EPATITE B: EZIOLOGIA T. Santantonio Clinica Malattie Infettive, Università di Bari L'infezione da HBV è una delle infezioni più diffuse tra il genere umano, presente in forma cronica in più di 350 milioni di soggetti nel mondo. Il virus responsabile di tale infezione è un virus a DNA, denominato HBV (Hepatitis B Virus), appartenente alla famiglia degli Hepadnavirus. La particella virale completa o particella di Dane è una particella sferica del diametro di 42 nm, composta da un involucro esterno lipoproteico dove sono localizzate le proteine HBsAg, pre-S1 e pre-S2 e da un nucleocapside interno, contenente antigene core (HBcAg). Il nucleocapside racchiude il genoma virale costituito da una molecola di DNA circolare a doppio filamento di lunghezza pari a 3200 nucleotidi (HBV DNA) e la DNA-polimerasi virus-specifica (Fig.1). Oltre alle proteine che fanno parte della struttura propria del virus, in fase di replicazione viene prodotta una proteina non strutturale, che viene secreta in circolo, denominata HBeAg. Fig. 1 Struttura e componenti del virus B HBeAg Pre-S1 P ol HBcAg HBsAg Pre-S2 Fig.2 Immagine al microscopio elettronico delle particelle di Dane e delle particelle sferiche e filamentose, in forma schematizzata a destra Durante la sintesi del virione, le proteine dell'involucro esterno sono prodotte in eccesso (da 100 a 1000 volte rispetto alle particelle di Dane) e circolano nel sangue sottoforma di strutture sferiche di 22 nm e di filamenti (Fig.2). Queste particelle non sono infettive in quanto sprovviste di core e servono per "distrarre" la risposta immune umorale neutralizzante. Nel genoma virale sono stati identificati 4 geni parzialmente sovrapposti che dirigono la sintesi dei diversi antigeni virali: il gene S codifica per le proteine dell'envelope HBsAg, pre-S1 e pre-S2; il gene C codifica per HBcAg e HBeAg; il gene P codifica per la DNA polimerasi/trascriptasi inversa ed il gene X codifica per la proteina X con funzioni di regolazione della espressione dei geni virali (Fig.3). A differenza di tutti gli altri virus a DNA ed al pari dei retrovirus, il virus B replica attraverso la trascrizione inversa di un RNA pregenomico (Fig. 4). Negli epatociti infetti, il DNA virale viene trascritto in RNA messaggero per la sintesi delle proteine virali e in RNA pregenomico che migra nel citoplasma dove viene retrotrascritto in DNA ad opera della trascriptasi inversa. Questa peculiare strategia replicativa rende ragione della elevata frequenza di mutazioni introdotte ad ogni ciclo di replicazione e della simultanea presenza in ciascun individuo infetto di molteplici varianti virali strettamente correlate ma non identiche tra loro. Fig.3 Struttura ed organizzazione genetica di HBV L' infezione da HBV è pertanto sostenuta da una popolazione virale eterogenea, con una sequenza più frequentemente rappresentata ed un ampio spettro di varianti, una distribuzione genomica definita "quasispecie". Nel corso dell' infezione cronica le varianti virali che grazie alle mutazioni incorporate presentano un vantaggio rispetto al virus non mutato o virus selvaggio, (per esempio migliore capacità di replicazione, resistenza alla eliminazione immune o agli agenti antivirali) vengono positivamente selezionate e diventano la popolazione virale dominante. Fig. 4 Ciclo di replicazione del virus B Trascrizione . ccc DNA RNA-Pol Pregenomic RNA RTase + HBV DNA DNA-Pol Sintesi plus-strand Strand DNA Trascrizione inversa Tra i mutanti di HBV finora descritti rivestono particolare interesse, in quanto associati ad un preciso quadro sierologico e clinico, i mutanti pre-C o HBeAg difettivi, incapaci di esprimere la proteina non strutturale HBeAg, i mutanti S che, offrendo un alterato target al sistema immune, sfuggono all' azione degli anticorpi neutralizzanti e i mutanti dellapolimerasi resistenti all' azione di farmaci antivirali come la lamivudina. Mutanti pre-C I mutanti pre-C o HBeAg difettivi rappresentano la popolazione virale prevalente nei soggetti con epatite cronica anti-HBe positiva, attualmente la forma prevalente di epatite cronica B nel nostro paese. L' HBeAg deriva dalla traduzione continua della proteinaprecore/core dopo rimozione di alcuni aminoacidi dell' estremità amino ecarbossiterminale. I mutanti pre-C sono incapaci di produrre HBeAg a causa di mutazioni nella regione precore essenziale per la sintesi e secrezione dell' HBeAg. La mutazione più comunemente osservata interessa il penultimocodone della regione precore e causa l' introduzione di uncodone di stop (TAG) che termina prematuramente la sintesi della proteina precore, precursore dell' HBeAg. Poiché la regionepre-C non è necessaria per la formazione dell' HBcAg, la mutazione descritta non interferisce con la produzione di particelle virali infettanti. Pertanto, l' identificazione dei mutantipre-C ha spiegato dal punto di vista virologico la mancata espressione dell' HBeAg in presenza di attivareplicazione virale dell' HBV. Numerosi studi hanno dimostrato che i virus pre-C mutanti emergono nel corso dell' infezione sostenuta inizialmente da virus selvaggio. La loro percentuale relativa è bassa all' inizio dell' infezione, quando vi è una condizione di immunoinibizione ed aumenta nella fase di immunoeliminazione, caratterizzata da attivazione della citolisi immune. Nei soggetti con una protratta o incompleta clearance immune, i mutanti precore diventano la popolazione virale prevalente al momento o subito dopo la sieroconversione ad anti-HBe, sia spontanea che IFN indotta. Talora, la selezione dei mutanti pre-C e la riattivazione della malattia epatica può osservarsi a distanza di anni dalla sieroconversione ad anti-HBe, dopo un periodo di quiescenza della malattia. L' emergenza come ceppo prevalente dei mutanti pre-C al momento della sieroconversione o dopo episodi di riattivazione dell' attività di malattia è a favore di una loro maggiore resistenza alla eliminazione immune rispetto al virus selvaggio e di una selezione immunomediata. Mutanti S L' involucro esterno del virus B è costituito da tre proteine:HBsAg, pre-S1 e pre-S2. L' HBsAg contiene il maggiore epitopo neutralizzante del virus B definito determinante "a", presente in tutti i sottotipi virali. Gli anticorpi anti-HBs diretti contro questo determinante sono neutralizzanti e protettivi, per tale motivo la regione S è utilizzata nei vaccini anti-epatite B. Recentemente, in soggetti sottoposti a vaccinazione anti-epatite B ed in pazieni sottoposti a trapianto di fegato e trattati con immunoglobuline specifiche, sono stati descritti episodi di epatite acuta B veificatisi nonostante la presenza di titoli protettivi di anticorpi anti-HBs. L' analisi della sequenza dei virus ottenuti da questi soggetti ha dimostrato la presenza nel determinante "a" di mutazioni puntiformi che causano una variazione della sequenza aminoacidica dell' HBsAg, non più riconoscibile e neutralizzabile dagli anticorpi specifici. Mutanti della polimerasi La lamivudina è un analogo nucleosidico recentemente introdotto nella terapia dell’epatite cronica B, in quanto potente inibitore della trascriptasi inversa di HBV e quindi della sintesi virale. Tuttavia, numerosi studi hanno dimostrato che la terapia prolungata con lamivudina determina la selezione di virus mutanti insensibli o scarsamente sensibili alla lamivudina, responsabili della perdita della risposta terapeutica. Lo sviluppo di resistenza è dovuto ad una mutazione puntiforme nel locus YMDD (tirosina, metionina, aspartato, aspartato) della trascriptasi inversa, principale componente del sito catalitico, conservato in tutte le trascriptasi inverse di hepadnavirus e retrovirus