiti con correnti circolanti elevate.
L’ARCO ELETTRICO può determinare il passaggio di
corrente attraverso il corpo umano con lo stesso
meccanismo dello shock elettrico, ma può anche
determinare danni alla vista, a causa della grande
quantità di radiazioni ultraviolette che si sprigiona,
inoltre può determinare il raggiungimento di
temperature elevatissime in grado di fondere anche
materiali molto resistenti, con conseguente pericolo di
innesco di incendio e produzione di gas tossici.
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LAVORO SOTTO TENSIONE – SICUREZZA
Le misure di sicurezza nei lavori elettrici sotto tensione sono
essenzialmente rappresentate da DUE aspetti fondamentali:
− DALL’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO,
che può esplicitarsi in un documento scritto e che deve considerare, tra gli
altri, i seguenti principali aspetti:
1. il rispetto delle normative e delle relative procedure di lavoro;
2.l’utilizzo dei DPI che proteggono contro gli effetti dannosi del cortocircuito ed
isolano l’operatore dalle parti in tensione. I principali DPI idonei allo scopo sono ad
esempio: i guanti, i bracciali ed i grembiuli isolanti, l’elmetto dielettrico, la visiera,
le calzature (tronchetti isolanti). I DPI devono rispondere alle relative norme di
prodotto;
3.l’utilizzo degli attrezzi isolanti e/o da un idoneo isolamento verso terra (tappeto
isolante o tronchetti isolanti). Gli attrezzi utilizzati devono essere conformi alla
Norma CEI EN 60900 (CEI 11-16)
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LAVORO SOTTO TENSIONE – SICUREZZA
− DALL’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO,
che può esplicitarsi in un documento scritto e che deve considerare, tra gli
altri, i seguenti principali aspetti:
4. l’interazione di altri rischi con il rischio elettrico;
5. una adeguata preparazione del lavoro da eseguire;
6. una adeguata informazione agli operatori relativa al tipo di lavoro da
eseguire ed alle misure di sicurezza predisposte
− DALLA FORMAZIONE E DALL’ESPERIENZA DEL PERSONALE.
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LAVORO SOTTO TENSIONE – SICUREZZA
LAVORI SOTTO TENSIONE
- SICUREZZA -
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PRINCIPALI COMPONENTI
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LAVORO SOTTO TENSIONE – SICUREZZA
INCARICO DI ESECUZIONE DEL LAVORO
Il lavoro sotto tensione può essere svolto direttamente dal proprietario o
esercente dell’impianto con proprio personale oppure può essere affidato a
imprese di installazione elettrica.
IN ENTRAMBI I CASI IL PERSONALE CHE ESEGUE IL LAVORO SOTTO
TENSIONE DEVE ESSERE RICONOSCIUTO IDONEO
Nella zona di lavoro sono ammessi unicamente il
PREPOSTO AI LAVORI e le persone da lui autorizzate.
Il personale deve ricevere, dal Preposto ai lavori,
specifiche informazioni, necessarie per eseguire il
lavoro in sicurezza. Per alcuni lavori tipici per cui il
personale è stato specificatamente addestrato, lo
svolgimento del lavoro si può attuare sulla base di
schede di lavoro predefinite.
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DIVIETO DI ACCESSO
ALLE PERSONE
NON AUTORIZZATE
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LAVORO SOTTO TENSIONE – SICUREZZA
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LAVORO SOTTO TENSIONE – SICUREZZA
LE PROCEDURE RELATIVE AI LAVORI SOTTO TENSIONE NON
POSSONO ESSERE ATTUATE IN PRESENZA DI
RISCHI DI INCENDIO E/O DI ESPLOSIONE
LUOGHI “MARCI” oppure zone classificate ATEX
L’innesco di una COMBUSTIONE o di una ESPLOSIONE può avvenire quando
ricorre la simultanea presenza di più condizioni chimico fisiche (pentagono di
esplosione):
AMBIENTE CONFINATO + COMBURENTE (aria) + (GAS, VAPORI O
NEBBIE ESPLOSIVE
in determinate concentrazioni oppure POLVERE
COMBUSTIBILE in determinate concentrazioni) +
FONTE EFFICACE DI INNESCO
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LAVORO SOTTO TENSIONE – SICUREZZA
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LAVORO SOTTO TENSIONE – SICUREZZA – Luoghi MARCI
COMBUSTIONE
Reazione chimica fortemente esotermica e relativamente veloce, nella quale uno dei due reagenti
(combustibile) reagendo con un agente ossidante (comburente) si ossida sviluppando energia
termica.
Affinché il processo dia luogo a ciò che comunemente chiamiamo «COMBUSTIONE» occorre che la
potenza termica rilasciata per unità di volume sia sufficientemente elevata
INCENDIO
COMBUSTIONE indesiderata di una
sostanza infiammabile, caratterizzata
da
decorso
e
conseguenze
difficilmente o per nulla controllabili
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LAVORO SOTTO TENSIONE – SICUREZZA – Luoghi MARCI
Oltre all’energia termica, spesso, ma non sempre, durante la combustione viene emessa luce
Spesso i prodotti secondari della combustione sono:
ANIDRIDE CARBONICA (CO2) _ Per combustione completata in abbondanza di
presenza di ossigeno;
OSSIDO DI CARBONIO (CO) _ Per effetto di una combustione incompleta;
VAPORE ACQUEO (H2O)
ANIDRIDE SOLFOROSA E SOLFORICA (SO2 e SO3)_ In presenza di combustibili
contenenti zolfo;
CENERI _ Costituite da prodotti vari mescolati in genere con materiali incombusti;
Una parte si disperde in aria sotto forma di aerosol visibili e configurati come
fumo
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LAVORO SOTTO TENSIONE – SICUREZZA – Luoghi MARCI
Il Comitato Europeo di Normalizzazione (CEN) ha adottato la seguente classificazione applicabile ogni
qualvolta sia possibile determinare la natura del combustibile
CLASSE A
Fuochi da materiali solidi, la cui combustione
avviene con la formazione di brace (carta, legno,
tessuti, pellame, gomma, ecc.
CLASSE B
Fuochi da materiali liquidi infiammabili o solidi
liquefattibili (alcool, benzine, olii, lubrificanti, cere,
grassi);
CLASSE C
Fuochi da gas infiammabili (metano, idrogeno,
GPL, acetilene);
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LAVORO SOTTO TENSIONE – SICUREZZA – Luoghi MARCI
Il Comitato Europeo di Normalizzazione (CEN) ha adottato la seguente classificazione applicabile ogni
qualvolta sia possibile determinare la natura del combustibile
CLASSE D
Fuochi da metalli spontaneamente combustibili alle
alte temperature (alluminio, zinco, magnesio, sodio,
potassio, ecc.);
Ex CLASSE E
Fuochi che coinvolgono apparecchiature
elettriche
sotto
tensione
(trasformatori,
alternatori motori, ecc.).
CLASSE F
Fuochi che interessano mezzi di cottura. (ad
esempio olio da cucina e grassi vegetali o
animali, in apparecchi di cottura: “introdotta
dalla norma UNI EN 2:2005)
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LUOGHI A MAGGIOR RISCHIO IN CASO DI INCENDIO (MARCI)
L’individuazione dei LUOGHI A MAGGIOR RISCHIO IN CASO D’INCENDIO spetta al DATORE DI
LAVORO nel più vasto ambito della VALUTAZIONE DEI RISCHI ai sensi del
D. Lgs. 81/2008.
In ogni caso per la norma CEI 64-8/7 la classificazione dei LUOGHI A MAGGIOR RISCHIO IN
CASO DI INCENDIO dipende:
• densità di affollamento del luogo (ad esempio cinema,
supermercato, ecc)
• massimo affollamento ipotizzabile, ad esempio sala convegni;
• capacità di deflusso o di sfollamento;
• entità del danno ad animali e/o cose;
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LUOGHI A MAGGIOR RISCHIO IN CASO DI INCENDIO (MARCI)
L’individuazione dei LUOGHI A MAGGIOR RISCHIO IN CASO D’INCENDIO spetta al DATORE DI
LAVORO nel più vasto ambito della VALUTAZIONE DEI RISCHI ai sensi del
D. Lgs. 81/2008.
• comportamento al fuoco delle strutture e dei materiali impiegati nei
componenti dell’edificio;
• presenza di materiali combustibili;
• tipo di utilizzazione dell’ambiente;
• situazione organizzativa per quanto riguarda la protezione
antincendio (adeguati mezzi di segnalazione ed estinzione incendi,
piano di emergenza e sfollamento, addestramento del personale,
distanza del più vicino distaccamento del Corpo Nazionale dei Vigili
del Fuoco, esistenza di Vigili del Fuoco aziendali ecc.).
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LUOGHI A MAGGIOR RISCHIO IN CASO DI INCENDIO (MARCI)
Per meglio definire le caratteristiche che deve avere l’impianto elettrico, i luoghi MARCI sono
divisi in tre categorie:
Ex CATEGORIA A
Ambienti a maggior rischio in caso d’incendio per l’elevata densità di
affollamento o per l’elevato tempo di sfollamento in caso di incendio o
per l’elevato danno ad animali e cose
Rientrano in questo caso ad esempio:
gli ospedali,
le carceri,
i locali sotterranei frequentati dal pubblico.
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LUOGHI A MAGGIOR RISCHIO IN CASO DI INCENDIO (MARCI)
Ex CATEGORIA B
Ambienti a maggior rischio in caso d’incendio in quanto aventi
strutture portanti combustibili
Rientrano in questi ambienti gli edifici costruiti interamente in legno senza particolari requisiti
antincendio, come ad esempio le baite.
Ex CATEGORIA C
Ambienti a maggior rischio in caso d'incendio per la presenza di
materiale infiammabile o combustibile in lavorazione, convogliamento,
Manipolazione o deposito di detti materiali
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LUOGHI A MAGGIOR RISCHIO IN CASO DI INCENDIO (MARCI)
Ambienti a maggior rischio in caso d'incendio per la presenza di
materiale infiammabile o combustibile in lavorazione, convogliamento,
Manipolazione o deposito di detti materiali
POSSONO ESSERE CONSIDERATI AMBIENTI A MAGGIOR RISCHIO IN CASO D’INCENDIO
per la presenza di materiale infiammabile o combustibile gli ambienti nei quali avviene la
lavorazione, il convogliamento, la manipolazione o il deposito di detti materiali, quando il
CARICO D’INCENDIO SPECIFICO DI PROGETTO è superiore a 450 MJ/m2
CARICO D’INCENDIO SPECIFICO DI PROGETTO
Carico d’incendio specifico corretto in base ai parametri indicatori del rischio di incendio del
compartimento e dei fattori relativi alle misure di protezione presenti. Esso costituisce la grandezza di
riferimento per le valutazioni della resistenza al fuoco delle costruzioni
Carico d’incendio — Potenziale termico netto della totalità dei materiali combustibili contenuti
in uno spazio corretto in base ai parametri indicativi della partecipazione alla combustione
dei singoli materiali. Il carico di incendio è espresso megajoule (MJ)
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LUOGHI A MAGGIOR RISCHIO IN CASO DI INCENDIO (MARCI)
In generale, gli ambienti dove si svolgono le attività elencate
nel D.P.R. 1 AGOSTO 2011 N° 151, entrato in vigore il 7
ottobre 2011.
Le attività soggette, rispetto a quanto fino ad oggi disposto con Decreto
16 febbraio 1982, vengono suddivise in tre categorie:
A (semplici),
B (mediamente complesse),
C (complesse).
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LUOGHI A MAGGIOR RISCHIO IN CASO DI INCENDIO (MARCI)
Per le attività semplici è sufficiente il deposito di un modello asseverato
(“segnalazione certificata di inizio attività”) da parte di un tecnico abilitato, con
visite dei VVF (anche) a campione che potrebbero determinare prescrizioni o
sospensione.
Per le attività mediamente complesse è necessario il deposito di un progetto,
che sarà esaminato entro 60 giorni, e verranno effettuati controlli (anche) a
campione.
Per le attività complesse, infine, il progetto sarà esaminato entro 60 giorni ma
in questo caso i controlli avverranno a tappeto.
In allegato al decreto viene riportato il nuovo elenco delle attività soggette ai
controlli di prevenzione incendi.
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LUOGHI A MAGGIOR RISCHIO IN CASO DI INCENDIO (MARCI)
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LUOGHI A MAGGIOR RISCHIO IN CASO DI INCENDIO (MARCI)
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LUOGHI A MAGGIOR RISCHIO IN CASO DI INCENDIO (MARCI)
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LUOGHI A MAGGIOR RISCHIO IN CASO DI INCENDIO (MARCI)
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LUOGHI A MAGGIOR RISCHIO IN CASO DI INCENDIO (MARCI)
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LUOGHI A MAGGIOR RISCHIO IN CASO DI INCENDIO (MARCI)
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LUOGHI A MAGGIOR RISCHIO IN CASO DI INCENDIO (MARCI)
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LUOGHI A MAGGIOR RISCHIO IN CASO DI INCENDIO (MARCI)
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LUOGHI A MAGGIOR RISCHIO IN CASO DI INCENDIO (MARCI)
D.M. 10-03-1998 definisce TRE LIVELLI DI RISCHIO D’INCENDIO:
ELEVATO, MEDIO, BASSO; in genere sono considerati a MAGGIOR
RISCHIO IN CASO D’INCENDIO gli ambienti con livello di rischio almeno
MEDIO,.
ART. 2: il datore di lavoro deve fare la valutazione del rischio
incendio (alto, medio o basso)
ART. 3: il datore di lavoro adotta le misure
finalizzate a:
a) ridurre la probabilità insorgenza di un incendio
b) realizzare le uscite di emergenza
c) realizzare sistemi di segnalazione incendio […]
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LUOGHI A MAGGIOR RISCHIO IN CASO DI INCENDIO (MARCI)
ATTIVITÀ A RISCHIO DI INCENDIO MEDIO
Rientrano in tale categoria di attività:
a) i luoghi di lavoro compresi nell'allegato al D.M. 16 febbraio 1982 e nelle
tabelle A e B annesse al DPR n. 689 del 1959 [sostituiti dal DPR 151/2011
n.d.t], con esclusione delle attività considerate a rischio elevato;
b) i cantieri temporanei e mobili ove si detengono ed impiegano sostanze
infiammabili e si fa uso di fiamme libere, esclusi quelli interamente
all'aperto.
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ATTIVITÀ A RISCHIO DI INCENDIO ELEVATO
Rientrano in tale categoria di attività:
a) industrie e depositi di cui agli articoli 4 e 6 del DPR n. 175/1988, e successive
modifiche
b) fabbriche e depositi di esplosivi;
c) centrali termoelettriche;
d) aziende estrattive di oli minerali e gas combustibili;
e) impianti e laboratori nucleari;
f) depositi al chiuso di materiali combustibili aventi superficie superiore a 20.000 m2;
g) attività commerciali ed espositive con superficie aperta al pubblico superiore a 10.000
m2 ;
h) scali aeroportuali, infrastrutture ferrovia-rie e metropolitane;
i) ALBERGHI CON OLTRE 200 POSTI LETTO;
j) OSPEDALI E CASE DI CURA;
k) CASE DI RICOVERO PER ANZIANI CON OLTRE 100 POSTI LETTO;
l) uffici con oltre 1000 dipendenti [ …];
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LAVORO SOTTO TENSIONE – SICUREZZA - esplosioni
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LAVORO SOTTO TENSIONE – SICUREZZA - esplosioni
ESPLOSIONE
Reazione rapida di ossidazione o decomposizione che produce un rapido aumento della
TEMPERATURA, della PRESSIONE o di entrambe simultaneamente, a seconda che l’evento avvenga
in uno spazio libero o confinato.
• COMBURENTE: ARIA miscelata con il combustibile in condizioni atmosferiche normali forma atmosfera
esplosiva (si escludono “i luoghi con atmosfera che, anche in anche in circostanze
solo accidentali, possono essere arricchite di ossigeno”).
• COMBUSTIBILE: presenza di una sostanza esplosiva o una miscela di gas, di vapore o polvere
infiammabile con l’atmosfera.
INNESCO
manifestarsi di una scintilla, o un arco, o una temperatura
superficiale troppo elevata, in una parte dell’impianto, che
determina una “causa di innesco”.
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LAVORO SOTTO TENSIONE – SICUREZZA - esplosioni - INNESCO
LA NORMA UNI EN 1127-1 IDENTIFICA LE SEGUENTI SORGENTI DI ACCENSIONE
• SUPERFICI CALDE
con temperatura eccessiva, superiore alla TEMPERATURA DI ACCENSIONE di uno dei
combustibili con cui vengono a contatto, rappresentate da superfici riscaldate
(radiatori, tubi radianti, ecc.), ma anche da parti di processo che possono trasformare
energia meccanica in calore. È il caso di
Cuscinetti
Supporti
Premistoppa
non adeguatamente progettati o lubrificati
freni,
parti mobili,.
È necessario considerare anche eccessi di temperatura per reazioni chimiche;
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LAVORO SOTTO TENSIONE – SICUREZZA - esplosioni - INNESCO
• FIAMME E GAS CALDI (INCLUSE LE PARTICELLE CALDE): fiamme contenenti polveri o
fuliggine, scintille di saldatura o taglio, ecc.)
• SCINTILLE DI ORIGINE MECCANICA: ATTRITO, URTO, ABRASIONE, ECC.
per cui possono prodursi particelle incandescenti o scintille. Gli urti e gli attriti
che interessano ruggine e metalli leggeri (alluminio, magnesio, ecc.) contro metalli
duri, possono produrre reazioni alluminotermiche, che sono fortemente
esotermiche;
• COMPONENTI ELETTRICI, APPARECCHI ELETTRICI, CHE POSSONO
PRODURRE ARCHI, SCINTILLE O TEMPERATURE ECCESSIVE:
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LAVORO SOTTO TENSIONE – SICUREZZA - esplosioni - INNESCO
• CORRENTI ELETTRICHE VAGANTI,
- per protezione catodica contro la corrosione, presso impianti di trazione,
- per correnti di ritorno di generatori elettrici nel terreno
- correnti di ritorno in guaine di cavi
- dovute a guasti a terra o a saldatura,
- correnti dovute ad induzione magnetica.
In TUTTI questi casi, se parti dei circuiti sono
sconnesse o lente, possono prodursi archi e
scintille;
RADIAZIONI IONIZZANTI: TUBI PER RAGGI X, SOSTANZE RADIOATTIVE, ECC.
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LAVORO SOTTO TENSIONE – SICUREZZA - esplosioni - INNESCO
• ELETTRICITÀ STATICA
per effetto di materiali non conduttori carichi, come le materie plastiche, soprattutto
in presenza di parti in rapido movimento, come pellicole, cinghie o nastri isolanti che
si muovono su rulli. Le cariche elettrostatiche hanno quasi sempre un contenuto
energetico sufficiente all’innesco, ove si consideri che a volte, per determinate
sostanze, bastano pochi millijoule. A tale scopo, la Guida CEI CLC/TR 50404 (31-55)
fornisce i modi con cui affrontare il problema della protezione contro l’elettricità
statica;
• FULMINE: scarica diretta su atmosfera esplosiva, temperatura elevata dei
parafulmini, scintille indotte, ecc.)
hanno un contenuto energetico notevolissimo. Non solo le fulminazioni dirette sono
pericolose, ma anche quelle indirette possono mettere in gioco scariche e
sovratensioni induttive dannose. Per la protezione contro i fulmini si può fare
riferimento alle Norme CEI EN del CT 81
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LAVORO SOTTO TENSIONE – SICUREZZA - esplosioni - INNESCO
• ONDE ELETTROMAGNETICHE A RADIOFREQUENZA (RF) DA 104 Hz A 3 X 1012 Hz:
ricetrasmettitori, generatori RF per riscaldamento, essiccazione, tempra, saldatura,
taglio, ecc.)
• ONDE ELETTROMAGNETICHE DA 3 X 1011 HZ A 3 X 1015 HZ: raggi solari che
attraversano lenti o riflessi da superfici, archi elettrici, laser, ecc.)
• ULTRASUONI: grande quantità di energia trasmessa dal trasduttore elettroacustico
assorbita da solidi o liquidi che si riscaldano, ecc.)
• COMPRESSIONE ADIABATICA E ONDE D’URTO: compressione di gas che produce
calore, onde d’urto a causa di fuoriuscita gas ad alta pressione, ecc.)
• REAZIONI ESOTERMICHE, INCLUSA L’AUTOACCENSIONE DELLE POLVERI:
sostanze piroforiche con l’aria, metalli alcalini con l’acqua, autoriscaldamento dei
mangimi indotto da processi biologici, decomposizione di composti organici,
autoaccensione delle polveri combustibili, ecc
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LAVORO SOTTO TENSIONE – SICUREZZA - esplosioni
OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO RIGUARDO LE ESPLOSIONI
D.L.gs. 81/2008 – 106/2009
►Ai fini della prevenzione e della protezione contro le esplosioni, sulla base della
valutazione dei rischi e dei principi generali di tutela di cui all’articolo 15, il DATORE DI
LAVORO adotta le misure tecniche e organizzative adeguate alla natura dell’attività;
in particolare il DATORE DI LAVORO previene la formazione di atmosfere esplosive.
►Se la natura dell’attività non consente di prevenire la formazione di atmosfere
esplosive, il DATORE DI LAVORO deve:
a) evitare l’accensione di atmosfere esplosive;
b) attenuare gli effetti pregiudizievoli di un’esplosione in modo da garantire la salute e la
sicurezza dei lavoratori
Se necessario queste due misure sono combinate e integrate con
altre contro la propagazione delle esplosioni e sono riesaminate
periodicamente e, in ogni caso, ogniqualvolta si verifichino
cambiamenti rilevanti
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D.L.gs. 81/2008 – 106/2009
LAVORO SOTTO TENSIONE – SICUREZZA - esplosioni
Nell’assolvere gli obblighi stabiliti dall’articolo 17, comma 1, il datore di lavoro valuta i
rischi specifici derivanti da atmosfere esplosive, tenendo conto almeno dei seguenti
elementi:
a) probabilità e durata della presenza di atmosfere esplosive;
b) probabilità che le fonti di accensione, comprese le scariche elettrostatiche, siano
presenti e divengano attive ed efficaci;
c) caratteristiche dell’impianto, sostanze utilizzate, processi e loro possibili interazioni;
d) entità degli effetti prevedibili
I RISCHI DI ESPLOSIONE sono valutati complessivamente.
Nella VALUTAZIONE DEI RISCHI di esplosione vanno presi in considerazione i
luoghi che sono o possono essere in collegamento, tramite aperture, con
quelli in cui possono formarsi atmosfere esplosive
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D.L.gs. 81/2008 – 106/2009
LAVORO SOTTO TENSIONE – SICUREZZA - esplosioni
Al fine di salvaguardare la sicurezza e la salute dei lavoratori, e secondo i
principi fondamentali della VALUTAZIONE DEI RISCHI,il DATORE DI LAVORO
prende i provvedimenti necessari affinché:
a) dove possono svilupparsi atmosfere esplosive in quantità tale da mettere in
pericolo la sicurezza e la salute dei LAVORATORI o di altri, gli ambienti di
lavoro siano strutturati in modo da permettere di svolgere il lavoro in
condizioni di sicurezza;
b) negli ambienti di lavoro in cui possono svilupparsi atmosfere esplosive in
quantità tale da mettere in pericolo la sicurezza e la salute dei lavoratori, sia
garantito un adeguato controllo durante la presenza dei lavoratori, in
funzione della valutazione del rischio, mediante l’utilizzo di mezzi tecnici
adeguati
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D.L.gs. 81/2008 – 106/2009
LAVORO SOTTO TENSIONE – SICUREZZA - esplosioni
1. Il DATORE DI LAVORO ripartisce in zone, a norma dell’allegato XLIX, le aree in cui
possono formarsi atmosfere esplosive.
2. Il DATORE DI LAVORO assicura che per le aree di cui al comma 1 siano applicate le
prescrizioni minime di cui all’allegato L.
3. Se necessario, le aree in cui possono formarsi atmosfere esplosive in quantità tali da
mettere in pericolo la sicurezza e la salute dei lavoratori sono segnalate nei punti di
accesso a norma dell’allegato LI e provviste di allarmi ottico/acustici che
segnalino l’avvio e la fermata dell’impianto, sia durante il normale ciclo sia
nell’eventualità di un’emergenza in atto.
Le aree a rischio di esplosione sono ripartite in
zone in base alla frequenza e alla durata della
presenza di atmosfere esplosive
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D.L.gs. 81/2008 – 106/2009
LAVORO SOTTO TENSIONE – SICUREZZA - esplosioni
ZONA 0
Area in cui è presente in permanenza o per lunghi periodi o frequentemente
un'atmosfera esplosiva consistente in una miscela di aria e di sostanze infiammabili
sotto forma di gas, vapore o nebbia.
ZONA 1
Area in cui la formazione di un'atmosfera esplosiva, consistente in una miscela di aria e
di sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapori o nebbia, è probabile che avvenga
occasionalmente durante le normali attività.
ZONA 2
Area in cui durante le normali attività non è probabile la formazione di un'atmosfera
esplosiva consistente in una miscela di aria e di sostanze infiammabili sotto forma di
gas, vapore o nebbia o, qualora si verifichi, sia unicamente di breve durata
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Loris Vivoli
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D.L.gs. 81/2008 – 106/2009
LAVORO SOTTO TENSIONE – SICUREZZA - esplosioni
13/06/2016
Loris Vivoli
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D.L.gs. 81/2008 – 106/2009
LAVORO SOTTO TENSIONE – SICUREZZA - esplosioni
ZONA 20
Area in cui è presente in permanenza o per lunghi periodi o frequentemente
un'atmosfera esplosiva sotto forma di nube di polvere combustibile nell'aria.
ZONA 21
Area in cui la formazione di un'atmosfera esplosiva sotto forma di nube di polvere
combustibile nell'aria, è probabile che avvenga occasionalmente durante le normali
attività
ZONA 22
Area in cui durante le normali attività NON È PROBABILE la formazione di un'atmosfera
esplosiva sotto forma di nube di polvere combustibile o, qualora si verifichi, sia
unicamente di breve durata.
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D.L.gs. 81/2008 – 106/2009
LAVORO SOTTO TENSIONE – SICUREZZA - esplosioni
CICLONE
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LAVORO SOTTO TENSIONE – SICUREZZA - esplosioni
Strati, depositi o cumuli di polvere combustibile sono considerati come qualsiasi altra
fonte che possa formare un'atmosfera esplosiva.
Per "normali attività" si intende la situazione in cui gli impianti sono utilizzati entro i
parametri progettuali.
Dove sono le zone?
Zona 0: interno di serbatoi, tubi e recipienti
Zona 1
-Luoghi nelle immediate vicinanze della zona 0
-Luoghi nelle immediate vicinanze delle aperture di alimentazione
-Luoghi nelle immediate vicinanze delle aperture di riempimento e svuotamento
- Luoghi nelle immediate vicinanze di apparecchi, sistemi di protezione e componenti fragili di vetro,
ceramica e materiali analoghi
-Luoghi nelle immediate vicinanze di premistoppa non sufficientemente a tenuta
Zona 2: tutti luoghi circostanti la zona 1 e la zona 2
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Loris Vivoli
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LAVORO SOTTO TENSIONE – SICUREZZA - esplosioni
Zona 20
-interno dei sistemi di contenimento delle polveri
-Tramogge, sili, cicloni, filtri, ecc.
-Sistemi di trasporto polveri, eccetto alcune parti dei trasportatori a nastro e a catena
-Interno dei miscelatori, mulini, essicatoi, apparecchiature per insacco, ecc.
Zona 21
- aree esterne ai contenimenti di polvere e nelle immediate vicinanze a porte di accesso soggette
ad apertura frequente per scopi di funzionamento, in presenza di miscele esplosive di polvere/aria
all’interno
- aree esterne ai contenimenti di polvere e nelle immediate vicinanze di punti di riempimento o
svuotamento, nastri trasportatori, punti di campionamento, scarico automezzi, punti di scarico dei
nastri, ove non vengano prese misure per evitare la formazione di miscele esplosive di polvere
aria
- aree esterne ai contenimenti di polvere dove si accumulano polveri e dove, a causa delle
operazioni di processo, lo strato di polvere può formare miscele esplosive
- Aree interne ai contenimenti di polvere dove possono formarsi nubi esplosive di polvere (anche se
per non lunghi periodi) o il lato sporco dei filtri
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LAVORO SOTTO TENSIONE – SICUREZZA - esplosioni
Zona 22
- Scarico in ambiente dello sfiato dei filtri, in quanto, in caso di malfunzionamento
possono verificarsi emissioni di miscele esplosive polvere/aria
-Luoghi vicini ad apparecchiature che devono essere aperte ad intervalli non frequenti, o
apparecchiature che, sulla base dell’esperienza, possono facilmente dare origine a
delle perdite, con espulsione violenta delle polveri a causa di una pressione superiore a
quella atmosferica
-Apparecchiature pneumatiche, collegamenti flessibili, suscettibili di danneggiamento,
ecc
-Magazzini di sacchi contenenti prodotti polverosi. Durante la movimentazione possono
verificarsi danni ai sacchi, tali da causare perdite di polvere
-Aree normalmente classificate come zone 21 possono rientrare nella zona 22 quando
vengono attuate misure per evitare la formazione di miscele esplosive polvere/aria. Tali
misure consistono in sistemi di ventilazione dell’aria
-Aree nelle quali si formano starti di polveri controllabili, suscettibili di diventare miscele
esplosive polvere/aria. L’area viene giudicata non pericolosa solo se lo strato viene
rimosso mediante pulizia prima che possano formarsi miscele pericolose di polveri/aria
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LAVORO SOTTO TENSIONE – in generale
LA SUPERVISIONE NON È OBBLIGATORIA
Nessuna disposizione legislativa impone una seconda persona nei lavori elettrici sotto
tensione, …….[SAREBBE COMUNQUE SEMPRE MEGLIO PREVEDERLA (N.D.T. PO) ]
Sul posto di lavoro può essere necessaria la presenza, oltre all’operatore, di una
seconda persona nei casi di maggior COMPLESSITÀ del lavoro.
Stabilire la COMPLESSITÀ del lavoro è compito del DATORE DI LAVORO, in base
all’ANALISI DEL RISCHIO relativa alla singola attività e alla formazione e all’esperienza
delle persone incaricate di eseguire quel determinato lavoro.
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Loris Vivoli
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LAVORO SOTTO TENSIONE – IN BASSA TENSIONE
In BASSA TENSIONE i lavori sono in genere a contatto
Nei lavori in BASSA TENSIONE a
contatto le parti in tensione e le relative
ZONE DI LAVORO sotto tensione, sulle
quali
l’operatore
deve
intervenire,
DEVONO ESSERE RISTRETTE AD UNA
ZONA FRONTALE chiamata:
ZONA DI LAVORO
Zona all’interno della quale devono essere compresi tutti
i lavori elettrici di tipo operativo.
All’interno della zona di lavoro devono essere garantite le
misure di prevenzione. Nessun estraneo deve entrarvi
senza permesso e nessun operatore deve compiere
attività lavorative
fuori da essa.
ZONA D’INTERVENTO
Zona, compresa all’interno della ZONA DI LAVORO, possibilmente posta frontalmente rispetto all’operatore,
nella quale devono essere contenute le parti attive sulle quali l’operatore interviene per eseguire un lavoro
sotto tensione a contatto. Essa individua lo spazio d’azione dell’operatore ed è uno spazio virtuale che
serve a verificare la possibilità di tenere sotto controllo le fonti di pericolo. La sua eventuale delimitazione
ricade sotto la responsabilità del PREPOSTO AI LAVORI
13/06/2016
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LAVORO SOTTO TENSIONE – IN BASSA TENSIONE
ZONA D’INTERVENTO
Deve essere di dimensioni contenute (nella
pratica si è consolidato accettabile un volume
non superiore a 50 x 50 x 30 cm), affinché
l’operatore possa avere sotto controllo tutte
le parti attive su cui interviene. Nel qual caso,
è accettato anche che le installazioni non
siano tutte perfettamente frontali alla visuale
dell’operatore.
La non tassatività della delimitazione si
riferisce alle situazioni presenti in molti quadri
di bassa tensione, dove le parti attive diverse
da quelle su cui si opera sono protette
13/06/2016
Loris Vivoli
150
LAVORO SOTTO TENSIONE – MODALITÀ OPERATIVE
……IN OGNI CASO …..
La scelta della modalità di esecuzione del lavoro è di competenza del
PREPOSTO AI LAVORI
Nella valutazione da fare prima di decidere di eseguire un lavoro SOTTO TENSIONE deve essere
considerata anche la corrente di cortocircuito presunta nel punto in cui si esegue il lavoro ed il
tipo dispositivo di protezione contro i cortocircuiti installato a monte (fusibili, interruttori
limitatori di corrente, ecc.).
Dove NON è prevista idonea protezione contro il
cortocircuito (come ad esempio nella conduttura che
collega i morsetti BT di un trasformatore MT/BT
all’interruttore generale) È VIETATO eseguire lavori
sotto tensione a meno di adottare accorgimenti che
escludano con certezza la possibilità di cortocircuiti
13/06/2016
Loris Vivoli
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LAVORO SOTTO TENSIONE – MODALITÀ OPERATIVE
La valutazione deve tener conto dello stato e del tipo di componenti su cui si deve
eseguire il LAVORO SOTTO TENSIONE nonché della presenza di eventuali ZONE
PROSSIME di PARTI ATTIVE non Direttamente interessate al LAVORO SOTTO
TENSIONE, che possono interferire con la zona di lavoro individuata.
Nel caso in cui la ZONA PROSSIMA di una PARTE ATTIVA, diversa da quella su cui
si deve eseguire il LAVORO SOTTO TENSIONE, interferisca con la zona di lavoro,
nei confronti della PARTE ATTIVA prossima vanno applicate le procedure DEI
LAVORI FUORI TENSIONE O DEI LAVORI IN PROSSIMITÀ.
13/06/2016
Loris Vivoli
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LAVORO SOTTO TENSIONE – ESECUZIONE
Nella ZONA DI LAVORO sono ammessi unicamente il
PREPOSTO AI LAVORI e le persone da lui autorizzate.
Il personale deve ricevere, dal PREPOSTO AI LAVORI, specifiche
informazioni, necessarie per eseguire il lavoro in sicurezza.
Per alcuni lavori tipici per cui il personale è stato specificatamente
addestrato, lo svolgimento del lavoro si può attuare sulla base di
schede di lavoro predefinite.
Si devono fornire istruzioni su come utilizzare correttamente e
mantenere in buono stato gli attrezzi, gli equipaggiamenti ed i
dispositivi e come verificarli prima di iniziare il lavoro.
13/06/2016
Loris Vivoli
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LAVORO SOTTO TENSIONE – CONDIZIONI AMBIENTALI
Le condizioni ambientali possono influenzare le prestazioni e le condizioni di sicurezza in base
alla riduzione delle proprietà isolanti, alla visibilità ridotta e ai movimenti degli operatori.
I LAVORI ALL’APERTO SONO VIETATI SE È PRESENTE IN ALMENO UNA DELLE SEGUENTI
CONDIZIONI:
forte pioggia o neve
in presenza di temporali con scariche atmosferiche
in presenza di forte vento o temperature molto basse, tali da
rendere difficoltoso l’utilizzo degli attrezzi e
dell’equipaggiamento
in presenza di scarsa visibilità, tale da impedire agli operatori di
distinguere chiaramente le
installazioni e i componenti su cui essi operano ed al
PREPOSTO AI LAVORI di svolgere il proprio
compito.
13/06/2016
Loris Vivoli
154
LAVORO SOTTO TENSIONE – CONDIZIONI AMBIENTALI
Per i lavori svolti all’interno non occorre tener conto delle condizioni atmosferiche se
l’installazione è alimentata da una rete totalmente in cavo sotterraneo o è
adeguatamente protetta contro le sovratensioni di origine atmosferica .
Tuttavia, sono vietati i lavori sotto tensione allorché si svolgano in:
− ambienti bagnati;
− in ambienti dove in conseguenza di scintille, si possano manifestare
condizioni di pericolo.
Se il lavoro sotto tensione è in corso allorché si manifestano le condizioni sopraddette, è
lasciata al PREPOSTO AI LAVORI la valutazione circa l’eventuale necessità di
sospendere il lavoro stesso.
In tale circostanza, il PREPOSTO AI LAVORI deve prendere tutte le
necessarie misure per lasciare l’impianto e gli equipaggiamenti in uno stato
sicuro, anche nel confronto di terzi.
Il personale deve abbandonare il posto di lavoro in modo sicuro.
13/06/2016
Loris Vivoli
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LAVORO SOTTO TENSIONE – IN GENERALE
L’operatore che lavora sotto tensione deve:
1. Essere una PERSONA IDONEA
2. Poter assumere una posizione stabile, che gli permetta di avere
entrambe le mani libere
3. Indossare un idoneo ed adeguato equipaggiamento individuale
4. Evitare di indossare oggetti metallici, o gioielli, che potrebbero
determinare cortocircuiti
5. Segnalare al PREPOSTO AI LAVORI eventuali imprevisti che
dovessero sopravvenire nel corso dei lavori
13/06/2016
Loris Vivoli
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LAVORO SOTTO TENSIONE – IN
BASSA TENSIONE – DA FARE
RIASSUMENDO: COSA OCCORE FARE
13/06/2016
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LAVORO SOTTO TENSIONE – IN BASSA TENSIONE – DA FARE
RIASSUMENDO: COSA OCCORE FARE
a)
Individuare ed eventualmente
delimitare la ZONA DI LAVORO; esporre
il cartello “DIVIETO DI ACCESSO ALLE
PERSONE NON AUTORIZZATE”
Non sono ammesse altri parti in tensione
la cui zona di lavoro sotto tensione entri
nella ZONA DI LAVORO.
Nei confronti di eventuali parti in tensione
la cui zona di prossimità interferisce con
la ZONA DI LAVORO, si applica la
procedura di LAVORO IN PROSSIMITÀ
Le parti attive su cui si interviene DEVONO essere contenute nella zona di intervento e devono
essere ubicate solo in posizione agevole rispetto all’operatore
13/06/2016
Loris Vivoli
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LAVORO SOTTO TENSIONE – IN BASSA TENSIONE – DA FARE
RIASSUMENDO: COSA OCCORE FARE
b) INDIVIDUARE LE PARTI A POTENZIALE
DIVERSO (fasi, neutro, masse) nella zona di
intervento siano separate da schermi isolanti
(setti, nastri o fasce isolanti, mastice isolante,
ecc.). L’assenza di tali schermi è ammessa solo
nei casi in cui le dimensioni della parte metallica
nuda degli elementi maneggiati (attrezzi,
conduttori, ecc.) siano inferiori alle distanze libere
minime esistenti tra parti a potenziale diverso;
13/06/2016
Loris Vivoli
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LAVORO SOTTO TENSIONE – IN BASSA TENSIONE – DA FARE
RIASSUMENDO: COSA OCCORE FARE
c) verificare lo stato dei componenti su cui si esegue il lavoro sotto tensione sia tale
da escludere il pericolo di rotture e di spostamenti delle parti metalliche in tensione ed il
pericolo di cortocircuiti
d) le parti mobili di parti attive NON DEVONO ESSERE
ABBANDONATE dall’addetto fino a che non vengano
isolate o fissate
13/06/2016
Loris Vivoli
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LAVORO SOTTO TENSIONE – IN
BASSA TENSIONE – DA FARE
LAVORI SU TA
13/06/2016
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TRASFORMATORE AMPEROMETRICO
In generale i lavori sotto tensione NON sono consentiti sui
secondari dei TA
13/06/2016
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LAVORO SOTTO TENSIONE – IN
BASSA TENSIONE – DA FARE
DA FARE
13/06/2016
Loris Vivoli
163
LAVORO SOTTO TENSIONE – IN BASSA TENSIONE – DA FARE
Prima di dare inizio all’esecuzione dei lavori sotto tensione in BT, il PREPOSTO AI LAVORI deve
avere
a) individuato e delimitato la ZONA DI LAVORO
b) verificato che i lavori siano eseguibili nel rispetto della normativa vigente
c) verificato che le attrezzature collettive da utilizzare, ad un controllo a vista, risultino
efficienti
d) verificato che le masse non protette contro i contatti indiretti, e con cui si possa
venire a contatto durante i lavori, non siano in tensione
e) verificato che chi esegue il lavoro impieghi i MEZZI DI PROTEZIONE INDIVIDUALI e le
attrezzature previsti;
13/06/2016
Loris Vivoli
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LAVORO SOTTO TENSIONE – IN BASSA TENSIONE – DA FARE
Prima di dare inizio all’esecuzione dei lavori sotto tensione in BT, il PREPOSTO AI LAVORI deve
avere
f) verificato che chi esegue il lavoro possa operare in modo agevole (posizione
ben salda, entrambe le mani libere, ecc.)
g) individuato le parti su cui intervenire ed aver verificato che non siano presenti
parti attive in tensione con cui esista pericolo di contatto accidentale al di
fuori della zona di intervento
h) comunicato agli addetti ai lavori le informazioni circa il lavoro da svolgere, le
modalità di esecuzione e le misure di sicurezza adottate
i) controllato a vista l’efficienza delle proprie attrezzature in dotazione personale
13/06/2016
Loris Vivoli
165
LAVORO SOTTO TENSIONE – IN BASSA TENSIONE – DA FARE
Zona di lavoro
Prima di iniziare il lavoro il
RESPONSABILE
DI
IMPIANTO
individuare la
zona di lavoro che deve
essere, in genere, delimitata
e devono essere apposti
cartelli
“DIVIETO
DI
ACCESSO ALLE PERSONE
NON AUTORIZZATE”
13/06/2016
Loris Vivoli
166
LAVORO SOTTO TENSIONE – IN BASSA TENSIONE – DA FARE
Prima di dare inizio ai lavori, e durante la loro esecuzione, l’ADDETTO AI LAVORI deve:
a) controllare a vista l’efficienza delle attrezzature e dei DPI in propria
dotazione
b) attenersi alle prescrizioni generali relative alla modalità di esecuzione
dei lavori elettrici
c) attenersi alle prescrizioni specifiche impartite dal Preposto ai lavori;
d) segnalare al Preposto ai lavori eventuali imprevisti che dovessero
sopravvenire nel corso dei lavori
e) segnalare al Preposto eventuali obiezioni relative alle misure di
sicurezza adottate per l’esecuzione dei lavori (CEI EN 50110).
13/06/2016
Loris Vivoli
167
LAVORO SOTTO TENSIONE – IN BASSA TENSIONE – DA FARE
Prima di dare inizio ai lavori, e durante la loro esecuzione, l’ADDETTO AI LAVORI deve:
1. indossare guanti isolanti, elmetto dielettrico con visiera di protezione
2. indossare un idoneo vestiario che non lasci scoperte parti del tronco o degli
arti
3. realizzare la
doppia protezione
isolante verso le parti
attive in tensione
13/06/2016
Guanti isolanti + attrezzi
isolanti
Guanti isolanti
+ tappetino, oppure
+ tronchetti isolanti
Loris Vivoli
168
LAVORO SOTTO TENSIONE – IN BASSA TENSIONE – DA FARE
13/06/2016
Loris Vivoli
169
LAVORO SOTTO TENSIONE – IN BASSA TENSIONE – DA FARE
13/06/2016
Loris Vivoli
170
LAVORO SOTTO TENSIONE – REGOLE PRATICHE
- Nel caso di lavori su componenti elettrici (contattori,
interruttori, ecc.) dotati di un ingresso (provenienza
dall’alimentazione) e di un uscita (verso il carico), al
fine di minimizzare il rischio disinserire prima i
conduttori in ingresso e poi quelli all’uscita
- Nel caso di lavori su interruttori od altri componenti
simili nei quali non sia nota o sia incerta la posizione
dei
morsetti
di
entrata
(provenienza
dell’alimentazione) o di uscita (verso il carico),
individuare prima i morsetti di uscita eseguendo una
misura col voltmetro dopo avere aperto l’interruttore
13/06/2016
Loris Vivoli
171
LAVORO SOTTO TENSIONE – REGOLE PRATICHE
- Nel caso di lavori su componenti monofase (interruttore automatico bipolare,
contattore monofase, ecc.), la disinserzione dei conduttori di tensione deve avvenire
PRIMA OPERANDO SUL CONDUTTORE DI FASE E POI SUL CONDUTTORE DI
NEUTRO;
analogamente, nel caso di lavori su componenti trifase (interruttore automatico
quadripolare, contattore trifase, ecc.), la disinserzione dei conduttori in tensione deve
avvenire PRIMA OPERANDO SUI TRA CONDUTTORI DI FASE e poi sul conduttore
di neutro.
- Nell’operazione di inserzione o reinserzione dei conduttori, INIZIARE SEMPRE DA
CONDUTTORE DI NEUTRO
13/06/2016
Loris Vivoli
172
LAVORO SOTTO TENSIONE – REGOLE PRATICHE
- Nelle operazioni di disinserzione e successiva reinserzione dei conduttori (ad esempio
su una morsettiera), se i conduttori NON sono numerati o comunque riconoscibili,
prima di eseguire la disinserzione contrassegnare gli stessi (ad esempio con giri di
nastro isolante o con sistemi equivalenti o annotando su di un foglio la loro posizione)
per evitare, all’atto della successiva reinserzione di invertire la fase con il neutro o il
senso ciclico delle fasi
13/06/2016
Loris Vivoli
173
LAVORO SOTTO TENSIONE – REGOLE PRATICHE
Utilizzo di chiave isolante
Utilizzo degli opportuni DPI
13/06/2016
Loris Vivoli
174
LAVORO SOTTO TENSIONE – REGOLE PRATICHE
Utilizzo di un protettore in questo
caso un lenzuolo isolante
Lenzuolo
isolante
13/06/2016
Loris Vivoli
175
LAVORO SOTTO TENSIONE – IN BASSA TENSIONE – DA FARE
Non è consentito tagliare conduttori sottoposti a sollecitazione meccanica, se prima non
si elimina , con opportuni mezzi, tale sollecitazione (effetto molla)
E’ consentito tagliare o sconnettere sotto carico, con le opportune precauzioni,
conduttori di sezione non superiore a 6 mm2, facenti parte di circuiti protetti
contro le sovracorrenti. Anche in questi casi non è tuttavia consentito tagliare o
sconnettere conduttori con corrente impressa (ad esempio secondari di TA) o
inseriti in circuiti fortemente induttivi soprattutto in corrente continua
13/06/2016
Loris Vivoli
176
LAVORO SOTTO TENSIONE – LE COMPETENZE
Il RESPONSABILE DELL’IMPIANTO deve mettere e mantenere l’impianto o la
parte di esso sulla quale si deve eseguire il lavoro, in uno stato definito
corrispondente a quanto riportato sul PIANO DI LAVORO, quando previsto. Tale
stato può comprendere modifiche delle tarature delle protezioni elettriche e/o un
diverso assetto dell’impianto elettrico.
13/06/2016
Loris Vivoli
177
LAVORO SOTTO TENSIONE – LE COMPETENZE
13/06/2016
Loris Vivoli
178
LAVORO SOTTO TENSIONE – Preposto ai lavori
Prima di dare inizio all’esecuzione dei lavori, il PREPOSTO AI LAVORI deve:
a)aver concordato con il RESPONSABILE DELL’IMPIANTO le modalità di
esecuzione del lavoro;
b) aver verificato che i lavori siano eseguibili nel rispetto della presente Norma e delle
prescrizioni aziendali;
c) aver verificato che altre parti attive non interferiscano con la zona di lavoro
individuata (zona prossima). In caso contrario nei confronti di queste ultime dovrà
adottare le metodologie dei lavori fuori tensione o dei lavori in prossimità;
d) aver verificato che eventuali masse non
protette contro i contatti indiretti, e con cui
si possa venire a contatto durante i lavori,
non siano in tensione o aver adottato le
necessarie misure di prevenzione
13/06/2016
Loris Vivoli
179
LAVORO SOTTO TENSIONE – Preposto ai lavori
e) aver verificato che le attrezzature collettive da utilizzare, ad un esame a vista,
risultino efficienti;
f) aver verificato che chi deve eseguire il lavoro, impieghi i mezzi di protezione e le
attrezzature previste;
g) aver verificato che chi deve eseguire il lavoro possa operare in modo agevole
(posizione ben salda, entrambe le mani libere, ecc.);
h) aver comunicato agli ADDETTI AI LAVORI specifiche informazioni
circa:
il lavoro da svolgere,
il ruolo individuale,
le modalità di esecuzione
le misure da adottare, necessarie per eseguire il lavoro in
sicurezza;
13/06/2016
Loris Vivoli
180
LAVORO SOTTO TENSIONE – Preposto ai lavori
Il PREPOSTO AI LAVORI deve
ricevere
dal RESPONSABILE
DELL'IMPIANTO la comunicazione
che si possono iniziare i
lavori (consegna dell’impianto).
L’apposizione di cartelli monitori è responsabilità dell’RI !!!!
13/06/2016
Loris Vivoli
181
LAVORO SOTTO TENSIONE – Preposto ai lavori
L’autorizzazione all’inizio dei lavori deve essere
data agli operatori solo dal PREPOSTO AI LAVORI
Il grado di attenzione nel coordinare le operazioni deve essere corrispondente alla
complessità del lavoro.
Il PREPOSTO AI LAVORI deve considerare e tener conto delle condizioni ambientali
presenti sul posto di lavoro.
Se il lavoro deve essere sospeso, il PREPOSTO AI LAVORI deve prendere idonee
misure di sicurezza in modo da non determinare situazioni ambientali o impiantistiche
che possano costituire pericolo e ciò deve essere notificato al RESPONSABILE
DELL’IMPIANTO.
Al termine dei lavori, il Preposto ai lavori deve informare, con le modalità previste, il
RESPONSABILE DELL’IMPIANTO (restituzione dell’impianto).
13/06/2016
Loris Vivoli
182
LAVORO SOTTO TENSIONE – addetti
Prima di iniziare i lavori, e durante la loro esecuzione, l’addetto ai lavori deve:
− controllare a vista l’efficienza delle attrezzature e dei Dispositivi di Protezione
Individuale;
− attenersi alle prescrizioni impartite dal Preposto ai lavori, in particolare deve indossare
i DPI previsti ed utilizzare attrezzi isolanti o isolanti fatta eccezione per i lavori a
potenziale;
− attenersi alle prescrizioni normative relative alla metodologia di lavoro sotto tensione
che si sta eseguendo;
− segnalare al Preposto ai lavori eventuali imprevisti che dovessero sopravvenire nel
corso dei lavori.
13/06/2016
Loris Vivoli
183
LAVORO SOTTO TENSIONE – ESEMPIO
PROCEDURA PER LAVORI ELETTRICI SOTTO TENSIONE A CONTATTO IN BASSA TENSIONE
N°
SEQUENZA DELLE ATTIVITÀ
A CURA
DI
1
Esame e programmazione del lavoro da eseguire
RI + PL
2
Pianificazione e programmazione del lavoro e delle manovre
necessarie alla sua esecuzione
RI + PL
3
Redazione del PIANO DI LAVORO
Solo se il lavoro è complesso
RI
4
Redazione del PIANO DI INTERVENTO
PL
5
MESSA IN ATTO DEGLI INTERVENTI NECESSARI PER MANTENERE
L’IMPIANTO NELL’ ASSETTO PREVISTO:
-Manovre: sezionamenti
-Modifiche di taratura delle protezioni: ad esempio differenziali
-Inibizione dei dispositivi di richiusura
Gli interventi devono essere indicati nel PIANO DI LAVORO
RI
13/06/2016
Loris Vivoli
184
LAVORO SOTTO TENSIONE – ESEMPIO
PROCEDURA PER LAVORI ELETTRICI SOTTO TENSIONE A CONTATTO IN BASSA TENSIONE
N°
SEQUENZA DELLE ATTIVITÀ
A CURA
DI
6
Delimitazione dell’area entro la quale può svolgersi il lavoro
RI
7
Consegna dell’impianto al PREPOSTO AI LAVORI.
La consegna deve avvenire per iscritto.
La consegna non è necessaria se RI e PL coincidono
RI
8
Presa in carico dell’impianto
PL
9
Identificazione della ZONA DI LAVORO, ossia identificazione, oltre
che del contatore oggetto del lavoro e degli eventuali impianti
prossimi alla ZONA DI LAVORO, dello spazio necessario allo
svolgimento dell’attività.
Adozione delle misure necessarie per impedire l’ingresso da parte
di estranei.
(PL + PEI)
13/06/2016
Loris Vivoli
185
LAVORO SOTTO TENSIONE – ESEMPIO
PROCEDURA PER LAVORI ELETTRICI SOTTO TENSIONE A CONTATTO IN BASSA TENSIONE
N°
SEQUENZA DELLE ATTIVITÀ
A CURA
DI
10
Identificazione della ZONA DI INTERVENTO, ossia della zona, posta
frontalmente all’operatore, in cui sono contenute le parti attive.
L’identificazione della ZONA D’INTERVENTO è necessaria se le
PARTI ATTIVE sono numerose.
Non è necessaria per interventi su componenti singoli a se stanti e
ben individuati (ad esempio: un contatore, un interruttore
automatico oppure un apparecchio illuminante
PL
13/06/2016
Loris Vivoli
186
LAVORO SOTTO TENSIONE – ESEMPIO
PROCEDURA PER LAVORI ELETTRICI SOTTO TENSIONE A CONTATTO IN BASSA TENSIONE DI
SOSTITUZIONE DI UN CONTATORE MONOFASE
N°
SEQUENZA DELLE ATTIVITÀ
A CURA DI
11
Valutazione delle condizioni ambientali
È compito del PREPOSTO AI LAVORI, che potrebbe coincidere
con il decidere se interrompere il lavoro in caso di avverse
condizioni ambientali.
È vietato il LAVORO SOTTO TENSIONE nelle seguenti codizioni:
-Con pioggia, neve o grandine
-In ambienti bagnati
-In ambienti con presenza di scintille
-In presenza di forte vento di temperatura molto bassa =>
ghiaccio => difficoltà di equilibrio, più in generale difficoltà ad
utilizzare i DPI
-Con scarsa visibilità
-In presenza di scariche atmosferiche ( ameno che il lavoro si
svolga all’interno)
PL
13/06/2016
Loris Vivoli
187
LAVORO SOTTO TENSIONE – ESEMPIO
PROCEDURA PER LAVORI ELETTRICI SOTTO TENSIONE A CONTATTO IN BASSA TENSIONE
N°
SEQUENZA DELLE ATTIVITÀ
A CURA
DI
12
Valutazione della COMPLESSITÀ DEL LAVORO
13
PL
VERIFICHE ED INDICAZIONI VARIE:
-Verificare che NON SIANO IN TENSIONE le masse non protette
contro i contatti indiretti e con cui si può entrare in contatto
durante il lavoro
-Verificare che le attrezzature ed i MEZZI DI PROTEZIONE COLLETTIVA
siano efficienti
-Verificare che gli operatori utilizzino le attrezzature ed i mezzi di
protezione previsti
-Verificare che si possa lavorare in modo agevole e relativamente
comodo
-Individuare le parti su cui intervenire e verificare l’assenza di parti in
tensione presentanti pericolo di contatto al di fuori della ZONA DI
LAVORO SOTTO TENSIONE
13/06/2016
Loris Vivoli
PL
188
LAVORO SOTTO TENSIONE – ESEMPIO
PROCEDURA PER LAVORI ELETTRICI SOTTO TENSIONE A CONTATTO IN BASSA TENSIONE
N°
SEQUENZA DELLE ATTIVITÀ
A CURA
DI
14
Protezione contro le PARTI ATTIVE in tensione adiacenti alla ZONA DI
LAVORO:
-la protezione è necessaria nei confronti di conduttori nudi di linee
ed impianti
-Di norma la protezione consiste nell’assicurare una distanza da tali
conduttori uguale o maggiore di 5 m, se ciò non è possibile occorre
inserire schermi, ripari, BARRIERE, ecc.
-Si possono sempre usare le procedure dei LAVORI IN PROSSIMITÀ
PL
15
Informazione degli addetti ai lavori
PL
16
Autorizzazione all’inizio dei lavori
PL
13/06/2016
Loris Vivoli
189
LAVORO SOTTO TENSIONE – ESEMPIO
PROCEDURA PER LAVORI ELETTRICI SOTTO TENSIONE A CONTATTO IN BASSA TENSIONE DI
SOSTITUZIONE DI UN CONTATORE MONOFASE
N°
SEQUENZA DELLE ATTIVITÀ
A CURA
DI
17
Controllo dell’efficienza dei DPI e delle attrezzature individuali
PEI
18
Obbligo di attenersi alle indicazioni delle NORME
PEI
19
Indossare elmetto, visiera e guanti isolanti e vestiario che non lasci
scoperte parti del corpo
PEI
20
Messa fuori tensione dell’impianto che è possibile disalimnetare
PEI
21
Accesso alla zona di intervento
PEI
22
Verificare che:
-Le parti attive su cui si interviene siano contenute nella ZONA DI
INTERVENTO ed ubicate in posizione agevole
-Le eventuali parti a potenziale diverso devono essere isolate
-Lo stato dei componenti sia tale da escludere rotture o corto circuiti
PEI
13/06/2016
Loris Vivoli
190
LAVORO SOTTO TENSIONE – ESEMPIO
PROCEDURA PER LAVORI ELETTRICI SOTTO TENSIONE A CONTATTO IN BASSA TENSIONE DI
SOSTITUZIONE DI UN CONTATORE MONOFASE
N°
SEQUENZA DELLE ATTIVITÀ
A CURA
DI
23
REALIZZAZIONE DEL DOPPIO MEZZO DI PROTEZIONE (almeno):
Guanti + attrezzi isolati
Guanti + calzature isolanti
PEI
24
Mantenimento della DITANZA LIMITE (15 cm….almeno) fra le parti
in tensione e le parti del corpo non coperte da isolante
PEI
25
Esecuzione del lavoro
SEGUENDO LE PROCEDURE AZIENDALI
PEI
26
Annotazione di ogni imprevisto od inconveniente che NON hanno
impedito l’esecuzione del lavoro
PEI + PL
27
Rimessa in tensione delle parti disalimentate dell’impianto
PEI
13/06/2016
Loris Vivoli
191
LAVORO SOTTO TENSIONE – ESEMPIO
PROCEDURA PER LAVORI ELETTRICI SOTTO TENSIONE A CONTATTO IN BASSA TENSIONE DI
SOSTITUZIONE DI UN CONTATORE MONOFASE
N°
SEQUENZA DELLE ATTIVITÀ
28
Allontanamento di tutti i lavoratori dalla zona di lavoro e rimozione (PEI + PL)
di tutti i materiali e le attrezzature usate
29
Verifica del regolare funzionamento delle parti di impianto in cui si
è operato e delle parti dell’impianto rimesse in tensione
PL
30
Riconsegna della linea
Deve avvenire per iscritto a meno che RI e PL non coincidano
PL
31
Ripresa in carico dell’impianto
RI
32
Ripristino dell’assetto originario dell’impianto, ad esempio i
differenziali
RI
33
Verifica finale del regolare funzionamento dell’impianto
RI
13/06/2016
A CURA
DI
Loris Vivoli
192
LAVORO SOTTO TENSIONE – ESEMPIO
PROCEDURA PER LAVORI ELETTRICI SOTTO TENSIONE A CONTATTO IN BASSA TENSIONE DI
SOSTITUZIONE DI UN CONTATORE MONOFASE
N°
SEQUENZA DELLE ATTIVITÀ
A CURA
DI
1
Esame e programmazione del lavoro da eseguire
RI+PL
2
Consegna dell’impianto al PREPOSTO AI LAVORI. Se è necessario
sostituire più contatori, la consegna deve essere effettuata una
volta per tutte; È AMMESSA LA CONSEGNA VERBALE
RI
3
Presa in carico dell’impianto
(PL + PEI)
4
Identificazione della ZONA DI LAVORO, ossia identificazione, oltre
che del contatore oggetto del lavoro e degli eventuali impianti
prossimi alla ZONA DI LAVORO, dello spazio necessario allo
svolgimento dell’attività.
Adozione delle misure necessarie per impedire l’ingresso da parte
di estranei.
NON è necessaria l’identificazione della ZONA DI INTERVENTO
(PL + PEI)
13/06/2016
Loris Vivoli
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LAVORO SOTTO TENSIONE – ESEMPIO
PROCEDURA PER LAVORI ELETTRICI SOTTO TENSIONE A CONTATTO IN BASSA TENSIONE DI
SOSTITUZIONE DI UN CONTATORE MONOFASE
N°
SEQUENZA DELLE ATTIVITÀ
A CURA DI
5
Valutazione delle condizioni ambientali
È compito del PREPOSTO AI LAVORI, che potrebbe coincidere
con il decidere se interrompere il lavoro in caso di avverse
condizioni ambientali.
È vietato il LAVORO SOTTO TENSIONE nelle seguenti codizioni:
-Con pioggia, neve o grandine
-In ambienti bagnati
-In ambienti con presenza di scintille
-In presenza di forte vento di temperatura molto bassa =>
ghiaccio => difficoltà di equilibrio, più in generale difficoltà ad
utilizzare i DPI
-Con scarsa visibilità
-In presenza di scariche atmosferiche ( ameno che il lavoro si
svolga all’interno)
(PL+PEI)
13/06/2016
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LAVORO SOTTO TENSIONE – ESEMPIO
PROCEDURA PER LAVORI ELETTRICI SOTTO TENSIONE A CONTATTO IN BASSA TENSIONE DI
SOSTITUZIONE DI UN CONTATORE MONOFASE
N°
SEQUENZA DELLE ATTIVITÀ
A CURA
DI
6
VERIFICHE ED INDICAZIONI VARIE:
-Verificare che NON SIANO IN TENSIONE le masse non protette
contro i contatti indiretti e con cui si può entrare in contatto
durante il lavoro
-Verificare che si possa lavorare in modo agevole e relativamente
comodo
-Individuare l’oggetto del lavoro e verificare l’assenza di parti in
tensione presentanti pericolo di contatto al di fuori della ZONA DI
LAVORO SOTTO TENSIONE
(PL + PEI)
7
Protezione contro le parti attive in tensione adiacenti:
Se sono presenti mettere in opera: schermi, ripari, barriere, ecc
(PEI + PL)
8
Controllare a vista l’efficienza dei DPI
(PEI + PL)
13/06/2016
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LAVORO SOTTO TENSIONE – ESEMPIO
PROCEDURA PER LAVORI ELETTRICI SOTTO TENSIONE A CONTATTO IN BASSA TENSIONE DI
SOSTITUZIONE DI UN CONTATORE MONOFASE
N°
SEQUENZA DELLE ATTIVITÀ
A CURA
DI
9
Obbligo di attenersi alle indicazioni delle NORME
(PEI + PL)
10
Indossare elmetto, visiera e guanti isolanti e vestiario che non lasci
scoperte parti del corpo
(PEI + PL)
11
Messa fuori tensione dell’impianto sotteso al contatore
(PEI + PL)
12
Accesso alla zona di intervento
(PEI + PL)
13
Verificare che:
-Le parti attive su cui si interviene siano contenute nella ZONA DI
INTERVENTO ed ubicate in posizione agevole
-Le eventuali parti a potenziale diverso devono essere isolate
-Lo stato del contatore sia tale da escludere rotture o corto circuiti
(PEI + PL)
13/06/2016
Loris Vivoli
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LAVORO SOTTO TENSIONE – ESEMPIO
PROCEDURA PER LAVORI ELETTRICI SOTTO TENSIONE A CONTATTO IN BASSA TENSIONE DI
SOSTITUZIONE DI UN CONTATORE MONOFASE
N°
SEQUENZA DELLE ATTIVITÀ
A CURA
DI
14
REALIZZAZIONE DEL DOPPIO MEZZO DI PROTEZIONE (almeno):
Guanti + attrezzi isolati
Guanti + calzature isolanti
(PEI + PL)
15
Mantenimento della DITANZA LIMITE (15 cm….almeno) fra le parti
in tensione e le parti del corpo non coperte da isolante
(PEI + PL)
16
Esecuzione del lavoro
SEGUENDO LE PROCEDURE AZIENDALI
(PEI + PL)
17
Annotazione di ogni imprevisto od inconveniente che non hanno
impedito l’esecuzione del lavoro
(PEI + PL)
18
Rimessa in tensione dell’impianto valle e verifica del corretto
funzionamento
(PEI + PL)
13/06/2016
Loris Vivoli
197
LAVORO SOTTO TENSIONE – ESEMPIO
PROCEDURA PER LAVORI ELETTRICI SOTTO TENSIONE A CONTATTO IN BASSA TENSIONE DI
SOSTITUZIONE DI UN CONTATORE MONOFASE
N°
SEQUENZA DELLE ATTIVITÀ
A CURA
DI
19
Rimozione di tutti i materiali e le attrezzature usate
(PEI + PL)
20
Verifica del regolare funzionamento della parte di impianto a valle
del contatore
(PEI + PL)
21
Riconsegna della linea
(PEI + PL)
22
Ripresa in carico dell’impianto
RI
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Loris Vivoli
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LAVORO FUORI TENSIONE – ESEMPIO
PROCEDURA PER LAVORI ELETTRICI FUORI TENSIONE A CONTATTO IN BASSA TENSIONE DI
SOSTITUZIONE DELLE LAMPADE
N°
SEQUENZA DELLE ATTIVITÀ
A CURA
DI
1
Esame preventivo, una volta per tutte, del luogo di lavoro, del tipo
di lampade da sostituire e delle modalità operative di lavoro
RI+PL
2
Consegna dell’impianto al PREPOSTO AI LAVORI.
Con “una volta per tutte”, si intende che l’impianto viene
consegnato ogniqualvolta è necessario sostituire una lampada
RI
3
Presa in carico dell’impianto.
PL (PEC)
4
Disattivazione dell’impianto di illuminazione, aprendo, nel quadro
generale, l’interruttore divisionale dell’impianto interessato
oppure , in sua assenza, l’interruttore generale
PL (PEC)
13/06/2016
Loris Vivoli
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LAVORO FUORI TENSIONE – ESEMPIO
PROCEDURA PER LAVORI ELETTRICI FUORI TENSIONE A CONTATTO IN BASSA TENSIONE DI
SOSTITUZIONE DELLE LAMPADE
N°
SEQUENZA DELLE ATTIVITÀ
4
Note:
-Avvertire i presenti che si sta procedendo alla sostituzione di una lampada
e che fino a termine dell’operazione non si può richiudere l’interruttore
-Non è sufficiente l’apertura dell’interruttore unipolare di comando
dell’apparecchio illuminante
-Nel caso di portalampade o di apparecchi illuminanti a spina, è sufficiente
disinserire la spina dalla presa; in questo caso non è necessaria
l’applicazione della presente procedura in quanto non si tratta neppure più
di un lavoro elettrico.
5
VERIFICA CHE GLI APPARECCHI ILLUMINANTI E LE ALTRE APPARECCHIATURE PL
ALIMENTATE DAL MEDESIMO INTERRUTTORE SIANO FUORI TENSIONE
13/06/2016
A CURA
DI
Loris Vivoli
200
LAVORO FUORI TENSIONE – ESEMPIO
PROCEDURA PER LAVORI ELETTRICI FUORI TENSIONE A CONTATTO IN BASSA TENSIONE DI
SOSTITUZIONE DELLE LAMPADE
N°
SEQUENZA DELLE ATTIVITÀ
7
Adozione delle eventuali misure di sicurezza dipendenti dal posto d PL
lavoro
PEC
8
Sostituzione della lampada
PEC
9
Eventuale segnalazione al RI di imprevisti od inconvenienti che
impediscono l’inizio o il completamento dell’operazione di
sostituzione delle lampade
PEC
10
Chiusura dell’interruttore
PEC
11
Ripresa in carico dell’impianto
13/06/2016
A CURA
DI
Loris Vivoli
201
13/06/2016
Loris Vivoli
202