Architettura del Cinquecento - breve
cenno storico
I maggiori architetti nei primi anni di questo importante secolo che fu il Cinquecento
elaborarono e andarono alla ricerca e allo sviluppo dei vari temi che erano stati trattati
durante il secolo precedente, rivelando un interesse “particolare” per tutto ciò
che riguardava gli edifici sacri per esempio. Infatti essi studiarono e misero a frutto la
pianta cosiddetta “centrale” che era simbolo sia della perfezione assoluta
dell’Universo, ma anche della grandezza di Dio. L’utilizzo di questo tipo di pianta
consente agli architetti del Cinquecento, di raggiungere un rapporto armonico e
proporzionale, tra le varie parti dell’opera architettonica ed in più il perfetto
inserimento dell’edificio nello spazio e nell’ambiente circostante.
Uno dei primi e dei più importanti architetti e studiosi di quell'epoca, fu
sicuramente Donato Bramante (1444-1514), il quale esordì costruendo una sorta di
Tribuna alla già esistente Chiesa di Santa Maria delle Grazie nella città di Milano, in cui
si può notare tutto lo studio di cui abbiamo accennato sopra. La costruzione di questo
edificio è un ampio vano cubico, sormontato da una cupola con due absidi laterali e
sul fondo un piccolo ambiente che si conclude con una terza abside. Possiamo notare
anche che i volumi risultano molto dilatati dalle linee curveggianti delle absidi e della
cupola. Queste soluzioni del Bramante li ritroviamo anche nel progetto mai realizzato,
per la ricostruzione della Basilica di San Pietro a Rom. Infatti il progetto prevede una
pianta centrale a croce greca, con una grande cupola all’incrocio dei quattro bracci che
doveva indicare tutta la grandiosità della Chiesa Cattolica e di Dio in quel periodo
(vediamo sotto un particolare della Tribuna di Santa Maria delle Grazie a Milano).
Dopo la morte del Bramante la ricostruzione della Basilica di San Pietro fu data al
grande Artista Raffaello (1483-1520) che però voleva realizzare un progetto avente
una pianta del tutto diversa e cioè longitudinale, ma come sappiamo però Raffaello
morì giovanissimo e quindi non ebbe il tempo materiale di realizzare questo grande
lavoro, ed allora dopo vari passaggi di mano, attraverso degli altri architetti, che
avevano raggiunto una specie di compromesso, con una via di mezzo tra i due
progetti del Bramante e del Raffaello si arrivò nel 1546 alla commissione del lavoro,
direttamente dal Papa Paolo III al grandeMaestro Michelangelo, che recupera il
vecchio progetto del Bramante e ripropone la pianta centrale a croce greca,
sormontata da una grandiosa Cupola centrale, che tutti conosciamo ed ammiriamo.
All’interno notiamo gli ampi e maestosi spazi, mentre all’esterno il movimento delle
superfici è dato dal prevalere della linea curva su quella retta e l’edificio si inserisce
armoniosamente nello spazio circostante, in poche parole Un meraviglioso capolavoro
unico!
Un altro grande architetto del Cinquecento che entrò con pieno merito nella storia
dell'arte, fu Andrea Palladio (1508-1580) il quale seppe trovare il giusto rapporto
continuo tra il paesaggio vero e proprio e l’architettura delle sue opere. La bravura di
questo grande Artista italiano si può vedere soprattutto ammirando le stupende ville
che progetto e costruì per i ricchi esponenti del patriziato veneto. Le caratteristiche
tipiche delle ville del Palladio, sono riconducibili a due distinte tipologie:
una è la pianta centrale su due piani, coperta poi da una cupola e con le facciate che
ricordano i bellissimi templi antichi classici.
L’altra tipologia è quella che si sviluppa in orizzontale. Si costruisce un solo piano con
un corpo centrale in cui risiedono i proprietari e due ali porticate che vengono
destinate ad uso agricolo. Un esempio di questo ultimo tipo di architettura
palladiana è quello della bellissima Villa Barbaro a Maser vicino alla città di Treviso.
Il grande architetto padovano utilizzerà spesso il linguaggio classicheggiante nei suoi
progetti (colonne, frontoni, timpani ecc.) e questo farà di lui uno dei più ricercati
architetti dell’epoca e le sue Ville, ai nostri giorni, sono ammirate e studiate come se
fossero veri e propri gioielli dell'Arte (vediamo sotto una immagine di un particolare
della Villa Barbaro a Maser presso Treviso del Palladio).