12 Latina L’Asl va in soccorso degli uomini per avere più chance di concepire un figlio Il giornale di DOMENICA 18 DICEMBRE 2016 MEDICINA Terapie dopo il tumore: il progetto La fertilità dei maschi può essere salvata con la crioconservazione omologa dei gameti S i stima che in Italia, siano stati diagnosticati 360mila nuovi casi di tumore maligno, di cui il tre per cento a pazienti con età inferiore ai 40 anni. Negli uomini i tumori più frequenti tra i 20 e i 40 anni sono: testicolo, melanoma, colon-retto, linfoma non Hodgkin e tiroide; mentre nelle donne si tratta per lo più di neoplasie che colpiscono mammella, tiroide, melanoma, cervice e colonretto. Molte di queste neoplasie possono compromettere la fertilità o perché colpiscono l’apparato riproduttivo o perché necessitano di terapie capaci di danneggiare gli organi pelvici. Sia i trattamenti medici sistemici (come chemio, immuno e ormonoterapia), che le terapie locali (radioterapia e chirurgia), infatti, possono essere causa d’infertilità, definitiva o temporanea. Si pone dunque il problema di dare un aiuto agli uomini sottoposti a terapie anti-tumorali e che hanno maggiori problemi di fertilità. C’è un progetto promosso dall’Asl di Latina per la promozione ed il supporto della crioconservazione omologa dei gameti maschili sottoposti a terapie che pongono a rischio la fertilità. La realizzazione è stata affidata alla dottoressa Palma Bonanni, medico specialista in Endocrinologia e malattie del ricambio. La conservazione del liquido seminale è una tecnica ormai piuttosto consolidata, per la quale in Italia esistono numerosi centri. Essa consiste nella raccolta di un campione di sperma su cui viene eseguita una valutazione di alcuni parametri per giudicarne la qualità – e quindi la probabilità che possa dare luogo a una fecondazione. Il seme viene poi congelato tramite l'immersione in azoto liquido, a una temperatura di -196 °C. Lo scopo è quello di prolungare la vita degli spermatozoi sospendendone in modo reversibile le attivi- tà biologiche e preservandone inalterata la fertilità. Una volta scongelati, gli spermatozoi hanno la capacità di riprendere la loro funzionalità e i loro movimenti. La crioconservazione degli spermatozoi o del tessuto testicolare prima di un trattamento terapeutico o di un intervento chirurgico assicura la possibilità, dopo la malattia e in caso di danni permanenti alla produzione di spermatozoi, di una futura paternità. Attualmente si può procedere alla crioconservazione di qualsiasi liquido seminale in cui siano presenti spermatozoi “mobili”. Nelle situazioni in cui non si possono ottenere spermatozoi nello sperma, è indicata la crioconservazione del tessuto testicolare o di spermatozoi estratti direttamente dal tessuto testicolare. Questa deve comunque avvenire prima di cominciare qualunque terapia che possa interferire con la produzione di spermatozoi e l’integrità del patrimonio genetico. La crioconservazione degli ovociti o del tessuto ovarico. La crioconservazione degli ovociti è una tecnica che ha già dato buoni risultati clinici. La paziente viene indotta tramite farmaci a una ovulazione multipla, dopo la quale è previsto il prelievo vero e proprio degli ovociti. L’APPELLO Gli screening per prevenire le neoplasie ai testicoli Il tumore al testicolo è particolarmente diffuso tra le persone di sesso maschile tra i 15 e 40 anni di età. Ma nel tumore del testicolo molto è cambiato in questi anni: tecniche di imaging che lo identificano precocemente, modalità chirurgiche che risparmiano l’organo e crioconservazione del seme a garanzia della futura fertilità, hanno rivoluzionato l’approccio terapeutico e l’aspettativa di vita dei pazienti. Oggi, a 10 anni dalla diagnosi, la guarigione viene raggiunta nel 90% dei casi. Sono diversi i fattori di rischio per il tumore del testicolo: dal criptorchidismo (mancata discesa dei testicoli nello scroto), alla sindrome di Klinefelter (alterazioni dei cromosomi), alla familiarità e a un precedente tumore del testicolo che aumenta di 20-50 volte il rischio di un secondo tumore, senza trascurare i fattori ambientali come l’esposizione agli EDC (Endocrine Disrupting Chemicals) quali i pesticidi, l’infertilità che triplica il rischio e il fumo che lo raddoppia. Il tumore del testicolo si manifesta di solito con un ingrossamento duro e dolente ad uno dei testicoli e con un senso di pesantezza inguinale. La diagnosi precoce può salvare la vita: promuovere lo screening per scoprire tempestivamente il nodulo è l’obiettivo della campagna di sensibilizzazione “Amico andrologo” (www.amicoandrologo.it) rivolta alla popolazione maschile per la cura della salute sessuale e riproduttiva. "In questi anni abbiamo assistito a importanti innovazioni nel trattamento di questo tumore: oggi non si asporta più il testicolo ma solo il nodulo e si può inoltre congelare il seme che potrebbe essere danneggiato durante i trattamenti con chemioterapia e radioterapia –ha affermato Andrea Lenzi, Presidente della Società Italiana di Endocrinologia– ma contro questo tumore l’arma migliore resta la diagnosi precoce: per le persone di sesso maschile l’autopalpazione frequente dei testicoli dovrebbe una pratica abituale, così come le donne hanno imparato a farla per il seno. I controlli andrebbero eseguiti periodicamente nell’età pediatrica e a partire dai 15 anni dall’endocrinologo-andrologo, le figure specialistiche che accompagnano le varie età della vita sessuale e riproduttiva del maschio".