La cellula (terza parte) LA LEZIONE Nucleo Tra tutti gli organelli cellulari, il nucleo è quello che svolge la funzione più basilare per la cellula: infatti contiene i caratteri ereditari e garantisce la duplicazione del DNA. Inoltre esso ha il compito fondamentale di dirigere e controllare le funzioni citoplasmatiche (sintesi di proteine strutturali, di proteine di secrezione, di enzimi) sulla base delle informazioni genetiche iscritte nei cromosomi. Struttura Il nucleo è una regione del citoplasma spesso centrale e sferica; come già detto, di solito le cellule sono mononucleate, ma può anche accadere che ospitino due o più nuclei. Negli eucarioti il nucleo è delimitato da una membrana (fig.1) originata dal reticolo endoplasmatico e costituita da due foglietti, uno ricoperto da ribosomi e in continuità con il sistema di membrane del reticolo endoplasmatico, l'altro caratterizzato da proteine in parte specifiche. fig.1 - Schema della struttura del nucleo: a, reticolo endoplasmatico rugoso; b, membrana nucleare esterna; c, membrana nucleare interna; d, lamina nucleare; e, ribosomi; f, poro nucleare; g, nucleolo; h, cromatina; i, spazio perinucleare; l, nucleoplasma Questo insieme poggia su una lamina basale, struttura composta da proteine filamentose che circondano il contenuto del nucleo, definendolo strutturalmente. La membrana nucleare è attraversata in modo regolare da pori circolari (fig.2), di diametro variabile, che sono gli unici punti transitabili della membrana e funzionano come filtri, poiché sono dotati di permeabilità selettiva e fanno passare solo alcune sostanze. Tali pori hanno origine dalla fusione tra loro delle due membrane dell'involucro e sono costituiti dal cosiddetto complesso del poro nucleare (NPC, nuclear pore complex). Quest'ultimo ha un diametro di circa 100 nm ed è formato da numerosissime proteine. In particolare, sono presenti otto filamenti che danno al poro la sua caratteristica simmetria ottagonale e che si prolungano oltre i suoi limiti, restringendosi dalla parte del nucleo a formare una struttura esterna al poro chiamata canestro (basket) nucleare. Inoltre, il poro nucleare è ancorato a due anelli, quello citoplasmatico e quello nucleare. Al centro del poro è presente un altro anello che restringe il diametro a 9 nm. Attraverso questo canale possono passare per diffusione le molecole di piccole dimensioni. E' però necessario anche il transito di molecole di dimensioni superiori, per esempio le proteine ribosomali, che sono sintetizzate nel citosol e sono trasportate all'interno del nucleo, dove sono assemblate all'RNA ribosomale, per essere poi nuovamente trasferite all'esterno. In questo caso il passaggio (che richiede energia) avviene secondo un meccanismo più complesso, che richiede la presenza di particolari proteine chiamate, a seconda della direzione del flusso, recettori di importazione nucleare (o importine) e recettori di esportazione nucleare (o esportine); tali recettori inducono il poro ad allargarsi fino a permettere il passaggio delle molecole più grandi. In questo meccanismo di trasporto è coinvolta anche una proteina G, la GTPasi monomerica Ran, che per essere attiva deve essere legata al GTP (guanosine triphosphate). fig.2 - Schema della struttura dei pori nucleari: a, membrana nucleare esterna; b, membrana nucleare interna; c, subunità luminale; d, subunità a colonna; e, subunita anulare; f, raggio Il DNA, invece, non passa attraverso i pori e rimane stabilmente nel nucleo, ma al momento della divisione mitotica, a seguito del dissolvimento della membrana nucleare, ha luogo l'unione tra nucleo e citoplasma. L'importanza del DNA è nel suo costituire l'informazione genetica, scritta in sequenze di triplette di basi nelle molecole avvolte a doppia elica. In ogni specie il numero di queste molecole è fisso e corrisponde a quello dei cromosomi: per esempio, la specie umana ne possiede 46. I cromosomi sono molecole lineari, come dimostra il fatto che, a fronte di uno spessore di 2 nm (costante in tutti gli organismi viventi), la loro lunghezza varia tra 1,7 e 8,5 cm. In realtà, soltanto una piccola parte di questo DNA è funzionante, andando a costituire i geni e le sequenze che regolano la loro espressione. Altre sequenze attive sono quelle che danno inizio alla replicazione del DNA e quelle che servono come centromero e telomeri, localizzate rispettivamente nella zona di interazione con il fuso mitotico e all'estremità di ogni singolo cromosoma lineare. Il resto (probabilmente più del 90%) è costituito da sequenze non essenziali, tramandate attraverso le generazioni cellulari e di cui non si conosce la specifica funzione. All'interno del nucleo, le molecole di DNA interagiscono strettamente con specifiche proteine basiche, gli istoni, formando complessi chiamati nucleosomi che appaiono come perle di una collana, collegati tra loro da tratti di DNA libero. Tutta questa struttura è ripiegata su sé stessa e, osservata al microscopio in situazione di riposo della cellula, appare come un insieme ordinato e complesso di filamenti, spessi circa 30 nm, che occupa il nucleo. Tale complesso è noto come cromatina, che comunque non è omogenea nella sua organizzazione e si presenta in due stati: l'eterocromatina, più compatta, distribuita preferenzialmente in prossimità dell'involucro nucleare (ma non dei pori), e l'eucromatina, caratterizzata da una distribuzione più rada. Queste differenze corrispondono a funzioni diverse: l'eucromatina contiene i geni espressi dalla cellula, ossia quelli trascritti per formare l'RNA; l'eterocromatina contiene i geni silenti, ossia quelli che non formano RNA, probabilmente a causa dell'interazione con complessi proteici repressori che impediscono il legame dei fattori di trascrizione. All'interno del nucleo si trova il nucleolo, un organulo privo di membrana delimitante ma con un elevato contenuto di DNA. Questo DNA comprende i geni, fortemente amplificati, per gli RNA delle due subunità ribosomali. I ribosomi, come visto nella Lezione Cellula, seconda parte, sono organuli citoplasmatici la cui funzione è quella della sintesi proteica. Funzioni Le attività che avvengono nel nucleo sono strettamente collegate al ciclo cellulare (fig.3), ossia l'insieme delle fasi che nella cellula si succedono tra una mitosi e l'altra. Durante l'interfase, che precede la mitosi, si susseguono tre fasi definite G1, S e G2 (G sta per gap, intervallo, e S sta per sintesi). fig.3 - Fasi del ciclo cellulare: nel ciclo delle cellule somatiche M indica la mitosi; in quello delle cellule germinali, la meiosi Durante la fase G1 sono sintetizzati proteine, carboidrati e lipidi, il cui assemblaggio nella forma definitiva continua nelle fasi successive. La fase S è l'unica nella quale sono sintetizzati il DNA e le proteine associate, per permettere la duplicazione dei cromosomi. Nella fase G2 avviene la sintesi di proteine necessarie alla progressione della mitosi. La fase M è la mitosi, che permette di replicare le cellule somatiche, oppure la meiosi, che produce le cellule germinali. Alcune cellule dopo la mitosi entrano in uno stato di inattività produttiva definito G0. L'ordinato svolgimento del ciclo cellulare è assicurato dall'attivazione di enzimi noti come CDK (cyclin-dependent kinase), a opera di proteine chiamate cicline, ma esistono anche fattori capaci di bloccare il ciclo cellulare. Mitosi La mitosi è suddivisa in una serie di tappe (profase, metafase, anafase, telofase; v. fig.4 e fig.5) ed è caratterizzata da trasformazioni della cellula che sono ben visibili al microscopio. Essa è preceduta dall'interfase, nella quale il DNA è diffuso nel nucleo e i microtubuli sono disposti in modo geometrico, a partire dal centrosoma. fig.4 - Schema con le fasi della mitosi fig.5 - Cellule in diverse fasi di divisione mitotica Durante la profase la cromatina nucleare si condensa a formare i cromosomi, chiaramente distinti l'uno dall'altro; ogni cromosoma presenta una duplicazione del filamento di DNA a doppia elica, costituendo così i cromatidi fratelli (che sono quindi due per cromosoma), uniti a livello del centromero. Intanto, nel citoplasma anche il centrosoma si raddoppia e le due strutture che ne risultano si spostano alle estremità opposte della cellula, costituendo i poli dai quali si dipartono i microtubuli che formano il fuso mitotico. Infine, la membrana nucleare, il reticolo endoplasmatico e l'apparato del Golgi si disintegrano, lasciando gruppi di vescicole disperse nel citoplasma. Segue la metafase, durante la quale i microtubuli si attaccano al centromero dei cromosomi, che intanto si sono disposti nella zona mediana della cellula, formando la piastra equatoriale. In questo modo, le due metà di ogni cromosoma (cromatidi) sono orientate verso i poli opposti della cellula. In anafase, in ogni cromosoma i cromatidi si separano e ognuno migra verso uno dei centrosomi, spostandosi ai poli opposti della cellula. Durante la telofase scompare il fuso e intorno agli opposti raggruppamenti di cromatidi si ricostituisce la membrana nucleare, mentre il DNA riprende il suo aspetto di cromatina; inoltre, nel citoplasma ricompaiono gli organelli cellulari. Infine, la cellula si divide in due (citodieresi). Al termine del processo, da ogni cellula ne sono derivate due, dotate dello stesso numero di cromosomi e praticamente identiche nella struttura. Meiosi Oltre alla mitosi, la cellula presenta la meiosi, un altro tipo di divisione che porta alla formazione delle cellule germinali, nelle quali il numero di cromosomi risulta dimezzato, ossia si riduce dal numero diploide (2n) al numero aploide n (fig.6). fig.6 - Schema della seconda parte della divisione meiotica, ossia dopo la separazione dei cromosomi omologhi In questo modo, all'atto della fusione dei gameti si ricostituisce una cellula diploide; in caso contrario a ogni generazione si produrrebbe un raddoppiamento del numero dei cromosomi, con conseguenze facilmente immaginabili per la cellula. La meiosi è preceduta da una fase iniziale di sintesi, alla quale segue una prima divisione (simile alla mitosi) che permette la formazione di due cellule con contenuto di cromosomi dimezzato. Infatti, i cromosomi omologhi si separano e migrano ognuno in una delle due cellule (fig.7). fig.7 - Cromosomi che migrano ai poli opposti della cellula durante la prima anafase della meiosi In questa fase i cromosomi conservano i due cromatidi dai quali sono composti. Successivamente ha luogo una divisione (mitotica) che porta alla separazione dei cromatidi fratelli in cellule diverse, cosicché al termine dell'intero processo da ogni cellula diploide hanno avuto origine quattro cellule aploidi. La meiosi è un processo di grande importanza per gli organismi viventi perché è alla base della variabilità genetica. Infatti, nella formazione dei gameti i cromosomi omologhi si assortiscono tra loro con varie possibilità di combinazione; inoltre sono capaci di scambiarsi in modo casuale parte del proprio DNA (crossing-over), ricombinando così il loro assetto genico. Trascrizione Questo processo permette di trasferire l'informazione genetica contenuta nel DNA all'RNA messaggero (mRNA), che è in grado di uscire dal nucleo e passare nel citoplasma. Infatti, la sequenza di DNA codificante per una certa proteina viene letta, in forma di singolo filamento, dall'enzima RNA polimerasi che costruisce una molecola di mRNA in cui ogni nucleotide è complementare al corrispondente nucleotide del DNA. Nell'mRNA l'informazione è rappresentata da triplette nucleotidiche, ognuna delle quali corrisponde a un aminoacido, quindi nel citoplasma avviene un processo di traduzione, grazie ai ribosomi che forniscono il supporto e gli enzimi necessari: ogni tripletta è decodificata nel corrispondente aminoacido, portato al ribosoma dall'RNA di trasporto (tRNA). In questo modo i vari aminoacidi sono identificati e a mano a mano legati in sequenza a formare la catena proteica (v. Lezione Le molecole informazionali e il DNA). E' bene però sottolineare che l'mRNA utilizzato come stampo per una proteina non è quello prodotto direttamente dal DNA: infatti si verifica un processo di maturazione dell'mRNA, detto splicing, durante il quale sono rimosse sequenze interne (introni) e legate tra di loro le sequenze rimaste (esoni). Differenziamento cellulare Già dai primi stadi di sviluppo dell'uovo fecondato, tra le cellule si stabiliscono interazioni che portano al loro differenziamento. In questo modo le varie cellule diversificano il proprio destino e quello della loro progenie. Anche lo stadio di sviluppo, ossia lo stadio di maturità cellulare durante il quale accadono certi fenomeni, ha molta importanza nell'indirizzare la specializzazione delle cellule. I meccanismi alla base del differenziamento sono rappresentati da modificazioni dei processi di espressione genica, grazie a specifici fattori di trascrizione che regolano la sintesi di determinati mRNA e quindi di determinate proteine. Si tratta di fenomeni strettamente correlati, che si realizzano attraverso programmi complessi e numerosi, molto diversi tra cellule di diversa natura. Apoptosi e necrosi In ogni organismo la proliferazione delle cellule è controbilanciata in buona parte dalla loro morte. Questo fenomeno può essere la conseguenza di due processi profondamente diversi: la morte programmata, o apoptosi, e la morte occasionale, o necrosi. L'apoptosi, spesso definita suicidio programmato, dipende dall'attivazione di una sorta di programma di differenziamento mediato dalla sintesi di specifiche proteine e inibito da altre, la più famosa delle quali è il prodotto del protoncogene BCL-2. La cellula in apoptosi subisce profonde modifiche: il DNA si condensa e viene spezzettato in un processo di idrolisi; anche il citoplasma si condensa, con il blocco della sua funzionalità e una progressiva frammentazione. Questi frammenti sono poi digeriti dai lisosomi e i prodotti che ne derivano sono riutilizzati nei processi di sintesi della cellula. L'apoptosi svolge un ruolo fondamentale, specialmente durante lo sviluppo, quando si ha un aumento imponente nel numero delle cellule, molte delle quali devono essere eliminate per permettere la formazione di un organismo equilibrato. Questo avviene per esempio con i neuroni, che in molte zone si sviluppano in quantità eccessiva e vanno quindi rimossi, lasciando solo quelli funzionanti e che riescono a usufruire dei fattori di crescita liberati dalle cellule bersaglio. Altrettanto importante è l'eliminazione per apoptosi delle cellule immunocompetenti specifiche per antigeni endogeni, il cosiddetto self: se non fossero eliminate durante lo sviluppo queste cellule sono destinate a indurre attacchi autoimmuni. La morte cellulare attraverso la necrosi può essere indotta da lesioni di qualunque natura (fisica, chimica, traumatica ecc.). In questo caso il nucleo e il citoplasma vanno incontro soprattutto al rigonfiamento e alla perdita di organizzazione, con conseguente rottura della membrana plasmatica e fuoriuscita del citosol. Il processo richiama leucociti e linfociti, con formazione di infiltrati che possono durare anche a lungo. Un ruolo importante è attribuito al Ca2+, il cui aumento nel citoplasma provoca attivazione di enzimi (proteasi, nucleasi) che digeriscono il materiale cellulare. Cellula procariotica La cellula procariotica è simile a quella eucariotica, ma presenta anche delle differenze caratteristiche. Innanzitutto, come già visto, la cellula è avvolta da una parete cellulare la cui composizione non è la stessa di quella eucariotica. Per quanto riguarda il citoscheletro, pur essendo meno studiato rispetto a quello degli eucarioti, è coinvolto anch'esso nel mantenimento della forma cellulare e nella citodieresi. Normalmente i procarioti sono quasi privi di strutture interne alla cellula, ma in qualche caso il citoplasma è suddiviso in compartimenti interni racchiusi da membrane, aspetto che comunque non è paragonabile alla complessa organizzazione vista negli eucarioti, caratterizzata da organelli circondati da membrane fosfolipidiche. La cellula procariotica possiede anch'essa ribosomi (fig.8), ma con coefficiente di sedimentazione pari a 70S; tali ribosomi sono formati da due subunità: una più piccola di 30S e una più grande di 50S. fig.8 - Ribosoma di cellula procariotica Il nucleo, mancando della membrana, è indifferenziato rispetto al citoplasma ed è definito nucleoide. Può risultare visibile come una zona irregolare all'interno della cellula ed è costituito soprattutto da DNA, ma anche da proteine e RNA. Nei procarioti è presente un unico cromosoma, dalla forma circolare e ancorato alla membrana cellulare grazie a una struttura chiamata desmosoma. Il ciclo della cellula consiste nella replicazione del DNA, seguita immediatamente dalla divisione cellulare. Questa avviene per scissione, e non per mitosi, e può presentare una frequenza molto elevata. Il processo è una vera e propria scissione diretta o binaria (perché si originano due cellule), che avviene dopo la duplicazione del DNA cellulare: i due cromosomi originati da questa duplicazione aderiscono alla parte interna della membrana cellulare in punti vicini ma distinti; intanto la membrana posta fra questi punti si accresce allontanando tra loro i cromosomi, quindi si introflette fino a unirsi con la parete opposta. In questo modo il citoplasma è diviso tra le due cellule figlie. Tabella riassuntiva delle principali differenze nei diversi tipi di cellule Cellula procariotica Dimensioni In media μm 1-10 In media 10-100 μm Organizzazione Solitamente unicellulare Strutture esterne Parete cellulare Movimento cellulare Flagelli Strutture citoplasmatiche • • Cellula eucariotica animale Ribosoma 50S+30S In media 10-100 μm Unicellulare, a colonie, Unicellulare, a colonie, pluricellulare pluricellulare (specializzazione) (specializzazione) Parete cellulare Ciglia e flagelli Poche, mancano mitocondri e cloroplasti Cellula eucariotica vegetale • • • • • • • • Reticolo endoplasmatico rugoso e liscio Ribosomi (60S+40S) Citoscheletro Apparato del Golgi Mitocondri Lisosomi Perossisomi Centrosomi (centrioli) Flagelli gameti) • • • • • • • • • (solo nei Reticolo endoplasmatico rugoso e liscio Ribosomi (60S+40S) Citoscheletro Apparato del Golgi Mitocondri Cloroplasti Lisosomi Perossisomi Vacuoli Nucleo Nucleoide Nucleo delimitato da doppia membrana Nucleo delimitato da doppia membrana DNA Solitamente circolare Molecole lineari (cromosomi) unite a istoni Molecole lineari (cromosomi) unite a istoni Divisione cellulare Scissione binaria Mitosi e meiosi Mitosi e meiosi